
(Adnkronos) - In passato i ragazzi dislessici venivano etichettati come 'svogliati' o 'pigri', mentre oggi, grazie a strumenti diagnostici più accurati e alla legge, hanno il diritto di essere individuati e sostenuti. Da ieri è iniziata la Settimana della dislessia un appuntamento promosso dall'Associazione italiana dislessia per diffondere consapevolezza, promuovere una scuola inclusiva e valorizzare i talenti di tutte e tutti. Il portale di divulgazione scientifica 'Dottore, ma è vero che...?' curato dalla Fnomceo, la Federazione italiana degli Ordini dei medici e chirurghi, ricorda come per i bambini che sono portati di dislessia esiste oggi un perimetro di norme che garantisce loro una percorso formativo uguale ai compagni. "La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento di origine neurobiologica che riguarda la lettura. Non è una malattia né un deficit di intelligenza, ma una differenza nel funzionamento del cervello che rende più difficile leggere in modo fluido e accurato - ricordano gli esperti -Non è corretto dire che oggi ci siano più casi di dislessia rispetto al passato. Già negli anni Cinquanta gli studi di Rutter e Yule avevano rilevato una prevalenza stabile, attorno al 5-8% della popolazione scolastica. Ciò che è cambiato è la capacità di riconoscere la dislessia".
Dal 2010 in Italia esiste una cornice normativa chiara che riconosce i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e tutela gli studenti che ne sono portatori. La Legge 170 del 2010 rappresenta un punto di svolta: afferma che i bambini e i ragazzi con dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia hanno diritto a una didattica personalizzata, a strumenti adeguati e a modalità di valutazione che tengano conto delle loro caratteristiche. Alla Legge si affiancano il decreto ministeriale 5669 del 2011 e le Linee guida dell’allora ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (oggi ministero dell’Istruzione e del Merito), che ne definiscono l’applicazione pratica: come si deve redigere un Piano didattico personalizzato (Pdp), quali strumenti devono essere garantiti, come deve svolgersi la collaborazione tra scuola e famiglia. "È un insieme di norme che ha trasformato la scuola: non più luogo in cui chi 'non riesce' resta indietro, ma spazio in cui ogni studente deve avere la possibilità di esprimere al meglio le proprie capacità", sottolineano gli esperti.
La certificazione di Dsa è il documento ufficiale rilasciato dal Servizio Sanitario Nazionale o da centri accreditati. "È indispensabile perché obbliga la scuola ad attivare le misure previste dalla normativa, a partire dal Piano didattico personalizzato. La certificazione non è una semplice 'etichetta', né deve esserlo. Al contrario - ricordano gli specialisti - è una garanzia di tutela: consente di rendere esigibili i diritti dello studente. La legge, tuttavia, prevede che la scuola possa predisporre un Pdp anche prima della certificazione, se emergono difficoltà evidenti. Questo significa che il diritto del bambino a non rimanere indietro non può essere sospeso in attesa di documenti formali".
E se i diritti non vengono rispettati? "Quando il Pdp non viene redatto, rimane incompleto o non è applicato, lo studente rischia di vivere la scuola come un luogo di esclusione. Possono comparire ansia, perdita di autostima e rifiuto scolastico - avvertono - Le famiglie, in questi casi, hanno diritto a chiedere chiarimenti, a presentare segnalazioni e, se necessario, ad avviare ricorsi presso gli organi competenti. Recenti studi internazionali evidenziano come i bambini con dislessia e i loro genitori vivano non solo le difficoltà legate all’apprendimento, ma anche un significativo carico emotivo e psicologico. I genitori, in particolare, riportano livelli di stress più elevati e una qualità di vita spesso ridotta, soprattutto nel momento della diagnosi e durante l’accompagnamento quotidiano. Non sempre hanno a disposizione strumenti metodologici, didattici o risorse psicologiche adeguate".
"Per questo è essenziale che anche le famiglie vengano sostenute con figure professionali specializzate, capaci di offrire supporti mirati. In questo modo i genitori possono riprogettare il proprio ruolo, costruendo un modello di relazione più sereno e produttivo, in cui la crescita del ragazzo è condivisa e sostenuta da una rete di alleanze. Un’identità solida nasce proprio da questa coerenza tra ciò che il ragazzo vive a casa e ciò che sperimenta fuori: un intreccio di riconoscimento e ascolto che gli permette di dare valore alle proprie caratteristiche in un confronto con gli altri che non è più competizione ma scambio attivo di prospettive e di sguardi", concludono gli esperti.
Leggi tutto: Settimana dislessia, dall'etichetta di ragazzi 'svogliati' a legge per tutelari

(Adnkronos) - Calci, pugni, la testa sbattuta contro "una struttura rigida". E' morta così - per un “grave politrauma cranico-encefalico e toracico addominale chiuso, condizionante una insufficienza cardiaca" - Veronica Abaza, la romena di 64 anni il cui corpo è stato trovato il 17 settembre nella sua casa nel centro di Gela, in provincia di Caltanissetta. Ad ucciderla sarebbe stato il suo convivente, un connazionale di 40 anni che ieri, al termine delle indagini, è stato arrestato dai carabinieri su richiesta della procura. Questa mattina il procuratore di Gela Salvatore Vella ha convocato una conferenza stampa in procura.
Secondo una prima versione, fornita ai carabinieri che la notte del 17 settembre sono arrivati a casa della donna e ne hanno trovato il corpo privo di vita, quella sera Veronica Abaza sarebbe tornata a casa ubriaca, tanto da chiedere aiuto per camminare, poi si sarebbe messa a letto e durante la notte sarebbe morta.
Il corpo della vittima però era pieno di lividi e le testimonianze raccolte dai carabinieri hanno portato alla luce la natura violenta del compagno quarantenne della donna, oggi indagato per omicidio, che già più volte in passato le aveva procurato lesioni mai denunciate per paura di ritorsioni. Un quadro corroborato dall'autopsia: secondo quanto accertato dal medico legale, la causa della morte sarebbe un "grave politrauma cranico-encefalico e toracico addominale chiuso, condizionante una insufficienza cardiaca". Lesioni provocare dalla "azione violenta di terzi, esercitata con pugni e calci ma anche per urto della testa contro una struttura rigida, mentre sul torace e sull’addome sarebbero stati realizzati meccanismi di compressione e schiacciamento" descritti nel provvedimento cautelare con “l’aggressore che sormonta a cavalcioni la vittima”. Il gip ha quindi accolto la richiesta della procura e emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del quarantenne indagato.
Leggi tutto: Femminicidio a Gela, Veronica Abaza uccisa dal compagno a calci e pugni

(Adnkronos) - Nel complesso puzzle della malattia di Alzheimer, un pezzo fondamentale è stato appena messo al suo posto. Un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati del Dipartimento di Medicina Sperimentale e del Centro di Ricerca in Neurobiologia 'Daniel Bovet' (Crin) della Sapienza Università di Roma, ha scoperto un sofisticato 'cross-talk' – un dialogo molecolare – tra due meccanismi chiave che regolano l’espressione dei nostri geni: la metilazione del Dna e i microRna. Questo dialogo, descritto oggi su 'Alzheimer's & Dementia', giornale ufficiale dell'Alzheimer's Association, controlla in modo diretto la produzione della proteina beta-amiloide, il cui accumulo nel cervello sotto forma di placche senili è considerato l'evento più rilevante della patologia.
Per decenni, la ricerca sull'Alzheimer si è concentrata principalmente su come eliminare le placche di beta-amiloide, con risultati spesso deludenti. Molti farmaci progettati per questo scopo si sono rivelati inefficaci negli studi clinici. Per questo, la comunità scientifica sta spostando sempre più l'attenzione sui meccanismi che si trovano "a monte", ovvero su come regolare la produzione stessa di questa proteina che risulta “tossica” ma ha comunque un ruolo fisiologico. "La beta-amiloide è prodotta da due enzimi, delle vere e proprie 'forbici molecolari', che tagliano una proteina precursore più grande. Questi enzimi sono codificati dai geni Psen1 e Bace1. Il gruppo di ricerca della Sapienza, coordinato dal professor Andrea Fuso, aveva già dimostrato in passato che la produzione di Psen1 poteva essere ridotta attraverso un meccanismo epigenetico noto come metilazione del DNA. La metilazione agisce come un interruttore: quando un gruppo chimico (metile) viene aggiunto al Dna, il gene viene 'silenziato'", si legge nella nota. Tuttavia, restava da chiarire come venisse regolato Bace1, l'altra forbice molecolare fondamentale.
Il nuovo studio svela che la regolazione di Bace1 è più complessa e avviene in modo indiretto. Ecco la catena di comando scoperta dai ricercatori: "La metilazione del Dna non agisce direttamente su Bace1, ma controlla l'espressione di un piccolo Rna regolatore, un microRna chiamato miR-29a. I microRna sono molecole che funzionano come 'silenziatori' di precisione: si legano a specifici geni e ne contrastano la traduzione in proteine. A sua volta, il miR-29a ha come bersaglio proprio il gene Bace1. Quando i livelli di miR-29a sono alti, la produzione di Bace1 viene repressa, e di conseguenza diminuisce anche la produzione di beta-amiloide. Il risultato - si legge nello studio - più sorprendente è che la metilazione del gene che produce miR-29a, anziché spegnerlo, ne aumenta l'espressione. Si tratta di un meccanismo epigenetico contro-intuitivo che svela una nuova, raffinata logica di controllo cellulare". In sintesi, la metilazione del Dna regola la produzione di beta-amiloide attraverso due percorsi: uno diretto, silenziando il gene Psen1, e uno indiretto, attivando il microRna 'protettivo' miR-29a che a sua volta spegne il gene Bace1.
“Questa scoperta è come aver trovato la chiave di lettura di un processo di cui prima vedevamo solo il risultato finale" spiega Andrea Fuso, coordinatore dello studio. "Abbiamo capito che la cellula non usa un solo interruttore, ma un pannello di controllo integrato in cui Dna e microRna comunicano per regolare finemente un processo vitale, la cui alterazione è associata alla malattia. Questo è fondamentale per approcciare una patologia fortemente multifattoriale. È una svolta nella comprensione dei complessi meccanismi biomolecolari dell'Alzheimer".
Questa scoperta non è solo un avanzamento fondamentale della conoscenza, ma apre anche a prospettive concrete. Nuove strategie terapeutiche: "L'intero sistema è modulato da un ciclo biochimico noto come 'one-carbon metabolism”, un processo cellulare influenzato da nutrienti come le vitamine del gruppo B e da molecole come la S-adenosilmetionina (Sam). Lo studio dimostra che fornendo Sam è possibile aumentare la metilazione, attivare il miR-29a e ridurre la produzione di beta-amiloide. Questo - prosegue il lavoro - suggerisce che molecole "metilanti" potrebbero essere usate non come semplici integratori, ma come veri e propri farmaci epigenetici in grado di aiutare a prevenire o rallentare la progressione della malattia".
L’epigenetica al centro. "Oltre alla Sam, sono in fase di studio altri interventi che sembrano in grado di modulare la risposta epigenetica delle cellule, ad esempio la Vitamina K2 e i fattori presenti in estratti di cellule staminali e nelle uova di pesce (stamisoma). L’importanza di queste ricerche risiede nel fatto che i fattori epigenetici sembrano regolare anche altri processi molecolari associati alla malattia, quali la neuroinfiammazione, l’ossidazione, la funzione della barriera emato-encefalica", rivelano i ricercatori.
Potenziali biomarcatori. "Il profilo di metilazione di Psen1 ed i livelli di miR-29a potrebbero diventare un marcatore precoce della malattia o della risposta a un trattamento, misurabile con un semplice esame del sangue - suggerisce lo studio - Sempre lo stesso gruppo di ricerca ha infatti recentemente messo a punto un biosensore in grado di misurarne facilmente i livelli nei liquidi circolanti". Lo studio è stato condotto grazie a una collaborazione internazionale che ha coinvolto, oltre alla Sapienza, l'Università di Napoli "Federico II" e l'Università di Barcellona.
“Comprendere come i nostri geni vengono accesi e spenti, con la possibilità di intervenire per regolare questi meccanismi, è una delle frontiere più promettenti della medicina moderna - conclude Fuso - Con questo lavoro, abbiamo aggiunto un tassello cruciale che non solo ci avvicina a capire l'Alzheimer, ma ci fornisce anche nuovi e promettenti bersagli su cui agire".
Leggi tutto: Alzheimer, studio italiano apre speranza dall'epigenetica


(Adnkronos) - Rissa per Leroy Sané all'Oktoberfest. L'attaccante tedesco è tornato a Monaco di Baviera in visita al festival tedesco, dopo i suoi anni al Bayern Monaco, ed è stato preso di mira da alcuni tifosi, che lo hanno provocato fino alla reazione del giocatore. Ne è scaturita una vera e propria rissa che ha richiesto l'intervento della sicurezza.
A spiegare l'accaduto è stato lo stesso giocatore, volato in Turchia al Galatasaray la scorsa estate: "Alcune persone mi hanno provocato e insultato per molto tempo all'interno del tendone del festival", ha raccontato alla Bild, "e così anche la mia squadra. Ho risposto e le cose mi sono surriscaldate fino a che mi hanno spintonato e da lì è scoppiata una rissa".
Un comportamente che Sané stesso, in ogni caso, ha condannato: "Avrei dovuto rimanere più calmo e non reagire alle provocazioni. Ne sono consapevole e mi sarà sicuramente d'insegnamento per il futuro".
Leggi tutto: Sané, rissa con alcuni tifosi all'Oktoberfest: "Mi hanno provocato"

(Adnkronos) - Oggi martedì 7 ottobre al Parlamento europeo si voterà sulla revoca dell’immunità a Ilaria Salis. Dopo che la commissione Giuridica del Parlamento europeo (Juri in gergo) ha già votato contro la revoca dell'immunità per l'eurodeputata di Avs, la parola finale spetta ora alla plenaria.
All'indomani del voto, Salis aveva ribadito "con forza" che vuole essere processata "in Italia" per i presunti reati di cui è accusata dalle autorità ungheresi. "La tutela della mia immunità parlamentare - ha affermato - è fondamentale non per sottrarmi alla giustizia, ma per proteggermi dalla vendetta ungherese, da un processo ingiusto e da condizioni detentive disumane".
Di norma in questi casi al Parlamento europeo si vota per alzata di mano, ma gli eurodeputati possono richiedere il voto segreto, se sono favorevoli almeno un gruppo politico e almeno un quinto dei membri, soglie che, numeri alla mano, possono essere facilmente raggiunte. E oggi si voterà a scrutinio segreto.
Il Ppe è a favore della revoca dell'immunità parlamentare perché il "crimine" di cui è accusata è precedente all'inizio del suo mandato, ha detto oggi il presidente e capogruppo del Ppe Manfred Weber, in conferenza stampa a Strasburgo. "Uno dei miei tre criteri per definire i principi del Parlamento Europeo - afferma - era essere a favore dello Stato di diritto".
"Noi - prosegue - consideriamo a favore dello Stato di diritto anche il rispetto delle nostre regole interne al Parlamento europeo. E' per questo che l'intero dibattito non è affatto un argomento politico. Per me, come leader politico, quello che faccio e quello che facciamo noi del gruppo è semplicemente ascoltare i nostri esperti legali e seguire i loro consigli". E, nel caso di Salis, "il consiglio - aggiunge - è di revocare l'immunità di servizio. Il motivo è che il crimine è stato commesso prima che lei diventasse membro del Parlamento: le regole sono chiarissime. Sei protetto solo quando sei eletto membro del Parlamento. Ecco perché vorrei chiedere di non politicizzare alcun tipo di questione relativa alla revoca dell'immunità. Seguiremo semplicemente i consigli dei nostri esperti", conclude. All'interno del Ppe, tuttavia, ci sono delle spaccature e il voto segreto consentirà oggi agli eurodeputati, non solo ai Popolari ma anche ad altri, di votare come ritengono opportuno.
Quello sulla revoca dell'immunità per l'eurodeputata di Avs Salis "sarà un voto molto serrato", prevede il copresidente del gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento Europeo Bas Eickhout, che conosce bene le dinamiche dell'Aula di Strasburgo, dove siede dal 2009. Quella su Salis, continua, "sarà una votazione segreta. Noi siamo contrari alla revoca dell'immunità e la ragione principale è che per noi lo Stato di diritto è molto importante. Non credo che in questo momento si possa definire l'Ungheria un Paese che segue lo Stato di diritto".
Per i Verdi, aggiunge Eickhout, "è molto chiaro che questo è un processo politico, in cui non vogliamo avere un ruolo: siamo contrari alla revoca dell'immunità. Sarà una votazione segreta, ma sarà molto chiaro dove ci schiereremo. Sarà anche una votazione serrata, che in ultima analisi si riduce alle persone all'interno del Ppe e nell'Ecr che sono disposte a rendersi conto che questo non è un caso legale molto chiaro: è un caso molto losco", anche alla luce di quello che "sta facendo il governo ungherese".
Per quanto riguarda poi "come voteranno le persone, penso che saranno le delegazioni nazionali in quei gruppi politici" ad avere un peso, osserva. E poi, sottolinea, "non sempre" gli eurodeputati "diranno cosa voteranno: a volte dicono una cosa, ma poi alla fine votano in un altro modo. Questo accade più spesso sicuramente con l'Ecr: con loro non si sa mai. Quindi, ci aspettiamo una votazione molto serrata e molto imprevedibile. Penso che questo sarà uno dei voti più serrati che avremo questa settimana" a Strasburgo, conclude.
Leggi tutto: Ilaria Salis, oggi a Strasburgo il voto sull'immunità


(Adnkronos) - Benoit Paire non smette mai di stupire. Dopo una carriera vissuta tra alti e bassi, ma con indubbio talento, il tennista francese ha deciso ripartire dalla Serie A1, il massimo campionato nazionale di tennis e lo farà giocando a Roma, con l'Eur Sporting Club. La società della Capitale ha infatti presentato la rosa per la nuova stagione e tra i nomi spicca proprio quello di Paire, il cui best ranking è stato il 18esimo posto nella classifica generale Atp raggiunto nel 2016.
"Ciao, sono molto felice di unirmi all'Eur Sporting Club di Roma. Vi aspetto presto in campo", è stato il messaggio di Paire ripubblicato dal profilo Instagram ufficiale del club. Nonostante l'annuncio del tennista francese però, la squadra capitolina è stata battuta per 5-1 a Bolzano dal TC Rungg, nella prima giornata di campionato.
Leggi tutto: Paire sbarca... a Roma: il tennista francese giocherà in A1 con l'Eur

(Adnkronos) - Dopo i l freddo arrica l'ottobrata sull'Italia ma le temperature saranno più miti e piacevoli al Nord che al Sud. Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it, conferma tre fasce "climatiche" nei prossimi giorni: al Nord arriveremo a toccare massime di 24-25°C, ben oltre la media della prima decade di ottobre; al Centro sono previste più o meno le stesse temperature del settentrione ma, in questo caso, saliremo poco oltre le medie e vivremo quasi una fase normale per ottobre.
Di contro, al Sud il termometro e il vento saranno quasi invernali: la burrasca in atto sul basso versante adriatico e ionico continuerà fino a mercoledì, mentre le minime e le massime oscilleranno su valori tipici di fine novembre almeno fino a venerdì.
Attenzione anche al mare che sarà molto mosso o agitato intorno alle Isole Maggiori e al Sud con onde alte fino a 3-4 metri e altre mareggiate sulle coste esposte; al Centro-Nord la situazione, come detto, sarà invece tipica di una bella Ottobrata.
Quest'anno l’Ottobrata arriva dopo uno strano ed anomalo periodo freddo, ventoso e tempestoso: sarà dunque ancora più piacevole stare fuori al sole dell’Autunno, con un piacevole tepore e una sottile brezza che ci accompagneranno nell’osservazione del fantastico “foliage” stagionale.
NEL DETTAGLIO
Martedì 7. Al Nord: soleggiato, mite di giorno. Al Centro: sole prevalente, caldo in aumento sulle tirreniche. Al Sud: veloci piogge in Puglia, irregolari e più rare altrove, forti venti da nord.
Mercoledì 8. Al Nord: sole e clima mite. Al Centro: soleggiato con caldo gradevole. Al Sud: bel tempo, clima mite.
Giovedì 9. Al Nord: sole e clima mite. Al Centro: soleggiato con caldo gradevole. Al Sud: alcune piogge in Sardegna, bel tempo altrove.
Tendenza: fine settimana tutto sommato gradevole.
Leggi tutto: Ecco l'ottobrata ma farà più caldo al Nord: temperature fino a 25 gradi, le previsioni

(Adnkronos) - Taylor Swift ha spiegato perché non sarà lei a esibirsi durante l’attesissimo Halftime Show del Super Bowl 2026. Intervistata da Jimmy Fallon nel 'Tonight Show', la popstar ha smentito le voci secondo cui avrebbe rifiutato l’invito per questioni legate ai diritti sulle riprese. “No, non è quello il motivo”, ha detto seccamente.
Swift ha chiarito che non c’è mai stato un vero e proprio invito ufficiale da parte di Roc Nation, la società di Jay-Z che cura l’intrattenimento del Super Bowl, ma solo una richiesta informale per sondare il suo interesse. “Jay-Z è sempre stato molto corretto con me. I nostri team si parlano spesso, ma non si è mai trattato di una proposta formale”, ha precisato.
Swift ha spiegato che il vero motivo del suo no alla richiesta, seppure informale, è Travis Kelce. “Sono troppo concentrata su quello che fa lui in campo. Il football è come un violento gioco a scacchi, gladiatori senza spade. È pericoloso. Non potrei pensare alla coreografia mentre lui rischia la vita”, ha detto Swift, riferendosi al fidanzato, tight end dei Kansas City Chiefs. Ma non è Kelce a chiederle di non accettare: "No, lui sarebbe felicissimo se lo facessi. Ma io sono troppo coinvolta”.
La cantante ha concluso con ironia, immaginando se stessa intenta a scegliere le canzoni per lo show mentre Kelce gioca: “Due versi di ‘Shake It Off’, poi ‘Blank Space’, e magari ‘Cruel Summer’? Sarebbe fantastico!”, ha scherzato. Per ora, i fan dovranno attendere: niente Halftime Show per Swift, almeno “fino a nuovo ordine”.
Leggi tutto: Taylor Swift e il no al Super Bowl: "Ecco perché ho rinunciato a esibirmi"

(Adnkronos) - Cresce l'attesa per "The Second Decision" di LeBron James. Il cestista statunitense ha annunciato che oggi, martedì 7 ottobre, arriverà "la decisione di tutte le decisioni", come scritto sul proprio profilo Instagram. James ha infatti pubblicato un video sul suo account ufficiale in cui si mostra mentre si siede con sguardo pensieroso, ovviamente con un canestro come sfondo.
Possibile che la sua "Second Decision", che ha anche lanciato come hashtag, sia della stessa portata della sua prima storica, quando nel 2010 comunicò la volontà di lasciare Cleveland e di volare a Miami. In molti però sospettano che la stella dei Los Angeles Lakers, 40 anni, abbia intenzione di ritirarsi al termine della prossima stagione. Una prospettiva che ha fatto disperare tifosi e appassionati, che si sono riversati sui social. Non resta che aspettare.
Leggi tutto: LeBron James, oggi la sua "Second Decision". Ipotesi ritiro

(Adnkronos) - "Sono trascorsi due anni dall’ignominia del massacro compiuto dai terroristi di Hamas contro migliaia di civili inermi e innocenti israeliani, donne e bambini compresi. Crimini indicibili che fanno del 7 ottobre una delle pagine più buie della storia". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
"Oggi - aggiunge la premier - rinnoviamo la vicinanza ai famigliari delle vittime e torniamo a chiedere la liberazione degli ostaggi, che ancora oggi attendono di tornare a casa dopo due anni di prigionia, vessazioni, sofferenze. La violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente. La reazione militare di Israele è andata oltre ogni principio di proporzionalità, e sta mietendo troppe vittime innocenti tra la popolazione civile di Gaza".
"L’anniversario di oggi cade in un momento in cui si intravede la concreta possibilità di porre fine a questa guerra. Il Piano di pace presentato dal presidente Trump - che ha incontrato il convinto sostegno non soltanto delle Nazione europee, ma anche dei Paesi arabi e islamici - offre una opportunità che non deve andare sprecata, per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente", sottolinea la premier che conclude: "Abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità affinché questa preziosa e fragile occasione abbia successo. L’Italia non ha mai fatto mancare il suo contributo in questa direzione, e continuerà a fare la propria parte".
Leggi tutto: Meloni: "7 ottobre tra le pagine più buie della storia"

(Adnkronos) - Catturato all’alba di oggi, martedì 7 ottobre, dai carabinieri del Gis (Gruppo Intervento speciale) il latitante Leonardo Gesualdo 39 anni, ritenuto esponente di spicco della 'Società foggiana', la mafia del capoluogo dauno, ricercato dal 2020 e già condannato in primo grado a 12 anni per associazione mafiosa. I carabinieri hanno fatto irruzione all’interno di un edificio della periferia di Foggia, sorprendendolo all’interno.
Il blitz condotto dai reparti speciali dell’Arma giunge a conclusione delle indagini sviluppate in questi mesi dai carabinieri del Comando Provinciale di Foggia che, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, guidata dal procuratore Roberto Rossi, nei giorni scorsi sono riusciti finalmente a localizzare il rifugio nel quale si nascondeva il latitante in fuga ormai da 5 anni.
Il ricercato, sorpreso nel sonno dalle esplosioni che hanno accompagnato l’ingresso delle 'teste di cuoio' all’interno del covo, si è arreso senza opporre alcuna resistenza, nonostante in suo possesso sia stata rinvenuta una pistola con matricola abrasa, con caricatore inserito contenente sei colpi. Gesualdo era inserito nell'elenco dei latitanti più pericolosi.

(Adnkronos) - Israele ricorda le vittime dell'attacco del 7 ottobre 2023. Cerimonie in varie città. La giornata è cominciata con un'iniziativa a Kfar Aza, riporta il Times of Israel. Alle 11 ora locale, le 10 in Italia, è previsto l'inizio di una cerimonia proprio dove due anni fa ci fu la strage al Nova festival. Alle 18 si terrà una commemorazione nel kibbutz Nir Oz. A Tel Aviv è in programma una cerimonia alle 21.30.
Intanto, riferisce il sito di notizie israeliano Ynet, centinaia di manifestanti si sono radunati fuori dalle residenze di alcuni ministri e parlamentari per chiedere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza, che nel 2007 finì in mano a Hamas e il 7 ottobre 2023 dove sono scattate operazioni militari israeliane in risposta all'attacco. Vengono segnalate proteste davanti alle residenze di Miri Regev, Gideon Sa'ar, Yuli Edelstein e Ariel Kallner. Il sito di notizie riporta anche di altre manifestazioni in altre zone del Paese.
E stamattina un razzo è stato lanciato dalla Striscia di Gaza in direzione di Netiv HaAsara, nel sud di Israele, dove sono tornate a suonare le sirene dell'allarme antiaereo. Lo riferisce il Times of Israel citando le notizie confermate dai militari israeliani. Al momento non risultano feriti. Nel 2023, ricordano i media israeliani, anche Netiv HaAsara finì nel mirino dell'attacco.
Intanto a Sharm el-Sheikh, in Egitto, si attendono nuovi colloqui oggi dopo la presentazione del piano Trump "per la fine del conflitto a Gaza", all'indomani del primo round di negoziati. I contatti continueranno anche oggi, riporta il giornale israeliano Haaretz, che rilancia notizie dell'egiziana Al-Qahera secondo cui dopo la conclusione del primo round di colloqui tra Hamas e i mediatori, Egitto e Qatar continuano a lavorare con entrambe le parti per la definizione di un meccanismo che consenta la liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza in cambio della scarcerazione di prigionieri palestinesi.
Il primo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas si è concluso in una "atmosfera positiva", hanno riferito i media arabi. Non sono trapelati dettagli sui contatti che potrebbero andare avanti per giorni passati due anni dalla strage del 7 ottobre 2023 in Israele che ha fatto scattare le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza finita nel 2007 in mano a Hamas. Secondo la tv satellitare al-Jazeera, ieri è stata definita una roadmap per il proseguimento dei colloqui.

(Adnkronos) - Altri 161 attivisti della Global Sumud Flotilla, tra i quali 15 italiani, sono stati rilasciati nella giornata di ieri da Israele e atterrati ad Atene. Con il gruppo anche la svedese Greta Thunberg, che durante una conferenza stampa all'arrivo in aeroporto ha denunciato "maltrattamenti e abusi" subiti nelle prigioni di Tel Aviv, oltre alla "violazione del diritto internazionale impedendo che aiuti umanitari arrivassero a Gaza mentre si fanno morire di fame le persone".
Secondo quanto reso noto dal ministero degli Esteri israeliano, rimangono quindi ancora detenuti in Israele 138 dei 470 attivisti fermati durante l'abbordaggio delle 43 imbarcazioni della Flotilla tra mercoledì sera e giovedì mattina della scorsa settimana.
Intanto dai media Usa arrivano nuove accuse al premier israeliano. Benjamin Netanyahu avrebbe infatti approvato direttamente le operazioni militari contro due imbarcazioni della Global Sumud Flotilla all'inizio di settembre. A rivelarlo è la Cbsnews citando due fonti dell'intelligence americane informate sui fatti, che affermano che le forze israeliana l'8 e il 9 settembre avrebbero lanciato da un sottomarino droni e sganciato ordigni incendiari sulle barche che erano ormeggiate all'esterno del porto tunisino di Sidi Bou Said. Gli ordigni incendiari colpirono, l'8 settembre, la Family e il 9 settembre l'Alma, in entrambi i casi le fiamme furono domate velocemente dagli equipaggi e non vi furono feriti.
"C'è un genocidio in corso davanti i nostri occhi, un genocidio trasmesso in streaming in tutti i nostri telefoni. Nessuno ha il privilegio di dire che non sapeva quello che stava accadendo, nessuno in futuro potrà dire che non sapevamo: in base alla legge internazionale, gli Stati hanno l'obbligo legale di impedire e fermare un genocidio", quanto detto intanto da Greta Thunberg parlando ai giornalisti appena arrivata ieri all'aeroporto di Atene insieme agli altri attivisti della Global Sumud Flotilla rilasciati da Israele.
"Questo significa mettere fine alla complicità - ha continuato l'attivista svedese - applicare una vera pressione e mettere fine ai trasferimenti di armi. Noi non stiamo vedendo questo, non siamo vedendo neanche il minimo indispensabile da parte dei nostri governi'. Per questo, ha concluso, la Flotilla "ha agito quando i nostri governi non lo hanno fatto".
I 15 italiani della Flotilla che erano rimasti in Israele sono decollati ieri alla volta di Atene per poi rientrare in Italia. "Sono tutti in ottime condizioni fisiche. Ringrazio tutto il nostro personale per il grande lavoro di assistenza svolto, sono fiero di guidare il Ministero degli Esteri"., le parole con l'annuncio della partenza in un post su X del titolare della Farnesina, Antonio Tajani.
"Ci hanno insultato in aereo, noi eravamo da soli". Così Arturo Scotto, deputato del Pd, racconta intanto i dettagli della detenzione in Israele e poi il ritorno in Italia dopo la missione con la Flotilla. "La prima cosa che ho fatto appena tornato in Italia è andare al posto di polizia a denunciare l’esercito israeliano perché mi hanno fregato il telefono, me l’hanno sequestrato e mai restituito. Quindi, tecnicamente, si è trattato di un furto", dice a Un giorno da pecora su Rai Radio1.
"I poliziotti sono stati molto solidali, così sono potuto andare a richiedere una copia della mia sim card telefonica. Ma la cosa che mi fa più rabbia è che mi abbiano fregato pure le sigarette, 8 pacchetti di Rothmans blu", racconta prima di ripercorrere le fasi dell'abbordaggio e descrivere la prigionia in Israele.
"Ci hanno portato nel porto di Ashdod e poi in un hub militare, dove non c'era nessuno dell’ambasciata italiana né il nostro avvocato israeliano. Poi ci hanno perquisito 4 o 5 volte e ci hanno fatto firmare il foglio per il rimpatrio, a cui abbiamo apposto una postilla, dicendo che noi avevamo ag ito nel pieno del diritto internazionale. Il tutto, ricordiamolo, senza poter chiamare un avvocato. Quando ci hanno portato ai telefoni – prosegue- abbiamo scoperto che non avevano la linea…".
Poi cosa è accaduto? "Siamo stati portati all’interno di una camionetta della polizia, nella quale veniva messa l’aria condizionata a palla, prima freddissima poi caldissima, veniva accesa e poi spenta continuamente la luce e veniva tenuto il motore acceso per fare più rumore. Dopo tre ore, sono sceso perché volevano farmi fare una foto con gli altri quattro parlamentari, poi di nuovo sulla camionetta per un’ora. Successivamente ci hanno chiesto di fare un video per dire che stavamo bene, richiesta a cui noi abbiamo risposto che non avremmo fatto nulla fin quando non ci avrebbero lasciato parlare col vice ambasciatore italiano".
A quel punto cosa è successo? "Ci hanno messo in altre cellette, con lo stesso trattamento. Siamo andati in aeroporto per verificare i nostri bagagli, subito dopo ci hanno portato nuovamente in cella per poi tornare, stavolta definitivamente, in aeroporto, dove siamo riusciti a parlare col vice ambasciatore". Inutile il tentativo di far avere un caffè ai parlamentari: "Richiesta che però gli israeliani hanno rifiutato. Saliti finalmente su un aeroplano, con una piccola folla di persone che da terra ci insultava, ci sediamo negli ultimi posti del volo. A quel punto, il capitano del volo comunica a tutti i passeggeri che a bordo c’erano 4 parlamentari italiani della Flottiglia Hamas, così da provocare fischi e contestazioni. Eravamo noi, completamente soli, senza nessuno dell’ambasciata né addetti militari - conclude - con un ragazzino che per 3 ore passava davanti a noi urlandoci che eravamo terroristi ed amici di Greta".
Per quanto riguarda la missione della delegazione italiana, è stata seguita fin dal principio da un gruppo di legali il cui intento è stato quello di "tutelare i diritti degli attivisti", spiega all'Adnkronos l'avvocato Francesca Cancellaro, del team legale della Sumud Flotilla, ricordando che i legali hanno "fatto due diffide e presentato un esposto. La prima diffida risale al 24 settembre, data in cui si richiedeva al Governo l'attivazione immediata delle comunicazioni diplomatiche, della protezione consolare e di ogni misura atta a tutelare i diritti dei partecipanti alla missione. Il 3 ottobre - continua l'avvocato - abbiamo presentato questo esposto presso la Procura di Roma volto a ottenere che la magistratura italiana assicuri l’attivazione dei procedimenti penali nei confronti dei responsabili dei ripetuti attacchi alla missione, a tutela dei diritti dei cittadini sequestrati e in difesa del principio di legalità internazionale". Cancellaro sottolinea che l'esposto presentato "tiene conto di qualsiasi violazione, dagli attacchi con i droni durante la navigazione fino ad arrivare al sequestro degli attivisti in acque internazionali che, poi, si è protratto".
"L'ultima diffida è stata presentata ieri all'autorità diplomatica e consolare italiana ed europea per l’accertamento delle condizioni di detenzione delle persone illegalmente trattenute, l’adozione di ogni misura a tutela dei diritti e l’immediata interruzione di ogni relazione bilaterale con lo stato di Israele", dice Cancellaro. Il lavoro del team legale è "appena cominciato. Ci riserveremo ulteriori iniziative, anche perché d'ora in poi ci saranno nuovi scenari giuridici che dovranno tenere conto delle testimonianze e dei riscontri dei protagonisti", spiega l'avvocato. Cancellaro sottolinea che il team legale italiano ha "un collegamento diretto con gli avvocati che hanno assistito gli attivisti fin dalle prime ore, le più drammatiche, del sequestro". Quanto alle prossime mosse dei legali, Cancellaro risponde che il "panorama verrà arricchito in questi giorni. Dopo avere parlato con tutti i partecipanti faremo delle valutazioni. Che ci siano state delle violazioni del diritto è sotto gli occhi di tutti, ma dobbiamo dare una ricostruzione che sia giuridicamente fondata", conclude.

(Adnkronos) - Puntuale come ogni autunno, c'è attesa per l'annuncio del Nobel per la Letteratura. E con essa, l'irrinunciabile rituale del toto-vincitore, alimentato da pronostici, scommesse e interpretazioni quasi esoteriche dei segnali che arrivano da Stoccolma. Il verdetto dell'Accademia svedese è atteso per giovedì 9 ottobre 2025, alle 13 in punto come da tradizione, ma la febbre da Nobel è già esplosa da settimane nei circoli letterari svedesi e sui siti di bookmaker.
Dopo l'assegnazione nel 2024 alla sudcoreana Han Kang, l'interrogativo si ripropone: chi sarà il prossimo a salire sul trono più ambito - e controverso - della letteratura mondiale? I nomi in lizza spaziano da veterani del pronostico come lo scrittore giapponese Haruki Murakami e lo statunitense Thomas Pynchon, ai nuovi favoriti come l'australiano Gerald Murnane (5/1 secondo il sito NicerOdds) e l'ungherese László Krasznahorkai (6/1), profeta dell'apocalisse narrativa. Ma la vera outsider di quest'anno sembra essere la messicana Cristina Rivera Garza (9/1), entrata di prepotenza nei radar internazionali con una scrittura tagliente e visionaria.
Come sempre, la lista dei candidati è tanto lunga quanto imprevedibile. Accanto ai già citati, figurano nomi illustri come Michel Houellebecq, Anne Carson, Enrique Vila-Matas, Jamaica Kincaid, e persino Stephen King, anche se il maestro dell'horror all'americana, con una quota di 49/1 per gli scommettitori, la sua è più una suggestione popolare che un'ipotesi concreta.
Intanto, gli indizi si moltiplicano. La stampa svedese, ad esempio, ha registrato una presenza sospetta di membri dell'Accademia Reale che scelgono il Nobel alla recente Fiera del Libro di Göteborg, dettaglio che in passato ha spesso anticipato l'esito del premio. Ques'anno, al centro dell'attenzione sarebbe lo scrittore svizzero Christian Kracht, figura controversa e cosmopolita della narrativa di lingua tedesca. La sua eventuale vittoria rappresenterebbe, secondo alcuni osservatori, "tanto una consacrazione quanto una rottura".
Ma ogni previsione è destinata a confrontarsi con la proverbiale imprevedibilità del'Accademia. Il Nobel per la Letteratura è da sempre il più enigmatico tra i premi assegnati a ottobre: capace di sorprese clamorose (vedi Bob Dylan nel 2016), di scelte coraggiose e talvolta divisive. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: Nobel Letteratura, i favoriti? Murnane e Murakami. Outsider Rivera Garza e Kracht

(Adnkronos) - Con l'accensione del riscaldamento ormai alle porte, ldi fondamentale importanza diventa l’efficienza dell’impianto per consumare meno energia e risparmiare. Ma come possiamo verificare se è efficiente o se ha bisogno di qualche intervento? L'Unione nazionale consumatori per Adnkonos/Labitalia ha riepilogato le principali cose da fare. Ecco cosa controllare.
1) La casa è bene isolata? Un edificio male isolato fa aumentare le spese per il riscaldamento e per il condizionamento in estate, perché disperde il calore attraverso le finestre, le pareti, i solai ed il tetto.
2) Le finestre e le porte vetrate disperdono il calore? Se non hanno i doppi vetri sì, anche se l’edificio è sufficientemente isolato nelle sue parti murarie. L’intervento più risolutivo è la sostituzione degli infissi: la vetrocamera, l’intercapedine tra i due strati di vetro, serve a ridurre il passaggio di calore.
3) La caldaia è efficiente? Le caldaie a condensazione sono più efficienti di quelle tradizionali, perché recuperano il calore disperso nel camino e lo riutilizzano nel riscaldamento. Costano di più dei modelli tradizionali, ma rendono almeno il 20-30% in più. 4) Ci sono le valvole termostatiche? Queste valvole installate sui caloriferi rendono indipendente il funzionamento dei vari termosifoni all’interno dell’abitazione e si chiudono man mano che la temperatura della stanza si avvicina a quella desiderata.
Per gestire in modo autonomo il riscaldamento, se abitiamo in un condominio con impianto centralizzato, si può installare un sistema di contabilizzazione individuale del calore, che permette di addebitare ad ogni famiglia il costo del calore che ha effettivamente consumato. Una quota fissa delle spese di riscaldamento (fra il 20 ed il 40%), viene suddivisa fra i condomini sulla base della ripartizione millesimale degli appartamenti e serve per coprire i costi di manutenzione della caldaia comune e per compensare gli scambi di calore con gli appartamenti adiacenti.
La contabilizzazione del calore viene realizzata installando, su ogni singolo radiatore, un ripartitore elettronico dei consumi del riscaldamento.
Questo dispositivo legge i dati relativi alla quantità di calore utilizzata da ciascun termosifone, che sarà poi addebitata alla famiglia dall’amministratore del condominio sulla base dei consumi registrati. Normalmente, il servizio di contabilizzazione del calor viene svolto da una società specializzata. La contabilizzazione individuale del calore può essere installata anche negli edifici condominiali più vecchi, dove gli impianti di riscaldamento sono a colonne montanti che alimentano i radiatori posti sulla stessa verticale, ai vari piani dell’edificio.
Leggi tutto: Riscaldamenti, come controllare l'efficienza degli impianti e gestirli in modo autonomo

(Adnkronos) - Torna il caldo con l'ottobrata. Dopo pochi giorni caratterizzati da un calo delle temperature, ecco il nuovo cambiamento meteo in autunno. "Ribaltoni continui, prima il freddo con la neve a 1200 metri, burrasche di vento e mareggiate poi, nei prossimi giorni tornerà il caldo al Centro-Nord, mentre farà ancora un po' freddo al Sud", dice Lorenzo Tedici, meteorologo de 'iLMeteo.it, all'Adnkronos.
"Nel dettaglio avremo un'ottobrata con massime fino a 24-26°C sulle regioni centrali e al settentrione, zone che saranno ben più calde del meridione, interessato fino a mercoledì da un ciclone centrato sulla Grecia".
Il quadro meteo dell'Italia è quasi a rovescio, a giudicare dalle condizioni che caratterizzeranno i prossimi giorni al Meridione. "Al Sud avremo ancora venti di burrasca dai quadranti settentrionali e mari agitati con onde alte più di 4 metri fino a metà settimana. Di contro, al Centro-Nord il tempo sarà bello con l'ottobrata romana che si espanderà fino alla Pianura Padana".
Quanto dureranno gli effetti miti dell'ottobrata? "Vivremo una settimana piacevole, - conclude Tedici - salvo al Sud, per poi entrare in una nuova fase di maltempo da metà mese in poi. Questi ribaltoni saranno comunque tipici della stagione autunnale, non saranno l'antipasto di un inverno che è ancora molto lontano".
Leggi tutto: Torna il caldo al Centro-Nord, arriva ottobrata con massime fino a 24-26°C

(Adnkronos) - Nel giorno in cui la Russia lancia un nuovo avvertimento all'Europa e alla Nato, ventilando ancora il rischio di un "conflitto militare" con Mosca, dalla Germania ecco arrivare nuove, durissime accuse al numero uno del Cremlino Vladimir Putin. A lanciarle è il cancelliere Merz, che parla di una "guerra ibrida" lanciata contro i tedeschi e, più in generale, contro i Paesi del Vecchio Continente. Nel mezzo, l'appello all'unità della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che dalla plenaria a Strasburgo invita tutti a non cadere nella "trappola" dello zar spaccando l'Unione.
In un clima sempre più ad alta tensione, Friedrich Merz ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di condurre una guerra ibrida contro la Germania. "Non ci lasceremo intimidire e ci difenderemo efficacemente contro questa minaccia", le parole del cancelliere tedesco, parlando dei sorvoli di droni, in Germania e Europa. Putin vuole sconvolgere l'ordine politico in Europa, ha aggiunto Merz. E "per questo sosteniamo l'Ucraina", ha poi detto parlando con l'emittente ntv, e spiegando che rientra nell'interesse della Germania difendere l'ordine politico di società aperte e liberali in Europa.
Alla domanda se avesse considerato di chiamare Putin, Merz ha quindi risposto che "naturalmente lo prendo in considerazione. Ma posso solo vedere che al momento ogni tentativo di parlare con lui si conclude in attacchi ancora più forti all'Ucraina".
Merz ha poi raccontato di averne discusso con Viktor Orban alla riunione di Copenaghen della scorsa settimana. "Ci ha accusato di non voler negoziare", ha detto, riferendo di aver ricordato a Orban la sua visita in qualità di presidente del Consiglio europeo a luglio prima a Kiev e poi a Mosca. "E la risposta di Putin è stata quella di colpire un ospedale pediatrico a Kiev", la conclusione del cancelliere.
Intanto, dalla plenaria di Strasburgo è arrivato un nuovo appello all'unità dell'Europa. A lanciarlo è stata la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, parlando al Parlamento Ue nel dibattito sulle due mozioni di censura contro l'esecutivo presentate da Patrioti e Left.
Secondo von der Leyen, Putin vuole dividere l'Ue, per "indebolirla" ed è per questo che non bisogna cadere nella "trappola" che sta tendendo. Putin ha parlato "davanti al Valdai Club. Dovremmo ascoltare molto attentamente le sue parole - ha affermato von der Leyen -, ha dato la colpa all'Europa per la sua continua guerra di aggressione in Ucraina". Il presidente russo "ha parlato di quelle che ha definito le crepe dell'edificio dell'Europa e l'unità scossa all'interno della nostra Unione".
Lo 'zar', ha poi detto ancora von der Leyen, "non nasconde il suo disprezzo per la nostra Unione, alle fondamenta di questo edificio e non nasconde la sua gioia, nell'indebolire la nostra determinazione e la nostra resilienza. Questa è una trappola. Semplicemente non possiamo fallire: il messaggio più forte che possiamo inviare invece è quello dell'unità", l'appello.
Ma da Mosca arriva nel frattempo un nuovo avvertimento. "L'Europa è sulla via dell'escalation, i rischi sono molto alti", le parole ieri del vice ministro degli Esteri russo Alexander Grushko, evidenziando come le tensioni si stiano incrementando attraverso un aumento degli aiuti al regime di Kiev e l'aumento delle esercitazioni militari "aggressive" della Nato sul fianco est.
Secondo Grushko, citato dalla Tass, il fatto che l'Europa sia "sulla via dell'escalation" è dimostrato dalla "crescente assistenza che i Paesi occidentali stanno fornendo all'Ucraina, comprese armi sempre più letali e a lungo raggio. Si riflette anche nella situazione militare-politica sul fianco orientale della Nato, dove il numero di esercitazioni sta crescendo. La natura di queste esercitazioni sta diventando sempre più aggressiva", ha affermato l'alto diplomatico.
Grushko ha evidenziato che vengono esercitate operazioni offensive, incluse azioni di sbarco, e che l'attività di ricognizione aerea è in aumento, così come la componente nucleare di tali esercitazioni. "I bombardieri strategici americani volano lungo i nostri confini. Questo è un passo ovvio verso il confronto militare con la Russia e, in generale, verso la preparazione a un conflitto militare con la Russia. Se consideriamo la natura dell'attività militare e della pianificazione che viene svolta lì, questo è chiaro", ha concluso il vice ministro degli Esteri.
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie