
(Adnkronos) - Stabile la spesa per consumi delle famiglie, ma una su tre limita la quella alimentare. Lo indica l'Istat in un Report sulle spese per i consumi delle famiglie italiane nel 2024.
Nel 2024 la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è pari a 2.755 euro, sostanzialmente stabile rispetto al 2023 (2.738 euro). La differenza in termini percentuali tra la spesa del Nord-est (la più alta rispetto alle altre ripartizioni) e quella del Sud (la più bassa) si attesta al 37,9%.
La spesa media mensile delle famiglie composte soltanto da italiani continua a essere superiore di quasi un terzo (+31,8%) rispetto a quella delle famiglie con stranieri.
Ma quasi un terzo delle famiglie ha limitato la spesa alimentare. Nel 2024, così come nel 2023, circa un nucleo su tre dichiara di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto a un anno prima, la spesa per cibo (31,1%, era il 31,5% nel 2023) e per bevande (35,3%, dal 35,0%).
Come nei due anni precedenti, anche nel 2024 la voce di spesa che le famiglie dichiarano di aver limitato maggiormente è quella per abbigliamento e calzature: se si escludono quelle che affermano di non sostenere questa spesa (il 4,3% di tutte le famiglie residenti), la quota di chi ha provato a ridurla è del 47,5% (in lieve diminuzione rispetto al 48,6% del 2023) e sale al 57,6% nel Mezzogiorno (era il 58,0% nel 2023).
Sostanzialmente invariata, rispetto al 2023, la quota di famiglie, tra quelle che sostengono questo tipo di spesa, che dichiarano di non aver modificato i propri comportamenti di acquisto per beni e servizi relativi a sanità (il 78,6%, era il 79,1% nel 2023) e alla cura e igiene personale (il 63,3%, come nel 2023), prosegue il Report dell'Istat.
Le quote delle famiglie che non hanno modificato l’acquisto di carburanti (71,4%, contro il 70,9% del 2023) e viaggi (56,2%, dal 55,4% del 2023) risultano in aumento nel Centro, dove i valori sono rispettivamente saliti al 72,3% (dal 70,6%) e al 59,5% (dal 55,8%). La quota di famiglie che hanno mantenuto invariati i propri comportamenti di spesa per i carburanti rimane comunque più elevata al Nord, dove raggiunge il 76,9%.
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(Adnkronos) - Per gli studenti universitari sono iniziati ormai da tempo i mesi della caccia alla stanza. Un passaggio cruciale per chi inizia o riprende gli studi fuori sede, ma anche un terreno sempre più insidioso, dove truffe online, contratti irregolari e richieste economiche fuori norma sono in forte aumento. A lanciare l’allarme è SoloAffitti, la principale rete italiana specializzata nella gestione e tutela della rendita immobiliare, con oltre 300 agenzie affiliate e più di 1.000 Rental Property Manager attivi su tutto il territorio nazionale, che ha raccolto le principali segnalazioni e redatto un vademecum per aiutare gli studenti a evitare brutte sorprese. A Milano, il canone medio per una stanza singola si attesta sui 675 euro al mese, a Firenze sui 350, a Roma sui 620, a Torino intorno ai 360 euro, mentre tra le città del sud spicca Bari con 310 euro. Ma il problema non è solo il prezzo: la forte competizione e la scarsità di alloggi spingono molti studenti ad accettare condizioni poco trasparenti o a concludere accordi affrettati, spesso online, senza le necessarie verifiche.
“Il mercato degli affitti per studenti è da sempre vivace e dinamico - spiega Silvia Spronelli, Ceo di SoloAffitti - ma negli ultimi anni è diventato anche un terreno fertile per truffatori e operatori improvvisati. Gli studenti, specie le matricole, sono tra i soggetti più esposti: spesso non conoscono le regole, si fidano di annunci accattivanti e si trovano in difficoltà a distinguere un’offerta seria da una fraudolenta".
Le segnalazioni raccolte da SoloAffitti mostrano uno scenario preoccupante: aumentano le segnalazioni di truffe o tentativi di truffa online da parte di studenti in cerca di alloggio. Il Centro Studi SoloAffitti ha stimato che sono cresciute di circa il 20% negli ultimi due anni, con picchi in corrispondenza dell’inizio dei semestri accademici. Le frodi seguono schemi sempre più sofisticati, spesso replicati su piattaforme di annunci o social network locali. La più diffusa resta la “truffa della caparra anticipata”: un falso locatore pubblica un annuncio con foto rubate da internet a prezzi più bassi della media. Chiede una caparra per “bloccare” la stanza, giustificandosi con l’elevato numero di richieste e poi sparisce dopo l’incasso. Non mancano i casi del cosiddetto “proprietario fantasma”, che dichiara di vivere all’estero o di essere momentaneamente impossibilitato a mostrare la casa, ma pretende comunque un pagamento anticipato. Un altro schema sempre attuale è quello delle agenzie abusive o dei database fasulli: pseudo-mediatori che, dietro pagamento di una quota, promettono liste di appartamenti disponibili ma in realtà inesistenti o già affittati.
Anche quando la casa esiste davvero, i problemi non finiscono. SoloAffitti segnala ancora casi di affitti in nero e contratti non registrati, che sono molti meno rispetto al passato ma rappresentano comunque una fetta importante delle segnalazioni, stimabili in circa il 5%. Un contratto non registrato non solo è illegale, ma priva le famiglie della possibilità di usufruire della detrazione fiscale del 19% del canone annuo, fino a un massimo di 2.633 euro per gli studenti fuori sede.
Molti contratti risultano inoltre irregolari o incompleti, con clausole non conformi alla legge. Tra le più frequenti: la possibilità per il locatore di entrare liberamente nell’immobile “per controlli”, o la richiesta di spese accessorie forfettarie senza rendicontazione. SoloAffitti ricorda che, per legge, il contratto deve indicare chiaramente canone e oneri accessori, con la dicitura “salvo conguaglio”. Senza rendicontazione, gli studenti rischiano di pagare molto più del dovuto.
Un ulteriore fenomeno riguarda i canoni concordati irregolari: alcuni proprietari stipulano contratti che beneficiano dei vantaggi fiscali previsti dalla legge 431/98, ma senza rispettare gli accordi territoriali o senza l’asseverazione da parte delle associazioni di categoria. In questi casi, lo studente che ha versato un canone superiore a quello previsto può chiedere la restituzione della differenza entro sei mesi dalla fine della locazione.
Per evitare di cadere in trappola, SoloAffitti suggerisce alcune semplici regole: visitare sempre l’immobile prima di versare qualsiasi somma; diffidare da prezzi troppo bassi rispetto alla media di mercato; non pagare mai caparre senza la firma di un impegno scritto; richiedere la registrazione del contratto all’Agenzia delle Entrate; verificare la correttezza delle spese accessorie, chiedendo sempre la rendicontazione; affidarsi a professionisti qualificati, che conoscano le norme e possano tutelare entrambe le parti.
“Un approccio prudente è la miglior difesa contro le truffe - ribadisce Silvia Spronelli - Affidarsi a un professionista non è un costo, ma un investimento in serenità e sicurezza. In un contesto in cui la domanda supera di gran lunga l’offerta, chi cerca casa non deve lasciarsi guidare dalla fretta o dall’illusione del prezzo basso. Serve informazione, consapevolezza e rispetto delle regole”.
Le difficoltà non si concentrano più solo nelle grandi città universitarie. Secondo SoloAffitti, negli ultimi anni anche centri medi come Parma, Perugia, Pavia, Lecce e Trento hanno registrato un aumento delle truffe e degli affitti irregolari, legato all’espansione delle sedi universitarie decentrate e all’arrivo di studenti stranieri. In molti casi, i giovani provenienti da altre regioni o dall’estero non conoscono il contesto locale e finiscono per affidarsi a piattaforme non verificate o annunci sui social network. "Il mercato universitario è un microcosmo che riflette le fragilità del mercato degli affitti nel suo complesso - conclude Spronelli - serve una maggiore educazione abitativa, ma anche strumenti pubblici di controllo e assistenza, come sportelli dedicati e database certificati degli immobili per studenti".


(Adnkronos) - Se Edmondo Cirielli si candiderà alla presidenza della Regione Campania non dovrà lasciare il governo. A dirlo è il vicesegretario della Lega, Claudio Durigon rispondendo alle affermazioni del capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, che ritiene invece opportune eventuali dimissioni di Cirielli dalla carica di viceministro degli Esteri.
"Credo -risponde Durigon all'Adnkronos - che non è questo il momento di avanzare simili ipotesi. Edmondo Cirielli è un grandissimo candidato, molti di noi hanno doppi incarichi, come ad esempio il sottoscritto, che è sottosegretario e vicesegretario della Lega". Cirielli - conclude Durigon - "sicuramente vincerà e quindi non c'è bisogno di porre questi diktat preventivi".
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(Adnkronos) - Lewis Hamilton contro Fernando Alonso. Il pilota della Ferrari ha risposto, a modo suo, alle accuse dello spagnolo dell'Aston Martin, che via radio si era lamentato, durante il Gran Premio di Singapore, dei problemi ai freni che hanno condizionato l'ultima parte di gara dell'inglese. "Non posso crederci, non posso crederci", ha ripetuto varie volte Alonso al proprio team, "come può essere sicuro guidare senza freni?".
Alonso ha tentato per tutta la gara di superare Hamilton, senza mai riuscirci, salvo poi sorpassarlo al settimo posto a causa dei cinque secondi di penalità inflitta al pilota Ferrari. La replica di Lewis, in ogni caso, non si è fatta attendere. L'inglese, sette volte campione del mondo, ha pubblicato un video con alcuni spezzoni di una celebre commedia britannica in cui il protagonista ripete: "non posso crederci".
La descrizione è altrettanto eloquente: "18 anni di questo...". Il riferimento è al Mondiale 2007, quando entrambi erano in McLaren, in un'annata in cui non mancarono, nonostante fossero compagni di squadra, polemiche e duelli.
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(Adnkronos) - È stato un red carpet da déjà vu per i fan di Hollywood: Ben Affleck e Jennifer Lopez di nuovo fianco a fianco, ma stavolta niente romanticismi, solo affari. I due ex più iconici degli anni 2000 si sono ritrovati lunedì sera alla prima newyorkese del musical 'Kiss of the Spider Woman', film che segna un crocevia professionale (e forse emotivo) per entrambi.
J.Lo è la star della pellicola, mentre Ben ha firmato da produttore esecutivo attraverso la sua casa di produzione Artist Equity, fondata con l'amico di sempre Matt Damon. E se la chimica sullo schermo è un mestiere, sul tappeto rosso sembra ancora qualcosa di naturale: sguardi complici, sorrisi da copertina e persino una mano posata sulla vita di lei. Coreografia da ex con esperienza, come sottolinea il sito di gossip Tmz che ha pubblicato diverse foto dell'evento.
Ma dietro i flash, il contesto è tutt'altro che spensierato: il divorzio ufficiale tra i due è arrivato proprio durante le riprese del musical, nel 2024, tra gossip infiniti e silenzi eloquenti. Eppure, Jennifer non ha mai fatto mistero del valore simbolico di questo film: "È stato un rifugio, una forma di evasione", ha dichiarato, "mi ha aiutato a superare uno dei momenti più difficili della mia vita". Insomma, 'Kiss of the Spider Woman' non è solo un film, ma quasi una catarsi. E la première ha avuto il sapore di un'ultima danza tra due star che, anche separate, sembrano continuare a raccontarsi.
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(Adnkronos) - Continua la sfida serrata di ascolti tra 'La Ruota della Fortuna' su Canale 5 e 'Affari tuoi' su Rai1. Il programma condotto da Gerry Scotti in access prime time ha prevalso ieri, lunedì 6 ottobre, con 5.394.000 spettatori e il 25.3% di share contro i 4.895.000 spettatori e il 22.9% ottenuti dallo show presentato da Stefano De Martino.
Prima, 'Cinque Minuti' è stato visto da 3.989.000 spettatori (19.6%), mentre 'Gira La Ruota della Fortuna' ha raccolto 4.416.000 spettatori (21.1%).
In prime time 'Blanca 3', in onda su Rai1, è stato il programma più visto con 3.829.000 spettatori e il 23.8% di share. Al secondo posto il 'Grande Fratello' su Canale5, che ha conquistato 2.052.000 spettatori con uno share del 15.5%.
Terzo piazzamento della serata per 'I mercenari 3' su Italia1, che ha incollato davanti al video 940.000 spettatori con il 5.5% di share. A seguire, 'Lo Stato delle Cose' su Rai3 (836.000 spettatori, 5.7%), 'La Torre di Babele' su La7 (908.000 spettatori, 5%), 'Quarta Repubblica' su Rete4 (679.000 spettatori, 5.1%), 'Boss in Incognito' su Rai2 (767.000 spettatori, 4.8%), 'Little Big Italy' sul Nove (485.000 spettatori, 2.7%), 'Now You See Me – I maghi del crimine' su Tv8 (329.000 spettatori, 1.9%).
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(Adnkronos) - Poste Italiane ha ricevuto il premio internazionale “Liberi di crescere”. Alla base della motivazione del riconoscimento, assegnato dall’Associazione La Caramella Buona, le iniziative di Poste Italiane per l’inclusione sociale, la tutela dell’infanzia, l’attenzione verso le fasce deboli e disagiate e il sostegno al Terzo settore.
A ritirare il premio, giunto all’ottava edizione ospitata presso il Circolo Ufficiali Pio IX di Roma, il direttore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, che nel corso della sua carriera ha ricoperto ruoli di rilievo, tra cui responsabile della divisione Corporate Affairs e condirettore generale di Poste Italiane, oltre a posizioni apicali in Terna S.p.A., consolidando competenze in governance e strategia aziendale. L’organizzazione del premio “Liberi di crescere” ha sottolineato che “Poste Italiane si afferma nel mondo del sociale, non solo come la più grande azienda italiana ma anche come la più etica e la più sensibile. Inclusione, tutela dell’infanzia, cura e attenzione verso le fasce deboli e disagiate rappresentano una vocazione che Poste Italiane porta avanti da anni favorendo progetti e iniziative volte al supporto concreto del terzo settore”.
L’associazione La Caramella Buona ha voluto inoltre mettere in evidenza il rapporto costante con Poste Italiane e il concreto aiuto ottenuto negli anni che ha consentito di assicurare assistenza alle vittime di violenza accogliendole presso rifugi sicuri, garantendo loro supporto legale e psicologico. Inoltre, grazie a Poste Italiane l’associazione ha evidenziato che “sono stati realizzati progetti destinati a migliaia di studenti in tutta Italia, favorendo incontri formativi nelle scuole per contrastare il fenomeno degli abusi, del bullismo e del disagio giovanile”.



(Adnkronos) - Non si ferma l'avanzata del virus West Nile nel centro della Sardegna, con la 'febbre del Nilo' che miete un'altra vittima. Un uomo ultrasettantenne di Santa Giusta è infatti morto ieri all’ospedale San Martino di Oristano. Si tratta della terza vittima nel territorio della Asl 5 in Sardegna, l'area ricca di zone umide dove il virus è comparso dal 2011.
Registrato intanto un nuovo caso di positività: si tratta di un paziente ultranovantenne di Masullas, ricoverato all’ospedale di San Gavino. Sale così a 38 il numero dei contagi registrati nell'Oristanese in questi mesi.
Leggi tutto: West Nile, terzo morto nell'Oristanese e nuovo contagio: casi salgono a 38

(Adnkronos) - Ha tentato il suicidio Emanuele Ragnedda, trasferito in ospedale a Sassari dopo che, secondo quanto apprende l'Adnkronos, stanotte ha cercato di impiccarsi in carcere. L'imprenditore 41enne era stato arrestato dopo aver confessato l'omicidio di Cinzia Pinna nella sua tenuta di Conca Entosa, nelle campagne di Palau. Ora si trova all'ospedale Santissima Annunciata ricoverato nel Servizio psichiatrico di diagnosi e cura della Asl di Sassari.
Il fermo dell'uomo era stato convalidato il 26 settembre scorso. Dopo la confessione che ha risolto il giallo, l'imprenditore di Arzachena ha parlato di nuovo con gli inquirenti e durante l'udienza di convalida ha aggiunto nuovi dettagli al suo racconto. Le indagini continuano perché ci sono ancora molti punti da chiarire, sia sul movente sia sul possibile aiuto ricevuto da qualche complice.
Ragnedda ha mostrato dove aveva nascosto il cadavere. Era vicino a un albero all'interno della sua grande tenuta nelle campagne di Palau. Nella villa per due giorni gli specialisti del Ris di Cagliari hanno prelevato reperti. Diverse tracce di sangue e polvere bianca che potrebbe essere cocaina. Ignoto ancora il movente che ha spinto l'uomo a uccidere Cinzia con un colpo di pistola.
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(Adnkronos) - Luca Telese bacchetta Francesca Albanese. Il giornalista, conduttore di In Onda su La7, stigmatizza le dichiarazioni della relatrice Onu per i territori occupati sulla senatrice Liliana Segre. "Ho letto con sconcerto le parole di Francesca Albanese contro Liliana Segre, definita non attendibile perché il dolore per ciò che ha vissuto nel lager la rende "poco lucida" ed emotivamente "legata ad Israele". Trovo folle la metafora del malato di cancro che non potrebbe essere attendibile quando parla del cancro (il genocidio) perché solo l’oncologo (cioè lei, la Albanese) può parlare del cancro", scrive Telese sul suo profilo X.
"Ovviamente sbaglia la Albanese come sbagliano gli azzeccagarbugli filo Netanyahu che in questi giorni usano le carte bollate per difendere le atrocità di Israele. Altrimenti una giornalista (Hannah Arendt) non avrebbe potuto scrivere 'La banalità del male'. E il più grande narratore italiano del Novecento - Primo Levi - nulla potrebbe dire sull’Olocausto", prosegue il giornalista. "In primo luogo perché (teorema Albanese) 'poco lucido' in quanto sopravvissuto. E poi “non competente” sul piano professionale. Come tutti sanno, nella sua vita, Primo Levi era un chimico", conclude Telese.
Albanese è stata protagonista di un 'caso' nella puntata di In Onda di domenica sera. Albanese, che avrebbe dovuto lasciare lo studio attorno alle 21 per un altro impegno, si è alzata improvvisamente ed ha abbandonato la trasmissione di scatto mentre un altro ospite, Francesco Giubilei, si diceva d'accordo con la posizione espressa dalla senatrice Segre sulla definizione di genocidio e sul dramma di Gaza. Nelle ultime ore, Albanese è stata 'redarguita' anche da Enrico Mentana. Il direttore del Tg La7 ha respinto al mittente le accuse mosse nei confronti delle tv italiane, ritenute colpevoli di censurare ciò che accade nella Striscia.
Leggi tutto: Telese: "Sconcerto per parole Albanese contro Segre"

(Adnkronos) - Le patologie cardiovascolari continuano a rappresentare la principale causa di morte e di invalidità nel nostro Paese. Non a caso la Commissione Europea ha posto queste malattie al centro delle proprie politiche sanitarie. Il modello italiano, fondato sull’universalità delle cure e riconosciuto come esempio virtuoso a livello internazionale, è oggi messo alla prova dalla necessità di garantire la sostenibilità economica. Le difficoltà derivano dal progressivo invecchiamento della popolazione e dall’aumento dei costi dei percorsi diagnostico-terapeutici. L’Italia, un tempo tra i Paesi con la più elevata aspettativa di vita al mondo insieme al Giappone, si è vista negli ultimi anni sopravanzata da altre nazioni europee come Francia e Svizzera.
I cardiologi ospedalieri Anmco (Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri) si sono dati appuntamento giovedì al ministero della Salute in occasione degli Stati Generali Anmco 2025 per riunire istituzioni, comunità scientifica, associazioni di pazienti e società civile per una giornata di lavoro e proposte operative dedicata alle priorità del Paese in ambito cardiovascolare. Si farà il punto sull’importanza della prevenzione primaria in ambito cardiovascolare e dell’impegno della Cardiologia Italiana nella lotta alla morte improvvisa. Ma anche sul futuro della ricerca in Italia, tra bisogni inevasi ed innovazione tecnologica, e sull’universalità delle cure cardiovascolari nel nostro Paese.
Secondo Massimo Grimaldi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell’ospedale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti (Ba): “L’obiettivo, dunque, non è soltanto prolungare la vita media, ma soprattutto migliorare la qualità degli anni vissuti, salvaguardando al contempo l’equilibrio di bilancio. In questo scenario, le società scientifiche possono rappresentare un interlocutore qualificato per i decisori istituzionali, contribuendo a rendere il sistema sanitario più efficace ed efficiente. Con questo spirito, Anmco si confronta oggi con le istituzioni negli Stati Generali, forte di oltre 6.500 cardiologi iscritti e di un’esperienza maturata in più di 60 anni di attività. Grazie anche alla Fondazione appositamente dedicata, alla raccolta e all’analisi di una vasta mole di dati da parte del Centro Studi Anmco, si è in grado di documentare sia l’elevato livello delle cardiologie ospedaliere italiane sia di fornire strumenti concreti per orientare le scelte di politica sanitaria. I risultati spingono l’Anmco a rivolgere lo sguardo anche oltre l’ambito medico-scientifico, con un impegno crescente sia nella promozione della prevenzione primaria sia nella diffusione della defibrillazione precoce sul territorio, a beneficio diretto della salute dei cittadini".
“Gli Stati Generali Anmco – osserva Federico Nardi. presidente Designato Anmco e direttore della Cardiologia dell’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato - nascono per trasformare conoscenza scientifica e buone pratiche in azioni concrete per i cittadini. Prevenzione strutturata, protezione dalla morte improvvisa e ricerca clinica di qualità sono tre assi strategici che chiedono decisioni misurabili e condivise con le Istituzioni. Il nostro impegno è garantire, ovunque in Italia, cure cardiovascolari tempestive, appropriate ed eque: è così che si difende davvero la salute pubblica e si rafforza il Servizio sanitario nazionale.”
"Gli Stati Generali Anmco rappresentano un’importante occasione di confronto tra noi cardiologi e di interlocuzione con le istituzioni con l’obiettivo di salvaguardare la salute cardiovascolare della popolazione. L’Anmco, forte della sua ampia rete operante nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, nelle terapie intensive, nei reparti e negli ambulatori cardiologici, con oltre 700 ospedali, desidera rafforzare il proprio lavoro costituendo quel patrimonio culturale, scientifico e organizzativo a tutela dei cittadini italiani", conclude Fabrizio Oliva, past president Anmco e direttore della Cardiologia dell’ospedale Niguarda di Milano.
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(Adnkronos) - In passato i ragazzi dislessici venivano etichettati come 'svogliati' o 'pigri', mentre oggi, grazie a strumenti diagnostici più accurati e alla legge, hanno il diritto di essere individuati e sostenuti. Da ieri è iniziata la Settimana della dislessia un appuntamento promosso dall'Associazione italiana dislessia per diffondere consapevolezza, promuovere una scuola inclusiva e valorizzare i talenti di tutte e tutti. Il portale di divulgazione scientifica 'Dottore, ma è vero che...?' curato dalla Fnomceo, la Federazione italiana degli Ordini dei medici e chirurghi, ricorda come per i bambini che sono portati di dislessia esiste oggi un perimetro di norme che garantisce loro una percorso formativo uguale ai compagni. "La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento di origine neurobiologica che riguarda la lettura. Non è una malattia né un deficit di intelligenza, ma una differenza nel funzionamento del cervello che rende più difficile leggere in modo fluido e accurato - ricordano gli esperti -Non è corretto dire che oggi ci siano più casi di dislessia rispetto al passato. Già negli anni Cinquanta gli studi di Rutter e Yule avevano rilevato una prevalenza stabile, attorno al 5-8% della popolazione scolastica. Ciò che è cambiato è la capacità di riconoscere la dislessia".
Dal 2010 in Italia esiste una cornice normativa chiara che riconosce i Disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e tutela gli studenti che ne sono portatori. La Legge 170 del 2010 rappresenta un punto di svolta: afferma che i bambini e i ragazzi con dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia hanno diritto a una didattica personalizzata, a strumenti adeguati e a modalità di valutazione che tengano conto delle loro caratteristiche. Alla Legge si affiancano il decreto ministeriale 5669 del 2011 e le Linee guida dell’allora ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (oggi ministero dell’Istruzione e del Merito), che ne definiscono l’applicazione pratica: come si deve redigere un Piano didattico personalizzato (Pdp), quali strumenti devono essere garantiti, come deve svolgersi la collaborazione tra scuola e famiglia. "È un insieme di norme che ha trasformato la scuola: non più luogo in cui chi 'non riesce' resta indietro, ma spazio in cui ogni studente deve avere la possibilità di esprimere al meglio le proprie capacità", sottolineano gli esperti.
La certificazione di Dsa è il documento ufficiale rilasciato dal Servizio Sanitario Nazionale o da centri accreditati. "È indispensabile perché obbliga la scuola ad attivare le misure previste dalla normativa, a partire dal Piano didattico personalizzato. La certificazione non è una semplice 'etichetta', né deve esserlo. Al contrario - ricordano gli specialisti - è una garanzia di tutela: consente di rendere esigibili i diritti dello studente. La legge, tuttavia, prevede che la scuola possa predisporre un Pdp anche prima della certificazione, se emergono difficoltà evidenti. Questo significa che il diritto del bambino a non rimanere indietro non può essere sospeso in attesa di documenti formali".
E se i diritti non vengono rispettati? "Quando il Pdp non viene redatto, rimane incompleto o non è applicato, lo studente rischia di vivere la scuola come un luogo di esclusione. Possono comparire ansia, perdita di autostima e rifiuto scolastico - avvertono - Le famiglie, in questi casi, hanno diritto a chiedere chiarimenti, a presentare segnalazioni e, se necessario, ad avviare ricorsi presso gli organi competenti. Recenti studi internazionali evidenziano come i bambini con dislessia e i loro genitori vivano non solo le difficoltà legate all’apprendimento, ma anche un significativo carico emotivo e psicologico. I genitori, in particolare, riportano livelli di stress più elevati e una qualità di vita spesso ridotta, soprattutto nel momento della diagnosi e durante l’accompagnamento quotidiano. Non sempre hanno a disposizione strumenti metodologici, didattici o risorse psicologiche adeguate".
"Per questo è essenziale che anche le famiglie vengano sostenute con figure professionali specializzate, capaci di offrire supporti mirati. In questo modo i genitori possono riprogettare il proprio ruolo, costruendo un modello di relazione più sereno e produttivo, in cui la crescita del ragazzo è condivisa e sostenuta da una rete di alleanze. Un’identità solida nasce proprio da questa coerenza tra ciò che il ragazzo vive a casa e ciò che sperimenta fuori: un intreccio di riconoscimento e ascolto che gli permette di dare valore alle proprie caratteristiche in un confronto con gli altri che non è più competizione ma scambio attivo di prospettive e di sguardi", concludono gli esperti.
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(Adnkronos) - Calci, pugni, la testa sbattuta contro "una struttura rigida". E' morta così - per un “grave politrauma cranico-encefalico e toracico addominale chiuso, condizionante una insufficienza cardiaca" - Veronica Abaza, la romena di 64 anni il cui corpo è stato trovato il 17 settembre nella sua casa nel centro di Gela, in provincia di Caltanissetta. Ad ucciderla sarebbe stato il suo convivente, un connazionale di 40 anni che ieri, al termine delle indagini, è stato arrestato dai carabinieri su richiesta della procura. Questa mattina il procuratore di Gela Salvatore Vella ha convocato una conferenza stampa in procura.
Secondo una prima versione, fornita ai carabinieri che la notte del 17 settembre sono arrivati a casa della donna e ne hanno trovato il corpo privo di vita, quella sera Veronica Abaza sarebbe tornata a casa ubriaca, tanto da chiedere aiuto per camminare, poi si sarebbe messa a letto e durante la notte sarebbe morta.
Il corpo della vittima però era pieno di lividi e le testimonianze raccolte dai carabinieri hanno portato alla luce la natura violenta del compagno quarantenne della donna, oggi indagato per omicidio, che già più volte in passato le aveva procurato lesioni mai denunciate per paura di ritorsioni. Un quadro corroborato dall'autopsia: secondo quanto accertato dal medico legale, la causa della morte sarebbe un "grave politrauma cranico-encefalico e toracico addominale chiuso, condizionante una insufficienza cardiaca". Lesioni provocare dalla "azione violenta di terzi, esercitata con pugni e calci ma anche per urto della testa contro una struttura rigida, mentre sul torace e sull’addome sarebbero stati realizzati meccanismi di compressione e schiacciamento" descritti nel provvedimento cautelare con “l’aggressore che sormonta a cavalcioni la vittima”. Il gip ha quindi accolto la richiesta della procura e emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del quarantenne indagato.
Leggi tutto: Femminicidio a Gela, Veronica Abaza uccisa dal compagno a calci e pugni

(Adnkronos) - Nel complesso puzzle della malattia di Alzheimer, un pezzo fondamentale è stato appena messo al suo posto. Un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati del Dipartimento di Medicina Sperimentale e del Centro di Ricerca in Neurobiologia 'Daniel Bovet' (Crin) della Sapienza Università di Roma, ha scoperto un sofisticato 'cross-talk' – un dialogo molecolare – tra due meccanismi chiave che regolano l’espressione dei nostri geni: la metilazione del Dna e i microRna. Questo dialogo, descritto oggi su 'Alzheimer's & Dementia', giornale ufficiale dell'Alzheimer's Association, controlla in modo diretto la produzione della proteina beta-amiloide, il cui accumulo nel cervello sotto forma di placche senili è considerato l'evento più rilevante della patologia.
Per decenni, la ricerca sull'Alzheimer si è concentrata principalmente su come eliminare le placche di beta-amiloide, con risultati spesso deludenti. Molti farmaci progettati per questo scopo si sono rivelati inefficaci negli studi clinici. Per questo, la comunità scientifica sta spostando sempre più l'attenzione sui meccanismi che si trovano "a monte", ovvero su come regolare la produzione stessa di questa proteina che risulta “tossica” ma ha comunque un ruolo fisiologico. "La beta-amiloide è prodotta da due enzimi, delle vere e proprie 'forbici molecolari', che tagliano una proteina precursore più grande. Questi enzimi sono codificati dai geni Psen1 e Bace1. Il gruppo di ricerca della Sapienza, coordinato dal professor Andrea Fuso, aveva già dimostrato in passato che la produzione di Psen1 poteva essere ridotta attraverso un meccanismo epigenetico noto come metilazione del DNA. La metilazione agisce come un interruttore: quando un gruppo chimico (metile) viene aggiunto al Dna, il gene viene 'silenziato'", si legge nella nota. Tuttavia, restava da chiarire come venisse regolato Bace1, l'altra forbice molecolare fondamentale.
Il nuovo studio svela che la regolazione di Bace1 è più complessa e avviene in modo indiretto. Ecco la catena di comando scoperta dai ricercatori: "La metilazione del Dna non agisce direttamente su Bace1, ma controlla l'espressione di un piccolo Rna regolatore, un microRna chiamato miR-29a. I microRna sono molecole che funzionano come 'silenziatori' di precisione: si legano a specifici geni e ne contrastano la traduzione in proteine. A sua volta, il miR-29a ha come bersaglio proprio il gene Bace1. Quando i livelli di miR-29a sono alti, la produzione di Bace1 viene repressa, e di conseguenza diminuisce anche la produzione di beta-amiloide. Il risultato - si legge nello studio - più sorprendente è che la metilazione del gene che produce miR-29a, anziché spegnerlo, ne aumenta l'espressione. Si tratta di un meccanismo epigenetico contro-intuitivo che svela una nuova, raffinata logica di controllo cellulare". In sintesi, la metilazione del Dna regola la produzione di beta-amiloide attraverso due percorsi: uno diretto, silenziando il gene Psen1, e uno indiretto, attivando il microRna 'protettivo' miR-29a che a sua volta spegne il gene Bace1.
“Questa scoperta è come aver trovato la chiave di lettura di un processo di cui prima vedevamo solo il risultato finale" spiega Andrea Fuso, coordinatore dello studio. "Abbiamo capito che la cellula non usa un solo interruttore, ma un pannello di controllo integrato in cui Dna e microRna comunicano per regolare finemente un processo vitale, la cui alterazione è associata alla malattia. Questo è fondamentale per approcciare una patologia fortemente multifattoriale. È una svolta nella comprensione dei complessi meccanismi biomolecolari dell'Alzheimer".
Questa scoperta non è solo un avanzamento fondamentale della conoscenza, ma apre anche a prospettive concrete. Nuove strategie terapeutiche: "L'intero sistema è modulato da un ciclo biochimico noto come 'one-carbon metabolism”, un processo cellulare influenzato da nutrienti come le vitamine del gruppo B e da molecole come la S-adenosilmetionina (Sam). Lo studio dimostra che fornendo Sam è possibile aumentare la metilazione, attivare il miR-29a e ridurre la produzione di beta-amiloide. Questo - prosegue il lavoro - suggerisce che molecole "metilanti" potrebbero essere usate non come semplici integratori, ma come veri e propri farmaci epigenetici in grado di aiutare a prevenire o rallentare la progressione della malattia".
L’epigenetica al centro. "Oltre alla Sam, sono in fase di studio altri interventi che sembrano in grado di modulare la risposta epigenetica delle cellule, ad esempio la Vitamina K2 e i fattori presenti in estratti di cellule staminali e nelle uova di pesce (stamisoma). L’importanza di queste ricerche risiede nel fatto che i fattori epigenetici sembrano regolare anche altri processi molecolari associati alla malattia, quali la neuroinfiammazione, l’ossidazione, la funzione della barriera emato-encefalica", rivelano i ricercatori.
Potenziali biomarcatori. "Il profilo di metilazione di Psen1 ed i livelli di miR-29a potrebbero diventare un marcatore precoce della malattia o della risposta a un trattamento, misurabile con un semplice esame del sangue - suggerisce lo studio - Sempre lo stesso gruppo di ricerca ha infatti recentemente messo a punto un biosensore in grado di misurarne facilmente i livelli nei liquidi circolanti". Lo studio è stato condotto grazie a una collaborazione internazionale che ha coinvolto, oltre alla Sapienza, l'Università di Napoli "Federico II" e l'Università di Barcellona.
“Comprendere come i nostri geni vengono accesi e spenti, con la possibilità di intervenire per regolare questi meccanismi, è una delle frontiere più promettenti della medicina moderna - conclude Fuso - Con questo lavoro, abbiamo aggiunto un tassello cruciale che non solo ci avvicina a capire l'Alzheimer, ma ci fornisce anche nuovi e promettenti bersagli su cui agire".
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(Adnkronos) - Rissa per Leroy Sané all'Oktoberfest. L'attaccante tedesco è tornato a Monaco di Baviera in visita al festival tedesco, dopo i suoi anni al Bayern Monaco, ed è stato preso di mira da alcuni tifosi, che lo hanno provocato fino alla reazione del giocatore. Ne è scaturita una vera e propria rissa che ha richiesto l'intervento della sicurezza.
A spiegare l'accaduto è stato lo stesso giocatore, volato in Turchia al Galatasaray la scorsa estate: "Alcune persone mi hanno provocato e insultato per molto tempo all'interno del tendone del festival", ha raccontato alla Bild, "e così anche la mia squadra. Ho risposto e le cose mi sono surriscaldate fino a che mi hanno spintonato e da lì è scoppiata una rissa".
Un comportamente che Sané stesso, in ogni caso, ha condannato: "Avrei dovuto rimanere più calmo e non reagire alle provocazioni. Ne sono consapevole e mi sarà sicuramente d'insegnamento per il futuro".
Leggi tutto: Sané, rissa con alcuni tifosi all'Oktoberfest: "Mi hanno provocato"
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