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Tumore al polmone, primo bilancio del progetto diagnosi precoce al 'San Camillo' di Roma

09 Luglio 2025
Tumore al polmone, primo bilancio del progetto diagnosi precoce al

(Adnkronos) - Un totale di 308 Tc torace a basso dosaggio (oltre 50 al mese), tutte valutate nell'ambito del team multidisciplinare; 11 pazienti con indicazione chirurgica, 5 dei quali già operati, tutti con tecnica mini-invasiva: 4 con tumore polmonare in fase iniziale, di cui 1 in stadio pre-invasivo (con sopravvivenza post-operatoria a 5 anni del 99%) e gli altri 3 in stadio I (tasso di sopravvivenza media a 5 anni dell'85%); in altri 3 pazienti riscontrati tumori sincroni (2 renali, 1 mammario), mentre un altro sarà sottoposto a intervento per timoma, il tumore del timo. Sono i numeri del primo bilancio del programma di 'Diagnosi precoce del tumore al polmone', rivolto alla fascia di popolazione più a rischio - i forti fumatori over 55 - avviato 6 mesi fa dall'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma.  

I dati sono stati illustrati oggi nell'Aula magna 'Agazio Menniti' della struttura ospedaliera, nel corso del convegno 'Lung Cancer Screening European Expert Summit - L’implementazione della diagnosi precoce e dello screening in Europa: il progetto del San Camillo Forlanini', realizzato con il supporto non condizionante di Johnson&Johnson MedTech. Complessivamente 1.460 cittadini hanno compilato il questionario online, basato su criteri internazionali che valutano età e abitudine tabagica, disponibile sul sito dell'Ao. Di questi, 845 (il 58%) sono risultati idonei al programma e 440 hanno già effettuato la visita pneumologica (circa 70 visite al mese, svolte su base volontaria dal personale sanitario), i rimanenti verranno visitati a breve. 

Al convegno, organizzato e presieduto da Giuseppe Cardillo, direttore Uoc Chirurgia toracica del San Camillo, ha visto la partecipazione di esperti nazionali e internazionali nel settore, oltre a rappresentanti di associazioni di pazienti e istituzioni sanitarie, tra cui Ugo Pastorino, Giulia Veronesi, Federico Spandonaro, e rappresentanti di associazioni di pazienti europee come Luce - Lung Cancer Europe. L'iniziativa è stata un'importante occasione di confronto e discussione sulle strategie più efficaci per la prevenzione e la diagnosi precoce di questa patologia - ad oggi il tumore con il più alto tasso di mortalità, ricordano i promotori - sui progetti sperimentali in corso in Italia e quelli più strutturati di screening polmonare già attivo in alcuni Paesi europei come Regno Unito, Polonia e Croazia. All'incontro hanno partecipato anche il capo di Gabinetto del ministero della Salute Marco Mattei, il senatore Luciano Ciocchetti, vicepresidente XII Commissione Affari sociali, l'assessore della Regione Lazio all'Inclusione sociale e servizi alla persona, Massimiliano Maselli, e il presidente dell'Ordine dei medici di Roma Antonio Magi.  

Il tumore del polmone - riporta una nota - rappresenta una delle principali cause di morte oncologica in Italia, con oltre 44mila nuove diagnosi e circa 36mila decessi ogni anno. La diagnosi arriva spesso troppo tardi: nel 70% dei casi i pazienti si presentano con il tumore in fase avanzata, quindi non operabile, e la sopravvivenza globale a 5 anni non supera il 16%. Tuttavia, screening mirati con Tc torace a basso dosaggio nei forti fumatori si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità del 25%, con sopravvivenze fino al 90% nei casi diagnosticati precocemente. Nonostante queste evidenze, in Italia lo screening non è ancora inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). E' attivo un progetto nazionale (Risp), ma in soli 18 centri. In risposta a questo, l'Ao San Camillo Forlanini ha scelto di avviare un progetto sostenibile, aperto e basato sull'accesso volontario, rivolto alla popolazione a rischio. A soli 6 mesi dall'avvio, il progetto mostra risultati concreti, clinicamente rilevanti, e una risposta molto positiva da parte della popolazione.  

"Il progetto nasce dalla volontà del team multidisciplinare che ogni giorno affronta, purtroppo troppo spesso in fase avanzata, il tumore polmonare - spiega Cardillo, coordinatore dell'iniziativa - Il nostro obiettivo è cambiare paradigma: offrire ai forti fumatori una reale opportunità di diagnosi precoce. I cittadini a rischio - continua lo specialista, past president della Società italiana di endoscopia toracica e docente presso l'università Unicamillus - possono accedere facilmente al progetto compilando un questionario online. I soggetti idonei ricevono automaticamente un appuntamento per la visita pneumologica, durante la quale vengono valutati tutti i fattori di rischio e prescritta la Tc torace a basso dosaggio". 

"Nel nostro percorso - riferisce Serena Ricciardi, dirigente medico della Uos Pneumologia oncologica - valutiamo in modo completo la storia clinica e tabagica dei partecipanti, offrendo anche supporto per il trattamento del fumo". Aggiunge Stefania Greco, anch'essa dirigente della Pneumologia oncologica: "E' infatti prevista l'opportunità di accedere anche ai programmi di prevenzione primaria con supporto antitabagico".  

Le Tc torace "vengano eseguite con bassissime dosi di radiazioni grazie all'impegno dei radiologi e dei fisici sanitari della nostra azienda, garantendo sicurezza ed efficacia", evidenzia Teresa Pasquariello, dirigente medico della Uoc Radiologia. Nel caso di "noduli molto piccoli e non palpabili - conclude Sara Ricciardi, chirurgo toracico del San Camillo - è fondamentale un approccio integrato: collaboriamo con i medici nucleari e la radiologia interventistica per eseguire localizzazioni pre-operatorie con coloranti vitali e traccianti radioattivi, così da garantire resezioni complete e minimamente invasive". 

La diagnosi precoce, "come quella del tumore al polmone, diventa simbolo di un modello virtuoso di sanità pubblica, orientato alla prevenzione, all'equità, alla responsabilità collettiva - commenta Angelo Aliquò, direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini - Garantire cure a tutti, indipendentemente dal reddito, dal luogo di nascita, dal livello di istruzione, è un principio che ci distingue, che affonda le sue radici nella Costituzione e che oggi va difeso con lucidità e determinazione. Agli amministratori della sanità spetta la responsabilità di rendere efficienti i processi, di innovare, di valorizzare le competenze, ma spetta a tutti noi, come comunità, difendere con forza il principio che la salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale". 

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Mauro Coruzzi in ospedale, come sta Platinette: intervento per prevenire l'ictus

09 Luglio 2025
Mauro Coruzzi - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Mauro Coruzzi, in arte Platinette, è attualmente in ospedale. Il ricovero, a giudicare dal post pubblicato dal conduttore televisivo, potrebbe essere legato ad un nuovo intervento chirurgico delicato per prevenire nuovi ictus, dopo l'ultimo avuto lo scorso febbraio.  

Con un post condiviso sul suo profilo instagram Platinette, 69 anni, ha aggiornato i follower sulle sue condizioni di salute. Coruzzi ha postato uno scatto che ritrae un post-it in quella che sembra una stanza d'ospedale. Sul foglietto bianco, scritto probabilmente dalle infermiere, è riportato il nome del paziente (Coruzzi, ndr), la data di oggi mercoledì 9 luglio e l'operazione alla quale deve sottoporsi: la chiusura dell'auricola.  

 

Si tratta di una procedura medica che ha l'obiettivo di prevenire l'ictus nei pazienti con fibrillazione atriale, una condizione che aumenta il rischio di formazione di coaguli nel cuore. Poche settimane fa, il conduttore televisivo ha rilasciato un'intervista in cui ha parlato del secondo ictus che lo ha colpito lo scorso febbraio, dopo quello del 2023, che lo aveva costretto a una lunga fase di ricovero. 

"Continuo a fare progressi e sono sicuro che, piano piano, tornerò come prima", aveva detto il conduttore parlando del suo percorso di riabilitazione.  

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Fognini annuncia il ritiro a Wimbledon: "Dopo match con Alcaraz è il momento giusto"

09 Luglio 2025
Fabio Fognini

(Adnkronos) - Fabio Fognini annuncia il ritiro e dà l'addio al tennis oggi 9 luglio. Il 38enne chiude la carriera a Wimbledon, dopo il match perso al primo turno contro Carlos Alcaraz. "E' un qualcosa che avevo già in testa e con la mia famiglia ne abbiamo parlato. La prima settimana a Wimbledon è stata impegnativa e non ho avuto molto tempo per riflettere, ma credo che questo sia il miglior modo per dire addio", dice il 38enne. "Amo questo sport e la motivazione è ancora alta, il tennis mi ha accompagnato per tutta la vita. Ho tanti bei ricordi che conservo nel cuore, qualcosa di speciale. Questo giorno, però, sapevo che sarebbe arrivato".  

"Dopo la partita con Alcaraz non voglio tornare indietro. Ho avuto dei cali nel ranking. Amo questo sport e la motivazione è ancora alta, il tennis mi ha accompagnato per tutta la vita. Ho tanti bei ricordi che conservo nel cuore, qualcosa di speciale. Questo giorno, però, sapevo che sarebbe arrivato", ripete. 

 

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Terracina, i fiori e la 'processione' dei curiosi a 24 ore dal crollo del ristorante

09 Luglio 2025

(Adnkronos) - C'è un mazzo di fiori di fronte alla porta sommersa di macerie da cui è stata estratta Mara Severin, la sommelier morta nel crollo del solaio del ristorante 'Essenza' di Terracina. Sono passate 24 ore esatte dal boato che ha scosso il centro della cittadina in provincia di Latina. Il locale dello chef Simone Nardini è ovviamente sotto sequestro, tutto è rimasto fermo al momento del crollo, e la scena che si presenta ai passanti è raggelante.  

Si vedono tra i calcinacci, piatti e bicchieri, tra gli sgabelli e i tavoli piegati si intravedono i resti della cena stellata bruscamente interrotta dal cedimento del soffitto. Le persone che si alternano di fronte all'ingresso fissano le macerie, si muovono con discrezione e compostezza ma non rinunciano a scattare foto e girare video.  

Le ricostruzioni, le congetture e il tentativo di cercare spiegazioni che solo la magistratura potrà accertare, le voci basse di una ordinata processione di curiosi, si sovrappongono al rumore del vento che fa sbattere il nastro bianco e rosso che delimita la zona e si infila nel locale sventrato.  

Intorno al locale è tornata a scorrere la vita abituale per una serata di luglio. Il negozio accanto continua a sfornare kebab e i bambini che passano insistono per avere il loro gelato che li aspetta qualche metro più avanti. Qualcuno ride, con i genitori che chiedono e ottengono qualche secondo di silenzio, per attraversare senza oltraggiare il luogo della tragedia. (Di Fabio Insenga) 

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Cancro alla prostata, al Senato la campagna 'Allo specchio della salute'

09 Luglio 2025
Cancro alla prostata, al Senato la campagna

(Adnkronos) - E' stata presentata oggi in Senato la campagna di sensibilizzazione 'Allo specchio della salute - uno spazio di confronto sul carcinoma prostatico'. In Italia il carcinoma della prostata rappresenta la neoplasia più diffusa tra gli uomini over 50, incidendo per circa il 30% su tutti i tumori maschili, con 40.192 nuovi casi stimati solo nel 2024, ricorda una nota. La campagna di awareness, organizzata da Cencora Pharmalex con il patrocinio di Aiom (Associazione italiano di oncologia medica), Siuro (Società italiana di urologia oncologica), Europa uomo Italia Aps, Mo4mo Odv, e realizzata grazie al contributo non condizionato di Astellas Pharma, vuole incoraggiare la popolazione maschile all'ascolto, allo scambio di informazione sulla propria salute, all'attenzione alla prevenzione e cura. Il concept dell'iniziativa richiama l'importanza del prendersi cura di sé, trasformando una barberia in un luogo di ascolto, dialogo e consapevolezza perché una diagnosi precoce può fare la differenza, ma persiste una certa resistenza ai controlli.  

All'interno del Barber Shop 'XI La Barberia', dopo l'incontro con i giornalisti e l'avvio, la campagna offre due appuntamenti: il primo per dare sostanza al dibattito tra esperiti del tema; il secondo per sensibilizzare la popolazione maschile che potrà accedere a un trattamento di benessere gratuito e ricevere informazioni sull'importanza della prevenzione, della diagnosi precoce e della gestione a tutto tondo del carcinoma della prostata. Attualmente circa 500mila uomini italiani convivono con questa malattia, che nel 5% dei casi sviluppa metastasi. Nonostante l'elevato numero di diagnosi, la prognosi rimane favorevole se il tumore viene individuato e trattato in fase precoce.  

"La diagnosi precoce è essenziale per garantire cure sempre più personalizzate rese possibili dai progressi della medicina e della tecnologia - dichiara il senatore Guido Quintino Liris, V Commissione Programmazione economica, bilancio, Senato della Repubblica e coordinatore Intergruppo parlamentare sulle Cronicità - Questo significa una migliore qualità della vita non solo per il paziente, ma anche per chi gli sta accanto. Il carcinoma prostatico rappresenta una delle patologie più subdole, soprattutto nelle fasi iniziali, quando non dà segnali evidenti. E' per questo che, come medico e coordinatore dell'Intergruppo parlamentare, ho voluto promuovere questa iniziativa. E' nostro compito, come rappresentanti delle istituzioni, diffondere la cultura della prevenzione, superare ogni forma di reticenza verso i controlli periodici e accompagnare le persone in un percorso di consapevolezza e cura. Solo così possiamo garantire diagnosi tempestive e una presa in carico completa, che metta al centro la persona e la sua dignità". 

"La ricerca ha fatto passi da gigante negli ultimi anni per la gestione del carcinoma prostatico - aggiunge Daniele Santini, professore ordinario di Oncologia, direttore Uoc Oncologia, Policlinico Umberto 1 Università degli studi 'La Sapienza' Roma - I tassi di sopravvivenza descritti dagli ultimi studi, presentati un mese fa al Congresso annuale della Società americana di oncologia medica (Asco), ci raccontano di terapie sempre più capaci di cronicizzare anche la patologia avanzata. Questo, tuttavia, non deve distogliere l'attenzione dalla prevenzione, prima arma per restare in salute, e tantomeno dai controlli a cui tutti noi uomini dovremmo sottoporci per identificare le patologie per tempo. L'altro aspetto che sempre più vediamo esercitato nei reparti è la gestione multidisciplinare del percorso di cura, fondamentale per garantire una gestione completa della patologia". 

Anche le associazioni coinvolte hanno posto l'accento sul ruolo fondamentale di creare cultura e favorire una diagnosi precoce. "I dati aggiornati e diffusi ogni anno dall'Aiom confermano che il tumore della prostata è destinato a diventare, in tempi brevi, una vera emergenza sociale - sottolinea Claudio Talmelli, presidente Europa uomo - Già oggi, considerando che in Italia sono oltre 500mila gli uomini che convivono con questa malattia e che attorno a ciascuno di loro ruotano familiari e caregiver, parliamo di milioni di persone coinvolte e il loro numero è in aumento. E' fondamentale intervenire subito con le azioni necessarie per arginare il fenomeno: programmi di screening organizzato e gratuito per tutti gli uomini nella fascia di età più a rischio e presa in carico tempestiva dei casi diagnosticati in centri specializzati multidisciplinari, per garantire cure e assistenza adeguate ad ogni paziente". 

L'iniziativa di oggi si propone di portare alla luce quel tabù che ancora oggi caratterizza molte patologie maschili. Solo attraverso l'informazione, l'ascolto e la collaborazione tra cittadini, medici, istituzioni e mondo della ricerca sarà possibile garantire ai pazienti un futuro fatto di cure più efficaci e sempre migliore qualità di vita. "Una diagnosi di tumore non riguarda solo il paziente, ma ha un impatto profondo anche su chi gli sta accanto - evidenzia Fulvio Berardo, General Manager Astellas Pharma Italy - Per questo è fondamentale promuovere la cultura della diagnosi precoce, aiutando gli uomini a superare barriere culturali e paure che spesso ritardano l'accesso ai controlli. Intercettare la malattia nelle fasi iniziali significa offrire maggiori possibilità di guarigione, ridurre la mortalità e migliorare la qualità di vita. E' altrettanto essenziale che le persone colpite possano contare su percorsi diagnostico-terapeutici multidisciplinari e integrati. Per questo motivo Astellas continua ad investire nella ricerca oncologica e in progetti di sensibilizzazione rivolti alla popolazione. Ma per rendere davvero efficaci i risultati della ricerca, serve anche una governance farmaceutica più moderna, capace di sostenere l’accesso alle cure e valorizzare chi investe in salute". 

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Nasce Dedalo, Osservatorio permanente sui Neet in Italia

09 Luglio 2025
Nasce Dedalo, Osservatorio permanente sui Neet in Italia

(Adnkronos) - Nasce 'Dedalo-laboratorio permanente sul fenomeno Neet'. Il progetto, unico nel suo genere, istituisce da oggi un osservatorio e un laboratorio nazionale che accende un faro continuativo e sistemico per studiare e comprendere le cause profonde dell’allontanamento dei giovani dai percorsi scolastici, formativi e dal mondo del lavoro, mappare e far conoscere le progettualità attivate nei territori e stimolare iniziative di contrasto e prevenzione. Dedalo è realizzato da Fondazione Gi Group in partnership con l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, in collaborazione con ZeroNeet - il programma di contrasto al fenomeno dei Neet promosso da Fondazione Cariplo - e Fondazione Compagnia di San Paolo. 

Il progetto si pone come punto di riferimento per l’intera società - istituzioni, terzo settore, scuole, università, aziende e famiglie - offrendo uno spazio condiviso, che, attraverso un portale interattivo dedicato - fondazione.gigroup.it/dedalo - mette a disposizione un patrimonio di risorse unico, composto da database nazionali e regionali sui Neet, analisi approfondite, interpretazione e sintesi di dati, e una raccolta di buone pratiche per affrontare il fenomeno. 

Il progetto è stato presentato questa mattina a Roma nel corso di un evento istituzionale promosso dal presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Walter Rizzetto, presso la Sala Tatarella della Camera dei Deputati, alla presenza di rappresentanti del mondo politico-istituzionale, accademico, educativo, del lavoro e del terzo settore e con l’autorevole contributo della Viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, del sottosegretario di Stato presso la Presidenza del consiglio dei ministri con delega al Sud, Luigi Sbarra, del presidente dell’Inps, Gabriele Fava e della Vicepresidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, Simona Malpezzi. L’evento è stato anche l’occasione per presentare la prima edizione dello studio sviluppato nell’ambito di Dedalo che, attraverso un approccio multidimensionale - supportato dal contributo scientifico di alcuni tra i maggiori esperti di politiche del lavoro e demografia in Italia e dalle elaborazioni di Odm consulting – apre la strada a nuove prospettive per comprendere e affrontare il fenomeno Neet nel nostro Paese. Fondazione Gi Group ha, inoltre, condiviso l’auspicio di istituire la 'Giornata nazionale per il contrasto al fenomeno Neet', proposta che è stata sostenuta dal presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Walter Rizzetto. 

Lo studio introduce una metodologia di classificazione dei Neet che, a partire dalla classificazione Eurofound – tra gli standard di riferimento internazionali - ed elaborando l’indagine Istat Forza di lavoro, offre una lettura del fenomeno a una profondità senza precedenti, permettendo di comprendere specificità inedite e di cogliere, a un livello di dettaglio superiore alle tradizionali analisi, l’eterogeneità e la complessità di questa condizione dei giovani.  

Su un totale di 2.078.705 di Neet italiani nel 2024, la condizione prevalente è la disoccupazione di lungo periodo, ovvero superiore a un anno (14%), seguita dai motivi famigliari legati all’essere casalinga, volere più tempo per la famiglia o aspettare un figlio (13,1%), e da chi è in attesa di risposte da ricerche di lavoro passate (12,4%). Elevata anche la quota di chi è Neet per motivi di vera e propria cura familiare che, su un totale di 11,8%, per il 9,4% sono il risultato di una scelta e per il 2,4% sono invece legati all’indisponibilità di servizi o al loro costo eccessivo. Una delle componenti più critiche del fenomeno è quella degli scoraggiati (11,2%): tra questi, la fetta prevalente (9,5%) pensa di non riuscire a trovare un lavoro in generale e un ulteriore 1,7% di non riuscire a trovare un lavoro adeguato alle proprie esigenze.  

Da una prospettiva di genere, tra la popolazione femminile prevale chi è Neet per responsabilità familiari (20,6% vs appena 2,4% dei maschi) e per responsabilità di cura 'scelte' (15,8% vs 0,4%) mentre tra i maschi sono più numerosi i disoccupati di lungo periodo (19% vs 10,5%) e chi è in attesa di risposte da esiti di ricerche passate (15,8% vs 9,9%). Per quanto riguarda gli scoraggiati, l’analisi evidenzia una prevalenza della componente maschile (13,6%) su quella femminile (9,5%). Anche l’età rappresenta un fattore di differenziazione. Se fra i 15-19 anni prevale la categoria dei Neet in transizione (20,3%), nella fascia 20-24 anni sono invece più numerosi i disoccupati di lungo periodo (17,4%), chi è in attesa di risposte (16,8%) e gli scoraggiati, che hanno in questo gruppo il loro valore più alto (12,2%). Nella fascia 25-29 prevalgono invece i disoccupati di lungo periodo (14,5%), mentre restano su valori alti anche gli scoraggiati (10,9%). Rilevante osservare come la quota di chi è Neet per responsabilità famigliari aumenti con l’aumentare dell’età fino a raggiungere il picco del 20,5% nella fascia dei giovani adulti (30-34 anni).  

L’inefficacia di un programma come Garanzia Giovani - che, come è noto, non è riuscito a coinvolgere i soggetti che maggiormente ne avrebbero avuto bisogno - sottolinea come, in assenza di strategie specifiche di intercettazione, siano proprio i giovani più vulnerabili e scoraggiati a restare fuori dal raggio delle politiche pubbliche. Per affrontare con efficacia il fenomeno Neet, è invece necessario sviluppare azioni dedicate sia in ottica di prevenzione - per evitare che i giovani entrino in tale condizione - sia di reintegro per chi ne è già coinvolto. In questa prospettiva, considerando che in Italia non esisteva fino a oggi una raccolta di progetti che permettesse di far conoscere oltre i confini locali le buone pratiche di intervento, Fondazione Gi Group ha avviato un’operazione di sistematizzazione delle progettualità lanciate sui territori, con riferimento nello specifico a quelle di reintegro, arrivando a mappare 20 iniziative attraverso un ampio studio esplorativo e il dialogo con una molteplicità di soggetti istituzionali ed esperti di politiche del lavoro. Le iniziative individuate interessano un numero di Regioni che, complessivamente, rappresentano l’85% dei Neet nella fascia di età 15-29 e l’85,6% dei giovani nella fascia di età 15-34 anni nel 2024.  

I progetti, pur differendo per target e per metodologie di intervento, condividono l’intento comune di riattivare i giovani nella consapevolezza di sé, dei propri desiderata, competenze e valori. Queste iniziative coinvolgono una rete ampia e trasversale di attori - dagli enti pubblici alle imprese private, dai player del lavoro al terzo settore, fino agli oratori e ai centri sportivi - e una varietà di ruoli: accanto a una figura di governance sempre presente (di solito project leader o coordinatore/trice), è fondamentale il ruolo sia degli educatori, con background in discipline psicologiche, pedagogiche o umanistiche, sia di figure con competenze più informali o specifiche che sul territorio si occupano a vario livello di giovani e della loro inclusione nel contesto sociale, scolastico e lavorativo. È il caso dei Link Worker, o dei Peer Educator, giovani che hanno già vissuto in prima persona le iniziative proposte dal progetto e che ne diventano protagonisti attivi nell’avvicinare altri giovani. Tra le altre figure chiave, psicologi e psicologi del lavoro, assistenti sociali e docenti. 

Accanto ai numerosi punti di forza e alle opportunità offerte da questi progetti, l’analisi ha posto in evidenza anche alcune criticità, segnalate dagli stessi stakeholder. Emerge in primo luogo la mancanza di un sistema centrale nazionale, o anche solo regionale o provinciale, capace di mappare le realtà sul territorio che possono essere coinvolte nei progetti, tra cui scuole, università e aziende. A questo si aggiunge la difficoltà di ingaggiare figure con competenze informali, come nel caso dei peer educator, spesso escluse dai bandi per mancanza di titoli riconosciuti. Ulteriori criticità sono poi legate alla difficoltà di trovare fonti di finanziamenti e alla durata limitata degli stessi progetti. Un fattore è poi rappresentato dalla gestione delle relazioni con le famiglie, che talvolta scoraggiano la partecipazione dei figli ai percorsi privilegiando entrate da lavoro sommerso o assegni sociali o opponendosi alle iniziative nel momento in cui le dinamiche famigliari vengono riconosciute come concausa della condizione del o della giovane. Pesano inoltre sia il rischio di abbandono precoce del percorso anche per motivi 'futili' sia in molti casi la scarsa integrazione degli istituti formativi nei progetti e nell’identificazione precoce dei giovani a rischio di dispersione. Un ulteriore ostacolo, infine, è rappresentato dal lavoro sommerso, che disincentiva il coinvolgimento in progetti e viene percepito in alcuni contesti come 'l’unica soluzione possibile' o come un’occasione di guadagno consistente, veloce e senza troppi vincoli.  

“Sono orgogliosa di annunciare la nascita di Dedalo, un progetto unico nel suo genere, con cui da oggi istituiamo un Osservatorio e Laboratorio permanente per studiare, comprendere e affrontare in profondità il fenomeno Neet. Come persone, professionisti e come Paese non possiamo permetterci di continuare a lasciare 'soli', ai margini del mondo dello studio e del lavoro, più di due milioni di giovani, dilapidando il potenziale delle nuove generazioni a scapito non solo della loro realizzazione di vita ma anche delle possibilità di sviluppo e benessere dell’intero Paese”, afferma Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group. 

Prosegue Violini: “In questo senso, a partire dal nostro studio e dalla nostra esperienza, rivolgiamo alle istituzioni e a tutti gli stakeholder cinque proposte per supportare in modo sistemico i giovani nel loro percorso verso il lavoro e la realizzazione di sé. Innanzitutto, è necessario promuovere in Italia un sistema duale capace davvero di rafforzare il collegamento tra scuola e lavoro. In secondo luogo, occorre potenziare l’orientamento attivando percorsi fin dalla prima infanzia, rivalutare l’obbligo scolastico in rapporto al conseguimento di un titolo di studio riconosciuto e introdurre misure di sostegno economico per i giovani che vengono da situazioni più disagiate. Terzo, è necessario potenziare l’istruzione terziaria e promuovere politiche di apprendimento permanente per ridurre il rischio di obsolescenza delle competenze. Quarto, avviare percorsi multistakeholder di riattivazione e reinserimento, integrati da strumenti quali incentivi economici, servizi di cohousing e di mobilità che stimolino la partecipazione. Infine, intendiamo sollecitare le istituzioni a livello nazionale e regionale a trovare soluzioni e modalità che permettano di analizzare il fenomeno Neet attraverso dati di flusso, diretti e continuativi sull’intera popolazione, così da poter seguire il percorso individuale di studio e lavoro delle persone durante la loro intera vita e arginare il rischio di dispersione". 

Con Dedalo, portiamo a un nuovo livello il nostro impegno per il lavoro sostenibile, quel lavoro che è leva fondamentale di coesione sociale, sviluppo personale e generazione di valore per le persone e per la collettività. Ringrazio tutti i partner che hanno condiviso la nostra visione e scelto di accompagnarci in questo percorso innovativo che potrà diventare un riferimento per tutto il Paese.” 

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Ferie non godute, il 97% delle sentenze condanna la Pa

09 Luglio 2025
Ferie non godute, il 97% delle sentenze condanna la Pa

(Adnkronos) - Aumentano vertiginosamente i contenziosi per le ferie non godute nel settore pubblico. Solo nei primi sei mesi del 2025 si contano 425 sentenze sulla monetizzazione dei giorni di riposo non usufruiti. 

Di queste 412 con esito favorevole ai lavoratori pari al 97% delle pronunce complessive.Un dato che conferma una giurisprudenza ormai sempre più consolidata nel riconoscere l’indennità anche in assenza di richiesta o diniego formale. Si tratta di tutti i dipendenti pubblici (statali, regionali, comunali, sanitari, scolastici, ecc.) che, al momento della cessazione del rapporto di lavoro (per pensionamento, dimissioni, trasferimento, licenziamento), non hanno potuto usufruire delle ferie maturate durante il servizio per cause non dipendenti dalla loro volontà, hanno diritto a ricevere un’indennità economica sostitutiva per le ferie non godute. 

Secondo l’analisi della banca dati giurisprudenziale effettuata da Consulcesi & Partners, la somma complessivamente liquidata ai dipendenti pubblici tra gennaio e giugno 2025 supera i 3 milioni di euro: rimborsi di oltre 2.345.000 euro, a cui si aggiungono 867.000 euro di spese legali riconosciute. Un trend in crescita che fotografa una realtà trascurata troppo a lungo e oggi oggetto di tutela giurisdizionale estesa. 

Rispetto all’ultimo report di maggio, le sentenze sulle ferie non godute sono aumentate del 70%, passando da 250 a 425, mentre i rimborsi complessivi riconosciuti ai dipendenti pubblici sono cresciuti di oltre il 17%, superando appunto i 3 milioni di euro. Tra i risarcimenti più elevati figurano quelli ottenuti da dirigenti medici, con importi fino a 72.000 euro, seguiti da funzionari di enti locali (fino a 50.000 euro) e docenti precari (fino a 12.700 euro). Il rimborso più alto del 2025 (72.000 euro) è stato ottenuto proprio da Consulcesi & Partners con la recente sentenza (n. 96/2025) del Tribunale del Lavoro di Ferrara). Nel caso specifico il giudice ha confermato alcuni principi ormai consolidati e rintracciabili nelle numerose sentenze di questi mei: irrilevanza delle dimissioni volontarie, nessun onere probatorio per il dipendente e diritto al rimborso anche per le figure apicali. 

"La giurisprudenza - afferma Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners - si sta ormai consolidando nel riconoscere il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute. E' fondamentale che i lavoratori pubblici siano informati su come far valere questo diritto, soprattutto in prossimità della prescrizione". Per fare chiarezza su requisiti, documentazione e tempistiche, Consulcesi & Partners promuove un webinar gratuito rivolto a dipendenti pubblici, medici, insegnanti e funzionari da titolo 'Come ottenere l’indennità per le ferie non godute: guida legale e strumenti'. L’evento si svolgerà on line lunedì 14 luglio a partire dalle ore 12,30. Durante l’incontro verranno illustrate le ultime pronunce favorevoli e gli strumenti legali disponibili per ottenere l’indennizzo. Per partecipare gratuitamente è sufficiente iscriversi al link disponibile al seguente indirizzo: https://info.consulcesi.it/cep-webinar-ferie-non-godute.html. Nel corso del webinar sarà possibile anche porre domande e richiedere approfondimenti agli esperti. Parteciperanno Bruno Borin e Teresa Ambrosetti del team Consulcesi & Partners ed il giornalista Ciro Imperato. 

Tutti i dipendenti pubblici (statali, regionali, comunali, sanitari, scolastici, ecc.) che, al momento della cessazione del rapporto di lavoro (per pensionamento, dimissioni, trasferimento, licenziamento), non hanno potuto usufruire delle ferie maturate durante il servizio per cause non dipendenti dalla loro volontà, hanno diritto a ricevere un’indennità economica sostitutiva per le ferie non godute. La Direttiva 2003/88/CE prevede, al suo art. 7, che il diritto alle ferie annuali retribuite è fondamentale ed irrinunciabile, potendo essere sostituito da un’indennità finanziaria, soltanto al momento della cessazione del rapporto di lavoro La giurisprudenza comunitaria ed italiana è ormai consolidata in senso favorevole ai dipendenti del pubblico impiego. In particolare, la CGUE nel 2024, si è espressa in due distinti procedimenti (C-218/22 e C-699/22) ritenendo che il divieto di monetizzazione delle ferie non godute, previsto dall’art. 5, comma 8, del D.L. sia contrario alle tutele previste dalla normativa dell’Unione Europea.  

La Cassazione, con la sentenza n. 5496/2025, ha ribadito con assoluta chiarezza il principio fondamentale per cui il dirigente medico che, al momento della cessazione del rapporto, non ha goduto delle ferie ha diritto al pagamento dell’indennità sostitutiva, tranne che nell’ipotesi in cui l’azienda riesca a dimostrare di averlo posto nelle condizioni di esercitare il suo diritto, avvertendolo per tempo della perdita del diritto in caso di mancato godimento. L’indennità è calcolata sulla base del numero di giorni di ferie non godute moltiplicato per la retribuzione giornaliera (comprensiva di indennità e accessori). In molti casi, i tribunali hanno riconosciuto risarcimenti anche superiori ai 30.000–40.000 euro. 

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Sanità, Sin: "Con Siracusano presidente Css si valorizza ruolo salute mentale"

09 Luglio 2025
Alberto Siracusano

(Adnkronos) - La Società italiana di neurologia (Sin) esprime soddisfazione e vivo apprezzamento per la nomina di Alberto Siracusano a presidente del Consiglio superiore di sanità, massimo organo tecnico-consultivo del ministero della Salute. La nomina del professor Siracusano - si legge in una nota - rappresenta un segnale chiaro e significativo verso una concezione della salute più integrata, che riconosce il benessere psichico come parte essenziale della cura della persona. Psichiatra, docente universitario e direttore dell'Unità operativa complessa di Psichiatria della Fondazione Policlinico Tor Vergata - scrivono i neurologi - Siracusano potrà favorire, all'interno del Css, una visione della salute pubblica che valorizzi la dimensione della salute mentale. 

"Accogliamo con favore la nomina del professor Siracusano - dichiara Alessandro Padovani, presidente Sin - E' una decisione che riconosce il ruolo cruciale della salute mentale, oggi più che mai emergenza sanitaria e sociale. La sua visione, orientata a un approccio olistico e integrato, è pienamente in linea con la prospettiva One Brain, One Health, che condividiamo e sosteniamo. A lui vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro in questa nuova e prestigiosa responsabilità". 

Da sempre impegnata nel promuovere un approccio interdisciplinare e centrato sulla persona, la Sin - conclude la nota - guarda con attenzione alla nuova stagione che si apre per la sanità italiana, nella convinzione che il dialogo tra neuroscienze, psichiatria e medicina pubblica sia la chiave per affrontare le sfide attuali e future. 

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Presenza delle Idf a Gaza, l'ultimo nodo nei negoziati Israele-Hamas a Doha

09 Luglio 2025
Operazione delle Forze di difesa israeliane nella Striscia di Gaza - Fotogramma /Ipa

(Adnkronos) - La presenza delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza resta l'unico, ma cruciale, nodo ancora irrisolto nei negoziati indiretti tra Israele e Hamas in corso per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Fonti con accesso diretto ai colloqui a Doha, citate da Sky News, confermano che il punto più dibattuto resta la permanenza militare israeliana nell'enclave palestinese. 

Secondo quanto appreso dall'emittente britannica, le delegazioni israeliana e di Hamas hanno trovato un'intesa su due punti chiave: la gestione degli aiuti umanitari e la garanzia degli Stati Uniti sul fatto che Israele non riprenda unilateralmente le ostilità allo scadere del cessate il fuoco previsto per 60 giorni. 

Per quanto riguarda gli aiuti, le parti hanno concordato che a occuparsene sarà un soggetto terzo, né controllato da Hamas né da Israele. Questo escluderebbe dal processo la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), organizzazione controversa sostenuta da Israele e Stati Uniti, che non potrà operare nelle aree dove le Idf non presenti. L'intesa prevede un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali. 

Sulla garanzia americana, invece, l'emittente britannica rivela di una comunicazione inviata a Hamas da Bishara Bahbah, cittadino palestinese-americano ritenuto una figura chiave nei canali diplomatici non ufficiali, che avrebbe rassicurato i vertici della fazione palestinese sul fatto che l'amministrazione Trump si impegnerà a impedire una ripresa unilaterale della guerra da parte israeliana. 

La questione della presenza israeliana a Gaza resta però irrisolta. Per Tel Aviv, il ritiro delle truppe potrebbe compromettere l'obiettivo dichiarato della guerra: l'eliminazione totale di Hamas come forza militare e politica. Al contrario, per Hamas qualsiasi permanenza delle Idf rappresenterebbe un'occupazione militare inaccettabile. 

Una possibile via d'uscita, riferiscono fonti vicine ai negoziati, potrebbe essere rappresentata da garanzie internazionali su un percorso politico chiaro e realizzabile per il futuro dei palestinesi. Tuttavia, allo stato attuale dai colloqui non è ancora emerso alcun impegno concreto in tal senso. 

 

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Giorgetti: "Offerte in chiesa? Cei valuti ipotesi pos"

09 Luglio 2025
Messa in chiesa a Padova - Fotogramma

(Adnkronos) - La Cei valuti l'ipotesi di pagamenti digitali per le offerte alle parrocchie. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo ad un evento Nexi sui servizi al terzo settore.  

"All'estero normalmente uno lo può fare, invece in Italia questo non è molto d'uso. Mi hanno spiegato che la parrocchia deve essere iscritta al terzo settore, quindi questo è un segnale che mandiamo alla Cei, visto che ogni tanto ci tirano dei pizzicotti, di intensificare questo tipo di presenza", afferma Giorgetti sorridendo.  

"Speriamo che il progetto abbia successo anche nelle parrocchie" aggiunge inviando un cordiale saluto al cardinale Matteo Maria Zuppi.  

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Esplosione Roma, morto uno dei feriti più gravi

09 Luglio 2025
L

(Adnkronos) - A quanto si apprende, è morto uno dei feriti più gravi a seguito dell'esplosione della cisterna di gpl in via dei Gordiani a Roma. L'uomo aveva riportato ustioni di III grado sul 55% del corpo. La vittima è Claudio Ercoli, ispettore di piazza.  

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Sinner con gomito fasciato, medico 'è un'ortesi elastica per più stabilità'

09 Luglio 2025
Sinner con gomito fasciato, medico

(Adnkronos) - Il numero uno del tennis mondiale, Jannick Sinner, torna oggi in campo a Wimbledon contro l'americano Ben Shelton per un posto in semifinale. Questa mattina Sinner ha palleggiato con Jacopo Vasamì, giovane e promettente giocatore mancino come Shelton. I dubbi sulle condizioni del gomito dell'altoatesino, dopo la caduta nel match contro Dimitrov, dovrebbero essere passati. Ha destato la curiosità dei social il fatto che il gomito destro del campione fosse coperto da un manicotto bianco. Ma cos'è? "Un'ortesi elastica per l'arto superiore - spiega all'Adnkronos Salute il medico fisiatra Andrea Bernetti - generalmente utilizzata per condizioni da sovraccarico, come in caso di epicondilite omerale, può essere utile anche nell'immediato post-trauma, qualora questo sia di identità lieve, allo scopo di supportare l'articolazione conferendo maggiore stabilità alle sollecitazioni e favorendo la propriocezione, ovvero la capacità di controllare i segmenti corporei nello spazio".  

"Le ortesi elastiche, in particolare quelle a compressione, sono utili nel tennis per fornire supporto, migliorare la consapevolezza muscolare, possono contribuire a stabilizzare le articolazioni durante i movimenti ad alto impatto, migliorare la circolazione sanguigna e ridurre l'affaticamento muscolare, consentendo ai giocatori di mantenere le prestazioni e potenzialmente recuperare più velocemente", aggiunge Bernetti, segretario generale della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa) e professore ordinario di Medicina fisica e riabilitativa all'Università del Salento. 

"La propriocezione, cioè la capacità del corpo di percepire la posizione e il movimento delle articolazioni, è fondamentale per la stabilità e il controllo motorio, e può essere compromessa in seguito a traumi o disfunzioni articolari. In ambito riabilitativo - conclude - si ricorre spesso a supporti esterni come ortesi, tape o bendaggi per stimolare i recettori e migliorare il feedback sensoriale al sistema nervoso centrale. Alcuni studi hanno evidenziato come le ortesi per il gomito possono essere utilizzate per favorire il controllo articolare, specialmente in contesti che richiedono precisione o sforzi prolungati, come nello sport o in attività lavorative ripetitive".  

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Tumori, burocrazia ruba 41% tempo oncologi, penalizzato dialogo con pazienti

09 Luglio 2025
Tumori, burocrazia ruba 41% tempo oncologi, penalizzato dialogo con pazienti

(Adnkronos) - In Italia i medici oncologi dedicano il 41% del loro tempo alla burocrazia e il 59% alle attività mediche. Poco cambia se sono medici specialisti con minore anzianità o di vertice: 39% contro 61% nel primo caso, 42% contro 58% nel secondo caso. Risultato? Il fardello amministrativo, che sottrae tempo al rapporto medico-paziente, peggiora la qualità del tempo di lavoro e riduce efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale, con un aggravio sulla spesa pubblica. Sono questi i dati emersi da un'indagine condotta da Isheo e La Lampada di Aladino Ets, presentata al convegno 'Burden amministrativo dei medici oncologi: dalle evidenze a una proposta di soluzione'. La ricerca è stata condotta tra febbraio e marzo 2025 su 179 medici oncologi: il 56% donne, il 44% uomini, con un'età media pari a 49 anni. Medici che, nel 34,64% dei casi, visitano dai 41 ai 60 pazienti alla settimana.  

Per il 74% dei medici oncologi, almeno secondo l'indagine, il fenomeno del burnout diffuso tra gli specialisti - con i relativi sentimenti di esaurimento, ridotta efficacia professionale, aumento della distanza mentale dal proprio lavoro - è legato in parte proprio al carico burocratico. Per il 22% è addirittura la causa principale. Le mansioni amministrative più gravose secondo il 79,3% dei medici sono rappresentate dalla modulistica, seguita dalla gestione dei guasti del sistema informatico (60,9%) e dalla compilazione e gestione dei dati (55,87%). Incarichi che impattano sul tempo da dedicare alla comunicazione clinica con il paziente, sulla diagnosi e sul follow-up.  

Eppure una parte delle mansioni amministrative potrebbe essere delegata. Il 92% dei medici, ad esempio, è d'accordo a delegare la gestione dei guasti del sistema informatico, il 91% gli ordini e il controllo dell'inventario, l'80% l'accoglienza dei pazienti, il 79% la pianificazione degli appuntamenti. "Delegare - sottolinea Davide Petruzzelli, presidente de La Lampada di Aladino Ets - diventa la parola d'ordine. Le mansioni amministrative riducono sia il tempo da dedicare al paziente sia quello per la formazione, l'informazione e le attività multidisciplinari in un settore come l'oncologia che contiene un numero crescente di innovazioni terapeutiche. Delegare una parte dei compiti amministrativi permetterebbe agli specialisti di avere più tempo per le mansioni mediche, con un'attenzione particolare ai pazienti e una migliore appropriatezza nell'allocazione delle risorse del sistema sanitario nazionale".  

Per Davide Integlia, General Manager di Isheo, economista sanitario ed esperto di percorsi terapeutico-assistenziali, "mettere il medico al centro deve diventare una priorità per realizzare una vera patient centricity. L'indagine condotta illustra in maniera chiara la qualità del tempo di lavoro dell'oncologo oggi. Occorre proporre soluzioni operative ai decisori politici, così da supportare il medico specialista nello svolgimento delle sue mansioni prettamente mediche". 

"La relazione con il paziente è un aspetto cruciale nell'attività del medico. Sottrarre tempo può comportare un'insoddisfazione reciproca. Siamo in un periodo in cui le risorse mediche sono carenti, per questo è necessario stabilire una gerarchia di importanza e dedicare di nuovo un tempo adeguato, continuo e protetto alla relazione con il paziente. E poi saper delegare alcuni compiti strettamente amministrativi, come la pianificazione degli appuntamenti o la modulistica, ad altre figure", ha detto Monica Giordano, direttore Struttura complessa Oncologia dell'ospedale Sant'Anna di Como. 

"In Italia vivono 3,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di tumore; 15 anni fa, nel 2010, erano 2,6 milioni", ha affermato Francesco Perrone, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). "I pazienti oncologici che convivono con la malattia in forma cronica - ha evidenziato - rappresentano una grande sfida per il Servizio sanitario nazionale. Servono più risorse e personale da destinare all'oncologia ed è necessario liberare i clinici dalle attività burocratiche. La soluzione può essere rappresentata da un modello di affiancamento di nuovo personale agli oncologi, con figure amministrative in grado di supportare il personale sanitario durante le visite, per accorciarne la durata e aumentarne il numero. Meno tempo dedicato a compilare moduli si traduce in più ore a disposizione per le visite. Si tratta di una soluzione concreta, con effetti immediati, che comporterebbe una valorizzazione del lavoro degli oncologi e una ricaduta positiva su tutto il sistema".  

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