
(Adnkronos) - Dal 10 al 13 settembre si svolgerà a Pisa la XXI edizione del Congresso della Società italiana di neuroscienze (Sins), che riunirà più di 700 ricercatori italiani e internazionali per presentare gli sviluppi più recenti sul funzionamento del cervello, le patologie neurologiche e le prospettive terapeutiche.
L'apertura ufficiale è in programma per mercoledì alle 17 al Teatro Verdi, alla presenza di autorità politiche e accademiche: interverranno Riccardo Zucchi, rettore università di Pisa; Alessandro Schiesaro, direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa; Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana; Alessandra Nardini, assessora della Regione Toscana con delega ai Rapporti con l'università e i centri di ricerca e alla promozione della ricerca scientifica; Frida Scarpa, assessora del Comune di Pisa con delega ai Rapporti con le istituzioni universitarie; Silvestro Micera, in rappresentanza del rettore della Scuola Sant'Anna. Il momento inaugurale sarà arricchito da una lezione pubblica di Michele Ciliberto, membro dell'Accademia dei Lincei e professore emerito della Scuola Normale Superiore, dal titolo 'Alle origini della civiltà dei 'moderni': Galilei e la 'libertas philosophandi''.
Il congresso si svolge con il patrocinio e il contributo organizzativo dell'università di Pisa e della Scuola Normale Superiore, rappresentate nel comitato scientifico dai professori Paola Binda, Marco Onorati e Tommaso Pizzorusso. I lavori scientifici, riservati ai congressisti, proseguiranno nelle giornate successive con sessioni presso diverse sedi del centro storico tra cui il cinema Odeon, la cripta della chiesa di San Pietro in Vinculis e la Gipsoteca di Arte Antica. Particolarmente sentito sarà il momento dedicato al ricordo del fisiologo Matteo Caleo, scomparso nel 2022, con una lezione tenuta da Michela Fagiolini, direttrice dell'Istituto di Neuroscienze del Cnr, introdotta da Lamberto Maffei. La giornata si concluderà con un concerto del Coro dell'università di Pisa.
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(Adnkronos) - Prende ufficialmente il via la Fondazione DicoGiovani, una nuova realtà nata per sostenere, promuovere e accompagnare la ricerca scientifica dei giovani in ambito pediatrico. Un progetto pensato per dare risposte concrete alle sfide ancora irrisolte nella cura dei bambini e per contribuire a costruire percorsi virtuosi per giovani ricercatori e futuri leader della pediatria. L'evento inaugurale oggi a Milano dove le voci più autorevoli del panorama accademico e clinico nazionale - informano i promotori dell'incontro - hanno delineato innovative traiettorie di ricerca nelle scienze pediatriche, dando così risalto a un'iniziativa che guarda con fiducia e determinazione alle nuove generazioni di medici e ricercatori.
"Con DicoGiovani inauguriamo un nuovo modo di pensare e fare pediatria - dichiara Gian Luigi Marseglia, presidente della Fondazione DicoGiovani, direttore della Clinica Pediatrica dell'università degli Studi di Pavia e del Policlinico San Matteo - Vogliamo creare un ecosistema che dia spazio e strumenti concreti ai giovani che desiderano investire la propria vita nella cura e nella salute dei bambini. Troppo spesso il talento giovanile viene disperso o sottoutilizzato. La nostra Fondazione nasce per valorizzarlo, orientarlo, metterlo in condizione di incidere davvero. Perché la pediatria ha bisogno di energie nuove, di menti libere, di passione e metodo, ma anche di visione e speranza". Questa visione si traduce in un appello concreto alla responsabilità formativa verso le nuove generazioni di pediatri, chiamate ad affrontare scenari clinici sempre più complessi e in continua evoluzione. Un passaggio generazionale che non può avvenire senza una revisione profonda del ruolo del pediatra e dei percorsi di crescita professionale, riflettono gli esperti.
A confermare l'importanza di questa prospettiva anche Alberto G. Ugazio, professore emerito di Pediatria e consigliere della Fondazione: "La figura del pediatra - osserva - è profondamente cambiata nel tempo. Il pediatra di oggi non può più essere solo un clinico: deve diventare anche un innovatore, un comunicatore, un punto di riferimento per le famiglie e per il sistema sanitario. E quello di domani dovrà confrontarsi con tecnologie avanzate, con la medicina personalizzata, con nuovi scenari epidemiologici. Per questo è fondamentale ripensare la formazione e investire in chi oggi si affaccia alla professione: la Fondazione sarà uno strumento prezioso per accompagnare questa trasformazione con serietà e visione".
La Fondazione e le persone coinvolte nel progetto intendono contribuire alla costruzione di un'ampia comunità di giovani ricercatori, favorendo sinergie, scambi e percorsi di crescita condivisi. "La medicina, e la pediatria in particolare, non può più permettersi l'isolamento - sottolinea Franca Fagioli, direttore della Clinica Pediatrica dell'università degli Studi di Torino e consigliere della Fondazione - E' solo nel lavoro di gruppo, nella condivisione dei dati, delle esperienze e delle idee che possiamo trovare soluzioni efficaci e sostenibili per i nostri piccoli pazienti. Vogliamo stimolare i giovani a lavorare insieme, a costruire network capaci di superare barriere geografiche, disciplinari e culturali. La Fondazione sarà un luogo aperto dove il sapere potrà circolare e crescere".
Alla base della nascita della Fondazione c'è il sostegno convinto di un'azienda che ha scelto con responsabilità di dare un sostegno concreto al futuro della ricerca sulla salute infantile. "Abbiamo voluto contribuire alla nascita della Fondazione DicoGiovani perché crediamo che la ricerca sia l'unico vero ponte tra il presente e il futuro - dichiara l'ingegner Maurizio Acri, presidente del Gruppo Dicofarm e consigliere della Fondazione - E i bambini sono, in modo assoluto, il nostro futuro. Investire nella ricerca pediatrica significa prendersi cura delle future generazioni e costruire un mondo in cui anche le malattie oggi senza soluzione possano un giorno essere curate. Ma significa anche credere nei giovani, nella loro forza, nella loro intelligenza. Vogliamo che la Fondazione sia un laboratorio verso il futuro, un luogo dove idee, talenti e passione possano incontrarsi e generare cambiamento".
Con una visione aperta, dinamica e orientata alla sostenibilità del sapere - si legge in una nota - la Fondazione DicoGiovani si propone oggi come uno snodo strategico tra formazione, ricerca e pratica clinica. Un punto di partenza, più che di arrivo, per un progetto collettivo che mette al centro i bambini, la scienza e la responsabilità di chi crede nel valore della cura. Ogni anno il comitato di responsabili scientifici della Fondazione identificherà una o più tematiche di studio e di ricerca nelle scienze pediatriche e nelle malattie infantili nell'ambito delle quali giovani di età non superiore a 40 anni, appartenenti alle scuole di specializzazione, alle università e agli istituti e ai centri di ricerca italiani, potranno proporre progetti da finanziare con il contributo della Fondazione. La selezione dei progetti destinatari dei finanziamenti, nei limiti delle risorse messe a disposizione dalla Fondazione, sarà demandata ad una apposita commissione scientifica indipendente formata da esperti riconosciuti a livello nazionale e internazionale nelle tematiche oggetto delle ricerche.
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(Adnkronos) - Il biologo statunitense David Baltimore, premio Nobel per la Medicina nel 1975 insieme a Howard Temin e Renato Dulbecco "per le loro scoperte riguardanti l'interazione tra i virus tumorali e il materiale genetico della cellula", è morto sabato 6 settembre all'età di 87 anni nella sua casa di Woods Hole, nel Massachusetts. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dalla moglie Alice Shih Huang, anche lei scienziata.
Figura centrale della biologia molecolare del Novecento e per decenni una delle voci più autorevoli nei dibattiti internazionali sull'etica delle biotecnologie, nato a New York il 7 marzo 1938, Baltimore aveva scoperto la passione per la ricerca già da liceale, durante un programma estivo presso il Jackson Laboratory nel Maine. Dopo la laurea a Swarthmore College e il dottorato al Rockefeller Institute, la sua carriera decollò rapidamente: nel 1968 entrò al Massachusetts Institute of Technology (Mit) come professore di microbiologia, poi di biologia; dal 1974 lavorò al Centro per le ricerche sul cancro allo stesso Mit di Boston. Nel 1970 identificò l'enzima trascrittasi inversa, capace di riscrivere l'informazione genetica dall'Rna al Dna, smentendo il dogma allora dominante nella biologia molecolare. Questa scoperta aprì la strada alla comprensione dei retrovirus - tra cui l'Hiv - e si rivelò cruciale nello studio del cancro e nello sviluppo di terapie antivirali. Per questo lavoro condivise il Nobel con Temin e Dulbecco.
Ma la grandezza di Baltimore andò oltre il banco del laboratorio. Negli anni '70 fu tra i primi a lanciare l'allarme sui rischi legati al Dna ricombinante, promuovendo nel 1975 la storica Conferenza di Asilomar che pose le basi per un sistema di autoregolamentazione della ricerca genetica. Più tardi avrebbe avuto un ruolo simile anche nel dibattito contemporaneo sulla tecnologia Crispr e sull'editing genetico umano. Non temette mai di prendere posizione su temi scottanti: dalla guerra in Vietnam, contro cui manifestò pubblicamente, alla battaglia per un'efficace risposta scientifica e governativa all'epidemia di Aids. Nel 1996 fu chiamato a guidare la commissione federale per lo sviluppo di un vaccino contro l'Hiv.
Baltimore fu anche presidente della Rockefeller University (1990-1991) e, successivamente, del California Institute of Technology (Caltech) dal 1997 al 2006, dove guidò una storica raccolta fondi da oltre 1 miliardo di dollari e consolidò la leadership dell'istituto nel campo delle scienze biologiche. Alla fine del suo mandato fu nominato President Emeritus e Robert Andrews Millikan Professor of Biology.
La sua carriera non fu priva di ostacoli: fu coinvolto, suo malgrado, in una lunga controversia legata a un caso di presunta frode scientifica di un collega. Pur se completamente scagionato dopo anni di indagini, la vicenda mise in evidenza il ruolo centrale - e a volte politicamente scomodo - che Baltimore ricopriva nella comunità scientifica.
Nonostante i riconoscimenti (oltre al Nobel, ricevette la National Medal of Science nel 1999, il Warren Alpert Foundation Prize, ed era membro della National Academy of Sciences), Baltimore continuò fino alla fine a definirsi "un biologo di laboratorio", fedele al metodo scientifico e alla ricerca quotidiana, fatta - come diceva - "di tentativi ripetitivi, errori continui, e idee che sopravvivono al fallimento". Dopo il ritiro ufficiale dal laboratorio nel 2019, restò attivo nel mondo della ricerca e dell'imprenditoria biotech, contribuendo alla fondazione di aziende come Calimmune e Immune Design, impegnate nella lotta contro l'Hiv e nel rafforzamento del sistema immunitario.
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(Adnkronos) - Settembre segna per milioni di studenti, dai più piccoli agli adolescenti, il ritorno sui banchi di scuola: un appuntamento emozionante, ma anche delicato per il benessere psico-fisico di bambini e ragazzi. Per supportare le famiglie in questo passaggio, la Federazione italiana medici pediatri (Fimp) ha stilato un decalogo con 10 semplici regole da tenere a mente per garantire che la ripresa scolastica avvenga in modo sano, sicuro e sereno.
Le raccomandazioni spaziano dalla prevenzione vaccinale, fondamentale per proteggere i bambini da malattie comuni che possono avere conseguenze anche gravi - ricordano gli esperti - ai suggerimenti per favorire il ritorno graduale alla routine dopo le vacanze: recuperare i corretti ritmi sonno-veglia, adottare un'alimentazione equilibrata, mantenere un'attività fisica regolare e imparare a gestire con equilibrio il tempo libero. Non meno importante è l'attenzione all'igiene quotidiana, in particolare di mani e denti, come forma di prevenzione. A tutela del benessere emotivo, inoltre, è essenziale che i genitori supportino i propri figli attraverso un'adeguata comprensione e gestione delle emozioni.
Dieci indicazioni che rappresentano un'opportunità per accompagnare bambini e ragazzi verso un percorso di crescita sano e consapevole. Secondo i pediatri di famiglia, infatti, il ritorno sui banchi di scuola è anche l'occasione per educare allìautonomia - ad esempio nella preparazione dello zaino - e alla responsabilità, attraverso l'insegnamento dell'importanza di scelte sane (rifiuto del tabagismo e del consumo di alcol) e del rispetto dell'ambiente. Da non dimenticare, infine, l'uso corretto dei dispositivi digitali, soprattutto nelle ore serali, da gestire con regole chiare, condivise in famiglia.
"Il rientro a scuola è un momento delicato non solo per bambini e ragazzi, ma anche per i genitori. Per questo, come pediatri di famiglia - spiega Antonio D'Avino, presidente nazionale Fimp - riteniamo molto importante offrire suggerimenti e consigli pratici che aiutino le famiglie a tutelare la salute e il benessere dei propri figli. Il decalogo nasce dall'esperienza diretta dei pediatri di famiglia, che ogni giorno nei propri studi accompagnano milioni di bambini, genitori e famiglie nelle sfide quotidiane della crescita verso l'età adulta". Il decalogo "è uno strumento semplice e concreto, pensato per fornire ai genitori regole chiare e facilmente applicabili. L'obiettivo è costruire routine sane ed equilibrate, che rendano la quotidianità di bambini e ragazzi, fatta di scuola, sport, attività ricreative, amicizie e famiglia, più serena e armoniosa", aggiunge Silvia Zecca, referente del Gruppo Area Sito della Fimp.
Questi i 10 consigli per i genitori: 1) Vaccinazioni - Verificate che siano aggiornate: proteggono vostro figlio e la comunità scolastica; 2) Alimentazione equilibrata - Colazione completa e merende sane per energia e concentrazione; 3) Igiene quotidiana - Lavarsi le mani e prendersi cura dei denti: piccoli gesti, grandi risultati; 4) Sonno e routine regolari - Orari stabili e pause aiutano memoria, concentrazione e umore; 5) Attività fisica - Sport e movimento, meglio se all'aperto. Camminare o andare in bici a scuola; 6) Zaino leggero e organizzazione - Insegnate ai bambini a prepararlo da soli, portando solo il necessario; 7) Uso consapevole dei dispositivi digitali - Regole chiare per tablet e smartphone, soprattutto la sera; 8) Benessere emotivo - Ascoltare, parlare, rassicurare: i voti non definiscono il valore di un bambino; 9) Amicizia e scelte sane - Coltivare buone relazioni e dire no a fumo, alcol e droghe; 10) Rispetto dell'ambiente - Differenziare i rifiuti, non sprecare acqua e cibo, prendersi cura degli spazi comuni.
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(Adnkronos) - Annunciato a Monza il documentario “Benetton Formula” che ripercorre per la prima volta la storia della blasonata scuderia italiana che innovò il mondo della Formula 1, con la prima messa in onda del trailer ufficiale. Il documentario sarà trasmesso il prossimo autunno su Sky e NOW. È la storia della blasonata scuderia italiana che innovò il mondo della Formula 1, un mix di ricordi ed emozioni che ritorneranno in occasione del trentennale delle storiche vittorie mondiali. Ideato dall’emergente casa produttrice “Slim Dogs”, il documentario ripercorre per la prima volta l’incredibile epopea sportiva del team Benetton in Formula 1 negli anni ’90. (Video)
Un grande repertorio, in parte inedito, mostrerà scene in pista ad alta tensione, intuizioni rivoluzionarie e drammatici imprevisti, ricostruendo, anno dopo anno, l’ascesa di un team su cui nessuno avrebbe scommesso. Lo stesso team che poi ha portato in alto l’Italia della F1 nel mondo. La storia di una squadra diversa da tutte le altre, che in maniera allegra, colorata e coraggiosa si è ritrovata a sfidare l’élite più blindata dello sport mondiale, sotto la guida di Alessandro Benetton, oggi Presidente della rinnovata Edizione.
Tra le voci protagoniste di Benetton Formula: Flavio Briatore, Gerhard Berger, Ross Brawn, Rory Byrne, Alessandro Benetton, Bernie Ecclestone, Ralf Schumacher, oltre a Luciano Benetton, l’iniziatore dell’avventura. Insieme a loro giornalisti – tra cui Carlo Vanzini -, piloti come Ivan Capelli, oggi talent di Sky Sport, e commentatori di quei tempi. Tra colpi di scena, scommesse azzardate, intuizioni, gioco di squadra, tecnica e una nuova visione del Circus, i colori della Benetton rivoluzionano tutto. Perché Benetton Formula non è solo la storia di una scuderia. È una corsa impossibile, un traguardo insperato, una bandiera a scacchi bianchi e neri che diventa a colori.
La produzione. Slim Dogs Production è una casa di produzione romana fondata nel 2014 da Matteo Bruno, Giovanni Santonocito, Adriano Santucci e Marco Cioni. Nata nel mondo web, negli anni si è affermata come punto di riferimento nel mondo della creatività e della produzione audiovisiva di ogni tipo, dagli spot tv ai documentari, contaminando i media più tradizionali con il linguaggio digitale. Nel 2019 sono la produzione esecutiva per la docuserie RAI “I Grandi Dimenticati”, prodotto da Pepito Produzioni. Nel 2022 partecipano in concorso alla Settimana Internazionale della Critica del Festival di Venezia con il cortometraggio “Nostos”.
La nascita del progetto. Nel 2023, Slim Dogs, che collabora con i canali social di Alessandro Benetton, inizia ad approfondire l’avventura della scuderia Benetton Formula. La ricerca si è concretizzata nella produzione di un documentario che ha riscosso immediatamente l’interesse e la collaborazione di Sky. Regista: Matteo Bruno. Classe 1990, filmmaker e co-fondatore della Slim Dogs, inizia il suo percorso su YouTube con il nome di Cane Secco, dove inizia a sperimentare con il linguaggio audiovisivo. Dopo aver contribuito alla creazione di progetti di successo come “Freaks! The Series”, prima web serie italiana e “Dylan Dog - Vittima degli Eventi”, fonda la propria casa di produzione, la Slim Dogs Production. Da sempre appassionato del linguaggio documentaristico, nel 2019 firma la regia della docuserie RAI “I grandi dimenticati” e nel 2022 dirige e produce la docuserie digitale “Perché proprio tu?”.
Autore: Giacomo Pucci. Dal 2016 lavora prima come redattore, poi come autore per molti programmi televisivi. Di recente ha curato la scrittura di una serie di documentari in prima serata su La7, Una giornata particolare, condotto da Aldo Cazzullo. Parallelamente alla scrittura e allo sviluppo di documentari e programmi di approfondimento, segue il confezionamento di diversi contenuti per il web e nel 2016 pubblica la sua prima raccolta di racconti, Prima un passo (L’Erudita) e dal 2017 idea e scrive la serie di narrativa illustrata Bulloni (Round Robin Editrice), tradotta e distribuita anche in Spagna (Carambuco Ediciones e El Cep i La Nansa). Autore: Giulia Soi.
Dal 2004 è autrice televisiva per i principali network italiani e internazionali e ha collaborato con importanti personalità come Maurizio Costanzo, Papa Francesco, Salvo Sottile, Alessandro Cecchi Paone, Marco Tardelli, Antonello Piroso, Max Pezzali, Tommaso Cassissa. Dal 2021 si occupa a tempo pieno di documentari sportivi come "1982 - una storia azzurra" (SKY) e "L'avversario" (Rai3).Poliglotta per passione, dal 2010 è giornalista pubblicista, dal 2016 produce contenuti per il web e nel 2019 ha pubblicato il romanzo “Glitch – Figli di un dio confuso” (Edizioni della goccia, Torino).
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(Adnkronos) - Per anni ha guidato una Formula 1 in autostrada, alla fine è stato arrestato. La polizia della Repubblica Ceca ha annunciato di aver finalmente bloccato e arrestato l'automobilista che, al volante di un'auto simile ad una Formula 1 - si tratterebbe di una Dallara GP2/08 - sfrecciava lungo le autostrade del paese sin dal 2019. Il pilota fuorilegge, al volante della monoposto caratterizzata dalla livrea simile a quella di una Ferrari, è stato seguito fino ad un'area nel villaggio di Buk, a circa 60 km da Praga.
Il driver, come hanno evidenziato video diffusi sui social, era stato avvistato in un'area di servizio dell'autostrada D4 durante un 'pit stop'. Il pilota, 51 anni, è stato arrestato nella sua proprietà. Gli agenti, a quanto pare, hanno dovuto faticare per estrarlo dall'abitacolo. L'uomo ha protestato, denunciando la presenza della polizia in una proprietà privata senza mandato. Alla fine, si è arreso ed è sceso dal bolide, senza togliersi casco e tuta. In commissariato, secondo i media locali, non ha risposto alle domande. La stampa ceca riporta le parole del figlio del pilota, che ha giudicato "eccessivo" l'impiego di un elicottero e di decine di auto della polizia per "una presunta violazione del codice stradale. La polizia ci ha visto caricare su un carrattrezzi una macchina di Formula 1 dopo averne vista una sfrecciare in autostrada. Ovviamente noi non ne sappiamo nulla".
However, according to the website auto.cz it is in fact a Dallara GP2/08 - a racing car developed by the Italian manufacturer Dallara for use in the GP2 Series, a feeder series for Formula One.
The contest has since been rebranded as the FIA Formula 2 Championship.
Regardless of its exact provenance the owner now faces a fine for driving a vehicle on the motorway without headlights, indicators or number plates, and could have his driving licence suspended.
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(Adnkronos) - Nuove puntate di 'Tintoria' in arrivo. Dopo la pausa estiva riparte il podcast di Daniele Tinti e Stefano Rapone, co-prodotto da The Comedy Club, con i suoi appuntamenti dal vivo. Per questo inizio di stagione, Tintoria cambia location e si sposta ad Hacienda Roma, un nuovo spazio polivalente, a Roma, che ospita eventi e concerti in via dei Cluniacensi 68 in zona Tiburtina.
Appuntamento mercoledì 10 settembre con la nuova puntata, il primo ospite è Max Angioni, comico, attore e conduttore. Dagli inizi da animatore alle feste, alla ribalta di Italia’s Got Talent, dai sold out nei teatri a 'Le Iene' su Italia Uno, Angioni è un comico della nuova generazione tra i più poliedrici e con Daniele Tinti e Stefano Rapone dialogherà anche sulla sua carriera da attore nel film 'Esprimi un desiderio', in sala dal 25 settembre.
Tintoria continua tra aneddoti, chicche, retroscena, manie e segreti di tutti quegli ospiti che scelgono i microfoni del podcast comedy più 'rilassato' d’Italia, per raccontare tutto quello che non potrebbero raccontare da nessun'altra parte. Con oltre 250 puntate e più di 100 milioni di visualizzazioni e ascolti, Tintoria è ormai diventato un punto di riferimento nel mondo dei podcast comedy italiani, vincendo anche il prestigioso Premio della Satira Forte dei Marmi e il Premio del pubblico Amazon Music de IL POD.
Leggi tutto: Torna 'Tintoria Live', dal 10 settembre la nuova stagione in una location inedita

(Adnkronos) - West Point 'boccia' Tom Hanks e Donald Trump esulta. Il presidente degli Stati Uniti ha celebrato su Truth Social la decisione della US Military Academy di West Point di cancellare la cerimonia per il conferimento del prestigioso Sylvanus Thayer Award all'attore Tom Hanks, prevista per il 2025. "La nostra grande West Point (sempre la migliore!) ha saggiamente cancellato la cerimonia di premiazione per l'attore Tom Hanks. Mossa importante! Non abbiamo bisogno di destinatari distruttivi e woke che ricevano i nostri amati premi americani! Si spera che gli Academy Awards e gli altri falsi premi rivedano i loro standard e le loro pratiche in nome dell’equità e della giustizia".
La decisione di West Point, comunicata via email dal colonnello in pensione Mark Bieger, è stata motivata con la necessità per l'accademia di "concentrarsi sulla sua missione principale: preparare i cadetti a comandare, combattere e vincere come ufficiali dell’esercito più letale del mondo". Hanks, due volte premio Oscar, era stato scelto per il riconoscimento in quanto "cittadino statunitense eccezionale" per il suo sostegno ai militari e alle iniziative commemorative. Tuttavia, secondo il Washington Post, la sua vicinanza al Partito Democratico - ha sostenuto Joe Biden nel 2020, ricevuto la Medal of Freedom da Barack Obama e contribuito con donazioni a candidati dem - potrebbe aver pesato sulla scelta di West Point.
Leggi tutto: Tom Hanks 'bocciato da West Point e Trump esulta

(Adnkronos) - West Point 'boccia' Tom Hanks e Donald Trump esulta. Il presidente degli Stati Uniti ha celebrato su Truth Social la decisione della US Military Academy di West Point di cancellare la cerimonia per il conferimento del prestigioso Sylvanus Thayer Award all'attore Tom Hanks, prevista per il 2025. "La nostra grande West Point (sempre la migliore!) ha saggiamente cancellato la cerimonia di premiazione per l'attore Tom Hanks. Mossa importante! Non abbiamo bisogno di destinatari distruttivi e woke che ricevano i nostri amati premi americani! Si spera che gli Academy Awards e gli altri falsi premi rivedano i loro standard e le loro pratiche in nome dell’equità e della giustizia".
La decisione di West Point, comunicata via email dal colonnello in pensione Mark Bieger, è stata motivata con la necessità per l'accademia di "concentrarsi sulla sua missione principale: preparare i cadetti a comandare, combattere e vincere come ufficiali dell’esercito più letale del mondo". Hanks, due volte premio Oscar, era stato scelto per il riconoscimento in quanto "cittadino statunitense eccezionale" per il suo sostegno ai militari e alle iniziative commemorative. Tuttavia, secondo il Washington Post, la sua vicinanza al Partito Democratico - ha sostenuto Joe Biden nel 2020, ricevuto la Medal of Freedom da Barack Obama e contribuito con donazioni a candidati dem - potrebbe aver pesato sulla scelta di West Point.
Leggi tutto: Tom Hanks 'bocciato' da West Point, niente premio all'attore. E Trump esulta

(Adnkronos) - "Il Papa ha canonizzato due giovani santi, Carlo Acutis e Giorgio Frassati, e si è rivolto ai ragazzi dicendo, con parole forti, di non sprecare la vita. Come durante l'emergenza Covid io sono sempre stato dalla parte dei giovani contro ogni loro strumentalizzazione. E oggi come allora mi rivolto direttamente a loro: la droga uccide. Non sprecate la vostra vita, non gettatela via". Così Francesco Vaia, già direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Dg dell'Inmi Spallanzani di Roma e oggi componente dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, in un video sui social.
Leggi tutto: Appello Vaia ai giovani: "Sempre dalla vostra parte, non sprecate la vita"



(Adnkronos) - Quarant’anni di storia e uno sguardo al futuro. L’Associazione Italiana Gemmologi ha celebrato l’anniversario a Vicenzaoro September, la manifestazione internazionale di Ieg dedicata alla filiera del prezioso in scena fino a domani al quartiere fieristico di Vicenza. "Non siamo un ordine professionale, ma il riconoscimento del Mimit ci conferisce credibilità e una cornice regolamentata", ha spiegato il presidente Rinaldo Cusi. Tra i punti di forza, la crescente presenza femminile, oggi al 35% tra soci e consiglio direttivo. Nonostante le incertezze del mercato dei diamanti, Cusi ha ribadito la missione dell’associazione: "Aggiornarsi è vitale, dalle inclusioni alle giade fino alle turchesi. Chi non si forma rischia l’obsolescenza". Moderato da Loredana Prosperi, vicepresidente Aig e direttore dell’Istituto Gemmologico Italiano, l’incontro ha visto esperti internazionali affrontare temi chiave: la "giada svelata" con Guy Lalous, il turchese naturale e trattata con Ilaria Adamo, le microfotografie con Liviano Soprani, la rivoluzione tecnologica di "Gemtelligence" con Peter Tollan, fino alla riflessione di Rui Galopim sul ruolo della gemmologia nei musei. Un evento che, tra ricerca, innovazione e identità, ha confermato come la gemmologia italiana resti protagonista sulla scena mondiale.
Sempre protagonista a Vicenzaoro, il cammeo è emblema di una tradizione che unisce arte e identità territoriale. Del valore culturale, simbolico ed economico di questo prezioso identitario ne ha discusso stamattina Assocoral, Federpreziosi Confcommercio e Igi - Istituto Gemmologico Italiano, in un incontro che ha aperto la quarta giornata del salone internazionale dell’oreficeria e gioielleria di Italian Exhibition Group, in corso fino a domani al quartiere fieristico del capoluogo berico. Al centro, la lavorazione artigianale di Torre del Greco e il valore culturale di un gioiello che conserva intatta la sua forza espressiva.
"Il cammeo è un'arte millenaria che affonda le radici nella glittica romana e si prepara a ottenere il riconoscimento come Indicazione Geografica Protetta", ha dichiarato Vincenzo Aucella, presidente Assocoral. "Per valorizzare la nostra tradizione e la maestria degli incisori, abbiamo organizzato dimostrazioni dal vivo e iniziative mirate a Vicenzaoro, in vista della presentazione ufficiale della candidatura dal dicembre 2025". Un patrimonio da riscoprire, anche sul fronte della comunicazione e della conoscenza, come sottolineato dall’Istituto Gemmologico Italiano, con la direttrice Loredana Prosperi che ha ribadito l'importanza di raccontare la "poesia nascosta" dietro ogni figura scolpita, per superare la confusione e il disinteresse che spesso circondano questo gioiello.

(Adnkronos) - Ignazio Boschetto è diventato papà. È nato Gabriele, primo figlio del cantante de 'Il Volo'. Ad annunciarlo sui social è sua moglie Michelle Bertolini che ha condiviso oggi 8 settembre la foto di un grande orsacchiotto di peluche, fiocco e palloncini azzurri con la scritta: 'Benvenuto Gabriele'. E poi per chiarire che il parto è già avvenuto ha scritto: "A casa con il nostro piccolino".
Ignazio e Michelle sono diventati marito e moglie poco meno di un anno fa, a settembre 2024, prima con una cerimonia civile in provincia di Bologna e poi con una festa sul Lago di Como. La coppia aveva annunciato la gravidanza pubblicamente lo scorso aprile: "Fra pochi mesi arriverai e non vediamo l’ora di vederti, di crescerti, di farti conoscere il mondo e di conoscere il meraviglioso privilegio di essere papá e mamma". Inizialmente i due credevano di aspettare una bambina che avrebbero chiamato Bianca ma dopo l'ecografia morfologica, che si effettua solitamente durante il secondo trimestre della gravidanza, hanno scoperto che sarebbe arrivato un maschietto e avevano già fatto sapere di aver scelto per lui il nome Gabriele.
Giù da qualche settimana Boschetto e Bertolini contavano le ore che li separavano dal momento in cui avrebbero conosciuto il loro primogenito. "Prossima settimana ti avremo tra le nostre braccia. Ogni giorno ci chiediamo come sarai, a chi assomiglierai, se sarai calmo come la mamma o pazzo come papà. Manca davvero poco piccolo nostro", aveva scritto la coppia sui social qualche giorno fa. E ora la famiglia è tornata a casa in tre.
Leggi tutto: Il Volo, è nato il primo figlio di Ignazio Boschetto e Michelle Bertolini

(Adnkronos) - Il principe William e la principessa Kate hanno reso omaggio alla defunta regina Elisabetta II nel terzo anniversario della sua scomparsa. A pochi chilometri di distanza, oggi 8 settembre anche il principe Harry ha voluto commemorare la nonna.
Il principe e la principessa del Galles hanno partecipato a un evento a Sunningdale, dove hanno ricordato la straordinaria vita della defunta monarca, visitando il National Federation of Women's Institute (WI), che ha un legame speciale con la ex regina. Nello stesso momento, il fratello Harry si era recato alla Cappella di San Giorgio, al Castello di Windsor, per far visita alla tomba della nonna, pochi istanti dopo l'atterraggio a Heathrow. Il duca di Sussex ha lasciato una corona di fiori e un bouquet sulla tomba della nonna.
Anche re Carlo e la regina Camilla hanno celebrato l'anniversario, condividendo sulla pagina social ufficiale del monarca un'immagine della defunta regina con la semplice didascalia: "Ricordando la Regina Elisabetta II, 1926-2022".
Harry parteciperà a Londra alla cerimonia annuale dei WellChild Awards, indetti dall'organizzazione benefica di cui è da tempo sostenitore. Con l'occasione, potrebbe vedere il padre, re Carlo, attualmente a Balmoral, nell'Aberdeenshire, che non ha in agenda impegni pubblici per questa settimana. Ma nulla al momento sembra esser stato deciso.
L'ultimo incontro di persona tra Harry e Carlo è avvenuto più di un anno e mezzo fa, nel febbraio 2024, in seguito alla diagnosi di cancro al re. Il loro incontro durò poco più di 30 minuti prima che il monarca partisse per Sandringham. Entrambi i fratelli erano inoltre presenti al funerale dello zio, Lord Fellowes, nel Norfolk, sempre nel 2024, anche se sembra che non si siano parlati. Domani William visiterà un'organizzazione giovanile a Lambeth, nel sud di Londra, mentre Harry visiterà nuovamente il Community Recording Studio, nella zona di St Ann's, a Nottingham.
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(Adnkronos) - Digiuno collettivo per 48 ore, ammessa solo l'acqua. A lanciarlo sui social, non è la prima volta, è l'attore Raz Degan. A rispondere sono stati in 1.500. "Un reset fisico e mentale per scoprire quanto sei più forte di quello che credi", ha scritto Degan su Instagram. L'ex vincitore dell'Isola dei famosi è un guru delle pratiche detox ed è arrivato a digiunare per 10 giorni. Va detto che sui post sui social l'attore israeliano sottolinea che per partecipare si deve aderire ad un programma che prevede una fase preparatoria. Ma il digiuno, intermittente o prolungato, funziona? Quali sono gli effetti? "Sappiamo dagli antichi Greci che 'dieta' è un modo di essere, uno stile di vita, un insieme di scelte anche alimentari che hanno lo scopo di farci stare bene e in salute. Per raggiungere questo obiettivo bisogna affidarsi a professionisti che tengano conto dei dati forniti dalla ricerca scientifica, senza cedere alle mode del momento. Dimagrire e ingrassare in continuazione - il cosiddetto 'effetto yo-yo' - può avere conseguenze negative, non solo perché molto spesso è associato ad un aumento del rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare, ma in particolar modo perché rappresenta un vero stress per il nostro metabolismo e per i complessi sistemi di cui il nostro organismo è composto". Lo spiega all'Adnkronos Salute Mauro Minelli, immunologo e docente docente di Nutrizione Umana alla Lum.
"Il digiuno è una cosa seria e per questo richiede una supervisione medico-clinica accurata, oltre che opportune integrazioni di sali minerali e vitamine. No al 'fai-da-te' dunque, è una pratica da scoraggiare assolutamente in modalità 'autogestita", avverte anche Silvia Maria Galetti, endocrinologa, dietologa e nutrizionista del Policlinico di Modena. "Il professor Walter Longo, direttore dell'Istituto di longevità dell'università della Calfornia, uno dei più importanti centri per la ricerca in tema di invecchiamento - ricorda - come altri importanti ricercatori europei tra cui il professor Guido Kroemer, biochimico tedesco che lavora a Parigi, ha dimostrato in studi in vitro e su topi che il digiuno favorisce l'autofagia, ovvero la capacita delle cellule di 'ripulirsi', di eliminare le proteine danneggiate e gli organelli di scarto. Questo porterebbe ad un allungamento della vita della cellula e ad una minore incidenza delle malattie cronico- degenerative, compresi i tumori". Longo "è stato l'inventore della dieta mima-digiuno. Ma, ripeto - avverte l'esperta - sono protocolli che, se applicati in vivo (cioè sull'uomo e non in laboratorio), richiedono una grande competenza professionale ed accurati controlli. Purtroppo, la disinformazione impera. Se il digiuno è finalizzato a perdere peso, a maggior ragione non serve o meglio deve essere inquadrato all'interno di un piano alimentare sostenuto da dei professionisti".
"Degan anche se fa il 'guru' non è un medico. Può applicare a se stesso lo stile di vita che preferisce, ma non può farlo su altri. Tra le 1.500 persone che lo hanno seguito c'è di tutto, cardiopatici, malati oncologici ai quali il digiuno non solo fa male, ma compromette l'efficacia delle terapie. Da Raz Degan un messaggio pericoloso e qualunquista, soprattutto se arriva a pazienti con tumore", rimarca Galetti.
Secondo Minelli, "una dieta dimagrante impone, per definizione, una restrizione calorica che, di norma, indurrà una perdita di peso più o meno rilevante, soprattutto nel primo periodo. In questa fase l'organismo tende a cambiare il proprio metabolismo e, quindi, la quantità di energia necessaria per svolgere tutte le attività quotidiane. Se la restrizione calorica è stata particolarmente marcata il metabolismo continuerà a rallentare, ragion per cui sarà difficile continuare a dimagrire, in quanto l'organismo tenderà a trattenere le proprie riserve di grasso e a bruciare di meno".
Ma non solo. "Come conseguenza di tali dinamiche, nel momento del ritorno ad un regime dietetico normocalorico si assisterà ad un repentino aumento di peso - avverte il medico - Tra l'altro, bisogna anche considerare che la perdita di peso iniziale è solo in minima parte perdita di massa grassa, corrispondendo in maggior misura ad una perdita di liquidi e massa muscolare. Quest'ultima è composta da tessuto metabolicamente molto più attivo di quello adiposo, sicché una sua diminuzione determinerà un ulteriore rallentamento del metabolismo".
Quali sono, invece, le principali complicanze che possono conseguire ad una dieta dimagrante in senso stretto? Quali ambiti del nostro organismo potrebbero subire danni maggiori per un apporto limitato di nutrienti che un regime alimentare ridotto necessariamente comporta? "Purtroppo, gli effetti negativi di un regime dietetico si vedono nel lungo termine - osserva Minelli - Si pensi ai regimi alimentari molto restrittivi che si basano per lo più su una diminuzione dei carboidrati: non solo pane e pasta, molto spesso in profili dietetici di questo genere vengono sacrificate anche frutta e verdura che sono quasi o del tutto assenti. Il rischio più grosso è quello di incorrere in uno stato carenziale riferito ad importanti minerali e vitamine, ma anche alle fibre, importantissimo supporto per l'attività intestinale. Quel che è peggio, tuttavia, è che le diete così strutturate portano ad un considerevole aumento di proteine e grassi, così trasformandosi in diete poco salutari e iperproteiche, nonostante non ci si trovi in condizione di aumentato fabbisogno proteico come avviene, per esempio, quando si pratica un'intensa attività sportiva. Una dieta di questo genere, seguita per un lungo periodo, può essere nociva per la funzione renale e può portare ad un aumento della frazione Ldl (quella 'cattiva') del colesterolo nel sangue".

(Adnkronos) - Italia pronta a restare in Libano anche senza i caschi blu dell'Onu. Ad annunciare il proseguimento della missione di interposizione è stato oggi, lunedì 8 settembre, il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Difenderemo il più possibile la nostra presenza all’interno del mandato Onu. Se l’Onu deciderà di ritirarla, proporrò al Parlamento un ampliamento della missione bilaterale che ha l’Italia, perché non si abbandona un popolo. Siamo stati lì perché pensavamo fosse utile. Possiamo farlo anche da soli, non con la forza dell’Onu. Occorre che una nazione sappia prendersi delle responsabilità anche singole”, ha affermato Crosetto a margine della cerimonia per l’82esimo anniversario della Difesa di Roma.
“Continuiamo la nostra missione perché siamo sempre più convinti che serva, siamo convinti che un’interposizione multinazionale sia l'unica soluzione nelle aree di crisi come quella e lo sarà anche a Gaza e lo potrà essere anche in Ucraina. Per questo noi da tempo parliamo di Onu. L’Onu non va più di moda ma un ritorno al multilateralismo, cioè a degli organismi multinazionali che servono a garantire la pace, che non siano considerati di parte, è l'unica salvezza se vogliamo smettere di parlare di guerra e parlare di ricostruzione”, ha scandito il titolare della Difesa. “La continuiamo - ha ribadito parlando di Unifil - C’è una stabilizzazione in corso in Libano e la nostra presenza è un aiuto”.
"L'affermazione del ministro Crosetto - dice all'Adnkronos il generale Marco Bertolini, ex comandante del Covi - è coerente con una storia degli ultimi decenni che vede l'Italia tra i protagonisti assoluti nello sforzo di fornire sicurezza al Libano, soprattutto lungo il confine meridionale contro il quale preme da sempre Israele. A questo confine meridionale tradizionalmente fonte di problemi per Beirut, si aggiunge ora il lungo confine con la Siria dove si è insediato un governo espressione di Hayat Tahrir al Sham, già movimento terrorista di natura qaedista nato sull'onda delle primavere arabe che hanno squassato Medio Oriente e Nord Africa. Per questo, abbiamo costantemente mantenuto nella fascia frontaliera tra il Libano e Israele oltre un migliaio di uomini inseriti nell'operazione di interposizione Unifil, esprimendo molti dei Comandanti della missione internazionale che assomma a oltre 11 mila uomini, inclusi mezzi corazzati ed elicotteri".
"Che l'Italia voglia rimanere coinvolta nel Paese, nonostante il possibile ritiro di Unifil mi sembra positivo - ribadisce Bertolini - visti i rapporti di stima e amicizia che in questi decenni si sono consolidati tra i due Paesi. Peraltro, nel caso di ritiro della missione di interposizione, dopo i recenti attacchi contro la stessa da parte di Israele, credo che ogni missione bilaterale che non si frapponga materialmente tra di due Paesi non avrà quella capacità di dissuasione, per quanto limitata, necessaria per evitare altri combattimenti, con conseguenti distruzioni e vittime tra la popolazione libanese. L'Italia fornisce già una missione di supporto addestrativo a favore dell'esercito libanese che potrebbe essere il nucleo attorno al quale costituire questa nuova realtà bilaterale".
Leggi tutto: Libano, Crosetto: "Italia continuerà la missione anche senza l'Onu"
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