(Adnkronos) - "Il libro 'In difesa dello smart working', edito da Castelvecchi, affronta il necessario cambiamento culturale nelle organizzazioni, proponendo un modello lavorativo basato su conoscenza, responsabilità e flessibilità. Lo smart working permette ai lavoratori di esprimere creatività e autonomia, soddisfa i bisogni di auto-affermazione e libertà personale". A dirlo oggi il direttore centrale risorse umane Inps Giuseppe Conte durante il panel del Forum Pa. Il volume sarà disponibile nelle prossime settimane.
"La rivista internazionale Inps 'Del futuro' nasce per creare un ambiente partecipativo in cui dipendenti e collaboratori si sentano protagonisti attivi dell’organizzazione. Uno strumento che, insieme allo smart working, permette di tenere unita la nostra comunità e favorisce un equilibrio più sano tra vita privata e lavoro" ha poi aggiunto Conte.
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(Adnkronos) - "Il rapporto tra giovani e welfare, oggi, è il vero banco di prova del patto sociale. I ragazzi vivono un mercato del lavoro instabile. L’accesso all’autonomia — economica, abitativa, personale — è ancora troppo difficile. E molti percepiscono il welfare come un sistema pensato per altri, per le generazioni precedenti. Per questo serve un cambio di paradigma: serve un welfare che non si limiti a distribuire risorse, ma che generi opportunità. Che coinvolga, ascolti, includa. Che parli il linguaggio dei giovani, nei luoghi e nei modi che loro riconoscono". Così il presidente dell'Inps, Gabriele Fava, intervenendo al Forum Pa. "In Italia - ha continuato -, ci sono 10,4 milioni di giovani tra i 18 e i 34 anni. Di questi, circa 7 milioni lavorano. E l’80% ha una contribuzione stabile negli ultimi cinque anni, coprendo in media l’80% dell’intero periodo. Numeri incoraggianti, che però nascondono una realtà più complessa: i restanti 3 milioni hanno una contribuzione frammentata o assente. Sono i precari, i disoccupati, i Neet. Sono le donne che hanno lasciato il lavoro. Sono una parte della nostra società che rischia di restare indietro. Anche tra chi lavora, poi, pochi sanno davvero cosa significhi 'contribuire'. Pochi controllano il proprio estratto conto. Pochi sanno che quello che fanno oggi costruisce, giorno dopo giorno, la pensione di domani".
Secondo Fava "viviamo una stagione istituzionale in cui le trasformazioni non sono più solo tecnologiche, ma anche culturali, sociali e perfino antropologiche. Una rivoluzione profonda, che ridisegna i rapporti tra persone, istituzioni e conoscenza. In questo scenario, il nostro compito non può più limitarsi all’attuazione di norme e prestazioni. Dobbiamo comprendere, anticipare, generare questo vuol dire essere un 'motore di intelligenza sociale', significa assumere un ruolo propositivo e riflessivo. Un’istituzione che non solo eroga, ma pensa, ascolta, interpreta, che trasforma i dati in previsioni, le tendenze in politiche, i numeri in storie. Un’intelligenza capace di leggere dentro le cose e, da lì, guardare oltre". Ed ancora: "La transizione verso un welfare generativo è anche un passo verso la modernizzazione dell’Inps. È un progetto che mira a rendere i nostri servizi più vicini alle reali esigenze della società, delle persone e delle imprese, puntando a un sistema che non solo assicura le prestazioni, ma che promuove anche la partecipazione attiva e la crescita. Fondamentale il ruolo dell’Intelligenza artificiale. In questo cammino, l’Inps non è solo un ente che distribuisce risorse, ma un motore che, insieme alla collettività, contribuisce a creare un futuro più sostenibile".
"La nuova App Inps mobile in 5 mesi è stata scaricata da oltre 2 milioni di utenti. La versione 4.0 lanciata il 20 dicembre scorso è già utilizzata da 6,1 milioni di utenti, +36% rispetto ai 3,9 del 2024. Nei primi cinque mesi dal rilascio della nuova versione sono stati registrati già 23 milioni di accessi. L’obiettivo della nuova App è avere il welfare tascabile a disposizione di tutti ovunque si trovino" conclude il presidente Inps.
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(Adnkronos) - Le nuove professioni della ricerca, indispensabili per la corretta conduzione delle sperimentazioni cliniche, sono state al centro della seconda e ultima giornata dell'evento 'Clinical Trials Day' promosso dalla Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs di Roma, dall'Università Cattolica del Sacro Cuore e dall'ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola, nella sede di Roma dell'Università Cattolica. La 2 giorni, organizzata in occasione della Giornata internazionale dei trial clinici (20 maggio), ha visto a confronto sanitari, istituzioni, associazioni dei pazienti e mondo della ricerca sui farmaci e device che hanno cambiato la medicina e portato vantaggi ai pazienti negli ultimi 10 anni.
"Ci siamo resi conto dell'interesse per la ricerca clinica applicata sia per i farmaci sia per i device. In questa prima edizione, abbiamo voluto dare spazio all'attività del Campus Gemelli e abbiamo voluto sottolineare l'importanza di guardare alle nuove professioni con cui progredire nel campo della ricerca. Occorre essere rapidi nel definire percorsi formativi ben strutturati e adeguati per queste nuove job description", afferma Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore scientifico f.f. della Fondazione Policlinico Gemelli.
Nella giornata di oggi sono stati assegnati i premi intitolati a Giovanni Scambia, primo direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs e direttore dell'Unità operativa complessa di Ginecologia oncologica del Policlinico Gemelli, per il miglior 'study nurse', e a Ilaria Biagini, giovane ricercatrice, per il miglior 'study coordinator'. Sul palco sono stati premiati: Daniele Napolitano per la categoria study nurse, che ha ricevuto il premio da Emma Scambia, e Maria Anna Teberino per quella study coordinator. Entrambi i professionisti sono in forza presso il Gemelli. Per il bando dedicato agli study coordinator sono risultate al secondo posto Valeria Altamura e al terzo parimerito Giulia Ponti e Silvia Lamonica. Per la figura dello study nurse, sono state premiate al secondo posto Laura Turchini e al terzo Valentina Accinno.
"Questi due premi sono stati istituiti per dare un riconoscimento tangibile a chi si è distinto nella promozione di queste fondamentali professioni - spiega Vincenzina Mora, responsabile del Clinical Trial Office della Fondazione Policlinico Gemelli - Abbiamo guardato, nei criteri di premiazione, oltre all'esperienza maturata e quindi al numero di trial gestiti e alla quantità di tempo dedicata negli ultimi 10 anni, alle caratteristiche della nuova professione, vale a dire la capacità di problem solving e la volontà di gestire un intero team. A tal fine è stato ideato il Master universitario che mira alla formazione dello study nurse, l'infermiere che lavora in sinergia con il resto del team nella ricerca, e dello study coordinator".
"La consegna dei premi è stato un momento di grande emozione - commenta Gasbarrini - perché dedicati a due persone differenti nella carriera conseguita, ma accumunate dalla passione per la ricerca: Giovanni Scambia, collega e amico che con grande lungimiranza ha visto le potenzialità di creare un Irccs in un policlinico universitario, e Ilaria Biagini che è stata una giovane e valida study coordinator, di straordinarie capacità professionali e umane, che ha lasciato un grande ricordo in tutti noi".
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(Adnkronos) - A 77 anni ha donato un rene alla figlia affetta da insufficienza renale cronica. È accaduto all'Ismett-Upmc di Palermo, dove è stato eseguito con successo iltrapianto di rene da donatore vivente. Un caso eccezionale: la donatrice infatti è tra le più anziane in Italia ad aver effettuato questo tipo di donazione. "Quando ho saputo che potevo donare il rene a mia figlia - racconta Teresa - non ho avuto alcun dubbio. Ho potuto fare questo intervento perché il mio corpo, il mio fisico, non ha problemi particolari, e posso dire che lo rifarei: grazie a questo gesto ho potuto alleviare le sofferenze di mia figlia".
L'intervento, spiegano dall'Ismett, sottolinea "l'importanza della donazione da vivente come opzione terapeutica efficace, anche in età avanzata, grazie a una selezione accurata dei donatori e all'impiego di tecniche chirurgiche all'avanguardia". Questo trapianto, sottolinea Barbara Buscemi, responsabile medico del programma di trapianto di rene di Ismett-Upmc, "dimostra che non conta l'età anagrafica, come tutti noi medici sappiamo, ma l'età biologica. La signora Teresa è una delle donatrici più anziane d'Italia, ma il suo decorso post-operatorio è stato lineare: si è alzata già nella prima giornata ed è stata dimessa in tempi molto brevi".
Il trapianto è stato effettuato con tecniche chirurgiche avanzate, come la nefrectomia laparoscopica, che riduce i tempi di recupero e minimizza le complicanze post-operatorie. La donatrice è stata sottoposta a un rigoroso processo di valutazione pre-operatoria per verificarne l'idoneità, anche alla luce dell'età avanzata.
"Ero iscritta in lista d'attesa da cadavere - racconta Rosa, la paziente sottoposta al trapianto - ma i tempi erano lunghi e le mie condizioni peggioravano. Mia madre, a un certo punto, si è detta disposta a donarmi il rene. All'inizio ero preoccupata, speravo mi chiamassero per un trapianto da cadavere, ma poi mi sono affidata ai miei medici ed è andato tutto bene".
Il programma di trapianto da donatore vivente presso Ismett-Upmc è attivo dal 1999 e rappresenta una delle principali attività chirurgiche del centro. "In Ismett - afferma spiega Duilio Pagano, responsabile chirurgico del programma di trapianto di rene - abbiamo sviluppato dei percorsi di cura e di gestione delle complicanze che ci permettono di ottenere dimissioni protette in tempi brevi, affinché i pazienti possano tornare alle loro attività di tutti i giorni".
Secondo i dati del Centro nazionale trapianti, in Italia tra il 2002 e il 2022, sono stati effettuati 4.599 trapianti di rene da donatore vivente, con una sopravvivenza dei pazienti del 98,7% a 1 anno e del 96,8% a 5 anni dal trapianto. Studi clinici indicano che l'età del donatore vivente non influisce significativamente sulla durata del trapianto, con sopravvivenze a 10 anni superiori al 74% anche in presenza di donatori over 60.
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(Adnkronos) - La leucemia linfatica cronica (Cll) è la più frequente fra le leucemie (30% di tutte le diagnosi); ha un'incidenza in Europa di circa 4,92 casi su 100mila persone all'anno, e nel 2024 in Italia sono stati stimati circa 2.750 nuovi casi. Ingrossamento dei linfonodi, anemia, piastrinopenia con febbre e sensazione di affaticamento sono le principali manifestazioni della malattia, che può avere un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti, spesso anziani over 70, colpiti anche da altre patologie. La patologia ha un andamento cronico che, dopo il trattamento di prima linea, può andare incontro a recidiva. Pertanto è fondamentale avere a disposizione terapie di salvataggio, in grado di controllare questa neoplasia ematologica a lungo termine. Si stanno aprendo importanti prospettive grazie all'approvazione della Commissione europea di pirtobrutinib, una terapia mirata innovativa per il trattamento dei pazienti adulti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria, precedentemente trattati con un inibitore di Btk.
"La leucemia linfatica cronica è una patologia linfoproliferativa in cui i linfociti B crescono in numero eccessivo nel sangue, nel midollo osseo e nei tessuti linfatici, il cui volume aumenta - spiega Antonio Cuneo, direttore dell'Unità operativa di Ematologia dell'Aou di Ferrara - L'incremento del numero dei linfociti lascia meno spazio a disposizione per i globuli bianchi sani, i globuli rossi e le piastrine, che diminuiscono. Il calo dei globuli rossi determina anemia, mentre, a causa del minor numero di piastrine, il sangue non coagula normalmente, con tendenza a emorragie ed ematomi nei casi severi". La malattia "ha un andamento clinico molto eterogeneo - prosegue Cuneo - La maggioranza dei pazienti non presenta sintomi, arriva alla diagnosi in seguito a controlli eseguiti per altri motivi, perché ad esempio si notano linfonodi ingrossati nel collo, nelle ascelle o all'inguine. Questo tumore del sangue può rimanere stabile per anni, senza necessità di terapia. In questi casi viene adottata la strategia di 'watch and wait', cioè 'osserva e attendi', caratterizzata da un attento monitoraggio dei parametri clinici e laboratoristici, finché la malattia non diviene sintomatica o progredisce". L'avvio della terapia avviene a seguito di un ingrandimento significativo dei linfonodi, della milza, di un calo dell'emoglobina o delle piastrine con sintomi legati all'anemia e, talora, ai sanguinamenti. Questi sintomi possono essere individuati tempestivamente dai medici nei pazienti sottoposti a controlli periodici.
"Alcuni pazienti - illustra Cuneo - presentano un andamento clinico aggressivo. La gestione della malattia è migliorata negli ultimi anni grazie all'introduzione di marker prognostici, di nuovi trattamenti e al miglioramento delle terapie di supporto. La cura della leucemia linfatica cronica oggi è, salvo eccezioni, libera da chemioterapia, con indubbi vantaggi per i pazienti. Il trattamento chemio-immunoterapico, utilizzato fino a qualche anno fa, si è dimostrato meno efficace delle moderne terapie biologiche ed era infatti caratterizzato da alcune importanti tossicità, quali prolungata immunosoppressione e insorgenza di secondi tumori del sangue a breve e a lungo termine. Disporre di farmaci efficaci e meglio tollerati, come gli inibitori covalenti di Btk e di Bcl-2, è un grande beneficio per i pazienti. Anche le persone che presentano sintomi e che, quindi, richiedono un trattamento tempestivo oggi possono condurre una vita normale grazie a terapie mirate innovative, che devono essere effettuate nei centri specializzati di ematologia come quelli presenti in Emilia Romagna". In regione si stimano ogni anno circa 185 nuovi casi di leucemia linfatica cronica.
"Con pirtobrutinib, inibitore non covalente di Btk, è possibile recuperare la risposta in un'alta percentuale di pazienti - sottolinea Cuneo - e la malattia può essere tenuta sotto controllo per molto tempo. Nello studio Bruin Cll-321", il farmaco "ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 46% e il tempo al successivo trattamento è stato di circa 2 anni. Da qui l'importanza dell'approvazione europea di pirtobrutinib, che risponde a un bisogno clinico ancora insoddisfatto nei pazienti che hanno già ricevuto un inibitore di Btk, grazie a un meccanismo d'azione potente e altamente selettivo che agisce superando la resistenza alla precedente terapia".
L'approvazione della Commissione Ue - riporta una nota - è supportata dai dati dello studio clinico Bruin Cll-321, il primo studio randomizzato di fase 3 nella Cll condotto esclusivamente in pazienti precedentemente trattati con un inibitore di Btk. L'endpoint primario dello studio, la sopravvivenza libera da progressione (Pfs), è stato soddisfatto al momento predefinito dell'analisi primaria (29 agosto 2023) in base alla valutazione del comitato di revisione indipendente (Irc), dimostrando che pirtobrutinib è risultato superiore alla scelta dell'investigatore di idelalisib più rituximab (IdelaR) o bendamustina più rituximab (Br), entrambi previsti nel braccio di controllo. All'analisi aggiornata (29 agosto 2024), pirtobrutinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte del 46% rispetto a IdelaR o Br (Pfs mediana 14,0 vs 8,7 mesi), in linea con l'analisi primaria. I risultati di Pfs sono stati consistenti nei sottogruppi analizzati, tra cui i pazienti trattati precedentemente con venetoclax e nei sottogruppi associati a prognosi sfavorevole, tra cui quelli con mutazione TP53 e/o delezione 17p, stato Ighv non mutato e cariotipo complesso. Inoltre, il tempo medio al successivo trattamento o alla morte, endpoint secondario predefinito e descrittivo nello studio, che può servire come marcatore ulteriore dei risultati del controllo di malattia, è stato di 24 mesi rispetto al braccio di controllo di 11 mesi (miglioramento del 63%). Il profilo di sicurezza globale dei pazienti trattati con pirtobrutinib nello studio Bruin Cll-321 è risultato coerente con i dati di sicurezza dello studio di fase 1-2 Bruin, compresi gli eventi avversi di particolare interesse. Le reazioni avverse più comuni di ogni grado sono state neutropenia, fatigue, diarrea, anemia, eruzione cutanea ed ecchimosi.
"Questa nuova indicazione offre un'opzione terapeutica innovativa agli adulti con leucemia linfatica cronica recidivante o refrattaria in progressione con un inibitore di Btk covalente, affrontando una fondamentale esigenza non soddisfatta in questo setting - dichiara Elias Khalil, General Manager Lilly Italy Hub - Lilly è impegnata a promuovere rapidamente lo sviluppo di pirtobrutinib e a continuare ad offrire nuovi importanti trattamenti ai pazienti con tumori ematologici". Pirtobrutinib ha ottenuto precedentemente l'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata dalla Commissione europea per il trattamento dei pazienti adulti con linfoma mantellare recidivante o refrattario già trattati con un inibitore di Btk. Pirtobrutinib è approvato in altri Paesi e sono state presentate richieste per ulteriori indicazioni in tutto il mondo.
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(Adnkronos) - "Il rebus dei medici di famiglia e delle Case di comunità sembra non avere soluzione. Ma di certo la soluzione non può essere il passaggio alla dipendenza dei medici di medicina generale, che presenterebbe numerosi problemi", avverte la Federazione sindacale medici dirigenti (Cimo-Fesmed). "In primo luogo - spiega il presidente Guido Quici - verrebbe compromessa la possibilità di scegliere il proprio medico di famiglia, ultimo baluardo del rapporto fiduciario tra medico e paziente, che perderebbe un punto di riferimento essenziale per la propria salute. Inoltre, la presenza di una Casa di comunità in media ogni 300 chilometri quadrati allontanerebbe inevitabilmente la cosiddetta 'medicina di prossimità' dal cittadino, soprattutto se anziano e poco propenso ad utilizzare la telemedicina. Poi - continua Quici - si pone il problema economico: si stima che la riforma dei medici di famiglia possa costare almeno 2,5 miliardi di euro: dove si intende trovare questi soldi? E con il passaggio alla dipendenza chi sosterrà le spese necessarie, ad esempio, al mantenimento degli studi dei medici di famiglia?".
"Come se non bastasse - prosegue il leader Cimo-Fesmed - la dipendenza dei medici di famiglia danneggerebbe seriamente l'Enpam: per poter assicurare la sostenibilità dell'ente per i prossimi 50 anni, la Fondazione ha infatti programmato gli investimenti sulla base di consolidati studi attuariali basati sul turnover dei contribuenti; se il numero di contribuenti diminuisse drasticamente, l'Enpam rischierebbe di fare la fine della Cassa Cps (Cassa pensioni sanitari), finita nel calderone dell'Inps impoverendo un’intera categoria. Per non parlare - aggiunge Quici - dell'impossibilità di accedere alla dirigenza del Servizio sanitario nazionale senza la specializzazione: sarebbe offensivo proporre, come sentito dire da voci di corridoio in questi giorni, una sorta di sanatoria per i medici di famiglia già in attività che dovrebbero frequentare un corso di un anno per equiparare il corso di formazione regionale alla specializzazione universitaria". Infine, "non si possono eludere le difficoltà che il passaggio dei medici di famiglia alla dipendenza creerebbe a chi è già dipendente del Servizio sanitario nazionale: gli oltre 40mila Mmg diventerebbero infatti competitor dei dipendenti nella gestione dei fondi contrattuali e nei percorsi di carriera".
"Se l'obiettivo della riforma è trovare medici disponibili a lavorare nelle Case di comunità - conclude il sindacalista - la soluzione è già nelle mani delle Regioni: basta applicare l'Accordo collettivo nazionale firmato lo scorso anno, che prevede, oltre alle ore da dedicare ai propri pazienti, attività orarie presso un'azienda sanitaria per un totale di 38 ore a settimana". Per Quici è "indubbio che la sanità territoriale vada riformata e rilanciata, ma lo stravolgimento che si prospetta rischia di creare più problemi di quelli che si intende risolvere".
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(Adnkronos) - Domani, giovedì 22 maggio a partire dalle 18.30 alla facoltà di Lettere e Filosofia, ci sarà la festa di UniRadio TorVergata. L'idea di un momento di aggregazione e divertimento nasce dalla volontà di far conoscere alla comunità universitaria la radio di Ateneo, attivata, circa un anno fa, per volontà di un gruppo di studentesse e studenti, docenti e personale amministrativo unito dalla passione per la musica, la cultura, l'intrattenimento e l'informazione. Una squadra con esperienze e percorsi diversi che ha fatto della propria eterogeneità e dell'inclusività i punti di forza.
A dare il via alla festa, aperta a studenti e studentesse e al territorio, i saluti istituzionali del Magnifico Rettore, Nathan Levialdi Ghiron, della Prorettrice alla comunicazione Lucia Ceci e del responsabile della radio, Pasquale Terracciano. A seguire un ricchissimo programma il cui tema principale sarà la musica, attraverso diverse forme artistiche: intrattenimento, giochi, playlist personalizzate, esibizioni dal vivo e dj set.
Prevista l’esibizione live del polistrumentista Alessandro Rebesani conosciuto come Rbsn e di Tära, cantante palestinese indipendente nata e cresciuta in italia e conosciuta al grande pubblico anche per la sua partecipazione a X Factor. A seguire Dj set fino a fine evento. Un'area giochi, che vedrà la partecipazione attiva di Giulia Amici, la presenza dell'associazione GdT Roma Players e la collaborazione della casa editrice Asmodee Italia sarà attiva dalle 18.30 mentre il team della radio organizzerà quiz e preparerà dei talk coinvolgendo direttamente i e le partecipanti per tutta la durata della manifestazione.
(Adnkronos) - Si è concluso a Palazzo Chigi, dopo oltre due ore, il tavolo di confronto tra il governo e i sindacati metalmeccanici per fare il punto sull'ex Ilva di Taranto. La riunione è stata presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Il tavolo è stato sospeso e aggiornato all’inizio della prossima settimana, credibilmente tra lunedì e martedì.
“Siamo a un passo da una situazione molto più complessa: dobbiamo evitare che diventi irreparabile, per questo siamo venuti a Palazzo Chigi e per questo abbiamo sospeso l’incontro”, ha detto il leader della Fiom, Michele De Palma. “Alle questioni che abbiamo posto sulla continuità industriale, occupazionale e degli obiettivi che riguardano il futuro e il presente dell’azienda e dei lavoratori, il governo non ha dato risposte necessarie. Ci riconfronteremo la prossima settimana”, ha spiegato De Palma.
“Oggi non abbiamo avuto risposte quindi valuteremo quando ci convocheranno lunedì se dare una risposta in termini di lotta o se riusciamo a trovare una quadratura del cerchio”, ha dichiarato il leader della Fim, Ferdinando Uliano, rispondendo a chi gli chiedeva se i sindacati valutano altre iniziative di lotta dopo lo sciopero unitario di 4 ore proclamato oggi in tutti i siti di Acciaierie d’Italia.
Operai dell’ex Ilva hanno bloccato la statale di Taranto. “Siamo stanchi, vogliamo lavorare”, il grido dei lavoratori.
"L’incontro non è andato bene, era necessario continuare ma non c’erano le condizioni. Il tavolo è stato sospeso, riprenderemo nei primi giorni della prossima settimana”, ha detto il leader della Uilm, Rocco Palombella, al termine del tavolo a Palazzo Chigi. “Noi abbiamo chiesto delle garanzie per i lavoratori e di prospettiva, di ripristinare una condizione di normalità negli stabilimenti. Queste tematiche, al momento, non hanno avuto risposte. E quindi abbiamo ritenuto, insieme alla presidenza del Consiglio e ai ministri, di aggiornare il tavolo nei prossimi giorni”, tra “lunedì e martedì”, ha spiegato il segretario generale delle tute blu di via Lucullo.
(Adnkronos) - Caparezza torna live nel 2026 e annuncia a sorpresa oltre 20 date, le uniche in programma, che lo vedono sui palchi dei principali festival italiani da giugno a settembre. Dopo aver svelato sui suoi social di essere a lavoro su nuova musica, l’artista annuncia oggi il grande ritorno live, dopo quattro anni di attesa dall’ultimo tour, tratto dall’album 'Exuvia', certificato Platino. Artista unico, originale e multiforme, musicista tra i pionieri del rap italiano e dagli ultimi tre album produttore dallo stile inconfondibile, Caparezza si è da sempre distinto nel panorama musicale per la sua profonda abilità letteraria, facendo dei giochi di parole la sua cifra stilistica, unendo satira e critica sociale.
Un ritorno molto atteso, dopo il momentaneo saluto al suo pubblico nel 2022 con la promessa di rivedersi presto sul palco. Caparezza infatti aveva rivelato di aver ricevuto una diagnosi di acufene e per questo aveva deciso di interrompere i concerti e rallentare su tutti i fronti negli ultimi anni.
Il tour si apre il 26 giugno 2026 al Rock in Roma e attraversa altre 20 città italiane tra cui Firenze, Bologna, Padova, Milano, Palermo, Bari e molte altre fino alla Reggia di Caserta il 5 settembre 2026. Il tour è prodotto da Itaca Time & Magellano Concerti, i biglietti sono in vendita da domani 22 maggio alle 14 su Ticketone e sui principali circuiti di vendita e prevendita abituali.
Di seguito le date di Caparezza live 2026:26 giugno Roma - Rock in Roma27 giugno Firenze - Florence music festival04 luglio Mantova - Mantova Summer Festival - piazza Sordello07 luglio Bologna - Sequoie Music Park11 luglio Collegno (To) - Flowers Festival12 luglio Padova - Sherwood festival15 luglio Milano - Parco della musica di Milano17 luglio Servigliano (Fm) - Nosound fest18 luglio Francavilla (Ch) - Shockwave festival24 luglio Genova - Balena festival25 luglio Cattolica (Rn) - Arena della Regina01 agosto Campobasso – area eventi nuovo romagnoli05 agosto Lecce - Oversound Music Festival - Cave del duca07 agosto Catania - Sotto il vulcano fest - Villa Bellini08 agosto Palermo - Dream pop festival - Velodromo12 agosto Cinquale (Ms) - Vibes Summer festival13 agosto Brescia - Festa di radio onda d’urto16 agosto Majano (Ud) - Festival di Majano22 agosto Alghero (Ss) - Alguer Summer festival - Anf. Ivan Graziani04 settembre Bari - Oversound Music festival - Fiera del Levante05 settembre Caserta - Reggia di Caserta, piazza Carlo di Borbone
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(Adnkronos) - Nessuno ritorno di fiamma tra Jannik Sinner e l'ex fidanzata Maria Braccini. A spegnere definitivamente le voci di un presunto riavvicinamento è proprio la modella e influencer italiana, che sul suo profilo Instagram ha risposto con fermezza alle domande insistenti dei follower, sottolineando che al momento nella sua vita non c'è "nessun fidanzato", escludendo così qualsiasi ritorno di fiamma con il tennista azzurro.
Le voci sul riavvicinamento si erano intensificate negli ultimi giorni dopo che Braccini era stata avvistata a Roma proprio durante gli Internazionali d’Italia 2025, dove il tennista azzurro ha raggiunto la finale contro Carlos Alcaraz. Una coincidenza che non è sfuggita a molti utenti.
"Ciao Maria... come mai sei a Roma in questi giorni? Noi ci speriamo sempre", le ha scritto un utente, tra i commenti dell'ultimo post di Braccini, che la ritrae in posa sorridente di fronte a Fontana di Trevi. "Ti sei rifidanzata con lui?", ha scritto un altro. Domanda a cui Maria Braccini ha voluto rispondere, mettendo fine al gossip: "No. Nessun ritorno. Nessun fidanzato. Per favore...", ha scritto, non lasciando più spazio a interpretazioni.
Il capitolo Jannik Sinner per Maria Braccini appare ora definitivamente chiuso. La modella aveva incontrato il tennista azzurro nel 2020 durante una vacanza in Val Pusteria. La loro storia, lontana per quanto possibile dai riflettori, è durata fino alla primavera del 2024, conclusa dopo il trionfo del tennista azzurro al Masters 1000 di Miami.
Leggi tutto: Maria Braccini rompe il silenzio su Sinner: "Nessun ritorno..."
(Adnkronos) - Le forze israeliane hanno aperto il fuoco oggi, mercoledì 21 maggio, su una delegazione diplomatica in visita al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Coinvolto anche il vice console italiano a Gerusalemme Alessandro Tutino è stato coinvolto nell'episodio.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha appena parlato con il diplomatico che non ha subito danni ed è rientrato in consolato. Tajani ha dato istruzioni per chiedere immediate spiegazioni e protestare per l’accaduto con il governo di Israele: "Chiediamo al governo di Israele di chiarire immediatamente l’accaduto. Le minacce contro i diplomatici sono inaccettabili”, ha dichiarato. E su X ha annunciato di aver convocato l'ambasciatore israeliano. "Ho appena dato disposizione al segretario generale del ministero degli Esteri di convocare l’ambasciatore di Israele a Roma per avere chiarimenti ufficiali su quanto accaduto a Jenin".
Il ministro degli Esteri belga, Maxime Prevot si dice "scioccato nell'apprendere che oggi l'esercito israeliano ha aperto il fuoco su una ventina di diplomatici, tra cui un collega belga. Per fortuna sta bene", ha scritto su 'X', spiegando che "questi diplomatici stavano effettuando una visita ufficiale a Jenin, coordinata con l'esercito israeliano, con un convoglio di circa venti veicoli chiaramente identificabili. Il Belgio esige da Israele spiegazioni convincenti''.
Sull'episodio è intervenuto anche l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas: "Qualsiasi minaccia alla vita dei diplomatici è inaccettabile", ha affermato condannando gli spari delle Idf a Jenin. Parlando ai giornalisti a Bruxelles, Kallas ha "chiesto a Israele di indagare su quanto accaduto e di individuare i responsabili", chiamandoli a rispondere.
Intanto a Gaza continua ad aumentare ogni giorno il numero dei morti. Ottantadue persone sono state uccise e 262 ferite nelle ultime 24 ore, riferisce il ministero della Salute aggiungendo che dalla ripresa dei combattimenti a marzo, 3.509 palestinesi sono stati uccisi e 9.909 feriti.
Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, plaude al rifiuto internazionale del "blocco" e della "fame" a Gaza imposti da Israele e alla decisione dell'Unione Europea di una revisione del suo accordo di cooperazione con Israele. "Ribadiamo il nostro apprezzamento per la dichiarazione congiunta rilasciata dai leader di Gran Bretagna, Francia e Canada, nonché per le posizioni dei Paesi dell'Unione Europea, la dichiarazione congiunta dei Paesi donatori e la dichiarazione del Comitato Ministeriale Arabo-Islamico su questa questione", afferma Abbas in una nota. "Tutti hanno respinto le politiche di blocco, carestia, sfollamento e sequestro di terre".
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