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Mondiali nuoto, avanzano Martinenghi e Razzetti. Attesa per le finali di Ceccon e Quadarella

29 Luglio 2025
Nicolò Martinenghi - Fotogramma/IPA

(Adnkronos) - Simone Cerasuolo con il miglior tempo e Nicolò Martinenghi nei 50 rana, Alberto Razzetti e Federico Burdisso nei 200 farfalla passano il turno con margine e la sensazione di aver molto da dare in semifinale ai Mondiali di nuoto oggi martedì 29 luglio. Gli azzurri torneranno in acqua a Singapore alle 13, con tutte le gare visibili in diretta sui canali Rai Due e Sky Sport 1. Occhio alle finali del neo primatista italiano Carlos D'Ambrosio nei 200 stile libero, di Simona Quadarella nei 1500, di Thomas Ceccon nei 100 dorso e di Anita Bottazzo nei 100 rana. 

Le qualificazioni si aprono con i 50 rana che promettono scintille con il passare delle sessioni. Tè, pane e biscotti secchi per superare la seconda notte dopo i problemi gastrointestinali che ne hanno turbato la vigilia dei 100 e Nicolò Martinenghi, con l'argento che l'ha confermato sul podio iridato per la quarta volta consecutiva, si qualifica al turno successivo con il nono crono. Davanti a tutti, e con margine, vola Simone Cerasuolo che stampa il primato personale, dimostrando una condizione fisica al top, che vale il miglior crono. Il 22enne romagnolo - tesserato per Fiamme Oro ed Imolanuoto e allenato da Cesare Casella - nuota in 26"43, toglie un decimo al 26"53 siglato due anni fa agli assoluti di Riccione e si mette a sedici centesimi dal record italiano di Ludovico Blu Art Viberti. "Volevo subito testarmi e penso anche di averne ancora - racconta Simone, argento europeo a Roma 2022 e tifosissimo della Juventus - La concorrenza è agguerrita e bisogna andar forte. Noi italiani siamo abituati perché anche agli assoluti ogni turno è come una finale". Il 25enne di Varese e vice campione del mondo - tesserato per CC Aniene e seguito da Matteo Giunta al Centro Federale di Verona - tocca con un comodo 26"90. "Sapevo di non essere troppo sciolto - racconta Tete - In semifinale sarà importante cambiare marcia e lo farò. Non sono riuscito a godermi più di tanto l'argento nei 100, anzi ho dovuto subito resettare in vista dei 50". 

Azzurri sugli scudi nei 200 farfalla. Alberto Razzetti, sereno e tranquillo come sempre, e Federico Burdisso, tirato a lucido con baffo da battaglia, accedono alla semifinale: primo tra tutti l'americano Luca Urlando in 1'52"71. Il 25enne ligure di Lavagna - argento iridato in carica - nuota il quarto riscontro cronometrico in 1'54"54 a tre centesimi dal primato personale; molto bene anche il ventitrenne e primatista italiano (1'54"28) - tesserato per Esercito - tredicesimo in 1'56"08, con il solito passaggio turbo in 54"27. Eliminata nei 200 stile libero la debuttante Bianca Nannucci, che paga il passaggio troppo lento nel primo cinquanta in 28"71. La 17enne italoamericana - tesserata per RN Florentia, preparata da Lorenzo Palagi e campionessa europea juniores - non va oltre un 1'59"24 per il venticinquesimo posto.  

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Gaza, "nuovi raid: dall'alba almeno 34 morti". Olanda vieta ingresso a ministri israeliani

29 Luglio 2025
Gaza - (Afp)

(Adnkronos) - Almeno 34 palestinesi sono rimasti uccisi dall'alba in operazioni israeliane nella Striscia di Gaza. E' quanto denunciano fonti degli ospedali dell'enclave palestinese citate dalla tv satellitare al-Jazeera. In precedenza l'emittente, sull base di informazioni avute da fonti mediche dell'Al-Awda Hospital, aveva riferito di almeno 30 palestinesi morti in raid israeliani a nord di Nuseirat, nel centro di Gaza. 

Intanto l'Olanda, riferiscono i media locali come rilanciano anche quelli israeliani, ha vietato loro l'ingresso nel Paese - nel contesto di una serie di misure per fare pressioni su Israele di fronte alla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza - al ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich e al ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir. Il giornale Algemeen Dagblad, rilancia il Times of Israel, dà notizia di una missiva del ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, che afferma che la decisione è stata presa perché i due ministri israeliani "hanno incitato ripetutamente alla violenza da parte dei coloni contro la popolazione palestinese" e "invocato la pulizia etnica nella Striscia di Gaza". 

Il governo olandese ha "deciso di dichiarare i ministri israeliani Smotrich e Ben Gvir persona non grata ed è impegnato a registrarli come stranieri indesiderati nel Sistema di informazione Schengen (Sis)", ha detto Veldkamp, come riporta anche il Jerusalem Post, annunciando la convocazione dell'ambasciatore israeliano con la sollecitazione al governo di Benjamin Netanyahu a "cambiare passo" perché "la situazione attuale è intollerabile e indifendibile". E l'impegno a "continuare" al contempo "ad aumentare le pressioni su Hamas per arrivare a un cessate il fuoco". 

"Anche se mi vietassero di entrare nell'Europa intera, continuerei a lavorare per il bene del nostro Paese e a chiedere che distruggiamo a Hamas e sosteniamo i nostri combattenti", ha replicato - con un post su X - Ben-Gvir. "I nostri nemici sono violenti, stupratori, sanguinari. Ma in Europa - continua - chi passa all'offensiva è colpevole. In un luogo in cui il terrorismo è tollerato e i terroristi sono i benvenuti, un ministro ebreo di Israele non è gradito. I terroristi sono liberi e gli ebrei vengono boicottati". 

 

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Thailandia: "Cambogia ha violato cessate il fuoco"

29 Luglio 2025
Soldati cambogiani

(Adnkronos) - La Thailandia ha accusato la Cambogia di aver "deliberatamente" violato il cessate il fuoco annunciato lunedì dopo l'escalation al confine tra i due Paesi che ha fatto almeno 33 morti e messo in fuga migliaia di persone.  

I militari thailandesi, riporta la Bbc, hanno accusato la Cambogia per colpi d'arma da fuoco esplosi "in più punti" fino a stamani. Da parte sua il ministero della Difesa cambogiano, riferisce l'agenzia Afp, ha assicurato che "non ci sono stati scontri armati" fra le due parti dall'entrata in vigore del cessate il fuoco alla mezzanotte locale. 

Per due volte, secondo la Bbc, è stata rinviata la riunione tra comandanti locali, prevista per oggi dall'annunciato accordo di cessate il fuoco dopo l'incontro di ieri in Malaysia tra il premier ad interim thailandese e il primo ministro cambogiano, e - secondo la rete britannica - potrebbe non concretizzarsi mai. 

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"Dispersi classificati come disertori per nascondere perdite in Ucraina", la rivelazione sulla mossa russa

29 Luglio 2025
Soldati russi in Ucraina - Fotogramma /Ipa

(Adnkronos) - I comandanti militari russi starebbero classificando i soldati dispersi come disertori per nascondere la vera portata delle perdite sul campo di battaglia in Ucraina, nonché evitare di pagare i benefici sociali alle famiglie dei militari deceduti. E' questo quanto rivela la testata indipendente russa IStories, citata dall'ucraina Kyiv Independent. 

IStories avrebbe ricevuto oltre 50 reclami da parenti di soldati dispersi inviati dai comandanti sul campo al Cremlino, riscontrando falsificazioni simili in almeno 25 unità in 11 regioni russe. Nella maggior parte dei casi, i documenti falsificati affermano che i soldati sono scomparsi durante missioni di combattimento. Benché le regole prevedano che non si possa classificare un soldato come disertore senza motivo, l'indagine ha scoperto che, nella pratica, anche solo perdere una chiamata di servizio può risultare in una designazione del genere. La testata russa avrebbe anche riscontrato un caso in cui un soldato era ancora ufficialmente etichettato come disertore anche dopo la sua morte e sepoltura. 

Tra gennaio e giugno 2025, i tribunali militari russi hanno processato oltre 26.000 casi che cercavano di dichiarare individui dispersi o deceduti, superando il totale di tutto l'anno precedente, ha riferito a giugno il media indipendente russo Mediazona, sempre citato dal Kyiv Independent. Oltre 50.000 soldati russi sono stati ufficialmente registrati come disertori nel 2024 e accusati di evasione del servizio militare, ha riferito IStories a marzo citando il gruppo di intelligence open source Frontelligence Insight. 

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Cina, piogge e inondazioni nella regione di Pechino: 34 morti e 80mila evacuati

29 Luglio 2025
Inondazioni in Cina - (Afp)

(Adnkronos) - E' di almeno 34 morti il bilancio delle piogge e inondazioni che hanno colpito la Cina, in particolare la regione di Pechino, mentre circa 80mila persone sono state evacuate. Secondo la televisione Cctv, 28 morti si contano nel distretto nordorientale di Miyun, il più colpito dalle forti piogge, altre due vittime si registrano nel distretto nordoccidentale di Yanqing, mentre quattro nella provincia dell'Hebei. 

La situazione più critica resta nel distretto di Miyun, dove sono state evacuate circa 17mila persone e dove il livello dell'acqua di un importante bacino idrico ha raggiunto il punto più alto dalla sua costruzione nel 1959. Le autorità hanno avviato scarichi controllati e avvertito i residenti della possibilità di ulteriori inondazioni. 

L'ondata di maltempo con le piogge eccezionali e le conseguenti inondazioni si è abbattuta sulla regione di Pechino nel weekend, portando anche alla chiusura di siti turistici e alla sospensione di servizi ferroviari e di autobus. Il servizio meteorologico nazionale ha avvertito che le piogge continueranno nel nord e nell'est della Cina ancora per i prossimi giorni. 

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Caldo, tregua dall'afa in tutta Italia: ma quanto dura questa pausa?

29 Luglio 2025
Gente al parco (Fotogramma/Ipa)

(Adnkronos) - Il caldo concede una tregua all'Italia. Nel primo bollettino della settimana, per questo fine luglio il ministero della Salute prevede bollino verde sull'intera Penisola fino a domani, mercoledì 30 agosto. Rischio ondate di calore pari a zero, dunque, in tutti i 27 capoluoghi monitorati dal sistema di sorveglianza.  

La perturbazione atlantica in arrivo dall'Europa centrale sta portando piogge intense e grandinate sull'Italia. "Il fronte temporalesco si sposterà sui settori adriatici, dove i rovesci saranno persistenti per tutta la giornata di oggi - spiega all'Adnkronos Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it -. Le regioni particolarmente colpite saranno Marche, Abruzzo, Molise e Puglia. Sulle regioni settentrionali, invece, il sole sarà diffuso". Anche le temperature risentiranno di questa perturbazione. "L'aria è molto più fresca e le temperature di questi giorni sono sotto la media del periodo - prosegue Gussoni -, questo brusco calo è dovuto ai venti settentrionali e al forte maestrale che sta soffiando sulle nostre coste".  

Anche il collega, sempre del iLMeteo.it, Federico Brescia, meteorologo de iLMeteo.it, conferma il netto cambio di scenario sull’Italia. Il caldo africano è ormai solo un ricordo, le temperature sono crollate quasi ovunque e adesso bisogna prepararsi ad affrontare un inizio settimana di pesante maltempo su buona parte d’Italia, soprattutto al Centro. La prima metà della settimana sarà caratterizzata anche dalla decisa presenza di venti di Maestrale con raffiche che, nelle aree più esposte, potranno toccare i 80-90 km/h.  

Le condizioni meteorologiche sono destinate a migliorare nettamente a partire da martedì sebbene siano ancora possibili dei residui rovesci sulle regioni del Medio Adriatico e al Sud, ma si tratterà di fenomeni isolati e di breve durata. 

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Sparatoria a Manhattan, uccide quattro persone prima di togliersi la vita

29 Luglio 2025
Il luogo della sparatoria - (Afp)

(Adnkronos) - Sparatoria a New York. Un uomo ha aperto il fuoco in un grattacielo di Manhattan lunedì nel tardo pomeriggio (poco dopo mezzanotte in Italia), uccidendo almeno quattro persone prima di togliersi la vita.  

Tra le vittime c'è un agente del Dipartimento di Polizia di New York (NYPD) di 36 anni, ha dichiarato il sindaco Eric Adams in una conferenza stampa, descrivendo l'incidente come un “atto insensato di violenza con armi da fuoco”. Secondo Adams, un'altra persona p in condizioni critiche. 

Il sospetto, un 27enne di Las Vegas, con una storia di disturbi mentali, è entrato nell'edificio di Manhattan armato di un fucile d'assalto e ha aperto immediatamente il fuoco, secondo il commissario della polizia di New York Jessica Tisch. Ha sparato all'agente di polizia nell'atrio, a una donna nascosta dietro un pilastro e a una guardia di sicurezza. Una donna che usciva da un ascensore è stata risparmiata, mentre l'assassino è salito al 33esimo piano, dove si trova la società immobiliare Rudin Management e dove ha ucciso un'altra persona prima di spararsi. 

Il grattacielo ospita gli uffici della società di investimenti Blackstone e della National Football League, anche se il movente e la scelta del luogo rimangono poco chiari. Il veicolo del sospetto, immatricolato in Nevada, conteneva diverse armi e munizioni. Gli investigatori hanno detto che ha viaggiato per tutto il Paese nei giorni precedenti l'attacco. 

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Trump e l'ultimatum a Putin sull'Ucraina, la replica di Medvedev: "Gioca, ma rischia guerra contro Usa"

29 Luglio 2025
Dmitry Medvedev - Afp

(Adnkronos) - Guerra tra Ucraina e Russia sul campo, ma anche guerra di nervi tra Mosca e Washington. Se il presidente Usa Donald Trump inizia a perdere la pazienza con l'amico Vladimir Putin, che lo ha "deluso" a tal punto da portare il tycoon a lanciare un nuovo ultimatum ravvicinato per la fine della guerra con Kiev, anche il Cremlino dal canto suo inizia a dare segnali di insofferenza rispetto alle esternazioni sempre più perentorie del leader americano.  

Se da un lato, e nonostante la tensione crescente con gli Usa, la Russia continua infatti a non escludere un incontro tra 'lo zar' e il presidente degli Stati Uniti, dall'altro arriva come un missile il durissimo messaggio diretto al numero uno degli Stati Uniti del vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. Messaggio che suona come una minaccia mentre i negoziati restano in stallo, senza alcun progresso per raggiungere la pace. 

Per Medvedev infatti, il presidente Trump "sta giocando al gioco dell'ultimatum con la Russia: 50 giorni o 10... Dovrebbe ricordare due cose. Uno, la Russia non è Israele e nemmeno l'Iran. Due, ogni nuovo ultimatum è una minaccia e un passo verso la guerra. Non tra Russia e Ucraina, ma con il suo stesso Paese", le parole in una post su X. "Non percorrere la strada di Sleepy Joe!", il monito di Medvedev al tycoon, riferendosi in maniera denigratoria al predecessore di Trump, Joe Biden.  

Trump ha annunciato ieri che intende fissare un nuovo ultimatum per Putin di 10-12 giorni, entro i quali mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina. "Non vediamo che si fa alcun progresso", ha detto il presidente degli Stati Uniti parlando alla stampa insieme al premier britannico Keir Starmer in Scozia. "Sono deluso dal presidente Putin, molto deluso. Così vedremo la cosa e ridurrò i 50 giorni che gli ho dato", la promessa del tycoon, dopo che il 15 luglio scorso aveva dato alla Russia un ultimatum di 50 giorni di tempo per raggiungere un accordo con l'Ucraina, minacciando in caso contrario sanzioni severe, compresi dazi secondari al 100%. 

"Non sono più così interessato a parlare", ha poi detto Trump riferendosi all'ipotesi di colloqui diretti con il leader del Cremlino. Si va verso le sanzioni? "Non voglio farlo alla Russia, amo il popolo russo, è un grande popolo". Tuttavia, "troppe persone stanno morendo", ha aggiunto. 

Putin ha mentito nelle telefonate con Washington? "Non voglio usare la parola mentire. Ma sembrava che in, diciamo, tre occasioni", si fosse vicini a "un cessate il fuoco e forse alla pace". E poi, "all'improvviso, i missili volano su Kiev e altri luoghi. E ho detto, che cosa significa tutto questo? Questo è successo troppe volte, non mi piace". 

A Trump è stato anche chiesto se pensi che Putin lo rispetti personalmente. "Sono sempre andato d'accordo con il presidente Putin" e "ho avuto un ottimo rapporto con lui", ha risposto. "Pensavo che saremmo stati in grado di negoziare qualcosa. Forse succederà ancora, ma è molto tardi nel processo. Sono deluso", la riflessione del tycoon. Dopodiché, Trump si è lamentato dell'attitudine di Mosca, sottolineando che la Russia dispone di terre "enormi" che "potrebbero essere così ricche" e "prosperare come praticamente nessun altro Paese", mentre "invece spendono tutti i loro soldi in guerra e nell'uccidere persone". 

Come prevedibile, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha intanto elogiato la "posizione chiara" e la "determinazione espressa" dal presidente Usa dopo l'annuncio sulla diminuzione dei tempi di scadenza dell'ultimatum. "Proprio al momento giusto, quando molto può cambiare attraverso la forza per una pace reale. Ringrazio il presidente Trump per la sua attenzione nel salvare vite e fermare questa guerra orribile", ha scritto Zelensky in un post sui social. 

In un videomessaggio serale, Zelensky è poi tornato a commentare le parole del tycoon: “C'è stata una dichiarazione estremamente significativa del Presidente Trump. Ed è vero: è la Russia che sta facendo tutto per minare gli sforzi di pace e prolungare questa guerra. Ogni notte ci sono attacchi, costanti tentativi russi di danneggiare l'Ucraina”. 

Zelensky ha poi puntualizzato sulla fattibilità della pace, subordinandola però ad azioni risolute e incisive, oltre a rimarcare il ruolo cruciale delle sanzioni: “La Russia tiene conto delle sanzioni, tiene conto di tali perdite. La pace attraverso la forza è possibile”. 

Quindi il eader ucraino ha ribadito la disponibilità del Paese a collaborare con gli Stati Uniti, specificando che l'Ucraina, "come sempre, è pronta a collaborare con l'America, con il Presidente Trump, nel modo più produttivo possibile, per porre fine a questa guerra con dignità e una pace duratura”. 

Intanto il Cremlino continua a non escludere la possibilità di un incontro in Cina tra Putin, atteso in visita nel gigante asiatico all'inizio di settembre, e Trump, qualora entrambi dovessero trovarsi contemporaneamente nella Repubblica Popolare. "Se il presidente americano decidesse di visitare la Cina in quei giorni, allora, teoricamente, un incontro del genere non può essere escluso", ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. 

Il Cremlino ha però smentito la presenza di accordi preliminari per un incontro tra Putin e Trump in Turchia. Secondo Peskov, "finora, c'è solo la volontà politica espressa dal Presidente della Turchia, ma non sono stati fatti preparativi specifici". Peskov ha quindi precisato che, al momento, non esistono piani concreti per tale incontro. 

La dichiarazione fa seguito all'annuncio del 25 luglio scorso del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, il quale ha espresso l'intenzione di contattare telefonicamente sia Putin che Trump per discutere la possibilità di un incontro a Istanbul relativo alla situazione in Ucraina.  

 

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Ucraina, armi Russia stanno per finire: Mosca si affida a forniture straniere

29 Luglio 2025
Soldati russi - Afp

(Adnkronos) - Con l'invasione su vasta scala dell'Ucraina, la Russia ha notevolmente ridotto le proprie, un tempo vaste, scorte di armamenti dell'era sovietica. Lo rileva una nuova analisi del Kyiv School of Economics Institute (Kse), secondo cui le spedizioni provenienti dai principali giacimenti di stoccaggio della Russia scenderanno da un picco di 242.000 tonnellate nel 2022 a 119.000 tonnellate nel 2025. "La Russia sta inviando meno materiali per la ristrutturazione e la riparazione di quanto sappiamo che le officine possano gestire. Le attrezzature di migliore qualità e facilmente riparabili sarebbero state le prime a essere spostate", ha dichiarato al Financial Times Pavlo Shkurenko, analista del Kse Institute. 

Dal 2022, la Russia ha attivamente cercato di riadattare le attrezzature dismesse per il dispiegamento in prima linea. Tra queste, un gran numero di carri armati T-72 e T-80, prodotti originariamente negli anni '70, che sono stati osservati in Ucraina. Anche alcuni carri armati T-54, la cui produzione è iniziata alla fine degli anni '40, sarebbero stati impiegati in combattimento. Alcuni analisti militari, tuttavia, sconsigliano di interpretare la riduzione delle consegne di veicoli blindati in prima linea come un segnale definitivo che le forze russe stiano "perdendo efficacia in combattimento". Questi esperti sottolineano con il Financial Times che le tattiche di battaglia della Russia si sono adattate per impiegare meno veicoli di questo tipo e, inoltre, osservano che "le forze armate russe stanno anche investendo molto per accumulare nuove scorte". 

L'analisi del Kse evidenzia anche la crescente dipendenza della Russia dai suoi alleati asiatici, a causa della riduzione delle sue risorse interne. L'industria della difesa russa ora dipende dalle forniture cinesi, mentre le sue forze armate ricevono la maggior parte delle munizioni dalla Corea del Nord. In termini di peso, circa il 52% delle spedizioni etichettate come "materiali esplosivi", destinate agli arsenali russi nel 2024 proveniva da Nakhodka, una regione portuale sul Mar del Giappone utilizzata dalla Corea del Nord. Le spedizioni da quest'area sono aumentate da zero prima della guerra a 250.000 tonnellate entro il 2024. 

Lo studio è in linea con la valutazione di Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina, che questo mese ha dichiarato che la Corea del Nord ha fornito il 40% delle munizioni alla Russia. La Russia prevede di spendere circa 1.100 miliardi di dollari per il riarmo nei prossimi 11 anni in preparazione di una potenziale guerra su larga scala, secondo Budanov. Analogamente, una valutazione dell'intelligence sudcoreana ha suggerito che la Corea del Nord ha inviato 28.000 container alla Russia; inoltre, è noto che Pyongyang ha fornito alla Russia missili balistici, obici e persino truppe. L'analisi ha inoltre individuato circa 13.000 tonnellate di materiale esplosivo di probabile provenienza iraniana, in base ai punti di ingresso nella catena logistica vicino al Mar Caspio.  

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Dazi, accordo con Trump sbilanciato ma senza alternative: la versione della Ue

29 Luglio 2025
Donald Trump e Ursula von der Leyen - Afp

(Adnkronos) - L'Ue si è rassegnata a capitolare davanti a Donald Trump accettando un accordo ineguale, sbilanciato, molto vantaggioso per gli Usa, che prevede l'imposizione di dazi del 15% su gran parte delle importazioni dall'Europa, senza che l'Unione possa rispondere con la stessa moneta. Ma l'alternativa sarebbe stata peggiore. Così il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, ha difeso a Bruxelles l'intesa che ha negoziato per mesi con le controparti Howard Lutnick e Jamieson Greer.  

L'accordo, ha detto, è meglio dell'alternativa, una guerra commerciale con gli Usa che sarebbe costata centinaia di migliaia, se non milioni, di posti di lavoro. "Anche se so che per alcuni un potenziale altro tipo di risultato può sembrare molto allettante ora - ha affermato - non hanno considerato tutti i numeri, tutte le conseguenze, tutto l'impatto che avrebbe su ogni settore. Noi lo abbiamo fatto e quindi, con piena consapevolezza, sono sicuro al 100% che questo accordo è migliore di una guerra commerciale con gli Stati Uniti". 

"Se qualcuno - ha aggiunto - crede ancora che possiamo ritornare alla situazione precedente al 2 aprile", quando Trump annunciò una sventagliata di dazi nei confronti di molti Paesi nel cosiddetto 'Liberation Day', per Sefcovic si illude. "E' piuttosto ovvio - ha continuato - che il mondo che c'era prima del 2 aprile ormai è andato: semplicemente, dobbiamo adattarci" alla nuova realtà e "affrontare le sfide che derivano da questo nuovo approccio" degli Usa. 

Il commissario slovacco ha poi spiegato che a suo parere l'accordo, che prevede l'imposizione di dazi al 15% tutto compreso su circa il 70% delle merci europee importate negli Usa, è il migliore possibile nelle condizioni date, non semplici per l'Unione. "Questo - ha detto infatti - è chiaramente il miglior accordo che potessimo ottenere, in circostanze molto difficili. Voi non eravate presenti in sala ma, se foste stati presenti ieri, avreste visto che abbiamo iniziato con il 30%". Vale a dire che a partire dal "primo agosto" sarebbe stata applicata dagli Usa "una tariffa del 30% sulle nostre esportazioni, il che, praticamente, avrebbe bloccato tutto il commercio" tra le due sponde dell'Atlantico. 

Con l'accordo siglato domenica, invece, "i flussi commerciali salveranno i posti di lavoro in Europa e apriranno un nuovo capitolo nelle relazioni con gli Stati Uniti,", con i quali si discuterà "su come adattare i nostri modelli commerciali reciproci, in questa nuova era di geoeconomia e geopolitica". Si tratta di "una risposta politica molto importante, perché non riguarda solo il commercio: riguarda la sicurezza, riguarda l'Ucraina, riguarda l'attuale volatilità geopolitica. Non posso entrare nei dettagli di ciò che è stato discusso ieri, ma posso assicurare che non riguardava solo il commercio". 

Insomma, per l'Ue sganciarsi dagli Stati Uniti non è pensabile. Non oggi. Anche perché l'altro teorico potenziale partner non è un 'cliente' dei più semplici: la lista dei "problemi" che costellano le relazioni commerciali tra Ue e Cina, anziché accorciarsi, "si allunga", ha detto Sefcovic. Pertanto, con la guerra in Ucraina che continua da oltre tre anni e la Russia di Vladimir Putin che si sta riarmando, l'Ue non ha potuto fare altro che chinare il capo e accettare un accordo sbilanciato, che Ursula von der Leyen ha accettato di siglare a Turnberry, un villaggio della costa sudoccidentale della Scozia dove Donald Trump possiede un lussuoso golf resort.  

Dunque, l'argomento che la Commissione usa per difendere la scelta di chiudere l'accordo, peraltro supportata dalla maggior parte degli Stati membri che non volevano assolutamente ingaggiare un braccio di ferro con gli States (ad eccezione della Francia, che ha tradizionalmente una visione geopolitica più spiccata rispetto ai partner europei), è quello di paragonare l'intesa non alla situazione precedente il 'Liberation Day', che "non tornerà più", ma alla situazione attuale. Che è la seguente: oggi negli Usa ci sono tre tipi di dazi sulle merci importate dall'Ue.  

C'è un dazio del 10%, con in aggiunta l'aliquota derivante dalla clausola della nazione più favorita (Mfn in gergo comunitario), in media del 4,8%. In pratica, viene applicato quasi il 15% sulla maggior parte delle merci provenienti dall'Ue. Ci sono poi dazi settoriali sulle automobili e sulle parti di automobili, che sono al 25%, cui va aggiunta la tariffa Mfn, al 2,5%, quindi in tutto 27,5%. Infine, ci sono i dazi su acciaio, alluminio e prodotti derivati, che sono al 50%, più la tariffa Mfn, che varia a seconda del prodotto, ma che è generalmente piuttosto bassa.  

Queste tre categorie di dazi colpiscono circa il 70% delle esportazioni dall'Ue verso gli Usa, in tutto circa 380 miliardi di euro in valore. Il restante 30% dell'export Ue verso gli Usa non è sottoposto a dazio, inclusi i farmaci e i semiconduttori, sui quali attualmente il dazio è zero.  

Il prossimo primo agosto, alla fine di questa settimana lavorativa, la situazione dovrebbe essere la seguente: dazi Usa a tappeto, unilaterali (cioé senza dazio analogo Ue sull'import dagli Usa), del 15%, inclusa la tariffa Mfn. Questi dazi si applicheranno alle merci attualmente 'daziate', quindi anche alle auto (che stanno molto a cuore alla Germania), ma non ad acciaio e alluminio, sui quali l'amministrazione Trump ha in corso una indagine basata sull'articolo 232 del Trade Expansion Act del 1962 e vuole tenersi le "mani libere", come ha spiegato un alto funzionario Ue.  

Tuttavia, secondo la stessa fonte fa parte dell'intesa l'accordo che, se gli Usa decideranno di applicare dazi sui farmaci che importano dall'Ue, questi non saranno superiori al 15%. Idem dicasi per i microprocessori. Per quanto riguarda l'acciaio, base dell'industria, von der Leyen e Trump ieri hanno concordato che verrà istituito un sistema di quote di importazione, legate ai "livelli storici" degli scambi commerciali, quote alle quali dovrebbe essere applicato il dazio Mfn. 

Per le importazioni negli Usa di acciaio prodotto nell'Ue che supereranno le quote, dovrebbe scattare un dazio del "50%", ma di tutto questo devono ancora essere negoziati "i dettagli". Von der Leyen e Trump, nell'incontro di domenica in Scozia, non si sono dedicati ai dettagli dei dazi sull'acciaio, perché si tratta di una materia che viene risolta a livelli inferiori, ministeriale o tecnico. La questione è anche legata all'intesa che l'Ue e gli Stati Uniti "uniranno le forze per affrontare le fonti di sovraccapacità", collaborando per affrontare la "sovraccapacità globale". Come d'uso nel linguaggio Ue, si nomina il peccato, e non il peccatore, che in questo caso è la Cina. 

L'Unione, inoltre, ha acconsentito ad azzerare i dazi, già molto bassi, su una serie di prodotti americani: si tratta, per esempio, della frutta a guscio importata dagli Usa nell'Ue e del prolungamento dell'accordo sulle aragoste, il Lobster Deal, raggiunto nel 2020, un mini-accordo commerciale che prevede l'azzeramento dei dazi sui crostacei importati dagli Usa nell'Ue, in cambio della riduzione dei dazi Usa su alcuni prodotti europei. L'elenco comprenderà anche "alcuni pesci lavorati", e alcuni tipi di "pesce crudo". Si tratta anche di "formaggi, alcuni latticini, cibo per animali domestici". Anche per le auto americane importate nell'Ue, per le quali l'Unione aveva concordato di scendere alla tariffa della nazione più favorita, pari al 2,5%, a Bruxelles "siamo pronti ad andare a zero", come pure per alcuni macchinari, per alcuni prodotti chimici e per i fertilizzanti. 

Per contro, gli Stati Uniti hanno riconosciuto di non poter fare a meno delle esportazioni dell'Ue in una serie di casi. E' per questo che si parla di dazi zero per certi dispositivi medici e di certi prodotti farmaceutici importati negli Usa dall'Ue. L'esenzione dovrebbe riguardare anche altri prodotti, le risorse naturali non disponibili, cose che negli Stati Uniti non hanno. Per esempio, il sughero, per il quale gli Usa dipendono dalle importazioni dall'Europa. Ci sono poi alcune "esenzioni settoriali".  

E, in questo ambito, "la più importante" finora ottenuta dall'Ue riguarda "gli aeromobili e i ricambi aeronautici", che "sarà parte della dichiarazione congiunta". Ci sono "discussioni ancora in corso", perché le trattative con gli Stati Uniti "non si fermano qui". Stanno solo entrando in una "nuova fase". 

Non c'è accordo, invece, sull'azzeramento dei dazi su vini e superalcolici. Le discussioni sono ancora "in corso", secondo fonti Ue, ma le cose sono più "avanzate" sui superalcolici che sui vini. L'accordo che l'Ue ha accettato è svantaggioso per le imprese europee, ma va valutato, come ha spiegato Sefcovic, in un quadro più ampio: gli Usa sono tuttora essenziali per la sicurezza europea. A parziale consolazione, fonti Ue hanno chiarito che i 750 miliardi di euro di acquisti di energia dagli Usa promessi in tre anni di cui si è parlato domenica scorsa sono una stima, sia pure non "campata in aria", perché a comprare gas, petrolio e uranio dagli Usa sono le imprese private, non l'Ue.  

Sefcovic ha chiarito che l'Ue del Green Deal, oltre a Gnl e petrolio americani, comprerà dagli Usa anche uranio, necessario per il "rinascimento nucleare" in corso nell'Ue, nonché "microprocessori avanzati" per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale. Ma, visto che l'Ue non è la Cina, le decisioni di investimento spettano alle imprese private (anche se non poche sono controllate o comunque influenzate dagli Stati). Un discorso simile vale per i 600 miliardi di investimenti europei negli Usa annunciati da Trump: anche in questo caso, sono stime, non impegni vincolanti, perché gli investimenti oltreoceano vengono decisi ed effettuati dalle imprese private. Non è, insomma, una cosa che "l'Ue può garantire". 

Inoltre, hanno puntualizzato le stesse fonti, non c'è alcun impegno né cifra dell'Ue sull'acquisto di armamenti dagli Usa, perché "non è competenza della Commissione". Le parole dette da Trump, secondo fonti Ue, riflettono le sue attese, certo comunque fondate dopo gli impegni presi all'Aja dagli alleati Nato di portare la spesa per la difesa al 3,5% del Pil entro il 2035, più un 1,5% per la sicurezza.  

Insomma, dopo mesi di trattative l'Ue, messa alle strette, ha firmato un patto ineguale, penalizzante per le sue imprese, perché l'alternativa, a giudizio dei vertici comunitari (e della maggior parte degli Stati), sarebbe stata ben peggiore. L'intesa stretta ieri in Scozia si tradurrà in una dichiarazione, giuridicamente non vincolante, che dovrebbe essere pubblicata venerdì prossimo. Sempre dal primo agosto negli Usa scatteranno dunque dazi al 15% (cui va aggiunta la svalutazione del dollaro, che penalizza ulteriormente i prodotti Ue rispetto a quelli americani), ma almeno per le imprese che esportano negli States sarà finita l'incertezza, che rende impossibile programmare gli investimenti. 

 

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Caso Gergiev, Lavrov contro l'Italia: "E' sotto influenza dei neonazisti ucraini"

28 Luglio 2025
Il ministro degli Esteri russo Lavrov - Fotogramma /Ipa

(Adnkronos) - Dopo l'attacco frontale della sua portavoce, anche il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha condannato l'annullamento del concerto in Italia del direttore d'orchestra russo Valerij Gergiev, definendolo una decisione 'scandalosa'. Gergiev avrebbe dovuto esibirsi a Caserta il 27 luglio con l'Orchestra Filarmonica Verdi di Salerno e i solisti del Teatro Mariinskij, ma il 21 luglio l'amministrazione della Reggia di Caserta ha annunciato che l'evento non si sarebbe tenuto.  

"Abbiamo sempre favorito eventi universali, sia sportivi che culturali (...) Di recente, l'Italia ha cancellato un concerto di Valerij Gergiev e dei solisti del Teatro Mariinskij. È scandaloso", ha dichiarato Lavrov al Forum Nazionale Educativo Giovanile Terra Scientia, a quanto riporta la Tass. "L'Italia, che un tempo era una culla della cultura, è caduta in larga parte sotto l'influenza dei neonazisti ucraini".  

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che Mosca condanna fermamente i tentativi discriminatori di "cultura della cancellazione" da parte delle autorità italiane. 

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Caso Epstein, Ghislaine Maxwell chiede revoca condanna e fa appello a Trump

28 Luglio 2025
Caso Epstein, proteste davanti al tribunale per il processo di Ghislaine Maxwell nel 2011 - Fotogramma

(Adnkronos) - Il Dipartimento di Giustizia statunitense starebbe cercando di riscrivere un accordo di patteggiamento del 2007 con Jeffrey Epstein che avrebbe dovuto proteggere la sua compagna e complice, Ghislaine Maxwell, dall'accusa. È quanto scrivono gli avvocati di quest'ultima in una deposizione presentata oggi, nel contesto del ricorso di Maxwell alla Corte Suprema attraverso il quale sta chiedendo l'annullamento della sua condanna per traffico sessuale di minorenni, stando a quanto si apprende da Usa Today.  

Il caso "riguarda quello che il governo ha promesso, non quello che ha fatto Epstein", scrivono gli avvocati di Maxwell, aggiungendo anche un messaggio per il presidente Donald Trump, al centro di uno scandalo per i suoi legami con il finanziere morto nel 2019 e accusato di aver trafficato e abusato sessualmente di minorenni insieme alla compagna. "Stiamo facendo appello non solo alla Corte Suprema ma al presidente stesso per riconoscere quanto sia profondamente ingiusto usare Ghislaine Maxwell come capro espiatorio per i crimini di Epstein, specialmente quando il governo ha promesso che non sarebbe stata perseguita penalmente", ha scritto il suo avvocato, David Oscar Markus, sui social media. 

Negli scorsi giorni Maxwell ha incontrato due volte il viceprocuratore generale degli Stati Uniti, Todd Blanche, per rispondere a domande su Epstein. Trump stesso ha detto oggi alla stampa che sarebbe "autorizzato" a graziarla, ma "sarebbe inappropriato parlarne". Stando ai suoi critici, gli incontri tra Maxwell e Blanche, ex avvocato difensore personale del presidente, sono parte di uno sforzo della Casa Bianca per ammortizzare l'effetto della tempesta di polemiche scatenata dalla decisione della Casa Bianca di non rilasciare i file relativi a Epstein dopo averlo promesso più volte. La Corte Suprema potrebbe decidere a fine settembre se considerare l'appello di Maxwell, evidenzia Usa Today, ricordando che l'accordo di patteggiamento di Epstein, "che molti hanno criticato come eccessivamente indulgente, includeva una clausola che proteggeva i potenziali co-cospiratori dalle accuse penali". 

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Tensioni su accordo programma ex Ilva, si dimette il sindaco di Taranto Piero Bitetti

28 Luglio 2025
Piero Bitetti - Facebook

(Adnkronos) - Il sindaco di Taranto Piero Bitetti, eletto a giugno, si è dimesso questa sera. Nel tardo pomeriggio aveva incontrato i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e altri rappresentanti della società civile sulla questione dell'accordo di programma inter istituzionale sull'ex Ilva la cui discussione è all'ordine del giorno del consiglio comunale previsto per mercoledì 30 luglio mentre nella piazza antistante il Comune manifestavano i cittadini contrari all'intesa.  

Subito dopo l'incontro con i rappresentanti delle associazioni, lo stesso primo cittadino sarebbe stato avvicinato da alcune persone entrate nell'androne del Municipio, quindi ci sarebbero state contestazioni e momenti di tensione. Negli slogan preso di mira anche il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Questo avrebbe fatto maturare la decisione di dimettersi. Ora Bitetti ha 20 giorni per ritirare le dimissioni. 

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