(Adnkronos) - Sulla base dei "risultati ottenuti sul profilo metabolico e anche su quello infiammatorio, ovvero di controllo dell'immunoattivazione, possiamo dire che la terapia bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/Taf) garantisce una condizione di benessere, nel lungo termine, nelle persone che vivono con Hiv, sia dal punto di vista immunologico che metabolico". Lo afferma Gabriella D'Ettorre, professore ordinario di Malattie infettive all'Università Sapienza di Roma, all'Adnkronos Salute, illustrando i risultati dello studio Bictel, in occasione della 17esima edizione di Icar, Italian Conference on Aids and Antiviral Research, in corso fino a venerdì 23 al Padova Congress.
"Lo studio Bictel - spiega D'Ettorre - ha interessato una coorte di 180 persone con Hiv che hanno modificato la terapia verso un regime a base di bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide. L'obiettivo era valutare l'efficacia virologica, immunologica e la sicurezza metabolica nel lungo periodo. Dopo 144 settimane", quindi oltre 2 anni e mezzo, "abbiamo riscontrato un mantenimento della carica virale non rilevabile, un miglioramento stabile dei Cd4 e, soprattutto, del rapporto Cd4/Cd8, indicatore chiave dell'immunoattivazione. Inoltre, si è osservata una riduzione significativa dei trigliceridi. Questo - sottolinea - è chiaramente un dato che entusiasma e incoraggia, non fosse altro per la sicurezza nel lungo tempo del regime e anche nella salute metabolica che viene quindi garantita alla persona che vive con Hiv, in un tempo così lungo".
"Oggi - chiarisce D'Ettorre - viviamo in un contesto in cui le terapie sono efficaci dal punto di vista immuno-virologico, ma i nostri pazienti spesso sviluppano delle comorbidità". Con lo studio Bictel "abbiamo verificato l'impatto del regime B/F/Taf sull'andamento immunologico, virologico e sulla sicurezza metabolica, ovvero quanto questo regime impatti sul profilo glucidico-lipidico in termini di colesterolo totale, Ldl, Hdl e trigliceridi". Nelle "118 persone Hiv-positive" che hanno concluso lo studio e "che abbiamo seguito per 144 settimane, abbiamo potuto verificare una riduzione statisticamente significativa, nel tempo, del valore dei trigliceridi", fattori di rischio per malattie cardiovascolari.
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(Adnkronos) - "La triplice terapia, contenuta in una singola compressa da assumere quotidianamente", come una terapia antipertensiva, "è assolutamente ben tollerata e proponibile in persone con Hiv perché è efficace nel lungo periodo e con un profilo di tossicità molto contenuto". Così Antonella D'Arminio Monforte, professore Malattie infettive Università degli Studi di Milano, all'Adnkronos Salute riassume i risultati dello studio Icona-Bic in occasione della 17esima edizione di Icar, Italian Conference on Aids and Antiviral Research, in corso a Padova. L'obiettivo principale dello studio, spiega, è stato "analizzare quello che viene definito il fallimento terapeutico, che comprende sia i soggetti che hanno una ripresa della replicazione virale sia quelli che interrompono la terapia per tossicità o intolleranza. Ciò che abbiamo osservato è che, dopo più di 3 anni - quindi a 192 settimane dall'inizio della terapia - la percentuale di soggetti che va incontro a fallimento è veramente molto bassa, sotto il 5%, sia nei naïve sia nei pazienti che hanno effettuato uno switch da undetectable".
"Icona - spiega la specialista - è uno studio osservazionale con pazienti con Hiv che non hanno ancora iniziato la terapia antiretrovirale. E' uno studio iniziato nel 1997: da allora ci sono più di 20mila persone arruolate, che iniziano ovviamente la terapia e vengono monitorate nel tempo per tutti gli eventi clinici e tutte le terapie che cambiano. All'interno di questo studio, abbiamo fatto un'analisi specifica sulla popolazione di soggetti che hanno iniziato la terapia con bictegravir/emtricitabina/tenofovir alafenamide (B/F/Taf), sia come prima terapia antiretrovirale (pazienti naïve), sia in quelli che erano già in trattamento e che hanno fatto uno switch con viremia non rilevabile, cioè che cambiavano la terapia per motivi diversi dalla mancanza di efficacia. Lo studio è molto ampio: comprende circa 1.000 pazienti che iniziano la prima terapia da naïve e circa altri 1.500 che iniziano la terapia da 'undetectable'", cioè con carica virare non rilevabile, parametro fondamentale per definire l'efficacia di una terapia. "Siamo arrivati a includere soggetti con oltre 3 anni di terapia antiretrovirale".
L'impatto dei risultati dello studio Icona "è importante sia per il clinico che per i pazienti - osserva D'Arminio Monforte - Per il clinico perché si sente confidente nell'iniziare o nel proporre una terapia con bictegravir/ emtricitabina e tenofovir alafenamide, sapendo che ha pochi problemi, pochi casi di fallimento e un profilo di tossicità molto favorevole anche in soggetti più fragili o con patologie concomitanti; per il paziente perché si tratta di una compressa giornaliera, un po' come la terapia per la pressione, quindi una modalità di assunzione semplice che contiene tutti i principi attivi necessari a mantenere il controllo dell'infezione da Hiv. E' infatti un'opzione terapeutica altamente accettabile, efficace e sostenibile nel tempo. La nostra intenzione - conclude - è di proseguire ancora a seguire questi soggetti nel tempo, per andare a valutare l'efficacia e la sicurezza anche nel lunghissimo termine".
(Adnkronos) - “Il rapporto presentato oggi mette in luce una delle criticità che l'Italia sta affrontando in una più ampia crisi demografica che vede una popolazione invecchiare, ma con una mancanza di servizi e di welfare adeguato per gestire l'invecchiamento. Dall’altro lato si assiste a uno svuotamento delle corti giovanili con un calo delle nascite, un'emigrazione di giovani all'estero, soprattutto giovani, formati e qualificati. Il primo pilastro d’intervento deve andare verso la gestione dei salari per i giovani e in generale per il ceto medio. La perdita del potere d'acquisto delle famiglie e l'impoverimento della condizione sociale di fatto è un elemento di rallentamento”. A dirlo è Elena Bonetti, presidente della Commissione Parlamentare sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto, intervenendo alla presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare', commissionato da Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità e presentato durante un convegno alla Camera dei Deputati a Roma.
“Il secondo pilastro di intervento riguarda la casa – aggiunge Bonetti – Il tema del caro affitti sta diventando estremamente importante, uno dei carichi per le famiglie, soprattutto per il ceto medio, di maggiore difficoltà. L'altra questione importante è la mancanza di un welfare adeguato, di servizi territoriali, soprattutto in quelle aree, le aree interne del nostro Paese che si stanno svuotando proprio per la mancanza di accesso a servizi essenziali”, conclude.
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(Adnkronos) - “Le statistiche dicono sempre e solo una cosa: che noi siamo probabilmente il Paese al mondo che massacra di più fiscalmente il ceto medio. Secondo il recente rapporto dell’Ocse chiamato Taxing Wages, se uno stipendio del ceto medio aumenta di 100 euro, tolte le tasse, in Italia a una persona single rimangono in tasca 68 euro e a una coppia con figli 55 euro. La media dei Paesi Ocse, invece, è 81 e 79. In entrambi i casi si tratta del valore più basso di tutto il mondo occidentale. Quindi l'Italia sembra essere il paese che tartassa di più di tasse il ceto medio”. Così Luigi Marattin, deputato del partito Liberal democratico durante la presentazione a Roma del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'.
“Il nostro partito nasce anche per dire esplicitamente che il supporto fiscale va dato al ceto medio e non ai redditi bassi, per il semplice motivo che non c'è più spazio fiscale sui redditi bassi. Nel loro caso è un problema di lordo che si risolve con la stessa determinazione ma con altri strumenti cioè quelli della produttività di sistema”, conclude.
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(Adnkronos) - Si sono svolte questa mattina le elezioni delle cariche direttive di Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti ed alte professionalità, cui aderisce la Federazione Cimo-Fesmed. Stefano Cuzzilla è stato confermato presidente, e sarà affiancato dai vicepresidenti Guido Quici (presidente Cimo-Fesmed), Marco Ballaré (presidente Manageritalia) e Antonello Giannelli (presidente Anp).
"In questi anni Cida ha acquisito una rilevanza importante sul piano politico, che ci consente di essere presenti a tutti i tavoli istituzionali", commenta Guido Quici.
"Riunendo in un unico network 10 Federazioni che rappresentano, attraverso i Ccnl sottoscritti, circa 1 milione di dirigenti, Cida è diventata un punto di riferimento fondamentale per la dirigenza pubblica e privata, in grado di presentare proposte e soluzioni concrete su tutti i dossier in discussione", continua. Cida infatti rappresenta unitariamente i dirigenti del settore industriale, del commercio e del terziario, dell’area sanità, della funzione pubblica, della Banca d’Italia, delle assicurazioni, dell’Università e della Consob. "Ora dovremo continuare a lavorare per rafforzare il ceto medio, il pilastro che sostiene l’Italia, ingiustamente ignorato dalle politiche degli ultimi anni. Salvare il ceto medio significa valorizzare quella classe dirigente che ogni giorno rende il Paese competitivo in tutti i settori strategici", conclude Quici.
(Adnkronos) - "Parliamo di welfare generativo, un nuovo modello che va incontro a tutti compreso il ceto medio. Il welfare generativo vuole creare benessere, vuole migliorare la qualità di vita sotto tutti i profili, in tutte le sue dimensioni". A dirlo è Gabriele Fava, presidente Inps, durante la presentazione del 2° rapporto Cida-Censis 'Rilanciare l'Italia dal ceto medio. Riconoscere competenze e merito, ripensare fisco e welfare'.
"Partiremo dai giovani - aggiunge Fava - perché la strategia unica, vera, solida e da seguire è l'aumento della base occupazionale e contributiva. In questa maniera riusciremo a far ritornare benessere e sostenibilità, non soltanto nel sistema pensionistico, ma nel sistema Paese in generale".
Infine un approfondimento sul ceto medio: "Il ceto medio è importantissimo. Oggi siamo qui per ascoltare e raccogliere tutte le varie istanze alle quali vogliamo rispondere. Una risposta arriverà dalla nuova alleanza col tessuto produttivo, perché è il tessuto produttivo che crea nuova occupazione, sana, chiara, legale. Da qui si creano futuri nuovi contribuenti e contributi che porteranno a un maggior equilibrio del sistema economico nazionale".
(Adnkronos) - Antonio Conte o Massimiliano Allegri alla Roma? Per Francesco Totti, la risposta è no. L'ex capitano giallorosso ha parlato delle sue idee sul futuro della squadra ai microfoni di Sky Sport, durante il World Legends Padel Tour nella Capitale: "Conte o Allegri? Secondo me hanno firmato altrove. Poi magari sbaglio. Non so se prenderanno un allenatore italiano o straniero, l'importante è che abbia voglia e carisma. Un nome importante per una piazza che lo è".
"Non parlo da dirigente - ha spiegato Totti - perché non lo sono, ma dico che ai tifosi bisogna sempre dire la verità. Bisogna essere onesti, dire se la Roma è da primo, decimo o dodicesimo posto. Così è più facile. Io spero che arrivi un top allenatore, prenderei un nome importante con carisma". Su Conte, l'ex numero 10 giallorosso ha aggiunto: "Antonio è uno dei più grandi allenatori al mondo e questo scudetto lo dimostra. Domani arriverà la certificazione"
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