I carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Valledoria hanno interrogato a lungo don Francesco Mocci, parroco delle chiese di Cristo Re e Nostra Signora di Fatima, dopo il secondo attentato che ha colpito la sacrestia e parte dell’edificio sacro. L’obiettivo delle autorità è comprendere se il sacerdote avesse ricevuto minacce o intimidazioni che possano spiegare i due incendi in chiesa. Intanto, sono state adottate misure di sicurezza per prevenire episodi più gravi, considerata la frequenza e la determinazione degli atti vandalici.
Il vescovo della diocesi di Tempio Ampurias, Roberto Fornaciari, ha deciso di rimuovere don Francesco Mocci dal suo incarico pastorale per ragioni di sicurezza. La chiesa, attualmente sotto sequestro, sarà riaperta solo dopo un intervento di sanificazione, reso necessario dal fumo e dalla fuliggine causati dall’incendio.
Il sindaco di Valledoria, Marco Muretti, ha espresso vicinanza al parroco e condannato gli attacchi, definendoli un affronto alle tradizioni e alla comunità. Tuttavia, il ripetersi degli eventi ha aumentato l’allarme e richiede un’indagine approfondita per individuare i responsabili. La diocesi, attraverso una nota del monsignore, ha manifestato solidarietà al sacerdote e alla comunità, sottolineando la gravità dell’incendio che ha reso inagibile parte della chiesa. La comunità parrocchiale, profondamente colpita, si è mobilitata per collaborare con i vigili del fuoco, recuperando oggetti sacri e ricevendo il supporto di fedeli provenienti anche da altre parrocchie.
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