
"Il progetto che abbiamo portato avanti in Idi, nato nel 2021, è molto importante e utilizza agenti virtuali, dotati di intelligenza artificiale, per dare tutto il supporto necessario ai pazienti che si rivolgono alla nostra struttura". Questi strumenti "sono in grado di prenotare prestazioni come se fossero operatori umani del call center, possono gestire le richieste di informazioni, le preparazioni agli esami, i recall per evitare i no-show e possono dare informazioni su tutta l'attività che rilevano riguardo le necessità del paziente, al fine di poter dare un'offerta ai nostri cittadini in linea con i loro bisogni". Così Giampaolo D'Agnese, direttore Tecnologia & Innovazione Fondazione Luigi Maria Monti Idi Irccs, partecipando al Forum Risk Management in corso ad Arezzo.
"La parte del progetto sperimentale delle informazioni sta dando veramente un grande valore - spiega D'Agnese - perché il 60-70% delle chiamate che riceviamo riguardano informazioni, problemi sul parcheggio, sul costo delle visite, sui medici che lavorano da noi e su come si accede ai nostri servizi. Tutta questa attività viene fatta dagli operatori virtuali insieme agli operatori del call center. Pertanto, in questi ultimi 3-4 anni si è instaurata una vera e propria collaborazione tra l'agente virtuale e il collega che lavora al call center, che è caricato di un lavoro meno eccessivo sulle attività ripetitive a meno valore aggiunto e si può così dedicare al supporto di pazienti che hanno dei problemi, come i pazienti oncologici o con malattie rare, grazie all'aiuto dato dall'operatore virtuale che si occupa al posto suo di tutta l'attività più ripetitiva e a meno valore aggiunto".
Il progetto sta "evolvendo anche su diversi canali, come l'accesso attraverso le chat del portale web, WhatsApp ed Sms - continua D'Agnese - Si tratta di uno strumento che riesce a soddisfare ad oggi circa 1,5 milioni di utenti. Dal 2021 ad oggi abbiamo assistito a una accelerazione: i pazienti hanno la possibilità di accedere 24 ore su 24, 7 giorni su 7 a nostri servizi, parlando comunque con un operatore. Non si comunica più solo con la mail o l'applicazione, dove molti pazienti fragili o di una certa età hanno difficoltà ad accedere. E' un continuo crescere e portare avanti questo progetto che, ormai, è diventato un bisogno del paziente che ci segue anche nel suo Pdta - Percorso diagnostico terapeutico assistenziale, con uno strumento che ricorda l'esame che deve fare, la prestazione o la visita prescritta".

Durante la XXIV edizione della Settimana della Cultura d’impresa di Confindustria, il Gruppo Bracco ha organizzato un pomeriggio di riflessione sul valore della lettura e in particolare delle biblioteche come luoghi in cui formare spirito critico e cittadinanza. In occasione del convegno, intitolato “L’intraprendenza del leggere”, che si è tenuto presso l’Auditorium “Anita & Fulvio Bracco” in via Folli 50, è stata anche inaugurata la nuova sede della Biblioteca aziendale.
All’evento hanno partecipato – oltre a Diana Bracco, Presidente e CEO del Gruppo Bracco e Fulvio Renoldi Bracco, Vicepresidente e CEO di Bracco Imaging – Antonio Calabrò, Presidente Gruppo Cultura d’impresa di Confindustria e Presidente di Museimpresa, Chiara Faggiolani, Docente di Biblioteconomia presso il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università di Roma La Sapienza, Giacomo Papi, Scrittore e giornalista, Direttore dei contenuti della Fondazione Mondadori e Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano.
“La cultura è il primo motore di ogni impresa umana, e i libri in particolare sono degli efficaci anticorpi contro l’assottigliamento del pensiero”, ha affermato Diana Bracco. “Anche le imprese, accanto alle scuole, alle università, alle istituzioni e alle famiglie possono e devono fare molto. Ad esempio, con programmi di formazione e aprendo delle Biblioteche aziendali – che sono luoghi simbolici, veri centri di conoscenza e apprendimento continuo, capaci di generare nuove idee. Noi di Bracco ci abbiamo sempre creduto. Anzitutto con la nuova sede della Biblioteca che inauguriamo oggi, e poi con il restauro e la catalogazione dei 3000 volumi della Biblioteca appartenuta al Senatore Francesco Salata, fratello di mia nonna Giovanna, fervente patriota e storico insigne. Fra qualche mese questo patrimonio librario sarà consultabile dal pubblico su appuntamento nella nostra sede di via Cino del Duca”.
Bracco è una delle poche realtà italiane a vantare una Biblioteca aziendale. Nata nel 2021, ed erede di una prima biblioteca realizzata negli anni Sessanta con il CRAL di allora, la Biblioteca “Diana Bracco” promuove e agevola la lettura per dipendenti e collaboratori, mettendo a disposizione uno spazio, fisico e anche virtuale, di riflessione, svago e socialità all’interno dell’azienda.
Per ampliare l’offerta è attiva una convenzione con il Comune di Milano, che consente di accedere all’intero patrimonio delle 24 biblioteche del Sistema Bibliotecario Milanese e, nel giugno di quest'anno, è stato avviato il Gruppo di lettura Bracco, animato da Alessandro Ghidini dell’Associazione AEdicola di Lambrate, che sta riscuotendo un buon successo tra i dipendenti.
Dopo un importante progetto di restyling, la Biblioteca ha ora una nuova sede, più ampia e più bella, a dimostrazione di quanto il Gruppo Bracco creda davvero nell’”intraprendenza della lettura”: “In questi anni la Biblioteca è cresciuta insieme a noi: più di 250 iscritti tra colleghi e collaboratori Bracco, oltre 1.100 prestiti nell’anno ancora in corso, nuove tecnologie e servizi che la rendono accessibile e moderna”, ha sottolineato Fulvio Renoldi Bracco. “Ma il vero valore non sta nei numeri, bensì nelle relazioni che qui si creano, nelle idee che nascono da una conversazione davanti a uno scaffale, nella curiosità che si accende sfogliando un libro suggerito da un collega. Avere una Biblioteca in azienda significa molto più che custodire una raccolta di libri. In un mondo che corre veloce, la Biblioteca ci offre il tempo e il luogo per fermarci, ascoltare, confrontarci e immaginare insieme nuove possibilità”.
Undicesimo posto generale per l'Isola tra cibo e vino...
Acquisti trainati dai giovani nella fascia 18-34 anni...
Colloqui di Unica per mettere in contatto universitari e aziende...
Segretari sardi Cgil-Cisl-Uil incontrano operai in lotta su silo... 
L'influenza è arrivata quest'anno un mese prima. L'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa fa il punto sulla situazione attuale e su quello che dobbiamo aspettarci. "La stagione influenzale è iniziata circa 4 settimane prima del solito", con un "trend simile a quello osservato nella stagione 2022-2023". "A metà novembre la positività ai test influenzali nelle cure primarie, un indicatore chiave dell'attività influenzale, si attesta al 17% in tutta la regione. Sulla base delle tendenze precedenti, si prevede che questa stagione raggiungerà il picco di circa il 50% di positività tra fine dicembre e inizio gennaio", si aspetta l'agenzia. "Oltre all'influenza - precisa - i Paesi stanno assistendo alla continua circolazione di agenti patogeni come Covid-19, virus respiratorio sinciziale e altri. Insieme, questi virus rafforzano la necessità di una maggiore vigilanza durante i mesi invernali".
I consigli dell'Oms Europa
Vigilanza e vaccinazione, chiede l'Oms Europa. Da inizio ottobre gli Stati membri intensificano la segnalazione, in modo che l'Oms possa capire quando l'epidemia stagionale comincia e monitorarne la progressione. "Un attento monitoraggio della circolazione virale consente ai sistemi sanitari di prepararsi e rispondere alla stagione annuale delle malattie respiratorie invernali nel modo più efficace possibile", afferma James Fielding, responsabile Sorveglianza virus respiratori di Oms Europa. L'agenzia ricorda infatti che "l'influenza si evolve costantemente attraverso piccoli cambiamenti incrementali o mutazioni, in gran parte sotto la pressione dell'immunità umana. Ciò richiede un monitoraggio costante per aggiornare il vaccino stagionale". Grazie a questa attività, "a giugno 2025 è stato rilevato l'aumento di un nuovo ceppo H3N2 con 7 nuove mutazioni e di un nuovo ceppo H1N1, sebbene - puntualizza l'Oms - non vi siano ancora segnali che uno dei due possa causare una malattia più grave".
Due volte all'anno il comitato consultivo dell'Oms per la composizione del vaccino antinfluenzale esamina i dati di sorveglianza globale e raccomanda i ceppi da includere nei prossimi vaccini. "Sebbene la composizione dei vaccini antinfluenzali stagionali venga aggiornata solo a febbraio per l'emisfero settentrionale e a settembre per l'emisfero meridionale, la vaccinazione rimane il modo più efficace per proteggersi dall'influenza e dalle sue complicanze", assicura l'agenzia. "Anche quando i ceppi circolanti si evolvono sviluppando alcune differenze rispetto ai ceppi del vaccino, il vaccino antinfluenzale può comunque fornire una protezione significativa contro la malattia, il ricovero ospedaliero e la morte", chiarisce Marc-Alain Widdowson, responsabile dell'unità Minacce pandemiche, malattie trasmissibili e resistenza antimicrobica di Oms Europa. Per questo "rimane fondamentale vaccinarsi, soprattutto per le persone a più alto rischio di infezione grave". L'agenzia precisa che "la vaccinazione rimane fondamentale anche per il Covid: uno studio dell'Oms Europa ha dimostrato che i vaccini hanno salvato circa 1,6 milioni di vite nella regione tra dicembre 2020 e marzo 2023. In alcuni Paesi vengono offerti anche vaccini anti-Rsv agli anziani e l'Oms incoraggia le persone idonee a vaccinarsi".
Chi è più a rischio
A rischiare le conseguenze più gravi di influenza, Covid-19 e Rsv - elenca l'Oms Europa - sono gli anziani, le donne in gravidanza, le persone con patologie croniche, quelle immunocompromesse, neonati e bambini piccoli (specie per il virus sinciziale). "Proteggere con la vaccinazione questi gruppi, così come gli operatori sanitari, rimane una priorità assoluta", ribadisce l'agenzia.
Vaccino, dunque, e buone regole di comportamento: "La pandemia di Covid ha dimostrato che semplici azioni possono ridurre significativamente la diffusione dei virus respiratori", conclude l'Oms Europa che esorta ad "applicare ampiamente queste lezioni: vaccinarsi se si è idonei contro influenza, Covid-19 e Rsv ove possibile; restare a casa in caso di malattia; mantenere una buona igiene delle mani, starnutire o tossire nel gomito; migliorare la ventilazione interna, ove possibile, e in caso di sintomi indossare una mascherina".

Il fisico asciutto, tirato e l'attenzione a tavola per un'alimentazione maniacalmente super sana. E' l'ortoressia che in Italia - secondo i dati del ministero della Salute - coinvolge 300-400mila persone, su oltre 3 milioni che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. "L'ortoressia colpisce maggiormente gli uomini (11,3%) che le donne (3,9%). E a livello internazionale, le meta-analisi mostrano tassi medi del 20-30% nei campioni studiati, con giovani adulti e adolescenti come fascia più esposta". A porre l'attenzione su questa patologia in crescita, ma ancora troppo sottovalutata, è Lilac-Centro Dca, digital health tech startup prima realtà in Italia nata con l'obiettivo di creare un modello innovativo per il trattamento dei disturbi alimentari.
"Prendersi cura della propria alimentazione è importante - spiega Giuseppe Magistrale, psicoterapeuta e co-founder di Lilac-Centro Dca - e scegliere cibi freschi può certamente contribuire al benessere. Ma è altrettanto importante che questa attenzione non diventi un sistema rigido di regole. Quando il valore di ciò che mangiamo viene misurato solo in termini di 'purezza' o 'correttezza', il rischio è che la ricerca di equilibrio lasci spazio a un rapporto ansioso e iper-controllato con il cibo. Ed è proprio in questa trasformazione silenziosa che il confine tra cura e ossessione può diventare sottile".
Anche se non è ancora ufficialmente inserita nel Dsm-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), l'ortoressia desta sempre più attenzione nella comunità scientifica. "Vivere una condizione di ortoressia spesso è sintomo di un disagio personale più profondo, legato possibilmente a insicurezze o traumi e spesso con conseguenze pericolose sia dal punto di vista relazionale che fisico - chiarisce Magistrale - Il trattamento richiede un approccio multidisciplinare: psicoterapia per lavorare su pensieri rigidi e perfezionismo, psicoeducazione nutrizionale per ristabilire un rapporto realistico con il cibo e, nei casi più complessi, supporto medico per la gestione delle conseguenze fisiche".
"Un percorso psicologico - aggiunge Filippo Perotto, co-founder di Lilac-Centro Dca - può essere di grande aiuto per riconoscere non solo le cause che portano la persona ad assumere tali comportamenti disfunzionali, ma anche a modificarli e ritrovare un rapporto con il proprio corpo e con il cibo più salutare". Secondo l'associazione, c'è poi un altro aspetto da considerare. Una ricerca (2020 Yılmaz) ha indagato la possibile associazione delle tendenze ortoressiche con sintomi ossessivo-compulsivi, atteggiamenti alimentari ed esercizio fisico, evidenziando come queste tendenze dei partecipanti che svolgevano regolarmente esercizi fisici erano più elevate rispetto a quelle dei soggetti con diagnosi di disturbi ossessivi-compulsivi e degli individui sani che non svolgevano alcun esercizio.
"Per quanto ovviamente siano necessari studi con campioni di grandi dimensioni e diagnosi diverse per determinare il ruolo dell'ortoressia nervosa nei sistemi di diagnosi e classificazione - puntualizza Magistrale - un punto in comune può essere però quello di una certa ricerca della perfezione che, unita a una possibile e sottesa bassa autostima, può far cadere nel perfezionismo chi sta vivendo nella condizione dell'ortoressia".
"Senza dimenticare - conclude Perotto - la pressione sociale e 'social' che gli uomini subiscono ormai sempre più frequentemente nel dover dimostrare di avere un fisico 'fit'. Pressione che porta, inoltre, a una normalizzazione delle diete restrittive fatta di alimenti iperproteici, spesso assunti in grandi quantità e a discapito degli altri nutrienti, e senza reale utilità e beneficio per l'organismo. Ma spinti, anche, da un marketing aggressivo che negli ultimi anni ha visto crescere il segmento dei cosiddetti prodotti 'ricchi in proteine' del 20%, per un valore di mercato complessivo che supera i 2 miliardi di euro (dati Osservatorio Immagino Gs1 Italy)".
Uiltec, 'ci auguriamo che il governo tolga le sanzioni'...
Con le Tre torte entra nella top 35 italiana del Gambero Rosso...
Incidente ad Alghero, 59enne soccorso con l'elicottero... 
"Ci aspetta una stagione influenzale difficile", scrive su X l'infettivologo Matteo Bassetti. Stagione partita presto e "alla grande", fa notare il virologo Fabrizio Pregliasco.
In Italia, nell'ultima settimana di sorveglianza (10-16 novembre) sono stati registrati "per l'influenza, nella comunità, un tasso di positività in aumento rispetto a quanto registrato nella settimana precedente", secondo il report dell'Iss. I nuovi casi sono "circa 446.483, per un totale di circa 2.185.451 a partire dall'inizio della stagione. L'incidenza più elevata si osserva, come di consueto, nella fascia di età 0-4 anni, con circa 25,7 casi per 1.000 assistiti".
I virus più diffusi
Fra i virus dell'influenza, protagonista della stagione - guardando al panorama internazionale - è l'H3N2, sul quale nelle settimane scorse è arrivato un alert dal Regno Unito, dove l'influenza è partita in anticipo e con un'impennata di casi, e gli esperti hanno intercettato 7 mutazioni proprio in questo ceppo. Il timore espresso dagli studiosi è che l'effetto possa essere una maggiore capacità di circolazione del virus. "E' quello che temiamo", conferma Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università Statale di Milano e direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio del capoluogo lombardo.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei virus influenzali, "nella comunità è stato rilevato un aumento della percentuale di virus A(H3N2) rispetto alla precedente settimana. Mentre nel flusso ospedaliero è stata rilevata una percentuale simile di virus A(H1N1)pdm09 e A(H3N2). Tuttavia, il numero di test positivi è ancora troppo basso per poter fornire indicazioni sull'andamento della stagione", sottolinea dal canto suo l'Iss.
"L'H1N1 è un virus pericoloso, intanto l'H3N2 ha un nuovo sottoclade emergente (K) che elude l'immunità vaccinale degli anni precedenti: la tua immunità da nuovi vaccini ti aiuterà a non finire in ospedale - sottolinea Bassetti - Dopodiché, l'H5N1 (virus dell’aviaria) è ancora in circolazione e in grado di fare il salto verso la trasmissione da uomo a uomo". Così su X l'infettivologo Matteo Bassetti. "Lavarsi le mani, vaccinarsi e indossare la mascherina quando si è raffreddati e influenzati aiutano a ridurre l'infezione", suggerisce.
"I virus costituiscono sempre una minaccia, ma è cambiato ora da parte nostra l'approccio e modo di osservarli", spiega Alessandro Rossi, presidente Simg, riferendosi alla novità introdotta nella sorveglianza nazionale che non misura più soltanto le sindromi simil-influenzali, ma l'insieme delle infezioni respiratorie acute che includono influenza, Sars-Cov-2, Rsv, rhinovirus, adenovirus e altri patogeni. "Questo ci permette di avere un quadro più reale di ciò che accade nei nostri ambulatori, anche se è meno immediato il confronto con gli anni passati. Possiamo però basarci su quanto avvenuto nei mesi scorsi nell'altro emisfero: Australia, Nuova Zelanda e diversi Paesi asiatici hanno registrato una stagione intensa con una forte pressione sui servizi territoriali, che ci inducono a ribadire l'importanza della prevenzione".
Le persone sono ancora in tempo per vaccinarsi?
I medici di famiglia invitano quindi a non rinviare la vaccinazione, se non ancora fatta. "Per evitare complicanze è bene vaccinarsi in queste settimane prima di Natale", in particolare chi appartiene ai gruppi più esposti: over 65, persone con patologie croniche, donne in gravidanza, fragili e chi vive in comunità.
"Ogni punto percentuale in più di copertura vaccinale significa meno complicanze, meno ricoveri e meno pressione sugli ospedali", ricorda Tecla Mastronuzzi, responsabile macroarea Prevenzione Simg. "La vaccinazione - rimarca - è ancora la misura più efficace per ridurre gli esiti gravi. Inoltre, come negli scorsi anni, raccomandiamo la co-somministrazione con altre vaccinazioni contro Covid-19, pneumococco, virus respiratorio sinciziale e Herpes zoster. Accanto alla vaccinazione, poi, restano utili buone pratiche consolidate: igiene delle mani, attenzione ai luoghi affollati durante le settimane di massima circolazione virale, rispetto delle norme igieniche di base se si hanno tosse o raffreddore".
"La vaccinazione dà una protezione dopo 10 giorni dal momento dell'esecuzione. Direi che siamo in tempo a vaccinarci, anche perché il grosso temiamo che debba ancora venire. Quindi ben venga la vaccinazione, che può proseguire fino a oltre la metà di dicembre e anche di più, ma ovviamente con una riduzione in termini di vantaggio di protezione", conclude Pregliasco.
Lamine, 14enne del Senegal, stava per perdere una gamba dopo che una ferita riportata 5 anni fa era degenerata in una grave osteomielite della tibia. Nel suo Paese d'origine aveva già subito 2 interventi chirurgici a distanza di 2 anni, il primo nel 2020 e il secondo nel 2022, ma l'infezione peggiorava e i medici, privi di mezzi e strumenti per contenerla, gli avevano detto che l'unica chance per salvarsi era l'amputazione. Un epilogo scongiurato grazie a una rete di solidarietà che ha permesso a Lamine di arrivare in Italia dove il team di Fabrizio De Marchi, responsabile dell'Unità operativa di Ortopedia II all'Istituto clinico Villa Aprica di Como, è riuscito a operarlo e guarirlo restituendogli un futuro. Il Gruppo San Donato (Gsd), a cui fa capo la struttura comasca, racconta oggi la sua "storia di speranza e rinascita".
Un parente di Lamine che abita vicino a Como è stato il primo anello della catena che la salvato il ragazzo e la sua gamba. Sergio Fumagalli, chirurgo generale di Villa Aprica, ha raccolto l'appello dell'uomo e grazie al supporto della direzione dell'ospedale è stato possibile ottenere l'autorizzazione del ministero della Salute, organizzare il trasferimento del giovane e offrirgli un'opportunità di cura. Il ministero - spiegano da Gsd - ha coperto i costi base dell'intervento, mentre Villa Aprica si è fatta carico delle terapie, degli esami e dei controlli necessari, garantendo assistenza gratuita e continuità delle cure. Poiché la permanenza di Lamine in Italia richiedeva autorizzazioni speciali per motivi sanitari, per il rilascio del permesso temporaneo di soggiorno è stata coinvolta la Questura di Como. Il ragazzo e la sua mamma sono stati ospitati in una comunità religiosa dei padri Comboniani che hanno messo a disposizione supporto logistico e accoglienza, e dopo l'intervento Lamine è stato assistito al domicilio per le terapie necessarie dal personale infermieristico volontario di Villa Aprica.
L'équipe ortopedica ha eseguito una complessa resezione ossea di parte della tibia, rimuovendo un segmento infetto di circa 6 centimetri di lunghezza per 2 di larghezza e lasciando una cavità in prossimità del ginocchio del paziente. I campioni biologici sono stati quindi inviati in laboratorio per individuare il germe responsabile dell'infezione. "La prima fase di trattamento post-chirurgico - illustra De Marchi - prevedeva un ciclo di terapia antibiotica mirata della durata di circa 6 settimane. Poi non rimaneva che aspettare che la natura facesse il proprio corso e che l'osso si riformasse spontaneamente, tramite un processo biologico di riparazione. Fortunatamente nel caso del ragazzo questo è avvenuto, complice anche la giovane età. Questo ha evitato di dover intervenire nuovamente chirurgicamente procedendo con un prelievo di osso dalla cresta iliaca del ragazzo per poi innestarlo nell'area della cavità". Dopo un decorso post-operatorio di circa 3 mesi, che prevedeva immobilizzazione con gesso, monitoraggio clinico e controlli radiologici periodici, Lamine è stato dichiarato guarito e ha potuto lasciare l'ospedale.
"La straordinarietà dell'intervento non risiede nell'atto chirurgico in sé", sottolinea De Marchi, perché "si trattava di trattare una patologia che in Italia non sarebbe mai degenerata in maniera così grave, ma è una testimonianza dell'impegno condiviso tra istituzioni, ospedale e comunità. Una rete di solidarietà che ha permesso di salvare la gamba di un adolescente con un destino apparentemente segnato. Tutti coloro che sono stati coinvolti in questa rete di supporto - conclude lo specialista - hanno contribuito a regalare un futuro a questo ragazzo".
Evento di solidarietà il 10 dicembre...
Consorzio di Bonifica al lavoro per sostenere aziende e comunità...
In sette anni spesa famiglie italiane aumentata del 137%...
Aeroitalia, 'nessun impatto su sicurezza'. Passeggeri riprotetti...
La ministra sarà a Cagliari il 28, 'venga da noi in fabbrica'...
Fonti Giunta, 'menzogna che l'esecutivo stia tagliando i fondi'... Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie



