
(Adnkronos) - Ora è ufficiale: Luca Banchi è il nuovo tecnico della nazionale italiana di pallacanestro. A dare l'annuncio oggi, martedì 30 settembre, la Fip con una nota sul proprio sito web che ufficializza quindi il successore di Gianmarco Pozzecco: "La Federazione Italiana Pallacanestro comunica di aver raggiunto un accordo di collaborazione tecnica triennale con Luca Banchi che, dopo essere stato annunciato dal presidente Giovanni Petrucci oggi in Consiglio Federale, è ufficialmente il nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Senior maschile".
"La presentazione del nuovo ct Azzurro avrà luogo venerdì 3 ottobre a Roma alle ore 11.30 presso il Salone d’Onore del Coni (Piazza Lauro De Bosis, 15). L’esordio di Banchi sulla panchina dell’Italbasket avverrà giovedì 27 novembre 2025 quando gli Azzurri giocheranno contro l’Islanda la prima gara di qualificazione alla Fiba World Cup 2027, il Mondiale che si disputerà a Doha, in Qatar, tra due anni". Ma chi è Luca Banchi?
Luca Banchi è nato a Grosseto nel 1965 e ha iniziato la sua carriera da allenatore proprio in Toscana, come allenatore delle giovanili della squadra della sua città, prima di sedersi sulle panchine di Trieste, Trapani e Jesi. Nel 2000 allena a Siena, prima da assistente e poi da tecnico, con cui vince sei scudetti consecutivi dal 2006 al 2012, oltre a Coppe Italia e Supercoppe. Risultati che gli valgono la chiamata dell'Olimpica Milano, con cui nel 2013 conquista il campionato al primo anno, come nessuno era mai riuscito prima.
La sua carriera prosegue all'estero tra Grecia, Russia e Stati Uniti, dove diventa vice allenatore dei Long Island Nets, franchigia dei Brooklyn Nets. Dal 2021 al 2025 è stato allenatore della Lettonia, con cui conquista uno storico quinto posto ai Mondiali 2023. Nel 2023 torna in Serie A alla Virtus Bologna, da cui si dimette nel 2024 dopo aver perso la finale scudetto con Milano.
Leggi tutto: Basket, Luca Banchi è il nuovo ct dell'Italia: chi è

(Adnkronos) - Vaccinare tutti i pazienti oncologici campani. La Regione implementi le immunizzazioni anti Covid-19, antinfluenzale, antipneumococcica e anti Herpes zoster. E' l'appello degli specialisti che arriva oggi dal convegno 'La vaccinazione nel paziente oncologico' organizzato da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), dall'Istituto dei tumori Pascale di Napoli e dalla Rete oncologica campana (Roc), che rientra nella campagna nazionale del tour in 10 regioni per la sensibilizzazione sul tema attraverso incontri con oncologi medici, associazioni pazienti e altre figure del team multidisciplinare. L'intero progetto, ricorda una nota, è reso possibile grazie alla sponsorizzazione non condizionante di GlaxoSmithKline.
"Ogni anno in Campania i nuovi casi di tumore registrati sono oltre 35mila - sottolinea Alfredo Budillon, direttore scientifico del Istituto Pascale - I pazienti corrono rischi maggiori di contrarre patologie con complicanze talvolta pericolose. Per esempio, tra chi è colpito da una neoplasia e l'Herpes zooster si è dimostrata una correlazione maggiore del 40%, rispetto al resto della popolazione. Ciò è dovuto ad una minore efficienza immunitaria provocata dalla malattia e dalle terapie. Anche l'influenza stagionale può esporre un malato oncologico a complicanze talvolta mortali, come la polmonite - avverte l'esperto - Le vaccinazioni sono quindi funzionali ai trattamenti antitumorali e devono essere somministrate tenendo conto delle condizioni di salute generali e del percorso di cura. Spetta all'oncologo stabilire il calendario vaccinale e sensibilizzare pazienti e caregiver". Purtroppo non sempre ciò avviene. Negli ultimi anni si è notata, infatti, una certa "esitazione vaccinale" dovuta a falsi miti sul rapporto tumori-vaccini. "E' invece indispensabile - evidenzia Franco Perrone, presidente nazionale Aiom e ricercatore del Pascale - promuovere una maggiore cultura sul tema sia tra gli specialisti che fra la popolazione".
Particolarmente impegnata su questo fronte è la Roc, coordinata dall'Istituto Pascale. "Tra i compiti della Rete - illustra Sandro Pignata, oncologo del Pascale e responsabile scientifico Roc - vi è anche la promozione delle vaccinazioni e siamo convinti che debba iniziare da una corretta informazione. E' un aspetto sempre più importante nella lotta al cancro, che per molte forme siamo in grado di cronicizzare. Da un punto di vista operativo, come Rete abbiamo creato percorsi vaccinali ad hoc per le persone fragili o immunodepresse. La sanità pubblica territoriale - chiarisce - deve erogare le immunizzazioni e se è necessario come Roc mettiamo a disposizione operatori specialistici che aiutano il sistema delle cure primarie. In alternativa, si può prevedere la vaccinazione direttamente nelle divisioni di Oncologia dove il paziente già riceve visite e trattamenti. Questo comporta diversi benefici fra cui una maggiore adesione alla vaccinazione stessa. Infine, un ruolo rilevante deve essere svolto dai medici di medicina generale che a loro volta devono sensibilizzare e informare i singoli assistiti".
Leggi tutto: Fondazione Aiom, 'in Campania 35mila nuove diagnosi l'anno, pazienti da vaccinare'

(Adnkronos) - Fumata nera per i lavoratori ex Alitalia. "Non ci sono margini per ulteriori ammortizzatori sociali conservativi" (tradotto: Cigs) e si procede dunque con la procedura di licenziamento collettivo dei circa 2mila lavoratori. E' quanto apprende l'AdnKronos da fonti presenti all'incontro odierno al ministero del Lavoro, convocato per discutere proprio della procedura di licenziamento collettivo e della proroga della Cigs per i dipendenti dell'ex Alitalia, in scadenza al 31 ottobre, auspicata dai sindacati.
Si lavorerà invece per l'anno aggiuntivo di Naspi finanziato dall'Fsta, il fondo straordinario per il trasporto aereo, con i sindacati che hanno chiesto che siano almeno due gli anni in più. "A stretto giro" è prevista una nuova convocazione con tutti i soggetti interessati ad attivare questa procedura.
Leggi tutto: Alitalia, fonti: stop cigs per circa 2mila dipendenti, verso licenziamento collettivo

(Adnkronos) - Hollywood contro Tilly Norwood. La presentazione della prima 'attrice' generata da intelligenza artificiale ha scatenato un'ondata di reazioni indignate nel mondo del cinema americano e non solo. La presentazione ufficiale di Tilly Norwood è avvenuta al Zurich Film Festival 2025, dove il progetto è stato introdotto come una novità assoluta nel panorama cinematografico. Tilly è stata creata dallo studio londinese Xicoia, fondato da Eline Van der Velden, attrice olandese trapiantata in Inghilterra e Ceo della tech company Particle6. Il lancio è avvenuto il 27 settembre 2025 durante lo Zurich Summit, la sezione industry dello Zurich Film Festival.
Van der Velden ha descritto Tilly come una "creazione artistica" e non un sostituto degli attori umani. Ma ha sottolineato che il personaggio è stato sviluppato con l'obiettivo di diventare "la prossima Scarlett Johansson o Natalie Portman". Il materiale promozionale ha utilizzato toni ironici e provocatori, suggerendo anche che Tilly può monetizzare su TikTok "entro pranzo". Eline Van der Velden ha illustrato il progetto davanti a una platea di produttori, agenti e osservatori del settore, annunciando anche che nei mesi successivi sarebbe stata resa nota l'agenzia che rappresenterà Tilly. E quest'ultimo particolare ha sollevato le reazioni più dure e preoccupate di Hollywood.
Molti volti noti hanno reagito. Tra loro, anche Emily Blunt. Durante un'intervista per il podcast Awards Circuit di Variety, Blunt, dopo aver visto un'immagine di Norwood, ha esclamato: "No, sul serio? È un'intelligenza artificiale? Oddio, siamo fregati. È davvero, davvero spaventoso. Dai, agenzie, non fatelo. Per favore, smettete di toglierci la connessione umana". E sul fatto che Norwood sia stata progettata per diventare la prossima Scarlett Johansson o Natalie Portman, l'attrice ha tuonato: "Ma Scarlett Johansson ce l'abbiamo già".
Anche altri attori hanno reagito con rabbia. Kiersey Clemons ha commentato: "Che schifo. Rendetevi conto della situazione". Toni Collette ha condiviso la notizia con emoji urlanti. Melissa Barrera e Lukas Gage si sono uniti al coro di critiche. Il sentimento comune è che l'Ia non può sostituire l'esperienza, l'empatia e la vulnerabilità che rendono unico il lavoro dell'attore.
La querelle tocca un nervo scoperto di Hollywood. Tilly Norwood viene presentata in un momento particolarmente delicato per l'industria cinematografica, segnata da una profonda crisi economica, dalla riduzione dei budget produttivi e dalla chiusura di numerose sale, oltre che dagli scioperi sindacali del 2024 e dal crescente dibattito sull'uso dell'intelligenza artificiale nella creazione e rappresentazione degli interpreti.
La questione dell'intelligenza artificiale nel cinema è stata al centro dei lunghi scioperi di WGA e SAG-AFTRA del 2024, con richieste di protezione contro l'uso non autorizzato di voci e volti digitali. Tilly Norwood riaccende quel dibattito, mettendo in discussione il confine tra innovazione e sfruttamento.

(Adnkronos) - Furia Carlos Alcaraz a Tokyo. Durante la finale dell'Atp 500 giapponese andata in scena oggi, martedì 30 settembre, vinta contro Taylor Fritz in due set con il punteggio di 6-4, 6-4, il tennista spagnolo ha avuto un acceso botta e risposta con il giudice di sedia, Fergus Murphy, reo di non concedere abbastanza tempo tra un punto e l'altro per servire.
"Secondo te è normale che io concludo un punto lungo a rete e poi ho a malapena il tempo di andare a prendere le palline, senza poter riposare qualche secondo?", ha chiesto Alcaraz durante un cambio di campo rivolto all'arbitro della finale, "pensi che sia normale o no?", ricevendo una risposta che, evidentemente, non è stata quella che si aspettava. "Ok, se la pensi così vuol dire che non hai mai giocato a tennis in vita tua", ha concluso il numero uno del mondo prima di tornare in campo.
Grazie alla vittoria contro Fritz nella finale dell'Atp 500 di Tokyo, Alcaraz ha difeso i 500 punti 'lasciati' a Pechino, torneo a cui non ha deciso di partecipare pur arrivando da campione in carica. Alcaraz battendo lo statunitense nel torneo giapponese si è portato a 11.540 punti nel ranking, aumentando momentaneamente il suo vantaggio su Jannik Sinner, in attesa della finale proprio di Pechino tra l'azzurro e Tien.
Leggi tutto: Alcaraz, lite con il giudice di sedia a Tokyo: "Non hai mai giocato a tennis"

(Adnkronos) - Nella complessa situazione di mercato che si sta vivendo con il perdurare delle gravi crisi internazionali, Cersaie - il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno - ha risposto alle aspettative delle imprese che hanno investito in fiera per creare una vetrina internazionale, unica al mondo, dove mostrare ai propri clienti le più recenti innovazioni di prodotto, all'interno di stand dal grande impatto visivo ed emozionale. La 42ma edizione della manifestazione, svoltasi a BolognaFiere dal 22 al 26 settembre, ha visto un miglioramento di molti indicatori: sedici padiglioni interamente occupati - pari a 155.000 metri quadrati di superficie complessiva - dove hanno esposto 627 aziende, di cui 343 del comparto piastrelle di ceramica, 98 dell'arredobagno, 186 appartenenti ai settori della posa, delle materie prime, delle nuove superfici, delle attività di servizio. Una rassegna che ha rafforzato la sua connotazione internazionale con 243 espositori esteri - pari al 39% del totale - e con 29 paesi rappresentati.
Nelle cinque giornate di fiera sono state registrate 94.577 presenze (-0,8% rispetto all'edizione dello scorso anno) come conseguenza di un aumento degli operatori nazionali (49.671 rispetto a 48.226 nel 2024, +3%) e una diminuzione del 4,6% di quelli internazionali (44.906 rispetto a 47.095), ora con una quota pari al 47,5%, anche a causa degli scioperi nelle giornate di apertura e di chiusura.
"La grande capacità di attrazione di Cersaie ha consentito alle aziende espositrici di valorizzare al meglio gli investimenti fatti: la qualità dei distributori, architetti, posatori, operatori del real estate incontrati a Bologna - dichiara Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria Ceramica - è stata ben percepita dalle nostre aziende nei loro stand".
"La ceramica italiana - sottolinea - continua ad essere industria di riferimento a livello mondiale grazie agli investimenti fatti, al valore assoluto del proprio design e dell'innovazione, che si accompagnano ad un continuo impegno per la sostenibilità ambientale e sociale. Ci troviamo però ad affrontare quotidianamente situazioni di nuovi dazi all'import, dumping sempre più aggressivo di alcuni Paesi e perdita di competitività per le nostre imprese che deriva dall’applicazione ideologica di normative, come l’Ets, che drenano risorse agli investimenti indispensabili per assicurare un futuro alla nostra manifattura ceramica. Durante la fiera con il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, abbiamo avuto modo di evidenziare questi temi ai ministri Tommaso Foti e Adolfo Urso, come anche ai tanti esponenti delle istituzioni europee, nazionali e regionali che ci hanno dato attenzione e ci sono venuti a trovare".
“Cersaie si conferma una piattaforma di riferimento internazionale per il mondo della ceramica e dell’arredobagno, capace di attrarre espositori e visitatori da tutto il mondo e di rafforzare il ruolo di BolognaFiere come hub globale per la manifattura. I risultati di questa edizione ci restituiscono la misura della vitalità del settore nonostante la difficile congiuntura e situazione internazionale e della sua straordinaria capacità di generare relazioni, idee e opportunità concrete di sviluppo. È un segnale importante per tutto il comparto e un riconoscimento al lavoro svolto da Confindustria Ceramica, che rende questo appuntamento un patrimonio per Bologna e per l'Italia", afferma Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere.
Filippo Manuzzi, alla guida delle Attività Promozionali di Confindustria Ceramica, sintetizza l'ampio programma di eventi di questa edizione di Cersaie sottolineando "i 500 partecipanti alla Lectio Magistralis di Elisabeth Diller, le centinaia di architetti che hanno partecipato agli altri eventi del programma 'Costruire, Abitare, Pensare'; le 620 presenze di giornalisti, 150 dei quali hanno preso parte alla conferenza stampa internazionale; i 18 Cafè della stampa tenutisi nei cinque giorni di fiera. Grande è la soddisfazione per l'ampia partecipazione di giovani, con i 1.200 studenti che hanno partecipato alla Lezione alla Rovescia e i 300 che hanno dato vita al Career Day di giovedì; a questo si è aggiunto anche il grande interesse per l'allestimento e per l'afflusso registrato alla Città della Posa. Oltre 210 operatori provenienti da tutti e cinque i continenti hanno composto la delegazione del Cersaie Business, resa possibile grazie alla preziosa collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Ice Agenzia". La prossima edizione di Cersaie si terrà a Bologna dal 21 al 25 settembre 2026.
Leggi tutto: Fiere, per Cersaie 95.000 presenze con il 47,5% di visitatori internazionali

(Adnkronos) - Si è conclusa oggi la 42ª edizione di Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno che ha trasformato Bologna, dal 22 al 26 settembre, in capitale mondiale del design e delle superfici. Una manifestazione che ha confermato la sua forza attrattiva internazionale, ma soprattutto la capacità della filiera ceramica italiana di fare squadra, unendo competenze diverse per un obiettivo comune. Al centro della manifestazione, la Città della Posa nel Padiglione 19 ha rappresentato il cuore pulsante della fiera: non soltanto un luogo di dimostrazioni pratiche, ma uno spazio di incontro dove aziende produttrici, distributori, professionisti della posa, associazioni, enti di formazione, istituzioni e media hanno costruito un racconto condiviso sul valore del mestiere del posatore.
Lunedì 22 settembre il taglio del nastro ha dato il via a una serie di appuntamenti quotidiani: dimostrazioni di posa curate da maestri posatori, Matinée della Posa con focus tecnici e momenti divulgativi, presentazioni editoriali come il manuale “Rivestire una scala”, e l’assegnazione del Tiler Award 2025, che ha premiato i migliori professionisti del settore. Nei giorni successivi, dibattiti e workshop hanno affrontato i grandi temi che attraversano oggi il mondo della posa: sicurezza in cantiere, riconoscimento normativo della professione, certificazioni di qualità, digitalizzazione dei processi e sostenibilità ambientale. Ogni incontro ha contribuito a delineare un quadro unitario, in cui la posa emerge come elemento strategico per la qualità e la competitività dell’intera filiera ceramica.
Per tutta la durata della fiera, Casa Radio ha raccontato la Città della Posa dall’interno, con una postazione attiva che ha ospitato interviste, dirette e podcast. L’emittente ha trasformato i contenuti tecnici in un racconto giornalistico, dando voce a posatori, aziende e istituzioni, e portando al pubblico esterno il clima di collaborazione che si respirava nei padiglioni.
“Con la Città della Posa abbiamo dimostrato che il settore sa fare sistema – ha dichiarato il Presidente di Assoposa Luca Berardo –. Quando aziende, professionisti, associazioni e istituzioni lavorano insieme, il risultato è un patrimonio condiviso che rafforza tutta la filiera. Il posatore non è più un semplice esecutore, ma un attore centrale capace di determinare qualità, sicurezza e valore nel progetto edilizio. È da questa consapevolezza che nasce la voglia di crescere come comunità professionale”.
Un concetto ribadito anche dal Presidente della Commissione Posa di Confindustria Ceramica, che ha sottolineato come “il futuro della nostra industria non dipenda soltanto dall’innovazione dei prodotti, ma dalla capacità di valorizzare ogni passaggio della catena produttiva. La posa è il punto di incontro tra impresa, progettista, distribuzione e cliente finale: per questo è fondamentale che la filiera faccia squadra, riconoscendo al posatore un ruolo professionale e sociale di primo piano”. Infine, la prospettiva dei media è arrivata dalla voce del Direttore Editoriale di Casa Radio, Paolo Leccese, presente per tutta la settimana con interviste e approfondimenti: “Il nostro compito è stato quello di dare voce ai protagonisti, di tradurre i contenuti tecnici in un racconto comprensibile e coinvolgente. Abbiamo visto un settore vivo, capace di raccontarsi e di guardare avanti con una nuova consapevolezza: quella di non essere una somma di parti, ma una comunità che cresce insieme”.
Il messaggio che arriva da Cersaie 2025 è chiaro: il futuro della ceramica passa da una filiera unita, capace di valorizzare le proprie professionalità, di investire nella formazione e di aprirsi all’innovazione tecnologica. La Città della Posa ha mostrato come la collaborazione tra attori diversi – dalle imprese ai posatori, dalle scuole ai media – possa generare valore non solo per il comparto, ma per l’intero sistema abitare. Un’edizione che ha sancito il passaggio dal “fare bene il proprio mestiere” al “fare bene, insieme”, tracciando la strada per un futuro in cui l’eccellenza italiana della ceramica e della posa continuerà a essere un modello riconosciuto a livello internazionale.
Leggi tutto: Fiere, Cersaie 2025 si chiude confermando capacità filiera ceramica

(Adnkronos) - L'idea che la stagione influenzale in Australia, indicata spesso come cartina di tornasole per capire come sarà in Europa, possa dirci cosa avverrà a breve nel nostro Paese "è in realtà una semplificazione fuorviante: sebbene la stagione dell'emisfero meridionale sia un utile sistema sentinella per identificare i ceppi circolanti", non è detto che debba essere "un indicatore immutabile per la stagione dell'emisfero settentrionale. Non riflette automaticamente gli sviluppi futuri, la cui gravità dipende dalla complessa interazione di fattori locali come: la suscettibilità della popolazione, la copertura vaccinale complessiva e specifici parametri demografici e socioeconomici che influenzano la diffusione della vaccinazione". Lo ha rilevato uno studio italiano inviato alla rivista 'Pathogen and Global Health', firmato da Francesco Branda (Campus Bio-Medico), Chiara Romano (epidemiologa portale Gabie), Giancarlo Ceccarelli (università Sapienza), Fabio Scarpa (università di Sassari) e Massimo Ciccozzi (Campus Bio-Medico).
"In Australia la stagione influenzale negli ultimi anni ha mostrato un netto allontanamento dai modelli pre-pandemia Covid, con stagioni che tendono ad iniziare prima e ad estendersi su un periodo più lungo. Nel 2023 l'influenza ha raggiunto un picco tra metà e fine giugno, in anticipo rispetto al solito picco di agosto, poi continuando ancora. Nel 2024 altro cambiamento: migliaia di casi registrati, quasi un record, fino al 28 settembre che per loro è ancora inverno. C'è un paradosso - sottolinea all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Ciccozzi - ed è il numero dei decessi in Australia, 376 nel 2023 e 409 nel 2024. Confrontando questi numeri con le statistiche storiche australiane, vediamo che nel 2019 hanno registrato molti più decessi. Quindi l'impatto clinico è relativamente inferiore negli anni e non è vero che oggi l'influenza in Australia è più aggressiva. Questi dati ci dicono che gli allarmismi che arrivano su quanto accade in Australia e potrà accadere in Italia sono confutati, perché tra i due Paesi ci sono molte differenze che abbiamo analizzato nello studio".
Secondo Ciccozzi, "l'influenza che arriverà da noi, con ceppi H1N1, H3N2 e l'influenza di tipo B, potrà dare un quadro epidemiologico con picchi e discese lente, come è accaduto già lo scorso anno, ma senza tanti decessi. In conclusione, non si posso fare paragoni tra l'Australia e l'Italia: sono popolazione diverse, si muovono in modo differente e l'età media è molto più alta da noi. Serve guardare all'Australia per tarare i vaccini sui ceppi influenzali che hanno circolato da loro e probabilmente circoleranno da noi".
La ricerca mette in risalto come i due Paesi differiscano sostanzialmente in termini di popolazione (nel 2024 Australia 27,2 milioni e Italia 58,9 milioni); struttura demografica (età media 38 anni in Australia contro 47,8 anni in Italia) e modelli di mobilità (159,2 milioni di passeggeri totali in Australia nel 2024 contro 218,7 milioni in Italia, con una quota di viaggi internazionali molto più elevata nel caso italiano). "Questi fattori - secondo la ricerca - evidenziano i contesti epidemiologici molto diversi in cui si diffonde l'influenza stagionale. Pertanto, sebbene l'Australia sia un'importante sentinella per la circolazione dei ceppi, la sua esperienza epidemiologica non può essere trasferita meccanicamente all'Europa o all'Italia".

(Adnkronos) - In Italia è sbarcata negli anni Cinquanta, la prima a produrla in suolo tricolore è stata l'azienda Perfetti Van Melle. Ma nella sua lunga storia, la 'cicca' - o meglio chewing gum, per usare il suo nome planetario - è diventata molto più di un semplice prodotto dolciario: simbolo del Novecento, 'american dream' da masticare viste le radici che affondano nella tradizione americana, feticcio anni '80, e infine indiscussa icona pop grazie al mitico palloncino colorato che è comparso sulle labbra di popstar come una giovane e ribelle Madonna degli esordi, ma anche in versione dissacrante su quelle della Statua della libertà o del David, per mano di artisti di strada o per effetto di trovate di marketing. Oggi - martedì 30 settembre - si celebra la sua giornata, il Chewing Gum Day, che da 3 anni si festeggia anche in Italia. L'azienda che ha sdoganato le colorate gomme da masticare nel Belpaese mira a renderla una tradizione annuale, occasione - spiega - per condividere informazioni corrette anche sui "benefici all'interno di uno stile di vita sano e contemporaneo", oltre a raccontare tutte le curiosità sulla sua storia, sulla sua evoluzione e sulla ricerca che ruota intorno a tutto questo.
Un racconto che comincia già in epoca preistorica, quando si masticavano corteccia o resine probabilmente per combattere infiammazioni alle gengive. Antenati del nostro chewing gum di oggi che, così come lo conosciamo, fu creato nel 1870 da Thomas Adams, abile inventore di New York. Ci pensò poi un venditore di popcorn di Cleveland, William G. White, a mettere a punto la formula ideale alla fine del 1880. La moda si diffuse in Europa durante le guerre mondiali, portata dai soldati americani: nelle loro scorte, il chewing gum era sempre presente per l'effetto distensivo della sua masticazione in situazioni di grande tensione. Dall'Ottocento ad oggi una grande metamorfosi nel formato, negli ingredienti, nell'utilizzo: dalle lastrine di gomma degli anni '50, masticate dai giovani un po' impertinenti, la gomma da masticare ha 'cambiato pelle', ponendo attenzione - si legge nella nota sulla Giornata - anche ad altre esigenze. Così negli anni '80 sono nati i primi chewing gum senza zucchero, fino ad arrivare a formulazioni con ingredienti più funzionali.
Ma il chewing gum è finito anche sotto la lente della scienza: protagonista di studi scientifici condotti un po' in tutto il mondo. Studi che, si spiega nel focus, "hanno confermato benefici legati alla sua masticazione. In particolare, il chewing gum senza zucchero è stato largamente studiato per il supporto all'igiene orale fuori casa, come aiuto alla prevenzione del rischio carie grazie allo xilitolo, dolcificante naturale di origine vegetale sostitutivo dello zucchero, per mantenere un alito fresco e il bianco naturale dei denti attraverso specifici principi attivi o ingredienti".
Ed è stata indagata persino la possibile funzione di 'coach': il chewing gum come strumento per allenare anche i muscoli masticatori, contribuendo a incrementare la forza muscolare in anziani e bambini, o nel contesto di un'attività sportiva leggera per bruciare maggiore energia. Altre ricerche lo valutano come aiuto per la mente: per mantenere alte le performance cognitive, agevolando la produttività durante una giornata di lavoro, contribuendo a una maggiore vigilanza e a uno stato d'animo più positivo, limitando stati di ansia o stress. Secondo altre analisi può persino contribuire a ridurre la sensazione di nausea da movimento spesso provocata dall'utilizzo del visore per la realtà virtuale.
Il rapporto con gli italiani? Il chewing gum è una consuetudine per la grande maggioranza, con l'89,4% che dichiara in una survey di consumarlo. Il 23,1% conferma di masticarlo tutti i giorni o quasi, anche più volte al giorno. In media se ne mastica almeno uno al giorno (e per oltre un quarto d'ora, 16,53 minuti), ma superano questa soglia gli uomini tra i 45 e i 54 anni e le donne tra i 34 e i 44 anni. Il vero masticatore, inoltre, sa che il chewing gum si condivide: il 54,8% dichiara di offrirne uno agli altri, prima di prenderlo per sé.
Per celebrare la giornata, quest'anno Perfetti Van Melle ha invitato il pubblico a visitare la 'Chewing Gum Galaxy', un'esperienza immersiva gratuita sperimentata a Milano da oltre 4mila visitatori dal 26 al 28 settembre. Dalla vasca di palline rosa firmata Big Babol alla metropolitana firmata Daygum, fino alla stanza di Air Action Vigorsol che riprende la vicinanza del brand con la GenZ, e poi Brooklyn con il suo celebre ponte, che diventa un legame tra generazioni e una sala disco con Vivident. Fra le altre iniziative, messe in campo nei punti vendita, un concorso per i chewing gum lovers: in palio la fornitura per un anno intero.
Leggi tutto: Oggi è la Giornata del chewing gum, icona pop sotto la lente della scienza

(Adnkronos) - "Non più copie, ma persone: la rivoluzione silenziosa della chirurgia estetica" Lo afferma Roberto Valeriani, specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica e docente presso l’università internazionale UniCamillus di Roma, e delegato regionale per il Lazio della Sicpre, la Società italiana di Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Negli ultimi vent’anni la chirurgia estetica ha trasformato non solo i corpi, ma anche l’immaginario collettivo. Nel 2005 dominavano le curve appariscenti, ispirate ai modelli patinati di Hollywood. Oggi, invece, la bellezza si muove su coordinate nuove: più armonia, più personalizzazione e un crescente desiderio di autenticità. Roberto Valeriani sarà tra i protagonisti al prossimo Congresso nazionale della Sicpre in programma a Napoli a fine ottobre.
"Il seno, un tempo simbolo di volumi esagerati, oggi in Italia viene richiesto con forme più proporzionate e naturali, capaci di valorizzare la figura senza stravolgerla. È un approccio che riflette la tradizione estetica del nostro Paese, da sempre legata all’armonia e al senso delle proporzioni. Nel resto del mondo, invece, i trend sono stati più variabili: dagli Stati Uniti, dove per anni hanno dominato le protesi mammarie di grandi dimensioni, fino all’America Latina, che ha spinto sul boom del 'Brazilian Butt Lift' (l'aumento del volume dei glutei). Oggi, però, anche a livello internazionale si sta piano ritornando a linee più equilibrate, mentre l’Italia continua a distinguersi per una ricerca di eleganza discreta e naturalezza", ricorda Valeriani.
Se all’inizio i più giovani vedevano nei social un palcoscenico dove emulare i propri 'idoli', rincorrendo corpi e volti fotocopia, oggi la tendenza si è ribaltata. "È passato di moda il 'voglio essere uguale a': al suo posto cresce il desiderio di migliorare se stessi senza snaturarsi, cercando un equilibrio che metta in risalto unicità e autenticità. La chirurgia estetica non è più vissuta come un biglietto per assomigliare a qualcuno, ma come uno strumento per non spersonalizzarsi, per sentirsi più vicini alla propria identità - spiega il chirurgo - l’Intelligenza artificiale, analizzando milioni di immagini e dati globali, conferma questa tendenza: la bellezza contemporanea non risponde più a un unico canone, ma a un mosaico di preferenze e stili. Il futuro? Un’estetica 'su misura', che racconta la persona prima ancora della sua forma. Non bisogna dimenticare i pazienti: la chirurgia estetica non è un accessorio, ma un atto medico che richiede competenza e rigore. Solo affidandosi a veri specialisti si può trasformare un desiderio estetico in un percorso sicuro e consapevole".
Leggi tutto: 'Non più copie, ma persone', chirurgo estetico spiega inversione di tendenza

(Adnkronos) - Da questa mattina anche il Socrate di Roma è occupato a “sostegno del popolo palestinese”. Si tratta del terzo liceo della Capitale, dopo il Rossellini e il Cavour, occupato nel giro di pochi giorni. Gli studenti dell’istituto di via Padre Reginaldo Giuliani, viso coperto da passamontagna, hanno srotolato lo striscione ‘Socrate occupato’ tra fumogeni rossi.
“Oggi 30 settembre 2025 noi studenti del Liceo statale classico e scientifico Socrate abbiamo deciso di occupare la sede centrale della nostra scuola – si legge nella nota congiunta dei due collettivi, Rosa Luxemburg e Dante Di Nanni - Il nostro è un atto consapevole, scaturito dall'analisi della fase sociale e politica che stiamo vivendo. Non è un gesto in contrarietà alla presidenza o ai docenti della nostra scuola, che speriamo possano invece comprendere e condividere la profonda necessità storica e politica sulla quale si fonda questa occupazione”.
“Questo gesto – proseguono - nasce dall'esigenza di esprimere il nostro sostegno al popolo palestinese, vittima dell'apartheid e di un vero e proprio genocidio compiuto dallo Stato d'Israele che bombarda civili, distrugge scuole, forni ed ospedali, che ha reso la striscia di Gaza una prigione a cielo aperto, impedendone l'accesso di acqua, cibo, medicinali ed elettricità, obbligando la popolazione di Gaza ad abbandonare le proprie case. Nonostante le molteplici risoluzioni internazionali che le condannano, le autorità israeliane continuano, impunite, a massacrare la popolazione palestinese e privarla dei diritti fondamentali da oltre 70 anni”.
“Riconosciamo e condanniamo la complicità del nostro e di altri governi che si stanno sporcando le mani di sangue, continuando a sostenere accordi politici, commerciali e militari con Israele – scrivono ancora nella nota i collettivi del Socrate - Denunciamo l'esplicita volontà politica del governo Meloni e degli altri governi occidentali di anteporre i propri interessi economici, nella regione del Medio Oriente, all'autodeterminazione e alla sopravvivenza stessa del popolo palestinese. Sosteniamo la Global Sumud Flotilla e la Freedom Flotilla che sono ora in viaggio con l'obiettivo di rompere il blocco navale illegale imposto da Israele presso le coste palestinesi e aprire un corridoio umanitario provando a portare viveri e medicinali per la popolazione stremata dalle politiche criminali di Israele”.
“Lo slogan lanciato dalla Global Sumud Flotilla, ‘Blocchiamo Tutto’, si deve concretizzare nell'unione della lotta degli studenti, dei lavoratori, dei disoccupati e delle realtà e spazi sociali. Attraverso picchetti, scioperi, manifestazioni, occupazioni, blocchi stradali, ferroviari e portuali, abbiamo la forza di bloccare dal basso gli ingranaggi del nostro paese, attaccando direttamente i profitti di chi si arricchisce sulla pelle del popolo palestinese – concludono - Tramite il nostro gesto vogliamo lanciare un appello a tutte le scuole di questo paese. Riteniamo che ci sia l'urgenza di costruire una mobilitazione larga, partecipata e unitaria, basata su una consapevolezza politica diffusa e forte negli studenti e nelle studentesse. La manifestazione nazionale del 4 Ottobre sarà un grandissimo momento mobilitativo in cui riscontriamo la necessità di mettere in campo questa forza, l'unione delle lotte sarà fondamentale. La crescita del sostegno reale alla causa palestinese ci dà speranza, le centinaia di migliaia di persone scese in piazza nelle ultime settimane sono il segnale che qualcosa sta cambiando, abbiamo la responsabilità storica di far divampare questa scintilla in un processo mobilitativo senza precedenti”.
“L’occupazione – spiega un rappresentante del collettivo Rosa Luxemburg – finirà il 4 ottobre con la calata dello striscione. Poi partiremo in corteo per raggiungere la manifestazione” pro Pal che si terrà per le strade della Capitale.
Leggi tutto: Roma, liceo Socrate occupato a "sostegno del popolo palestinese"





(Adnkronos) - La Casa Bianca ha presentato il "piano comprensivo del presidente Trump per la fine del conflitto a Gaza", definito dallo stesso leader statunitense come parte del progetto di una "pace eterna in Medio Oriente".
Il primo passo previsto consiste nello scambio di ostaggi entro 72 ore "da quando Israele avrà pubblicamente accettato l'accordo": sia i prigionieri israeliani vivi sia i loro resti verrebbero liberati in cambio di 250 detenuti palestinesi condannati all'ergastolo e di 1.700 persone arrestate nella Striscia di Gaza dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Durante questa fase, tutte le operazioni militari israeliane vengono sospese e le linee di combattimento restano congelate fino al completamento della fase di ritiro programmato.
Il piano stabilisce che i membri di Hamas che accettano la coesistenza pacifica e la smilitarizzazione potranno beneficiare dell'amnistia, mentre chi desidera lasciare Gaza potrà farlo in sicurezza. Israele, pur garantendo un ritiro graduale da alcune aree della Striscia, non occuperà né annetterà il territorio e nessuno sarà costretto a partire. Tuttavia, molti dettagli operativi restano vaghi: non sono indicate linee precise di ritiro israeliano, modalità dettagliate per il rilascio degli ostaggi, criteri per la selezione dei prigionieri palestinesi da liberare né tempi certi per il passaggio del controllo a Gaza alla Autorità Palestinese. L'assistenza umanitaria sarà incrementata e gestita tramite Nazioni Unite, Croce Rossa e altre organizzazioni internazionali indipendenti dalle parti in conflitto.
Per quanto riguarda la governance, il piano prevede un'amministrazione temporanea, composta da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, supervisionato dall'organismo internazionale denominato 'Board of peace', presieduto da Trump e comprendente, tra gli altri, l'ex premier britannico Tony Blair. Tale organismo dovrà coordinare la ricostruzione di Gaza – che Trump ha in passato immaginato come una sorta di 'Riviera' hi-tech – e predisporre le condizioni per un trasferimento sicuro del controllo all'Autorità Palestinese al termine del programma di riforme, senza però indicare una tempistica precisa.
Uno degli aspetti più delicati riguarda la questione dello Stato palestinese. Il piano menziona questa possibilità solo come prospettiva condizionata: "Mentre procede la ricostruzione di Gaza e il programma di riforme dell'Anp viene attuato fedelmente, le condizioni potrebbero essere finalmente mature per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e la statualità palestinese, che riconosciamo come aspirazione del popolo palestinese". Si tratta di un riconoscimento, subordinato alla smilitarizzazione di Hamas, alla riforma dell'Anp e alla supervisione internazionale, senza alcun impegno formale degli Stati Uniti al riconoscimento immediato dello Stato.
Il piano presenta, inoltre, ambiguità strategiche che potrebbero consentire a entrambe le parti di dichiararsi favorevoli, pur cercando di ostacolarne l'attuazione nel corso delle trattative successive. Non vengono specificati né la composizione né le responsabilità precise del comitato tecnocratico, né il ruolo concreto della comunità internazionale nella garanzia della sicurezza e nello sviluppo della Striscia. Queste lacune operative e di governance potrebbero rallentare o compromettere l'effettiva implementazione del piano.
Pur prevedendo, infine, misure di emergenza umanitaria e l'invio immediato di aiuti tramite organizzazioni internazionali, il piano non chiarisce in maniera esaustiva il destino dei membri di Hamas che potrebbero scegliere l'esilio, né come verranno gestiti i rapporti con la popolazione civile di Gaza, ancora sottoposta a forti pressioni a causa dei bombardamenti israeliani. In questo senso, il piano di Trump si configura più come un quadro di principi e linee guida che come un accordo dettagliato, capace di porre fine immediatamente e concretamente al conflitto.
Leggi tutto: Gaza, piano Trump tra ultimatum e ambiguità: cosa c'è e cosa manca

(Adnkronos) - Il rapporto tra le persone e il mondo metafisico sta assumendo un ruolo sempre più centrale nelle nostre vite, sia private sia professionali. Questo ambito offre enormi opportunità di crescita per le organizzazioni, che possono trarne significativi vantaggi di business nel momento in cui riescono a rispondere ai nuovi criteri di etica, sicurezza e sostenibilità che oggi guidano le scelte e le interazioni degli individui. In uno scenario caratterizzato dall’emergere di nuove intelligenze e da spazi digitali in continua evoluzione, le aziende sono chiamate a ripensare il proprio approccio per restare competitive e rilevanti.
Questo è il principale messaggio che emerge da Change Up, l’importante evento annuale dedicato alla business community italiana di Archiva Group, azienda punto di riferimento da oltre 25 anni per lo sviluppo di servizi digitali in outsourcing e per la consulenza specializzata in transizione digitale. Con il patrocinio del Comune di Verona, Andaf sezione Nord Est e Uninfo, Change Up è stato supportato dagli sponsor Fides, Omnys e Mwd.
L’evento si è svolto alla Camera di commercio di Verona e ha visto la partecipazione di oltre 300 decisori aziendali. Durante la sessione plenaria si sono alternati, sotto la guida della conduttrice Lavina Spingardi, personaggi di assoluto spessore come Giulia Gasparini (Country Leader Aws Italia), Alessio Pennasilico (membro del Comitato Scientifico di Clusit), Giorgio Fontana (General manager della Divisione Climatizzazione di Mitsubishi Electric Italia), Walter Riviera (Ai Advisor and Educator, ex Ai Technical director di Intel), Benedetto Santacroce (avvocato tributarista e docente), Domenico Squillace (Ibm Technical Relations Executive - presidente Uninfo), Matteo Melchiorri (Head of Culture, Transformation & Engagement del Gruppo Swisscom), Michele Rinaldi (Human Resources and Organization director Levoni).
Change Up, giunto alla sua quinta edizione, è ormai un brand riconosciuto tra i principali eventi dedicati alla business community italiana e significa letteralmente cambiare marcia. È un invito all’azione in un mondo che accelera il cambiamento.
“Per Archiva Change Up è un non luogo, un’utopia che pone nuovi obiettivi, un riferimento che determina il livello di qualità che la nostra comunità aziendale vuole portare come valore al mercato. Alla sua quinta edizione Change Up ha coinvolto in modo attivo i manager di aziende come: Aws, Swisscom, Mitsubishi Electric, Eni Plenitude, Fastweb, Mapei, Levoni, Petronas, Eridiana, Apo Conerpo, Giacomini, Tea, Civ, DB Group, Rittal, ognuno con un’esperienza e un punto di vista che arricchisce la nostra visione della transizione digitale”, afferma Loris Marchiori, Corporate Communication director di Archiva Group.
”Questo è il livello di qualità che vogliamo portare al mercato assieme alla promessa che facciamo agli oltre 2.000 clienti del gruppo: la transizione digitale riguarda tutti e corre veloce, creare una cultura del cambiamento ci permette di anticipare le evoluzioni ed essere al fianco dei nostri clienti nel momento del bisogno con la giusta soluzione”, aggiunge.
In seguito alla sessione plenaria, Change Up ha proposto 9 Xperience, con interventi verticali sui temi chiave di Archiva Group. Eccole nel dettaglio.
-AgID. Digital Compliance & Intelligent Document Management. Il documento informatico oltre la norma: un’esperienza concreta guidata dagli esperti di Maxwell (part of Archiva Group) con un campione di oltre 100 aziende che hanno intrapreso con successo il proprio percorso di Digital Transition, affrontando le sfide della compliance e della gestione intelligente dei documenti.
-Checker. Audit Process Digitization. Gli esperti di Mitric (part of Archiva Group) e i professionisti di alcune delle principali aziende italiane hanno condiviso esperienze di successo nella digitalizzazione dei processi di controllo.
-Dogane & Cessioni Intra-Ue. EU Customs Union. Nel contesto delle operazioni transnazionali, la gestione corretta delle cessioni intracomunitarie, dei documenti di trasporto e degli adempimenti doganali è fondamentale per garantire la compliance Iva e mantenere la continuità operativa.
-Hr & Sales. Skills First Approach & Tech for Managing Complexity. Esistono soluzioni concrete per la gestione dei processi Hr e Sales? In un mondo sempre più complesso ogni azienda fa i conti con le proprie peculiarità e complessità come elevato turnover, distribuzione territoriale complessa, modelli di vendita in continua evoluzione, difficoltà nella gestione del recruiting, del talento e dei team complessi come quelli di vendita.
-NIS2. Information Security and Management Responsibility. NIS2 e D.lgs 138/2024 ridefiniscono la sicurezza informatica per le aziende, un’inedita responsabilità diretta del management e requisiti stringenti per la gestione del rischio e la governance dei processi It. Il non rispetto delle normative comporta sanzioni con impatti significativi sulle operazioni aziendali.
-Procurement. Digital Tech for Supplier & Procurement Process Management. Come la digitalizzazione sta rivoluzionando la gestione degli acquisti e dei fornitori in tre aree chiave come la qualifica, gestione e controllo dei fornitori e delle forniture, la gestione digitale dei contratti e la gestione end-to-end dei processi amministrativi di acquisto (richieste, ordini, ecc.).
-Requiro. Tutto ciò che serve in un unico luogo digitale. Requiro è un unico ambiente digitale dove è possibile gestire con facilità tutte le informazioni, i documenti e i processi aziendali, ovunque ci si trovi e in multicanalità. L’Innovation Team di Archiva Group ha presentato tutte le novità della piattaforma.
-Sap. S/4Hana Integration & Ddm: Enterprise Content and Business Process Management. La practice Sap Archiva arricchita dalla novità Ddm (part of Archiva Group), ha presentato oltre 40 anni di esperienza nello sviluppo di soluzioni Sap native per la gestione integrata di dati e contenuti aziendali.
-ViDA. International e-Invoicing & Vat Revolution. L’Unione europea sta guidando una rivoluzione nella fatturazione elettronica intra eu, nel digital reporting con impatti sulla gestione Vat. Le aziende si trovano a dover affrontare un cambiamento radicale nei processi Finance & Administration, mentre It Manager e responsabili della compliance devono adattarsi alle nuove sfide globali.
Leggi tutto: Change Up, persone al centro per successo business sempre più digitale e intelligente

(Adnkronos) - La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per Maria Rosaria Boccia, indagata dopo l’esposto presentato dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. A Boccia, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dalle pm Giulia Guccione e Barbara Trotta, vengono contestati i reati di stalking aggravato, lesioni, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e una contestazione relativa a false dichiarazioni nel curriculum in relazione all’organizzazione di eventi. L’imprenditrice un anno fa fu oggetto di una perquisizione da parte dei carabinieri del nucleo investigativo che sequestrarono materiale informatico tra cui i telefoni della donna mentre a marzo era stata interrogata dai magistrati titolari del fascicolo a piazzale Clodio che poi lo scorso luglio hanno chiuso le indagini.
I pm contestano a Boccia “condotte reiterate ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale” nei confronti dell’ex ministro. La donna, secondo l’atto di accusa, “chiedeva dapprima velatamente e poi in modo sempre più esplicito di lavorare insieme con nomina fiduciaria del Ministro, al fine di giustificare la presenza quotidiana presso gli Uffici ministeriali, contestualmente ponendo in essere azioni volte a screditare i suoi collaboratori più vicini, con progressivo isolamento, ed avanzando continue richieste di essere portata a conoscenza dei colloqui istituzionali o con il proprio staff”.
Inoltre “effettuava plurime e pressanti richieste di consegnarle il telefono cellulare, utilizzato da Sangiuliano anche per i contatti istituzionali, per ispezionarlo, anche pretendendo la consegna di password o comunque lo sblocco delle applicazioni o, in alternativa, di consentirle indiscriminato accesso da remoto”. Nel procedimento risultano parti offese Sangiuliano, la moglie e l’ex capo di gabinetto del dicastero Francesco Gilioli.
Leggi tutto: Esposto Sangiuliano, pm Roma chiede rinvio a giudizio per Boccia

(Adnkronos) - Sarebbero 48 gli ostaggi nella Striscia di Gaza. "I gruppi terroristici" nell'enclave palestinese tengono prigionieri "48 ostaggi, 47 dei quali - come ha scritto il Times of Israel - sono tra le 251 persone rapite dai terroristi guidati da Hamas" il 7 ottobre 2023, giorno dell'attacco in Israele che ha fatto scattare le operazioni militari israeliane che continuano a martellare Gaza. E tra i 48 ci sono "i corpi senza vita di almeno 26 persone la cui morte è stata confermata dalle forze israeliane (Idf)", ha precisato il giornale online. Si ritiene siano vivi solo in 20 tra i 48. Fra le salme in mano ad Hamas, ha ricordato il giornale, c'è anche quella di un ufficiale delle Idf ucciso a Gaza nel 2014.
Domenica le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno affermato di aver perso i contatti con due ostaggi trattenuti a Gaza a causa delle operazioni israeliane. "Entro 72 ore da quando Israele avrà pubblicamente accettato questo accordo, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, verranno restituiti", prevede il piano di Donald Trump per "la fine del conflitto a Gaza". Una formulazione vaga, rilevano gli osservatori, dopo che ieri sera è stato il presidente americano ad annunciare che Netanyahu ha "accettato il piano" per far finire la guerra nella Striscia. "Israele ha accettato il piano del presidente Trump", ha detto poi stamani da Belgrado il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar. Non c'è ancora una risposta da parte di Hamas, che ha avviato le consultazioni.
Netanyahu ha sempre promesso di riportare a casa gli ostaggi. "Non vi abbiamo dimenticato", ha detto la scorsa settimana nel suo intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per i parenti degli ostaggi il governo Netanyahu non ha fatto abbastanza per loro da quel 7 ottobre.
Leggi tutto: Israele, gli ostaggi ancora a Gaza: quanti sono e il nodo delle '72 ore'
Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
Sarda News - Notizie in Sardegna
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Per proporre i tuoi feed o un contenuto originale, scrivici a info@sardanews.it
Per tutti gli aggiornamenti seguici su TELEGRAM
o su Facebook https://www.facebook.com/sardanotizie