
Il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi è riconducibile alla linea paterna di Andrea Sempio, ma "l’analisi del cromosoma Y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto". Sono le conclusioni contenute nella relazione di oltre 90 pagine, in possesso dell'Adnkronos, della perita Denise Albani per l'incidente probatorio che vede indagato Andrea Sempio per l'omicido in concorso della ventiseienne di Garlasco.
La perizia è un approfondimento che è stato svolto sulla carta poiché i margini ungueali sono stati interamente consumati, con il consenso delle parti - la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l'omicidio del 13 agosto 2007, e dei legali della famiglia di Chiara Poggi - dall'esperto Francesco De Stefano che ha svolto la perizia nel 2014 quando era in corso il processo d'appello bis e nell'indagine non esisteva l'attuale indagato. Una procedura che ora, su fronte scientifico, presenta il conto.
Cosa dice la perizia
La genetista ritiene che gli esiti dei calcoli biostatistici dati dall'analisi delle tracce genetiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi può essere statisticamente riconducibile ad Andrea Sempio. La compatibilità va da "moderato" a "forte", in particolare la presenza più 'certa' è la traccia trovata sul mignolo della mano destra. La genetista, nelle sue conclusioni, ribadisce però una premessa: si tratta di un aplotipo Y, misto, parziale e non consolidato perché il metodo d'analisi utilizzato dal precedente perito Francesco De Stefano non restituisce dati consolidati.
E non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima (e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano); quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato); quando sia avvenuta la deposizione del materiale biologico".
Non esclusa la contaminazione
Il Dna parziale "non ha rigore scientifico" - perché se si ripete l'esame non fornisce lo stesso risultato - non si può affermare su quale unghia di una mano provengano, né se la traccia genetica Y "si trovasse sopra o sotto le unghie" poiché la tecnica di estrazione del Dna applicata ai margini ungueali "ha comportato un lavaggio e conseguente discioglimento delle lunette", inoltre - rileva la perita - non si può affermare "quando e le modalità di deposito" ossia se si è verificato "per contaminazione, per trasferimento diretto o mediato".
"Rilevanti criticità"
Sul Dna maschile, misto e parziale, trovato sulle unghie di Chiara Poggi sono stati riscontrate "rilevanti criticità". Soprattutto, si legge nella relazione, "non è possibile rispondere con metodi validati, dati solidi e rigore scientifico a domande quali 'Come' - 'Quando' e 'Perché' un determinato materiale biologico è stato depositato su una superficie" dunque "indicazioni di contaminazione ambientale, trasferimento per contatto diretto o trasferimento secondario mediato da un oggetto sono suggestive e tali restano se non inquadrate in un contesto informativo più ampio e senza la disponibilità di dati scientifici granitici".
"In assenza di dati sulla concentrazione del Dna totale umano e maschile e avendo il professor De Stefano impostato le sessioni analitiche di tipizzazione del cromosoma Y partendo da diversi volumi di eluato, questo perito - scrive Albani - ritiene che non sia possibile considerare le tre sessioni di tipizzazione Y relative a ciascun margine ungueale come repliche ma è opportuno prenderle in considerazione come risultanze indipendenti, con il limite oggettivo di non possedere alcun risultato consolidato e di non poter estrapolare alcun profilo consenso".
Secondo romanzo per lo scrittore cagliaritano che vive in Svezia... 
Un biglietto lasciato a una fermata dell'autobus e la speranza di rincontrarsi. L'anacronistica storia di (un possibile) amore arriva dalla provincia di Torino. La festa patronale di San Matteo nel comune di Nichelino si è trasformata in un'occasione per nuovi incontri, tanto che qualcuno spera che possa essere il preludio a qualcosa di più.
Un uomo ha scritto di suo pugno un messaggio lasciato a una fermata dell'autobus, con la speranza che la donna con cui aveva preso un caffè qualche giorno prima possa leggerlo e i due possano incontrarsi di nuovo. "Ciao Valentina, sono Franco", inizia così il biglietto riportato da TorinoCronaca, "ci siamo conosciuti nel mese di settembre a Nichelino in occasione della fiera di San Matteo".
Franco ripercorre quei momenti: "Siamo andati a prendere un caffè, abbiamo chiacchierato un po', ma senza pensare di scambiarci i numeri di telefono". Poi l'invito e una promessa: "Se vuoi ci possiamo vedere, io fino a quando non ci incontriamo mi farò trovare tutti i fine settimana, di domenica, dalle ore 16 alle 18, a questa fermata dell'autobus. Ciao, a presto".

E' Rai1 con 'L’Altro Ispettore' a vincere la sfida della prima serata televisiva di ieri, mercoledì 3 dicembre. La fiction ha incollato davanti al video 2.820.000 spettatori, totalizzando il 17.4% di share. Canale5, con 'Gigi e Vanessa Insieme' è stato la scelta di 2.238.000 spettatori, con uno share del 17%. Terzo posto sul podio per Italia1, con la partita di Coppa Italia – Inter-Venezia, che ha coinvolto 2.141.000 spettatori con l’11% di share.
Su Rai3, 'Chi l’ha Visto?' ha ottenuto un ascolto medio di 1.516.000 spettatori, per uno share del 9.6%, mentre La7 con 'Una Giornata Particolare' di Aldo Cazzullo ha tenuto davanti allo schermo 1.182.000 spettatori registrando il 6.6% di share. Rai2, che ieri trasmetteva 'Un uomo sopra la legge', ha convinto 773.000 spettatori pari al 4.3% di share, mentre su Rete4 'Realpolitik' di Tommaso Labate è stato visto da 422.000 spettatori (con share al 3.3%).
Nell'access prime time, 'La Ruota della Fortuna' ha tenuto davanti al video 5.067.000 spettatori, per uno share al 24.3%, mentre 'Affari Tuoi' è arrivato a 4.660.000 spettatori totalizzando uno share del 22.3%.

Social 'cattivi maestri' quando parlano di salute. "I consigli medici parziali o fuorvianti condivisi dagli influencer possono causare danni e richiedono un'azione coordinata da parte di governi e piattaforme per proteggere il pubblico". E' l'allarme-appello lanciato da 'The Bmj' che mette nero su bianco la preoccupazione degli scienziati per un fenomeno dilagante: "Gli influencer dei social media sono una fonte crescente di consigli medici. Oltre il 70% dei giovani adulti negli Stati Uniti segue gli influencer e più del 40% ha acquistato prodotti in base ai loro consigli", si legge in un articolo firmato da Raffael Heiss del Center for Social and Health Innovation - Mci Management Center Innsbruck, insieme a 5 colleghi tra Austria e Usa.
Gli autori rilevano nei suggerimenti di salute degli influencer 4 criticità: "La mancanza di competenze mediche o di conoscenze pertinenti, l'influenza dell'industria, interessi imprenditoriali e convinzioni personali". Sono i 'bias' a causa dei quali i consigli medici diffusi via social "possono determinare danni psicologici, fisici, finanziari e sistemici: da autodiagnosi imprecise e trattamenti inappropriati a spese inutili e costi sanitari più elevati". I ricercatori citano come "esempio lampante la celebrity Kim Kardashian, che ha incoraggiato i suoi 360 milioni di follower su Instagram a sottoporsi a uno screening completo con risonanza magnetica" total body, "un esame privo di benefici comprovati e collegato a diagnosi eccessive, interventi inutili e costi elevati". Ma "anche gli influencer con competenze in ambito sanitario possono fornire consigli fuorvianti", avvertono Heiss e colleghi: "Ad esempio Eric Berg, un chiropratico statunitense con 14 milioni di iscritti su YouTube, promuove l'uso di integratori ad alto dosaggio" e al contempo "vende il suo marchio di vitamina D e altri prodotti, alcuni dei quali sono stati oggetto di un avviso legale per un contenuto di piombo superiore ai livelli di sicurezza". A rendere 'dottor influencer' ancora più "persuasivo", e quindi potenzialmente insidioso, analizzano gli esperti, è la "capacità di creare legami reali o unilaterali (spesso definiti 'parasociali') con i follower".
Gli autori riconoscono che "alcuni influencer offrono consigli di salute utili, inclusi medici e altri che aiutano a sfatare diffusi luoghi comuni". Ci sono poi gli influencer che parlano di malattie di cui soffrono in prima persona, e che da pazienti "possono fornire un supporto prezioso tra pari, soprattutto per condizioni stigmatizzate, creando spazi sicuri" di confronto "e condividendo esperienze personali". Tuttavia, insistono i ricercatori, "massimizzare i benefici e minimizzare i danni dei consigli medici degli influencer richiederà la collaborazione di più attori, in particolare governi e piattaforme di social media". Le strategie auspicate dagli esperti prevedono "una regolamentazione efficace, una maggiore responsabilità delle piattaforme e degli influencer, e un'acquisizione di consapevolezza da parte degli utenti attraverso una formazione mirata e l'accesso a informazioni affidabili e verificate".
"Regolamentare e moderare piattaforme e influencer è necessario", concordano in un editoriale correlato all'articolo gli americani Tina Purnat (Harvard) e David Scales (Cornell University), che però ritengono anche "indispensabile promuovere la fiducia attraverso comunità verificate, forum approvati dai medici e campagne di salute pubblica partecipative". I firmatari analizzano come le piattaforme digitali, le occasioni di incontro con i clinici e gli spazi comunitari, sia online che offline, plasmino le convinzioni dei pazienti, le loro aspettative e le loro richieste. "Il processo decisionale condiviso deve evolversi per l'era digitale", scrivono.
In un articolo correlato, Stephanie Santos Paulo del Bmj dà voce alle testimonianze di pazienti influencer che si sono guadagnati un ampio seguito sui social, condividendo storie personali sulla loro malattia e le terapie che seguono. Racconti che, osserva, promuovono un senso di autenticità e di connessione emotiva con i follower. "Penso che in parte le persone considerino i social media più utili per trovare risposte perché non è facile contattare un professionista sanitario", riflette Liam Robertson, la cui pagina Instagram @livingwithulcerativecolitis (vivere con la colite ulcerosa) conta 9.300 follower. Esprime una speranza Lily Mae, che con l'account Instagram @chronicallylil narra la sua convivenza con la sindrome di Ehlers-Danlos, l'endometriosi e la sindrome da compressione vascolare: "Vorrei che gli operatori sanitari ascoltassero e interagissero di più con le comunità di pazienti online. C'è una tale ricchezza di conoscenze di prima mano condivise - storie vere, sintomi ed esperienze vissute - che potrebbero contribuire a migliorare l'assistenza se più operatori si prendessero del tempo per comprenderle". Jen Moore, che sulla pagina Instagram @jen.dometriosis pubblica post sull'endometriosi e l'adenomiosi, rivendica il ruolo dei pazienti influencer nell'indirizzare i follower verso i professionisti sanitari: "Se non coinvolgiamo i medici in ciò che stiamo cercando di fare - dice - nulla cambierà".

Vent’anni dopo quel successo da brividi in Coppa del Mondo, Giorgio Rocca si emoziona: “Madonna di Campiglio è la gara della vita”. Il campione azzurro, vincitore di undici gare in Coppa del Mondo e di una coppa di specialità, trionfò nello slalom speciale sull’iconica 3Tre il 12 dicembre 2005. Una vittoria epica, in notturna, incorniciata da un tifo senza pari: "Riguardare le immagini – racconta in esclusiva all’Adnkronos - è fantastico. Il mio mito è stato Alberto Tomba, uno che lì ha scritto pagine di storia. Arrivavo da due vittorie, stavo bene, sapevo di potercela fare”. Sensazioni giuste: “Ero quarto al termine della prima manche, alla seconda ho aperto il gas. Mi ripetevo ‘O vado a canna oppure niente’. Alla fine è andata bene, tutto si è incastrato in maniera perfetta”.
Anche il racconto degli speaker...
“Chiesi di annunciare gli intermedi, per capire la situazione. Da questo può intuire tutto, potevo permettermi anche di ascoltare il loro racconto durante la discesa, in una gara decisa da centesimi”.
L'anniversario di quel successo anticipa di pochi mesi il ventennale del suo giuramento olimpico a Torino 2006.
“Un'emozione che va oltre l'attività sportiva. Durante le Olimpiadi ti rendi conto che la bandiera italiana è la cosa che conta davvero. Rappresenti il tuo Paese, non c'è niente di più bello”.
Anche per quello ci fu una preparazione olimpica?
“Prima del giuramento andai due volte ad allenarmi, diciamo così. Dovevano spiegarmi la strada e le cose da fare, con i tempi giusti. Quel giorno devi leggere un testo importante davanti a milioni di persone e non puoi fare errori. Serve attenzione alle parole, alle pause, bisogna scandire bene ogni frase con stile quasi militare. Più difficile di una gara di sci”. E se la ride.
Fu un momento che diede il via ai Giochi Invernali di Torino 2006. Lì la sua gara olimpica, molto attesa, finì con una caduta. Ci ripensa ogni tanto?
“Sarebbe stato il giusto coronamento di una carriera, anche perché sentivo di poter vincere. Non per essere presuntuoso, ma in quel momento sciavo bene, sarei arrivato a podio senza quell'incidente. Lo sport però insegna che bisogna ripartire e avere il coraggio di trovare motivazioni per rimettersi in gioco, per svegliarsi il giorno dopo con nuovi obiettivi”.
Lei come ha trovate le motivazioni?
“Devi farlo, la vita va avanti e non è una gara che deve scandire per sempre la tua esistenza. Il passato è passato, bisogna usarlo come esperienza negativa e soprattutto formativa. Lo sport è così, capitano giornate no e conta rialzarsi. Qualsiasi evento può avere risvolti positivi”.
Tra pochi mesi ci saranno di nuovo le Olimpiadi in Italia. Cosa si aspetta da Milano Cortina 2026?
“Sarà una bomba, un evento grandioso. La cosa interessante sta nel concetto di Olimpiadi diffuse, è la prima volta nella storia e la logistica può aiutare i vari sport, perché gli appassionati di una determinata disciplina andranno nella venue delle gare e se la godranno. Saranno una rinascita, un’occasione di ottimizzazione per i servizi nelle regioni interessate. L’altro discorso non banale guarda all’ecosostenibilità, non si costruisce per abbandonare ma per riutilizzare. Tante cose, a cominciare dai trasporti, serviranno alla gente nei prossimi anni”.
Gli appassionati sperano che ai Giochi possa esserci anche Federica Brignone, che pochi giorni fa ha rimesso gli sci dopo il grave infortunio al ginocchio...
“Tutto si può fare, è ciò che l’agonismo ha insegnato anche a lei. A 35 anni è importante non mollare, stringere i denti. Mi sembra che lo stia facendo, fin da subito si è impegnata al massimo e aver rimesso gli sci è un passo importante. Il corpo va ascoltato, ma dall’altra parte c’è l’evento più importante della sua vita sportiva. Farà la scelta migliore”.
Da qualche anno lei è anche imprenditore. Ci racconta questa nuova sfida?
“Quando ho chiuso con gli sci siamo partiti con la GR Academy e ho realizzato il mio sogno. Presto abbiamo capito però che il pubblico era molto esigente nei confronti del brand, così siamo passati a GR Mountain, con un’offerta di servizi più ampia, di qualità e personale altamente qualificato. A cominciare dai maestri di sci. Si tratta di una realtà che opera in alcune delle più rinomate località sciistiche del mondo, proponendo tante esperienze in cui sport, lifestyle e hospitality si fondono un modo innovativo. Dalle Ski Experience, in cui si può sciare sulle piste in mia compagnia o con altri ex campioni, alle Snow Night Experience, format pensato per gruppi ristretti con accesso esclusivo alle piste e cena finale in baita. E poi le Ski World Cup Experience, per far vivere l’atmosfera della Coppa del Mondo di sci in modo unico, dalla ricognizione sulla pista di gara all’accesso privilegiato all’hospitality”.
Quest’anno tante località, a cominciare da Madonna di Campiglio, hanno introdotto il numero chiuso sulle piste per contenere l’overtourism. Cosa ne pensa?
“Altre località all’estero hanno adottato la stessa strategia da qualche anno. Per esempio, se prenoti più tardi paghi di più. Viene fatto per disincentivare le persone ad andare nello stesso momento in una località. Il primo riflesso positivo riguarda la messa in sicurezza delle piste, valorizzando il cliente che soggiorna per una settimana e oltre. È anche un modo per far cambiare l’istinto turistico e ragionare meglio sul quando fare le vacanze in montagna, magari a prezzi più vantaggiosi”. (di Michele Antonelli)

"Se Zerocalcare non era già ricco e famoso, a 'Più libri Più liberi' c'annava pure se c'era Goebbels". E' la battuta fulminante di Federico Palmaroli in arte Osho, che sui social ironizza così sulla decisione, annunciata ieri via Instagram, di Zerocalcare[1] di non presenziare alla fiera romana 'Più Libri Più Liberi', data la presenza della casa editrice 'Passaggio al Bosco', i cui contenuti sarebbero a suo dire "nazisti".
Atti presentati dalla Garante per l'infanzia, Carla Puligheddu...
Esce il libro di Enrico Putzu illustrato da Iva Voinich...
Il professor Calò ha eseguito live due delicati interventi... 
Una svolta importante per la cura di patologie gravi e difficili da trattare. Aop Health, gruppo internazionale pioniere nelle terapie integrate per le malattie rare e l'area critica, annuncia l'avvio di nuove aree terapeutiche in Italia a partire dal 2026, grazie all'alleanza strategica con Rheacell, realtà biotecnologica tedesca specializzata in terapie cellulari avanzate. L'accordo - informa una nota - ha l'obiettivo di accelerare l'accesso dei pazienti italiani a soluzioni ad alta complessità per malattie ancora prive di alternative efficaci, come l'epidermolisi bollosa (nota anche come 'sindrome dei bambini farfalla') e le ulcere venose croniche 'non-healing'. "La nostra missione è offrire risposte terapeutiche dove oggi esistono bisogni ancora insoddisfatti - dichiara Emanuele Oro, General Manager di Aop Health Italia - La collaborazione con Rheacell rappresenta un passo decisivo verso l'introduzione nel nostro Paese di tecnologie avanzate in grado di incidere concretamente sulla qualità di vita delle persone". Le terapie in fase avanzata di sviluppo si basano sull'utilizzo di cellule capaci di favorire la rigenerazione dei tessuti e ridurre l'infiammazione, con risultati incoraggianti dagli studi clinici in corso.
Il 2025 si conferma per Aop Health un anno di evoluzione e di crescita, si legge nella nota. Il gruppo austriaco ha superato i 300 milioni di euro di fatturato globale nel 2024 e registra nel 2025 un incremento pari a circa il 50%, rafforzando nel contempo la capacità di innovazione e l'ampliamento della pipeline internazionale. In questo percorso l'Italia riveste un ruolo centrale, con oltre 40 milioni di euro di fatturato e un team di professionisti in costante crescita. "Di quest'anno - commenta Oro - ciò che ci rende più orgogliosi è che, ad oggi, oltre 122.000 pazienti rari e critici in Italia hanno beneficiato delle nostre terapie integrate, con un miglioramento del benessere e della qualità di vita". Risultati di grande soddisfazione, frutto anche dell'impegno sul fronte della ricerca che in Italia ha portato nuove evidenze cliniche e di real-life sui farmaci di riferimento per la policitemia vera, un raro tumore del sangue, per l'ipertensione arteriosa polmonare, malattia rara dell'area cardio-polmonare, e per la fibrillazione atriale acuta e lo shock settico, nell'ambito della terapia intensiva.
Il cuore di questo approccio alla cura - spiega la nota - è la filosofia delle terapie integrate, che mira a prendersi cura del paziente ben oltre le cure mediche, offrendo servizi e soluzioni che le integrano e puntano a migliorare la qualità della vita quotidiana. Uno strumento prezioso recentemente introdotto al servizio dei pazienti con malattie mieloproliferative è, ad esempio, l'App My Mpn Diary che consente di monitorare il proprio stato di salute e facilita la gestione quotidiana della patologia. A supporto dei pazienti che convivono con ipertensione arteriosa polmonare, è stato inoltre avviato un servizio di assistenza telefonica con personale infermieristico 24h, 365 giorni all'anno, a cui si aggiunge la possibilità di visite infermieristiche e consegna a domicilio della terapia, per chi fosse in difficoltà.
"Il nostro impegno non si esaurisce con lo sviluppo e l'offerta dei trattamenti - rimarca Oro - ma si estende nella vita quotidiana delle persone attraverso servizi concreti e personalizzati. Nel 2026 punteremo su una maggiore digitalizzazione e sull'ampliamento dei programmi di supporto nelle diverse aree terapeutiche".
"Sul fronte internazionale - afferma Nicola Zancan, Vice President Emea di Aop Health - come gruppo abbiamo rafforzato la nostra identità di pionieri nelle terapie integrate, unendo ricerca scientifica, servizi al paziente e investimenti in nuove soluzioni terapeutiche. Il 2025 è stato un anno di forte sviluppo internazionale: dal rafforzamento della proposta in diversi Paesi europei, all'apertura verso i Paesi del Nord Africa e, soprattutto, l'ingresso nel mercato statunitense. L'Italia si conferma un hub strategico che ha potenziale per una grande crescita: qui vediamo una forte cultura scientifica e una grande sensibilità nel connettere ricerca, cura e società, elementi fondamentali per proseguire il nostro percorso di espansione".
Ed è proprio in una visione di sviluppo di lungo periodo - conclude la nota - che si inserisce la collaborazione con Rheacell, che ha l'obiettivo di portare in Italia nuove risposte terapeutiche per un numero crescente di pazienti e contribuire alla costruzione di percorsi di cura sempre più personalizzati, sostenibili e centrati sulla persona.
Blitz militari nel mondo del bodybuilding a Cagliari e Sassari...
Completati i lavori della struttura clinica e interventistica...
L'apertura si tradurrà in un investimento per oltre 600 milioni...
Era stato trasferito dal S.Francesco al SS.Annunziata di Sassari...
Supporto dell'Università di Cagliari tra ricerca e innovazione... 
Parte il 'Bonus giovani imprenditori under 35'. L'Inps ha attivato il portale attraverso cui presentare domanda di accesso al contributo previsto dal decreto Coesione e destinato ai giovani che non hanno ancora compiuto 35 anni e che avviano un’attività imprenditoriale in settori strategici. Si tratta di un contributo mensile di 500 euro, erogato per un massimo di tre anni, che vuole essere un sostegno concreto per chi sceglie di mettersi in proprio nelle aree della transizione digitale ed ecologica.
Come presentare domanda
A fornire le indicazioni operative per la richiesta del bonus è stata la stessa Inps. A partire dall'1 dicembre il servizio è disponibile sul sito www.inps.it, e per accedervi è necessaria un'identità digitale (Spid di livello 2 o superiore, Cie 3.0, Cns o eIDAS). Il percorso sul sito è: “Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Esplora Sostegni, Sussidi e Indennità” > “Vedi tutti” nella sezione “Strumenti” > “Punto d’accesso alle prestazioni non pensionistiche” > “Utilizza lo strumento” > “Incentivo Decreto Coesione”.
Chi non possiede credenziali digitali può rivolgersi agli istituti di patronato o utilizzare il Contact Center multicanale. I numeri sono 803 164 da rete fissa (gratuito) e 06 164164 da mobile (a pagamento).
I requisiti e le tempistiche
A godere del bonus può essere chi non ha ancora compiuto trentacinque anni e sta avviando un’attività imprenditoriale sul territorio nazionale tra l'1 luglio 2024 e il 31 dicembre 2025. L’attività, come detto, deve operare in settori considerati strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e le transizioni digitale ed ecologica.
La domanda va presentata entro trenta giorni dall’avvio dell’attività. Attenzione però: per chi ha aperto la partita Iva prima del 28 novembre 2025 (data di pubblicazione della circolare Inps 148/2025), il termine decorre da quella data. Significa che gli aspiranti beneficiari, in questo caso, hanno ancora tempo per inviare la richiesta.
A quanto ammonta il contributo
Il bonus prevede un contributo di 500 euro mensili, erogato per un massimo di tre anni e comunque non oltre il 31 dicembre 2028. La liquidazione avviene annualmente in forma anticipata, calcolata sul numero di mesi effettivi di attività imprenditoriale. Il pagamento resta subordinato alle disponibilità finanziarie stanziate.

Adnkronos festeggia la 35ª edizione del Libro dei Fatti, strumento imprescindibile per orientarsi tra gli eventi che hanno segnato il mondo e l’Italia tra il 2024 e il 2025. Pubblicata da Adnkronos Libri, l’”Enciclopedia dei fatti” è disponibile da oggi in libreria. La novità principale dell’edizione 2025 è la cronologia ampliata: oltre alla tradizionale raccolta dei fatti dell’anno precedente, il volume include una cronologia aggiornata del 2025 fino al 31 ottobre, offrendo una fotografia puntuale dei principali avvenimenti nazionali e internazionali. In copertina, Giorgio Armani, Jannik Sinner, Donald Trump e Giorgia Meloni, Sergio Mattarella, Papa Leone XIII, Laura Pausini e Paola Cortellesi, i Giochi Olimpici Milano-Cortina e una immagine di guerra che richiama i conflitti in Ucraina e Palestina.
L’annuario, che è punto di riferimento per lettori, professionisti, studenti e appassionati di attualità, si arricchisce con quattro dossier tematici, pensati per approfondire le questioni che stanno ridisegnando scenari politici, economici e sociali: Sostenibilità, tra transizione energetica, ambiente e innovazione; Economia globale, con analisi sui mercati, le catene del valore e i nuovi equilibri internazionali; Geopolitica, dedicato ai conflitti in corso, alle relazioni tra potenze e alla sicurezza globale; Giubileo 2025, con un focus sul significato culturale, sociale ed economico dell’Anno Santo.
Il Libro dei Fatti 2025 ospita i contributi di figure di primo piano delle istituzioni, della cultura e dell’impresa. Tra questi: Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri, Alberto Barachini, sottosegretario di Stato all'Editoria, Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, Mons. Rino Fisichella, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Roberto Gualtieri, Sindaco di Roma, Gen. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Amb. Giampiero Massolo, Presidente di Mundys, Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, Antonio Tajani, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Adolfo Urso, Ministro per le Imprese e per il Made in Italy.
Con oltre 900 pagine di fatti, analisi, fotografie, dati e approfondimenti, il Libro dei Fatti 2025 conferma la sua vocazione divulgativa che mette ordine nella complessità dell’attualità e restituisce ai lettori una narrazione chiara, documentata e ricca di contributi di qualità.
“In un panorama editoriale complesso – sottolinea Giuseppe Marra, Presidente del Gruppo Adnkronos – Il Libro dei Fatti continua a distinguersi per il suo successo, offrendo un servizio imprescindibile: aiutare il lettore a orientarsi tra i molteplici eventi di cronaca, non solo quelli dell’ultimo anno – alcuni già affievoliti dalla frenesia del tempo che viviamo – ma anche quelli che si sono stratificati nel corso di decenni di storia. Siamo orgogliosi di aver raggiunto il traguardo dei 35 anni, risultato di un impegno costante e rigoroso che si affianca alla tradizionale e indispensabile attività informativa dell’agenzia”.

Il valore della partecipazione culturale giovanile per contrastare emarginazione e dispersione scolastica, i sistemi di tutela per bambine, bambini e adolescenti che vivono in contesti di criminalità e violenza, la funzione rieducativa del teatro in carcere, ma anche la scuola che resiste nei rifugi antiaerei dell’Ucraina e un progetto per sostenere l’accesso di bambine e ragazze alle discipline Stem contro i pregiudizi: sono questi i temi delle ricerche vincitrici della prima edizione del premio 'Save the Children per la ricerca - Dove inizia il futuro'.
"È urgente rafforzare l’alleanza tra la comunità scientifica e chi opera al fianco di bambine, bambini e adolescenti. I diritti dell’infanzia non avanzano se non c’è ricerca. Gli interventi pubblici e i progetti sul campo rischiano di non essere efficaci senza dati, analisi ed evidenze. Sostenere la ricerca significa investire nel futuro e nella crescita del Paese. Per questo motivo, Save the Children ha dato vita ad un polo ricerche, una struttura permanente dedicata ad ampliare e diffondere conoscenza sull’infanzia e l’adolescenza, e oggi siamo qui per premiare ricercatori e ricercatrici che non si accontentano di raccontare il presente, ma lavorano per costruire il futuro", ha dichiarato Claudio Tesauro, presidente di Save the Children Italia.
Il premio, alla sua prima edizione, nasce per sostenere l’attività di ricerca a favore dell’infanzia e dell’adolescenza, valorizzando i contributi scientifici che aiutano a interpretare i cambiamenti, a coglierne l’impatto nella vita dei bambini e a definire politiche innovative che promuovano i diritti dei minori e delle loro famiglie. In base alla selezione curata da una giuria di esperti di alto profilo nei settori della pedagogia, economia, statistica, sociologia e comunicazione, il premio è stato assegnato agli autori/autrici di una ricerca realizzata in Italia che ha contribuito ad ampliare la conoscenza su una o più dimensioni della vita dell’infanzia e dell’adolescenza con un significativo impatto sui diritti. Per sostenere i giovani ricercatori e ricercatrici, è stata premiata anche una ricerca coordinata e/o realizzata da un ricercatore con meno di 35 anni che riceverà anche una dote formativa del valore di 10mila euro.
"Un ringraziamento sentito va a tutti i ricercatori e le ricercatrici che hanno preso parte a questa prima edizione del premio, con 92 ricerche provenienti da 45 università e istituti di ricerca, e alla autorevole giuria che le ha valutate. Il premio ha fatto venire alla luce un patrimonio di conoscenze sull’infanzia e l’adolescenza che va valorizzato e che è indispensabile per comprendere la realtà e guidare gli interventi. Questo premio è anche un messaggio sulla necessità di investire stabilmente sulla ricerca per l’infanzia e l’adolescenza, perché la ricerca non è un lusso, ma la condizione necessaria per affrontare le sfide del nostro tempo", ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice ricerca di Save the Children.
Il premio Ricerca è stato assegnato a due ricerche ex aequo: 'Fammi Spazio: una ricerca sulla partecipazione culturale giovanile a Bologna' di Roberta Paltrinieri, professoressa di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all'università di Bologna, indaga il welfare culturale come leva per la promozione del protagonismo giovanile. Con un approccio originale, che unisce il rigore metodologico della raccolta di dati empirici, proposte operative e riflessioni critiche, Paltrinieri pone al centro del suo lavoro di ricerca il valore della cultura e delle pratiche artistiche come fattori di coesione sociale, benessere e contrasto alle diseguaglianze, con l’obiettivo di aumentare la partecipazione culturale degli adolescenti e gli spazi in cui i giovani si sentano protagonisti per affrontare il rischio di povertà educativa e dispersione scolastica attraverso anche la cura della dimensione relazionale in ambienti che incoraggino la scoperta e l’espressione libera.
'Teatro e Carcere. Uno studio pedagogico all’interno dell’Ipm Cesare Beccaria di Milano' di Veronica Berni, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze umane per la formazione Riccardo Massa’ dell'università degli studi di Milano Bicocca, approfondisce la funzione rieducativa dell’istituto penitenziario minorile. Attraverso osservazioni, testimonianze e le voci dei ragazzi detenuti, la ricerca mostra gli effetti postivi e trasformativi del laboratorio teatrale all’interno dell’Ipm Beccaria di Milano, unico progetto di teatro in carcere che svolge le proprie attività in un teatro collocato all’interno dell’Istituto ma aperto, tramite una porta, al territorio. La ricerca offre alla comunità educante e non solo spunti per le policy delle istituzioni carcerarie che restituiscano protagonismo ai giovani detenuti.
Il premio per i ricercatori under35 è stato assegnato a Faustino Rizzo per la ricerca 'Sfide e prospettive nella tutela dei diritti dell’infanzia in contesti mafiosi: un’analisi delle misure di protezione avviate dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria negli anni 2012-2020'. Faustino Rizzo, assegnista di ricerca presso l'università di Padova, mette in luce la realtà di bambini e adolescenti che appartengono a famiglie legate alla criminalità organizzata, inseriti in programmi di protezione, ed esplora le iniziative di tutela. Al centro del lavoro di ricerca c’è il concetto di 'vulnerabilità mafiosa', la condizione in cui i bambini sono immersi in una pedagogia criminale e violenta, e la proposta di un adattamento del livello essenziale di prestazione sociale 'Prevenzione dell’allontanamento familiare - P.i.p.p.i.' ai minori che vivono in questa condizione nelle procedure adottate dagli operatori sociali, per una maggiore tutela e per interrompere il ciclo di svantaggio sociale in cui si trovano.
Save the Children ha scelto di attribuire due menzioni speciali a un centro di ricerca internazionale e a un progetto di cittadinanza scientifica che ha avvicinato bambini e bambine alla scienza. La prima è stata assegnata al Kse Institute (Kyiv school of Economics, Ucraina) per le attività di ricerca in ambito educativo in contesti di guerra e l’impegno nel documentare l’impatto del conflitto sulla società ucraina e sostenere il sistema educativo e sociale anche attraverso la creazione di rifugi educativi nelle scuole e la collaborazione con Ong per il supporto psicologico ai minori. La seconda menzione speciale, invece, è per la Fondazione Mondo Digitale Italia (Fmd) per il progetto 'Coding girls', un programma formativo che promuove l’avvicinamento di bambine e ragazze alla conoscenza scientifica e tecnologica, con l’obiettivo di superare pregiudizi e stereotipi di genere che ancora limitano l’accesso delle ragazze alle discipline Stem.
La cerimonia, condotta dalla giornalista Mariangela Pira, si è svolta questa mattina a Milano, presso il Museo nazionale scienza e tecnologia Leonardo da Vinci, alla presenza della vicesindaca del Comune di Milano, Anna Scavuzzo e di autorevoli esponenti del mondo della ricerca componenti della giuria del premio: Anna Maria Ajello, professoressa di Psicologia dello sviluppo all'università La Sapienza; Tito Boeri, economista dell'università Bocconi; Enrico Giovannini, statistico ed economista, direttore scientifico ASviS; Paola Milani, professoressa di Pedagogia sociale dell'università di Padova.
A premiare i vincitori e a sottolineare l’importanza per la società civile delle ricerche premiate, sono saliti sul palco anche l’attore Paolo Briguglia e Andrea Zucca, responsabile dello sviluppo istituzionale di Fondazione Feltrinelli. Nel corso dell’evento l’astronauta Paolo Nespoli ha dialogato con le ragazze del progetto 'Coding girls' rispondendo alle loro curiosità sullo spazio e sul suo lavoro, mentre la giornalista Francesca Mannocchi ha portato la sua preziosa testimonianza di ciò che vivono i bambini in guerra.
La prima edizione del premio ha il patrocinio del Comune di Milano e del ministero dell’Università e della Ricerca, è realizzata grazie al sostegno di Poste Italiane e Aon. All’iniziativa è stata conferita la medaglia del presidente della Repubblica. L’iniziativa si è avvalsa, inoltre, del contributo dello Ied- Istituto europeo di Design - e della Fondazione Francesco Morelli: i trofei consegnati ai vincitori del premio, sono stati realizzati da un gruppo di bambini del Punto Luce di Ostia di Save the Children, guidati in un laboratorio dagli studenti dello Ied di Roma.
Il 'Premio' è promosso dal polo ricerche di Save the Children, una struttura dell'organizzazione interamente dedicata ad ampliare e diffondere le conoscenze sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel mondo, allo scopo di promuovere i diritti di tutti i bambini e le bambine e di incidere concretamente, attraverso i dati e le analisi, sulle politiche e sulle prassi di soggetti istituzionali, privati e non profit. Le attività del polo ricerche si articolano in quattro ambiti: la ricerca, l’analisi dei dati (anche attraverso un portale consultabile on line: https://datahub.savethechildren.it), la formazione e la promozione della cittadinanza scientifica.
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