
(Adnkronos) - 'Il Commissario Montalbano' ha vinto la prima serata di ieri, 1 ottobre, con il 16,5% di share. La replica della fiction di Rai 1 con Luca Zingaretti ha incollato allo schermo 2.522.000 telespettatori. A seguire con il 15,9% di share c'è 'Io Canto Family', in onda su Canale 5, che è stato visto da 2.345.000 telespettatori. Su Rai 3 'Chi l’ha Visto?' ha conquistato 1.348.000 telespettatori e l'8,6% di share. Su Tv8 il match Barcellona-PSG della Champions League ha totalizzato 1.220.000 telespettatori e il 6,4% di share.
Su Rete 4 'Realpolitik' ha raggiunto 651.000 telespettatori, pari al 5% di share. Su Italia1 'San Andreas' ha segnato 804.000 telespettatori, pari al 4,6% di share. Su La7 'Lezioni di Mafie' ha ottenuto 720.000 telespettatori, pari al 3,9% di share. Poco sotto con il 3% di share c'è 'Occhi di Gatto', in onda su Rai 2, che è stato visto da 571.000 telespettatori. Infine, sul Nove la replica di 'Comedy Match' ha totalizzato 340.000 telespettatori e l'1,9% di share.
Nella fascia access prime time, su Rai1 'Cinque Minuti' ha conquistato 4.038.000 telespettatori e il 20,2% di share, mentre 'Affari Tuoi' 4.501.000 telespettatori e il 21,8% di share. Su Canale5, 'La ruota della fortuna' 4.658.000 telespettatori e il 22,5% di share.
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(Adnkronos) - Codere Italia, appartenente a Codere S.A. gruppo internazionale di riferimento nel settore del gioco legale e responsabile, annuncia ufficialmente il suo ingresso nell’ambito del gioco online, segnando un ulteriore passo strategico nell’evoluzione della propria offerta nel mercato italiano. Già consolidata nel canale retail Codere - si sottolinea in una nota - "estende ora la propria presenza al digitale, offrendo agli utenti un ambiente di gioco sicuro, regolamentato e tecnologicamente avanzato". Il sito codere.it propone un’ampia gamma di prodotti sempre nel pieno rispetto delle normative ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli).
"A conferma del proprio impegno e della volontà di essere protagonista nel mercato regolamentato", Codere conferma di aver partecipato al nuovo bando di gara per l’assegnazione delle nuove concessioni di gioco online, promosso da ADM, e di aver otttenuto l’aggiudicazione. Una scelta che rafforza ulteriormente il posizionamento dell’azienda come operatore affidabile, trasparente e orientato alla crescita sostenibile con una forte volontà di permanere da leader nel mercato italiano". Con questo lancio, si sottolinea ancora, "Codere conferma la propria visione: costruire un ecosistema integrato, legale e orientato alla collaborazione, in grado di generare valore per tutto il comparto del gioco pubblico".
“Con Codere.it compiamo un passo naturale ma strategico: presidiare con determinazione anche il segmento online, mantenendo intatta la nostra identità di operatore serio, regolamentato e vicino al cliente. Il nostro obiettivo è offrire un'esperienza omnicanale coerente e di qualità. In quest’ottica, - ha dichiarato Alejandro Pascual, Regional Manager Europe e Country Manager di Codere Italia - Codere è fortemente interessata a sviluppare collaborazioni con partner del settore, in particolare con tutti coloro che gestiscono già punti di ricarica sul territorio nazionale e desiderano continuare a operare nel comparto online con il supporto di un brand solido e affidabile.”
Codere apre quindi a partnership B2B con operatori e realtà commerciali che vogliono valorizzare la propria presenza nel mercato del gioco online, beneficiando di un'infrastruttura tecnologica avanzata, di supporto commerciale dedicato e di un brand riconosciuto a livello internazionale. L’azienda mette a disposizione dei partner strumenti operativi trasparenti, condizioni competitive e un impegno costante nella legalità e nella sostenibilità del gioco.
Anche Roberto Russo, Direttore Online di Codere Italia, sottolinea il valore strategico della nuova piattaforma che "nasce con l’ambizione di offrire un’esperienza online all’altezza dei migliori standard internazionali, unendo tecnologia, usabilità e contenuti premium. Abbiamo costruito una piattaforma solida e scalabile, pronta a crescere e ad adattarsi alle esigenze dei nostri utenti e dei nostri partner. Il nostro approccio è orientato al lungo termine, con l’obiettivo di creare un ecosistema di gioco sicuro, in grado di affermarsi come punto di riferimento nel mercato italiano.”
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(Adnkronos) - L’inattività è il punto chiave del mancato accesso delle donne nel mercato del lavoro. E’ quanto emerso dalla tavola rotonda Inapp ‘Riflessioni e prospettive a livello italiano’, organizzata in occasione della presentazione dell’undicesimo round dell’European social survey.
“La recente evoluzione del mercato del lavoro - ha detto Valeria De Bonis, membro dell’ufficio parlamentare di Bilancio - proviene dai cambiamenti della partecipazione, soprattutto delle donne, e della demografia. Andiamo, infatti, verso l’invecchiamento, una riduzione della popolazione e della forza lavoro. C’è stato un aumento della popolazione occupata però per gli uomini l’aumento ha interessato tutte le fasce over 50, mentre per le donne tra i 35 e i 49 anni. La caratteristica che ha colpito nella fase post pandemica è il contributo arrivato dagli inattivi, soprattutto donne, oltre che dai giovani. Molta occupazione si è rivolta verso il terziario, caratterizzato da bassa redditività e remunerazione”. Un dato, questo, da collegare al fatto che “le donne rappresentano il 53% dei nuovi occupati. Per questo è importante il rapporto Inapp affinché si riescano ad intercettare le esigenze delle donne”, ha sservato.
“A livello europeo - ha ricordato Sara Riso, senior research manager Eurofound - sono stati fatti diversi progressi per dimezzare il divario dei tassi di occupazione di genere. In Italia le donne sono mediamente più istruite degli uomini, ma i salari continuano a rimanere inferiori. Dalle nostre indagini si vede che alcuni settori rimangono a prevalenza femminile, come sanità e istruzione, con carichi di lavoro ed emotivo più elevati, mentre gli uomini ricoprono ruoli manageriali con caratteristiche opposte. I divari di genere non si limitano ai salari, ma anche alla gestione del tempo a livello familiare e questo riduce il tempo per la formazione e per la propria carriera. Un quadro, quindi, complesso che continua a penalizzare le donne, per questo occorre potenziare i servizi di cura, garantendo la flessibilità e il diritto alla disconnessione”.
Per Mattia Pirulli, segretario confederale Cisl, “da un po’ di tempo evidenziamo che la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro è stato vista in maniera residuale, mentre oggi sta diventando anche un tema economico, rilanciandone il ruolo". "Dobbiamo attivare il mondo delle donne nell’attività nel mercato del lavoro - ha detto - contribuendo così all’aumento del Pil. Analizzando le materie Stem, particolarmente richieste, si vede che l’80% sono uomini e il restante 20% sono donne. Una prima leva deve essere quindi l’orientamento evitando un’autosegregazione da alcuni percorsi. Analizzando la fascia di età 25-34 anni, il 41% delle donne lavora in part time involontario in senso ampio e proprio qui bisogna capire come ripartire il carico familiare donne-uomini. Dobbiamo lavorare sull’equa partecipazione contrattuale, sui servizi come ad esempio sulla possibilità di accesso agli asili nido. Bisogna incentivare anche i sistemi di welfare per la long term care, perché l’invecchiamento della popolazione porterà delle nuove esigenze”.
“Siamo tutti d’accordo - ha spiegato Eleonora Faina, vicedirettore generale Unione industriali di Torino - che ci siano delle diversità nel mercato del lavoro e problemi per i carichi provenienti dalla cura, però bisogna capire cosa fare. Ci sono delle iniziative di sostegno alle donne portate avanti dalle aziende, anche se variano a seconda della dimensione industriale delle imprese. Cosa possiamo fare in termini di politica pubblica? La legge non risolve sempre i problemi come una bacchetta magica e senza costi per le imprese, bisogna insistere sulla formazione scientifica delle ragazze per coinvolgerle poi nella transizione digitale”.
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(Adnkronos) - Esplorare il ruolo fondamentale della qualità di vita e dell'intelligenza artificiale nella moderna ricerca ematologica. E' questo lo scopo del meeting internazionale 'New Frontiers in Hematologic Research: Quality of Life and Artificial Intelligence', organizzato da Fondazione Gimema - Franco Mandelli Onlus e Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, in programma venerdì 3 ottobre a Roma nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. "Un'occasione unica per guardare al futuro della ricerca ematologica con uno sguardo etico e innovativo, e insieme ai massimi esperti del settore", sottolineano i promotori dell'evento in una nota.
"Le terapie ad oggi a disposizione - spiegano Gimema e Ail - consentono a molti pazienti di ottenere la guarigione. Ma a che prezzo? Qual è la tossicità a distanza di tempo? Riesce il paziente a reintegrarsi nel mondo del lavoro? Possiamo migliorare la loro aspettativa di vita attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale? Molte sono le domande ancora aperte, alla cui risposta speriamo di poter portare il nostro contributo grazie sia alla presenza dei massimi esperti nazionali e internazionali (europei e statunitensi) nel campo dell'ematologia come relatori, sia al coinvolgimento delle associazioni dei pazienti. Queste ultime hanno infatti un importante ruolo nel miglioramento dell'assistenza sanitaria, portando il paziente sempre più al centro del percorso terapeutico. Al centro dell'incontro: il paziente, la sua voce e il valore delle associazioni di pazienti".



(Adnkronos) - La Russia risponderà "in modo appropriato" se gli Stati Uniti forniranno i missili da crociera americani Tomahawk all'Ucraina. A dichiararlo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa Tass.
Durante il suo ultimo incontro con il presidente Usa Donald Trump, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato anche della possibile fornitura a Kiev di "missili a lungo raggio", ma "vedremo" con quale esito. "Abbiamo parlato con gli Stati Uniti - ha detto Zelensky, arrivando a Copenaghen - e siamo grati al presidente Trump per questo dialogo. L'ultima volta abbiamo avuto un incontro molto buono, un dialogo molto produttivo e abbiamo parlato di missili a lungo raggio, di armi a lungo raggio. Ne abbiamo parlato, quindi vedremo".
Il presidente degli Stati Uniti Trump non ha ancora dato il via libera alla fornitura di missili Tomahawk chiesti da Kiev. L'amministrazione, secondo il Wall Street Journal, sta valutando l'invio di armi "potenti" che consentirebbero all'Ucraina di mettere nel mirino un numero superiore di obiettivi rispetto a quelli attualmente raggiungibili: nella lista anche i Barracuda.
"Gli Stati Uniti condividono costantemente informazioni di intelligence in tempo reale con l'Ucraina. Non è una novità", ha dichiarato ancora Peskov, commentando le notizie apparse su alcuni media secondo cui Washington fornirebbe a Kiev informazioni di intelligence per attacchi sul territorio russo. "E' chiaro che l'intelligence venga scambiata, o meglio non scambiata, bensì fornita, e che tutte le infrastrutture della Nato e degli Stati Uniti vengono utilizzate per raccogliere e trasmettere informazioni all'Ucraina", ha aggiunto..
Quanto all'eventuale utilizzo dei flussi di cassa prodotti dagli asset congelati alla Russia per aiutare l'Ucraina "non rimarrà senza risposta". "Tutti devono capire chiaramente che questa richiesta non rimarrà senza risposta. E, naturalmente, la Russia risponderà garantendo che i suoi interessi siano tutelati in termini quantificabili e che coloro che sono coinvolti in queste azioni illegali siano ritenuti responsabili, legalmente e in altro modo", ha concluso.
La Russia ha la capacità di violare lo spazio aereo dei Paesi di qualsiasi parte del continente europeo, ma l'Ucraina può offrire la sua esperienza maturata in guerra per contribuire a contrastare questa minaccia, ha dichiarato Zelensky ai capi di Stato e di governo riuniti a Copenaghen. "Se i russi osano lanciare droni contro la Polonia o violare lo spazio aereo dei Paesi del Nord Europa, significa che ciò può accadere ovunque", ha affermato aggiungendo: "Nell'Europa occidentale, a sud, abbiamo bisogno di forze per rispondere e di difesa rapide ed efficaci che sappiano come gestire i droni'', ha aggiunto.
L'Ucraina vuole lavorare con l'Ue per aiutarla a costruire un "muro contro i droni", apportando l'esperienza accumulata nel settore in oltre tre anni di guerra con la Russia. "Dobbiamo agire insieme - ha detto a Copenaghen, durante il summit dell'Epc, Zelensky - e dobbiamo agire con forza". "I nostri ragazzi - ha continuato - sono già qui in Danimarca: ci sono ucraini esperti che sanno come rilevare e abbattere i droni, hanno già iniziato la loro missione. Siamo pronti a condividere questa esperienza con voi partner. Questo è solo l'inizio, un primo passo nel percorso verso un efficace muro contro i droni, per proteggere tutta l'Europa. Per favore lavoriamo insieme su soluzioni coordinate, che lo rendano possibile".
Il primo capitolo dei negoziati sull'adesione dell'Ucraina all'Ue deve essere aperto, "come concordato", visto che Kiev ha completato la sua parte di lavoro, ha detto quindi il presidente ucraino.
Bisogna aprire i negoziati di adesione all'Unione europea con l’Ucraina e con la Moldavia "entro la fine di quest’anno", ha affermato dal canto suo la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola. Il processo è "vantaggioso per l’Ue, non è carità", ha aggiunto, sottolineando che va a vantaggio di tutta l'Ue, che "ci renderà più sicuri, più padroni strategicamente del nostro futuro, e che ci permetterà realmente di dimostrare che i nostri cittadini aprono la porta ai Paesi e alle loro popolazioni quando desiderano entrare".
L'Ucraina ha dato un aiuto "molto importante" alla Danimarca e alla Polonia, alle prese con violazioni dello spazio aereo da parte di droni di sospetta o accertata provenienza russa, condividendo l'esperienza che ha accumulato in oltre tre anni di guerra con la Russia, ha sottolineato il segretario generale della Nato Mark Rutte, a Copenaghen a margine del summit dell'Epc.
Kiev, ha osservato il segretario generale, "è ovviamente una potenza quando parliamo di intuizioni innovative, ad esempio nella tecnologia anti-droni, nelle minacce informatiche eccetera. Il fatto che l'Ucraina stia ora aiutando in Danimarca e Polonia, in generale, condividendo le sue intuizioni acquisite in più di tre anni, 3 anni e mezzo di questo terribile assalto russo non provocato, è molto importante". Con l'Ucraina, "abbiamo un centro congiunto in Polonia, J-tech, dove apprendiamo tutte le lezioni che Kiev è in grado di condividere", in virtù delle sue "conoscenze", accumulate durante "lo sforzo bellico", ha concluso Rutte.

(Adnkronos) - “Oggi presentiamo il primo veicolo societario integrato di open innovation in Italia, basato su un modello di circolarità: una crescita che si autoalimenta, in cui il valore generato viene reinvestito in nuove soluzioni e tecnologie”. Lo ha spiegato l’ad di A2a Renato Mazzoncini, presentando A2a Life Ventures, “una piattaforma che mira a posizionarsi come un benchmark europeo nell'innovazione applicata alla transizione ecologica, anticipando i trend globali, per dare un contributo all’autonomia tecnologica ed energetica dell’Italia”, ha detto.
“L’innovazione è la principale cassetta per gli attrezzi che ci serve per traguardare un 2050 che dovrebbe essere più sostenibile. Sicuramente innovazione e ricerca sono fondamentali perché questa cassetta degli attrezzi oggi ha ancora un sacco di buchi o perché gli oggetti non esistono ancora o perché sono completamente diseconomici. La strada è ancora lunga”, ha osservato Mazzoncini, sottolineando che “il ruolo fondamentale di un’azienda come la nostra è essere un ottimo Luna Park per chiunque abbia un’idea innovativa. Se gli apriamo la porta, tante startup possono divertirsi da noi”.
Leggi tutto: Mazzoncini (A2a): "Modello Life Ventures circolare, crescita che si autoalimenta"

(Adnkronos) - Matteo Salvini ha fatto sapere che "la commissione di garanzia si pronuncerà a brevissimo" sullo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati per l’intera giornata in difesa di Flotilla. "Immagino, vista la normativa, che dichiarerà lo sciopero illegittimo", in quanto "uno sciopero generale improvviso, per motivi politici, è chiaro che non può essere preannunciato con così scarso preavviso", ha detto il ministro dei Trasporti e vicepremier, a Rtl 102,5. "Se poi qualcuno manifesterà ugualmente, sciopererà ugualmente, - ha precisato - aggredirà, bloccherà, ne pagherà penalmente le conseguenze. ribadisco l'importanza di approvare la proposta della Lega, chiunque organizzi un corteo, una manifestazione, deve lasciare una cauzione dal proprio conto corrente personale o associativo e in caso di danni paga lui, non pagano tutti i cittadini".
La premier Giorgia Meloni ha dichiarato che il popolo italiano affronterà "nei prossimi giorni, temo, diversi disagi per una questione che mi pare c'entri poco con la vicenda palestinese e c'entri molto con le questioni italiane e del resto ce lo spiegano i sindacati, perché mi sarei aspettata che almeno su una questione che reputavano così importante non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì, perché il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme".
Parole criticate alla Camera da Elly Schlein. "Non è accettabile", ha detto, che la premier Giorgia Meloni attacchi lo sciopero convocato per domani. "Giù le mani dal diritto di sciopero. L'Italia è migliore di che la governa in questo momento".
La Cgil ha annunciato lo sciopero ''in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e per Gaza''. “L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema'', scrive il sindacato in una nota. ''Un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un'azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio''.
Allo sciopero generale partecipa anche la Fiom che in una nota ga detto:''Come sempre le metalmeccaniche e i metalmeccanici sono in prima linea nella lotta contro la guerra, per l’umanità, per la dignità, per la solidarietà e il ripristino del diritto internazionale''. ''Chiediamo al Governo italiano di intervenire per difendere l'esercizio dei diritti costituzionali dei propri cittadini impegnati in un’azione umanitaria, sanzionare il Governo Netanyahu, bloccare gli accordi commerciali e militari con Israele e per riconoscere formalmente lo Stato di Palestina, conclude il sindacato.
Anche l'Usigrai aderisce allo sciopero generale. A darne notizia è il sindacato dei giornalisti Rai. "Care colleghe e colleghi - si legge in una nota Esecutivo Usigrai - stiamo seguendo come tanti con attenzione quanto accade intorno alla missione della Sumud Flotilla e le manifestazioni in corso in tutta Italia. Il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti della Rai ritiene che le colleghe e i colleghi che vorranno aderire allo sciopero generale di venerdì 3 ottobre, proclamato dalla CGIL, dovranno poterlo fare contando sulla piena assistenza sindacale. Tuttavia, il fermo degli attivisti e le mobilitazioni in corso in tutta Italia hanno bisogno di essere raccontate dal Servizio pubblico della Rai. Per queste ragioni l'Usigrai annuncia l'adesione allo sciopero indetto dalla CGIL ai sensi del comma 7 dell'art. 2 della legge m. 146 del 1990 (sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali) e allo stesso tempo chiede ai propri iscritti di garantire la copertura informativa della giornata del 3 ottobre, nelle modalità previste dall’accordo 4 dicembre 2000, nelle forme e nei modi che saranno predisposte da ciascuna redazione e pertanto invita giornaliste e giornalisti a garantire con responsabilità le prestazioni essenziali al prodotto informativo".

(Adnkronos) - A2a lancia A2a Life Ventures, il primo veicolo societario in Italia creato da una corporate per integrare tutte le leve dell’open innovation. L’obiettivo è sostenere i pilastri del piano strategico 2035 e valorizzare sul mercato soluzioni innovative sviluppate internamente. La nuova società “rafforza la posizione del gruppo come attore di primo piano nel panorama nazionale ed europeo, proiettandolo tra i player più avanzati nelle strategie di innovazione industriale”, sottolinea la life company in una nota. La rilevanza della scelta viene confermata dal paper ‘Il ruolo dell’innovazione nello scenario globale’ realizzato da Mit Technology Review Italia e presentato questa mattina alla presentazione di A2a Life Ventures dall’editore di Mit Technology Review Italia Tommaso Canonici. Come illustra il paper, oltre la metà delle Fortune 500 Companies ha già attivato programmi di corporate venture capital o acceleratori, mentre il 40% adotta modelli di venture clienting e circa una su quattro ha lanciato iniziative di venture building. Il segreto è “fare: quello che veramente cambia e la capacità di eseguire, non di pensare”, ha detto Canonici.
A2a è la prima realtà italiana a tradurre questa tendenza in un veicolo societario autonomo, con l’obiettivo di rendere strutturale e continuativo l’impegno sull’innovazione. A2a Life Ventures sarà un motore a supporto dei pilastri del piano strategico 2035 – economia circolare e transizione energetica – e si propone come una fabbrica dell’innovazione capace di sviluppare e testare soluzioni concrete digitali, fisiche e basate sull’Ai, all’interno del gruppo e poi sul mercato esterno.
L’obiettivo è costruire entro il 2035 un portafoglio di circa trenta soluzioni innovative pronte a creare valore sia per A2a che per l’ecosistema industriale ed energetico europeo. Con A2a Life Ventures, il gruppo - evidenzia la Life company - “consolida il percorso iniziato nel 2020 con il Corporate Venture Capital e conferma la volontà di guidare in Italia un modello di innovazione già diffuso tra i grandi gruppi internazionali, mettendo l’accento su una strategia Eu-first e sulla creazione di valore industriale e tecnologico a lungo termine. A2a gioca oggi un ruolo da protagonista nell’ecosistema dell’innovazione: oltre 300 progetti in corso, un portafoglio di Cvc con investimenti in più di 70 startup che hanno creato circa 1800 posti di lavoro e un network di 1 milione di innovatori globali che collabora con il gruppo”.
“La decarbonizzazione non è un’opzione ma una priorità con un orizzonte ben definito: il 2050. A2a è un player industriale che opera a livello nazionale nei settori dell’energia, delle reti, dell’economia circolare che sono strategici per il Paese e abbiamo bisogno di strumenti concreti per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica che l’Ue richiede”, commenta Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2a. All’evento di presentazione dell’iniziativa ‘First of a Kinf – Nasce A2a Life Ventures: un modello di innovazione che cresce e si rigenera di continuo.
Per migliorare la vita di tutti’ al Teatro Studio Melato hanno partecipato anche il presidente di A2a Roberto Tasca, l’ad di Tech Europe Foundation Luca De Angelis, l’ad di Cdp Venture Capital Emanuele Levi e l’ad di A2a Life Ventures Patrick Oungre che ha spiegato come le quattro business unit del gruppo siano il perimetro nel quale la società opera e orientino l’esplorazione e l’adozione di tecnologie per la transizione ecologica.
In ambito circular economy, A2a Life Ventures è impegnata nello studio di soluzioni avanzate che vanno dal recupero energetico al trattamento e valorizzazione dei rifiuti, fino alla gestione sostenibile delle risorse idriche; per la generazione di energia lavora per ottimizzare la produzione e lo storage energetico; nel settore smart infrastructures, la società monitora e sviluppa tecnologie all’avanguardia per rendere le reti sempre più intelligenti, sostenibili ed efficienti grazie, ad esempio, all’analisi predittiva; nel segmento mercato, supporta le attività commerciali per migliorare l’esperienza utente e automatizzare processi complessi legati alla vendita di energia elettrica e di gas naturale, alla mobilità elettrica, all’efficientamento energetico. Uno degli elementi distintivi della società è l’ecosistema di partner che comprende startup ad alto potenziale, Pmi innovative, centri di ricerca d’eccellenza, corporate tecnologiche, abilitatori di innovazione, enti e istituzioni: un network con cui A2a Life Ventures avvierà percorsi condivisi di crescita, in cui la co-creazione si unisce alla capacità di amplificare e portare al mercato gli asset generati.
Leggi tutto: A2a lancia Life Ventures, veicolo societario per integrare leve open innovation

(Adnkronos) - Nel nuovo episodio di State Sicuri, il video podcast di Adnkronos dedicato alla sicurezza che cambia, Giorgio Rutelli ha ospitato il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Un dialogo a tutto campo che ha toccato i grandi scenari internazionali, le sfide della trasformazione culturale e tecnologica delle Forze Armate italiane, la minaccia crescente dei droni, l’impiego dell’intelligenza artificiale e il rapporto con l’industria della difesa.
“Vorrei che l’Esercito fosse non solo una forza armata, ma anche una forza amata dagli italiani”, ha detto Masiello, lanciando un messaggio forte sull’importanza della cultura della difesa come responsabilità collettiva.
Il generale ha inquadrato il momento storico in cui viviamo: “Siamo immersi in due conflitti vicini, quello in Ucraina e quello in Medio Oriente, ma i punti di tensione nel mondo sono molti di più: dall’Indo-Pacifico all’Africa, dall’Artico all’Europa orientale”.
Secondo Masiello, dopo i trent’anni di relativa stabilità seguiti alla caduta del Muro di Berlino, l’Europa e l’Italia si ritrovano in un contesto radicalmente diverso: “Siamo tornati a confrontarci con scenari convenzionali, ma non si tratta più della guerra che studiavamo da ragazzi. In Ucraina convivono tre conflitti: quello delle trincee, che pensavamo relegato ai libri di storia; quello tecnologico, con l’uso massiccio dei droni; e quello cognitivo, che si combatte sulla disinformazione e tocca direttamente le opinioni pubbliche occidentali”.
È quest’ultimo, spiega, a rappresentare la novità più insidiosa: “La guerra cognitiva entra nelle nostre case, influenza il dibattito pubblico, condiziona la politica. È la battaglia per la mente, e riguarda ognuno di noi”.
Masiello ha insistito sulla necessità di una nuova consapevolezza nazionale: “Oggi solo un italiano su cinque sarebbe disposto a combattere per il proprio Paese. È un dato con cui dobbiamo fare i conti. Sono da poco stato in Finlandia, quando si va nei Paesi di confine c’è preoccupazione ma anche preparazione. Da noi questo non avviene, per ragioni storiche, ideologiche, anche di distanza dal fronte. Ma quando parlo ai ragazzi italiani, nelle università o nei convegni, l’interesse per questi temi sta crescendo”.
Il generale ha poi ricordato la Costituzione: “La difesa della patria è sacro dovere di ogni cittadino. Non dice che è un dovere dei soli militari”. E ha citato un collega francese: “Attenzione, se si va in guerra non è l’esercito francese che combatte, è la Francia che combatte. Lo stesso vale per l’Italia: se mai ci trovassimo in quella situazione, sarebbe l’intero Paese a doversi assumere la responsabilità della difesa”.
Il generale ha paragonato la funzione delle Forze Armate a quella dei vigili del fuoco: “Nessuno vuole che la propria casa prenda fuoco, ma se accade vogliamo che i pompieri siano pronti a intervenire. E se posso, mentre i pompieri spengono l’incendio, anch’io, da proprietario, prendo un secchio d’acqua per dare una mano. Così deve funzionare anche con la difesa nazionale”.
Dopo decenni in cui l’Esercito italiano è stato impiegato prevalentemente in missioni di peacekeeping, il conflitto in Ucraina ha imposto una profonda revisione: “Stiamo tornando a parlare di carri armati, artiglieria, mezzi corazzati, elicotteri armati e difesa contraerea. Oggi questi assetti, che sembravano superati, sono diventati indispensabili”. Il cambiamento riguarda anche l’addestramento: “Non ci si appronta più a missioni specifiche in Libano o in Afghanistan. Oggi ci si addestra per scenari convenzionali, ad alta intensità, simili a quelli che vediamo in Ucraina”.
Ma la vera svolta, per Masiello, è di carattere culturale: “La sfida più grande non è quella dei mezzi, ma quella della mentalità. L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Per troppo tempo è stato considerato solo zaini e scarponi, oggi non è più accettabile. Dobbiamo cambiare rapidamente, perché il mondo cambia a una velocità mai vista prima”.
Per stimolare questo cambiamento, il Capo di Stato Maggiore ha lanciato iniziative inedite:
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• Distanza zero: un approccio diretto e orizzontale, che include un portale su cui tutti possono dare le proprie idee in tema di innovazione della forza armata,
• Un caffè col capo: incontri informali con giovani soldati sotto i quarant’anni, senza barriere gerarchiche, per discutere liberamente problemi e proposte.
“Le idee vengono dai più giovani. Bisogna imparare a sbagliare: senza la libertà di commettere errori non ci sarà mai innovazione. Il rischio è che la paura del giudizio tolga ossigeno al cambiamento”.
Il generale ha dedicato ampio spazio all’intelligenza artificiale: “L’abbiamo introdotta in tutte le scuole dell’Esercito, perché serve innanzitutto formare. L’AI è già utilizzata nelle procedure di lavoro, nei sistemi di comando e controllo, dove ci supporta con analisi predittive, e nei sistemi d’arma. Non è solo questione di efficienza: significa salvare vite. Un robot può sminare un campo o costruire un bunker al posto di un soldato sotto il fuoco nemico”.
Masiello ha ricordato come in Ucraina l’AI stia già guidando gli sciami di droni e come questa sia una direzione inevitabile anche per l’Italia.
La minaccia più concreta è rappresentata dai droni, sempre più sofisticati e accessibili. “Ogni tre-sei mesi cambia la tecnologia: prima erano guidati via GPS, poi con la fibra ottica, poi attraverso SIM card e oggi possono essere pre-programmati con l’intelligenza artificiale. È una sfida continua”.
La risposta, secondo Masiello, non può che essere simmetrica: “Alla fine, l’unico modo per contrastare i droni sono altri droni. Sarà una lotta fra robot, supportata da missili, mitragliere e guerra elettronica. Stiamo formando il maggior numero possibile di operatori”, perché i droni saranno protagonisti non solo dei conflitti aperti ma anche di quelli sotto soglia, le provocazioni e le incursioni nella zona grigia.
Il generale ha poi rimarcato la crescente sinergia con l’industria: “Quello che chiediamo all’industria della difesa è di costruire e produrre ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Fissiamo requisiti precisi e oggi la collaborazione con le aziende del settore è molto più stretta e fruttuosa che in passato”.
“Non c’è più la barriera che separava noi e loro. Lavoriamo insieme, siamo presenti costantemente nelle aziende e l’industria partecipa ai nostri processi. Questo ci consente di parlare la stessa lingua e di avere prodotti coerenti con le esigenze operative”. Il generale ha citato alcuni esempi concreti: “Il nuovo fucile in dotazione dell'Esercito o il prossimo elicottero d’attacco che entrerà in servizio tra un anno sono il risultato di una cooperazione virtuosa. È un modello che altri Paesi guardano con interesse, perché stiamo riuscendo a realizzare una sinergia indispensabile”.Masiello ha sottolineato come l’innovazione in ambito difesa passi anche da questa alleanza: “In Ucraina le aziende sono al fronte con i soldati, a stretto contatto con le necessità reali. Noi speriamo di non trovarci mai in quella situazione, ma la sinergia che stiamo costruendo è la strada giusta per rispondere alle sfide del futuro”.

(Adnkronos) - Nel nuovo episodio di State Sicuri, il video podcast di Adnkronos dedicato alla sicurezza che cambia, Giorgio Rutelli ha ospitato il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Un dialogo a tutto campo che ha toccato i grandi scenari internazionali, le sfide della trasformazione culturale e tecnologica delle Forze Armate italiane, la minaccia crescente dei droni, l’impiego dell’intelligenza artificiale e il rapporto con l’industria della difesa.
“Vorrei che l’Esercito fosse non solo una forza armata, ma anche una forza amata dagli italiani”, ha detto Masiello, lanciando un messaggio forte sull’importanza della cultura della difesa come responsabilità collettiva.
Il generale ha inquadrato il momento storico in cui viviamo: “Siamo immersi in due conflitti vicini, quello in Ucraina e quello in Medio Oriente, ma i punti di tensione nel mondo sono molti di più: dall’Indo-Pacifico all’Africa, dall’Artico all’Europa orientale”.
Secondo Masiello, dopo i trent’anni di relativa stabilità seguiti alla caduta del Muro di Berlino, l’Europa e l’Italia si ritrovano in un contesto radicalmente diverso: “Siamo tornati a confrontarci con scenari convenzionali, ma non si tratta più della guerra che studiavamo da ragazzi. In Ucraina convivono tre conflitti: quello delle trincee, che pensavamo relegato ai libri di storia; quello tecnologico, con l’uso massiccio dei droni; e quello cognitivo, che si combatte sulla disinformazione e tocca direttamente le opinioni pubbliche occidentali”.
È quest’ultimo, spiega, a rappresentare la novità più insidiosa: “La guerra cognitiva entra nelle nostre case, influenza il dibattito pubblico, condiziona la politica. È la battaglia per la mente, e riguarda ognuno di noi”.
Masiello ha insistito sulla necessità di una nuova consapevolezza nazionale: “Oggi solo un italiano su cinque sarebbe disposto a combattere per il proprio Paese. È un dato con cui dobbiamo fare i conti. Sono da poco stato in Finlandia, quando si va nei Paesi di confine c’è preoccupazione ma anche preparazione. Da noi questo non avviene, per ragioni storiche, ideologiche, anche di distanza dal fronte. Ma quando parlo ai ragazzi italiani, nelle università o nei convegni, l’interesse per questi temi sta crescendo”.
Il generale ha poi ricordato la Costituzione: “La difesa della patria è sacro dovere di ogni cittadino. Non dice che è un dovere dei soli militari”. E ha citato un collega francese: “Attenzione, se si va in guerra non è l’esercito francese che combatte, è la Francia che combatte. Lo stesso vale per l’Italia: se mai ci trovassimo in quella situazione, sarebbe l’intero Paese a doversi assumere la responsabilità della difesa”.
Il generale ha paragonato la funzione delle Forze Armate a quella dei vigili del fuoco: “Nessuno vuole che la propria casa prenda fuoco, ma se accade vogliamo che i pompieri siano pronti a intervenire. E se posso, mentre i pompieri spengono l’incendio, anch’io, da proprietario, prendo un secchio d’acqua per dare una mano. Così deve funzionare anche con la difesa nazionale”.
Dopo decenni in cui l’Esercito italiano è stato impiegato prevalentemente in missioni di peacekeeping, il conflitto in Ucraina ha imposto una profonda revisione: “Stiamo tornando a parlare di carri armati, artiglieria, mezzi corazzati, elicotteri armati e difesa contraerea. Oggi questi assetti, che sembravano superati, sono diventati indispensabili”. Il cambiamento riguarda anche l’addestramento: “Non ci si appronta più a missioni specifiche in Libano o in Afghanistan. Oggi ci si addestra per scenari convenzionali, ad alta intensità, simili a quelli che vediamo in Ucraina”.
Ma la vera svolta, per Masiello, è di carattere culturale: “La sfida più grande non è quella dei mezzi, ma quella della mentalità. L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Per troppo tempo è stato considerato solo zaini e scarponi, oggi non è più accettabile. Dobbiamo cambiare rapidamente, perché il mondo cambia a una velocità mai vista prima”.
Per stimolare questo cambiamento, il Capo di Stato Maggiore ha lanciato iniziative inedite:
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• Distanza zero: un approccio diretto e orizzontale, che include un portale su cui tutti possono dare le proprie idee in tema di innovazione della forza armata,
• Un caffè col capo: incontri informali con giovani soldati sotto i quarant’anni, senza barriere gerarchiche, per discutere liberamente problemi e proposte.
“Le idee vengono dai più giovani. Bisogna imparare a sbagliare: senza la libertà di commettere errori non ci sarà mai innovazione. Il rischio è che la paura del giudizio tolga ossigeno al cambiamento”.
Il generale ha dedicato ampio spazio all’intelligenza artificiale: “L’abbiamo introdotta in tutte le scuole dell’Esercito, perché serve innanzitutto formare. L’AI è già utilizzata nelle procedure di lavoro, nei sistemi di comando e controllo, dove ci supporta con analisi predittive, e nei sistemi d’arma. Non è solo questione di efficienza: significa salvare vite. Un robot può sminare un campo o costruire un bunker al posto di un soldato sotto il fuoco nemico”.
Masiello ha ricordato come in Ucraina l’AI stia già guidando gli sciami di droni e come questa sia una direzione inevitabile anche per l’Italia.
La minaccia più concreta è rappresentata dai droni, sempre più sofisticati e accessibili. “Ogni tre-sei mesi cambia la tecnologia: prima erano guidati via GPS, poi con la fibra ottica, poi attraverso SIM card e oggi possono essere pre-programmati con l’intelligenza artificiale. È una sfida continua”.
La risposta, secondo Masiello, non può che essere simmetrica: “Alla fine, l’unico modo per contrastare i droni sono altri droni. Sarà una lotta fra robot, supportata da missili, mitragliere e guerra elettronica. Stiamo formando il maggior numero possibile di operatori”, perché i droni saranno protagonisti non solo dei conflitti aperti ma anche di quelli sotto soglia, le provocazioni e le incursioni nella zona grigia.
Il generale ha poi rimarcato la crescente sinergia con l’industria: “Quello che chiediamo all’industria della difesa è di costruire e produrre ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Fissiamo requisiti precisi e oggi la collaborazione con le aziende del settore è molto più stretta e fruttuosa che in passato”.
“Non c’è più la barriera che separava noi e loro. Lavoriamo insieme, siamo presenti costantemente nelle aziende e l’industria partecipa ai nostri processi. Questo ci consente di parlare la stessa lingua e di avere prodotti coerenti con le esigenze operative”. Il generale ha citato alcuni esempi concreti: “Il nuovo fucile in dotazione dell'Esercito o il prossimo elicottero d’attacco che entrerà in servizio tra un anno sono il risultato di una cooperazione virtuosa. È un modello che altri Paesi guardano con interesse, perché stiamo riuscendo a realizzare una sinergia indispensabile”.Masiello ha sottolineato come l’innovazione in ambito difesa passi anche da questa alleanza: “In Ucraina le aziende sono al fronte con i soldati, a stretto contatto con le necessità reali. Noi speriamo di non trovarci mai in quella situazione, ma la sinergia che stiamo costruendo è la strada giusta per rispondere alle sfide del futuro”.
Leggi tutto: Il gen. Masiello: “Se si va in guerra non combatte solo l’Esercito, ma l’Italia intera”

(Adnkronos) - I soccorritori non hanno rilevato "più segni di vita" sotto le macerie della scuola crollata lunedì nell'isola di Giava, in Indonesia, dove risultano ancora disperse 59 persone.
Lo ha dichiarato il capo dell'Agenzia nazionale per la mitigazione dei disastri, durante una conferenza stampa sul luogo del crollo, alimentando il timore che non si trovino sopravvissuti. "Abbiamo utilizzato attrezzature ad alta tecnologia come i droni termici e non risultano più segni di vita".
Leggi tutto: Indonesia, scuola crollata a Giava: "Nessun segno di vita"

(Adnkronos) - “Il tema sulle differenze tra donne e uomini sul lavoro viene affrontato da tantissimi tavoli istituzionali. Un tema questo che impone ai tecnici e ovviamente al governo una riflessione attenta, anche sugli esiti dei numerosi rapporti che negli ultimi mesi sono stati prodotti in materia e sulla necessità poi di dare corso al recepimento della direttiva 970, che ci impone di portare sullo stesso livello la retribuzione uomo donna”.
A dirlo, all’Adnkronos/Labitalia, Maria Condemi, direttore generale del Rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a margine della presentazione Inapp dei risultati dell’undicesimo round dell’European social survey, indagine internazionale sulle percezioni ed opinioni della popolazione in Europa.
“Quello che emerge in maniera molto oggettiva - fa notare - è che ancora dobbiamo lavorare molto per arrivare a una parità effettiva nel mondo del lavoro. Soprattutto perché per la donna ci sono ancora carichi diversi da quelli maschili: penso alla crescita dei figli e ai carichi di cura per persone con diverse difficoltà nell’ambito familiare”.
“Credo - sottolinea - che il percorso sia ancora lungo, ma non lunghissimo, anche perché la legislazione italiana ha messo in campo, già da molti anni, misure di avvicinamento; tuttavia ciò non esime dalla riflessione che in un paese civile, in un paese all'avanguardia, in un paese al passo con i tempi, in un paese che riconosce l’uguaglianza in maniera sostanziale, non soltanto formale, le misure normative per l’avvicinamento della parità salariale non dovrebbero esserci, anzi dovrebbero essere il punto di partenza e non di arrivo”.



(Adnkronos) - “La componente femminile, in particolare quando in età da lavoro, rappresenta la principale risorsa strategica per far crescere l’occupazione nel nostro Paese”. Così Natale Forlani, presidente dell’Inapp, ha commentato il Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Istituto.
“Molte ricerche in materia - ha spiegato - confermano l’importanza dei servizi di conciliazione tra i carichi lavorativi e quelli familiari, per consentire alle donne di partecipare al mercato del lavoro e per favorire la crescita del comparto dei servizi alle persone, che negli altri Paesi europei attira una quota rilevante di domanda di lavoro qualificato".
"E' intenzione del nostro Istituto - ha sottolineato - costruire un modello di valutazione dell’efficacia delle politiche in un’ottica di genere per stimolare gli interventi nell’ambito delle politiche del lavoro, della conciliazione e della formazione, al fine di ridurre i divari esistenti”.
“Il tema delle differenze di genere in Italia secondo la ricerca che abbiamo presentato oggi sembra essere meno percepita rispetto ad altri paesi. La spiegazione purtroppo non sta nel fatto che il tema non sia particolarmente esposto, anzi tutti gli indicatori ci dicono che, dal tasso di occupazione delle donne alle condizioni di accesso ai servizi per conciliare il lavoro e la famiglia, le condizioni salariali e di lavoro, la situazione femminile italiana non sia particolarmente felice”.
“Questo - spiega - è un tema che dobbiamo affrontare con molta serietà, è necessario evidenziare che, senza la risorsa femminile nel mercato del lavoro e nella partecipazione alla vita della nostra collettività in termini attivi, i nostri problemi tenderanno ad aggravarsi. Ci sono diverse piste da perseguire per uscire da questa situazione. La prima, aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La seconda comprendere che bisogna modernizzare i servizi alle persone, è una necessità non solo per sgravare i carichi che oggi pesano sulle donne, ma anche perché questi settori saranno importantissimi per reggere l'aumento dell'invecchiamento della popolazione e della non autosufficienza. La terza pista da seguire è fare in modo che la crescita del reddito e la qualità del lavoro delle donne siano adeguati per uscire dalle condizioni di povertà. Queste tre piste devono essere subito affrontate anche a livello politico”.

(Adnkronos) - La polizia britannica è intervenuta per un'aggressione con coltello davanti a una sinagoga a Crumpsall, Manchester, dove diverse persone sono state accoltellate. Lo rende noto la stessa polizia della Greater Manchester. La Bbc sottolinea che l'aggressione è avvenuta durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario religioso ebraico.
"Stiamo valutando la situazione e collaborando con gli altri membri dei servizi di emergenza. La nostra priorità è garantire che le persone ricevano l'assistenza medica di cui hanno bisogno il più rapidamente possibile", ha reso noto il servizio di ambulanze.
Andy Burnham, sindaco della Greater Manchester, ha parlato di "evento grave". Tramite la Bbc, Burnham ha consigliato di ''evitare la zona'' dove si è verificata l'aggressione. "Allo stesso tempo, posso dare qualche rassicurazione sul fatto che il pericolo immediato sembra essere passato", ha aggiunto il primo cittadino affermando che l'incidente è stato gestito "in modo efficace" da coloro che si trovavano sul posto e dalla polizia della Greater Manchester.
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