
(Adnkronos) - L'ultima gaffe di Donald Trump oggetto di ilarità tra i leader europei che partecipano alla riunione della Comunità politica europea a Copenaghen. I video colgono la battuta detta dal premier albanese Edi Rama a favore di telecamera mentre scherzava con i presidenti di Francia e Azerbaigian, Emmanuel Macron e Ilham Aliyev. "Dovresti scusarti con noi, perché non ci hai fatto le congratulazioni per l'accordo di pace che il presidente Trump ha concluso tra Albania e Azerbaigian", ha detto Rama a Macron, facendo scoppiare Aliyev in una risata fragorosa. "Mi dispiace per questo", ha risposto scherzando Macron.
Trump ha più volte confuso Armenia e Albania parlando dei suoi tentativi di risolvere le storiche tensioni tra Armenia e Azerbaigian. Di recente ha detto nel corso di un'apparizione a Fox News di aver "risolto guerre che erano irrisolvibili: Azerbaigian e Albania, andava avanti da tantissimi anni, ho avuto i primi ministri e i presidenti nel mio ufficio". Il riferimento era all'accordo raggiunto ad agosto tra Yerevan e Baku, mediato dallo stesso Trump e firmato ad agosto alla Casa Bianca, in cui i leader dei due Paesi si sono impegnati a porre fine a decenni di conflitti e rafforzare i legami con Washington. In un'altra occasione, una conferenza stampa congiunta con il premier britannico Keir Starmer, Trump aveva detto: "Abbiamo sistemato l’Aber-baijan e l’Albania", storpiando un nome ed equivocando l'altro.
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(Adnkronos) - È stato presentato oggi, dalla Regione Lazio, il “Progetto Anchise”. Nel Teatro di Tor Bella Monaca, il presidente Francesco Rocca e l’assessore ai Servizi sociali, Massimiliano Maselli, hanno illustrato la sperimentazione della Legge 33/2023, basata su un’assistenza domiciliare sociosanitaria innovativa per anziani, pazienti oncologici e over 80. L’iniziativa punta a garantire non solo assistenza medica, ma anche inclusione sociale, partecipazione e benessere quotidiano degli anziani, trasformando la periferia in luoghi di comunità e sostegno reciproco.
Il “Progetto “Anchise” intende sperimentare un modello innovativo di assistenza integrata territoriale e domiciliare per la popolazione anziana fragile, disegnando un percorso di prevenzione, integrazione sociale, sanitaria e assistenziale, nuove modalità di valutazione e presa in carico dell’anziano fragile o non autosufficiente in tutte le sue dimensioni: dall’invecchiamento attivo alla telemedicina, dal cohousing alla lotta alla solitudine sino ad un nuovo progetto di continuum assistenziale.
Alla presentazione hanno preso parte: Luciano Ciocchetti, vice presidente della VII commissione Affari sociali della Camera; Alessia Savo, presidente VII Commissione Sanità e Politiche sociali del Consiglio regionale del Lazio; Barbara Funari, assessore alle Politiche sociali e alla Salute del Comune di Roma; Nicola Franco, presidente del Municipio VI; Monsignor Vincenzo Paglia, consigliere spirituale Comunità di S. Egidio; Nathan Leviadi Ghiron, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Ferdinando Romano, commissario del Policlinico Tor Vergata; Franco Amato, direttore generale ASL Roma 2.
"Con il Progetto Anchise il Lazio compie un passo concreto verso un nuovo modello di assistenza, capace di mettere davvero al centro la persona anziana e fragile. Non parliamo solo di cure mediche, ma di una presa in carico che unisce sanità, inclusione sociale e comunità. È una sperimentazione che parte da un territorio simbolo come il VI Municipio di Roma, ma che guarda all’intera Regione. L’obiettivo è costruire una rete che non lasci mai soli i nostri anziani, rafforzando la loro dignità e il loro benessere quotidiano. Si tratta di un impegno che assume valore ancora più forte perché realizzato insieme a Roma Capitale, alle istituzioni sanitarie e universitarie, in una logica di collaborazione, l’unica strada possibile per affrontare le sfide dell’invecchiamento e della non autosufficienza", dichiara il presidente Francesco Rocca.
"Il Lazio è la prima Regione che mette in campo una sperimentazione che fa riferimento alla Legge delega n. 33/2023 sulla non autosufficienza. Il progetto sarà mirato al Municipio VI di Roma Capitale, dove le fragilità sono più frequenti. Verrà messa in campo, grazie al Fondo Sociale Europeo, una dotazione finanziaria da un milione e mezzo di euro per il biennio che va da ottobre 2025 a ottobre 2027. Il tutto con il pieno coinvolgimento, oltre che della stessa Regione, di Roma Capitale, VI Municipio, Università e azienda ospedaliera di Tor Vergata e l’Asl Roma 2, che hanno sottoscritto un protocollo approvato a novembre 2024", conclude l’assessore Massimiliano Maselli.

(Adnkronos) - Ogni cittadino europeo produce in media 11 chili di rifiuti tessili all’anno: un dato allarmante, diffuso dal Parlamento europeo, che fotografa l’impatto crescente del fast fashion e la mancanza di circolarità nel settore moda. Non sorprende, quindi, che Bruxelles stia spingendo brand e retailer a ridurre gli sprechi e a ripensare i modelli produttivi, introducendo soluzioni che allunghino la vita dei capi. Parallelamente, il mercato del second-hand sta vivendo una crescita senza precedenti. Secondo il report The State of Fashion 2025 di McKinsey & Company e The Business of Fashion, entro quest’anno il resale peserà per il 10% sul mercato globale dell’abbigliamento, con un giro d’affari stimato di 350 miliardi di dollari entro il 2028 e una crescita annua del 12%. Una rivoluzione silenziosa, che sta ridisegnando le regole dell’industria.
In Europa, tuttavia, il settore rimane ancora frammentato: tante piattaforme, poca integrazione e processi complessi. È qui che entra in gioco Resellify (https://www.resellify.it/it), startup fondata nel 2023 da Alessio Autore e Alessandro Pavoni, con l’obiettivo di accelerare la transizione al second-hand. Resellify si propone come la prima infrastruttura full-stack europea per il re-commerce, capace di integrarsi direttamente negli eCommerce dei brand e di offrire agli utenti un’app mobile intuitiva. La sua missione è chiara: semplificare e automatizzare la rivendita, trasformando la moda circolare da promessa astratta a realtà concreta, scalabile e accessibile. Un passo decisivo per rendere il second-hand non un’alternativa di nicchia, ma una nuova normalità per l’intero settore retail.
Al centro del modello Resellify c’è una piattaforma proprietaria che rende la rivendita un processo semplice, integrato e immediato, eliminando ogni barriera tecnica e operativa. Con il widget ReCommerce Connector, integrato direttamente negli eCommerce partner, ogni acquisto viene salvato automaticamente nel Guardaroba Digitale dell’utente, completo di tutte le informazioni: foto, descrizioni, taglie, codici e dettagli di acquisto. Da lì, l’utente può gestire in modo intuitivo i propri articoli, aggiornandoli o rimuovendoli con facilità.
Quando arriva il momento di rivendere, basta un click. Con la funzione OneClick Resell, il prodotto viene pubblicato sui principali marketplace second-hand - come Vinted, Vestiaire, eBay e Depop - senza bisogno di creare account, scrivere descrizioni o duplicare sforzi. È sufficiente aggiornare le foto per mostrare lo stato attuale dell’articolo. Una soluzione definitiva che abbatte le barriere di ingresso al resale, trasformandolo in un’esperienza naturale per l’utente.
E se sempre più consumatori scelgono di rivendere, scambiare o acquistare prodotti usati, i retailer iniziano a vedere in questo comportamento non solo un’opportunità di sostenibilità, ma anche una leva di business. Con Resellify arriva ora uno strumento pensato proprio per loro: si chiama ReCommerce Connect e consente ai brand di integrare nei propri eCommerce una piattaforma di resale semplice e immediata. In questo modo, i clienti possono rimettere in circolo i loro acquisti con pochi clic, mentre i retailer riescono a seguire la vita dei prodotti anche dopo la prima vendita.
Il risultato è duplice: da un lato si rafforza il legame con i consumatori, che trovano un motivo in più per restare fedeli al brand; dall’altro si apre la porta a nuove forme di monetizzazione, trasformando il mercato dell’usato in una componente stabile e strategica del modello di business.
“Il Re-commerce non è più una tendenza, ma un nuovo modello di consumo e un canale di vendita strategico per i brand. Con Resellify rendiamo il Resale as a Service una realtà per i retailer: facile da integrare, pronto da scalare e sostenibile nel tempo”, spiegano i co-founder Alessio Autore e Alessandro Pavoni.
Guardando al futuro, Resellify punta ad ampliare ulteriormente il proprio ecosistema. Tra le prossime novità ci sono il Trade-In, che permetterà ai clienti di permutare i loro articoli usati creando nuovo valore per brand e consumatori; strumenti di analisi per misurare in modo concreto l’impatto ambientale del resale e supportare così le strategie Esg; e un Guardaroba Digitale potenziato dall’intelligenza artificiale, capace di offrire suggerimenti di stile personalizzati e opportunità di upsell per i retailer.
Un percorso che dimostra come la start-up voglia trasformare il second-hand da servizio innovativo a nuovo standard del retail del futuro.

(Adnkronos) - E’ la selvaggina, piatto da sempre sulle tavole degli italiani ma in maniera misurata o ‘locale’, la nuova tendenza gastronomica del momento. Veramente bio (gli animali selvatici sono liberi in natura) ed ecosostenibile, la carne del bosco è sempre più richiesta dai consumatori e ristoratori, domanda che valorizza oggi piatti da sempre nella cultura gastronomica nostrana, ma poco 'nobilitati', o instagrammabili che dir si voglia. Il consumo di questo tipo di carne è prevalentemente al ristorante.
E i super-chef, a iniziare dal tri-stellato Massimo Bottura, famoso il suo piatto 'Camouflage, una lepre nel bosco', a Enrico Crippa, tre stelle anch'egli del ristorante Piazza Duomo di Alba, che predilige la pernice, a chef Mauro Uliassi, titolare dell'omonimo tre stelle a Senigallia, con proposte di capriolo, quaglia e colombaccio, a molti altri, la stanno introducendo, anche se solo stagionalmente, nelle loro proposte. Chi invece ha abbracciato in toto questo tipo di cucina è il ristorante Grow di Albiate (MB) dei fratelli Matteo e Riccardo Vergine, stellato Michelin, che invece, unico in Italia, serve solo carne del bosco, tutto l'anno, a prescindere dalla stagione.
Cervo, cinghiale, capriolo, daino, lepre ma anche volatili “per noi sono le carni del bosco, libere in natura e per ciò in assoluto le più biologiche”, spiega Matteo Vergine, 28 anni, che insieme al fratello Riccardo (31 anni) è titolare del Grow di Albiate (MB), ristorante rivelazione di quest’anno che a meno di due anni dall’apertura ha già ottenuto la stella Michelin, peculiare in Italia perché unico a proporre un menù a base di selvaggina tutto l’anno.
"Una carne - sottolinea - che è dieci, anche venti, volte meno grassa delle altre. Ad esempio un bovino d’allevamento detiene, in media, almeno 16 grammi su 100 di grassi (ma questo valore può anche essere più alto) mentre il capriolo o il daino, a parità di apporto proteico, ne hanno soltanto 1 grammo o poco più”.
“Si aggiunga a ciò che la carne del bosco - aggiunge Riccardo Vergine, maître e sommelier di Grow - considerata la vita in libertà dell’animale che si ciba di quanto trova in natura e nulla più è più ricca di proteine, omega3 e ferro e povera invece di colesterolo. Ed è saporita e tenera e facile da cucinare. Noi peraltro la proponiamo con una cottura alla brace di legna, in perfetto stile ‘trappeur’ per esaltarne il gusto".
E mentre i nutrizionisti ricordano inoltre quanto benefica sia per l'uomo la carne di selvaggina, che è anche particolarmente ricca di ferro e zinco, importante per il sistema immunitario e la salute della pelle, il suo essere davvero ecosostenibile la rende sempre più richiesta e apprezzata dagli amanti della filosofia 'green-cusine'. La carne del bosco si contraddistingue nettamente da quella da allevamento per il suo impatto ambientale praticamente nullo e inoltre gli animali selvatici che vivono in libertà si nutrono di ciò che offre la natura e non richiedono interventi umani per la loro crescita.
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(Adnkronos) - Nel grande spettacolo della vita, c'è un ruolo che non prevede copione e che regala gli applausi più sinceri: quello di nonno. Quest'anno la festa dei nonni ha un sapore speciale per due volti noti che si sono uniti al club. A gennaio, Fiorello ha accolto con immensa gioia il suo primo nipotino, figlio di Olivia, la primogenita di sua moglie Susanna. Pur non essendo il padre biologico, lo showman ha sempre definito il suo legame con lei quello di un "papà frizzante", sentendosi a tutti gli effetti un nonno, tanto da volare subito a Milano per conoscere il nuovo arrivato. A marzo, la stessa gioia ha attraversato l'oceano per raggiungere il mondo del rap: Eminem, classe 1972, è diventato nonno di Elliot Marshall McClintock. Un nome che è un omaggio diretto, visto che Marshall è il vero nome del nonno.
Accanto a queste new entry, ci sono poi le colonne portanti, quei personaggi che sono diventati 'nonni' per l'Italia intera. Impossibile non pensare a Lino Banfi , il cui Nonno Libero ha cresciuto generazioni di telespettatori. Un ruolo che l'attore pugliese veste con orgoglio anche nella vita reale con i nipoti Pietro e Virginia, e che di recente lo ha visto "promosso" a bisnonno. Non meno iconico è Gianni Morandi, l'eterno ragazzo della musica italiana a capo di una vera e propria tribù di sei nipoti. C'è poi la 'zia d'Italia', Mara Venier. La conduttrice di 'Domenica In' è nonna di due nipoti e spesso sui social condivide i momenti speciali che trascorre con loro. Il palcoscenico dei nonni Vip è affollatissimo. Tra i signori della televisione troviamo Gerry Scotti, Paolo Bonolis e Barbara d'Urso.
Mentre il mondo della musica risponde con Eros Ramazzotti, che insieme all'ex moglie Michelle Hunziker si gode il nipotino Cesare, e con i pilastri della canzone partenopea, Gigi D'Alessio e Nino D'Angelo, entrambi a capo di famiglie numerose. A capo di una tribù c'è anche Roby Facchinetti che conta ben 7 nipoti. Nonni uniti anche Al Bano e Romina Power che per i figli di Cristel sono sempre presenti.
Ma il ruolo di nonno non conosce confini. Uno sguardo oltreoceano rivela come persino le leggende del rock e del cinema vivono questa esperienza con grande trasporto. Mick Jagger, frontman dei Rolling Stones, non è solo nonno, ma addirittura bisnonno. A Hollywood, Demi Moore e Bruce Willis hanno accolto nel 2023 la nipotina Louetta, figlia della loro primogenita, Rumer.
Leggi tutto: Festa dei Nonni, anche Fiorello ed Eminem tra le celebrità che festeggiano nel 2025



(Adnkronos) - La trasformazione della mobilità italiana ed europea passa da software, dati interoperabili e piattaforme aperte, capaci di integrare trasporto pubblico, veicoli, strade e nodi intermodali. È su questo terreno che Indra, attiva con progetti nel settore Mobility in oltre 50 paesi e 100 città di tutto il mondo porterà la propria esperienza a ComoLake – Digital Innovation Forum: il 15 ottobre, nella sessione Mobilità, interverrà Erminio Polito, Ceo di Indra Group in Italia. "Una mobilità davvero integrata è invisibile: pagamenti, transiti e informazioni in tempo reale funzionano senza attriti. In Europa e a livello globale stiamo unificando mezzi e territori con architetture digitali robuste e interoperabili. È così che efficienza, sicurezza e sostenibilità diventano esperienza concreta per milioni di persone in tutto il mondo", sottolinea Erminio Polito, Ceo di Indra Group in Italia.
Indra è inoltre una delle aziende leader a livello mondiale nel settore della tecnologia ferroviaria e sta accelerando la trasformazione digitale del settore con lo sviluppo di soluzioni proprietarie di segnalazione digitale aperta e sistemi avanzati di gestione del traffico (Tms), che rafforzano la sicurezza e aumentano la capacità delle linee.
La soluzione di segnalamento digitale aperto di Indra consente di implementare sistemi interoperabili, integrando componenti di diversi fornitori e superando i limiti dei modelli chiusi. L’azienda guida questa trasformazione con un’architettura aperta, modulare e flessibile, sviluppata secondo i requisiti dell’iniziativa europea Eulynx, che introduce interfacce comuni e standardizzate per favorire un’integrazione completa tra i diversi elementi dell’ecosistema ferroviario. In parallelo, Indra avanza nella digitalizzazione integrale dell’operazione ferroviaria, con sistemi in grado di convivere con infrastrutture più tradizionali e una dimensione cloud che automatizza processi di progettazione, sviluppo e test. Queste capacità si riflettono anche nel sistema di gestione del traffico In-Mova Rail, una soluzione di nuova generazione che integra funzionalità di risoluzione automatica dei conflitti e instradamento intelligente dei treni, concepita per essere sempre più digitale, connessa, affidabile ed efficiente, in linea con le esigenze attuali degli operatori ferroviari.
L’impegno di Indra a favore dell’interoperabilità e dell’innovazione si consolida all’interno di Europe’s Rail, la principale iniziativa europea di ricerca e innovazione ferroviaria, nel cui consiglio di amministrazione l’azienda è presente. Da questo ecosistema, Indra promuove lo sviluppo di tecnologie di frontiera come Ertms satellitare, big data, intelligenza artificiale e cybersicurezza, per collocare il treno al centro della mobilità più sostenibile. Grazie a queste soluzioni, Indra contribuisce a costruire un ferrovia più sicura, intelligente e verde, capace di ottimizzare la capacità delle infrastrutture, ridurre i tempi di viaggio e mettere il viaggiatore al centro della nuova mobilità.
Indra si posiziona come attore chiave nello sviluppo della mobilità del futuro, impegnata in progetti di riferimento in mercati strategici, tra i quali Europa, Stati Uniti, Regno Unito, e Arabia Saudita. Tra i principali programmi: in Irlanda, la gestione dell’intero sistema di biglietteria per tram, autobus e rete ferroviaria nazionale, nonché la futura metropolitana di Dublino, amministrata dalla National Transport Authority (Nta); Bus Rapid Transit (Brt) elettrico per Brisbane Metro (Australia); il progetto T-Mobilitat a Barcellona; soluzioni per le ferrovie lituane e per Irish Rail; sistemi per infrastrutture critiche come il Silvertown Tunnel a Londra e l’I-66 negli Usa; piattaforme per porti e aeroporti tra cui Valparaíso (Cile) e Helsinki (Finlandia).
Con oltre 2.500 progetti di mobilità in oltre 50 paesi e 100 città, una squadra di oltre 2.000 professionisti e più di 44 milioni di euro investiti in ricerca e innovazione sulla mobilità negli ultimi quattro anni, l’area Mobility di Indra ha raggiunto 363 milioni di euro di vendite nel 2024. Questa dimensione consente di portare in Italia soluzioni validate nei mercati più esigenti e adattarle rapidamente ai diversi contesti operativi. Le tecnologie innovative di Indra sono presenti nella mobilità quotidiana di oltre 78 milioni di persone, abilitando più di 35 milioni di spostamenti ogni giorno. Tra i principali benefici: Più di 2.800 vite salvate grazie a una migliore gestione del traffico e alla sicurezza stradale (oltre 6 milioni di infrazioni gestite automaticamente; più di 40.000 telecamere integrate); Oltre 6 miliardi di euro di risparmi annui per la collettività, con fino al +60% di efficienza operativa, oltre 30 milioni di ore/anno risparmiate nel Tpl urbano, −92% tempi di risposta in situazioni critiche, −43% costi operativi e −25% consumi energetici. Indra, inoltre, è riconosciuta tra le leader globali dal Dow Jones Sustainability Index (Djsi) e dallo S&P Sustainability Yearbook. Le soluzioni adottate contribuiscono ogni anno a evitare oltre 10 milioni di tonnellate di CO₂ e a ridurre del 70% l’uso di carta e plastica lungo la catena della mobilità.
Leggi tutto: Indra group a Comolake, ferrovia al centro di una mobilità digitale e sostenibile

(Adnkronos) - "L'intelligenza artificiale offre delle possibilità anche computazionali e consente di aggredire temi dal profilo ingegneristico che non erano direttamente affrontabili, come l'analisi dell'immagine, l’analisi aerea, il dettaglio delle strade, certi aspetti sulla connettività e persino sulla generazione delle coperture 5G". E' quanto sottolineato da Aldo Milan, responsabile di Broadband Map Agcom, intervenuto oggi a Milano in occasione di un incontro dedicato alle applicazioni emergenti dell’Ai.
Il convegno 'Reti di telecomunicazioni e reti locali: quali sviluppi dell’Ai' è stato organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Milano nell’ambito della Milano digital week.
"Ci troviamo, da un punto di vista tecnico, a dover comprendere come funziona, quali sono i suoi difetti, come integrarla in un processo, perché notoriamente soffre di abbagli. Bisogna quindi inserirla in un ciclo produttivo che sappia trarne valore evitando al contempo cattive applicazioni", ha aggiunto Milan.
Leggi tutto: Ai, Milan (Agcom): "Ora possiamo affrontare nuovi temi ingegneristici"

(Adnkronos) - "Il ruolo di Mentadent, insieme ad Andi, è quello di diffondere la cultura della prevenzione, trasformando la consapevolezza in partecipazione attiva. Perché prevenire è un diritto, e deve diventare una pratica quotidiana, accessibile e condivisa". Lo ha detto Cristiano Gallotta, Marketing Oral Care Italia & Brand Development Lead Europe di Unilever/Mentadent, intervenendo alla conferenza stampa alla Camera per il 45esimo Mese della prevenzione dentale, la più longeva campagna italiana dedicata alla salute orale, nata dalla collaborazione tra Mentadent e Andi. "I dati Ipsos - ha ricordato Gallotta - ci dicono che oltre il 60% degli italiani ha già prenotato una visita odontoiatrica, ma il 40% ancora no, e metà di questi non intende farlo. E' qui che dobbiamo intervenire: fare sistema, coinvolgere, comunicare in modo efficace e diffuso".
Attraverso una rete capillare di oltre 10mila studi dentistici Andi, la campagna agisce su più livelli: negli studi, nei punti vendita, in Tv e sui social media, con un linguaggio semplice, chiaro e scientificamente corretto. "Il gesto del morso alla mela - ha sottolineato Gallotta - è universale, comprensibile, coinvolgente. Ci permette di ricordare a tutti che la bocca è la finestra del nostro corpo e che non è mai troppo tardi per iniziare a prendersene cura".
Leggi tutto: Mese prevenzione dentale, Gallotta (Mentadent): "Consapevolezza diventi azione"

(Adnkronos) - Si chiama R-Hybrid Sky, per il suo colore azzurro, ed è la nuova generazione di bicchieri vending progettata da Flo per abbinare eco-design avanzato e riciclabilità post-consumo food grade. R-Hybrid Sky sarà disponibile sul mercato a partire da fine 2025 e sostituirà progressivamente l’attuale R-Hybrid, con vantaggi significativi in termini di sostenibilità e circolarità. Lo annuncia Flo in una nota.
Rispetto a R-Hybrid, primo bicchiere vending in Ps riciclato post-consumo, R-Hybrid Sky compie un ulteriore passo avanti sia per l’ottimizzazione dell’Eco-design - più leggero con minor impiego di materia prima vergine e abbattimento della Carbon Footprint - che per l’uso di Ps post-consumo idoneo al contatto diretto con il caffè. Il tutto con prestazioni equivalenti al tradizionale monouso in termini di qualità e igiene.
Il bicchiere anticipa i nuovi standard fissati dal regolamento europeo sul packaging Ppwr, in termini di: Design for recycling, perché è monomateriale e senza filler minerali a garanzia di una completa riciclabilità negli impianti esistenti; Ecodesign, nuova forma alleggerita per ridurre sprechi senza diminuire le performance; Contenuto riciclato post-consumo, fino al 25%, oltre il doppio del target europeo al 2030.
“R-Hybrid Sky rappresenta per noi una nuova tappa di crescita, che unisce evoluzione tecnologica e sostenibilità, sia ambientale che economica - sottolinea Erika Simonazzi, direttrice Marketing di Gruppo Flo - E oggi, con il nostro team di Lca specialist, siamo in grado di affiancare i clienti nella rendicontazione Esg, offrendo dati puntuali sulla Carbon Footprint (Cfp) richiesti dallo Scope 3".
R-Hybrid SKY si integra nel circuito RiVending, promosso da Confida e Corepla, permettendo il riciclo totale del bicchiere e la sua trasformazione in nuova materia prima. Nasce così il Cup2Cup, un ciclo virtuoso che supera il concetto di monouso e valorizza lo scarto.
Leggi tutto: FLO lancia il bicchiere R-Hybrid SKY, eco-design avanzato e riciclabilità

(Adnkronos) - In occasione della XIII edizione della European Biotech Week, iniziativa di divulgazione scientifica promossa e coordinata a livello nazionale da Assobiotec-Federchimica, Uniamo - Federazione italiana malattie rare ha organizzato il webinar 'Genetica e screening neonatali, quali opportunità?'. Continua così l'impegno di Uniamo per tenere alta l'attenzione di politica, istituzioni e stakeholder del mondo della salute sul tema dello screening neonatale esteso (Sne). Lo screening genetico e le tecniche di analisi innovative che lo caratterizzano - spiega Uniamo in una nota - offrono opportunità e allo stesso tempo sollevano alcune questioni etiche che sono state approfondite durante l'incontro.
"E' necessario trovare uno strumento legislativo che renda tempestivo e sistematico l'aggiornamento del panel Sne: solo così possiamo salvare la vita ai bambini", afferma Annalisa Scopinaro, presidente di Uniamo, introducendo l'evento online sui canali della Federazione. "Il caso della leucodistrofia metacromatica (Mld), sul quale stiamo conducendo un'azione di sensibilizzazione da mesi, è emblematico - sottolinea - Rischiamo di avere a disposizione terapie efficaci e di non poterle utilizzare per mancanza di diagnosi prima della comparsa dei sintomi. Il programma dello Sne è già a regime in tutti i punti nascita del nostro Paese: è necessario che, fatte le dovute verifiche con il gruppo nominato dal ministero, la procedura successiva sia snella e immediata. E dove questo sia comunque troppo lungo - suggerisce - si proceda con progetti pilota come per la prima messa in opera dello screening. La politica ha un ruolo fondamentale in questo, specialmente in vista della legge di Bilancio. Non servono fondi stratosferici per farlo".
Il Centro di coordinamento dello screening neonatale esteso, istituito presso l'Istituto superiore di sanità, svolge un ruolo fondamentale nella gestione, monitoraggio e promozione di quello che è un programma di diagnosi e presa in carico di eccellenza in ambito europeo, ricorda Uniamo. "A 8 anni dall'istituzione del centro il bilancio è positivo - dice il direttore generale dell'Iss, Andrea Piccioli - E' stato fatto molto, in termini di confronto con i referenti regionali, allineamento delle attività e confronto su un'organizzazione complessa e sugli strumenti a disposizione nei diversi territori. Sanità pubblica, equità, coerenza, competenza ed evidenza scientifica sono le cinque parole chiave che hanno guidato in questi anni l'attività del centro. Molti passi ancora vanno fatti - precisa - ma le priorità su cui lavorare sono chiare. E' indubbio che in questi anni l'attività del Centro di coordinamento degli screening neonatali, mirata all'attuazione della legge 167 del 2016, ha posto le basi per la definizione di processi uniformi per l'effettuazione dei programmi di screening neonatale e l'implementazione di strumenti efficaci del loro monitoraggio".
In attesa dell'aggiornamento nazionale che arriverà con l'approvazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) - analizza la Federazione - alcune Regioni si stanno muovendo in autonomia. La Toscana, con una recente delibera, ha inserito diverse nuove patologie nel proprio panel Sne regionale tra cui la leucodistrofia metacromatica, come spiega Giancarlo La Marca, professore ordinario di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica presso l'azienda ospedaliera universitaria Meyer di Firenze. Anche Lombardia è attivo un progetto per inserire la Mld nello Sne, pur con modalità differenti rispetto a quelle sperimentate in Toscana. A questo proposito Stefano Benvenuti, Public Affairs Manager di Fondazione Telethon, sull'iniziativa di sensibilizzazione avviata da Telethon, Uniamo e ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano nei punti nascita della Lombarda, evidenzia che "il progetto ha già consentito a quasi 28mila neonati di sottoporsi ai test. Tuttavia, diversi punti nascita della regione ancora non aderiscono al progetto pilota, con il rischio che un neonato sfugga allo screening e perda la possibilità di essere trattato, pur essendo in una delle poche regioni dove il test della Mld viene effettuato. Fondazione Telethon e gli altri partner del progetto stanno quindi promuovendo una campagna di sensibilizzazione dei punti nascita lombardi affinché nessun neonato sia privato di questa opportunità". In Puglia è partito da 1 anno l'innovativo programma di screening neonatale con metodo genetico 'Genoma Puglia', con l'obiettivo di analizzare un gruppo di 388 geni dal Dna prelevato da un piccolo campione di sangue alla ricerca delle alterazioni in grado di causare circa 500 patologie rare, come illustra Mattia Gentile, direttore Uoc Genetica medica dell'ospedale 'Di Venere' di Bari e responsabile del programma.
"Le tecnologie per uno screening neonatale genomico sono largamente disponibili sul territorio nazionale e i costi paragonabili all'insieme degli screening neonatali che oggi vengono fatti - rimarca Paolo Gasparini, presidente della Società italiana di genetica umana (Sigu) - Si aprono opportunità terapeutiche e riabilitative per moltissime malattie e non solo quelle metaboliche, perché non dovremmo impegnarci in questo ambito? Il progresso va gestito avendo chiaro l'ampio beneficio che ne deriverebbe ai cittadini".
Queste potenzialità devono però essere bilanciate da una grande attenzione alle implicazioni etiche che queste tecniche innovative inevitabilmente generano, precisa nella seconda parte del webinar Silvia Ceruti del Centro di ricerca in etica clinica dell'università degli Studi dell'Insubria. Sullo stesso tema, a conclusione del webinar, si esprime Simona Bellagambi, vicepresidente di Eurordis e delegata estero di Uniamo: "E' indubbio che siamo già in una nuova era - riflette - Le opportunità che la genetica ci offre in termini di diagnosi precoci sono preziose e rappresentano un grande valore per tutta la cittadinanza. Allo stesso tempo, però, come federazione di pazienti ci preme sottolineare quanto sia importante confrontarsi su come utilizzarle e valutare l'impatto che queste tecniche possono avere dal punto di vista etico sulla vita delle famiglie".
"Lo Sne - puntualizza Bellagambi - oggi può diagnosticare solo patologie per le quali esiste già un trattamento e sulle quali un intervento precoce può ridurre o anche eliminare gli effetti della malattia a insorgenza in età neonatale e infantile (i cosiddetti Criteri di Wilson e Jungner). Con l'avvento di strumenti e metodi innovativi dello screening genomico, già utilizzati in programmi e progetti pilota in Italia e all'estero, dobbiamo interrogarci se necessitano di una evoluzione. Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che lo Sne non è solo un test diagnostico, ma è un sistema che necessita di una coerente e qualificata presa in carico. E' necessario dunque che a un ampliamento di malattie diagnosticate con lo screening genomico, anche la Rete dei centri di riferimento si faccia trovare pronta".
"Quello che è certo - conclude - è che, grazie anche a queste nuove tecniche, non alternative ma complementari all'attuale screening biochimico, potremo arrivare a una diagnosi tempestiva per un sempre maggior numero di malattie rare". Il webinar 'Genetica e screening neonatali, quali opportunità?' è disponibile sul canale Youtube di Uniamo.
Leggi tutto: Malattie rare, Uniamo: "Innovazione tecnologica fondamentale, aggiornare panel Sne"

(Adnkronos) - Un mercato dell’Alta velocità in Italia con potenzialità di sviluppo ancora inespresse; limiti infrastrutturali e regolatori che frenano l’accesso di nuovi competitor; un gap competitivo rispetto a Spagna e Francia nell’apertura del settore. In questo scenario, l’ingresso di nuovi operatori nel mercato italiano porterebbe un’ampia gamma di benefici socio-economici e ambientali. Sono queste le direttrici dello studio Green-Centro di ricerca sulla geografia, le risorse naturali, l’energia, l’ambiente e le reti dell'università Bocconi, commissionato da Sncf voyages Italia, presentato oggi in conferenza stampa presso Expo Ferroviaria da Oliviero Baccelli, responsabile area trasporti del centro di ricerca Green–Università Luigi Bocconi e Caroline Chabrol, direttrice generale di Sncf voyages Italia.
Secondo lo studio, nonostante le potenzialità, il mercato AV italiano è oggi frenato da vincoli infrastrutturali e criticità regolatorie; inoltre, il quadro normativo nazionale non garantisce condizioni eque di accesso alla rete e i criteri attuali di assegnazione delle tracce orarie risultano penalizzanti per i nuovi operatori.
Considerando i benefici socio-economici stimati dell’ingresso di un terzo operatore come Sncf voyages Italia (Svi), che intende offrire 9 collegamenti giornalieri andata e ritorno Av fra Torino e Napoli e 4 fra Torino e Venezia, Green- Università Bocconi valorizza tre tipologie di macro-impatti, per un totale di 482 milioni di euro all’anno a regime: riduzione dei costi esterni, derivanti dalla scelta del 75% dei nuovi passeggeri Svi di utilizzare l’Av al posto di altri mezzi più inquinanti e del 25% di passeggeri attratti dalla nuova offerta diversificata, con benefici stimati in 91 milioni di euro all’anno; riduzione dei tempi di viaggio e valorizzazione del costo opportunità del tempo per i passeggeri business e leisure che scelgono di utilizzare i servizi di Svi, con benefici stimati in 200 milioni di euro all’anno; riduzione dei costi del trasporto per i passeggeri che già utilizzano i servizi Av di altri operatori, con una riduzione media del prezzo del biglietto del 7% e con benefici stimati in 191 milioni di euro all’anno.
Partendo dall’ipotesi di ricavi annui da parte di Sncf voyages Italia pari a 400 milioni di euro nel quinto anno di attività, lo studio stima inoltre un contributo complessivo al Prodotto interno lordo (Pil) nazionale pari a oltre 388 milioni di euro, entrate fiscali per lo Stato italiano per circa 166,3 milioni di euro, un contributo al mercato del lavoro italiano di 4.161 persone occupate. Lo studio evidenzia anche importanti benefici ambientali, a iniziare da quelli che derivano dalla sostituzione di auto e aereo. L’utilizzo di auto e aereo genera, infatti, un costo ambientale per la collettività rispettivamente 18 e 26 volte superiore a quello del Tgv-M di Sncf. Questi dati indicano l’opportunità di introdurre criteri ambientali nell’assegnazione delle tracce orarie in caso di linee sature, privilegiando servizi ferroviari con maggiore capacità, capaci di favorire il modal shift dai mezzi di trasporto più inquinanti verso soluzioni ferroviarie più sostenibili, in modo da garantire benefici ambientali più significativi.
Il risultato complessivo delle analisi relative ai benefici socio-economici e ambientali per la collettività derivanti dall’ingresso di Svi nel mercato dell’Alta velocità in Italia, evidenzia che il 19% è costituito da benefici ambientali; il 41% dalla riduzione dei tempi di viaggio per i passeggeri che hanno scelto i servizi di Svi in alternativa a soluzioni di trasporto più lente; e il 40% dalla riduzione del 7% dei costi medi dei biglietti derivante dall’ingresso del nuovo operatore, a beneficio anche dei passeggeri che già oggi utilizzano l’Av su tutte le linee, con un beneficio annuale totale stimato in oltre 480 milioni di euro all’anno.
"Con una presenza consolidata a livello europeo, Sncf voyageurs gestisce oltre il 40% dell’Alta velocità in Europa e il 22% del traffico ferroviario internazionale, con l’obiettivo di raggiungere il 30% entro il 2030 -spiegaCaroline Chabrol, direttrice generale di Sncf voyages Italia-. La nostra strategia di espansione in Italia, che prevede un piano di investimenti per ampliare l’offerta su ulteriori tratte interne e creare nuove opportunità di lavoro e formazione, riflette pienamente le traiettorie di sviluppo evidenziate nello studio: più treni, maggiore capacità e un impegno costante per un’Europa sempre più connessa e sostenibile. La nostra ambizione è quella di contribuire con i nostri investimenti allo sviluppo dell’offerta di mobilità in Italia, garantire soluzioni migliori per l’ambiente e offrire ai viaggiatori più scelta, più qualità e prezzi più competitivi".

(Adnkronos) - Il Moige, Movimento Italiano Genitori Aps, ed un primo gruppo di genitori insieme allo studio legale Ambrosio & Commodo, ha comunicato la presentazione della prima 'class action’ inibitorie sui social contro Meta (Facebook e Instagram) e TikTok , un'azione legale innovativa che punta a proteggere bambini e adolescenti da pratiche ritenute dannose e illegali da parte delle principali piattaforme social. In un paese dove Meta e TikTok totalizzano circa 90 milioni di utenze a fronte di 60 milioni di abitanti, compresi anziani e bambini, l'urgenza di questo intervento legale appare evidente. Durante l'incontro, sono stati illustrati i dettagli del ricorso depositato a luglio, presso il Tribunale di Milano con registro generale 29994/2025, con udienza fissata per il 12 febbraio 2026. L'azione si basa sull'articolo 840-sexiesdecies del codice di procedura civile, lo strumento di tutela legale introdotto nel 2021 che consente a chiunque abbia interesse di agire per ottenere l'ordine di cessazione o il divieto di reiterazione di condotte omissive o commissive poste in essere a danno di una pluralità di soggetti.
All'evento hanno preso parte Antonio Affinita , direttore generale del Moige, associazione di promozione sociale che da oltre 25 anni in prima fila, nella tutela dei minori che ha dichiarato: "Associazioni di genitori per la tutela dei minori, esperti del settore, del mondo accademico ed istituzioni hanno sollecitato, ma senza adeguate risposte dei gestori, di dare tutela dei minori sulle loro piattaforme social. A nostro avviso, purtroppo la protezione dei minori non solo non viene perseguita adeguatamente, ma addirittura danneggiando i minori tramite algoritmi che creano disagio e dipendenza. Questa azione legale, pertanto costituisce un passo urgente necessario”. L'avvocato Stefano Commodo, titolare dello studio legale torinese, Ambrosio & Commodo, che ha illustrato insieme al suo team le basi giuridiche dell'iniziativa: frutto dell’impegno per due anni di intenso lavoro di un gruppo interdisciplinare composto, tra gli altri, da giuristi ingegneri informatici e neuropsichiatri, che ha portato al deposito di un ricorso fondato sui nuovi strumenti legislativi di tutela collettiva, consentendo ai genitori, parti lese, di coalizzarsi per affrontare il confronto con gruppi multinazionali’’.
Sono intervenuti a supporto dell’iniziativa Alfredo Caltabiano, presidente Anfn-associazione nazionale famiglie numerose, Claudia Di Pasquale, presidente Age-associazione italiana genitori, e Roberto Gontero, membro del direttivo nazionale e presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Piemonte, che hanno espresso apprezzamento ed interesse all'iniziativa. Mentre in collegamento video hanno partecipato Marta Cacciotti, psicoterapeuta e docente presso l'Università Guglielmo Marconi di Roma, nonché componente dell’Osservatorio sulle dipendenze e Stefano Faraoni, assistant professor in law presso l'Università di Birmingham, fornendo il supporto scientifico e accademico all'iniziativa.
Il cuore dell'azione legale si articola in tre macro-aree di intervento. Prima richiesta: fondamentale è il rispetto dell'obbligo di verifica dell'età e del divieto di accesso ai social per i minori di 14 anni. Moige con i genitori ricorrenti hanno documentato come le piattaforme Facebook e Instagram e TikTok consentono facilmente l'iscrizione illegale di minori, violando le normative nazionali e compromettendo la protezione che il legislatore ha voluto garantire ai più piccoli. La seconda richiesta riguarda l'eliminazione dei sistemi che creano dipendenza dalle piattaforme, in particolare la manipolazione algoritmica e lo scroll infinito dei contenuti. Questi meccanismi, definiti dalla letteratura scientifica come 'tecnologia persuasiva' o 'captologia', rappresentano un ramo della scienza che esplora l'intersezione tra informatica e persuasione, realizzando sistemi informatici progettati per modificare atteggiamenti e comportamenti senza apparente coercizione. L'utilizzo dell'intelligenza artificiale e dei Big Data per influenzare i processi decisionali in modo occulto configura una vera e propria manipolazione computazionale che agisce contro l'interesse degli utenti più piccoli. Terza richiesta è l'obbligo di corretta, chiara e diffusa informazione sui pericoli derivanti dall'abuso dei social. Anche le piattaforme digitali devono fornire informazioni chiare sui rischi collegati al loro uso..
L'azione legale poggia su solide fondamenta scientifiche. Tonino Cantelmi, professore di cyberpsicologia, presso l’Università Europea di Roma nel parere pro-veritate allegato al ricorso, ricorda che "la corteccia prefrontale raggiunge la completa maturazione in età adulta intorno ai 25 anni" e che esiste un forte rischio di danni permanenti alla salute mentale dell'adolescente. Le sollecitazioni dell'eccesso di esposizione digitale possono provocare danni sia per l'eccesso che per il difetto di dopamina, impedendo la normale evoluzione che il cervello compie durante lo sviluppo adolescenziale. La letteratura scientifica documenta una correlazione diretta tra il tempo trascorso davanti agli schermi e una vasta gamma di problemi: disturbi alimentari, perdita del sonno, calo del rendimento scolastico, depressione, interpretazione errata delle emozioni, insoddisfazione per la propria immagine corporea, difficoltà nelle relazioni familiari e sociali, comportamenti impulsivi, ricerca di stimolazioni veloci e gratificanti, accettazione di sfide pericolose e, nei casi più gravi, atti autolesivi e ideazioni suicidarie.
Particolare rilievo assume lo studio pubblicato il 18 giugno 2025 su Jama Pediatrics ("Association of Habitual Checking Behaviors on Social Media With Longitudinal Functional Brain Development" di Maza et al.), che conferma le preoccupazioni sui danni cerebrali permanenti. A supporto dell'azione intervengono anche documenti istituzionali europei: la Commissione Europea con lo studio del maggio 2024 "Benessere e salute mentale a scuola" evidenzia come gli studenti di oggi riportano risultati peggiori in termini di salute mentale, influenzati dall'uso inadeguato dei social media.
Un aspetto centrale dell'azione riguarda l'analisi dei meccanismi attraverso cui le piattaforme creano dipendenza. La dopamina, neurotrasmettitore noto come "ormone del piacere", rappresenta il "cavallo di Troia" attraverso cui, crediamo, Meta e TikTok condizionano le menti dei minorenni utenti. Il funzionamento dei social si basa su algoritmi informatici sofisticati che creano la "identità algoritmica", un processo che utilizza meccanismi telematici per raccogliere e analizzare i dati di un soggetto attraverso la sua attività online. Come evidenziato dalla perizia di parte depositata in tribunale del dottor Paolo Dal Checco, consulente informatico forense, viene tracciata non solo la navigazione ma anche la durata della navigazione dei singoli contenuti, consentendo alle aziende di proporre contenuti altamente personalizzati che costituiscono una delle principali cause di dipendenza per i giovani utenti. Gli algoritmi analizzano il comportamento passato degli utenti per mostrare contenuti che ritengono più interessanti, creando un flusso continuo che aumenta la difficoltà a disconnettersi.
L'azione inibitoria rappresenta solo il primo passo di un
percorso più ampio. Come annunciato durante la conferenza, lo
Studio Ambrosio & Commodo e Moige stanno preparando una successiva
azione risarcitoria di classe, aperta a genitori i cui figli hanno
subito danni dalla frequentazione dei social. È stato attivato il
portale www.classactionsocial.it e l'indirizzo email:

(Adnkronos) - "Il ruolo di Mentadent, insieme ad Andi, è quello di diffondere la cultura della prevenzione, trasformando la consapevolezza in partecipazione attiva. Perché prevenire è un diritto, e deve diventare una pratica quotidiana, accessibile e condivisa". Lo ha detto Cristiano Gullotta, Marketing Oral Care Italia & Brand Development Lead Europe di Unilever/Mentadent, intervenendo alla conferenza stampa alla Camera per il 45esimo Mese della prevenzione dentale, la più longeva campagna italiana dedicata alla salute orale, nata dalla collaborazione tra Mentadent e Andi. "I dati Ipsos - ha ricordato Gullotta - ci dicono che oltre il 60% degli italiani ha già prenotato una visita odontoiatrica, ma il 40% ancora no, e metà di questi non intende farlo. E' qui che dobbiamo intervenire: fare sistema, coinvolgere, comunicare in modo efficace e diffuso".
Attraverso una rete capillare di oltre 10mila studi dentistici Andi, la campagna agisce su più livelli: negli studi, nei punti vendita, in Tv e sui social media, con un linguaggio semplice, chiaro e scientificamente corretto. "Il gesto del morso alla mela - ha sottolineato Gullotta - è universale, comprensibile, coinvolgente. Ci permette di ricordare a tutti che la bocca è la finestra del nostro corpo e che non è mai troppo tardi per iniziare a prendersene cura".
Leggi tutto: Mese prevenzione dentale, Gullotta (Mentadent): "Consapevolezza diventi azione"

(Adnkronos) - "La forza masticatoria si riduce se non si curano i denti nel tempo. E' un messaggio semplice, diretto e finalmente comprensibile da tutti: i denti non servono solo a sorridere, ma soprattutto a masticare. E quando si mastica male, la qualità della vita peggiora". Lo ha detto Luca Levrini, direttore della Scuola di specializzazione in Ortodonzia dell'università degli Studi dell'Insubria, intervenuto alla Camera dei deputati in occasione della presentazione del 45esimo Mese della prevenzione dentale, l'iniziativa più longeva in Italia per la promozione della salute orale, promossa da Mentadent e Andi. "Troppo spesso la prevenzione si riduce a parlare di carie o gengivite - ha aggiunto Levrini - Ma oggi il focus si sposta sulla funzione: se non laviamo bene i denti, nel tempo mastichiamo peggio, e questo ha un impatto diretto sulla salute sistemica e psicologica".
L'esperienza clinica e i dati, ha spiegato lo specialista, "confermano che anche un gesto quotidiano come mordere una mela può diventare difficile per chi trascura la propria igiene orale. Eppure mangiare bene è fondamentale, non solo per il corpo, ma anche per la mente. Quando i denti non permettono più di vivere con serenità il momento del pasto, ne risente anche l'equilibrio psicologico della persona". Un messaggio chiaro anche per l'opinione pubblica: "Tutti sanno che bisogna lavarsi i denti, ma il vero obiettivo - ha evidenziato Levrini - è trasformare questo sapere in coscienza, così da creare abitudini durevoli e consapevoli. Prevenzione significa vivere meglio, e più a lungo".
Leggi tutto: Mese prevenzione dentale, Levrini (Uninsubria): "Funzione masticatoria è tutto"

(Adnkronos) - Essity, azienda attiva nel settore dell'igiene e della salute, entra tra le best practice italiane nell’ambito della campagna nazionale 'I cantieri della transizione ecologica' di Legambiente. Una iniziativa con la quale l'associazione racconta progetti ed esperienze virtuose che promuovono la transizione ecologica ed energetica nel nostro paese, generando importanti benefici ambientali, economici e occupazionali.
Oggi la visita di una delegazione di Legambiente presso lo stabilimento produttivo di Altopascio alla presenza delle istituzioni locali. “L’industria manifatturiera italiana, leader in Europa, è posta oggi di fronte ad una sfida cruciale - dice Serena Carpentieri, vicedirettrice di Legambiente - trasformare la sostenibilità in una leva strategica per l’innovazione e la competitività. Gli interventi realizzati da Essity sono parte di un modello virtuoso, da replicare sempre più su scala nazionale, che dimostrano come, nel settore industriale, sia possibile ben coniugare l’eccellenza produttiva con il rispetto per l’ambiente e l’innovazione con la sostenibilità. Affinché ciò si realizzi in modo capillare, all’Italia serve un piano industriale fatto di semplificazioni, autorizzazioni veloci, controlli più adeguati, innovazione tecnologica, fonti rinnovabili e circolarità delle produzioni”.
Per Sara D’Ambrosio, sindaca di Altopascio, “avere sul nostro territorio un’azienda come Essity, all’avanguardia nell’innovazione e nella sostenibilità, è motivo di orgoglio per tutta la comunità. Il loro impegno concreto nel ridurre l’impatto ambientale e nel promuovere soluzioni green rappresenta un esempio positivo che contribuisce non solo alla crescita economica, ma anche alla tutela del nostro ambiente”.
“Sono felice di questo importante riconoscimento da parte di Legambiente, che premia il nostro impegno concreto verso la sostenibilità - afferma Stefania Pardini, Site Manager dello stabilimento Essity di Altopascio - Un risultato che non sarebbe stato possibile senza la dedizione e la passione di tutte le persone che ogni giorno lavorano con responsabilità e attenzione per un futuro più green. Ringrazio l’azienda per il sostegno continuo e tutti i nostri collaboratori che rendono possibile questa trasformazione”.
Al cuore della trasformazione sostenibile dello stabilimento di Altopascio c’è il sistema di cogenerazione ad alto rendimento ReEnergy, entrato in funzione nel 2022. Frutto di un investimento di circa 6 milioni di euro, questo impianto innovativo, alimentato a gas naturale e progettato per un futuro utilizzo dell’idrogeno, consente di produrre simultaneamente energia elettrica e termica, ottimizzando l’efficienza energetica. Già oggi l’installazione della turbina ha portato ad una riduzione del 60% delle emissioni NOx rispetto alla precedente configurazione. Oltre a ReEnergy, nello stabilimento di Altopascio è presente anche un impianto fotovoltaico che produce annualmente 180mila MWh, equivalente a una riduzione di 50 tonnellate di CO2.
Essity è impegnata anche nella tutela e salvaguardia del patrimonio idrico. Lo stabilimento di Altopascio si distingue per la gestione dell’acqua tramite un sistema di raccolta e riutilizzo delle acque piovane che consente di coprire fino al 25% del fabbisogno del sito, con una capacità annua di 45mila m3 (pari a 18 piscine olimpioniche). Anche gli stabilimenti di Porcari e Collodi sono impegnati per la riduzione dei consumi di acqua fresca e ad oggi registrano rispettivamente il 14% e l’11% di riduzione (2024 vs 2022). L’obiettivo complessivo di Essity in Italia è la riduzione del 25% dell’utilizzo di acqua dolce entro il 2032, contribuendo alla salvaguardia delle risorse idriche.
Non solo. Con il progetto Crush, avviato nel 2019 nello stabilimento di Collodi, Essity valorizza sottoprodotti agroalimentari italiani (come residui di arance, mais e caffè) trasformandoli in materia prima per la produzione di carta tissue di alta qualità, biodegradabile e certificata Ecolabel. Questo approccio innovativo permette di sostituire fino al 15% della cellulosa tradizionale, riducendo l’impatto ambientale e creando un circolo virtuoso di economia circolare. Inoltre, lo stabilimento di Porcari ha implementato un sistema virtuoso di riutilizzo dei fanghi di cartiera tramite il Progetto Fanghi, in collaborazione con l’azienda italiana T2D S.p.A., che impiega i fanghi derivanti dalla produzione come materia prima per la produzione di laterizi. Questo ha portato a una drastica riduzione dei rifiuti in discarica, passati dal 9,9% del 2020 allo 0,1% del 2024, e a un risparmio economico significativo.
Essity, presente in Italia dal 1985, si distingue per un modello produttivo basato sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale. La certificazione ISO 14001 dello stabilimento di Altopascio e l’utilizzo di materiali riciclati negli imballaggi (dal 30% al 60%) confermano la volontà dell’azienda di gestire il 100% dei rifiuti prodotti con recupero materiale o energetico.
“Siamo orgogliosi di questo riconoscimento da parte di Legambiente, realtà con cui collaboriamo da anni e che ci supporta nell’individuare le strategie migliori per essere sempre più innovativi e sostenibili allo stesso tempo - afferma Massimo Minaudo, Country Manager di Essity in Italia - Sappiamo che il percorso è lungo ma sfidante, ma allo stesso tempo imprescindibile per andare incontro alle esigenze dei nostri clienti e preservare le risorse del nostro Pianeta”.
Leggi tutto: Sostenibilità, Essity tra i 'Cantieri della transizione ecologica' di Legambiente

(Adnkronos) - Risolto il rapporto di lavoro tra la Rai e il giornalista Enrico Varriale. Lo comunica la stessa Rai, riferendo che "l’ex giornalista di Rai Sport è stato licenziato per 'giusta causa' in seguito ai due procedimenti penali, uno arrivato a sentenza di primo grado, in cui Varriale è stato condannato per lesioni e stalking".
Leggi tutto: Enrico Varriale licenziato dalla Rai "per giusta causa"
(Adnkronos) - "Come si fa a non mettere dentro tutte le tecnologie che ci permettono di raggiungere i target climatici se contemporaneamente si dice che non c'è tempo?". Così Francesco Corvaro, Inviato Speciale per il Cambiamento climatico, intervenendo all’Assemblea di Assogasliquidi-Federchimica, introduce il concetto di "inclusività tecnologica" rispetto alla sfida del cambiamento climatico.
"Il tema che invece vedo pericoloso è l'approccio diplomatico che si sta imponendo, un approccio bilaterale piuttosto che multilaterale. Perché il cambiamento climatico per sua natura necessita di un approccio multilaterale. La sfida al cambiamento climatico non è una gara a chi arriva primo ma è una gara ad arrivare insieme. Quindi mantenere sì una leadership ma nell'ottica di trainare dietro il resto del mondo", aggiunge.
Leggi tutto: Clima, Corvaro: "Puntare su inclusività tecnologica e approccio multilaterale"
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