
(Adnkronos) - Sciopero generale oggi venerdì 3 ottobre in Italia. Dai trasporti locali con bus e metro ai treni, dalla scuola alla sanità . Da Milano a Roma, da Napoli a Palermo l'intera giornata è caratterizzata dalla protesta annunciata dalla Cgil "in difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e a sostegno della popolazione di Gaza". Lo sciopero, nonostante il carattere illegittimo evidenziato dal Garante, sarà accompagnato da oltre 100 cortei in tutta Italia. Durante lo sciopero generale, precisa la Cgil, saranno garantite le prestazioni indispensabili, come stabilito dalle regolamentazioni di settore.
La mobilitazione è indetta perché, secondo la Cgil, quanto accaduto alla Global Sumud Flotilla "navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema". “Un attacco - sottolinea la Confederazione - all’ordine costituzionale che impedisce un'azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano a una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. É grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali".
Per il personale delle attività ferroviarie lo sciopero inizierà dalle ore 21.00 del 2 ottobre 2025 e si conclude alle 21 del 3 ottobre. Lo sciopero potrebbe avere impatti sulla circolazione ferroviaria e comportare cancellazioni totali e parziali di Frecce, Intercity e treni del Regionale.
Gli effetti, in termini di cancellazioni e ritardi, potranno verificarsi anche prima e protrarsi oltre l’orario di termine dell’agitazione sindacale. Per il trasporto Regionale sono garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali: dalle ore 6 alle 9, e dalle ore 18 alle 21 di venerdì 3 ottobre. Trenitalia - tenuto conto delle possibili ripercussioni sul servizio - invita i passeggeri a informarsi prima di recarsi in stazione.
Lezioni a rischio nelle scuole, con la possibile adesione allo sciopero di docenti e personale Ata. "I dirigenti scolastici - ricorda la Cgil - possono adottare misure organizzative per garantire il servizio. Tuttavia, se l'adesione annunciata rende impossibile l'erogazione del servizio, la scuola può essere chiusa".
Per la Sanità lo sciopero è articolato da inizio primo turno del 3 ottobre 2025 a fine dell’ultimo turno della stessa giornata.
Per il personale delle autostrade lo sciopero inizierà alle ore 22.00 del 2 ottobre 2025.
Per i Vigili del fuoco lo sciopero sarà di 4 ore (senza decurtazione). Inizierà, per il personale turnista, alle ore 09.00 e terminerà alle ore 13.00 mentre sarà dell’intera giornata per il personale giornaliero e amministrativo.
Al corteo di Roma, con concentramento previsto alle 8.30 in piazza Vittorio e arrivo in piazza dei Cinquecento, parteciperà il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Il trasporto pubblico sarà a rischio, la protesta interesserà la rete Atac e i bus gestiti da operatori privati. Roma Servizi per la mobilità ha reso noto che il servizio sarà comunque regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20.
A Milano, il servizio di trasporto pubblico Atm non sarà garantito tra 8.45 e le 15 e dalle 18 fino al termine del servizio. Lo sciopero è destinato ad avere conseguenze sulle linee di bus, tram e metropolitana.
In Toscana, sono previste manifestazioni in ogni capoluogo di provincia. A Firenze manifestazione con partenza del corteo unitario dalla Fortezza da Basso. Concentramento Cgil alle ore 9:15 su viale Strozzi lato piazzale Montelungo.
Autolinee Toscane osserverà uno sciopero generale di 24 ore su tutto il territorio regionale. Il servizio di trasporto pubblico locale su gomma potrà essere interessato da interruzioni e ritardi, sia per le corse urbane che per quelle extraurbane. Saranno garantite due fasce orarie di servizio: la prima dalle ore 4.15 alle 8.14 e la seconda dalle ore 12.30 alle 14.29.
A Firenze le fasce orarie garantite per il servizio tranviario sono comprese tra le 6.30 e le 9.30 e tra le 17 e le 20. Le linee T1 e T2 potrebbero pertanto essere soggette a ritardi, rallentamenti o cancellazioni durante l'arco temporale dello sciopero. L'agitazione sindacale coinvolgerà sia il personale viaggiante che il personale impiegatizio.
A Napoli la manifestazione con corteo partirà alle 9:30 da piazza Mancini e si concluderà in piazza Plebiscito. Ad Avellino l’appuntamento è alle 9:00 in via De Conciliis dove muoverà il corteo, con partenza alle 10 che si concluderà in piazza Libertà.
Nell'ambito trasporti, il servizio non sarà garantito tra le 8.30 e le 16.30 e dalle 19.30 fino a fine servizio. Due quindi le fasce di garanzia: dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 16.30 alle 19.30.
Il servizio di trasporto pubblico locale a Torino sarà garantito dalle 6 alle 9 e dalle 12 alle 15 per quanto riguarda il servizio urbano-suburbano, metropolitana, assistenza alla clientela e centri servizio al cliente. Per quanto riguarda il servizio extraurbano, il Servizio bus cooperativo Linea 3971 (tratta Ciriè – Ceres) garantito da inizio servizio alle ore 8 dalle 14.30 alle 17.30. Sarà, inoltre, assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito.
Il servizio di trasporto pubblico sarà garantito nella sua interezza dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 17 alle ore 20.
A Venezia l'obiettivo è bloccare il Ponte della Libertà. Dalle ore 9 saranno due i concentramenti da cui partiranno poi i cortei, uno a Venezia in Campo Santa Margherita, il secondo alla stazione ferroviaria di Mestre. I due cortei si incammineranno poi verso i due rispettivi lati del ponte per bloccare il traffico.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, saranno rispettate le fasce di garanzia 6-8:59 e 16:30-19:29 nel settore automobilistico e tranviario, nonché per i collegamenti con le isole nel settore navigazione.
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(Adnkronos) - "La rivoluzione non è un pranzo di gala", scriveva Mao. E nemmeno un weekend lungo, secondo Giorgia Meloni. Con questa battuta, da Copenaghen, la premier liquida lo sciopero, proclamato dai sindacati in solidarietà con Gaza, dopo l'epilogo della Global Sumud Flotilla, fermata nelle acque antistanti Gaza dalle forze israeliane. La vicenda degli attivisti filopalestinesi irrompe nel corso del vertice europeo nella capitale danese: mercoledì il Consiglio europeo informale in vista di quello ufficiale del 23-24 ottobre, ieri il summit della Comunità politica europea con oltre 40 Paesi al tavolo. E sebbene al centro dei lavori figurino soprattutto il sostegno all'Ucraina e la difesa comune, il caso Flotilla pesa sui pensieri della premier italiana, dopo le piazze piene di manifestanti in Italia e la mobilitazione annunciata per oggi.
Prima, Meloni sottolinea la necessità di riportare a casa gli attivisti italiani a bordo delle imbarcazioni: nella notte tra l'1 e il 2 ottobre, ricorda a margine del vertice, "l'unità di crisi della Farnesina è stata in contatto anche con gli avvocati di alcuni degli imbarcati. Faremo tutto quello che possiamo perché queste persone possano tornare in Italia il prima possibile ". Ma l'inquilina di Palazzo Chigi non rinuncia a ribadire la sua critica netta all'intera operazione: "Continuo a ritenere che tutto questo non porti alcun beneficio al popolo della Palestina, in compenso mi pare di capire che porterà molti disagi al popolo italiano, lo stesso popolo italiano che ancora ieri veniva ringraziato dai palestinesi per il lavoro che sta facendo...".
Meloni punta il dito contro i "disagi" legati alla mobilitazione" di venerdì 3 ottobre, "per una questione che mi pare c'entri poco con la vicenda palestinese e molto invece con le questioni italiane". Poi l'affondo sui sindacati: "Mi sarei aspettata che almeno su una questione che reputavano così importante non avessero indetto uno sciopero generale di venerdì, perché il weekend lungo e la rivoluzione non stanno insieme ". Una frase che accende lo scontro con le opposizioni: "Giù le mani dal diritto di sciopero e dai diritti dei lavoratori", avverte la segretaria del Pd Elly Schlein. "Offende, porti rispetto", ribatte il leader della Cgil, Maurizio Landini. Intanto a Montecitorio si vota sulle cinque risoluzioni sulla Palestina presentate dai vari gruppi: passa il testo della maggioranza, con Azione che vota col centrodestra e Pd, M5S e Avs che scelgono l'astensione.
Ma a Copenaghen il dibattito tra i leader è dominato dal dossier difesa. L'Ue comincia ad approfondire l'idea di un muro anti-drone contro le incursioni russe nello spazio aereo europeo, come quelle registrate di recente anche sulla capitale danese. Già all'arrivo, Meloni aveva espresso dubbi, chiedendo attenzione anche alla protezione del fianco Sud dell'Alleanza e non solo ai confini orientali più esposti alla minaccia russa. Perplessità che si sommano a quelle del presidente francese Emmanuel Macron (che oggi, insieme alla premier italiana, ha lanciato l'iniziativa per una coalizione europea contro il narcotraffico): "Dobbiamo essere molto sinceri con i nostri cittadini: non c'è un Iron Dome per l'Europa, non c'è un muro di droni perfetto per la Ue. Parliamo di un confine di circa 3mila km, pensate sia fattibile? La risposta è no". Per Macron serve "un approccio a tutto tondo", in cui "le capacità di deterrenza sono fondamentali".
Altro tema cruciale è l'utilizzo degli asset russi congelati per finanziare l'Ucraina, questione su cui non c'è ancora unanimità. Macron non nasconde le sue perplessità, giudicando il "sequestro" dei beni contrario al diritto internazionale. Ancora più netto Viktor Orban: "Non siamo ladri, non tocchiamo soldi altrui". Di segno opposto le parole del cancelliere tedesco Friedrich Merz (contrario, invece, al muro di droni), che sottolinea la "larghissima convergenza all'interno dell'Unione europea" e avverte: "Putin non dovrebbe sottovalutare la nostra determinazione". "Abbiamo avuto una discussione molto intensa sull'utilizzo dei beni russi, con i quali vogliamo continuare ad aiutare l'Ucraina. Ora esamineremo attentamente la questione e con ogni probabilità al prossimo Consiglio europeo, tra tre settimane, ci sarà una decisione concreta in merito", spiega Merz, che in giornata ha visto Meloni in un bilaterale dedicato a Ucraina, Medio Oriente e automotive.
Prima di lasciare in anticipo i lavori per rientrare a Roma e presiedere il Cdm, la premier ha incontrato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, a margine di un summit il cui simbolo è stato il girasole, scelto per il suo legame con l'Ucraina come fiore nazionale ed emblema della resistenza di Kiev. Ai leader è stato anche donato un girasole fatto con mattoncini Lego, a suggellare simbolicamente unità e resilienza europea. Ma per la difesa vera e propria, serviranno mattoni ben più solidi. (dall'inviato Antonio Atte)

(Adnkronos) - I primi attivisti italiani tra i 46 bloccati da Israele a bordo delle barche della Flotilla potrebbero far ritorno a casa in tempi brevissimi. L'iter dopo lo stop in mare è partito e le procedure potrebbero concludersi con relativa rapidità per chi accetterà l'espulsione dal paese ebraico.
Le attività di trasbordo e sbarco dei membri della Flotilla, dopo gli abbordaggi da parte della Marina israeliana, sono terminate nel giro di alcune ore come fanno sapere fonti della Farnesina, secondo cui tra i più di 450 membri della Flotilla sbarcati al porto di Ashdod, vi sono 46 italiani. Tra loro ci sono quattro parlamentari e tre giornalisti, stanno tutti bene. Le fonti spiegano che, espletate le procedure di riconoscimento, lo step successivo è il trasferimento in autobus al centro detentivo di Ketziot, nel sud di Israele, vicino alla città di Ber Sheva.
Per i detenuti niente interrogatorio né particolari procedure giudiziarie, ma sarà unicamente chiesto loro se sono disponibili ad accettare l'espulsione volontaria entro 24-48 ore, oppure se intendono rifiutarla. Per coloro che la rifiuteranno, si aprirà un breve procedimento giudiziario al termine del quale un giudice dovrebbe decretarne l'espulsione coatta. Questa di norma avviene entro le 72 ore dal decreto d'espulsione.
Voli charter per il rientro?
Le autorità diplomatiche e consolari italiane a Tel Aviv visiteranno i connazionali detenuti nella giornata di oggi e domenica (in mezzo c'è lo shabbat) per sincerarsi delle loro condizioni, del trattamento ricevuto e per favorirne i contatti con i familiari. Non è invece ancora chiaro quando inizieranno i rimpatri. Le autorità israeliane stanno anche studiando la possibilità di organizzare dei voli charter per riportare i membri della Flotilla in due capitali europee.
Già da oggi "potrebbero avvenire le prime partenze, soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Per chi rifiuterà l'espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell'autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore". Tajani ha contattato il collega israeliano Gideon Sa’ar per chiedergli informazioni e garanzie per tutti gli italiani fermati. Tajani ha confermato al ministro Saar dettagli sullo status e sulla condizione legale di immunità dei quattro parlamentari che fanno parte del gruppo e ha chiesto di accelerare ogni procedura per la liberazione immediata.
"Ho parlato con il ministro israeliano della Difesa Israel Katz, l'ho ringraziato per il fatto che non fosse successo nulla e che non fosse accaduto nulla a nessun cittadino, non solo italiano", ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto in un'intervista a Dritto e Rovescio su Rete 4.
Crosetto ha confermato di aver "sentito l'ambasciatore italiano Luca Ferrari, per confermare le notizie che avevamo sullo stato di salute delle persone e per capire quando avrebbero avuto la possibilità di comunicare con le famiglie: se uno non parla con il figlio, con il marito, con la moglie, non si fida che stia bene. Invece io vorrei assicurare che gli italiani stanno tutti bene".
Nella giornata di venerdì "l'ambasciatore probabilmente riuscirà a vedere tutti i nostri concittadini e spero in quell'occasione anche consentire di comunicare al numero più ampio possibile".
Leggi tutto: Flotilla, 46 italiani fermati da Israele. Dal carcere all'espulsione, cosa succede

(Adnkronos) - Chi partecipa allo sciopero generale di oggi 3 ottobre "pagherà personalmente le conseguenze, come previsto dalla legge". E' la posizione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in vista della giornata di sciopero indetta dalla Cgil con cortei a favore della Flotilla e a sostegno della popolazione di Gaza.
La Commissione di garanzia ha valutato illegittimo lo sciopero generale proclamato per oggi. Lo sciopero dovrebbe essere indetto con un preavviso di 10 giorni.
La Legge 146/90 prevede la possibilità di effettuare scioperi senza preavviso solo "nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell'ordine costituzionale, o di protesta per gravi eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori". La Legge, all'articolo 4, prevede in teoria sanzioni pecuniarie - da 2500 a 50mila euro - che potrebbero colpire gli organizzatori di uno sciopero illegittimo.
Per i lavoratori che partecipano ad uno sciopero illegittimo, l'articolo 4 prospetta l'ipotesi di "sanzioni disciplinari proporzionate alla gravità dell'infrazione, con esclusione delle misure estintive del rapporto o di quelle che comportino mutamenti definitivi dello stesso. In caso di sanzioni disciplinari di carattere pecuniario, il relativo importo è versato dal datore di lavoro all'Istituto nazionale della previdenza sociale, gestione dell'assicurazione obbligatoria per la disoccupazione involontaria".
"Se si precetta non si risolve il problema ma si alimenta il clima già avvelenato in modo irresponsabile", spiegano fonti del Mit, evidenziando che la legge esistente "punisce chi partecipa a scioperi illegittimi", sebbene si tratti di sanzioni "comunque leggere". Per questo si valuta, come già anticipato, di "cambiare la norma per inasprire le multe". Una scelta simile a quella proposta dal ministro Matteo Salvini di far versare una cauzione a chi organizza manifestazioni.
"La commissione di garanzia ha dichiarato illegittimo lo sciopero dichiarato da Cgil e dalle ultra-sinistre. Pare che Landini se ne freghi e tiri dritto", dice Salvini, su Instagram, riferendosi alla linea dettata dal segretario della Cgil, Maurizio Landini: "Andiamo avanti", la posizione del numero 1 del sindacato.
"Chi - è un appello che faccio a lavoratrici e lavoratori - danneggerà e bloccherà il Paese in nome di uno sciopero illegittimo, ne pagherà le conseguenze", afferma Salvini. "Di più - continua - siccome la legge che prevede le sanzioni per chi partecipa e organizza a scioperi illegali è del 1990 e ha sanzioni ridicole, ho portato in cdm la proposta di aggiornare al 2025 queste regole e sanzioni perché chi sbaglia paga".
"Come la Lega propone che chi organizza cortei e manifestazioni debba lasciare una cauzione dal suo conto corrente e in caso di danni a macchine, cose o persone, chi ha organizzato paga di tasca sua - aggiunge Salvini - anche per chi organizza e partecipa a scioperi illegali che mettono in ginocchio un Paese e che rovinano la giornata a milioni di lavoratori, studenti, pendolari, ne dovrà pagare personalmente le conseguenze. Quindi faccio un appello al buonsenso, al rispetto delle regole: ognuno sventoli le bandiere che vuole ma nel rispetto del prossimo".
"Sono lavoratori anche i poliziotti, carabinieri, ferrovieri e la stragrande maggioranza degli italiani che vuole solo lavorare e vivere in pace. Ultimo avviso, visto che ci sono altri 40 scioperi proclamati da qui alla fine dell'anno. Se prevarrà il buonsenso, ci comporteremo in una certa maniera; se prevarranno arroganza violenza e sopraffazione sapremo come reagire".
Leggi tutto: Sciopero generale di oggi è illegittimo, Salvini: "Sanzioni ridicole"

(Adnkronos) - La Russia sta vincendo la guerra in Ucraina. Parola di Vladimir Putin, che nella giornata in cui domina la scena al Valdai Forum di Sochi - con 4 ore tra discorso e risposte - snocciola dati relativi all'operazione militare speciale. Il quadro è caratterizzato, secondo il presidente russo, dalle condizioni drammatiche in cui versano le forze armate ucraine.
"Le perdite delle forze armate ucraine a settembre sono state di 44.700 unità, metà sono perdite irreparabili. Da gennaio ad agosto ci sono stati 150mila disertori tra le forze armate ucraine. Kiev, viste le elevate perdite e l'impossibilità di compensarle, dovrebbe pensare a come negoziare. Tra le file del nemico c'è confusione, non capiscono cosa succede sulla linea del fronte", dice il presidente russo fornendo cifre che non sono verificabili e che vengono da tempo smentite da Kiev. Cosa succede al fronte secondo il Cremlino? "Le nostre truppe avanzano su tutta la linea", dice prima di elencare obiettivi raggiunti o considerati ormai a portata di mano.
"Alla Russia resta da liberare lo 0,13% della regione di Luhansk", che Mosca ha annesso da tempo pur in assenza del controllo integrale. "Abbiamo occupato due terzi della città di Kupiansk", considerata un nodo strategico fondamentale per pianificare un'ulteriore offensiva verso Kharkiv.
E non è finita qui, secondo il numero 1 del Cremlino: Yunakivka è stata posta sotto il controllo delle forze armate russe, la presa di Volchansk è solo questione di tempo. Il nostro esercito è entrato a Severesk, Konstantinovka, Krasnoarmiysk. Il raggruppamento Dnepr si sente sicuro e agisce con decisione", dice evidenziando punto per punto. Tutto questo, però, costa uomini e mezzi. "Le forze armate russe hanno perdite, ma sono di gran lunga inferiori a quelle ucraine", dice archiviando l'argomento più scomodo.
Il quadro potrebbe cambiare se gli Stati Uniti, effettivamente, consegnassero missili Tomahawk all'Ucraina. Il presidente americano Donald Trump ha già dato il via libera alla condivisione di informazioni di intelligence per consentire a Kiev di individuare obiettivi russi - soprattutto infrastrutture energetiche - da colpire.
"Le forniture di Tomahawk a Kiev, se ci dovessero essere, non cambierebbero in alcun modo l'equilibrio delle forze sul campo di battaglia", dice Putin, che invia un messaggio sibillino a Washington. "L'uso dei Tomahawk senza la partecipazione degli americani è impossibile. Le forniture a Kiev danneggerebbero le relazioni con gli Stati Uniti", dice. Il presidente russo non ha apprezzato la definizione "tigre di carta" che Trump ha usato recentemente in relazione alla Russia. "Stiamo combattendo contro tutto il blocco Nato e continuiamo a progredire. Se noi siamo una tigre di carta, la Nato cos'é?", si chiede.
Leggi tutto: Putin e i numeri della guerra: "Russia avanti tutta, lo dicono i dati"

(Adnkronos) - Primo successo stagionale per la Fiorentina di Stefano Pioli. Oggi, giovedì 2 ottobre, viola al Franchi si sono imposti 2-0, grazie al gol di Piccoli nel primo tempo e Ndour nel recupero del secondo, sui cechi del Sigma Olomouc, nella prima gara di Conference League, dopo tre pareggi e due sconfitte in campionato. Ora la viola è attesa dalla sfida domenica con la Roma, battuta dal Lille in Europa League.
La Fiorentina parte con un alto possesso palla, ma l'Olomouc riesce a pressare alto e si rende pericoloso al 19' con De Gea che deve intervenire con un colpo di reni per neutralizzare la forte conclusione di Kostadinov. La Fiorentina però con il passare dei minuti sale di tono e al 27' è Piccoli a portare in vantaggio i suoi, sfruttando e concretizzando in diagonale l'assist di Ndour. Al 30' ci prova ancora Piccoli, ma la girata al volo esce di pochissimo a lato. Altra grande occasione viola al 34' con la traversa colpita in pieno da Ranieri, poi il rimpallo cade sui piedi di Dodo che con un tap-in mette la palla in rete. L'arbitro però annulla per fuorigioco.
Lo spartito della gara non cambia e al 58' altra occasione per i viola, ancora con Piccoli che arriva a tu per tu con Koutny, ma non riesce a superarlo. Sigma tutto riversato in avanti alla ricerca del pari, la Fiorentina però non concede spazi con un paio di conclusioni verso la porta di De Gea che il portiere controlla senza problemi. La squadra di Pioli prova a raddoppiare con dei veloci contropiedi ma Piccoli manca la porta. Non sbaglia invece Ndour al 95' con una bella conclusione che tocca il palo alla destra del portiere dei cechi e si infila in rete per il 2-0 finale che fa tanto morale in una momento complicato della stagione.
Leggi tutto: Conference League, Fiorentina-Sigma Olomouc 2-0: prima vittoria per Pioli

(Adnkronos) - Elon Musk è la prima persona al mondo a superare un patrimonio netto di 500 miliardi di dollari, grazie al rimbalzo del prezzo delle azioni Tesla e all'aumento delle valutazioni delle sue altre aziende. Lo rivela Forbes, secondo cui ieri la fortuna di Musk ha raggiunto brevemente i 500 miliardi di dollari, prima di attestarsi a 499,1 miliardi di dollari.
Il 'record' arriva poco meno di un anno dopo che il patrimonio netto di Musk aveva superato i 400 miliardi di dollari e conferma la sua leadership come persona più ricca del mondo.
Leggi tutto: Musk, patrimonio record: è il primo a superare 500 miliardi

(Adnkronos) - Roma sconfitta in casa 0-1 con il Lille in Europa League. Dopo il successo a Nizza nel match d'esordio in Europa, la squadra allenata da Gasperini non gioca una buona partita e subisce un gol in avvio al 6' senza riuscire a recuperare, sbagliando anche tre volte un calcio di rigore nel finale due con Dovbyk e una con Soulè. I francesi scappano quindi a 6 punti mentre la Roma resta a 3 in classifica.
Gasperini concede un turno di riposo a Mancini, schierando Hermoso al suo posto nella difesa a tre. Out anche a Konè, Angelino e Dovbyk con una chance importante per El Aynaoui in mediana, con Wesley e Tsimikas che agiranno sulle fasce e Ferguson terminale offensivo, supportato da Soulè e Pellegrini. Génésio riparte dalla certezza Giroud, accompagnato da Haraldsson, e da Correia e Sahraoui sugli esterni.
La Roma cerca di pressare alto ma non c'è precisione e al 6' il Lille passa in vantaggio: errore in uscita di Tsimikas che regala il pallone a Felix Correia con il portoghese che tocca per l'inserimento interno di Haraldsson che, nonostante la sporcatura El Aynaoui, controlla in qualche modo il pallone e batte Svilar sotto la traversa. Al 10' altra sbavatura della Roma nella costruzione da dietro, con i giallorossi che non riescono a costruire occasioni pericolose.
Al 30' altra occasione per i francesi con Sahraoui con un mancino incrociato che termina di poco al lato. La squadra di Gasperini prova a spingere e sfiora il pari al 35' con una occasione multipla in area, due volte con Tsimikas e una con Soulè con l'ultimo tentativo di El Aynaoui a due passi dalla porta con il salvataggio finale sulla linea di Mandi.
Roma molto approssimativa anche ad inizio ripresa, troppi gli errori in impostazione e al 46' Haraldsson è ancora pericoloso, scappa ad Hermoso e crossa basso ma non trova il taglio di Sahraoui. Al 54' altra occasione per i francesi con Giroud che si presenta a tu per tu con Svilar che è bravissimo a murare la conclusione a mano aperta in uscita, anche se la posizione dell'attaccante era dubbia. Gasperini decide che è ora di cambiare e inserisce Rensch, Mancini ed El Shaarawy.
Al 56' Roma di nuovo vicina al pareggio con il colpo di testa di Ferguson che esce di poco. Al 77' altra chance per Ferguson dopo un guizzo in area di Soulè ma l'attaccante manca il pallone che poi la difesa spazza via. Il tecnico giallorosso prova anche la carta Konè e Dovbyk.
Intorno all'80' accade l'incredibile all'Olimpico con la Roma che sbaglia tre volte un calcio di rigore, due volte con Dovbyk e poi una con Soulè con l'arbitro che lo aveva assegnato dopo il richiamo del Var per un fallo di mano di Mandi e poi lo ha fatto ripetere due volte per il movimento irregolare del portiere dei francesi Ozer che ha comunque ipnotizzato gli attaccanti della Roma, troppo morbidi dal dischetto. Il Lille prova a sfruttare il momento e all'88' prova lo sfondamento in area Igamane dopo un contropiede ma è fermato da Wesley, poi sulla battuta a botta sicura di Fernandez-Pardo è bravissimo Svilar ad opporsi. Assedio finale della Roma con Konè che ci prova dal limite al 91' che sfiora il palo.
Leggi tutto: Europa League, Roma-Lille 0-1: giallorossi sbagliano un rigore 3 volte

(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, giovedì 2 ottobre. Centrati invece quattro '5' che vincono 41.653,13 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 59.300.000 di euro.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro.
L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
Questa la combinazione vincente estratta per il concorso di oggi del Superenalotto: 1, 21, 39, 42, 52, 89. Numero Jolly: 6. Numero SuperStar: 17.
Leggi tutto: Superenalotto, numeri combinazione vincente oggi 2 ottobre

(Adnkronos) - I nuovi missili della Russia non possono essere fermati. Vladimir Putin, con le armi a disposizione, potrebbe colpire Roma o Londra. Mark Rutte, segretario generale della Nato, fa scattare l'allarme che non si limita all'Ucraina. "Siamo tutti in pericolo, i più avanzati missili russi potrebbero colpire Roma, Amsterdam o Londra a cinque volte la velocità del suono e non possono essere intercettati con i nostri sistemi antimissile tradizionali", dice il numero 1 dell'Alleanza Atlantica delineando il quadro al Tg1.
Le armi a disposizione di Putin "sono un gravissimo pericolo, significa che siamo tutti sul fronte orientale, non solo l'Estonia, la Polonia o la Romania, ma anche l'Italia", esortando a "stare estremamente attenti" alle mosse del Cremlino. Putin "è già il nostro principale avversario, la principale minaccia nel lungo periodo".
Secondo il numero uno dell'Alleanza, dal punto di vista del rafforzamento delle capacità militari, potrebbe "effettivamente rappresentare una minaccia credibile contro la Nato, come hanno sottolineato alcuni colleghi europei". Putin, nelle stesse ore, interviene al Forum Valdai in Russia e disinnesca l'allarme: "L'Europa è in preda all'isteria, pensa che la guerra con la Russia sia alle porte. E' un'assurdità", dice.
L'allarme di Rutte, però, è giustificato dalla realtà che si osserva ogni giorno in Ucraina. L'aggiornamento dei sistemi missilistici consente alle forze di Mosca di superare anche lo sbarramento offerto dai Patriot. I sistemi di difesa americani si rivelano insufficienti, i tassi di intercettazione di Kiev crollati.
Mesi di devastanti attacchi aerei russi suggeriscono che Mosca è riuscita a modificare i suoi missili per eludere le difese aeree dell'Ucraina. I bombardamenti che quest'estate hanno colpito i produttori di droni ucraini sono stati un esempio lampante del fatto che la Russia ha migliorato i suoi missili balistici per mettere fuori gioco le batterie Patriot degli Stati Uniti, hanno dichiarato al Financial Times attuali ed ex funzionari ucraini e occidentali.
È probabile che la Russia abbia modificato il suo sistema mobile Iskander-M, che lancia missili con una gittata stimata fino a 500 km, e i missili balistici a lancio aereo Kinzhal, che possono volare fino a 480 km. I missili ora seguono una traiettoria lineare prima di deviare all'ultimo momento e precipitare in una ripida picchiata finale o eseguire manovre che "confondono ed evitano" gli intercettori Patriot.
Si tratta di una "svolta per la Russia", ha affermato un ex funzionario ucraino. Con Kiev alle prese anche con il rallentamento delle consegne di intercettori di difesa aerea dagli Stati Uniti, la campagna missilistica ha distrutto strutture militari chiave e infrastrutture critiche in vista dell'inverno.
Il tasso di intercettazione dei missili balistici dell'Ucraina è migliorato nel corso dell'estate, raggiungendo il 37% ad agosto, ma è crollato al 6% a settembre, nonostante il minor numero di lanci, secondo i dati pubblici delle forze aeree ucraine compilati dal Centre for Information Resilience di Londra e analizzati dal Financial Times. L'aeronautica ucraina ha riferito che tutti e quattro i missili Iskander-M lanciati l'altra notte hanno eluso le difese del Paese e hanno colpito i loro obiettivi.
Almeno quattro impianti di produzione di droni a Kiev e dintorni sono stati gravemente danneggiati da missili quest'estate. Il 28 agosto è stato colpito un impianto che produce droni turchi Bayraktar, secondo quanto riportato da funzionari locali. Due funzionari informati sull'incidente hanno dichiarato che due missili lanciati in quell'attacco sembrano aver preso di mira gli uffici di un'azienda che progetta e produce componenti per sistemi di droni. I proiettili russi hanno eluso le difese aeree ucraine e hanno danneggiato anche gli uffici della delegazione dell'Ue e del British Council, che si trovavano nelle vicinanze.
Leggi tutto: Russia, l'allarme di Rutte: "Nuovi missili di Putin potrebbero colpire Roma o Londra"

(Adnkronos) - Proseguono le proteste in Italia in sostegno della missione diretta a Gaza per portare aiuti alla popolazione palestinese, dopo l'abbordaggio della Flotilla da parte di Israele. Oggi, giovedì 2 ottobre, cortei e manifestazioni, organizzati dal Global Movement to Gaza e da altre decine di organizzazioni sociali e sindacali, stanno animando tutte le principali città italiane, da Milano fino a Roma, passando per Torino, Bologna e Palermo.
È arrivato senza disordini a Piramide il corteo di Roma partito dal Colosseo a sostegno di Gaza e della Sumud Flotilla. Gli organizzatori dal furgone in testa comunicano che i partecipanti sono “50mila, per la Flotilla. Blocchiamo tutto”. I partecipanti si stanno organizzando per lo sciopero generale di domani.
A Milano cresce invece il numero dei partecipanti alla manifestazione organizzata dai centri sociali. Oltre duemila, al momento, le persone presenti che sventolano bandiere della Palestina e intonano cori “contro il genocidio a Gaza” e per la “Palestina libera”. Il corteo si è poi diretto a piazza Duomo. Al momento non sono state segnalate criticità, se non disagi per il traffico, bloccato o congestionato per via di strade chiuse e corsie preferenziali occupate.
Il corteo pro Palestina di Milano è proseguito tra musica, slogan, fumogeni e qualche protesta da parte degli automobilisti bloccati nel traffico. Un uomo, fermo ad un semaforo, ha gridato qualche improperio ai manifestanti ed è è stato preso di mira da alcuni ragazzi che gli hanno risposto spiegando i motivi della manifestazione. Alle proteste dell’uomo qualcuno ha anche risposto tirando un calcio alla vettura, ma è stato velocemente richiamato dagli altri manifestanti che hanno cercato di riportare gli animi alla calma. Un’altra automobilista, bloccata in fila, ha gridato ‘dovreste andare tutti in galera’, ma è stata ignorata e il corteo è proseguito senza altri problemi verso la sua destinazione.
Momenti di tensione a Bologna. Il corteo si è avvicinato a piazzale Medaglie d'Oro di fronte alla stazione Centrale di Bologna, urlando "blocchiamo tutto" e "fateci passare, i lavoratori vogliono passare". Le forze dell'ordine erano schierate a difesa dell'edificio, di fronte al quale nella mattinata si sono verificati degli scontri. Per far allontanare i manifestanti sono stati usati i lacrimogeni. Il corteo si è diviso in più parti.
La Questura stima i manifestanti del corteo partiti da piazza Maggiore in circa 4000 e spiega che "durante il tragitto, mentre il corteo si dirigeva verso piazzale Medaglie d’Oro, la coda (circa 300-400 persone) si è staccata e si è diretta verso via de Carracci, passando da piazza XX settembre. In via de Carracci il gruppo è andato contro le squadre delle forze dell’ordine schierate, rendendo necessarie alcune cariche di alleggerimento. All’indirizzo delle forze dell’ordine sono state lanciate pietre, fumogeni e bombe carta. Alcuni manifestanti hanno lanciato fumogeni dal ponte sui binari". Sul sito di Trenitalia si comunica che la circolazione ferroviaria nei pressi di Bologna Centrale è stata sospesa dalle 20.10.
I manifestanti si erano già scontrati con le forze dell'ordine nel pomeriggio. Il corteo studentesco emiliano, dopo aver attraversato via Oberdan e via Rizzoli, ha poi raggiunto piazza Maggiore, luogo di raduno per la manifestazione lanciata dal sindacato Usb. Dalla piazza si sono sollevati i cori "Governo Meloni, dimissioni", "Palestina libera", "liberi tutti e libere tutte", mentre di fronte alla basilica di San Petronio si sono radunati a migliaia. Il corteo è quindi partito attraversando piazza del Nettuno e procedendo in via Ugo Bassi. Dietro allo striscione, tra i manifestanti sventolano le bandiere di Potere al Popolo, Usb, Cambiare Rotta, Osa.
Il corteo pro Palestina in corso a Palermo ha lasciato invece la zona di piazza Politeama, dove è allestito il Villaggio dell'esercito, per dirigersi prima su via Roma e poi su via Amari, verso il porto della città. A seguire i manifestanti gli agenti antisommossa e un elicottero che continua a sorvolare il centro.
“Siamo in ventimila ma non siamo soli, con noi c’è tutta l’Italia in piazza”. Cosi’ dal microfono i manifestanti che stanno partecipando a Torino al corteo a sostegno del popolo palestinese. “La nostra forza è la forza del popolo palestinese che da anni lotta contro il genocidio e oggi noi qui siamo l’equipaggio di terra della Flotilla”.
Si è concluso con l'occupazione dei binari della stazione Santa Maria Novella il corteo che questa sera ha attraversato Firenze. Circa 3.000 manifestanti, tra cui tanti studenti, si sono dati appuntamento alle ore 18 in piazza Indipendenza, portando bandiere, tamburi e fumogeni.
Il corso ha raggiunto via Nazionale, poi verso piazza Adua accanto alla stazione Santa Maria Novella. Fino a quel momento la manifestazione si è svolta senza incidenti, tuttavia il clima è cambiato all'arrivo in stazione. All’ingresso di Santa Maria Novella, le forze dell’ordine hanno bloccato l’accesso ai binari ferroviari, chiudendo i cancelli principali. In risposta, alcuni manifestanti hanno lanciato bottiglie e bombe carta, e si sono sviluppati momenti di scontro. Le forze dell’ordine hanno reagito con cariche: i manifestanti, però, sono riusciti a penetrare nei binari e a occuparli. Durante queste fasi, i treni sono stati fermati e i cancelli accessibili al pubblico temporaneamente chiusi, generando disagi nella circolazione ferroviaria.
Domani è previsto uno sciopero generale e un corteo unitario a Firenze, con Cgil e Usb in prima fila: l’appuntamento è alla Fortezza da Basso, dalle ore 9.15.
Momenti di tensione stasera a Trieste dove era in corso un corteo non autorizzato di circa 1500 attivisti pro Pal che si era radunato alle 18 in Piazza Borsa. Durante il corteo per le vie del centro si è staccato un gruppo che si è invece diretto verso la stazione ferroviaria con l’intento di bloccarla. I manifestanti hanno circondato la stazione, il cui accesso principale era stato chiuso, per poi sfondare la vetrata di una delle porte laterali nel tentativo di accedervi. I manifestanti hanno lanciato bottiglie all’indirizzo dei reparti della polizia che ha risposto lanciando alcuni lacrimogeni fino a disperdere i manifestanti
Circa un migliaio di attivisti dei centri sociali del Nordest, dell’area antagonista e dell'associazionismo sono giunti in corteo sotto l’edificio della questura di Padova accendendo fumogeni, inneggiando alla ‘Palestina Libera’ e gridando slogan contro la polizia, intimando l’immediata liberazione degli attivisti di Extinction Rebellion fermati oggi per aver bloccato l’Interporto di Padova. Sono 23 i fermati di oggi, per 11 è scattato il foglio di via obbligatorio per 4 anni, per altri 2 l’avviso orale. Sono invece 5 gli attivisti denunciati per di violenza privata in concorso e manifestazione non autorizzata.
Gli attivisti hanno poi ripreso alle ore 20.30 circa il corteo dopo che negli uffici sono terminate le attività di notifica dei fogli di via obbligatori, degli avvisi orali e delle denunce all'autorità giudiziaria. Il corteo dei manifestanti ha raggiunto Piazza Pontecorvo unendosi all'iniziativa 'Luci sulla Palestina 100 ospedali per Gaza' che si tiene in molti altri ospedali del Veneto in ricordo dei 1677 sanitari caduti a Gaza, i cui nomi saranno letti uno a uno.
In centinaia, tra studenti, attivisti, membri di collettivi e semplici cittadini, sono scesi in piazza, oggi pomeriggio, per manifestare a sostegno della ‘Global Sumund Flotilla’. Il corteo, indetto dal sindacato Usb e a cui hanno partecipato anche i movimenti ‘La Base’ e ‘Cosenza e Unical per la Palestina’, si è dato appuntamento alle 18 davanti al palazzo della Prefettura, in piazza XI Settembre, per poi confluire in serata dinanzi al Comune. A presidiare la manifestazione, durante la quale non sono stati registrati disordini, polizia e carabinieri.
Tra bandiere palestinesi e striscioni, i partecipanti hanno intonato cori e slogan contro il governo e ribadito il proprio sostegno alle imbarcazioni impegnate nella missione umanitaria a Gaza, dopo l’abbordaggio da parte di Israele, dandosi appuntamento a domattina, in piazza Kennedy, per la mobilitazione generale indetta dalla Cgil.
In contemporanea, nel resto della Calabria, manifestazioni analoghe si sono svolte a Catanzaro, dove i giovani hanno realizzato barche a vela simboliche con i colori palestinesi, e a Reggio Calabria, con il sit in di sanitari e cittadini in mattinata davanti all’ospedale 'Morelli', alle 18 al teatro Cilea, e in serata con l'iniziativa ‘Luci sulla Palestina, 100 ospedali per Gaza’ agli ‘Ospedali Riuniti’. Domani, a partire dalle 7, in concomitanza con i presìdi che saranno allestiti in tutta Italia, è prevista anche una mobilitazione nel piazzale di fronte all’ingresso del Porto di Gioia Tauro organizzata da ‘Or.S.A. Mari e Porti’ e Usb Reggio Calabria.

(Adnkronos) - Proseguono le proteste in Italia in sostegno della missione diretta a Gaza per portare aiuti alla popolazione palestinese, dopo l'abbordaggio della Flotilla da parte di Israele. Oggi, giovedì 2 ottobre, cortei e manifestazioni, organizzati dal Global Movement to Gaza e da altre decine di organizzazioni sociali e sindacali, stanno animando tutte le principali città italiane, da Milano fino a Roma, passando per Torino, Bologna e Palermo.
È arrivato senza disordini a Piramide il corteo di Roma partito dal Colosseo a sostegno di Gaza e della Sumud Flotilla. Gli organizzatori dal furgone in testa comunicano che i partecipanti sono “50mila, per la Flotilla. Blocchiamo tutto”. I partecipanti si stanno organizzando per lo sciopero generale di domani.
A Milano cresce invece il numero dei partecipanti alla manifestazione organizzata dai centri sociali. Oltre duemila, al momento, le persone presenti che sventolano bandiere della Palestina e intonano cori “contro il genocidio a Gaza” e per la “Palestina libera”. Il corteo si è poi diretto a piazza Duomo. Al momento non sono state segnalate criticità, se non disagi per il traffico, bloccato o congestionato per via di strade chiuse e corsie preferenziali occupate.
Il corteo pro Palestina di Milano è proseguito tra musica, slogan, fumogeni e qualche protesta da parte degli automobilisti bloccati nel traffico. Un uomo, fermo ad un semaforo, ha gridato qualche improperio ai manifestanti ed è è stato preso di mira da alcuni ragazzi che gli hanno risposto spiegando i motivi della manifestazione. Alle proteste dell’uomo qualcuno ha anche risposto tirando un calcio alla vettura, ma è stato velocemente richiamato dagli altri manifestanti che hanno cercato di riportare gli animi alla calma. Un’altra automobilista, bloccata in fila, ha gridato ‘dovreste andare tutti in galera’, ma è stata ignorata e il corteo è proseguito senza altri problemi verso la sua destinazione.
Momenti di tensione a Bologna. Il corteo si è avvicinato a piazzale Medaglie d'Oro di fronte alla stazione Centrale di Bologna, urlando "blocchiamo tutto" e "fateci passare, i lavoratori vogliono passare". Le forze dell'ordine erano schierate a difesa dell'edificio, di fronte al quale nella mattinata si sono verificati degli scontri. Per far allontanare i manifestanti sono stati usati i lacrimogeni. Il corteo si è diviso in più parti.
I manifestanti si erano già scontrati con le forze dell'ordine nel pomeriggio. Il corteo studentesco emiliano, dopo aver attraversato via Oberdan e via Rizzoli, ha poi raggiunto piazza Maggiore, luogo di raduno per la manifestazione lanciata dal sindacato Usb. Dalla piazza si sono sollevati i cori "Governo Meloni, dimissioni", "Palestina libera", "liberi tutti e libere tutte", mentre di fronte alla basilica di San Petronio si sono radunati a migliaia. Il corteo è quindi partito attraversando piazza del Nettuno e procedendo in via Ugo Bassi. Dietro allo striscione, tra i manifestanti sventolano le bandiere di Potere al Popolo, Usb, Cambiare Rotta, Osa.
Il corteo pro Palestina in corso a Palermo ha lasciato invece la zona di piazza Politeama, dove è allestito il Villaggio dell'esercito, per dirigersi prima su via Roma e poi su via Amari, verso il porto della città. A seguire i manifestanti gli agenti antisommossa e un elicottero che continua a sorvolare il centro.
“Siamo in ventimila ma non siamo soli, con noi c’è tutta l’Italia in piazza”. Cosi’ dal microfono i manifestanti che stanno partecipando a Torino al corteo a sostegno del popolo palestinese. “La nostra forza è la forza del popolo palestinese che da anni lotta contro il genocidio e oggi noi qui siamo l’equipaggio di terra della Flotilla”.
Momenti di tensione stasera a Trieste dove era in corso un corteo non autorizzato di circa 1500 attivisti pro Pal che si era radunato alle 18 in Piazza Borsa. Durante il corteo per le vie del centro si è staccato un gruppo che si è invece diretto verso la stazione ferroviaria con l’intento di bloccarla. I manifestanti hanno circondato la stazione, il cui accesso principale era stato chiuso, per poi sfondare la vetrata di una delle porte laterali nel tentativo di accedervi. I manifestanti hanno lanciato bottiglie all’indirizzo dei reparti della polizia che ha risposto lanciando alcuni lacrimogeni fino a disperdere i manifestanti
Circa un migliaio di attivisti dei centri sociali del Nordest, dell’area antagonista e dell'associazionismo sono giunti in corteo sotto l’edificio della questura di Padova accendendo fumogeni, inneggiando alla ‘Palestina Libera’ e gridando slogan contro la polizia, intimando l’immediata liberazione degli attivisti di Extinction Rebellion fermati oggi per aver bloccato l’Interporto di Padova. Sono 23 i fermati di oggi, per 11 è scattato il foglio di via obbligatorio per 4 anni, per altri 2 l’avviso orale. Sono invece 5 gli attivisti denunciati per di violenza privata in concorso e manifestazione non autorizzata.

(Adnkronos) - Cosa sarebbe l’Italia senza l’Autostrada del Sole, dove transitano ogni giorno oltre 100mila veicoli; senza la diga di Ridracoli, che assicura acqua potabile per oltre un milione di persone servendo 50 comuni della Romagna oltre che delle Marche; o ancora senza l’alta velocità ferroviaria, che dal Pendolino al Frecciarossa ha messo in movimento decine di milioni di italiani? Sarebbe un Paese orfano del suo boom economico, di quella spinta propulsiva che dalla radice agricola ereditata dalla prima e dalla seconda guerra mondiale ne ha accelerato la corsa sui binari della storia fino a condurlo tra le prime potenze industriali del mondo. Alle infrastrutture che hanno modernizzato il Paese accelerandone lo sviluppo e abbattendo le distanze economiche e sociali tra Nord e Sud, è dedicato il progetto Evolutio lanciato e sostenuto da Webuild, leader mondiale proprio nella costruzione delle grandi opere.
Il 7 ottobre presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma si inaugura così “Evolutio. Building the future for the last 120 years”, la mostra che rimarrà aperta fino al 9 novembre e che racconterà proprio come le infrastrutture realizzate da Webuild in oltre un secolo di storia abbiano dato il loro contributo allo sviluppo dell’Italia e al cambiamento degli stili di vita degli italiani. "Con Evolutio – spiega Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild – abbiamo voluto restituire la memoria di un secolo di trasformazioni, mostrare come strade, dighe, ferrovie, porti e aeroporti abbiano cambiato la vita delle persone e continuino a farlo oggi. È il nostro contributo a una riflessione collettiva: ricordare da dove veniamo, per capire meglio dove vogliamo andare".
La mostra è un viaggio nella storia con video e installazioni immersive che accompagnano il visitatore nel passato, dagli anni ’30 ad oggi, all’interno dei cantieri dove sono state realizzate le opere iconiche che tutti conoscono. Alle installazioni sono accompagnate oltre 100 immagini storiche e contemporanee delle infrastrutture che hanno segnato lo sviluppo del Paese, oltre a testimonianze d’epoca e attuali dei protagonisti delle grandi opere, operai, tecnici e ingegneri che hanno contribuito alla loro costruzione.
Seguendo il percorso espositivo si compie così un viaggio che va dallo sviluppo del sistema energetico e idrico degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso, passa per la rivoluzione dei trasporti degli anni Cinquanta, la costruzione delle prime linee metropolitane, delle autostrade, fino allo sviluppo dei grandi centri urbani. È un percorso che non ha fine perché alle opere del passato seguono – in un flusso continuo – quelle del presente e del futuro: il Terzo Valico dei Giovi (l’alta velocità che collegherà Genova a Milano), la nuova diga foranea di Genova, il Tunnel di Base del Brennero (il tunnel ferroviario più lungo del mondo), la linea C della metropolitana di Roma, l’alta velocità che collegherà Napoli a Bari, fino al Ponte sullo Stretto di Messina, che Webuild è pronta a costruire alla guida del consorzio Eurolink.
Evolutio racconta questo viaggio nell’ambito di un’iniziativa culturale che non si esaurisce nella Mostra ma diventa permanente grazie al lancio del Museo Digitale che avverrà in concomitanza con l’inaugurazione del 7 ottobre. Si tratta di uno dei primi esempi al mondo di un museo digitale delle infrastrutture, un sito che raccoglie testimonianze, video e foto inediti, insieme a materiali d’archivio unici come quelli firmati dal fotografo Guglielmo Chiolini o dal regista Ermanno Olmi. All’interno del sito Evolutio è inoltre possibile consultare oltre 400 schede delle 3.700 opere costruite da Webuild, e dalle imprese confluite in Webuild, dall’inizio del XX secolo a oggi, accedere a un’area multimedia con oltre 10mila foto e a un’area edutainment dedicata ai giovani tra i 15 e i 25 anni.
Chiude il viaggio digitale la sala museale “Non si farà mai” che ricostruisce la storia di tutte quelle opere – divenute poi iconiche – che non si sarebbero dovute costruire per l’opposizione di alcuni “disfattisti”. Dal Golden Gate di San Francisco all’Opera House di Sydney fino all’Autostrada del Sole italiana, i resoconti delle critiche che accompagnarono quei progetti suonano come un monito per il presente e per il futuro, e spiegano in che modo un’opera come il Ponte sullo Stretto di Messina possa davvero diventare un’occasione di riscatto nazionale.
Per Webuild lanciare un progetto come Evolutio significa continuare a investire sulla cultura d’impresa proseguendo la grande tradizione italiana inaugurata da marchi come Olivetti, Pirelli, Armani, Fendi. Dall’Hangar Bicocca di Milano, l’ex fabbrica Pirelli oggi trasformata in uno dei più grandi spazi espositivi d’arte contemporanea d’Europa, al “Colosseo Quadrato” dell’EUR divenuto la casa della Maison Fendi, fino a Ivrea, la città industriale riconosciuta patrimonio dell’Unesco in quanto memoria visionaria della Olivetti, i grandi esempi di cultura d’impresa impressi nell’immaginario collettivo si arricchiscono oggi di una nuova esperienza assolutamente inedita, perché mai prima d’ora un’azienda leader nelle costruzioni aveva sposato un progetto culturale tanto ambizioso.
Leggi tutto: Webuild, Evolutio: 120 anni d'Italia raccontati attraverso le sue infrastrutture


(Adnkronos) - Jannik Sinner a Shanghai diventa... di terracotta. Appena arrivato in città per giocare il Masters 1000 cinese, con il debutto previsto per sabato 4 ottobre nel secondo turno contro il tedesco Daniel Altmaier, il tennista azzurro ha ricevuto un omaggio particolare e, sicuramente, unico nel suo genere. L'organizzazione gli ha voluto infatti dedicare una statua di terracotta, che Sinner stesso ha svelato in un video condiviso sui canali ufficiali del torneo, con la sua reazione che è diventata virale.
"Lui sembra decisamente più forte", ha detto Sinner scoppiando a ridere, dopo qualche inevitabile momento di stupore iniziale. Jannik ha poi voluto toccare la statua e ha posato con la stessa, fotografandola anche con il telefono. L'azzurro arriva al Masters 1000 di Shanghai da campione in carica, dopo aver battuto Novak Djokovic nella finale dello scorso anno.
Leggi tutto: Sinner di... terracotta, Shanghai omaggia Jannik con una statua
(Adnkronos) - "Le reti sono diffuse su tutto il territorio, servono milioni e milioni di utenti, ma servono direttamente, non in modo virtuale quindi il costo è veramente grande. Che cosa bisogna fare per i dati Telco? Certamente bisogna inserirli in cloud e mettere in cloud praticamente tutte le attività di operation, gestione, autenticazione degli utenti e gestione degli eventi. E' importantissimo per la visibilità, l’agilità e fondamentalmente per ridurre i costi e facilitare l’erogazione dei servizi di rete agli utenti esterni. Le sfide però sono la sicurezza, il controllo e l’interoperabilità tra vendor diversi, mentre il ritorno sugli investimenti va monitorato attentamente". Lo ha dichiarato Maurizio Decina, professore emerito del Politecnico di Milano, intervenendo oggi a Milano durante il convegno 'Reti di telecomunicazioni e reti locali: quali sviluppi dell’Ai' inserito all'interno della Milano digital week.
"Le aziende devono avere il controllo sulla proprietà e sulla privacy dei propri dati. Anche a livello di cloud vanno creati spazi dedicati esclusivamente alle imprese per garantire la sicurezza e la privacy delle informazioni. L'edge computing diventa così il futuro", ha aggiunto.
Leggi tutto: Ai, Decina (Politecnico di Milano): "I Telco vanno inseriti in cloud"
(Adnkronos) - "La Città metropolitana vuole essere anche in pochi e con le poche risorse che abbiamo al centro del cambiamento. Nel 1985-86 si lavorava con il doppino di rame, che non poteva certo garantire alte prestazioni. Siamo poi passati alla fibra ottica e la prossima grande sfida è la gestione delle reti con l'intelligenza artificiale".
Sono le parole di Rino Pruiti, Consigliere della Città Metropolitana di Milano delegato all’Innovazione Tecnologica, Agenda Digitale metropolitana, Legalità e Beni confiscati alla criminalità, intervenendo al convegno ‘Reti di telecomunicazioni e reti locali: quali sviluppi dell’Ai’, organizzato oggi a Milano come parte del programma della Milano Digital Week.
Il convegno, che ha visto la partecipazione di esperti del settore, ha fornito una panoramica su come le tecnologie emergenti e l’intelligenza artificiale, possano migliorare la gestione delle reti e contribuire a creare città più efficienti, sostenibili e sicure.
Pruiti si è soffermato sull’iniziativa che la Città Metropolitana di Milano sta sviluppando con il supporto del vice Sindaco Francesco Vassallo. "Abbiamo creato una rete in fibra ottica proprietaria che mette a disposizione degli operatori e degli enti locali, laddove è possibile. La nostra prossima iniziativa ambiziosa è l’agenzia digitale metropolitana, un progetto che mira a favorire l'innovazione e ridurre i costi per i Comuni", ha annunciato il Consigliere.
L’agenzia, che si concentra sullo sviluppo di reti intelligenti, videosorveglianza e smart city, punta a unire le risorse dei vari enti per affrontare insieme le sfide economiche e tecnologiche del futuro, fa sapere. "Oggi, nonostante l'elevato potenziale delle tecnologie, spesso i Comuni non riescono a garantire finanziamenti sufficienti nel lungo periodo. Mettersi insieme per condividere esperienze e risorse ci permetterà di affrontare meglio le sfide future", ha concluso.
Leggi tutto: Ai, Pruiti (Cmm): "Città metropolitana guida innovazione con reti intelligenti e Ai"
(Adnkronos) - “La sfida oggi non è più solo quella di garantire velocità, ma di creare infrastrutture capaci di adattarsi, essere sicure e sostenibili. Le nostre reti sono stressate e per far fronte a questa sfida, l'intelligenza artificiale rappresenta una leva fondamentale. Parliamo di automazione intelligente, che consente alle infrastrutture di auto-configurarsi in tempo reale, riducendo i costi e migliorando la sostenibilità”.
Così Carlotta Penati, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Milano, aprendo i lavori del convegno ‘Reti di telecomunicazioni e reti locali: quali sviluppi dell’Ai’. L’evento, che si è svolto oggi a Milano nell’ambito della Milano Digital Week, ha visto un ampio dibattito sulle sfide future delle infrastrutture digitali, con un focus sull’impiego dell’intelligenza artificiale per rispondere alle nuove necessità del settore.
Penati ha sottolineato l'importanza dell’incontro odierno non solo in relazione alla settimana della Digital Week, ma anche per il ruolo strategico che l'Ordine degli Ingegneri svolge nel collaborare con enti pubblici e amministrazioni. “Come ente super partes, possiamo offrire un punto di vista imparziale, fondamentale per affrontare temi tanto cruciali come quello della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica nelle telecomunicazioni”.
La presidente ha poi messo in luce il ruolo dell'Ai non solo come supporto alle operazioni tecniche, ma come strumento di trasformazione delle infrastrutture in veri e propri ecosistemi digitali intelligenti. "Le reti non sono più solo autostrade di dati, ma ecosistemi che devono rispondere alle esigenze di un mondo in rapida evoluzione, mettendo al centro l’uomo e la collettività", ha concluso.
Leggi tutto: Ai, ing. Penati: "Intelligenza artificiale leva per trasformare infrastrutture"

(Adnkronos) - "Dobbiamo ricordare che la disciplina di legge" sul diritto di sciopero, "che fu fatta con l'approvazione delle grandi confederazioni sindacali nel 1990, fu realizzata proprio per tenere conto del contemperamento con i diritti degli utenti, perché ci sono due diritti costituzionali protetti ad un pari livello. Da un lato, il diritto di sciopero e, dall'altro lato, il diritto degli utenti. Qui non stiamo parlando di contemperamento tra esigenze del lavoratore e esigenze dell'impresa. La legge voleva realizzare un bilanciamento tra utenti e lavoratori. E la legge non prevede proprio lo sciopero generale. Dopo di che, a nessuno viene in mente di dire che in Italia non si può fare uno sciopero generale, quindi la legge va interpretata". Così, con Adnkronos/Labitalia, il giuslavorista Giampiero Proia, professore ordinario di diritto del lavoro presso l'Università di Roma Tre e la Luiss, sulla decisione della commissione di garanzia sugli scioperi di considerare illegittimo lo sciopero generale di domani proclamato da Cgil e Usb su Gaza.
Proia spiega che "lo sciopero generale non è previsto autonomamente come istituto a se stante dalla disciplina della Commissione di Garanzia, che invece prevede l'obbligo di rispettare determinate condizioni, quali, ad esempio, la non coincidenza dei settori in cui si svolge lo sciopero, oltre che gli obblighi di proclamazione e tutte le altre prestazioni essenziali. Ad esempio, c'è un cosiddetto obbligo di 'rarefazione', in modo da impedire che contemporaneamente vengono meno tutti i servizi pubblici utilizzabili. Questo sul piano formale", sottolinea il giuslavorista.
Secondo Proia, "su un piano sostanziale, invece, c'è un tema che è stato sempre oggetto di forte e vivace discussione, perché si lamenta da parte sindacale che in questo modo non sarebbe mai consentito lo sciopero generale". "In realtà, si può anche dire - sottolinea - che lo sciopero generale si può fare, ma facendo in modo che non ci siano sovrapposizioni. Quindi, come è stato fatto in altri casi, differenziando gli orari in cui lo sciopero viene fatto da tutte le categorie. In sostanza, secondo la disciplina formale, dovrebbe essere consentito, se non si può prendere l'aereo, di prendere il treno. Se invece si fa tutto insieme, secondo la disciplina generale c'è una compromissione dei diritti degli utenti", sottolinea. E in conclusione Proia ricorda che "la Commissione di Garanzia fece una delibera per sottolineare che per consentire comunque di fare uno sciopero generale andavano osservate determinate condizioni che miravano a contemperare questo diritto a fare lo sciopero generale con il diritto degli utenti", conclude.
Leggi tutto: Sciopero, il giuslavorista: "Legge tutela anche diritti utenti allo stesso modo"
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