
È stato presentato oggi, presso la centrale di cogenerazione di Borgo Trento (Verona), il revamping dell’impianto che dal 1994 produce energia elettrica e acqua calda per il teleriscaldamento cittadino. L’intervento di efficientamento ha riguardato il cuore dell’impianto, la sezione cogenerativa, con l’installazione di due nuovi motori a combustione interna dotati di generatori per la produzione di energia elettrica. Questa tecnologia all’avanguardia - spiega l'azienda in una nota - sostituisce il precedente ciclo combinato a turbina a gas e turbina a vapore, garantendo maggiori prestazioni in termini di efficienza energetica, ottimizzazione delle perdite di rete ed elevata affidabilità operativa.
Grazie al nuovo assetto impiantistico, le emissioni di anidride carbonica in atmosfera vengono ridotte di quasi il 10%, passando da 81mila tonnellate/anno a 73mila tonnellate/anno. I lavori hanno permesso di dotare la centrale di quattro serbatoi di accumulo, ognuno da 200 metri cubi, per una gestione più efficiente dell’energia termica recuperata. Il revamping ha consentito, inoltre, di estendere la capacità produttiva dell’impianto alla rete di teleriscaldamento servita dalla centrale di Forte Procolo. L’impianto si distingue a livello nazionale per la presenza del più grande impianto solare termico mai realizzato a supporto di un impianto di teleriscaldamento, composto da 244 pannelli termici e sviluppato su una superficie di oltre 2.000 mq. L’investimento complessivo dei lavori è stato di 31 milioni di euro.
“L’adozione di nuove tecnologie per efficientare un sistema già virtuoso come quello del teleriscaldamento va nella direzione tracciata dal nostro Piano Industriale, che punta a una transizione energetica sostenibile sotto ogni profilo - ha dichiarato Federico Testa, presidente del Gruppo Agsm Aim - Il revamping della centrale di Borgo Trento prepara il terreno alla sfida più grande che ci siamo posti con il Progetto Geotermia, una sfida che riguarda l’ambiente, le imprese e le famiglie delle nostre città e che intendiamo realizzare entro il 2030, per rilanciare il teleriscaldamento di Verona e Vicenza come modello di sviluppo sostenibile”.
“Il revamping della centrale è un intervento ad alto valore tecnologico che consentirà di migliorare significativamente le performance dell’impianto - ha affermato Alessandro Russo, consigliere delegato del Gruppo Agsm Aim - Si tratta del primo passo di un progetto più ampio, dove il protagonista è proprio il teleriscaldamento, che mira a ridurre di oltre il 40% l’utilizzo di gas e le relative emissioni di anidride carbonica, in un percorso verso la carbon neutrality”.
Situata nella zona nord-ovest di Verona, in viale Caduti del Lavoro, la centrale è operativa dal 1994. Con circa 88 chilometri di tubazioni, serve i quartieri di Borgo Trento e Navigatori e soddisfa il fabbisogno di energia elettrica di circa 34mila famiglie. L’impianto fornisce sia energia elettrica sia energia termica per riscaldamento e acqua sanitaria.
La centrale è composta da due sezioni: Sezione Cogenerativa, oggi rinnovata con l’installazione dei due nuovi motori a combustione interna, che sostituiscono la precedente tecnologia a ciclo combinato; Sezione Termica, dedicata alla circolazione e integrazione del calore nella rete di teleriscaldamento, con cinque caldaie ausiliarie (70 MWt complessivi) e quattro serbatoi di accumulo da 200mc ciascuno, per una gestione efficiente dell’energia recuperata. All’esterno della centrale è stato realizzato un campo solare da 244 pannelli termici, con una potenza termica nominale di circa 1.200 kWt, che preriscalda l’acqua di ritorno dalla rete cittadina.

"Io sono convinto da sempre che si debba pubblicare tutto, e trovo dunque assurde queste polemiche". A parlare con l'Adnkronos è Vittorio Feltri, commentando le polemiche sulla partecipazione della casa editrice 'Passaggio al Bosco' alla fiera romana della piccola e media editoria 'Più Libri, Più Liberi', contestata da un nutrito gruppo di autori, artisti ed editori, convinti che la casa editrice diffonderebbe contenuti che esaltano figure ed esperienze fondanti dell'ideologia fascista. Per questo alcuni nomi noti, come il vignettista Zerocalcare[1], hanno deciso di non partecipare alla Fiera.
"Di norma, chi legge è dotato di senso critico ed in grado di valutare quello che legge -aggiunge il direttore editoriale de 'Il Giornale'- I cretini non leggono".

Otto dottorati innovativi in 5 università e 4 regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia) per aprire nuove frontiere della ricerca e accelerare il cambiamento nella pratica clinica. Le aree coinvolte spaziano dal cardiovascolare all'oncologia, dalle neuroscienze alla Digital Health, fino a Data Science e scienze omiche. Bristol Myers Squibb Italia ha co-finanziato 8 dottorati di ricerca della durata di 3 anni rivolti a giovani ricercatori che avranno anche l'opportunità di trascorrere 6 mesi in azienda. Si tratta di un esempio virtuoso di partnership pubblico-privato con il ministero dell'Università e della Ricerca, spiega una nota. Il progetto è presentato oggi a Roma in conferenza stampa.
"Un'azienda bio-farmaceutica globale come Bristol Myers Squibb mantiene lo sguardo rivolto al futuro e il finanziamento degli 8 dottorati innovativi si inserisce in questo contesto - afferma Regina Vasiliou, Vice President, General Manager di Bristol Myers Squibb Italia - Siamo un'azienda attenta alla ricerca e all'innovazione e vicina al mondo accademico. I progressi della scienza devono partire dalla collaborazione fra industria, università, istituzioni e centri di cura. Bristol Myers Squibb, presente in Italia da quasi 80 anni, è fra le prime aziende per impegno in ricerca nel nostro Paese, con il diretto coinvolgimento di strutture e ricercatori di eccellenza. Negli ultimi 5 anni abbiamo investito oltre 100 milioni di euro nella ricerca clinica, con più di 170 studi clinici attivi in oltre 800 centri ospedalieri. Le oltre 45 molecole attualmente in sperimentazione rappresentano l'impegno di Bristol Myers Squibb nel rispondere con innovazione e selettività ad esigenze mediche non soddisfatte in aree terapeutiche importanti", sottolinea Vasiliou. "Quando il Mur ha istituito i dottorati innovativi - continua - abbiamo colto l'opportunità di instaurare una collaborazione con alcune università italiane e supportare la crescita professionale dei dottorandi, che consentirà loro di acquisire nuove competenze e avvicinarsi al mondo dell'impresa".
Uno degli obiettivi della Missione 4 del Pnrr è il rafforzamento dei sistemi di ricerca e la loro interazione con il mondo delle imprese e delle istituzioni, che si concretizza in forme di collaborazione, come i partenariati fra pubblico e privato. La riprogrammazione del Pnrr ha previsto un incremento del contributo a carico del ministero per ciascuna borsa di dottorato, che ora è pari a 60mila euro. Bristol Myers Squibb ha contribuito a co-finanziare gli 8 dottorati e l'investimento complessivo è stato di circa 587mila euro.
"La ricerca clinica rappresenta un driver fondamentale per la crescita del sistema Paese: attrae investimenti, accelera l'accesso a terapie innovative e rafforza la competitività scientifica dell'Italia - sottolinea Roberto Poscia, direttore Unità di Ricerca clinica e Clinical Competence Aou Policlinico Umberto I, presidente Comitato per le Terapie avanzate Aifa (Agenzia italiana del farmaco) - Il nostro Paese continua a distinguersi per la qualità degli studi condotti, generando valore per il sistema sanitario nazionale e per i pazienti. Nonostante questo potenziale, il settore deve affrontare una criticità cruciale: la carenza di personale formato che possa essere 'arruolato' nel Ssn. Figure come data manager, study coordinator e professionisti della ricerca sono sempre più richieste, ma mancano percorsi formativi omogenei e riconoscimenti professionali adeguati. Il risultato è un turnover elevato, organici insufficienti e una perdita di attrattività verso gli sponsor internazionali. Per cogliere appieno le opportunità della ricerca clinica è necessario investire su formazione, semplificazione organizzativa e valorizzazione delle competenze e percorsi universitari. Solo così l'Italia potrà consolidare il proprio ruolo di protagonista e trasformare la ricerca in un autentico motore di sviluppo economico e sanitari".
"Da sempre Bristol Myers Squibb è partner delle istituzioni a livello europeo, sostenendo la ricerca e promuovendo l'innovazione scientifica - dichiara Michael May, Vice President, Head of European Medical, Bristol Myers Squibb - In Europa conduciamo il 70% delle nostre sperimentazioni. Negli ultimi 3 anni abbiamo investito inoltre, a livello globale, 28 miliardi di dollari in progetti di ricerca e sviluppo, di cui 11,2 soltanto nel 2024. Collaboriamo con la comunità scientifica, il mondo accademico, le istituzioni e le associazioni dei pazienti affinché l'innovazione terapeutica si traduca in migliori risultati clinici. In Europa è strategica la collaborazione con l'Ihi, l'Innovative Health Initiative, un'importante partnership pubblico-privato tra l'Unione europea e le industrie delle scienze della vita. Con un budget complessivo di 2,4 miliardi di euro, Ihi finanzia progetti di collaborazione di ricerca e innovazione, con l'obiettivo di affrontare importanti sfide per la salute pubblica, migliorare i risultati per i pazienti e rafforzare la competitività dell'Europa nel settore sanitario a livello globale. Attraverso l'Ihi, Bristol Myers Squibb non solo potenzia le proprie capacità di ricerca e sviluppo, ma contribuisce attivamente a plasmare il futuro delle cure in Europa e nel mondo".
Gli 8 dottorati sono attivati in collaborazione con 5 università italiane: 2 all'università degli Studi di Bari, 2 alla Sapienza università di Roma, 2 all'università degli Studi di Roma Tor Vergata, uno all'Humanitas University di Milano e uno all'università del Piemonte Orientale.
"Gli 8 progetti, che sono partiti a novembre, spaziano dall'area cardiovascolare a oncologia, neuroscienze, Digital Health, Data Science, fino alle scienze omiche - elenca Alessandro Bigagli, Senior Medical Director, Bristol Myers Squibb Italia - Sono particolarmente importanti i dottorati sulla medicina di precisione, con l'obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone colpite da gravi malattie. Ad esempio, il dottorato in Network Oncology e Precision Medicine forma ricercatori nell'oncologia personalizzata attraverso l'uso della network medicine". Nello stesso ambito si pone anche il progetto per identificare potenziali meccanismi molecolari e cellulari modulati dall'attività fisica, che contribuiranno a identificare target molecolari per aiutare la valutazione clinica dei pazienti con sclerosi multipla sottoposti a un programma di esercizio fisico ed eventualmente sviluppare nuovi trattamenti terapeutici sempre più personalizzati.
"Un altro esempio - prosegue Bigagli - è il dottorato in Data Science in Medicine, che vuole formare esperti nella gestione e analisi dei Big data per la medicina di precisione. L'obiettivo è identificare profili predittivi delle malattie per migliorare diagnosi, prognosi e trattamenti personalizzati. Questo approccio può rivoluzionare la pratica clinica e sviluppare nuove terapie di precisione. Inoltre, le tecnologie che derivano dalla trasformazione digitale e dall'intelligenza artificiale possono accelerare la nascita di trattamenti innovativi". Ancora, "il dottorato DigiCardioPaTh è volto a sviluppare competenze avanzate nelle malattie cardiovascolari attraverso l'utilizzo di intelligenza artificiale, monitoraggio remoto e soluzioni diagnostiche innovative. La capacità di innovazione di Bms deriva anche dalla continua e proficua collaborazione con il mondo accademico".
"Questo approccio multidisciplinare - conclude Vasiliou - favorisce la crescita di competenze trasversali e innovative. Grazie all'interazione con i centri e con i giovani che hanno vinto le borse di studio che supportiamo, si sviluppa una contaminazione virtuosa di competenze, spunti e scambio scientifico che arricchisce tutti gli attori coinvolti e può aumentare la competitività del 'sistema Paese'".

Arriva l'inverno e si alzano le bollette. L'accensione dei termosifoni, scattata in tutta Italia, ha fatto impennare inevitabilmente i costi del riscaldamento, ma un semplice gesto potrebbe 'aiutare' ad ammortizzare le spese. In alcune case può capitare che la temperatura non sia così alta e si possa avvertire ancora un po' di freddo.
Questo dipende dalla grandezza della casa, dal modo in cui la stessa trattiene il calore e dall'esposizione al sole. La soluzione però non è, come si potrebbe pensare, alzare i riscaldamenti. Un gesto che comporta oltre anche spese 'extra' in bolletta.
Il gesto per risparmiare in bolletta
Il gesto per risparmiare, in verità, non è altro che un 'trucco' di buon senso. Quando arriva il tramonto, tra le 16.30 e le 17.30, basta chiudere le tende e abbassare persiane e tapparelle per garantire uno 'scudo' alla casa proprio nel momento in cui le temperature vanno a calare. In questo modo il calore accumulato durante il giorno non si disperde e la casa risulta più calda, scongiurando così il bisogno di alzare i termosifoni e, inevitabilmente, anche la bolletta.
Termosifoni accesi o spenti di notte?
Ma cosa fare di notte con i termosifoni?[1] Le linee guida ministeriali per il riscaldamento si basano su zone climatiche definite dal D.P.R. 412/1993 e aggiornate successivamente. Le principali indicazioni riguardano il periodo di accensione, le ore giornaliere massime e la temperatura massima consentita, fissata a 19 gradi (+2 di tolleranza) per la maggior parte degli edifici.
Queste norme si applicano per il periodo invernale, con date di accensione e spegnimento che variano in base alla zona climatica. Il ministero della Salute e l'Organizzazione mondiale della Sanità sconsigliano di lasciare i termosifoni accesi di notte, perché ambienti troppo caldi compromettono la qualità del sonno, rendendolo disturbato e causando risvegli.
Prima di andare a dormire è necessario che la temperatura in casa sia mite: perché mantenere una temperatura non troppo bassa negli ambienti è altrettanto importante. Tenere quindi i termosifoni accesi di notte non è utile: E non bisogna trascurare neppure l’aspetto economico.

Natalia Paragoni e Andrea Zelletta diventeranno genitori per la seconda volta. La coppia, nata a Uomini e Donne, ha annunciato sui social la nuova gravidanza con un video divertente pubblicato sui social.
Nelle immagini si vede l'ex tronista mentre asseconda tutte le voglie della compagna: dalle puntarelle al pane con la Nutella, fino alla spremuta d'arancia. Alla fine del video, Natalia si alza dal divano e accarezza il pancino che inizia a vedersi: "Non ho più voglia di niente ", scherza.
La didascalia recita: “Voglia [vò|glia], s.f.: desiderio improvviso di cibi o bevande particolari, tipico delle donne in stato di gravidanza”, confermando così le indiscrezioni che giravano sul web da alcuni giorni. La notizia è stata accolta con entusiasmo dai fan della coppia.
Natalia e Andrea stanno insieme dal 2019, quando lui, tronista di Uomini e Donne, scelse tra le sue corteggiatrici, proprio Natalia. A gennaio 2023 avevano annunciato di aspettare una bambina, Ginevra, nata il 20 luglio 2023.

Materiale di scarto destinato al riciclo trasformato in kit scolastici per i piccoli pazienti oncologici ricoverati negli ospedali pediatrici. E' la sfida di 'Circular for kids', a cui partecipano anche le istituzioni, con la donazione straordinaria di materiali di comunicazione in disuso, annunciata oggi dal vicepresidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè. Il modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato - informa una nota - vede la Camera protagonista di una donazione di roll-up, vele e materiali plastici utilizzati in precedenti eventi perché siano recuperati e trasformati negli oggetti destinati ai bambini degli ospedali pediatrici, secondo il progetto d Novo Nordisk, azienda farmaceutica da sempre impegnata nel coniugare salute e sostenibilità.
"La Camera dei deputati è lieta di offrire il proprio contributo a un progetto che coniuga sostenibilità ambientale e responsabilità sociale", ha dichiarato l'onorevole Mulè, da sempre impegnato su queste tematiche e nella promozione di azioni concrete di contrasto alle patologie croniche, come il diabete, che sono strettamente connesse al miglioramento delle condizioni ambientali e degli stili di vita in ottica One Health. "Donare materiali destinati al riciclo e vederli trasformati in strumenti utili per i bambini ricoverati è un esempio virtuoso di come le istituzioni possano contribuire concretamente ai progetti di utilità ambientale e sociale promossi in partnership con i soggetti privati, al fine di creare valore per le persone più fragili, dando per primi il buon esempio su come contribuire allo sviluppo di buone pratiche di economia circolare. E' solo facendo squadra - ha aggiunto il vicepresidente della Camera - che possiamo affrontare le grandi sfide del nostro tempo".
Come ha sottolineato l'onorevole Vanessa Cattoi, coordinatrice dell'Intergruppo parlamentare 'Insieme per un impegno contro il cancro', "sostenere i piccoli degenti degli ospedali pediatrici significa anche aiutarli a non interrompere il loro percorso scolastico e a mantenere un senso di normalità. Gesti semplici, come la donazione di kit scolastici, possono fare la differenza nel quotidiano di questi bambini e delle loro famiglie. 'Circular for Kids' è un esempio di come la sinergia tra istituzioni, aziende e società civile possa tradursi in azioni concrete di solidarietà e inclusione".
Nato in Italia nel 2023 'Circular for Kids' porta i principi dell'economia circolare a sostegno dei bambini più fragili ricoverati nei reparti oncologici. Il progetto - spiega la farmaceutica - prevede la raccolta di materiali di comunicazione in disuso, la loro trasformazione in astucci e kit scolastici grazie al laboratorio sociale Coloriage di Roma, che coinvolge persone in situazioni di fragilità, e la distribuzione dei kit nei principali ospedali pediatrici italiani. Nel 2024, grazie alla fase sperimentale del progetto, sono già stati donati 4.200 kit all'ospedale Bambino Gesù di Roma. L'iniziativa rientra nella strategia globale di Novo Nordisk 'New era di Circular for Zero', che nel cinquantesimo anniversario dell'impegno dell'azienda nella sostenibilità punta a implementare progetti che coniughino sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale, puntando sulla collaborazione di istituzioni, società civile e comunità.
"La 'New era di Circular for Zero' - ha affermato Alfredo Galletti, General Manager di Novo Nordisk Italia - rappresenta la nostra visione della sostenibilità: non solo riduzione dell'impatto ambientale, ma anche attenzione al sociale e alle comunità in cui operiamo. Siamo orgogliosi che la Camera dei deputati abbia scelto di contribuire a questa iniziativa con del materiale da trasformare in nuovi strumenti scolastici". Il progetto si concretizzerà nel 2026 con la raccolta dei materiali, la lavorazione dei kit e la successiva consegna in occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico.

"Il mondo scientifico non ha nessun dubbio che l'aviaria sarà la prossima pandemia, si tratta solo di stabilire quando". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, commentando l'alert dell'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie.
"Manca pochissimo e questo virus sarà trasmissibile da uomo a uomo - sottolinea Bassetti - Il fatto che gli uccelli siano così 'carichi' di H5N1 dimostra che il virus si sta sempre di più avvicinando a noi. Per chi è capace di predire ci sarà tempo di organizzarsi, per chi nega ci saranno problemi. Spero l'Italia si adegui a questo alert dell'Ecdc e si organizzi di conseguenza".
L'Ecdc parla di "epidemie senza precedenti"[1] di aviaria negli uccelli e ha pubblicato una guida con l'obiettivo di "aiutare i Paesi europei a individuare e rispondere a possibili minacce influenzali legate agli animali, pandemie comprese".
"Questo autunno l'Europa ha registrato un forte aumento dei casi di influenza aviaria A/H5N1 negli uccelli selvatici e nel pollame. L'ampia circolazione tra i volatili aumenta il rischio di esposizione umana ad animali infetti e di successiva trasmissione del virus all'uomo", conclude Bassetti.

Il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi è riconducibile alla linea paterna di Andrea Sempio, ma "l’analisi del cromosoma Y non consente di addivenire a un esito di identificazione di un singolo soggetto". Sono le conclusioni contenute nella relazione di oltre 90 pagine, in possesso dell'Adnkronos, della perita Denise Albani per l'incidente probatorio che vede indagato Andrea Sempio per l'omicido in concorso della ventiseienne di Garlasco.
La perizia è un approfondimento che è stato svolto sulla carta poiché i margini ungueali sono stati interamente consumati, con il consenso delle parti - la difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva per l'omicidio del 13 agosto 2007, e dei legali della famiglia di Chiara Poggi - dall'esperto Francesco De Stefano che ha svolto la perizia nel 2014 quando era in corso il processo d'appello bis e nell'indagine non esisteva l'attuale indagato. Una procedura che ora, su fronte scientifico, presenta il conto.
Cosa dice la perizia
La genetista ritiene che gli esiti dei calcoli biostatistici dati dall'analisi delle tracce genetiche trovate sulle unghie di Chiara Poggi può essere statisticamente riconducibile ad Andrea Sempio. La compatibilità va da "moderato" a "forte", in particolare la presenza più 'certa' è la traccia trovata sul mignolo della mano destra. La genetista, nelle sue conclusioni, ribadisce però una premessa: si tratta di un aplotipo Y, misto, parziale e non consolidato perché il metodo d'analisi utilizzato dal precedente perito Francesco De Stefano non restituisce dati consolidati.
E non è possibile stabilire con rigore scientifico se provengano da fonti del Dna depositate sotto o sopra le unghie della vittima (e, nell’ambito della stessa mano, da quale dito provengano); quali siano state le modalità di deposizione del materiale biologico originario; perché ciò si sia verificato (per contaminazione, per trasferimento avventizio diretto o mediato); quando sia avvenuta la deposizione del materiale biologico".
Non esclusa la contaminazione
Il Dna parziale "non ha rigore scientifico" - perché se si ripete l'esame non fornisce lo stesso risultato - non si può affermare su quale unghia di una mano provengano, né se la traccia genetica Y "si trovasse sopra o sotto le unghie" poiché la tecnica di estrazione del Dna applicata ai margini ungueali "ha comportato un lavaggio e conseguente discioglimento delle lunette", inoltre - rileva la perita - non si può affermare "quando e le modalità di deposito" ossia se si è verificato "per contaminazione, per trasferimento diretto o mediato".
"Rilevanti criticità"
Sul Dna maschile, misto e parziale, trovato sulle unghie di Chiara Poggi sono stati riscontrate "rilevanti criticità". Soprattutto, si legge nella relazione, "non è possibile rispondere con metodi validati, dati solidi e rigore scientifico a domande quali 'Come' - 'Quando' e 'Perché' un determinato materiale biologico è stato depositato su una superficie" dunque "indicazioni di contaminazione ambientale, trasferimento per contatto diretto o trasferimento secondario mediato da un oggetto sono suggestive e tali restano se non inquadrate in un contesto informativo più ampio e senza la disponibilità di dati scientifici granitici".
"In assenza di dati sulla concentrazione del Dna totale umano e maschile e avendo il professor De Stefano impostato le sessioni analitiche di tipizzazione del cromosoma Y partendo da diversi volumi di eluato, questo perito - scrive Albani - ritiene che non sia possibile considerare le tre sessioni di tipizzazione Y relative a ciascun margine ungueale come repliche ma è opportuno prenderle in considerazione come risultanze indipendenti, con il limite oggettivo di non possedere alcun risultato consolidato e di non poter estrapolare alcun profilo consenso".
Secondo romanzo per lo scrittore cagliaritano che vive in Svezia... 
Un biglietto lasciato a una fermata dell'autobus e la speranza di rincontrarsi. L'anacronistica storia di (un possibile) amore arriva dalla provincia di Torino. La festa patronale di San Matteo nel comune di Nichelino si è trasformata in un'occasione per nuovi incontri, tanto che qualcuno spera che possa essere il preludio a qualcosa di più.
Un uomo ha scritto di suo pugno un messaggio lasciato a una fermata dell'autobus, con la speranza che la donna con cui aveva preso un caffè qualche giorno prima possa leggerlo e i due possano incontrarsi di nuovo. "Ciao Valentina, sono Franco", inizia così il biglietto riportato da TorinoCronaca, "ci siamo conosciuti nel mese di settembre a Nichelino in occasione della fiera di San Matteo".
Franco ripercorre quei momenti: "Siamo andati a prendere un caffè, abbiamo chiacchierato un po', ma senza pensare di scambiarci i numeri di telefono". Poi l'invito e una promessa: "Se vuoi ci possiamo vedere, io fino a quando non ci incontriamo mi farò trovare tutti i fine settimana, di domenica, dalle ore 16 alle 18, a questa fermata dell'autobus. Ciao, a presto".

E' Rai1 con 'L’Altro Ispettore' a vincere la sfida della prima serata televisiva di ieri, mercoledì 3 dicembre. La fiction ha incollato davanti al video 2.820.000 spettatori, totalizzando il 17.4% di share. Canale5, con 'Gigi e Vanessa Insieme' è stato la scelta di 2.238.000 spettatori, con uno share del 17%. Terzo posto sul podio per Italia1, con la partita di Coppa Italia – Inter-Venezia, che ha coinvolto 2.141.000 spettatori con l’11% di share.
Su Rai3, 'Chi l’ha Visto?' ha ottenuto un ascolto medio di 1.516.000 spettatori, per uno share del 9.6%, mentre La7 con 'Una Giornata Particolare' di Aldo Cazzullo ha tenuto davanti allo schermo 1.182.000 spettatori registrando il 6.6% di share. Rai2, che ieri trasmetteva 'Un uomo sopra la legge', ha convinto 773.000 spettatori pari al 4.3% di share, mentre su Rete4 'Realpolitik' di Tommaso Labate è stato visto da 422.000 spettatori (con share al 3.3%).
Nell'access prime time, 'La Ruota della Fortuna' ha tenuto davanti al video 5.067.000 spettatori, per uno share al 24.3%, mentre 'Affari Tuoi' è arrivato a 4.660.000 spettatori totalizzando uno share del 22.3%.

Social 'cattivi maestri' quando parlano di salute. "I consigli medici parziali o fuorvianti condivisi dagli influencer possono causare danni e richiedono un'azione coordinata da parte di governi e piattaforme per proteggere il pubblico". E' l'allarme-appello lanciato da 'The Bmj' che mette nero su bianco la preoccupazione degli scienziati per un fenomeno dilagante: "Gli influencer dei social media sono una fonte crescente di consigli medici. Oltre il 70% dei giovani adulti negli Stati Uniti segue gli influencer e più del 40% ha acquistato prodotti in base ai loro consigli", si legge in un articolo firmato da Raffael Heiss del Center for Social and Health Innovation - Mci Management Center Innsbruck, insieme a 5 colleghi tra Austria e Usa.
Gli autori rilevano nei suggerimenti di salute degli influencer 4 criticità: "La mancanza di competenze mediche o di conoscenze pertinenti, l'influenza dell'industria, interessi imprenditoriali e convinzioni personali". Sono i 'bias' a causa dei quali i consigli medici diffusi via social "possono determinare danni psicologici, fisici, finanziari e sistemici: da autodiagnosi imprecise e trattamenti inappropriati a spese inutili e costi sanitari più elevati". I ricercatori citano come "esempio lampante la celebrity Kim Kardashian, che ha incoraggiato i suoi 360 milioni di follower su Instagram a sottoporsi a uno screening completo con risonanza magnetica" total body, "un esame privo di benefici comprovati e collegato a diagnosi eccessive, interventi inutili e costi elevati". Ma "anche gli influencer con competenze in ambito sanitario possono fornire consigli fuorvianti", avvertono Heiss e colleghi: "Ad esempio Eric Berg, un chiropratico statunitense con 14 milioni di iscritti su YouTube, promuove l'uso di integratori ad alto dosaggio" e al contempo "vende il suo marchio di vitamina D e altri prodotti, alcuni dei quali sono stati oggetto di un avviso legale per un contenuto di piombo superiore ai livelli di sicurezza". A rendere 'dottor influencer' ancora più "persuasivo", e quindi potenzialmente insidioso, analizzano gli esperti, è la "capacità di creare legami reali o unilaterali (spesso definiti 'parasociali') con i follower".
Gli autori riconoscono che "alcuni influencer offrono consigli di salute utili, inclusi medici e altri che aiutano a sfatare diffusi luoghi comuni". Ci sono poi gli influencer che parlano di malattie di cui soffrono in prima persona, e che da pazienti "possono fornire un supporto prezioso tra pari, soprattutto per condizioni stigmatizzate, creando spazi sicuri" di confronto "e condividendo esperienze personali". Tuttavia, insistono i ricercatori, "massimizzare i benefici e minimizzare i danni dei consigli medici degli influencer richiederà la collaborazione di più attori, in particolare governi e piattaforme di social media". Le strategie auspicate dagli esperti prevedono "una regolamentazione efficace, una maggiore responsabilità delle piattaforme e degli influencer, e un'acquisizione di consapevolezza da parte degli utenti attraverso una formazione mirata e l'accesso a informazioni affidabili e verificate".
"Regolamentare e moderare piattaforme e influencer è necessario", concordano in un editoriale correlato all'articolo gli americani Tina Purnat (Harvard) e David Scales (Cornell University), che però ritengono anche "indispensabile promuovere la fiducia attraverso comunità verificate, forum approvati dai medici e campagne di salute pubblica partecipative". I firmatari analizzano come le piattaforme digitali, le occasioni di incontro con i clinici e gli spazi comunitari, sia online che offline, plasmino le convinzioni dei pazienti, le loro aspettative e le loro richieste. "Il processo decisionale condiviso deve evolversi per l'era digitale", scrivono.
In un articolo correlato, Stephanie Santos Paulo del Bmj dà voce alle testimonianze di pazienti influencer che si sono guadagnati un ampio seguito sui social, condividendo storie personali sulla loro malattia e le terapie che seguono. Racconti che, osserva, promuovono un senso di autenticità e di connessione emotiva con i follower. "Penso che in parte le persone considerino i social media più utili per trovare risposte perché non è facile contattare un professionista sanitario", riflette Liam Robertson, la cui pagina Instagram @livingwithulcerativecolitis (vivere con la colite ulcerosa) conta 9.300 follower. Esprime una speranza Lily Mae, che con l'account Instagram @chronicallylil narra la sua convivenza con la sindrome di Ehlers-Danlos, l'endometriosi e la sindrome da compressione vascolare: "Vorrei che gli operatori sanitari ascoltassero e interagissero di più con le comunità di pazienti online. C'è una tale ricchezza di conoscenze di prima mano condivise - storie vere, sintomi ed esperienze vissute - che potrebbero contribuire a migliorare l'assistenza se più operatori si prendessero del tempo per comprenderle". Jen Moore, che sulla pagina Instagram @jen.dometriosis pubblica post sull'endometriosi e l'adenomiosi, rivendica il ruolo dei pazienti influencer nell'indirizzare i follower verso i professionisti sanitari: "Se non coinvolgiamo i medici in ciò che stiamo cercando di fare - dice - nulla cambierà".

Vent’anni dopo quel successo da brividi in Coppa del Mondo, Giorgio Rocca si emoziona: “Madonna di Campiglio è la gara della vita”. Il campione azzurro, vincitore di undici gare in Coppa del Mondo e di una coppa di specialità, trionfò nello slalom speciale sull’iconica 3Tre il 12 dicembre 2005. Una vittoria epica, in notturna, incorniciata da un tifo senza pari: "Riguardare le immagini – racconta in esclusiva all’Adnkronos - è fantastico. Il mio mito è stato Alberto Tomba, uno che lì ha scritto pagine di storia. Arrivavo da due vittorie, stavo bene, sapevo di potercela fare”. Sensazioni giuste: “Ero quarto al termine della prima manche, alla seconda ho aperto il gas. Mi ripetevo ‘O vado a canna oppure niente’. Alla fine è andata bene, tutto si è incastrato in maniera perfetta”.
Anche il racconto degli speaker...
“Chiesi di annunciare gli intermedi, per capire la situazione. Da questo può intuire tutto, potevo permettermi anche di ascoltare il loro racconto durante la discesa, in una gara decisa da centesimi”.
L'anniversario di quel successo anticipa di pochi mesi il ventennale del suo giuramento olimpico a Torino 2006.
“Un'emozione che va oltre l'attività sportiva. Durante le Olimpiadi ti rendi conto che la bandiera italiana è la cosa che conta davvero. Rappresenti il tuo Paese, non c'è niente di più bello”.
Anche per quello ci fu una preparazione olimpica?
“Prima del giuramento andai due volte ad allenarmi, diciamo così. Dovevano spiegarmi la strada e le cose da fare, con i tempi giusti. Quel giorno devi leggere un testo importante davanti a milioni di persone e non puoi fare errori. Serve attenzione alle parole, alle pause, bisogna scandire bene ogni frase con stile quasi militare. Più difficile di una gara di sci”. E se la ride.
Fu un momento che diede il via ai Giochi Invernali di Torino 2006. Lì la sua gara olimpica, molto attesa, finì con una caduta. Ci ripensa ogni tanto?
“Sarebbe stato il giusto coronamento di una carriera, anche perché sentivo di poter vincere. Non per essere presuntuoso, ma in quel momento sciavo bene, sarei arrivato a podio senza quell'incidente. Lo sport però insegna che bisogna ripartire e avere il coraggio di trovare motivazioni per rimettersi in gioco, per svegliarsi il giorno dopo con nuovi obiettivi”.
Lei come ha trovate le motivazioni?
“Devi farlo, la vita va avanti e non è una gara che deve scandire per sempre la tua esistenza. Il passato è passato, bisogna usarlo come esperienza negativa e soprattutto formativa. Lo sport è così, capitano giornate no e conta rialzarsi. Qualsiasi evento può avere risvolti positivi”.
Tra pochi mesi ci saranno di nuovo le Olimpiadi in Italia. Cosa si aspetta da Milano Cortina 2026?
“Sarà una bomba, un evento grandioso. La cosa interessante sta nel concetto di Olimpiadi diffuse, è la prima volta nella storia e la logistica può aiutare i vari sport, perché gli appassionati di una determinata disciplina andranno nella venue delle gare e se la godranno. Saranno una rinascita, un’occasione di ottimizzazione per i servizi nelle regioni interessate. L’altro discorso non banale guarda all’ecosostenibilità, non si costruisce per abbandonare ma per riutilizzare. Tante cose, a cominciare dai trasporti, serviranno alla gente nei prossimi anni”.
Gli appassionati sperano che ai Giochi possa esserci anche Federica Brignone, che pochi giorni fa ha rimesso gli sci dopo il grave infortunio al ginocchio...
“Tutto si può fare, è ciò che l’agonismo ha insegnato anche a lei. A 35 anni è importante non mollare, stringere i denti. Mi sembra che lo stia facendo, fin da subito si è impegnata al massimo e aver rimesso gli sci è un passo importante. Il corpo va ascoltato, ma dall’altra parte c’è l’evento più importante della sua vita sportiva. Farà la scelta migliore”.
Da qualche anno lei è anche imprenditore. Ci racconta questa nuova sfida?
“Quando ho chiuso con gli sci siamo partiti con la GR Academy e ho realizzato il mio sogno. Presto abbiamo capito però che il pubblico era molto esigente nei confronti del brand, così siamo passati a GR Mountain, con un’offerta di servizi più ampia, di qualità e personale altamente qualificato. A cominciare dai maestri di sci. Si tratta di una realtà che opera in alcune delle più rinomate località sciistiche del mondo, proponendo tante esperienze in cui sport, lifestyle e hospitality si fondono un modo innovativo. Dalle Ski Experience, in cui si può sciare sulle piste in mia compagnia o con altri ex campioni, alle Snow Night Experience, format pensato per gruppi ristretti con accesso esclusivo alle piste e cena finale in baita. E poi le Ski World Cup Experience, per far vivere l’atmosfera della Coppa del Mondo di sci in modo unico, dalla ricognizione sulla pista di gara all’accesso privilegiato all’hospitality”.
Quest’anno tante località, a cominciare da Madonna di Campiglio, hanno introdotto il numero chiuso sulle piste per contenere l’overtourism. Cosa ne pensa?
“Altre località all’estero hanno adottato la stessa strategia da qualche anno. Per esempio, se prenoti più tardi paghi di più. Viene fatto per disincentivare le persone ad andare nello stesso momento in una località. Il primo riflesso positivo riguarda la messa in sicurezza delle piste, valorizzando il cliente che soggiorna per una settimana e oltre. È anche un modo per far cambiare l’istinto turistico e ragionare meglio sul quando fare le vacanze in montagna, magari a prezzi più vantaggiosi”. (di Michele Antonelli)

"Se Zerocalcare non era già ricco e famoso, a 'Più libri Più liberi' c'annava pure se c'era Goebbels". E' la battuta fulminante di Federico Palmaroli in arte Osho, che sui social ironizza così sulla decisione, annunciata ieri via Instagram, di Zerocalcare[1] di non presenziare alla fiera romana 'Più Libri Più Liberi', data la presenza della casa editrice 'Passaggio al Bosco', i cui contenuti sarebbero a suo dire "nazisti".
Atti presentati dalla Garante per l'infanzia, Carla Puligheddu...
Esce il libro di Enrico Putzu illustrato da Iva Voinich...
Il professor Calò ha eseguito live due delicati interventi... 
Una svolta importante per la cura di patologie gravi e difficili da trattare. Aop Health, gruppo internazionale pioniere nelle terapie integrate per le malattie rare e l'area critica, annuncia l'avvio di nuove aree terapeutiche in Italia a partire dal 2026, grazie all'alleanza strategica con Rheacell, realtà biotecnologica tedesca specializzata in terapie cellulari avanzate. L'accordo - informa una nota - ha l'obiettivo di accelerare l'accesso dei pazienti italiani a soluzioni ad alta complessità per malattie ancora prive di alternative efficaci, come l'epidermolisi bollosa (nota anche come 'sindrome dei bambini farfalla') e le ulcere venose croniche 'non-healing'. "La nostra missione è offrire risposte terapeutiche dove oggi esistono bisogni ancora insoddisfatti - dichiara Emanuele Oro, General Manager di Aop Health Italia - La collaborazione con Rheacell rappresenta un passo decisivo verso l'introduzione nel nostro Paese di tecnologie avanzate in grado di incidere concretamente sulla qualità di vita delle persone". Le terapie in fase avanzata di sviluppo si basano sull'utilizzo di cellule capaci di favorire la rigenerazione dei tessuti e ridurre l'infiammazione, con risultati incoraggianti dagli studi clinici in corso.
Il 2025 si conferma per Aop Health un anno di evoluzione e di crescita, si legge nella nota. Il gruppo austriaco ha superato i 300 milioni di euro di fatturato globale nel 2024 e registra nel 2025 un incremento pari a circa il 50%, rafforzando nel contempo la capacità di innovazione e l'ampliamento della pipeline internazionale. In questo percorso l'Italia riveste un ruolo centrale, con oltre 40 milioni di euro di fatturato e un team di professionisti in costante crescita. "Di quest'anno - commenta Oro - ciò che ci rende più orgogliosi è che, ad oggi, oltre 122.000 pazienti rari e critici in Italia hanno beneficiato delle nostre terapie integrate, con un miglioramento del benessere e della qualità di vita". Risultati di grande soddisfazione, frutto anche dell'impegno sul fronte della ricerca che in Italia ha portato nuove evidenze cliniche e di real-life sui farmaci di riferimento per la policitemia vera, un raro tumore del sangue, per l'ipertensione arteriosa polmonare, malattia rara dell'area cardio-polmonare, e per la fibrillazione atriale acuta e lo shock settico, nell'ambito della terapia intensiva.
Il cuore di questo approccio alla cura - spiega la nota - è la filosofia delle terapie integrate, che mira a prendersi cura del paziente ben oltre le cure mediche, offrendo servizi e soluzioni che le integrano e puntano a migliorare la qualità della vita quotidiana. Uno strumento prezioso recentemente introdotto al servizio dei pazienti con malattie mieloproliferative è, ad esempio, l'App My Mpn Diary che consente di monitorare il proprio stato di salute e facilita la gestione quotidiana della patologia. A supporto dei pazienti che convivono con ipertensione arteriosa polmonare, è stato inoltre avviato un servizio di assistenza telefonica con personale infermieristico 24h, 365 giorni all'anno, a cui si aggiunge la possibilità di visite infermieristiche e consegna a domicilio della terapia, per chi fosse in difficoltà.
"Il nostro impegno non si esaurisce con lo sviluppo e l'offerta dei trattamenti - rimarca Oro - ma si estende nella vita quotidiana delle persone attraverso servizi concreti e personalizzati. Nel 2026 punteremo su una maggiore digitalizzazione e sull'ampliamento dei programmi di supporto nelle diverse aree terapeutiche".
"Sul fronte internazionale - afferma Nicola Zancan, Vice President Emea di Aop Health - come gruppo abbiamo rafforzato la nostra identità di pionieri nelle terapie integrate, unendo ricerca scientifica, servizi al paziente e investimenti in nuove soluzioni terapeutiche. Il 2025 è stato un anno di forte sviluppo internazionale: dal rafforzamento della proposta in diversi Paesi europei, all'apertura verso i Paesi del Nord Africa e, soprattutto, l'ingresso nel mercato statunitense. L'Italia si conferma un hub strategico che ha potenziale per una grande crescita: qui vediamo una forte cultura scientifica e una grande sensibilità nel connettere ricerca, cura e società, elementi fondamentali per proseguire il nostro percorso di espansione".
Ed è proprio in una visione di sviluppo di lungo periodo - conclude la nota - che si inserisce la collaborazione con Rheacell, che ha l'obiettivo di portare in Italia nuove risposte terapeutiche per un numero crescente di pazienti e contribuire alla costruzione di percorsi di cura sempre più personalizzati, sostenibili e centrati sulla persona.
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