(Adnkronos) - Prende vita a Roma un progetto d’eccellenza nella cura della persona: Webuild e Fondazione Policlinico Gemelli hanno firmato il contratto per la realizzazione del nuovo Polo Cardiovascolare 'Cuore' del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs a Roma. Il progetto, annunciato in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, sarà realizzato dal Gruppo Webuild con la controllata Nbi.
"Con la realizzazione del nuovo Polo Cuore, Webuild mette a disposizione le competenze specialistiche maturate in anni di esperienza nel settore ospedaliero a livello globale", sottolinea Pietro Salini, Amministratore Delegato di Webuild. "Investire in infrastrutture sanitarie oggi significa investire nel futuro, nella resilienza dei sistemi di cura e nella qualità della vita delle persone, dimostrando quanto l’integrazione tra ingegneria e tecnologia possa generare valore per le comunità. Cuore è un progetto che unisce cura, ricerca e sostenibilità e che incarna la nostra visione di infrastrutture capaci di lasciare un’eredità tangibile di progresso".
Il nuovo centro – che sorgerà all’interno del campus universitario – avrà un’impronta architettonica iconica e sarà un hub clinico e scientifico di livello nazionale per la prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie cardiovascolari. Il progetto è stato commissionato dalla Fondazione Policlinico Gemelli, in collaborazione con Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto G. Toniolo di Studi Superiori e con il sostegno della Fondazione Roma. Il nome stesso del progetto – 'Cuore', acronimo di Cardiovascular Unique Offer ReEngineered – richiama la missione di prossimità, cura e innovazione che il Policlinico Gemelli incarna dalla sua nascita.
Con una superficie complessiva di 27.000 m², il Polo 'Cuore' ospiterà 100 posti letto per degenza ordinaria, 28 posti di terapia intensiva, 16 postazioni day hospital, 9 sale operatorie e tecnologie avanzate per l’imaging cardiovascolare e la telemedicina. L’intervento sarà realizzato da Webuild garantendo una continuità architettonica e funzionale con l’attuale struttura ospedaliera grazie a due collegamenti.
Nel solco della tradizione e con lo sguardo rivolto al futuro, il Polo 'Cuore' sarà anche un esempio di sostenibilità ambientale: il complesso sarà dotato di un impianto fotovoltaico da 180 kW, un sistema di climatizzazione a basso impatto ambientale e ampie vetrate per massimizzare la luce naturale e migliorare il comfort degli ambienti di cura. Il Gemelli è anche sede di un polo accademico e di ricerca collegato all’Università Cattolica del Sacro Cuore, la più grande università cattolica d’Europa. Fondato nel 1964, il Policlinico è oggi uno dei principali Irccs (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) italiani, con oltre 1.500 posti letto e oltre 5.000 dipendenti.
La realizzazione del nuovo Polo 'Cuore' rafforza la presenza consolidata del Gruppo Webuild nel settore ospedaliero a livello internazionale. Il progetto si aggiunge alle oltre 200 strutture sanitarie realizzate nel mondo, tra cui l’Ospedale dell’Angelo di Venezia-Mestre, i Quattro Ospedali Toscani e l’Ospedale del Sud-Est Barese di Monopoli-Fasano in Italia. In Australia, il Gruppo si è recentemente aggiudicato la realizzazione del Women and Babies Hospital di Perth. Il Gruppo opera nel comparto anche attraverso la controllata Nbi, che ha al suo attivo la realizzazione di progetti come il Blocco F dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi di Firenze, quasi 10.000 metri quadrati con oltre 150 posti letto, e il Padiglione 12 Deas, dedicato all’emergenza clinica e chirurgica del Trauma Center dello stesso ospedale.
Lota stampa: https://www.webuildgroup.com/it/media/note-stampa/cuore-webuild-realizzazione-nuovo-polo-cardiovascolare/
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(Adnkronos) - Evidenze scientifiche e utilizzo delle terapie farmacologiche di ultima generazione, comorbidità correlate all'eccesso di peso, interventi sullo stile di vita, weight regain, advocacy, legislatura attuale e nuove linee guida: questi alcuni focus al centro del 12esimo Congresso nazionale della Società italiana dell'obesità (Sio), che si terrà a Trieste - negli spazi del Generali Convention Center - dall'1 al 4 ottobre. Oltre 700 gli iscritti, l'80% medici tra cui endocrinologi, internisti, diabetologi, medici di medicina generale, dietologi e nutrizionisti, ma anche cardiologi, oncologi e psichiatri e altri specialisti, a rappresentare l'ampio spettro di organi e patologie correlati e conseguenti all'eccesso di peso, si legge in una nota. Presenti tutti i maggiori esperti italiani e numerose figure di spicco a livello internazionale. Nelle 4 giornate di lavoro si spazierà dagli argomenti più consolidati (dieta mediterranea, stile di vita, gestione del peso) agli approcci più rivoluzionari, con farmaci da poco disponibili e nuove molecole in studio che stanno cambiando radicalmente la pratica clinica nel trattamento e gestione dell'obesità e dei pazienti, oltre ad accendere il dibattito nell'opinione pubblica.
"Il cambiamento più significativo - dichiara Rocco Barazzoni, presidente Sio - è dovuto alle terapie farmacologiche che negli ultimissimi tempi hanno fatto la differenza non solo per la loro validata efficacia, ma perché hanno sollevato grande attenzione sul tema dell'obesità come malattia cronica, sistemica e recidivante, al centro di moltissime patologie. Un concetto che deve essere chiaro agli operatori sanitari, ma poco o per nulla conosciuto dalla popolazione e che deve quindi essere sempre più ribadito. Il nostro 12esimo congresso nazionale arriva in un momento di forte evoluzione, crescita ed entusiasmo, pronto a intercettare questa rivoluzione in atto e a realizzare a quello che è il principale obiettivo della Sio: trattare in maniera appropriata e personalizzata questa patologia e tutte le persone che ne sono affette. Tutto ciò può avvenire solo attraverso una visione e un approccio nuovi, supportati dai dati scientifici, dall'aggiornamento continuo e dalla ricerca, e con la consapevolezza che curando l'obesità non si cura solo l'eccesso di peso, ma si prevengono e si curano le sue complicanze d'organo e funzionali".
Durante i lavori congressuali, prosegue Barazzoni, gli "esperti e alcuni rappresentanti delle istituzioni si confronteranno sulle novità che stanno cambiando la pratica clinica nella gestione dell'obesità e delle malattie correlate, si cercherà di dare risposte e trovare soluzioni alle sfide di tipo clinico che ci attendono: a questo mira anche il nuovissimo documento delle linee guida nazionali che la Sio, a cui l'Iss le ha commissionate, ha avuto il privilegio di curare in collaborazione con altre 34 società scientifiche. Per molti aspetti siamo a metà del guado: i nuovi farmaci non sono rimborsabili per la grande maggioranza delle persone, e ostacoli diversi portano purtroppo a un mancato accesso ai trattamenti, creando di fatto disuguaglianze non accettabili. La Sio punta quindi alla ottimizzazione e personalizzazione dei trattamenti in ogni persona con obesità, a rafforzare la multidisciplinarietà e a collaborare fattivamente con tutte le discipline e le professionalità coinvolte".
Le terapie farmacologiche - riferisce la nota - saranno al centro delle 2 sessioni della prima giornata, nell'ambito del nuovo Corso Sio integrato a esse dedicato. A seguire, la presentazione in seconda giornata delle nuove Linee guida Sio con l'inizio dei lavori congressuali. Ampio spazio sarà dedicato alle malattie obesità-correlate: dalla sindrome cardio-renale, ai problemi epatici, alle patologie respiratorie, al tema del weight regain, ovvero il recupero del peso che purtroppo può seguire trattamenti anche efficaci, al diabete e alle neoplasie. Ma si affronteranno anche il danno cognitivo neurologico e le problematiche di ordine psicologico/psichiatrico, e per ciascuna comorbidità si parlerà anche delle opportunità aperte dai nuovi interventi farmacologici e trial in corso. Una parte delle sessioni sarà ovviamente dedicata allo stile di vita e alla nutrizione, nell'ottica della priorità di integrare sempre l'intervento comportamentale con gli altri trattamenti, attentamente monitorato nel tempo. Diverse le letture magistrali e non mancherà la voce dei pazienti con focus sul tema dell'advocacy e dell'attuale legislatura.
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(Adnkronos) - Ancora disagi in vista per chi viaggia, stavolta sui treni, il 2 e 3 ottobre. Proclamato da Si Cobas lo sciopero generale nazionale di 24 ore di tutte le categorie pubbliche e private, che interesserà anche il trasporto ferroviario dalle ore 21 di giovedì 2 ottobre alle ore 20.59 di venerdì 3, e coinvolgerà il personale del gruppo Fs, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord. I treni, avverte Trenitalia, potranno, dunque, subire cancellazioni o variazioni. Da tenere presente che l'agitazione sindacale può comportare modifiche al servizio anche prima dell'inizio e dopo la sua conclusione.
Per il trasporto regionale sono garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. L'elenco completo dei servizi garantiti, suddiviso per Regione, è disponibile sui siti di Trenord e per Trenitalia Tper. I treni che si trovano in viaggio a sciopero iniziato arrivano comunque alla destinazione finale se è raggiungibile entro un'ora dall'inizio dell'agitazione sindacale. Trascorso tale periodo, i treni possono fermarsi in stazioni precedenti la destinazione finale. I treni garantiti sono consultabili anche sull'orario ufficiale Trenitalia o chiamando il numero verde gratuito 800 89 20 21.
Il 3 ottobre, in adesione allo sciopero generale, è stato indetto uno sciopero di 24 ore del personale delle imprese cui si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro degli autoferrotranvieri, per cui anche i servizi bus programmati in orario possono subire variazioni o cancellazioni, anche prima dell'inizio e dopo la conclusione della mobilitazione. Non sono previste fasce di garanzia per i servizi FrecciaLink.
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(Adnkronos) - Il messaggio della Bce è arrivato, inaspettato, in uno studio allegato al Bollettino economico: in caso di crisi, servono i contanti. Intitolato 'Keep calm and carry cash', da tradurre "mantieni la calma e porta con te del contante", firmato dagli economisti Francesca Faella e Alejandro Zamora-Pérez, e pubblicato nei giorni scorsi, ha suggerito di tenere in casa la liquidità necessaria ad affrontare le esigenze primarie per circa 72 ore. La raccomandazione, già adottata in Paesi come Austria, Olanda e Finlandia, può essere quantificata in una cifra compresa tra i 70 e i 100 euro per ciascun membro della famiglia.
La Banca centrale europea, da sempre sostenitrice della digitalizzazione dei pagamenti, ha improvvisamente cambiato rotta? Meglio, quindi, le care vecchie banconote dell'atteso euro digitale? No, al contrario. Un'indicazione pratica, che si lega ai tempi complessi che stiamo vivendo, non può essere letta come una resa alla logica del contante, da sempre strumento preferito soprattutto da chi ritiene un problema la tracciabilità delle transazioni elettroniche.
Lo dimostrano con chiarezza le parole pronunciate oggi a Tallin da Piero Cipollone, membro italiano del board della Banca centrale. "L'euro digitale vi consente di avere il controllo del vostro denaro, delle vostre scelte e del vostro futuro in un mondo sempre più frammentato", dice, rivolgendosi direttamente ai cittadini, evidenziando qual è la priorità per l'Eurotower: "Garantire che la moneta della banca centrale – la nostra moneta sovrana, che gli europei utilizzano ogni giorno sotto forma di contante – rimanga universalmente accessibile per le transazioni quotidiane".
Per raggiungere questo obiettivo, spiega Cipollone, "il contante deve essere disponibile non solo in forma fisica, ma anche digitale. Come moneta legale, un euro digitale potrebbe essere utilizzato ovunque siano accettati i pagamenti digitali. Preserverebbe la nostra libertà di scegliere come pagare". Sintetizzando, dice ancora, l'euro digitale "rafforzerà l'unità dell'Europa, salvaguarderà la nostra autonomia e rafforzerà la nostra resilienza di fronte a sfide in continua evoluzione".
Nessuna contraddizione con il contenuto dello studio pubblicato la scorsa settimana che, semplicemente, non va letto mettendo in contrapposizione l'uso del contante e lo sviluppo dei pagamenti digitali né, a maggior ragione, l'uso del contante e l'Euro digitale. La Bce, citando i momenti di crisi più recenti, dalla crisi del debito greco al blackout in Spagna dell'aprile 2025, passando per l'invasione russa dell'Ucraina, ha evidenziato come il contante non sia solo un mezzo di pagamento ma anche un fattore psicologico di stabilità. Non servono i soldi nel materasso o nascosti nell'intercapedine di un muro, per intenderci, ma la certezza di poter utilizzare il denaro e fare transazioni quando servono. La sfida per l'Euro digitale sarà essere disponibile sempre e comunque, per avere lo stesso identico ruolo delle banconote. (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - Due nuove ricerche dimostrano che l'assunzione quotidiana di mandorle può favorire la salute intestinale e avere un ruolo nell'asse intestino-cuore. La prima, promossa da Almond Board of California - informa una nota - ha dimostrato che le mandorle hanno un potenziale significativo come alimento funzionale con un effetto prebiotico, cioè in grado di migliorare l'equilibrio e la diversità dei batteri intestinali, aumentando i livelli di quelli benefici come Bifidobacterium, Lactobacillus e Roseburia. Inoltre, può aumentare la produzione di composti benefici come gli acidi grassi a catena corta (Scfa), che aiutano a proteggere il rivestimento intestinale, a mitigare l'infiammazione e a sostenere la salute metabolica.
"Questa ricerca suggerisce che le mandorle agiscono come prebiotici, contribuendo a sostenere la salute dell'intestino", spiega Jack Gilbert, professore all'università della California di San Diego, responsabile del progetto Nutrition for Precision Health dei National Institutes of Health e coautore del documento. "Le mandorle contengono fibre alimentari, polifenoli e carboidrati non digeribili come gli oligosaccaridi - chiarisce - che forniscono i loro effetti prebiotici. Questi nutrienti vengono metabolizzati dai batteri intestinali benefici, favorendone la crescita e producendo composti benefici come gli acidi grassi a catena corta". Gli autori della ricerca - che ha valutato l'insieme dei dati sugli effetti delle mandorle sulla salute dell'intestino, compresi quelli in vitro (laboratorio), degli studi clinici e delle revisioni sistematiche - pur concludendo che "esistono prove sufficienti per dimostrare che le mandorle hanno un effetto prebiotico", sottolineano la necessità di altri studi, in particolare di quelli che utilizzano metodi standardizzati. "Ulteriori ricerche - osserva Gilbert - aiuteranno a determinare la quantità di mandorle necessaria e la durata del loro utilizzo per ottenere benefici per la salute dell'intestino".
Il secondo studio, sempre promosso da Almond Board of California - continua la nota - ha esaminato come il consumo di mandorle apporti benefici alla salute cardiovascolare e intestinale e ha esplorato i collegamenti tra le due aree. Il discussion paper mostra che il consumo di mandorle influisce sulla salute cardiovascolare agendo sui fattori di rischio correlati e sul microbioma intestinale. Gli autori evidenziano che, oltre a favorire la crescita di batteri intestinali benefici e l'aumento della produzione di Scfa, in particolare di butirrato, il consumo di mandorle può promuovere la salute del cuore, ad esempio riducendo il colesterolo 'cattivo' Ldl e la pressione sanguigna. "L'asse intestino-cuore è un'area di interesse emergente ed entusiasmante nella ricerca cardiovascolare e la nostra revisione della letteratura suggerisce che le mandorle possono influire positivamente su questo aspetto - sottolinea Ravinder Nagpal, coautore dell'articolo e direttore del Gut Biome Lab della Florida State University - Mangiare mandorle sembra regolare il microbioma intestinale, promuovere la crescita di batteri benefici e aumentare la produzione di butirrato. Nel complesso, ciò contribuisce ad alleviare l'infiammazione e a sostenere la funzione metabolica. Ciò potrebbe contribuire a spiegare i numerosi effetti cardioprotettivi delle mandorle". Anche in questo caso i ricercatori auspicano l'avvio di ulteriori lavori per capire come interagiscono l'intestino e il cuore e l'impatto diretto del consumo di mandorle: mancano infatti, a loro avviso, studi che analizzino come le sostanze prodotte dal microbiota intestinale dopo il consumo di mandorle influiscano specificamente sulla salute cardiometabolica.
Entrambi i lavori - rimarca la nota - fanno eco ai risultati di un consensus paper pubblicato di recente, che ha confermato che il consumo di mandorle stimola la crescita di batteri benefici e la produzione di Scfa e altre sostanze che possono influenzare la salute metabolica.
"Questi due importanti studi scientifici confermano quanto da tempo consigliato dalle società scientifiche internazionali - commenta Michelangelo Giampietro, specialista in Medicina dello sport e in Scienza dell'alimentazione e professore a contratto della Scuola di specializzazione in Medicina dello sport e dell'esercizio fisico dell'università Sapienza di Roma - Il consumo regolare di frutta secca e, quindi, anche delle mandorle può avere effetti positivi sullo stato di salute generale, proprio a partire dall’intestino. Recentemente, anche la Sinu (Società italiana di nutrizione umana) con la nuova piramide alimentare della dieta mediterranea ha ribadito l'importanza di integrare la frutta secca nella propria alimentazione quotidiana. In questi nuovi studi le mandorle vengono, a ragione, definite come dei veri e propri prebiotici poiché ricche di fibre, macronutrienti, antiossidanti come la vitamina E e polifenoli: sostanze preziosissime per il microbiota in quanto favoriscono lo sviluppo di batteri cosiddetti buoni e utili al nostro benessere, aiutando a rafforzare in primis le difese immunitarie e la salute del cuore".
Una porzione da 30 g di mandorle - conclude la nota - fornisce 6 g di proteine, 4 g di fibre, 13 g di grassi insaturi, solo 1 g di grassi saturi e 15 nutrienti essenziali, tra cui 81 mg di magnesio, 220 mg di potassio e 7,7 mg di vitamina E. Sono un ottimo spuntino, perfette per guarnire cereali o yogurt, e sono un'aggiunta deliziosa a piatti come spaghetti saltati, curry e insalate.
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(Adnkronos) - La trasformazione epidemiologica e sociale in atto nel Paese, con l'invecchiamento della popolazione, sta evidenziando le problematiche e le carenze strutturali del sistema sanitario fra i migliori al mondo, universalistico ed equo. E' necessario quindi sviluppare anche in Piemonte modelli organizzativi innovativi che favoriscano la multidisciplinarietà e la multiprofessionalità per la presa in carico della cronicità. Su questo si sono confrontati i partecipanti al VI Convegno regionale Sifop, Società italiana di formazione permanente per la medicina specialistica, che si sono riuniti 26 settembre a Torino per l'evento dal titolo 'La specialistica convenzionata interna: nuovi modelli organizzativi territoriali e nuove opportunità terapeutiche per la salute globale della comunità'.
La giornata di lavori - informa una nota - si è sviluppata in tre sessioni. Nella prima sono state evidenziate le attuali criticità documentate attraverso la progressiva riduzione dell'offerta di assistenza medica specialistica ambulatoriale interna nel periodo 2017-2023, in un contesto di progressivo aumento delle liste d'attesa, della spesa privata out of pocket e della rinuncia ai servizi sanitari da parte dei cittadini. Si sono quindi presi in esame i nuovi strumenti normativi come il Pnrr e il Dm n. 77/2022, che dovranno garantire cure più accessibili, integrate e sostenibili puntando sulla centralità del territorio attraverso le nuove strutture: Case di comunità, Ospedali di comunità e l'attivazione delle centrali operative territoriali. Si è inoltre trattato il tema del nuovo assetto organizzativo territoriale con le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) degli specialisti ambulatoriali interni (Sai), finalizzate alla presa in carico dei pazienti con percorsi integrati e multidisciplinari, e dell'adozione di un approccio di cura per percorsi e garantire continuità assistenziale. La seconda sessione ha preso in esame l'importanza dei nuovi approcci farmacologici nella co-gestione plurispecialistica del paziente cronico. Nella terza sono stati illustrati esempi di Aft presentando diverse esperienze, in varie fasi di realizzazione, di gestione multidisciplinare e multiprofessionale di patologie croniche.
Il convegno, si legge, ha visto la numerosa partecipazione degli specialisti ambulatoriali e degli altri attori dell'assistenza territoriale - direttori di distretto, dirigenti aziendali, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e infermieri - e fornito interessanti spunti di riflessione circa il rinnovato ruolo dello specialista ambulatoriale che mette al servizio del cittadino il bagaglio di conoscenze e competenze cliniche, scientifiche, manageriali ed organizzative per la salute globale della comunità. All'evento hanno partecipato: Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte; Guido Giustetto, presidente dell'Ordine dei medici di Torino; Antonio Magi, segretario generale Sumai Assoprof e presidente dell'Ordine dei medici di Roma; Ivana Garione, consigliera comunale di Torino; Stefania Orecchia, direttrice del Dipartimento Cure primarie Asl Città di Torino; Federica Riccio, direttrice Medicina territoriale Azienda Zero, e Luigi Fontana, direttivo Sifop nazionale.
(Adnkronos) - Electronic Arts (EA), colosso dei videogame che produce una lunga serie di titoli - da EA Sports Fc (ex Fifa) a The Sims, da Madden a Battlefield - ha annunciato lunedì la sua acquisizione da parte di un consorzio di investitori guidato dal fondo sovrano dell'Arabia Saudita, il Public Investment Fund. L'operazione valuta Ea circa 55 miliardi di dollari. L'acquisizione dovrebbe concludersi all'inizio del 2026 e richiede l'approvazione degli azionisti di Ea e delle autorità di regolamentazione.
Il consorzio comprende anche le società di investimento statunitensi Silver Lake e Affinity Partners, la società con sede a Miami fondata da Jared Kushner, ex consigliere della Casa Bianca e genero del presidente Donald Trump. "Questa operazione è un potente riconoscimento del loro straordinario lavoro", ha dichiarato in un comunicato il presidente e amministratore delegato di Ea Andrew Wilson riferendosi ai dipendenti dell'azienda e aggiungendo che l'accordo contribuirà a "sbloccare nuove opportunità sulla scena globale".
Ea ha registrato un fatturato di 7,5 miliardi di dollari nell'ultimo esercizio fiscale. Il Pif dell'Arabia Saudita detiene già una partecipazione del 9,9% in Ea. L'operazione sarà finanziata con circa 36 miliardi di dollari di capitale proprio dei membri del consorzio e 20 miliardi di dollari di debito impegnati da Jp Morgan Chase. Una volta completata l'operazione si procederà al delisting di Ea dalla borsa Nasdaq. La società manterrà la sua sede a Redwood City, in California. L'operazione segna l'ultimo importante investimento del Pif nel settore dei videogiochi, mentre l'Arabia Saudita cerca di diversificare la propria economia.
Leggi tutto: Rivoluzione videogame, EA acquistata dal fondo saudita: affare da 55 miliardi
(Adnkronos) - Nessun mistero dietro il rinvio della trasmissione 'I Fatti Vostri', la cui nuova stagione debutterà il prossimo 6 ottobre con al timone Anna Falchi e Flavio Montrucchio. A quanto apprende l'Adnkronos da fonti Rai, il motivo dello slittamento di una settimana (era inizialmente previsto per oggi, 29 settembre), è dovuto ad un rinnovo dell'allestimento scenografico, che ha richiesto più tempo, e ad alcune novità nel meccanismo del gioco. Nessun 'problema', dunque, come riportato da alcuni media, tra i conduttori o sull'organizzazione del programma.
Il posticipo del debutto di stagione della storica trasmissione di Rai2, condotta per il quinto anno da Anna Falchi quest'anno affiancata dalla new entry Flavio Montrucchio, aveva creato un po' di suspence sui social e tra i telespettatori fan del programma, inducendo alle più disparate ipotesi sulle possibili motivazioni, e portando l'hastag della trasmissione in tendenza su Google Trends.
Leggi tutto: 'I Fatti Vostri' quando va in onda? Il motivo dello slittamento
(Adnkronos) - Mentre il mondo del lavoro si trasforma a velocità vertiginosa, spinto dall'intelligenza artificiale e dalle tecnologie emergenti che ridisegnano interi processi economici e industriali, nasce in Italia la prima risposta concreta a questa sfida epocale: The future play, la prima 'virtual school Ia based' che rivoluziona completamente il concetto di formazione professionale. Una piattaforma online con oltre 200 microcorsi e 40 percorsi focalizzati sulle professioni del futuro, fruibile in abbonamento, che ha fatto del microlearning la sua arma vincente, permettendo di formarsi sui trend più strategici del momento in sessioni rapide e ultra-focalizzate da 5 a 20 minuti.
In questo scenario, la formazione non è più un'opzione: è il primo strumento di competitività professionale. I dati sono inequivocabili: entro il 2030 il 40% delle professioni attuali sarà in declino o destinato a scomparire, sostituito da ruoli emergenti nei settori più innovativi dell'economia globale - dall'intelligenza artificiale alla space economy, dalla blockchain alla green economy, dalle biotecnologie alla medicina digitale. La trasformazione interesserà ogni livello professionale: commessi, agenti di viaggio, postini, contabili sono solo alcune tra le figure che dovranno evolversi più rapidamente. Parallelamente, nascono figure professionali impensabili fino a ieri, censite nella 'Guida alle 100 professioni del futuro' offerta gratuitamente dalla piattaforma: dai Digital Tailor che personalizzerebbero abiti venduti online intervenendo direttamente a domicilio agli Augmented reality tour builder che progettano esperienze turistiche immersive, la rivoluzione delle competenze attraversa tutti i settori.
Non si tratta semplicemente di automazione, ma di un'evoluzione che richiede nuove capacità: come quelle dei climate risk analyst che valutano l'impatto ambientale sugli investimenti o degli human-ai collaboration specialist che ottimizzano il lavoro tra team umani e sistemi intelligenti, fino agli space traffic controller, gestori del traffico satellitare in orbita, o altre figure emergenti come il vertical farmer, il genomic data analyst, il chief metaverse officier, il blockchain legal consultant, l’ai generative prompt designer, il drone security coordinator, il time broker o lo smart city planner.
La vera rivoluzione di The future play sono gli avateacher: docenti avatar generati dall'intelligenza artificiale che rendono ogni lezione un'esperienza intrigante. Fatti di bit e tanta Ia, questi 'professori virtuali' sono in grado di replicare movimenti ed espressioni umane, addestrati con le fonti più autorevoli e focalizzati sui trend del futuro. Insieme a loro, un network di docenti umani (manager e leader d’impresa) arricchisce l'esperienza formativa con i webinar 'Pillole di futuro' e le interviste experience in live streaming con focus su contenuti verticali ad alta richiesta di mercato. Questa combinazione tra innovazione tecnologica e competenza umana crea un ponte diretto tra teoria innovativa e applicazione pratica nel mondo reale.
Dietro questa innovazione tecnologica c'è Ateneo impresa, business school dal 1990. I numeri parlano chiaro: oltre 20.000 studenti formati, 900+ partnership con aziende italiane e internazionali e più di 5 milioni di euro in borse di studio erogate. Divenuta Fondazione Ateneo impresa nel 2008, ha dato vita nel 2019 a The future school, evoluzione digitale del progetto che ha generato The blockchain management school (prima scuola italiana dedicata esclusivamente alla blockchain) e The Artificial intelligence school (prima focalizzata sull'Ia management). The Future play rappresenta la loro naturale evoluzione: una scuola nativa digitale che risponde a un'esigenza concreta.
Il team didattico Ia|tfs garantisce che ogni contenuto trasmesso dagli avateacher sia selezionato secondo 5 criteri rigorosi: attualità, fruibilità, utilità professionale, rigore scientifico e valore etico. In un mercato italiano dell'Ia che supererà i 2 miliardi di euro entro il 2027, ma dove solo il 16% del personale si dichiara soddisfatto della formazione ricevuta sul lavoro, The Future Play colma questo divario con un modello di apprendimento concreto, pratico e continuo. The future play si rivolge a un pubblico trasversale ma altamente qualificato: studenti universitari e post-universitari che vogliono costruire una carriera a prova di futuro; professionisti che necessitano di aggiornamento continuo compatibile con i ritmi lavorativi; manager e imprenditori alla ricerca di strumenti competitivi per mercati in rapida evoluzione.
(Adnkronos) - Con la chiusura delle urne alle 15 nelle Marche, è iniziato lo spoglio delle schede per le elezioni regionali. Quando sono pervenuti i dati di 322 sezioni su 1.572, l'affluenza è al 50,13%.
Sono sei i candidati: la coalizione di centrodestra sostiene la ricandidatura del governatore uscente Francesco Acquaroli; il centrosinistra insieme al M5s l'ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Gli altri candidati sono Claudio Bolletta (Democrazia Sovrana Popolare), Francesco Gerardi (Forza del Popolo), Lidia Mangani (Partito Comunista Italiano) e Beatrice Marinelli (Evoluzione della Rivoluzione).
Secondo il primo exit poll del Consorzio Opinio Italia per Rai, con una copertura del campione dell'82%, il candidato della coalizione di centrodestra e governatore uscente Francesco Acquaroli è al 48-52% mentre l'ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sostenuto dal centrosinistra insieme al M5s è al 46-50%. La candidata Lidia Mangani (Partito Comunista Italiano) è tra lo 0,0% e il 2%.
Secondo l'instant poll Swg per il TgLa7, Acquaroli è al 48,5-52,5% mentre Ricci al 45,5-49,5%. Gli altri candidati sono al'1-3%. Copertura 85%. Francesco Acquaroli al 46-50% e Matteo Ricci al 46-50% secondo l'Instant poll realizzato in esclusiva da Youtrend per Sky Tg24.
Leggi tutto: Regionali Marche, iniziato lo spoglio. Exit poll: Acquaroli in vantaggio su Ricci
(Adnkronos) - Come sta Lorenzo Musetti? Il tennista azzurro è stato costretto al ritiro oggi, martedì 29 settembre, nel corso del terzo set della sfida con lo statunitense Learner Tien, nei quarti di finale dell'Atp 500 di Pechino. Dopo aver vinto il primo set 6-4, Musetti ha accusato un dolore nella parte superiore della coscia destra, tanto da richiedere un medical time out durante il secondo parziale.
L'intervento del fisioterapista però non sembra aver aiutato Musetti, che subito break nel game successivo e non è riuscito più a muoversi liberamente in campo, cedendo terreno all'avversario. Tien ha vinto il secondo set 6-3 e le cose non sono cambiate nemmeno nel terzo e decisivo parziale, quando l'americano ha piazzato due break in apertura, volando così sul 3-0, e Musetti ha alzato bandiera bianca, ritirandosi quindi dal torneo.
Leggi tutto: Musetti si ritira a Pechino, cos'è successo durante il match con Tien
(Adnkronos) - Una proteina per individuare le persone con cancro al colon che risponderanno alla chemioterapia, evitando così inutili effetti collaterali ai pazienti che non possono trarne beneficio. A scoprirla un gruppo di lavoro coordinato da Livio Trusolino e Andrea Bertotti, responsabili del Laboratorio di Oncologia Traslazionale dell’Irccs di Candiolo e docenti di Istologia presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Cancer Discovery: gli scienziati hanno identificato una proteina – RAD51 – che, se espressa ad alti livelli, predice la resistenza alla chemioterapia standard. La scoperta ha un duplice valore: consente di riconoscere in anticipo i pazienti che difficilmente risponderanno al trattamento e apre la strada a strategie terapeutiche alternative.
La chemio, infatti, è il trattamento standard per la maggior parte dei pazienti con tumori del colon metastatici non operabili, ma solo la metà circa risponde. Per capire le ragioni di questa resistenza, i ricercatori dell’Istituto di Candiolo- Irccs hanno utilizzato organoidi (i mini-organi) tumorali, repliche tridimensionali in miniatura ottenute da campioni di pazienti.
"Ci siamo concentrati sul Folfiri, un trattamento chemioterapico che quasi tutti i pazienti ricevono durante il percorso clinico", spiega Marco Avolio, assistente post-dottorato che ha eseguito i saggi sugli organoidi. "La prima osservazione è stata che gli organoidi sensibili subivano un forte danno al Dna dopo esposizione al Folfiri, mentre in quelli resistenti il Dna appariva sostanzialmente intatto: un indizio che suggeriva che la resistenza fosse legata a un’alta capacità di riparazione delle lesioni alla struttura del Dna provocate dalla chemioterapia".
Dopo un’analisi sistematica delle proteine coinvolte nei meccanismi di riparazione, la svolta è arrivata con RAD51. "Era chiaramente più espresso negli organoidi resistenti", racconta Simonetta Leto, ricercatrice senior. "Inserendolo artificialmente nei modelli sensibili, questi diventavano resistenti. Avevamo trovato un marcatore funzionale di resistenza". Il passo successivo è stato verificarne il valore clinico. Con lo studio multicentrico Iris, che ha coinvolto circa 80 pazienti italiani e spagnoli, i ricercatori hanno dimostrato che livelli elevati di RAD51 si associano sistematicamente alla mancata risposta a Folfiri non solo nei modelli sperimentali, ma anche nei pazienti. "Il marcatore è facilmente misurabile su campioni diagnostici di routine", sottolinea Bertotti, "ne può aiutare a selezionare precocemente i pazienti candidabili a terapie diverse dalla chemioterapia standard".
Ma non finisce qui. Se RAD51 rende i tumori resistenti, la sua inibizione potrebbe risensibilizzarli al Folfiri. "Abbiamo testato diversi approcci", spiega Trusolino. "Il blocco diretto di RAD51 non è clinicamente praticabile, ma un’alternativa si è rivelata molto promettente: inibire Atm, una proteina che controlla a monte la funzione di RAD51. Nei nostri modelli, l’associazione di un inibitore di Atm con Folfiri ha ristabilito una importante efficacia terapeutica. E la buona notizia è che farmaci contro Atm sono già in sperimentazione clinica. Adesso che la pubblicazione è uscita ed è all’attenzione della comunità scientifica, stiamo iniziando a scaldare i motori con i nostri collaboratori dell’oncologia clinica per contattare le case farmaceutiche che producono gli inibitori di Atm e coinvolgerle nel disegno di uno studio ad hoc".
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