(Adnkronos) - La nutrizione e i fattori ambientali sono decisivi per il benessere generale della persona. Per questo la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in occasione del World Digestive Health Day 2025, ha promosso l’iniziativa dal titolo 'L'armonia invisibile: il microbiota tra ambiente e salute' presso l’Istituto Luigi Sturzo, nel centro di Roma. Un appuntamento ormai consolidato per offrire una riflessione multidisciplinare e aggiornata sull’impatto del microbiota intestinale nella prevenzione e gestione delle malattie croniche. Il microbiota viene così interpretato non solo come oggetto di studio clinico, ma anche come paradigma per ripensare il rapporto tra salute dell’uomo e salute dell’ambiente, in linea con un approccio 'One Health'.
In occasione dell’evento, sono stati presentati i risultati di una ricerca condotta da Policlinico Campus Bio-Medico e Università Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e il National Biodiversity Future Center (Nbfc), recentemente illustrata anche alla Digestive Disease Week (Ddw) di San Diego. Lo studio ha coinvolto 130 partecipanti – tra pazienti con Malattia Infiammatoria Intestinale (Ibd), Sindrome dell’Intestino Irritabile (Ibs) e soggetti sani – e ha indagato le correlazioni tra microbiota intestinale, dieta, attività fisica, ambiente e profili molecolari (microRNA). I risultati confermano che la salute intestinale è fortemente influenzata da fattori ambientali e comportamentali, aprendo nuove prospettive per la medicina personalizzata in ambito gastroenterologico.
“La crescente attenzione internazionale verso lo studio del microbiota ha prodotto, negli ultimi anni, un vero e proprio cambio di paradigma”, ha affermato il promotore dell’evento, Michele Guarino, responsabile dell’Unità operativa semplice disturbi funzionali Intestinali e Microbiota del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Ad avviso di Guarino, “non si tratta più soltanto di un ambito specialistico o di frontiera, ma di un terreno sempre più centrale per comprendere e prendersi cura della salute umana nella sua interezza”.
"A rendere evidente questa trasformazione è la consapevolezza, oggi ben documentata dalla ricerca scientifica, che la composizione e la funzione del microbiota intestinale non dipendono solo dall’alimentazione o dall’uso di farmaci”, ha aggiunto Michele Cicala, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia del Policlinico, che poi ha continuato: "Esercitano anche una rilevante influenza, infatti, fattori ambientali e comportamentali come la qualità del sonno, lo stress psico-fisico, il rumore, il ritmo della vita, la qualità delle relazioni e persino gli stimoli sonori e musicali”.
I risultati "hanno mostrato che una dieta povera di fibre è associata a una riduzione della diversità del microbiota intestinale, una condizione che può compromettere l’equilibrio della flora batterica e aumentare la vulnerabilità dell’intestino. I pazienti con Malattia Infiammatoria Intestinale presentavano una diversità microbica marcatamente ridotta, mentre quelli con Sindrome dell’Intestino Irritabile avevano valori intermedi. Anche il livello di attività fisica risultava più basso nei pazienti rispetto ai soggetti sani, con un effetto potenzialmente sfavorevole sulla salute intestinale. In generale, è emersa una maggiore biodiversità intestinale nei soggetti residenti in ambienti rurali rispetto a quelli urbani, a conferma del ruolo dell’ambiente nella modulazione del microbiota. Un ulteriore elemento di rilievo è emerso dall’analisi della zonulina fecale, una proteina indicatrice della permeabilità della barriera intestinale: i soggetti che non seguivano un regime alimentare ispirato alla Dieta Mediterranea mostravano livelli più elevati, segnale di una compromissione della barriera mucosa intestinale".
"Particolarmente interessante - prosegue il lavoro - è stato anche lo studio dei microRna, piccole molecole di Rna non codificante che regolano l’espressione genica e svolgono un ruolo cruciale nei processi infiammatori e nella funzionalità delle cellule epiteliali intestinali. Alcuni di questi microRna, come miR-24 e miR-923, sono risultati alterati nei pazienti con Ibd, suggerendo il loro coinvolgimento nei meccanismi molecolari della malattia. Anche nei pazienti con IBS sono emerse variazioni, sebbene meno marcate".
"Questo convegno rappresenta un esempio concreto del nostro impegno per una sanità integrata, innovativa e centrata sulla persona”, ha commentato l’amministratore delegato e direttore generale Paolo Sormani, che ha poi sottolineato come “il microbiota sia una delle frontiere più affascinanti della scienza biomedica: ricerche come quella presentata oggi ci aiutano a comprendere quanto la salute dell’intestino rappresenti effettivamente una chiave per leggere le condizioni dell’intero organismo, e quanto l’ambiente – nelle sue dimensioni ecologiche, sociali e culturali – sia un fattore determinante del benessere complessivo dell’individuo”.
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(Adnkronos) - In questi giorni di Roland Garros 2025, c'è un coro su tutti che si sta prendendo la scena. In ogni campo di Parigi, secondo Slam della stagione dopo gli Australian Open vinti da Jannik Sinner, i tanti tifosi e appassionati di tennis che stanno popolando, come ogni anno, le tribune si divertono a intonare un motivetto ben udibile anche dalla tv ed entrato nella testa persino degli stessi giocatori.
Tra un punto e l'altro qualcuno, sugli spalti, urla "Poporopoporopoooo" e tutti gli altri, puntalmente, rispondono con un "olèèè" prolungato. Il copione si ripete spesso nel corso di ogni partita del Roland Garros, anche a distanza di pochi punti, diventando una vera e propria colonna sonora del torneo. Dopo il suo match contro l'ungherese Fabian Marozsan, valido per il secondo turno e vinto in quattro set, Carlos Alcaraz, durante la tradizionale intervista post partita sulla terra rossa del Philippe-Chatrier, ha fatto una richiesta particolare al suo intervistatore: "Posso fare una cosa?", aveva domandato lo spagnolo, per poi allargare il sorriso e urlare nel microfono "Poporopoporopoooo", ricevendo il 'solito' "olèèè" e scatenando le risate del pubblico.
La frequenza con cui viene intonato il coro però, spesso anche da bambini, può risultare un po' fastidiosa non solo a chi sta seguendo il match dal vivo o in televisione, ma anche ad altri tennisti che non godono del senso dell'umorismo di Alcaraz. A lamentarsene apertamente è stato un altro spagnolo, Jaume Munar: "Non mi morderò la lingua. Trovo che sia una mancanza di rispetto non smettere di cantare e interrompere continuamente la concentrazione dei giocatori. Così non permettono che il gioco continui", ha detto dopo la sua sconfitta del secondo turno contro il francese Arthur Fils, "bisogna ricordare che noi siamo qui per fare il nostro lavoro. I tifosi sono lì per lo show, ma a volte il campo sembra un circo o un teatro. Succede troppo spesso. C'è un momento in cui non lasciano battere, non smettono di disturbare. Se faccio doppio fallo è colpa mia, ma bisogna lasciare che il gioco si svolga. Non ci lasciano fare il nostro lavoro"
È vero che il tennis, a differenza ad esempio del calcio o di quegli sport che possono contare su una vera e propria tifoseria, non offre una gran varietà di cori. Il motivetto aveva animato anche le tribune del Foro Italico negli ultimi Internazionali d'Italia, dall'iconico Pietrangeli fino al Centrale. Ogni tanto il pubblico variava con un "C'mon, let's go", mettendo in mezzo il nome del tennista di turno e ricevendo per risposta le mani battute a tempo dal resto dello stadio.
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(Adnkronos) - "Da anni il Festival del lavoro offre al Paese una riflessione rara sul futuro del lavoro e di questo va dato merito a Rosario de Luca e a tutti i consulenti del lavoro. Oggi ci troviamo di fronte a sfide di una complessità senza precedenti, viviamo un'epoca di cambiamenti sociali e politici rari e complessi, in un contesto geo politico come quello attuale. L'intelligenza artificiale sta modificando i processi produttivi e in questo momento le associazioni datoriali, gli organi professionali assumono un ruolo strategico, e di sicuro tutti siamo chiamati ad affrontare queste nuove sfide in un rinnovato spirito europeo". Lo ha detto il vicepresidente di Confapi, Francesco Napoli, intervenendo in un confronto al Festival del lavoro in corso a Genova.
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(Adnkronos) - "La contrattazione è lo strumento nevralgico per capire e affrontare i cambiamenti. E un altro strumento è la partecipazione, con la legge approvata in Parlamento che è utile per rispondere allo scenario attuale. A nostro parere, serve una grande alleanza tra parti datoriali, parti sociali e l'impegno del governo per mettere sul piatto gli strumenti per rispondere a questi cambiamenti". Lo ha detto Mattia Pirulli, segretario confederale della Cisl, intervenendo dal palco del Festival del Lavoro che si è aperto oggi nei Magazzini del Cotone a Genova.
"C'è poi tutto il tema del salario, e in questo è fondamentale anche la partecipazione agli utili d'impresa, e a nostro avviso è utile rispondere al cambiamento con una concezione nuova dell'economia", ha concluso.
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(Adnkronos) - ''Io ho sempre pensato che pagare le tasse non può essere una corsa ad ostacoli e sicuramente noi dobbiamo andare verso un fisco che sia più semplice, un fisco che deve aiutare anche verso un'adesione spontanea''. Lo afferma il direttore dell'Agenzia delle entrate, Vincenzo Carbone, intervenendo al Festival del lavoro. ''Contrastare l'evasione non significa limitarsi o focalizzare tutta l'attenzione nell'attività delle verifiche e nell'attività dei controlli. Io sono convinto che contrastare l'evasione significhi diffondere una cultura della legalità, una cultura della responsabilità, far comprendere perché si pagano le imposte'', aggiunge il direttore.
''E quindi la vera sfida è far sì che il fisco venga percepito non più come un ostacolo'' bensì come ''un supporto, un qualcosa che possa aiutare il cittadino, possa aiutare l'impresa, un qualcosa che sia integrato nel sistema paese'', aggiunge il direttore. ''Proprio perché il sistema paese può trarre un vantaggio da questa azione dell'amministrazione finanziaria, ma anche perché credo che sia mio compito, sia compito dell'Agenzia, quello di sviluppare e di istaurare un nuovo clima, un clima che deve basarsi sulla trasparenza, sulla reciproca fiducia, un clima che deve fare riferimento ad un reciproco affidamento''.
''Questo percorso culturale, questo percorso di crescita, non può limitarsi soltanto all'azione del fisco, ma deve essere qualcosa che venga condiviso'', sottolinea Carbone. ''Per essere un percorso condiviso dobbiamo basarlo sul rispetto reciproco, sul confronto, senza alcun preconcetto, senza alcuna preclusione, con la massima disponibilità. E in primo luogo questo deve valere per noi, l'Agenzia delle entrate. Perché è giusto che l'esempio venga anche da noi, questo cambiamento di approccio culturale. E credo che questo sia il miglior modo per tutelare i contribuenti e quegli operatori che agiscono con correttezza''.
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(Adnkronos) - "Dalla vostra indagine che avete presentato in occasione di questo evento emerge che l'occupazione nella nostra regione è cresciuta ma allo stesso che da qui al 2040 scompariranno 70mila posti di lavoro. Quindi vuol dire che abbiamo fatto bene ma che dobbiamo operare ancora a sostegno del lavoro e del mondo produttivo, ed è quello che faremo". Lo ha detto Alessio Piana, Consigliere delegato allo Sviluppo Economico Regione Liguria, intervenendo al Festival del lavoro in corso a Genova.
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(Adnkronos) - "Parlando di nucleare, la tecnologia rappresenta il problema minore. Il maggiore problema che abbiamo in Italia è quello di creare un sistema, un’autorità. Ma non dobbiamo impiegarci dieci anni. Occorre costruirla in tempi brevi, raccogliendo le esperienze che si hanno come quella dell’agenzia internazionale per l’Energia Atomica e assumendo la decisione di procede avendo in mente una priorità: ossia portare avanti una scelta per fare e non una scelta per dire che ce ne occupiamo". Ad affermarlo in una nota è l'ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, in occasione dell’incontro "Nucleare, il Nocciolo della Questione” in programma al Festival dell’Energia di Lecce".
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(Adnkronos) - Il Municipio Roma I Centro annuncia l’avvio ufficiale dei Crei, i centri estivi ricreativi inclusivi grazie a un’azione sinergica tra l’assessorato alla Cultura, Politiche Educative, Giovanili e Sport, guidato da Giulia Silvia Ghia, e l’assessorato alle Politiche Sociali, affidato a Claudia Santoloce. Un progetto pensato per garantire diritti e inclusione durante i mesi estivi. Nato dalla collaborazione tra istituzioni municipali, associazioni gestrici dei centri estivi, individuate dalle scuole tramite delibera dei Consigli d’Istituto, e le cooperative impegnate nell’assistenza alla disabilità.
Per sostenere in maniera concreta la gestione dei Crei, sono state predisposte linee guida municipali che uniformano criteri, supportano l’organizzazione e garantiscono una programmazione educativa accessibile. Tra le novità, viene introdotto anche il meccanismo della quota sospesa, un sistema di raccolta fondi solidale che permette di contribuire ai costi assicurando così la piena accessibilità a tutti i bambini e le bambine indipendentemente dalla condizione economica o personale. Oltre ai fondi derivanti dalla Legge 285/97 e dai trasferimenti statali, il Municipio I ha stanziato ulteriori risorse dal proprio bilancio per rafforzare l’iniziativa e coprire in modo capillare le esigenze dei territori e delle famiglie. Un impegno corale, quello del Municipio Roma I Centro, che riconferma l’importanza di una rete educativa di prossimità, capace di rispondere alle sfide sociali del presente con strumenti innovativi e solidali.
"Siamo orgogliosi come Municipio - spiega la Presidente del I Municipio Lorenza Bonaccorsi - di lavorare ogni giorno per la piena inclusione di tutti i bambini e le bambine del nostro territorio". Per l'assessore Ghia invece, "con i Crei vogliamo trasformare l’estate in un’occasione di crescita, gioco e relazione per tutti i bambini e le bambine del nostro territorio. Il nostro obiettivo è semplice ma ambizioso: nessun escluso, mai. E questo è possibile solo con un lavoro condiviso tra scuola, istituzioni e terzo settore". Infine, per l'assessore Santoloce, "accogliere davvero tutti significa costruire un servizio che non si fermi ai buoni propositi, ma si misuri con i bisogni reali delle famiglie. Con questo progetto garantiamo un’estate piena di opportunità educative, sociali e inclusive, supportando i genitori anche nei mesi più complessi”.
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