(Adnkronos) - Chiara Ferragni ha un nuovo fidanzato?. Dopo la presunta fine sulla relazione con Giovanni Tronchetti Provera, il nome dell'influencer è stato accostato a quello dell'attore Cristiano Caccamo. L'ennesimo gossip sulla sua vita privata, a cui Ferragni ha voluto replicare e dire la sua una volta per tutte.
Con un video pubblicato su TikTok, Chiara Ferragni smentisce i vari gossip che circolano ultimamente sulla sua vita sentimentale. L'influencer scrive: "Io che faccio finta non mi interessi che mi venga affibbiato un nuovo fidanzato ogni settimana" e si mostra con uno sguardo infastidito mentre porta gli occhi al cielo, e a rincarare la dose c'è la musica scelta in sottofondo che non è affatto casuale: "Non mi importa cosa dite ogni volta, questa è la mia vita, lasciatemi sola", recita il brano.
Chiara Ferragni sembra proprio smentire il presunto flirt con Cristiano Caccamo e ironicamente, sceglie di rispondere a un commento che un utente le ha scritto: "Io aspetto solo di leggere la notizia: Chiara e Jacob Elordi". Un attore australiano che più volte l'imprenditrice digitale ha detto di apprezzare e infatti la sua risposta è stata: "Amo anche io".
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(Adnkronos) - "La ricerca scientifica rappresenta un elemento strategico per lo sviluppo economico e sociale del nostro Paese. Tuttavia, la ricerca pubblica in Italia continua a soffrire di risorse limitate e spesso non gestite in modo trasparente. I numerosi appelli lanciati per decenni dalle più prestigiose istituzioni italiane sulle condizioni in cui versano i finanziamenti alla ricerca scientifica non hanno trovato la dovuta attenzione da parte dei decisori politici". Resta "significativo il divario tra l'Italia e le principali economie europee e mondiali in termini di investimenti in ricerca". Nel nostro Paese, "sommando componente pubblica e privata, secondo i dati Ocse 2022 è stato dell'1,3% del Pil rispetto al 2,3% della Francia, al 3,1% della Germania e molto al di sotto della media europea pari al 2,2%". Così Antonio Musarò, professore ordinario Dipartimento di Scienze anatomiche, istologiche, medico legali e dell'apparato locomotore, sezione di Istologia ed embriologia medica, Sapienza Università di Roma, e membro dello Scientific Board di Ibsa Foundation, intervenendo oggi a Milano alla cerimonia di premiazione delle Ibsa Foundation Fellowship 2024.
I ripetuti appelli della comunità scientifica ai decisori politici sono orientati a "implementare e garantire risorse strutturali per la ricerca scientifica in modo da raggiungere almeno lo 0,75% del Pil (rispetto all'attuale 0,50%), portando l'investimento al livello dei grandi Paesi europei - aggiunge Musarò - Tuttavia, non è solo questione di denaro, ma di metodo nella distribuzione delle risorse e di tempistiche nel dare risposte ragionevoli a chi presenta un progetto innovativo, ma che potrebbe diventare obsoleto per i tempi 'incerti' della valutazione. Infatti, la valutazione degli ultimi bandi Prin e Fis ha subito ritardi, con una media di 14 mesi dalla sottomissione delle varie proposte alla comunicazione degli esiti. Serve una presa d'atto da parte del Governo e un intervento del ministero dell'Università e la Ricerca per sanare queste mancanze", ma anche "rendere il finanziamento alla ricerca stabile e strutturale. La ricerca del nostro Paese - rimarca il docente - aspetta e merita di poter contare su un'agenzia, o su un suo equivalente paragonabile ai modelli europei, che gestisca fondi pubblici su base competitiva, in modo autonomo e trasparente, ispirato a criteri e procedure di valutazione internazionalmente condivisi, con esiti chiari, espliciti e con tempi certi".
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(Adnkronos) - "La ricerca scientifica oggi più che mai ha bisogno di essere sostenuta, protetta e valorizzata. Viviamo in un'epoca di straordinarie opportunità, ma anche di grande incertezza: per fare la differenza servono visione, investimenti e soprattutto fiducia nelle nuove generazioni di scienziati". Così Andrea Alimonti, direttore dell'Istituto di ricerca oncologica (Ior) di Bellinzona e responsabile del gruppo di Oncologia molecolare, professore ordinario università della Svizzera italiana a Lugano ed Eth di Zurigo, e membro dello Scientific Board di Ibsa Foundation, oggi a Milano in occasione della cerimonia di premiazione delle Ibsa Foundation Fellowship 2024 sottolinea come, andando "esattamente in questa direzione, si confermino oggi tra i programmi più interessanti nel panorama della ricerca internazionale".
L'ultima edizione "ha raggiunto un traguardo straordinario in termini di partecipazione, con 259 progetti ricevuti da 45 Paesi - evidenzia Alimonti - un risultato mai registrato prima nella storia del programma. L'Italia è risultata il Paese con il maggior numero di candidature (104), seguita da India (26) e Stati Uniti (20), a conferma di una forte attenzione sia europea che extraeuropea verso questo bando". Sono "numeri molto elevati anche rispetto ad altre iniziative analoghe: un segnale chiaro dell'autorevolezza e dell'interesse che questa iniziativa sta generando all'interno della comunità scientifica globale". Per questo "è fondamentale incentivare questo tipo di progetti a sostegno dei ricercatori". Sull'importanza di una borsa di studio, "non solo per il percorso professionale, ma anche per la visione che un giovane ricercatore sviluppa sul mondo e sulla scienza", il professore ricorda che "io stesso ho avuto l'opportunità di iniziare la mia carriera grazie a una borsa di studio che mi ha portato negli Stati Uniti".
Dal 2012 a oggi, continua Alimonti, le Fellowship di Ibsa "hanno permesso di finanziare 58 progetti di ricerca in oltre 10 Paesi, con un investimento complessivo superiore a 1,6 milioni di euro. Un impegno concreto e continuativo che distingue questa iniziativa da molte altre. Un aspetto che rende le borse Ibsa particolarmente interessanti - rimarca - è la possibilità per i vincitori di utilizzare il finanziamento in modo coerente con le esigenze del proprio percorso scientifico. Possono essere, infatti, complementari ad altri finanziamenti e offrono la libertà di portare avanti il progetto nel proprio istituto o di trasferirlo in un centro di ricerca estero. Questo favorisce concretamente la circolazione di idee, competenze e metodologie tra Paesi e istituzioni, un elemento chiave per alimentare una ricerca aperta, dinamica e capace di produrre un impatto reale".
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(Adnkronos) - "La ricerca scientifica in Italia deve affrontare diversi ostacoli strutturali, ma riesce comunque a produrre risultati di eccellenza riconosciuti a livello internazionale. Fare ricerca nel nostro Paese è complesso: il settore è storicamente poco valorizzato e manca spesso una visione di lungo periodo, oltre ad un adeguato finanziamento. Eppure, grazie alla dedizione e alle competenze dei ricercatori, alla presenza di istituzioni di respiro internazionale e, soprattutto, a un patrimonio straordinario di talento, è possibile raggiungere traguardi importanti. Pur investendo meno della metà rispetto ai principali Paesi europei in istruzione superiore e meno di un terzo in ricerca scientifica, l'Italia forma giovani ricercatori tra i più competitivi in Europa. Nei bandi Starting dell'European Research Council (Erc) - tra i più selettivi e orientati alla ricerca innovativa - l'Italia si piazza al secondo posto per numero di vincitori, subito dopo la Germania. Un risultato sorprendente, che ben rappresenta quello che può essere definito a tutti gli effetti un miracolo italiano". Lo ha detto Alberto Mantovani, direttore scientifico emerito dell'Irccs Istituto clinico Humanitas, presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca e professore emerito di Humanitas University, oggi a Milano, in occasione della cerimonia di premiazione delle Ibsa Foundation Fellowship 2024.
"Il sottofinanziamento della ricerca nel nostro Paese è una difficoltà cronica, che continua a limitare le potenzialità delle nuove generazioni di scienziati - spiega Mantovani - In questo scenario, il sostegno privato e filantropico assume un ruolo cruciale, soprattutto nei momenti in cui i canali istituzionali risultano incerti o insufficienti. E' in questa prospettiva che realtà come Ibsa Foundation si rivelano fondamentali, rappresentando un punto di riferimento affidabile per la comunità scientifica. Il caso del professor Carl June, pioniere delle terapie con cellule Car-T intervenuto in passato al Forum 'Revolutionary therapies for cancer' organizzato" dalla stessa Fondazione, "è emblematico: la sua ricerca, oggi considerata rivoluzionaria, ha potuto proseguire in una fase decisiva proprio grazie al supporto di una piccola charity, intervenuta quando i fondi pubblici erano venuti meno. Storie come questa mostrano chiaramente quanto la filantropia possa fare la differenza nei momenti più delicati del percorso di un ricercatore".
Anche in Italia esistono esempi concreti di questo tipo di sostegno. "Le Fellowship promosse da Ibsa Foundation - osserva Mantovani - rappresentano un segnale tangibile di fiducia nella ricerca e nelle nuove generazioni di scienziati. Da 12 anni, la Fondazione porta avanti questa iniziativa con continuità e coerenza, distinguendosi in un contesto segnato da frequenti discontinuità nei finanziamenti pubblici". Una delle "caratteristiche distintive" di questo finanziamento è "l'affidabilità, qualità fondamentale per ogni sistema che ambisca a crescere - sottolinea lo scienziato - A ciò si aggiunge un elemento altrettanto prezioso: la flessibilità. Le borse possono essere cumulate con altri finanziamenti e utilizzate per proseguire il lavoro presso il proprio centro di ricerca, oppure per intraprendere esperienze in centri internazionali. Accanto al sostegno economico, però, non possiamo dimenticare un altro pilastro fondamentale per il futuro della scienza: la divulgazione. L'alfabetizzazione scientifica è un dovere, soprattutto in una società democratica. Comunicare la scienza in modo chiaro, accessibile e responsabile - conclude Mantovani - è essenziale per formare cittadini consapevoli e per costruire un dialogo costante tra ricerca e società".
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(Adnkronos) - E' stato accoltellato durante la rapina al distributore di benzina, dove lavorava. Inutili i disperati tentativi di soccorso, andati avanti per oltre un'ora: il 35 enne è morto. E' successo oggi, martedì 27 maggio, alle 12 ad Ardea, a Tor San Lorenzo. La vittima, originaria dell'India, era dipendente del distributore di carburanti Toil, in via delle Pinete. Dalle prime verifiche sembra che abbia provato a reagire, ma a fare chiarezza su quanto accaduto saranno le indagini dei carabinieri della compagnia di Anzio.
Immediate le indagini, anche con l'analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza. Si stanno cercando due persone, probabilmente i malviventi, che sarebbero stati visti scappare a bordo di una moto. Sono in corso i rilievi tecnico scientifici da parte dei carabinieri del nucleo investigativo di Frascati in attesa del pm di turno della Procura della Repubblica di Velletri.
(Adnkronos) - Si è svolta oggi a Milano la cerimonia di premiazione delle Ibsa Foundation Fellowship 2024, nell'ambito dell'evento 'Ricerca, Giovani e Futuro: l'impegno di Ibsa Foundation per la scienza', un'occasione di confronto sul valore della scienza e sul ruolo delle nuove generazioni nello sviluppo della conoscenza scientifica. Nate per sostenere giovani ricercatori sotto i 40 anni provenienti da università e istituti di tutto il mondo, le Ibsa Foundation Fellowship incentivano da 12 anni la ricerca indipendente e innovativa in 5 aree scientifiche: dermatologia, endocrinologia, fertilità/urologia, medicina del dolore/ortopedia/reumatologia e healthy aging/medicina rigenerativa. Un programma che, nel tempo, si è consolidato come un punto di riferimento internazionale per le nuove generazioni di scienziati. Ciò è ben dimostrato dall'edizione 2024, che ha registrato un record assoluto di partecipazione con 259 candidature da 45 Paesi: l'Italia si conferma al primo posto con 104 progetti, seguita da India (26) e Stati Uniti (20).
"Sostenere il talento dei giovani ricercatori rappresenta per Ibsa Foundation un investimento strategico per il progresso scientifico e per la costruzione di una società più consapevole e preparata ad affrontare le sfide del futuro - ha dichiarato Silvia Misiti, direttrice di Ibsa Foundation per la ricerca scientifica - Ciò che rende particolari le nostre Fellowship è la scelta di puntare sulla ricerca di base, un ambito spesso trascurato dai grandi finanziamenti, ma fondamentale per ogni avanzamento realmente innovativo nel campo biomedico. Il metodo e le tempistiche rigorose di valutazione del nostro autorevole board scientifico sono metriche fondamentali per rispondere ai progetti innovativi presentati e per distribuire in maniera corretta le risorse, favorendo progetti che si distinguono in originalità, fattibilità e prospettive di sviluppo".
I 6 progetti vincitori sono stati selezionati in base alla loro qualità scientifica, originalità e impatto potenziale, e saranno sostenuti ciascuno da una borsa di studio del valore di 32.000 euro. Tra i premiati figura anche una ricercatrice italiana, Ilaria Chiaradia della Sapienza Università di Roma, per un progetto nell'ambito della fertilità. Un risultato che conferma la solidità della scuola scientifica italiana e il rilevante contributo nazionale all'iniziativa: dal 2012 a oggi, 25 dei 58 ricercatori premiati sono italiani, un dato che colloca l'Italia al primo posto per numero di beneficiari, seguita da Spagna e Cina con 5 vincitori ciascuna.
Il ruolo delle realtà filantropiche è stato sottolineato anche durante la tavola rotonda moderata dal giornalista scientifico Luca Carra, con cui si è aperto l'incontro odierno. Ospiti dell'evento sono stati Alberto Mantovani, direttore scientifico emerito di Irccs Istituto clinico Humanitas, presidente di Fondazione Humanitas per la ricerca e professore emerito di Humanitas University; Irene Bozzoni, professore emerito di Biologia molecolare alla Sapienza Università di Roma, e alcuni membri del board scientifico di Ibsa Foundation: Andrea Alimonti, Antonio Musarò e Domenico Salvatore.
"Pur investendo meno di un terzo in ricerca scientifica rispetto agli altri Paesi europei, l'Italia riesce a formare giovani ricercatori tra i più competitivi in Europa, un risultato che evidenzia la qualità del nostro sistema formativo e il talento delle nuove generazioni - ha rimarcato Mantovani - Un programma come quello delle Fellowship di Ibsa rappresenta non solo un segnale tangibile di fiducia nella ricerca, ma anche un supporto fattivo e sostenibile per i ricercatori che da anni possono accedervi con continuità e flessibilità potendo infatti cumulare queste borse di studio con altri finanziamenti e proseguire il lavoro presso il proprio centro di ricerca o intraprendere esperienze in centri internazionali".
"Il contributo crescente del settore privato e delle organizzazioni non profit svolgono un ruolo fondamentale attraverso il finanziamento di borse di studio e programmi di mobilità, strumenti essenziali per sostenere la ricerca indipendente e promuovere il percorso di crescita delle nuove generazioni di scienziati - ha commentato Bozzoni - Questo è un aspetto estremamente importante in Italia, dove la ricerca scientifica si muove in un panorama complesso, segnato da eccellenze ma anche da criticità strutturali, come la carenza di investimenti, la debole collaborazione tra pubblico e privato e le difficoltà nel trattenere i talenti migliori".
I vincitori dell'edizione 2024 sono: Ilaria Chiaradia - Sapienza Università di Roma, Italia | Fertilità/Urologia; Masami Ando Kuri - Wellcome Sanger Institute, Cambridge, UK | Dermatologia; Enchen Zhou - University of California San Diego, Usa | Endocrinologia; Prach Techameena - Karolinska Institutet, Svezia | Medicina del dolore/Ortopedia/Reumatologia; Sergio Perez Diaz - Karolinska Institutet, Svezia | Healthy aging/Medicina rigenerativa; Vanessa Lopez Polo – University of California San Francisco, Usa | Healthy aging/Medicina rigenerativa.
Nel corso dell'evento è stata inoltre annunciata l'apertura del bando Fellowship 2025, che conferma 6 borse di studio da 32mila euro, di cui una destinata all'area scientifica che riceverà il maggior numero di candidature. Tra le novità dell'edizione l'Ibsa Foundation Research Equity Prize, un premio da 5mila euro dedicato al miglior progetto presentato da ricercatori attivi in Paesi in via di sviluppo, con l'obiettivo di promuovere una maggiore equità nell'accesso alle risorse per la ricerca. Le candidature per l'edizione 2025 sono aperte fino al 31 gennaio 2026, attraverso la piattaforma dedicata sul sito di Ibsa Foundation.
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(Adnkronos) - La carne rossa fa male al cuore? "Potrebbe dipendere da chi ha finanziato lo studio". Lo ha rilevato una nuova analisi che in Usa ha messo in luce come alcuni studi sugli effetti del consumo di carne rossa hanno collegamenti con l'industria e avevano "maggiori probabilità di riportare risultati favorevoli" rispetto a quelli non finanziati dal settore. La revisione è stata pubblicata sull''American Journal of Clinical Nutrition'. "E' l'ennesimo esempio di come gli studi legati all'industria alimentare possano influenzare il modo in cui le persone comprendono, e potenzialmente fraintendono, le conseguenze sulla salute di ciò che mangiano", commenta un editoriale 'New York Times' che riporta il lavoro. Secondo la nuova analisi gli studi finanziati dall'industria della carne rossa "avevano quasi una probabilità 4 volte più alta di riportare risultati cardiovascolari favorevoli o neutri dopo il consumo di carne rossa non lavorata rispetto agli studi senza tali correlazioni". Domani si celebra l'Hamburger Day, la giornata internazionale dedicata a uno dei piatti iconici americani ma diventato ormai un classico anche in Italia.
"Precedenti ricerche finanziate dall'industria dello zucchero, ad esempio, hanno minimizzato la relazione tra zucchero e condizioni di salute come obesità e malattie cardiache. E studi finanziati dall'industria dell'alcol hanno suggerito che un consumo moderato di bevande alcoliche potrebbe essere parte di una dieta sana", ricorda il 'New York Times'. Ma cosa hanno analizzato gli scienziati in questa nuova revisione? Miguel López Moreno, ricercatore dell'Università Francisco de Vitoria in Spagna, ha guidato la nuova analisi, "Volevamo vedere se problemi simili si verificassero con la ricerca scientifica sulla carne rossa non lavorata. Le carni lavorate come pancetta e salsiccia sono state costantemente collegate al rischio di malattie cardiache, ha affermato, ma le prove per le carni rosse non lavorate - come bistecche e costolette di maiale - hanno portato a risultati contrastanti", ha spiegato.
La scienza alimentare ha ampiamente sottolineato che il consumo di grassi saturi, abbondanti nella carne rossa, è associato a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. La nuova revisione ha analizzato 44 studi clinici pubblicati tra il 1980 e il 2023, i lavori hanno esaminato in che modo il consumo di carne rossa non lavorata possa influenzare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nei partecipanti, anche misurando i livelli di colesterolo, pressione sanguigna e trigliceridi. I 44 studi, metà dei quali condotti negli Stati Uniti, hanno coinvolto adulti che hanno consumato carne rossa non lavorata o una dieta di confronto per diverse settimane o mesi. Alcuni studi hanno coinvolto adulti sani, mentre altri si sono concentrati su soggetti con fattori di rischio per malattie cardiovascolari, come il colesterolo alto o l'obesità. Dei 44 studi analizzati dagli scienziati, 29 hanno ricevuto finanziamenti da gruppi industriali legati al settore della carne rossa, come la National Cattlemen's Beef Association e il National Pork Board. I restanti 15 studi sono stati finanziati da sovvenzioni governative, istituzioni accademiche o fondazioni no-profit, senza alcun legame con l'industria.
Il team guidato da Moreno ha svelato che gli studi finanziati dall'industria della carne rossa "avevano quasi quattro volte più probabilità di riportare risultati cardiovascolari favorevoli o neutri dopo il consumo di carne rossa non trasformata rispetto agli studi senza tali correlazioni". Tutti gli studi finanziati in modo indipendente hanno riportato "esiti cardiovascolari peggiorati o neutri, mentre quelli finanziati dall'industria hanno riportato esiti favorevoli o neutri".
La nuova revisione fotografa "un quadro confuso per i consumatori" quando una persona "legge una serie di studi che analizzano un argomento ma i risultati sono diversi, può essere difficile capire a cosa credere", ha affermato Deirdre Tobias, professoressa associata di Medicina dell'Harvard Medical School. "Questi risultati divergenti potrebbero essere derivati dal modo in cui gli studi sono stati impostati in origine", ha commentato sempre Tobias in un editoriale per l'American Journal of Clinical Nutrition che accompagnava il nuovo studio.
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(Adnkronos) - Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza il Napoli, per congratularsi con gli azzurri dopo la vittoria dello scudetto: "Una grande festa per la città di Napoli. E proprio su questo - ha spiegato il pontefice, nel corso dell'incontro in Vaticano - vorrei fare con voi una riflessione. Vincere il campionato è un traguardo che si raggiunge al termine di un lungo percorso, dove ciò che conta di più non è l’exploit di una volta, o la prestazione straordinaria di un campione. Il campionato lo vince la squadra, e quando dico squadra intendo sia i giocatori, sia l’allenatore con tutto il team, sia la società sportiva. Perciò, sono contento di accogliervi adesso, per mettere in risalto questo aspetto del vostro successo, che ritengo il più importante. E direi che lo è anche dal punto di vista sociale. Sappiamo quanto il calcio sia popolare in Italia e nel mondo. E allora, anche sotto questo profilo, mi sembra che il valore sociale di un avvenimento come questo, che supera il fatto meramente tecnico-sportivo, è l’esempio di una squadra che lavora insieme, in cui i talenti dei singoli sono messi al servizio dell’insieme".
Durante l'incontro, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha donato a Prevost la maglia numero 10 del Napoli, considerata un simbolo di leadership e capacità creativa, con gli autografi della squadra che ha vinto lo scudetto.
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