Un mercato florido, sempre più battuto da migliaia di utenti e che offre potenzialmente opportunità enormi in quanto mercato finanziario più grande al mondo, fermo restando l’assunto di partenza che riguarda ogni forma di investimento ovvero che il guadagno non è mai scontato né facile.
Siamo nel campo delle valute estere, quel settore che in termini tecnici viene chiamato Foreign Exchange e che rappresenta un mercato decentralizzato senza quindi un luogo fisico dove svolgere unicamente le attività né confini all’interno del quale avvengono gli scambi di valute estere. Una compravendita che prevede l’acquisto di una valuta in cambio della vendita di un’altra.
Per fare un esempio concreto, chi investe in questo settore ha tra le mani un portafoglio con diversi euro e procede a venderli in cambio, magari, di dollari. Ogni volta che si compra una valuta se ne deve vendere un’altra; e riuscire ad investire in modo proficuo implica il fatto di ricavare un guadagno da questa transazione, quindi vendere una valuta che si sta deprezzando ed acquistarne una che viceversa sta incrementando il proprio valore sui mercati internazionali.
Come si comprende non è per niente semplice muoversi in questo mercato e far fruttare i propri investimenti. È possibile fornire qualche consiglio sul tema? Quali sono le valute sulle quali si dovrebbe puntare in questo 2019? Fermo restando che indicazioni esatte non è semplice fornirle, si può comunque ricordare che secondo la Goldman Sachs, una delle più grandi banche d'affari del mondo con sede a West Street, il 2019 non sarà l’anno del dollaro come si poteva preventivare, bensì delle valute emergenti.
Sulla valuta Usa graveranno tante incognite, alcune delle quali anche di matrice politica come la guerra dei dazi con la Cina e l’atteggiamento di Trump verso questa tematica. Una tendenza caratterizzata da una forte incertezza che porterà ad un andamento ribassista di mercati del quale potranno approfittarne proprio le valute emergenti.
Occhio alle novità quindi, fermo restando che in questo settore come si diceva sopra le previsioni non sono mai semplici da effettuarsi. Da tenere sott’occhio anche altre tendenze non direttamente legate al valore delle valute estere ma che indirettamente potranno modificarne l’andamento: è il caso ad esempio del discorso legato alle criptovalute, in attesa di capire cosa succederà in quel settore e se il calo brusco degli ultimi mesi si rivelerà essere stato una nuvola passeggera o l’esito di una bolla speculativa.
Un discorso che va parzialmente in controtendenza con il mercato attuale caratterizzato dal ricorso esasperato a strumenti multimediali, tecnologici, innovativi. Lasciamo per un attimo da parte internet e tutto ciò che da esso è derivato e torniamo indietro con la memoria: quali sono gli strumenti di marketing, quindi pubblicitari, più utili nell’attuale mercato? Esistono prodotti che non siano legati a logiche virtuali e che siano ancora validi?
Ovviamente la risposta è affermativa e procede di pari passo con la necessità di fare affidamento su una serie di strumenti di marketing tradizionale che non passeranno mai di moda. Qualche esempio, tanto per rendere più chiaro il concetto e circoscrivere meglio l’ambito del quale si sta parlando?
I biglietti da visita, niente meglio di loro può rendere l’idea di quanto si sta sostenendo. Pur in epoca di virtuale e multimediale questi strumento continuano ad essere fondamentali in ottica business; il primo approccio per pubblicizzare la propria attività e scambiarsi contatti con finalità lavorativa quando si conoscono altri professionisti. L’effetto di porgere nelle mani del nostro interlocutore un biglietto ben curato e realizzato ancora non può essere sostituito da alcuno strumento multimediale.
Altro esempio, i calendari personalizzati: si parla di un’idea intelligente da regalare a clienti e potenziali clienti partendo dal presupposto che i calendari rientrano tra quei prodotti di grande utilizzo. Oggetti che probabilmente in molti non andrebbero ad acquistare ma dei quali si comprende l’utilità soltanto quando fanno la loro figura in qualche angolo della casa o dell’ufficio. Il valore aggiunto in ottica marketing è dato dal fatto che per un anno, 12 mesi, il prodotto resterà appeso in qualche casa o sulla scrivania di qualche ufficio portando in bella mostra il logo della azienda che si decide promuovere.
Ultimo esempio, i volantini: ancora oggi quando si predispone una campagna pubblicitaria è ai volantini pubblicitari che vola subito il pensiero. I famosi fogli di carta all’interno dei quali si vanno a promuovere offerte speciali, prodotti o servizi e che vengono recapitati a domicilio, diffusi in giro, consegnati direttamente all’utente. Ci si sta qui riferendo ad una delle forme più efficaci di pubblicità per quanto strano ciò possa apparire nell’epoca attuale caratterizzata dal ricorso massiccio a strategie di web marketing. Per la serie, i tempi cambiano ma alcuni prodotti restano.
Se sei capitato questo articolo sicuramente ti è capitato un messaggio come questo
Ciao a T·u·t·t·i! :) Qualche giorno fa c’è s·t·a·t·a u·n·a pubblicità in televisione che ti permetteva di vincere un iPhone X 256GB per soli 1€ rispondendo a 4 domande correttamente! :) Ho poi scoperto che non devi far altro che inserire il codice "PTZ842YNX" su Google, cliccare sul primo link nei risultati e leggere questo articolo per saperne di più. È molto semplice! <3 Ieri ho ricevuto per posta un pacco che conteneva il nuovo iPhone X! Meglio sbrigarsi, la promozione è fino a domani! :)
i codici son tanti BBL354WAT NLM468TKW NR4822NRC PTZ842YNX NR4822NRC PTZ842YNX PWN256LXC WPX842AMZ AXS512BAL PPR4824PR NR4822NRC WRT256XUW IXS512PTT RTP842XLP ZAP256BFX NPX426SPR PRD426PBD RTP842XLP AXS512LRW ZAP256BMP (son quelli che abbiamo trovato ma ve ne sono anche altri simili e il messaggio è più o meno lo stesso!
Questo è il messaggio diffuso da diversi utenti su facebook nelle ultime ore.
Si tratta di messaggi automatichi lanciati da uno script che portano ad una delle classiche truffe sul web.
Si tratta di una truffa in quanto ne le compagnie telefoniche, ne Apple o Samsung e nemmeno Google partecipano a questo tipo di concorso e se si fa OK quando appare il messaggio vi viene richiesto di fare un test, per poter accedere al premio.
In questo test ci verranno richiesti tutti i nostri dati personali ma soprattutto se lo si finisce vi ritrovate abbonati ad uno di quei servizi premium a pagamento tipo Suonerie, Oroscopi, News etc, di quelli che vi fanno consumare tutto il credito telefonico.
Se vi appare questo messaggio non cliccate e NON FATE OK, non inserite assolutamente i vostri dati, chiudete immediatamente la pagina. Il sito segnalato in questo messaggio è scanlastdeals.club ma questi siti variano di volta in volta visto che vengono bloccati dai browser.
Se cercate il codice PRD426PBD su google trovare un articolo intitolato “Come fanno gli italiani a ricevere il nuovo iPhone X a soli 1€”, ospitato da un giornale online inesistente (cliccando sui vari link nell’header, si viene riportati ad un sito in inglese).
Se si procede oltre, cliccando su un ulteriore link nell’articolo ci si trova in una pagina che chiede dati personali, ovviamente, vi invitiamo a non compilare nessun dato.
E ricordate, nessuno dà niente per niente: tantomeno un iPhone X
Se invece sei uno dei malcapitati che ha beccato il malware sul tuo account facebook
E' un applicazione che si installa in automatico sul profilo. Per rimuovere il virus Controlla le app che hai associate al profilo ed elimina quelle che non hai consentito tu trovi una guida su come fare qui https://www.facebook.com/help/170585223002660/ - Inoltre è consigliato di cambiare la password di accesso.
La traduzione Giapponese-Italiano viene richiesta principalmente in ambito commerciale e turistico ed è tra le traduzioni più complesse che si possano richiedere. Questo perché le due lingue, espressione di due culture così differenti tra loro, non condividono praticamente nulla, nemmeno la tipologia di scrittura.
Per questo motivo la traduzione all’interno della combinazione linguistica Giapponese-Italiano rappresenta allo stesso tempo una sfida non da poco per ogni traduttore e un’opportunità enorme per chi decide di aprire la propria azienda o attività alle elettrizzanti prospettive del mercato nipponico.
Relazioni Giappone-Italia: turismo e opportunità commerciali
La lingua giapponese non è molto diffusa al di fuori dell’arcipelago nipponico e della costa occidentale del continente americano. Nonostante questo, le relazioni commerciali che il Giappone è stato in grado di instaurare con gran parte dei paesi del mondo e l’enorme fascino culturale che esso esercita sugli occidentali hanno fatto sì che si creasse un enorme desiderio di comunicazione con il Giappone.
Gli ambiti in cui più frequentemente gli italiani instaurano rapporti linguistici e culturali con il Giappone sono quello gastronomico (il consumo di cucina giapponese è esploso in maniera inarrestabile nel nostro paese) e quello culturale, dal momento che l’afflusso di turisti giapponesi nel nostro paese è fattore importantissimo per la nostra economia turistica.
Oltre a questo, c’è l’enorme importanza delle relazioni strettamente commerciali che grandi aziende nipponiche hanno stabilito con il nostro paese: se i prodotti tecnologici e del settore automobilistico costituiscono la voce maggiore delle nostre importazioni dal Giappone, sono i nostri prodotti enogastronomici e artistici a costituire gran parte delle esportazioni italiane verso il paese del Sol Levante.
L’importanza della traduzione Giapponese-Italiano
Nel momento in cui si effettua una traduzione, si mettono in comunicazione non soltanto due parlanti, ma due interi sistemi socioculturali. Per eseguire correttamente una traduzione nella coppia linguistica Giapponese-Italiano si dovranno conoscere in maniera molto approfondita non soltanto le due lingue, ma anche i parametri culturali all’interno dei quali sono abituati a muoversi i parlanti di ognuna di esse.
In ambito aziendale, professionale o tecnico l’esattezza della traduzione, soprattutto dall’Italiano al Giapponese, dovrà essere assolutamente perfetta se si intende trasmettere un’immagine aziendale o personale di successo, proprio perché nella cultura nipponica le “sbavature” sono molto poco tollerate a tutti i livelli della società.
Allo stesso modo la traduzione professionale Giapponese-Italiano dovrà essere in grado di tradurre l’enorme formalità tipica dell’approccio nipponico in un testo che non risulti troppo severo e poco comunicativo per gli standard nostrani. Questa difficoltà si tocca con mano soprattutto nell’ambito della traduzione pubblicitaria o più in generale nella produzione di testi finalizzati al marketing, nei quali la comunicazione persuasiva è essenziale: tradurre all’interno di una coppia linguistica formata da lingue e culture così distanti prevede molto spesso una totale transcreation, cioè la completa riformulazione del messaggio pubblicitario in modo che sia efficace nel mercato di riferimento quanto in quello di origine.
E se la traduzione è destinata al web? Le cose si complicano ulteriormente a causa della necessità di ottimizzazione per i motori di ricerca implicita nella realizzazione di ogni testo destinato alla rete. Niente che un’agenzia professionale di traduzione dotata di una solida rete di collaboratori non possa fare in maniera efficace!
La rincorsa tecnologica nel campo delle Tv sembra non avere mai fine. E' solo da qualche anno che abbiamo desiderato una bella Tv 42 pollici in Full HD che non vediamo l'ora di possederne una nuova Ultra HD. Le frontiere tecnologiche si abbattono e per noi si presenta il tema di capire, prima di acquistare.
Con l'HD Ready la risoluzione era di 720p, con il Full HD è diventata di 1080 ed ora siamo arrivati a 2160p il famoso Ultra HD. Questo significa che i pixel sono passati dai 1920×1080 del Full HD ai 3.840×2.160 dell'Ultra HD nello stesso spazio.
Se ti metti di fronte a due schermi di cui uno è Ultra HD e l'altro è Full HD, l'effetto wow è assicurato. Raddoppiando i pixel saltano fuori una quantità di particolari che avvicinano ancor di più l'occhio umano all'esperienza reale, ma non è semplicemente questo il punto di forza. Il livello di coinvolgimento diventa maggiore per effetto della incredibile gamma di colori che si accosta a questo maggiore numero di dettagli.
Il realismo viene magnificato da una gamma nettamente più ampia e vicina a quella che l'occhio umano può vedere nella realtà. Oltre a ciò bisogna aggiungere che la frequenza di refresh dell’immagine è anch'essa aumentata, scelta resa necessaria altrimenti ci saremmo trovati di fronte a schermi che laggavano, per usare un termine proprio dei videogiochi quando l'immagine risulta distorta per varie cause. La potenza di calcolo è incrementata per star dietro al maggior numero di pixel e alla nuova gamma colori.
Puoi acquistare una TV LED in alta definizione su Yeppon entrando in questa pagina: https://www.yeppon.it/televisori/tv-led/, trovi sempre modelli in offerta a prezzi vantaggiosi.
Ci sono i programmi da vedere in 4k?
Di buoni motivi ce ne sono abbastanza per passare alle Tv Ultra HD, ma occorre anche fare i conti con le programmazioni disponibili altrimenti non ce ne facciamo niente. La Tv a pagamento ha colto la palla al balzo per migliorare i propri sistemi. Da poco Sky ha lanciato il nuovo decoder SkyQ che permette di sfruttare i contenuti in 4k. La crescita sarà costante, probabilmente si partirà in maniera massiccia dallo sport per poi arrivare ai canali 4k persino per vedere un telegiornale, proprio come è accaduto per il full hd.
Ad oggi i programmi on demand rappresentano uno sbocco importante per chi vuole avere un acceso libero alla programmazione. La moda delle serie televisive, l'avvento di Netflix, e chissà cos'altro si affaccerà nel mondo dell'entertainment televisivo, ha radicalmente cambiato il modo di vedere la Tv. Per contro più c'è qualità nell'immagine più potenza di connessione servirà, e su questo fronte, lo diciamo da anni, siamo un po' indietro soprattutto fuori dalle grandi città dove bisogna arrangiarsi. Anche qui, la fibra avanza, speriamo un po' più in fretta.
Ma attenzione, all'orizzonte sta sorgendo un nuovo sole. E' l’8K, e si passerà da una definizione pari a 2.840×2.160 pixel, a ben 7.680×4.320 pixel. Dopo l'annuncio le dovute spiegazioni. E' una possibilità concreta, poiché la tecnologia è la stessa ma più evoluta. Per il mercato consumer però non ci siamo ancora perché costerebbe una fortuna. Come al solito la ricerca continuerà fino a che li vedremo spuntare tra qualche anno. Oggi i possiamo goderci il 4k ancora per molto tempo.
Una domanda sorge spontanea: ma a che distanza devo mettermi per vedere tutti questi dettagli?
Col vecchio tubo catodico si usava una distanza calcolata sulla diagonale dello schermo per un tot. Chi diceva per 3 e chi addirittura per 5. Con le Tv digitali i pixel contengono dettagli maggiori per via soprattutto delle sfumature di colore. Se aumentano i dettagli, per poterne usufruire dovrò avvicinarmi. E' come guardare fuori dalla finestra, ho bisogno di avvicinarmi un po’ per scorgere i fiori mossi dal vento. Di quanto? l'unità di misura è cambiata e dobbiamo rifarci all'altezza della tv. Da 3 volte si passa ad 1,5 volte l'altezza della Tv, e questo per godere dei dettagli. Il coinvolgimento aumenta di molto poiché l'occhio avrà un punto di focus e una visione laterale più importante.
La situazione del mercato immobiliare del nostro Paese in questo momento fa sì che comprare casa allo stato attuale sia più che conveniente, in virtù di prezzi che sono protagonisti di una discesa costante. Il fenomeno che si sta verificando viene definito anomalo dagli esperti del settore, come dimostra il fatto che solo pochi altri Paesi d'Europa sono coinvolti: per chi è intenzionato ad acquistare una dimora di lusso, però, questa è di sicuro una bella notizia, in quanto anche gli immobili di pregio sono toccati, anche se in misura inferiore, dal calo delle quotazioni.
Il mercato degli immobili di lusso
Nel nostro Paese comprare una casa di lusso non è ancora una possibilità alla portata di tutti, con prezzi che in alcuni casi possono toccare i 20mila euro al metro quadro. Le città più costose da questo punto di vista sono Firenze, Verona, Venezia e - ovviamente - Milano e Roma. Le residenze a cui si fa riferimento sono quelle ubicate nei centri storici, e che si caratterizzano per la presenza di particolari architettonici che fanno sì che esse siano differenti rispetto alle abitazioni tradizionali. Insomma, il mercato delle dimore di pregio deve essere ritenuto parallelo al mercato normale.
Roma al primo posto
Nella graduatoria del settore, la prima posizione è occupata da Roma. La Capitale, abitata da circa 2 milioni e 900mila persone, vede in Via Condotti e Piazza di Spagna le zone che fanno registrare i prezzi più elevati, ma un trend simile si rileva anche in Via del Babuino. In nove casi su dieci, gli acquirenti che manifestano un interesse all'acquisto sono italiani, mentre gli appartamenti di proprietà inseriti all'interno di edifici storici si dimostrano i più richiesti. La vista sui tetti della città, la disponibilità di parcheggi, la presenza di ascensori e la modernità degli arredi sono ulteriori parametri che incidono sulle scelte.
Venezia al secondo posto
Sul secondo gradino del podio si piazza, invece, Venezia: qui gli edifici di pregio affacciati sul Canal Grande possono raggiungere una quotazione pari a 15mila euro al metro quadro. La ricerca dei potenziali acquirenti si concentra sugli appartamenti tipici del luogo, caratterizzati dalla presenza di un balcone o di una terrazza sul tetto, con soffitti alti e un ascensore, se possibile. La domanda è molto più internazionale rispetto a Roma: ben sette investitori su dieci provengono da fuori, e nella maggior parte dei casi si tratta di tedeschi, di francesi e di inglesi. Nella maggior parte dei casi, gli immobili di pregio vengono comprati per investimento, come seconde case.
Milano al terzo posto
Infine ecco Milano, il cui paesaggio urbano mette in mostra un mix di mode attuali e influenze provenienti dal passato. All'ombra della Madonnina le soluzioni più ricercate sono gli attici moderni dotati di un soggiorno ampio, mentre sono richiesti anche il servizio di portineria, il parcheggio e la terrazza panoramica. Ovviamente, è nel centro città che si concentrano i quartieri di maggior prestigio, ma le quotazioni non superano i 13mila euro al metro quadro, con i prezzi più elevati che si registrano nel Quadrilatero della Moda e nella zona della Scala. Nel quartiere di Brera si superano i 10mila euro al metro quadro, ma un'altra area esclusiva è quella di San Babila, con prezzi non molto diversi. A differenza di quel che accade a Venezia, quasi tutti gli acquirenti sono italiani: solo uno ogni venti proviene dall'estero. Vanno per la maggiore, tra l'altro, gli edifici che risalgono alla fine del Settecento o all'inizio dell'Ottocento.
A Verona, poi, la zona residenziale più ambita è quella di Piazza Erbe, mentre a Firenze è lungo le sponde dell'Arno che si concentrano gli immobili di prestigio.
Il mercato delle offerte per la connessione internet e Adsl è davvero vasto. Navigate solo via smartphone? Oppure avete bisogno della linea Adsl per il vostro Pc? Ecco alcuni accorgimenti per scegliere la tariffa che fa per voi.
Iniziando ad esempio con una comparazione di prezzi su Comparasemplice.it perché per non sforare il budget familiare, bisogna prima avere degli accorgimenti.
Cosa chiedersi per trovare la tariffa migliore
La prima cosa da domandarsi è dove vogliamo navigare. Vi sono diverse tipologie di connessione:
- da casa;
- in mobilità;
- in luoghi non raggiunti dalla linea telefonica.
Dopo aver capito dove navigare, sarà semplice trovare la migliore soluzione.
Chi naviga da una casa raggiunta da linea telefonica potrà usufruire della connessione ADSL, della fibra o ADSL e telefono.
Per chi naviga in mobilità è meglio scegliere la navigazione in 3G o in 4G tramite dispositivo con SIM dati.
Vi sono anche offerte che combinano la navigazione da casa e in mobilità. Spesso gli operatori forniscono una SIM dati a prezzi scontati, se non in regalo, abbinata a un abbonamento per la casa.
Chi abita in luoghi non raggiunti dalla linea telefonica potrà scegliere una connessione WiMax o Satellitare.
L'importante è, però, capire di cosa si ha bisogno.
Nel momento in cui confrontiamo le offerte, dovremo sempre valutare quelle che includono le chiamate (spesso illimitate verso tutti) perché, con pochi euro in più potremo avere tutto in un unico pacchetto.
Dobbiamo poi chiederci in che modo navighiamo. Saltuariamente o siamo abitudinari? Quanto tempo passiamo al telefono o al PC? Rispondendo a queste semplici domande capiremo se acquistare un abbonamento illimitato oppure uno con tariffa a consumo.
Anche se, c'è da dire, che oramai sono pochi i fornitori di internet che offrono un abbonamento a consumo ed è comunque più conveniente un abbonamento illimitato perché ha un costo medio di 25 euro al mese. Cifra che è facile sforare con la tariffa a consumo (pensiamo al tempo di navigazione maggiore a causa della connessione più lenta o ai costi delle chiamate).
La terza domanda che dovremmo farci riguarda la velocità di navigazione che ci serve. Occhio però alla differenza tra velocità nominale dell'offerta e quella effettiva!
Spesso si promettono 20 mega e si viaggia a 7 mega (che è la velocità minima garantita da molti operatori). Per questo l'AGCOM (Agenzia Garante per le Comunicazioni) ha imposto alle compagnie la massima trasparenza riguardo alla banda minima garantita: se non viene rispettata il cliente può chiedere il recesso anticipato senza penali.
Se necessitiamo di una velocità superiore sarà opportuno quindi scegliere di navigare con la fibra ottica.
I passi da fare per avere un'offerta vantaggiosa
Una volta capito come consumiamo, sarà opportuno individuare l'offerta migliore. Ma come farlo? Con l'aiuto di un comparatore che, in pochi minuti, visualizzerà le tariffe più convenienti.
Ma occhio ai costi extra:
- attivazione della nuova linea, spesso proposta a costo zero o a una tantum dilazionata mensilmente;
- passaggio ad altro operatore, anche questo si trova spesso a costo zero;
- disattivazione del vecchio operatore, attenzione perché qui le cifre salgono da 26 euro a 129 euro (in molti casi si azzera dopo due anni di permanenza);
- servizi accessori, come la telefonia mobile o la Pay TV;
- modem, a volte incluso nel pacchetto a costo zero oppure a circa 4 euro al mese.
Dopo aver verificato tutte le condizioni contrattuali saremo pronti a scegliere la tariffa migliore per le nostre esigenze.
Chi va in palestra, o fa attività sportiva a livello agonistico, avrà sicuramente utilizzato almeno una volta degli integratori sportivi. Fra questi, i più utilizzati sono le proteine in polvere, ultimamente sono sempre più diffusi a livello commerciale. Si tratta di veri e propri integratori, da assumere dopo l’allenamento (diluendole in frullati o in altri liquidi), che forniscono al nostro corpo le proteine necessarie al fabbisogno giornaliero di uno sportivo, contribuendo quindi allo sviluppo della muscolatura (naturalmente in aggiunta a un regime di allenamento adatto e frequente). Si tratta di prodotti che sulla carta hanno ben pochi effetti collaterali, e che promettono risultati strabilianti. Eppure, non sempre sono così efficaci come potremmo credere.
Una recente ricerca svolta da Candidlab, società indipendente danese che si occupa del controllo e dello studio degli integratori alimentari tra le più importanti d’Europa, ha rilevato che spesso i produttori di proteine in polvere mentono sul reale contenuto proteico dei loro prodotti. Le etichette apposte sulle confezioni e le pubblicità riportano grammature superiori a quelle effettivamente presenti. In media, Candidlab ha stimato che gli integratori proteici contengono circa il 3,5% in meno di proteine rispetto a quanto affermato. In alcuni casi, la disparità è ancora maggiore, raggiungendo picchi del 15% (ossia 15g in meno in una confezione da 100g).
Il giro d’affari legato al mercato degli integratori proteici è in crescita costante. Si stima che, solo in Italia, ammonti a oltre 100 milioni di euro, con prospettive di crescita che vedono nei prossimi anni un aumento del 40%, raggiungendo la cifra record di 150 milioni di euro nel 2022. Il merito va attribuito alla maggior cura prestata al proprio aspetto fisico da parte di fette sempre più grandi di popolazione, e dalla maggior diffusione e pubblicizzazione di questi prodotti. Quello degli integratori proteici è perciò un mercato di primo piano, in cui i produttori vanno alla ricerca di margini di guadagno sempre più alti.
Per raggiungerli, molto spesso le aziende ricorrono a un meccanismo denominato “amino spiking”, che consiste nell’aggiungere alle proteine “pure” varie quantità di amminoacidi di scarsa qualità. Sulle confezioni, questi amminoacidi vengono assimilati alle proteine effettive, e aggiunti nel conteggio totale della grammatura riportato sulle etichette. Si tratta di una escamotage per trarre in inganno il cliente sulle quantità reale di proteine contenute nei prodotti. Senza contare che l’amino spiking comporta anche una riduzione dell’efficacia delle stesse proteine.
Secondo Anders Nedergaard, uno dei fondatori di Candidlab, “molte aziende nell’industria degli integratori alimentari ricorrono ad ogni espediente per diminuire i costi di produzione e massimizzare i profitti. E’ per questo che il ruolo di un organismo di controllo come Candidlab è indispensabile.” Ed è tanto più necessaria perché attualmente, in Europa, mancano organismi di controllo pubblici e norme dedicate. Per i produttori è infatti facile aggirare le poche regolamentazioni esistenti, il tutto a scapito dei consumatori. Sempre a detta degli amministratori di Candidlab, questa tendenza a dichiarare grammature inesatte sulle confezioni potrebbe diffondersi ad altri settori: “dalle proteine in polvere all’olio di pesce, vitamine e probiotici. L’amino spiking rende le proteine in polvere uno spreco di denaro, ma altre manipolazioni delle etichette possono rappresentare un rischio per la salute dei consumatori.”
Naturalmente, a tutto ciò si somma anche l’impossibilità per gli acquirenti di controllare che gli integratori acquistati contengano la quantità di proteine dichiarate sulla confezione. Senza eseguire complessi test di laboratorio, la grammatura proteica non è verificabile. A tutto ciò si aggiunge il rischio per la salute: proteine di bassa qualità o i complessi di amminoacidi utilizzati nella pratica dell’amino spiking potrebbero, a lungo andare, causare problemi epatici o di altro tipo nei soggetti già predisposti.
Negli Stati Uniti (un paese in cui la diffusione degli integratori sportivi è molto maggiore), pratiche come l’amino spiking hanno fatto nascere, grazie a una legislazione più chiara e a una maggiore informazione, varie class action rivolte contro i produttori di integratori alimentari che dichiarano grammature superiori a quelle realmente presenti. In Europa la situazione invece è ben diversa. Candidlab afferma che per combattere il è imprescindibile un miglioramento e aggiornamento delle normative attuali, con controlli seriali da parte degli organismi indipendenti e una maggiore sensibilizzazione dei consumatori sull’argomento.
"Gianfranco Zola" by Angelo Romano (CC BY 2.0)
Il calcio è uno sport che crea vincoli, soprattutto dal punto di vista umano. Essere l'idolo delle folle si ripercuote sulla vita di tanti calciatori, ancora di più se ciò accade dove le aspettative delle persone sono importanti e dove la passione governa le azioni quotidiane. Il caso di Gianfranco Zola è emblematico: l'attaccante della provincia di Nuoro è stato uno dei più forti giocatori italiani di sempre, sebbene non abbia ricevuto molti elogi dalla stampa o non abbia mai trionfato con la maglia della nazionale azzurra, è stato amato in ogni città in cui ha giocato. Arrivato giovanissimo al Napoli di fine anni '80, dove fece l'incontro più importante della sua carriera, ossia quello con Diego Armando Maradona, il calciatore sardo diede così un impulso decisivo per diventare il nuovo idolo del San Paolo, dopo il fenomeno argentino. In molti ricordano ancora le sue punizioni o le sue magie in campo.
Nella Serie A dell'anno prossimo, dove la Juventus è la favorita alla vittoria, secondo le quote principali di siti di scommesse specializzati nella Serie A, come indicato su https://extra.bet365.it/news/it/Calcio/Serie-A/higuain-lagente-resta-alla-juventus, Zola seguirà con attenzione tre ex sue squadre: il Cagliari, il Parma e il Napoli. In Emilia Romagna Zola finì nel 1993, quando le casse esangui del Napoli richiesero dei sacrifici e il fantasista fu il primo della lista ad essere venduto al Parma, come in seguito accadde a Fabio Cannavaro. Anche all'Ennio Tardini il sardo fu uno tra i più amati, grazie ai suoi colpi unici e al suo estro senza eguali, aiutando il Parma a crescere come squadra e portandolo ad alti livelli.
Tuttavia, dove davvero la carriera di Zola spiccò un salto verso l'alto fu al Chelsea. La squadra dei quartieri bene di Londra puntò su di lui nel 1996 nel merito di un acquisto senza precedenti. Mai fino ad allora, infatti, un calciatore italiano di primissimo livello era andato a giocare in Premier League. Intervistato poco tempo fa sull'eventuale passaggio di Maurizio Sarri al Chelsea, l'ex numero 25 Blue fu nominato dai tifosi "Magic Box" per via delle sue dimensioni ridotte che però non gli impedirono di mettere a segno goal e giocate d'antologia. A Stamford Bridge, la casa del Chelsea, nessuno dimenticherà mai un goal di tacco al volo su calcio d'angolo, come non dimenticheranno tante altre giocate decisive che solo il folletto sardo era in grado di fare. Perfettamente a suo agio in maglia Blue, Zola divenne l'idolo assoluto dei tifosi del Chelsea per via delle sue abilità tecniche e per la sua sagacia. Mai prima di allora un italiano era stato così benvoluto in Inghilterra e i suoi supporter non si piccarono neanche quando con un goal a Wembley diede all'Italia uno storico trionfo contro l'Inghilterra nelle qualificazioni ai mondiali del 1998.
La sua carriera si chiuse poi al Cagliari, squadra per la quale aveva sempre tifato da buon sardo qual è. Tra una punizione nel sette e un assist al bacio a suggello di una carriera formidabile.
Comprare i ricambi auto, per i pochi esperti, è sempre un rischio.
Spesso i rivenditori locali chiedono delle specifiche ben particolari, e per chi non è esperto di motori non è sempre semplice.
Grazie al web tutto questo è semplificato.
Infatti sul sito di auto-doc è possibile acquistare qualsiasi tipo di ricambio auto, inserendo semplicemente Marca e Modello dell'auto.
Risparmiando tempo, denaro ed evitando di comprare ricambi non compatibili per la propria vettura
Un crollo verticale che nelle scorse ore ha lasciato registrare un record negativo attestabile in una cifra di circa 30 miliardi di dollari. Il tutto durante la notte tra il 14 e il 15 maggio. La perdita di valore, che ha portato il mercato complessivo delle criptovalute a passare da 408 a 377 miliardi di euro, ha mandato nel panico tantissimi utenti, soprattutto i molti investitori che si dedicano a questi strumenti con passione trattandoli alla stregua di asset tradizionali.
Poche settimane fa, si era ancora ad aprile, il mercato delle criptovalute sembrava essersi stabilizzato: va ricordato che si parla di strumenti virtuali nati per consentire pagamenti veloci in rete e diventati nel giro di pochi mesi una vera e propria gallina dalle uova d’oro. Il Bitcoin su tutti, con una rivalutazione a diversi zeri in pochi mesi.
È bastata una leggera debolezza per far sì che tutte le valute virtuali, su tutte il Bitcoin Cash, iniziassero a registrare perdite crescenti. Il tutto a certificazione di quanto è stato spesso detto parlando di questi prodotti; ovvero, che si tratterebbe di strumenti finanziari volatili e non del tutto affidabili. Almeno questo è il parere della stessa Banca di Italia che poche settimane fa ha definito quello delle criptovalute come un meccanismo simile in tutto e per tutto ad una bolla speculativa.
Eppure, come si può leggere sul portale Criptovalute24.com, sono sempre più gli utenti che si affidano alle monete virtuali come prodotti da investimento. Spesso direttamente in rete, acquistandole tramite piattaforme di trading online.
Un po’ croce un po’ delizia in sostanza; al riguardo si pensi al fatto che in queste ore la Svizzera, che in quanto a finanza e soldi ha qualcosa da insegnare, ha deciso di far analizzare dai tecnici del ministero delle Finanze una proposta per creare una moneta digitale di Stato. Il che certifica che l’interesse verso questi strumenti è tutt’altro che scemato, anche perché i segnali per il futuro sono comunque buoni.
E nelle ultime settimane sono tanti i personaggi noti della finanza, un tempo detrattori delle criptovalute, che hanno rivisto le proprie opinioni: si pensi a George Soros o alla famiglia Rockfeller ad esempio. Perché come dicevano gli antichi romani, pecunia non olet; il denaro non ha odore. E tutto quello che è in grado di generare profitti, dalla parti di Wall Street è sempre ben accetto indipendentemente dalla sua natura.
L'Europa guarda la Sardegna ed i sardi guardano i mercati esteri. Un dato di fatto ormai. Il 2017 si è concluso con dati che fanno sperare bene: 944milioni di euro di vendite Oltr'Alpe. Un trend di crescita positiva che ormai si nota nell'agroalimentare, nell'industria casearia e persino nei prodotti da forno.
A rendere noti i dati è un interessante rapporto CNA nato dall'analisi dettagliata degli ultimi dati Istat.
L'andamento del trend si può migliorare ma serve personale formato.
Innanzitutto le lingue: un anno all'estero diventa fondamentale per chi vuole confrontarsi con buyer al di fuori dal classico mercato nazionale.
Lavorare nell'export: come
Se il mercato è in evoluzione è vero che serve personale formato per poter lavorare nell'export. I profili richiesti in Sardegna sono tantissimi e differenti: il punto carine è quello di conoscere le lingue e di avere almeno un anno all'estero nel curriculum.
Una delle posizioni più richiesta è quella dell'export manager: ovvero l'addetto all'esportazione. Un ruolo importante, manageriale a cui in genere possono aspirare i giovani laureati in materie economiche ma anche, in particolare in Sardegna, professionisti con formazione specifica nel campo del food perchè è proprio quello dei beni alimentari uno dei settori premianti per chi osserva il mercato estero.
Il mestiere dell'export manager può sembrare persino affascinante ma è necessario mettere in campo tantissime competenze: digitali innanzitutto. Ormai, non è solo essendo presenti a fiere ed incontri che si intercettano i nuovi mercati ma è nel web che si possono tessere relazioni internazionali importanti tese a far conoscere i prodotti delle aziende o industrie per cui si presta l'opera. Chi si occupa di esportazione deve essere in grado di tessere una rete b2b importante. Sapere essere presenti con un prodotto in un mercato nuovo implica poi conoscenze che oltre alla cultura del luogo prendano in esame la situazione politica ed economica della nuova piazza. Aggiornamento continuo, osservazione dei competitor, studio delle nuove tecniche di marketing completano un profilo importante.
Il profilo perfetto è quello di una laurea magistrale in economia con una specializzazione sui mercati esteri. Oltre alla formazione serve passione e curiosità.
Un anno all'estero per imparare l'inglese
Un requisito fondamentale per un export manager è quello di conoscere l'inglese scritto e parlato: l'unica soluzione per poterlo fare è trascorrere un anno all'estero.
L'inglese, lingua commerciale per eccellenza e per potersi spendere nel mercato estero non bisogna avere nessun genere di titubanza linguistica. Oltre all'inglese spesso viene poi richiesta una altra lingua comunitaria, in Sardegna molti puntano sul tedesco. La Germania è un ottimo mercato per i vini ed i formaggi sardi. Da qualche tempo poi si iniziano a richiedere competenze in russo, cinese e arabo.
Agroalimentare un settore di successo
In Sardegna è l'agroalimentare il settore che sembra poter dare maggiore successo in campo internazionale. Sembra infatti che i prodotti dell'isola piacciano e possano trovare ulteriori sbocchi nelle piazze non nazionali: servono però maggiori investimenti in promozione , per accedere ai mercati esteri serve personale specializzato. Un export manager del comparto, oltre ad avere le competenze linguistiche necessarie apprese anche con un anno all'estero deve conoscere il settore ed avere una propensione forte ad investire in formazione idonea per affrontare il comparto molto settoriale e specializzato.
Un settore da sempre strategico per l’economia italiana e che per questo ha assoluta necessità di riemergere sollevando la testa per tornare ai livelli pre crisi.
Stiamo parlando dell’automotive, ovvero il comparto dell’automobile a 360 gradi.
Un universo che in questi anni si è andato a ridisegnare per mantenersi su livelli accettabili visto che, vuoi o non vuoi, la crisi si è fatta sentire anche nella vendita di auto.
Ecco allora che sono nate realtà alternative come il noleggio a lungo termine o gli intermediari di compro auto usate.
Realtà che in un modo o nell’altro sono riuscite a dare una smossa al comparto anche nei momenti di maggiore buio.
Negli ultimi mesi gli indicatori sembrano essere tornati si valori positivi ed allora è arrivato il momento di guardare al futuro: che parlando di auto fa sempre più rima con la parola ‘tecnologia’.
E non soltanto per quel che riguarda le dotazioni di bordo delle vetture ma anche per tutto quello che concerne il processo produttivo e la scala di montaggio.
Si parla ad esempio di piena realizzazione andando a implementare il processo di fabbricazione in modo intelligente; un fattore che porterebbe, secondo analisi del Digital Transformation Institute, ad un incremento del 50% dei profitti operativi annui.
E da questo punto di vista va detto a malincuore che il nostro paese si trova ancora dietro a tutti.
In Italia si registra infatti un ritardo rispetto agli altri paesi industrializzati e ritenuti grandi produttori di automobili: soltanto il 27% degli operatori del settore automotive nostrano, nel concreto, ha avviato iniziative di smart factory. Il che ci pone molto lontani da realtà come Francia, dove la percentuale è del 63%; Germania, 59%; Regno Unito, 56%; e Stati Uniti dove ci si attesta al 47%.
In pratica l’Italia deve effettuare uno scatto ulteriore se vuole pareggiare il gap con queste altre grandi realtà ritenuti colossi di livello mondiale nella produzione di automobili nuove. Le proiezioni ci parlano di un risultato del 24% delle fabbriche che diventeranno smart entro il 2022.
Se a questo si aggiunge che gli investimenti in innovazione per il settore automotive dovrebbero registrare un aumento della produttività annuale pari a 160 miliardi di dollari entro il 2023, si evince che l’industria automobilistica può guardare al proprio futuro con ottimismo.
C’è un termine che viene utilizzato e spesso abusato in campo economico finanziario: speculazione, una parola che per molti versi ha assunto significati non propriamente edificanti ma che in realtà, se ci si sofferma ad analizzarne il significato, non è poi così da mettere al bando.
Con il termine speculazione si va infatti a descrivere l’arte di ottenere (o almeno cercare di farlo) un vantaggio economico da un’operazione finanziaria. In pratica, ciò a cui tutti gli investitori ambiscono.
La vera differenza è la questione morale che è legata a doppio filo con questa azione; perché per raggiungere il proprio obiettivo, ovvero guadagnare e ottenere un vantaggio economico, solitamente uno speculatore non guarda in faccia niente e nessuno. Una sorta di ‘gioco’ nel quale ogni mossa è valida pur di arrivare a raggiungere lo scopo finale.
Questo il significato di speculazione finanziaria, per molti una vera e propria attività lavorativa dove chi investe soldi è ben conscio anche dei rischi che ciò comporta.
In sostanza un bravo speculatore deve investire cercando di prevedere l’andamento dei mercati; e in effetti il termine speculatore deriva dal latino ‘specula’ che va a indicare proprio l’arte di guardare in profondità con attenzione e quindi guardare al futuro.
Nel concreto quindi chi fa speculazione cerca di trarre il massimo profitto da una serie di operazioni, in questo caso nel campo della finanza. Un qualcosa che moralmente può anche essere visto come non propriamente ortodosso ma che non è poi così lontano dalla natura dell’uomo.
In pratica si potrebbe dire che un’operazione finanziaria può essere definita speculativa quanto assume una posizione fondata su una previsione o aspettativa di una differenza tra un valore attuale e valore futuro; il tutto nell’ottica di trarne un beneficio, e fin qui si parla di un qualcosa che non è poi così diverso dal concetto di investimento.
A fare realmente la differenza tra investimento e speculazione è il fatto che in quest’ultimo caso le variabili di mercato che possono determinare la riuscita dell’investimento possono essere influenzate o persino provocate dallo speculatore stesso. Quindi chi esegue l’investimento può manipolare il mercato per far cercare di ottenere guadagni. Ed è qui che il concetto di speculazione diventa in buona parte amorale.
Un po’ quello che accade anche a livello politico e che si sta dibattendo anche in questi giorni in Italia dove, a causa della mancanza di un Governo viste le difficoltà di metterlo in piedi, lo stesso presidente della Repubblica Mattarella ha messo in guardia tutti circa la possibilità che la già fragile situazione economica italiana possa essere esposta ulteriormente a manovre speculative finanziarie sui mercati internazionali.
Continua l’andamento altalenante delle criptovalute, monete virtuali che da qualche mese hanno conquistato le prime pagine dei giornali. Tutto è iniziato con il Bitcoin, antesignano di questi nuovi prodotti, che ha lasciato registrare una crescita ai limiti dell’incredibili arrivando, lo scorso dicembre, a lambire l’incredibile soglia dei 20mila dollari.
Una sorta di isterismo di massa si è diffuso nel mondo della finanza dando il via ad una diffusione di strumenti affini, con la speranza di poter replicare quanto fatto proprio dal Bitcoin. Interessante notare quello che sta accadendo a livello globale in riferimento a questi strumenti di pagamento virtuali: in Corea del Sud ad esempio, notizia di poche ore fa, la banca centrale sudcoreana sta prendendo in seria considerazione l’ipotesi di lanciare una criptovaluta di Stato. D’altra parte quella coreana è una realtà da sempre molto attenta al tema delle criptovalute.
Ma non si tratta di un’idea poi così nuova dato che ci sono anche altri paesi che stanno valutando ipotesi simili, su tutti Cina e Russia che dopo aver dichiarato guerra in un primo momento alle criptovalute stanno ora pensando di cambiare strategia e andare a regolamentarle.
Per andare a cose di casa nostra, in Italia l’Agenzia delle entrate sta iniziando a fornire indicazioni su come inserire nella dichiarazione dei redditi eventuali guadagni derivati da Bitcoin o altre criptomonete: in sostanza saranno tassate come le valute estere.
Perché ormai le criptovalute vengono utilizzate anche come strumento da investimento, non più soltanto come metodo per inviare pagamenti online. E nel frattempo, particolare non da poco, si sono riprodotte arrivando ad essere tantissime.
Oggi sul mercato ce ne sono per tutti i gusti e si tende sempre a scommettere su quella che potrebbe essere il nuovo Bitcoin: ultimamente le attenzione sono tutte per il Ripple, valuta digitale che è in circolazione già dal 2013 e che, ancor più del Bitcoin, si prefigge l’obiettivo di eliminare gli ostacoli e le molteplici difficoltà che sono state incontrate dalla valuta virtuale per eccellenza. In pratica si tratta di dare ulteriore linfa al sistema P2P per andare così ad abbassare, se non eliminare del tutto, i costi di intermediazione sulle transazioni finanziarie.
In sostanza l’argomento delle monete virtuali è sempre caldo; dopo averlo provato ad ignorare per mesi, adesso, spinti dal successo popolare, anche i governi centrali delle principali economie mondiali stanno iniziando a trattare il tema; e non potrebbe essere altrimenti vista la diffusione di queste monete virtuali.

Oltre 9.000 mi piace e 1900 condivisioni per la La foto curiosa diventata virale nel giorno di San Valentino.
Condivisa dalla pagina Laura Laccabadora parlava di un pastore di Senorbì che avrebbe radunato il suo gregge creando la forma di un cuore dedicando così a sua moglie quel che di più ha prezioso: le pecore. La notizia ripresa anche da alcune testate on line, come CastedduOnLine in realtà è un falso.
Si tratta di una foto fatta in Inghilterra dal fotografo Carys Mair Evans per una campagna per la British Heart Foundation col fine di acquistare dei defibrillatori.
La foto gira nel web dal 2013 (fonte dailymail). La foto era stata scambiata per sarda in quanto condivisa, probabilmente in modo scherzoso da una ragazza di Senorbì nel proprio profilo, e da li condivisa senza verificare l'effettiva fonte.
E' online da alcuni mesi, Sinnai News, il portale dedicato alle notizie ed eventi di Sinnai, Settimo e Maracalagonis.
Sorto dalle ceneri della omonima sezione presente da anni sul sito di Radio Fusion, Sinnai News nasce per racchiudere in un unico sito web solo l'informazione locale della zona differenziandosi dal resto degli argomenti presenti dall'interno del sito dell'emittente.
Sinnai News raggiungibile dai link sinnainews.it e sinnainotizie.it contiene all'interno notizie di attualità, cronaca, politica ma anche eventi e la sezione "cultura" dove sono riportati articoli su le meraviglie culturali della zona ma anche reperti e curiosità della storia Sinnaese.
Il Sito è gestito dall'associazione culturale Radio Fusion ed è possibile collaborare scrivendo una mail a
Sui social son tutti scatenati. Tutti a polemizzare contro le buste a pagamento nei supermercati.
Ma basta un minimo di buon senso per capire che si tratta di una polemica inutile e nata solo per screditare le iniziative di una certa parte politica.
Le buste di plastica le abbiamo sempre pagate! Infatti anche i vecchi tradizionali sacchetti leggeri “gratuiti” erano in realtà pagati dai noi clienti: nei prezzi dei prodotti che acquistiamo sono già contenuti, spalmati, i costi di gestione che devono sostenere i supermercati.
Sapete cosa inquina maggiormente i nostri mari? La Plastica.
Almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno. E gran parte dei rifiuti è composto da quelle buste che usavano prima al supermercato. Ci mettono minimo 20 anni per decomporsi...
Questa legge elimina queste buste di plastica e obbliga ad utilizzare le biodegradabili che si possono tranquillamente riutilizzare per la raccolta dei rifiuti organici (umido.)
Qualcuno si appiglia al fatto che i sacchetti non possono essere riutilizzati nei supermercati, vuoi per una questione di igiene, vuoi anche perchè le bilance nelle casse dei supermercati son tarate per le buste fornite in loco, quindi un'altra busta differente potrebbe comportare un peso differente.
Ma poi, il problema non si è mai posto con i sacchetti di plastica "gratis" e ve lo ponete ora?
C'è poi chi ha avuto la brillante idea di pesare singolarmente la frutta, consumando più carta per le etichette oltre a perdere tempo inutilmente.
Una polemica sterile e inutile, considerando che le buste biodegradabili (quelle in cassa) si sono sempre pagate fino a 20cent a busta. L'obbligo non è mai una bella cosa, sopratutto magari sarebbe stato meglio spalmare il costo come le precedenti buste di plastica così nessuno si sarebbe lamentato.
L'Italiano medio, è abituato a pagare "silenziosamente". Può pagare accise e iva senza accorgersene e dire nulla, ma basta mettere un centesimo reale a sacchetto e scatta il finimondo.
Quindi cari miei, non so voi, ma io per un ambiente meno inquinato, preferisco pagare qualche centesimo a busta.
Sull’isola non si ricordano terremoti devastanti, per questo la Sardegna è considerata da sempre una regione a rischio sismico zero. Nella classificazione nazionale, è considerata Zona 4, cioè un’area dove i terremoti sono rari e dove la possibilità di danni sismici è remota.
Effettivamente, la Sardegna è relativamente immune ai fenomeni sismici, che sono causati dai movimenti delle placche terrestri: l’isola, infatti, è fuori dalla linea di contatto tra la placca euroasiatica e la placca africana.
Ovviamente, ciò non significa che anche in Sardegna non possano verificarsi piccoli eventi sismici, seppur di bassa intensità. Un’interessante ricerca pubblicata a maggio 2016 sul blog dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia aveva posto l’attenzione sul tema, elencando una serie di scosse che negli ultimi decenni avevano creato una certa apprensione tra gli isolani. La bassa probabilità, dunque, non può essere considerata sinonimo di assenza di terremoti.
L’applicazione dei criteri e delle azioni della disciplina antisismica nazionale rappresenta un obiettivo a cui ambire, indipendentemente dalla probabilità di terremoti. Progettare secondo questi criteri non rappresenta soltanto un maggiore impegno economico in fase realizzativa ma anche un passo avanti dal punto di vista dell’impegno culturale e della preparazione tecnica.
Nelle aree aziendali destinate allo stoccaggio delle merci, come magazzini e capannoni industriali, la tenuta delle strutture e la sicurezza del lavoro sono ovviamente fondamentali. L’aspetto antisismico non va trascurato anche per strutture non murate come soppalchi e scaffali metallici.
I parametri di sicurezza sismica, oltre ai carichi statici determinati dal peso degli scaffali metallici e dal peso della merce stoccata, prendono in considerazione anche i carichi dinamici, calcolati in base alle possibili oscillazioni causate dall’eventuale sisma. Le scaffalature industriali metalliche devono essere autoportanti, cioè fissate a terra e svincolate da altre strutture. L’ancoraggio e le travi devono essere calibrati in base alle dimensioni e al carico, così come i materiali utilizzati.
La certificazione antisismica degli scaffali metallici per il magazzino, cioè il documento che garantisce circa la resistenza della struttura alle oscillazioni, può essere rilasciata da un ingegnere abilitato o dal fornitore stesso, che autocertifica il suo prodotto, dando prova dell’adeguatezza e qualità della progettazione e dei materiali impiegati.
L’aspetto antisismico di una scaffalatura metallica riveste grande importanza nell’economia di una piccola o media impresa. Per avere la sicurezza di investire su prodotti sicuri e certificati ISO occorre fare riferimento alle normative nazionali e regionali vigenti in materia e alla competenza di produttori qualificati, che prendono in carico l’iter dal sopralluogo al montaggio, passando per la progettazione e l’assistenza post vendita.
Adeguare la propria azienda agli standard di sicurezza rappresenta una concezione moderna e ragionata a cui ambire, a prescindere dal rilievo del rischio previsto, anche in Sardegna. Nonostante l’isola sia in una posizione sismica invidiabile, il rischio zero non esiste.
Se siete in procinto di comperare un nuovo aspirapolvere, è bene che, prima di fare un acquisto sbagliato, del quale poi finireste per pentirvi, vi chiariate le idee e capiate quale sia la tipologia di prodotto più adatto ed indicato per la vostre esigenze.
Di primo acchito, infatti, parlando di aspirapolvere tutti pensano al classico modello a traino. Di certo è un attrezzo performante e versatile, ma oggi vi sono altre valide alternative che meritano quanto meno di essere prese in seria considerazione.
In generale, sono 3 le grandi categorie in cui è possibile suddividere le aspirapolveri destinate alle pulizie domestiche: oltre ai tradizionali modelli a traino, troviamo infatti le scope elettriche e i robot aspirapolvere. Per dovere di cronaca poi, andrebbero citati anche gli aspirabriciole, compatti e dalla potenza limitata, destinati solo a piccoli interventi di pulizia, nonché i bidoni aspiratutto, che al contrario vengono impiegati per lavori di grande entità o anche per pulire esterni, depositi, soffitti e garage.
Vediamo dunque di analizzare brevemente quali siano i pro e i contro di ciascuna delle tre tipologie suddette ed in quali frangenti è preferibile optare per l’una piuttosto che per l’altra, in modo che siate sicuri di scegliere il prodotto che davvero fa al caso vostro.
Aspirapolvere a traino
Tra tutte le aspirapolveri che è possibile trovare sul mercato quelle cosiddette a traino, o a carrello, sono di certo le più comuni e gettonate, tanto è vero che peraltro tutti associano ad esse l’idea e l’immagine di “aspirapolvere”.
In generale si tratta macchine piuttosto potenti, ideali per le grandi pulizie di casa, poiché rimuovono con facilità qualsiasi tipo di sporco, senza contare che hanno in dotazione svariati accessori che consentono di pulire anche i tappeti, spazzolare i tessuti, aspirare i divani, rimuovere i peli di animale e raggiungere spazi molto alti o particolarmente angusti.
Le prestazioni dunque sono al top; il difetto sta nel peso e nell’ingombro, sia quello del corpo macchina da trascinarsi appresso, che quello del filo, che rendono queste aspirapolveri poco maneggevoli e, a lungo, stancanti.
Scopa elettrica
Anche la scopa elettrica è un grande classico. Molti la prediligono proprio per il fatto che si tratta di un oggetto più pratico, leggero e veloce da utilizzare rispetto all’aspirapolvere a traino, specie nella sua variante senza filo.
Perfetta per pulire delle scale, o per una passata quotidiana ai pavimenti, è però decisamente meno indicata per le grandi pulizie, poiché non può raggiungere le superfici alte, è meno potente e molto meno versatile ed accessoriata rispetto ad un tradizionale aspirapolvere, ma costa anche un po’ meno!
Robot aspirapolvere
Un robot aspirapolvere è il sogno di ogni casalinga: d’altro canto chi di voi non vorrebbe avere a proprio servizio uno strumento che, in piena autonomia, tiri a lucido i pavimenti, rimuovendo polvere, briciole, peli e sporco, magari mentre siete fuori casa?
Si tratta di un aspirapolvere miniaturizzato funzionante a batteria, in grado di passare agilmente al di sotto di mobili e letti; vi basterà programmarlo ed il robot farà tutto da solo, in totale autonomia.
I modelli più performanti e tecnologicamente avanzati sono in grado di memorizzare la planimetria della vostra casa e la presenza di eventuali ostacoli, ottimizzando il percorso.
Se siete super impegnate, spesso siete fuori casa e non avete molto tempo da dedicare alle pulizie domestiche, un robot aspirapolvere potrebbe essere esattamente quello che fa il caso vostro.
L’unico svantaggio di questi elettrodomestici è il costo, specie per I modelli che garantiscono grandi prestazioni!
Ora, non vi resta che scegliere la tipologia di aspirapolvere che fa maggiormente al caso vostro, rimboccarvi le maniche e cominciare a pulire!
Quando guardiamo il nostro programma preferito alla televisione ci capita molto spesso di vedere scorrere sul nostro schermo pubblicita’ inerenti il gioco casino o giochi a scommesse sportive. Questo perche’ negli ultimi anni e’ ben chiara ogni tipologia legislativa per operare anche tramite il web italiano nella raccolta dei giochi a distanza. Un mercato in continua espansione e in grande crescita, basti pensare ai numeri che continuano a crescere come l’aumento delle ricerche nei motori digitali (+30% trimestrale) e nei fatturati che sfiorano gli 800 milioni di euro, che offre la possibilita’ di tentare la fortuna in un click. Un business attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e raggiungibile da un qualsiasi dispositivo in grado di connettersi ad internet. Ed ecco che tablet, smartphone, pc e portatili si trasformano in vere case da gioco in diretta. Una pausa dal lavoro, un viaggio in treno puo’ rappresentare un lasso di tempo in cui si puo’ assaporare un po’ di adrenalina di gioco e magari vincere proprio il jackpot piu’ alto. Con il continuo aumentare delle innovazioni tecnologiche e con l’aumentare della domanda, l’offerta sale di conseguenza; ed ecco che imprenditori italiani ed esteri investono il proprio tempo e denaro su siti di gioco d’azzardo. Giochi che sono certificati sai Monopoli di Stato italiani e che vengono, adesso, inseriti nella rete web italiana sotto controllo e legalmente. Con tanta concorrenza online me’ necessario, dunque, aumentare le pubblicita’. E cosi i nostri film in televisione, i quotidiani che sfogliamo la mattina al bar, le nostre email, si riempiono letteralmente di promozioni scommesse e bonus casino virtuali. Un bombardamento vero e proprio che, la maggior parte delle volte, invece che aiutare un utente nella scelta di un sito lo confondono portandolo a non scegliere alcun portale. Come fare dunque a capire quali sono le offerte migliori e i migliori siti che le propongono? Ecco che, per fortuna, esistono siti di comparazione giochi, siti e bonus. Uno dei piu’ popolari del web italiano per i siti di slot machines online, e’ slotwin.it. Un portale molto ben costruito e sempre aggiornato con ottime recensioni dei giochi, la possibilita’ di giocare gratis a tutte le slot machine prima di farlo con denaro reale, e classifiche sempre aggiornate di bonus senza deposito di tutti i migliori siti legali presenti nel mercato italiano regolamentarizzato. Un cugino, molto stretto, che pero’ recensisce siti di scommesse sportive e’ promozioniscommesse.it. Un portale dedicato agli eventi sportivi e ai pronostici calcistici, con ottime informazioni di gioco e classifiche esclusive dei migliori bonus dei migliori siti sportbook italiani. Due siti che hanno come scopo quello di semplificare la vita ai giocatori novizi ma anche a quelli piu esperti. Entrambi i siti recensiscono solo siti legali in italia e ricordano che il gioco puo’ diventare patologico. Giocare sempre il giusto. Buona Fortuna!
Ortueri, paese del Mandrolisai, abbarbicato tra le colline del centro Sardegna anche questo anno ospita un week end di Autunno in Barbagia con Cortes Apertas.
Autunno in Barbagia ad Ortueri come in tutti i paesi della Sardegna interna è un momento unico ed esclusivo di promozione turistica e culturale.
Colores et sabores de attongiu: così si chiama l'evento ortuerese, ha ricevuto l'adesione di parecchi cittadini che metteranno in mostra i loro saperi e i loro sapori.
Il paese si veste a festa: mostra ai visitatori ed ai turisti il meglio delle tradizioni locali per una due giorni ricca di un profumo d'altri tempi.
Tra le tante Cortes aperte da artigiani, imprenditori ed associazioni meritano una tappa e particolare attenzione quella gestita da Alessandro Giuseppe Loi, imprenditore vitinvinicolo di vini locali come l'ottimo Rosso Mandrolisai, il bianco Moscato dolce ed il lacconargiu secco. La corte di Loi si trova in via Tirso.
La corte numero 24 delle sorelle Loi Natale in Dommo Nostca, dove si possono vedere oggetti natalizi fatti completamente a mano fatte e mano, i lavori sono completamente artigianali. Particolari da ammirare e da scoprire in compagnia delle sorelle Loi che mostreranno al visitatore la loro creatività ed il loro saper fare. Per raggiungere Natale in Dommo Nostca ci si deve recare alla corte 24 situata in Via Dante ben riconoscibile dal nome Da Laura .
Accanto è poi possibile scoprire gli antichi sapori tradizionali del formaggio fatto oggi come un tempo. In una stanza attigua infatti sono esposti i prodotti del Mini Caseificio Succu. Prodotti di qualità, quelli di Valerio Succu e dei suoi familiari, sapori antichi di formaggi ovini, fatti oggi con le innovazioni tecnologiche permesse dal tempo, formaggi che conservano però la maestria di chi di campagna ci ha vissuto e ci vive.
Oltre le cortes da vedere nel paese la chiesa parrocchiale di San Nicola costruita tra il XVIII e il XIX secolo caratterizzata da un organo in legno dipinto di fattura artigianale.
Il paese è noto anche per Parco degli Asini Sardi, Mui Muscas, dove si possono incontrare liberi gli asinelli.
In questo periodo Ortueri è da vedere: infatti qui è una magia di colori della natura. Vigne rosse ed arancioni, alberi di quercia sughero verde cupo, pecore ed agnelli al pascolo.
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