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Iran-Usa, l'offerta di Trump per la pace: la proposta segreta

27 Giugno 2025
Donald Trump

(Adnkronos) - Un aiuto da 30 miliardi di dollari, sanzioni alleggerite, fondi 'liberati'. Sono le carte che gli Stati Uniti, secondo la Cnn, mettono sul tavolo nel tentativo di portare l'Iran al tavolo per spingere Teheran ad abbandonare il programma nucleare per l'arricchimento dell'uranio. 

Il dialogo tra l'amministrazione di Donald Trump e la repubblica islamica non si è interrotto nelle ultime 2 settimane, con la guerra tra Iran e Israele, e non è stato troncato nemmeno dai raid americani contro i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan. Secondo l'emittente, gli Usa hanno elaborato almeno una bozza preliminare di proposta e hanno illustrato una serie di incentivi, attraverso le parole dell'inviato speciale Steve Witkoff, in un meeting alla Casa Bianca a cui hanno partecipato emissari dei paesi del Golfo, incaricati di fare da intermediari con Teheran. La riunione sarebbe avvenuta venerdì 20 giugno, appena un giorno prima degli attacchi ai siti nucleari. 

 

La bozza comprenderebbe la disponibilità a garantire investimenti per 20-30 miliardi di dollari in un programma nucleare per uso civile. Il denaro non arriverebbe direttamente dagli Stati Uniti ma dai partner arabi di Washington. Il piano potrebbe prevedere anche la realizzazione di un impianto destinato a sostituire Fordow, 'annientato' dai bombardieri B-2, come ha detto Trump. 

"Gli Stati Uniti vogliono condurre questi colloqui. Qualcuno dovrà pagare per la realizzazione del programma nucleare ma noi non intendiamo farci carico dell'impegno", le parole di una fonte dell'amministrazione alla Cnn. Altri incentivi comprenderebbero la rimozione di alcune sanzioni e la possibilità per Teheran di accedere a 6 miliardi congelati all'estero. Gli Stati Uniti cercano "un accordo di pace complessivo", ha spiegato Witkoff a Cnbc: il punto di partenza, per la Casa Bianca, è il no ad un Iran dotato di armi nucleari. 

"Ci sono segnali" che fanno pensare alla possibilità di raggiungere l'accordo. "Stiamo avendo colloqui con gli iraniani, diversi interlocutori ci hanno contattato: penso siano pronti". Il confronto, come ha detto Trump nei giorni scorsi, potrebbe proseguire con contatti la prossima settimana. Pubblicamente, il presidente non giudica essenziale il raggiungimento di un'intesa: "Non mi interessa se ci sarà un accordo o meno". Nella partita a scacchi, frena anche l'Iran. 

"Gli errori degli Stati Uniti non solo non hanno contribuito a risolvere la questione nucleare, ma l'hanno resa molto più complessa e complicata. In precedenza, la questione nucleare iraniana era sulla strada di una soluzione pacifica. Ma ora, con la guerra e le vittime, non è più facile raggiungere un accordo come prima", ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un'intervista tv. 

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Swiatek-Paolini: orario, precedenti e dove vederla in tv (in chiaro)

27 Giugno 2025
Jasmine Paolini - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Torna in campo Jasmine Paolini. La tennista azzurra sfida oggi, venerdì 27 giugno, la polacca Iga Swiatek, ex numero uno del mondo oggi all'ottavo posto nel ranking Wta, nella semifinale del torneo di Bad Homburg. Paolini ha battuto nei quarti di finale la brasiliana Beatriz Haddad-Maia in due set, mentre Swiatek ha superato la russa Ekaterina Alexandrova. Obiettivo di Jasmine, numero quattro del mondo,raggiungere la finale in uno dei tornei preparatori a Wimbledon, Slam che si giocherà, a partire dal prossimo 30 giugno, sull'erba londinese. 

 

La sfida tra Swiatek e Paolini è in programma oggi, venerdì 27 giugno, alle ore 13. Le due si sono sfidate in cinque precedenti, tutti vinti dalla polacca, che conduce quindi con un netto parziale di 5-0. L'ultima sfida risale al torneo di esibizione World League Tennis negli Emirati Arabi, dove lo scorso dicembre Paolini fu costretta al ritiro per infortunio dopo aver perso il primo set. 

 

Swiatek-Paolini, come tutte le partite del Wta 500 di Bad Homburg 2025, sarà visibile in chiaro sul canale tv SuperTennis e in in diretta tv via satellite su Sky Sport. In streaming, i match saranno visibili su SuperTenniX, sull'app SkyGo e Now Tv. 

 

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Formula 1, oggi le prove libere del Gp d'Austria: orari e dove vederle in tv

27 Giugno 2025
Max Verstappen - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Torna in pista la Formula 1. Oggi, venerdì 27 giugno, vanno in scena le prove libere del Gran Premio d'Austria, l'undicesimo appuntamento del Mondiale. Si riparte dal dominio McLaren (fin qui già sette i successi del Team Papaya, 5 con Oscar Piastri, leader della classifica Piloti, e 2 con Lando Norris) e dal successo nell'ultimo Gp del Canada targato Mercedes, con George Russell a precedere la Red Bull di Max Verstappe e il compagno di squadra Kimi Antonelli, al primo podio della carriera. Ancora lontane le Ferrari di Charles Leclerc e Lewis Hamilton, a caccia del riscatto sul circuito del Red Bull Ring. 

 

Le due sessioni di prove libere del Gp d'Austria sono in programma oggi, venerd'ì 27 giugno. La prima andrà in scena alle ore 13.30, mentre la seconda alle 17. Tutti gli appuntamenti del weekend, quindi anche le prove libere, saranno trasmessi in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il weekend di Formula 1 si potrà seguire in streaming anche sull'app SkyGo e su NOW. La gara invece, in programma domenica 29 giugno, sarà visibile anche in chiaro su TV8, ma in differita alle ore 18.30. 

 

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Ue, accordo a 26 sull'Ucraina. Resta nodo spesa difesa

27 Giugno 2025
Il Consiglio europeo (Afp)

(Adnkronos) - Conclusioni a 26 sull'Ucraina, per l'opposizione dell'Ungheria di Viktor Orban, secondo il quale l'adesione di Kiev all'Ue "ci trascinerebbe in guerra". Sull'accordo di associazione Ue-Israele e la sua eventuale sospensione per la violazione dell'articolo 2, gli Stati membri restano divisi e continueranno a discutere: appuntamento rimandato al prossimo Consiglio Affari Esteri. Il nodo di come finanziare l'aumento delle spese per la difesa che si prospetta di qui al 2035 resta insoluto, mentre nei negoziati commerciali con gli Usa la trattativa potrebbe entrare finalmente nel vivo, con l'arrivo dell'attesa controproposta dagli Usa, che la Commissione "sta esaminando in questo momento", come ha detto Ursula von der Leyen.  

I capi di Stato e di governo si sono ritrovati a Bruxelles per il Consiglio Europeo di giugno e hanno discusso anzitutto di difesa, che è stato il punto principale del summit, come ha confermato il premier portoghese Luis Montenegro. Il dibattito in materia di sicurezza e difesa ha fatto seguito al summit dell'Aja, dove sono state prese decisioni rilevanti, con l'impegno degli Stati membri a portare la spesa militare e per la sicurezza al 5% del Pil entro il 2035. 

Anche se l'obiettivo Nato, come ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, non è corredato da target intermedi, si tratta comunque di un livello di spesa molto alto, specie per quei Paesi che hanno scarsi margini di manovra nel bilancio e che, molto probabilmente, dovranno tagliare la spesa sociale per finanziare quella militare. Una scelta, questa, politicamente rischiosa ed elettoralmente penalizzante per qualsiasi governo.  

Il nodo è come finanziare i continui aumenti di spesa per la difesa che i governi dovranno sostenere. Da dove arriveranno i soldi necessari al riarmo che l'Europa ora dovrà perseguire a tappe forzate, per recuperare il divario rispetto alle altre potenze accumulato dalla fine della Guerra Fredda? Il problema è che, ad oggi, gli strumenti a disposizione sono tutti nazionali, come nazionale è la competenza nella difesa. L'unico strumento Ue è Edip, che ha una dotazione minima, 1,5 mld di euro ad oggi. Per i nordici, in particolare Germania e Olanda, l'idea che si possa fare debito comune per la difesa resta tabù. Per Berlino e L'Aja non c'è alcuna possibilità che venga varato un programma di eurobond per la difesa: "Assolutamente no", rimarca una fonte diplomatica europea. 

Tuttavia, dal 2020 ad oggi le cose sono cambiate: come confermano più fonti, due Paesi ex Frugali come Finlandia e Danimarca hanno cambiato posizione su questo punto, perché iniziano a rendersi conto che le risorse pubbliche di cui dispongono sono limitate, troppo per far fronte alla necessità di riarmarsi davanti alla minaccia russa. La stessa premier danese Mette Fredriksen, già alfiere dei Frugali malgrado sia socialdemocratica, ora che gli Usa di Donald Trump hanno messo gli occhi sulla Groenlandia ha invitato a "spendere, spendere, spendere" nella difesa. E a lavori chiusi il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa ha evidenziato che i leader hanno chiesto alla Commissione "di proporre una tabella di marcia, anche per quanto riguarda il finanziamento", prima della prossima riunione di ottobre, un piano in grado di "fornire i mezzi per soddisfare le nostre ambizioni". 

Nelle conclusioni il debito comune non viene citato, ma Italia, Francia e Spagna hanno un interesse convergente e non hanno intenzione di lasciar passare in cavalleria una questione così centrale. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha detto che "la sicurezza e la difesa sono beni pubblici europei, pertanto bisogna che siano finanziati in modo comunitario, con risorse europee". Le conclusioni adottate dal Consiglio non dicono nulla di conclusivo su questo punto cruciale, ma di sicuro il tema tornerà sul tavolo, dato che la difesa è destinata a diventare un punto fisso dei summit, come le migrazioni. Intanto Giorgia Meloni ha sollevato nel vertice il nodo delle regole sui bilanci, che penalizzano i Paesi che vogliono investire nella difesa ma sono sotto procedura per deficit, come l'Italia. 

I leader hanno parlato anche di commercio, e in particolare delle trattative con gli Usa volte ad evitare l'imposizione duratura di pesanti dazi sulle importazioni dall'Ue. Il termine fissato dagli Usa è il 9 luglio, anche se la scadenza potrebbe essere prorogata per dare più spazio alle trattative, che vengono condotte dal commissario al Commercio Maros Sefcovic. Entro il 9 luglio era considerato fattibile, al limite, un accordo di massima. Von der Leyen ha confermato che è arrivata una controproposta dagli Stati Uniti d'America e che l'Ue è "pronta" a fare un accordo con gli Usa. Sia il cancelliere Friedrich Merz che il presidente Emmanuel Macron hanno auspicato un'intesa "rapida" con Washington. Le trattative non possono durare "in eterno", ha sottolineato il presidente francese.  

Merz ha anche riferito che l'Ue sta ragionando sulla possibilità di rimpiazzare la World Trade Organization, che "non funziona più", con un altro organismo che si occupi di risolvere le dispute commerciali. Von der Leyen ha spiegato che un organismo simile potrebbe partire da un accordo tra l'Ue e la Cptpp, accordo commerciale che riunisce Paesi dell'area del Pacifico come Australia, Nuova Zelanda, Cile, Messico, Perù, Giappone, ma anche il Regno Unito.  

Per quanto riguarda l'Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky si è collegato con i leader Ue in videoconferenza, poiché la situazione, con i bombardamenti russi, è tale per cui è dovuto rientrare in patria. Zelensky ha chiesto, in particolare, che venga aperto il cluster uno del negoziato sull'adesione, quello sui fondamentali, cosa alla quale l'Ungheria si oppone fermamente. Il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia è in via di finalizzazione. 

E' sull'allargamento che ci sono i problemi più grossi: l'Ungheria continua ad opporsi all'apertura del primo cluster per Kiev, con una posizione ferma, tanto che le conclusioni sull'Ucraina sono state adottate a 26. E' quindi possibile, a quanto si apprende, che si finisca per disaccoppiare il processo di adesione dell'Ucraina da quello della Moldova, che finora sono andati avanti di conserva, anche per utilizzare Chisinau come 'leva' per vincere qualche resistenza su Kiev, la cui adesione porrebbe comunque delle questioni non piccole da risolvere, come l'impatto sulla politica agricola comune. I leader hanno parlato anche degli aiuti finanziari al Paese invaso dalla Russia: se la guerra continuerà, bisognerà ragionare su come continuare a sostenerlo. 

Sul Medio Oriente, gli Stati membri restano divisi sulla questione della possibile sospensione dell'accordo di associazione tra Ue e Israele, dato che la Commissione ha stabilito, dopo quasi due anni, che gli israeliani violano i diritti umani a Gaza. Ci sono Paesi, come la Spagna, che chiedono apertamente la sospensione dell'accordo, mentre altri, come l'Italia, ritengono che sarebbe controproducente, perché finirebbe per irrigidire ancora di più la posizione di Israele. Per quanto riguarda l'Iran, la posizione è quella esposta da Kaja Kallas: Teheran non deve avere l'arma nucleare, ma l'Ue preferisce la via della diplomazia. 

Le conclusioni parlano anche di Siria e di Libano. Si è parlato anche di Cina (ma senza conclusioni) e di competitività, con gli usuali richiami alla necessità di rimuovere le barriere che continuano ad ostacolare il funzionamento del mercato interno, inclusa l'Unione dei risparmi e degli investimenti, il rebranding dell'Unione bancaria, ferma da anni per le resistenze degli Stati membri. C'è un passaggio, nel capitolo sulla competitività, sulla necessità di ridurre le dipendenze energetiche da Paesi terzi (leggasi Russia), che crea problemi alla Slovacchia.  

Bratislava si trova in una condizione molto particolare. Mentre prima incassava commissioni per il transito del gas che arrivava dalla Russia, ora, con la prospettata fine delle importazioni di metano russo, si trova davanti alla prospettiva di dover pagare di più per le fonti di energia. In primo luogo, per le commissioni di transito sul gas che le dovrebbe arrivare da altri Paesi. In secondo luogo, per il più che probabile aumento del prezzo del gas importato: un conto è importare gas via metanodotto dalla Russia, un altro importarlo da ovest. 

Per un Paese come la Slovacchia, che ha una importante industria dell'automotive, un aumento dei costi dell'energia è un grosso problema. Un passaggio nelle conclusioni dovrebbe quindi fare riferimento alla necessità di tenere conto delle "specificità dei Paesi senza sbocco al mare". Il premier Robert Fico ha incontrato von der Leyen per parlare del problema. Nelle conclusioni ci sono anche paragrafi sulla sicurezza interna, sulle minacce ibride, sulla strategia per il Mar Nero.  

Su richiesta di Malta e Italia, anche della situazione in Libia, visto il rischio che la presenza russa si espanda nel Paese e il recente aumento dei flussi migratori provenienti dalle sue coste. Proprio sui migranti si è tenuto, prima del summit, un incontro tra alcuni Paesi, promosso dall'Italia, che ha visto anche la partecipazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz, per il quale le migrazioni sono un tema politicamente molto sensibile, vista l'ascesa dell'estrema destra dell'AfD nei sondaggi. 

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E' morto Lalo Schifrin, leggendario compositore di 'Mission: Impossible'

27 Giugno 2025
Lalo Schifrin (Ipa)

(Adnkronos) - Lalo Schifrin, compositore, pianista e direttore d'orchestra argentino di fama mondiale, celebre per aver firmato alcune delle colonne sonore più iconiche del cinema e della televisione, tra cui il tema di "Mission: Impossible", è morto oggi a Los Angeles all'età di 93 anni a causa di complicazioni legate alla polmonite. La notizia è stata comunicata dalla famiglia ai media Usa.  

E' stato l'autore delle colonne sonore di film come "Bullitt", "Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo!", "Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan", "I 3 dell'Operazione Drago", "Brubaker" e "Tango". Schifrin ha vinto quattro Grammy Awards e ha ottenuto sei candidature all'Oscar per i suoi lavori originali nei film "Nick mano fredda", "La volpe", "La nave dei dannati", "Amityville Horror", "Competition" e per la colonna sonora riadattata del film "La stangata II". Nel 2018 ricevette il premio Oscar onorario come tributo alla sua lunga carriera. 

Boris Claudio 'Lalo' Schifrin era nato a Buenos Aires il 21 giugno 1932, figlio del primo violino dell'Orchestra Filarmonica della capitale argentina. Dopo studi classici e un’infatuazione adolescenziale per il jazz americano - musica che all’epoca doveva ascoltare di nascosto perché considerata "immorale" - Schifrin trovò il modo di fondere i due mondi, diventando uno dei compositori più versatili e innovativi del XX secolo. Il tema di "Mission: Impossible", in tempo dispari 5/4, venne composto in appena tre minuti senza vedere neppure un fotogramma del pilot.  

Schifrin ha lavorato con leggende del cinema e della musica: fu autore delle colonne sonore per tutti i film della saga dell'ispettore Callaghan con Clint Eastwood, che in seguito gli consegnò personalmente il premio Oscar onorario. Negli anni '60 e '70 Schifrin firmò musiche per numerose serie tv, tra cui "Starsky & Hutch", "Medical Center", "Petrocelli" e "Most Wanted". Nel 1973 Bruce Lee lo volle come compositore per "I 3 dell'Operazione Drago", e in cambio gli offrì lezioni gratuite di arti marziali. 

Parallelamente alla carriera hollywoodiana, Schifrin ha diretto alcune delle più prestigiose orchestre del mondo - da Vienna a Londra, da Los Angeles a Tel Aviv - e pubblicato decine di album. Nel 1993 diede vita al progetto Jazz Meets the Symphony, in cui univa le sue due anime musicali. È stato anche l'arrangiatore principale per i concerti de I Tre Tenori, il trio vocale composto dai tenori lirici Plácido Domingo e José Carreras e Luciano Pavarotti, attivo tra il 1990 e il 2007. Negli anni ‘80 fu nominato direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica di Parigi, con cui lavorò per cinque anni. Nel 1995 diresse una celebrazione sinfonica per il centenario della nascita del cinema a Marsiglia, in onore dei fratelli Lumière. 

Schifrin ha vissuto per decenni a Beverly Hills, nella storica residenza che un tempo apparteneva all'attore Groucho Marx. Era sposato con Donna Schifrin, che gestiva la sua etichetta discografica, la Adelph Records. Lascia tre figli - tra cui Will, sceneggiatore televisivo (The Fairly OddParents) e Ryan, regista (Abominable) - e quattro nipoti. (di Paolo Martini) 

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Iran: "Danni gravi agli impianti nucleari, non vogliamo Aiea a Teheran"

27 Giugno 2025
Rafael Grossi (Afp)

(Adnkronos) - L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) insiste sull'invio degli ispettori in Iran perché "devono valutare l'entità dei danni ai nostri impianti nucleari. I danni sono significativi e gravi". Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, in un'intervista tv tornando a parlare dell'attacco Usa all'Iran e dei raid israeliani. 

"Non abbiamo certamente intenzione di accettare il direttore generale (dell'Aiea, Rafael Grossi, ndr) a Teheran. Bisogna prendere una decisione anche riguardo agli ispettori", ha aggiunto Araghchi, che ha definito "vincolante" per il governo la nuova legge approvata dal Parlamento, e confermata dal Consiglio dei Guardiani, che chiede di sospendere la cooperazione con l'Aiea. 

"Il rapporto di Grossi ha aperto la strada a una risoluzione che è stata il preludio all'aggressione israeliana. Il rapporto del direttore generale dell'Aiea non è stato onesto e imparziale - ha aggiunto il ministro - In secondo luogo, i nostri impianti nucleari sono stati attaccati e l'Aiea non ha nemmeno condannato". 

"Gli errori degli Stati Uniti non solo non hanno contribuito a risolvere la questione nucleare, ma l'hanno resa molto più complessa e complicata - ha sottolineato Araghchi - In precedenza, la questione nucleare iraniana era sulla strada di una soluzione pacifica. Ma ora, con la guerra e le vittime, non è più facile raggiungere un accordo come prima". 

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha smentito l’ipotesi che Teheran abbia rimosso materiali sensibili dal sito nucleare di Fordow bombardato nel fine settimana, ribadendo quanto dichiarato in precedenza dal suo segretario alla Difesa, Pete Hegseth. 

"Il regime iraniano era a settimane di distanza dall'essere in grado di produrre un'arma nucleare che avrebbe minacciato il mondo intero, prima che il presidente Trump intraprendesse un'azione decisiva per cancellare le loro capacità nucleari", ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, durante un briefing con la stampa.  

In un discorso alla nazione, il terzo dall'inizio degli attacchi israeliani, la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha rivendicato la ''vittoria sul regime americano''. L'Iran ha dato ''un duro schiaffo in faccia all'America'' che ''è entrata in guerra perché sentiva che, se non lo avesse fatto, il regime sionista sarebbe stato completamente distrutto'', ha detto l'ayatollah. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, ''non hanno guadagnato nulla da questa guerra'' e ''anche in questo caso, la Repubblica Islamica ha vinto''. 

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato una "grande vittoria" contro l’Iran, definendola un’opportunità cruciale per ampliare gli accordi di pace in Medio Oriente. "Abbiamo combattuto con vigore contro l’Iran e ottenuto una grande vittoria. Questa vittoria apre un’opportunità per un’espansione enorme degli accordi di pace. Ci stiamo lavorando con determinazione", ha affermato Netanyahu in un videomessaggio. Il premier ha poi aggiunto: "Insieme alla liberazione dei nostri ostaggi e alla sconfitta di Hamas, c’è una finestra di opportunità che non possiamo perdere. Non possiamo sprecare nemmeno un giorno". 

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Israele-Gaza, ecco il nuovo Medio Oriente secondo Trump e Netanyahu

27 Giugno 2025
Benjamin Netanyahu e Donald Trump (Fotogramma)

(Adnkronos) - Subito dopo i bombardamenti americani sull'Iran, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, hanno avuto un colloquio telefonico in cui avrebbero sostanzialmente tracciato il futuro del Medio Oriente. Lo riferisce il giornale Israel Hayom, citando "una fonte al corrente della conversazione" tra i due leader. 

Secondo il quotidiano in lingua ebraica, durante la telefonata definita "euforica" per i risultati del raid - e a cui hanno preso parte anche il segretario di Stato, Marco Rubio, e il ministro israeliano degli Affari Strategici, Ron Dermer - Trump e Netanyahu avrebbero concordato di mettere fine alla guerra a Gaza entro due settimane, con il governo dell'enclave affidato a quattro Paesi arabi, tra cui Emirati ed Egitto. Il piano prevederebbe il rilascio degli ostaggi e l'esilio per la leadership di Hamas. Gli abitanti di Gaza che volessero lasciare la Striscia, prosegue Israel Hayom, verrebbero "assorbiti" da alcuni Paesi non meglio precisati.  

Il giornale indica che, contestualmente alla soluzione per Gaza, ci sarebbe un rilancio dei cosiddetti Accordi di Abramo, con Arabia Saudita e Siria che stabilirebbero relazioni diplomatiche con Israele, seguite poi da altri Paesi arabi e a maggioranza musulmana. Israele, da parte sua, avrebbe espresso sostegno alla soluzione a due Stati, condizionata alle riforme attuate dall'Autorità nazionale palestinese (Anp). Per Israel Hayom, Trump e Netanyahu avrebbero infine concordato il riconoscimento da parte di Washington della sovranità israeliana su alcune parti della Cisgiordania. 

Netanyahu ha espresso interesse a recarsi alla Casa Bianca per incontrare Trump. Lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, precisando che il presidente americano è "molto aperto all'idea, ma non c'è ancora una data specifica" per l'incontro.  

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Caldo record sull'Italia, oggi 13 città da bollino rosso

27 Giugno 2025
Ragazzo si rinfresca bagnando la testa - (Ipa)

(Adnkronos) - Weekend di fuoco in diverse città d'Italia, da Nord a Sud. Un caldo crescente, da record, che vedrà domani sabato 28 giugno 18 città da bollino rosso su 27 monitorate. E' il quadro prospettato dall'ultimo bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute, con le previsione per i prossimi giorni.  

 

Archiviato ormai il colore verde, assisteremo a un crescendo di allerta rossa: dopo le 6 città interessate ieri da bollino rosso (Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Perugia, Torino), oggi venerdì 27 giugno saranno 13 le città infuocate (Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Milano, Perugia, Roma, Torino, Venezia, Verona). 

 

Il numero delle città in allerta massima diventeranno 18 domani sabato 28 giugno: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona. Sempre nella giornata di sabato sono poi previsti 5 bollini arancioni per Catania, Civitavecchia, Genova, Rieti e Viterbo, mentre gli unici bollini gialli (4) sono tutti per città del Sud: Bari, Cagliari, Messina e Reggio Calabria.  

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Nozze Bezos, temporale su Lauren Sancherz sposa fortunata - Video

26 Giugno 2025

(Adnkronos) - Temporale, lampi e tuoni. Certamente, non il miglior modo per iniziare i festeggiamenti del matrimonio-evento di Jeff Bezos e Lauren Sanchez. Ma, come recita un famoso detto, ‘Sposa bagnata, sposa fortunata’. Nel frattempo, a Cannareggio c’è un via vai di taxi acquatici per riportare tempestivamente gli ospiti nei rispettivi hotel. Domani il grande giorno: il fondatore di Amazon e l’ex giornalista si diranno ‘sì’ sull’isola di San Giorgio, che sarà blindatissima. 

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Nozze Bezos, temporale su Lauren Sanchez sposa fortunata - Video

26 Giugno 2025

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Alcaraz, passante da sogno con Djokovic a Wimbledon. Poi lo 'sfotte' - Video

26 Giugno 2025
Carlos Alcaraz e Novak Djokovic - Ipa/Fotogramma

(Adnkronos) - Carlos Alcaraz si allena con Novak Djokovic. A pochi giorni dall'inizio di Wimbledon 2025, oggi, giovedì 26 giugno, il tennista spagnolo, fresco vincitore del Queen's e campione in carica a Londra, ha scambiato con il serbo, numero sei del mondo, sull'erba del Centre Court. Un allenamento ad altissimo livello, sia di intensità che di qualità, con colpi mozza fiato e alto agonismo. 

Durante gli scambi non sono mancati i siparietti. A un certo punto Alcaraz ha tirato fuori un passante di rovescio in avanzamento da sogno, che ha bucato Djokovic in lungolinea: "Oh, sorry", urla Carlos poco dopo aver visto la pallina rimbalzare due volte sull'erba londinese. Quando Nole si prepara a servire di nuovo, Carlos alza le braccia, a volersi 'scusare' nuovamente per il colpo, provocando la reazione divertita del serbo. Djokovic gli fa un cenno con la racchetta, Alcaraz ribadisce: "Ho chiuso gli occhi, giuro", e tutto finisce con una risata. 

 

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Matrimonio di Bezos, a Venezia la prima festa - Videonews della nostra inviata

26 Giugno 2025

(Adnkronos) - Red carpet a cielo aperto e blindatissimo per la cena che dà il via ai lunghi festeggiamenti per il matrimonio del fondatore di Amazon Jeff Bezos e Lauren Sanchez. Tra gli ospiti avvistati, sbarcati alla Chiesa della Madonna dell’Orto a Cannaregio, Leonardo DiCaprio, Kim e Khloé Kardashian, Kris Jenner e il compagno Corey Gamble. (di Lucrezia Leombruni) 

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Dazi Usa, Casa Bianca: aumento di luglio potrebbe essere rinviato

26 Giugno 2025
La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt (Afp)

(Adnkronos) - L'amministrazione del presidente Donald Trump potrebbe prorogare la scadenza del 9 luglio prevista per l'entrata in vigore di dazi più alti sulle importazioni da decine di Paesi. Lo ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, che ha descritto la definizione di una data non essenziale per gli obiettivi del presidente. "Potrebbe essere prorogata, ma si tratta di una decisione che spetta al presidente", ha affermato Leavitt.  

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