(Adnkronos) - "E' giusto che tutti si siano indignati e abbiano dato solidarietà alla premier Meloni per quanto accaduto rispetto alle minacce alla figlia. L'ho fatto anch'io. Ma come altri medici sono 4 anni che riceviamo insulti e minacce sui nostri profili social, ci augurano la morte ogni giorno o affermano di volerci aspettare sotto casa. Nessuno li condanna? Il punto è che questo fenomeno è generato anche da una campagna d'odio messa in piedi da alcune forze politiche. Non accorgersene vuol dire che c'è qualcosa che non va nella politica. C'è una Commissione parlamentare che ha messo nel mirino i vaccini, evidentemente si continua a fare politica dietro i vaccini. Ci dovrebbe essere una condanna unanime contro chi minaccia i medici: se il politico è minacciato c'è una condanna unanime, mentre degli operatori minacciati non interessa a nessuno". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, che ha deciso di non fare finta di nulla contro i no-vax, che da anni lo minacciano sui social, ma di denunciarli e di pubblicare online nome, cognome e profilo.
"Siccome lo strumento migliore per difendersi è gogna mediatica - prosegue - io ogni volta che riceverò una minaccia pubblicherò sulle mie pagine social nome e cognome. Così le persone sapranno chi sono questi personaggi che continuano ad augurarmi la morte solo perché difendo i vaccini. Io non ho fatto nulla, ho solo fatto il mio lavoro ovvero di dire che in un momento di emergenza sanitaria ci si doveva vaccinare".
"Il mondo della vita reale dove insegnanti, medici, poliziotti, possono essere vituperati senza che nessuno si indigni è anni luce distante da quello della politica. Così non va bene e il divario sta aumentando. Ma i cittadini se ne accorgono e infatti non vanno a votare", conclude l'infettivologo.
Leggi tutto: Bassetti: "Politica indignata per minacce a Meloni, tace su medici presi di mira"
(Adnkronos) - Sciopero delle Poste italiane oggi, martedì 3 giugno 2025. Le categorie di Cgil e Uil del settore postale hanno proclamato l'agitazione su tutto il territorio nazionale per rivendicare diritti e salario per le lavoratrici e i lavoratori e per denunciare l’atteggiamento aziendale che, azzerando il confronto e negando il pluralismo, mette in discussione la democrazia stessa nella più grande azienda privata del Paese.
Lo sciopero interessa tutte le prestazioni ordinarie per l’intero turno di lavoro. Per le prestazioni straordinarie, supplementari ed aggiuntive, invece, la protesta andrà avanti fino al 2 luglio 2025. Tuttavia "verranno garantite le previste prestazioni indispensabili", comunica una nota di Poste.
La mobilitazione potrebbe impattare sul pagamento delle pensioni, in programma proprio oggi 3 giugno. A rischio anche le consegne e e spedizioni di posta e pacchi e i servizi di pagamento tramite bollettini postali.
Commentando l'agitazione Maurizio Landini, segretario generale Cgil, e Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, si dicono "al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori" spiegando che "desta grande preoccupazione che Poste Italiane, azienda a controllo pubblico e che ambisce a svolgere un ruolo centrale nello sviluppo economico e sociale del Paese, silenzi il dissenso e cerchi la scorciatoia degli accordi separati per massimizzare i profitti e non dare risposte alle giuste istanze dei lavoratori". "Non vorremmo - aggiungono - che questa fosse una strategia per preparare l’ulteriore privatizzazione di Poste, annunciata dal Governo e da noi sempre contrastata”.
“Il ruolo e la storia di Poste Italiane – aggiungono i Segretari generali di Cgil e Uil – impongono alla dirigenza aziendale un cambio di paradigma. Non esistono solo gli interessi degli azionisti: agli ottimi risultati economici del gruppo devono corrispondere migliori condizioni di lavoro e salariali per i lavoratori di Poste, che contribuiscono in maniera determinante al raggiungimento di quei risultati. È inoltre inaccettabile la forte razionalizzazione degli sportelli postali che, soprattutto nelle aree interne e nelle periferie del nostro Paese, sta privando le cittadine e i cittadini, spesso i più fragili, di un presidio che garantisce l'accesso a servizi imprescindibili”.
Leggi tutto: Poste italiane in sciopero: i motivi dell'agitazione e i servizi a rischio
(Adnkronos) - 'Guru' della finanza sui social e truffe dietro l'angolo. Ma come difendersi? A spiegarlo è Consob, che lancia una campagna a tema dando voce al 'padre' di tutte le truffe finanziarie con il suo schema: Charles Ponzi.
Il video realizzato dalla Consob rievoca quel paradigma fraudolento e mette in guardia dai rischi, indicando ai risparmiatori la strada per non cadere in trappola.
È una truffa finanziaria vecchia come il cucco. Eppure continua ancora oggi a mietere vittime. Lo schema di fondo è sempre lo stesso. Ma assume forme di volta in volta diverse. Al tempo dei social corre sul web e sugli smartphone.
Charles Ponzi, un italiano che all’inizio del Novecento emigrò negli Stati Uniti attirato dal miraggio di fare fortuna, ricco lo diventò davvero, ma solo per pochi mesi. Poi finì in galera. Il suo stratagemma che sostanzialmente richiamava in vita la catena di Sant’Antonio durò lo spazio di un mattino, riuscendo, però, ad ingannare migliaia di americani.
Ai giorni nostri lo schema Ponzi rivive sui social e sul web. Soldi facili e senza rischio: questo lo specchietto per le allodole riproposto in tante declinazioni diverse.
Partendo da Ponzi, la Consob ha voluto richiamare con un video l’attenzione dei risparmiatori, affinché non si lascino attrarre dalle offerte finanziarie, il più delle volte prive di autorizzazione e quindi abusive, che prospettano guadagni stratosferici in poco tempo e a rischio zero.
Per saperne di più, nella sezione “Occhio alle truffe!” sul sito www.consob.it il vademecum a tutela dei risparmiatori.
Leggi tutto: Truffe finanziarie online, come difendersi dai 'guru' social: lo spiega Consob - Video
(Adnkronos) - Almeno 24 palestinesi sarebbero stati uccisi da spari delle forze israeliane "mentre si dirigevano verso un centro americano per la distribuzione di aiuti umanitari a ovest di Rafah", nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera, sulla base di quanto denunciato dal ministero della Salute a Gaza, che nel 2007 finì in mano a Hamas.
La Striscia è teatro delle operazioni militari israeliane contro Hamas dall'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. Il ministero denuncia un "nuovo massacro" con accuse a Israele. E la tv al-Aqsa, controllata da Hamas, parla di "200 feriti" oltre ai 24 morti.
Le forze israeliane hanno confermato ieri di aver allargato l'offensiva di terra nella Striscia. "Nelle ultime 24 ore le truppe hanno ampliato le manovre di terra, eliminato terroristi e distrutto molti depositi di armi e infrastrutture del terrore, sia in superficie che sotterranee" hanno affermato, secondo quanto riporta il Times of Israel. Le Idf confermano intanto anche operazioni dell'Aeronautica militare contro decine di obiettivi.
Leggi tutto: Gaza, al Jazeera: "Ancora spari durante distribuzione aiuti, morti e feriti"
(Adnkronos) - Almeno 31 palestinesi sarebbero stati uccisi e decine rimasti feriti dal fuoco israeliano mentre si dirigevano verso un sito di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza meridionale, secondo quanto riferito da diversi testimoni e dalle autorità di Hamas. Le Forze di difesa israeliane hanno tuttavia dichiarato di non aver sparato contro la popolazione presso o nelle vicinanze del sito, definendo come "false" le accuse contro di loro, riporta il Times of Israel.
"Al momento non siamo a conoscenza di feriti causati dal fuoco delle truppe Idf all'interno del sito di distribuzione" a Rafah, aveva comunicato inizialmente l'Idf aggiungendo che "la questione è ancora in fase di esame". Testimoni hanno riferito che le forze israeliane hanno aperto il fuoco sulla folla a circa un chilometro di distanza dal sito di distribuzione degli aiuti ore prima che la distribuzione avesse luogo. Successivamente, l'esercito ha negato di aver aperto il fuoco sui palestinesi nel sito di distribuzione degli aiuti o nelle sue vicinanze, condannando duramente i "falsi rapporti con le gravi accuse contro l'Idf".
Un funzionario militare israeliano ha ammesso che le truppe hanno sparato colpi di avvertimento durante la notte a circa un chilometro di distanza dal sito degli aiuti, ore prima che la struttura aprisse per distribuire aiuti ai palestinesi. "Le truppe dell'Idf hanno lavorato per impedire a diversi sospetti di avvicinarsi ai militari", ha detto il funzionario. "Sono stati sparati colpi di avvertimento contro diversi sospettati che si avvicinavano alle forze, ma non c'è alcun collegamento tra l'incidente in questione e le false accuse contro le Idf".
Le forze israeliane hanno confermato ieri di aver allargato l'offensiva di terra nella Striscia. "Nelle ultime 24 ore le truppe hanno ampliato le manovre di terra, eliminato terroristi e distrutto molti depositi di armi e infrastrutture del terrore, sia in superficie che sotterranee" hanno affermato, secondo quanto riporta il Times of Israel. Le Idf confermano intanto anche operazioni dell'Aeronautica militare contro decine di obiettivi.
(Adnkronos) - Caldo in aumento sull'Italia, ma anche rischio di forti temporali con grandinate al Nord. E' una fase climatica "estrema" quella che sta colpendo il Paese, con alte temperature ma anche fenomeni meteo improvvisi in questa prima settimana di giugno. Sono queste le previsioni degli esperti per la giornata di oggi, martedì 3 giugno, e per i giorni a venire.
Mattia Gussoni, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma il rischio di forti temporali accompagnati anche da grandinate su parte delle regioni del Nord; altrove l’anticiclone africano si prenderà la scena con temperature previste in ulteriore aumento.
Prosegue la fase meteo climatica estrema in questo avvio di giugno con l’Italia divisa tra ondate di caldo subtropicali e il rischio improvvisi acquazzoni.
In particolare tra il pomeriggio e la sera di martedì 3 giugno (condizioni che si ripeteranno anche mercoledì 4 giugno), correnti instabili di origine atlantica andranno ad interagire con un'atmosfera carica di energia potenziale (umidità e calore dopo le fiammate africane degli ultimi giorni): si tratta in sostanza della configurazione ideale per l'innesco di imponenti celle temporalesche, ovvero di sistemi particolarmente violenti, alti fino a 8-10 km e in grado di provocare grandine (fino a 2-3 cm di diametro) e raffiche di vento ad oltre 60 km/h. Maggiormente a rischio saranno le zone alpine e le vicine pianure di Piemonte, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Dopo questo break temporalesco, nella seconda parte di settimana, è prevista una nuova pulsazione dell’anticiclone africano verso il bacino del Mediterraneo e l’Italia. Gli effetti si faranno sentire già da giovedì 5 giugno quando avremo condizioni meteo stabili e soleggiate con clima molto caldo su buona parte del Paese.
L'alta pressione sub-tropicale ci terrà compagnia anche nel prossimo weekend ed anzi mostrerà tutta la sua potenza determinando un ulteriore incremento dei valori termici: sono previsti picchi oltre i 35°C sulle pianure del Nord e al Centro, e addirittura sopra i 40°C sulla Sardegna.
Martedì 3. Al Nord: temporali su Alpi e Prealpi, soleggiato altrove. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: sole e caldo.
Mercoledì 4. Al Nord: temporali dalle Alpi del Nordovest verso le pianure di Lombardia e Piemonte. Al Centro: velature e caldo. Al Sud: sole e caldo.
Giovedì 5. Al Nord: temporali in montagna, nubi sparse in pianura. Al Centro: cielo poco nuvoloso. Al Sud: soleggiato e più caldo.
Tendenza: anticiclone africano in ulteriore rinforzo; clima molto caldo su tutta Italia.
Leggi tutto: Caldo in aumento, rischio temporali e grandine al Nord: le previsioni meteo
(Adnkronos) - Un terremoto di magnitudo 5.8 ha colpito nella notte la zona di Marmaris, nella provincia di Mugla, nel sudovest della Turchia.
Secondo l'Afad, la protezione civile turca, il sisma è stato registrato alle 2.17 ora locale a circa dieci chilometri dalla costa di Marmaris. Una ragazza di 14 anni è morta a Fethiye a causa di un attacco di panico, ha confermato su X il ministro degli Interni, Ali Yerlikaya. Nella provincia di Mugla è stata necessaria l'assistenza medica per 69 persone. Secondo il resoconto ufficiale, per paura hanno cercato di mettersi in salvo saltando dall'alto e 46 restano in ospedale.
Leggi tutto: Terremoto in Turchia, scossa 5.8 nella notte a Marmaris
(Adnkronos) - Grave incidente stradale questa notte a Mugnano di Napoli. Per cause ancora in corso di accertamento, una Fiat Bravo con a bordo un 52enne e uno scooter Beverly sul quale c'erano un 18enne, una 15enne e un 16enne si sono scontrati. Lo scooter ha impattato violentemente contro un altro veicolo lì parcheggiato. A intervenire, i carabinieri di Marano e Napoli.
I ragazzi sono stati trasferiti dal personale del 118 presso gli ospedali di Giugliano in Campania e Pozzuoli in codice rosso. Operati d’urgenza per fratture multiple, la prognosi è riservata.
Leggi tutto: Napoli, in tre sullo scooter si scontrano con due auto: gravi
(Adnkronos) - Senza l'applicazione dei dazi in risposta alle tariffe imposte dagli altri Paesi, gli Usa non potrebbero sopravvivere. Parola di Donald Trump, che nelle scorse ore è tornato a parlare delle misure sui social.
"Se ad altri Paesi è consentito applicare dazi contro di noi e a noi non è consentito contrastarli, rapidamente e agilmente, con misure tariffarie contro di loro, il nostro Paese non ha neanche una piccola possibilità di sopravvivenza economica", ha scritto in un post su Truth il presidente degli Stati Uniti.
Sabato scorso, Trump ha annunciato che i dazi sull'acciaio e sull'alluminio aumenteranno del 50%, raddoppiando l'aliquota attuale, a partire da domani.
"E' per me un grande onore aumentare i dazi su acciaio e alluminio dal 25% al 50%, a partire da mercoledì 4 giugno. Le nostre industrie siderurgiche e dell'alluminio stanno tornando alla normalità come mai prima d'ora'', ha scritto Trump. "Questa sarà un'altra grande notizia per i nostri meravigliosi lavoratori. Rendiamo l'America di nuovo grande'', le parole del tycoon.
L'aumento dei dazi era stato preannunciato da Trump nel corso di un discorso pronunciato presso uno stabilimento della U.S. Steel nei pressi di Pittsburgh, in Pennsylvania. "Imporremo un aumento del 25%, porteremo dal 25% al 50% i dazi sull'acciaio importato negli Stati Uniti d'America", aveva dichiarato il presidente tra gli applausi della folla.
Trump ha affermato che stava valutando una tariffa del 40%, ma i dirigenti del settore gli hanno risposto che volevano una tariffa del 50%. "Al 25% possono in qualche modo superare quella barriera", ha detto Trump. "Al 50% nessuno la supera."
Leggi tutto: Dazi, Trump: "Senza tariffe nessuna sopravvivenza per gli Usa"
(Adnkronos) - Quarti di finale del Roland Garros per Lorenzo Musetti, che oggi, martedì 3 giugno, affronta il tennista americano Frances Tiafoe, numero 16 del ranking. In palio c’è un posto in semifinale nello Slam francese. Ma chi è l’avversario dell’azzurro? Ecco la sua storia, con qualche curiosità.
Nato il 20 gennaio 1998 a Hyattsville, nello stato del Maryland, Tiafoe è figlio di Frances Sr. e Alphina, emigrati in America dalla Sierra Leone nel 1996. La curiosità è che ha imparato a giocare a tennis intorno ai tre anni, passando tante giornate a tirare contro un muro insieme al fratello gemello Franklin. I due, in seguito si sono allenati per anni allo Junior Tennis Champions Center del Maryland, struttura in cui il padre curava la manutenzione.
Nella vita del tennista americano, una svolta è rappresentata da un viaggio fatto in Sierra Leone a 8 anni, insieme alla sua famiglia. Tiafoe raccontò di aver cambiato prospettive in quel momento, aderendo in seguito alle idee di movimenti come Black Lives Matter.
Fin dall’adolescenza, i risultati di Tiafoe sono stati notevoli. L’americano ha vinto a 15 anni i primi titoli giovanili, entrando nella top 100 Atp già a 18 anni. Il suo primo titolo pro è arrivato a 20 anni a Delray Beach, mentre il suo best ranking è la decima posizione (raggiunta a giugno 2023). Nei tornei del Grande Slam ha raggiunto la semifinale agli Us Open 2022 e 2024 e i quarti di finale agli Australian Open 2019.
Il suo punto di forza è di sicuro il servizio, mentre la superficie preferita è la terra rossa. Proprio come Musetti. Altre curiosità? Tiafoe ama le sneakers, il basket e l’Nba: qualche tempo fa ha anche partecipato all’All Star Celebrity Game, che affianca il più celebre All Star Game. Il suo idolo? Michael Jordan.
Leggi tutto: Frances Tiafoe, dal viaggio in Sierra Leone all'Nba: chi è l'avversario di Musetti
(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo al Roland Garros. Oggi, martedì 3 giugno, l'azzurro affronta Frances Tiafoe nei quarti di finale dello Slam parigino. Il toscano, numero 7 del ranking, arriva dallo spettacolare successo contro Holger Rune (primo successo in carriera contro un top ten in uno Slam). L'americano, dall'altra parte, non ha ancora perso un set in questa edizione del torneo. Ecco orario, precedenti tra i due e dove vedere il match in tv e streaming.
La sfida di oggi tra Lorenzo Musetti e Frances Tiafoe è in programma come terzo match dalle 11 sul campo Philippe Chatrier. Inizierà al termine di Svitolina-Swiatek, dunque verosimilmente non prima delle 16. Per quanto riguarda i precedenti, Musetti è sotto 3-2. L'azzurro ha però vinto l'unico match giocato su terra rossa, agli Internazionali 2023.
Musetti-Tiafoe, così come tutte le partite del Roland Garros 2025, sarà trasmessa in diretta televisiva sui canali Eurosport, visibili tramite abbonamento Sky. Lo Slam sarà disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, Dazn, Timvision e Discovery+.
Leggi tutto: Musetti-Tiafoe al Roland Garros: orario, precedenti e dove vederla in tv
(Adnkronos) - Un cessate il fuoco completo sarà possibile solo se l'Ucraina ritirerà tutte le sue truppe dalle quattro regioni parzialmente occupate dalle forze armate russe e se metterà fine alla mobilitazione. E' la condizione inserita nel memorandum che la delegazione inviata da Mosca ha consegnato a Istanbul agli inviati di Kiev durante il secondo round di negoziati diretti tra le parti. Lo riporta l'agenzia di stampa Ria Novosti. Le regioni a cui il memorandum elaborato dai russi fa riferimento sono quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhia e Kherson.
Altre condizioni poste dalla Russia nel memorandum sono la fine della fornitura di armi a Kiev e nessuna presenza militare straniera in territorio ucraino, scrive Ria Novosti, sottolineando che la Russia chiede anche che l'Ucraina sia ''neutrale''.
''Il 'memorandum' russo è stato consegnato solo oggi (ieri, ndr) durante la riunione'' che si è svolta a Istanbul. ''Ciò ha creato le condizioni che hanno impedito che l'incontro producesse i risultati concreti necessari per porre fine alla guerra'', ha lamentato il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, spiegando di aver informato il presidente Volodymyr Zelensky dopo il secondo round di colloqui con la Russia.
Umerov, che ha guidato la delegazione ucraina, ha affermato che la parte ucraina ha agito "in modo chiaro e coerente" e che uno dei punti chiave è un cessate il fuoco incondizionato per almeno 30 giorni. ''Abbiamo raggiunto accordi su uno scambio 'tutti per tutti' di tutti i feriti gravi e i malati gravi. Uno scambio 'tutti per tutti' di tutti i soldati di età compresa tra 18 e 25 anni e la restituzione dei corpi dei soldati caduti, seimila per seimila'', ha aggiunto. La delegazione ucraina ha consegnato anche un elenco dei bambini ucraini rapiti. ''Anche un ritorno parziale sarebbe un passo umanitario, se la Russia fosse realmente interessata a procedere verso la pace'', ha affermato Umerov.
Mosca ha respinto la proposta di Kiev di un cessate il fuoco incondizionato e l'offerta di organizzare un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il leader del Cremlino Vladimir Putin, ha spiegato Umerov. Poi ha reso noto che la delegazione ucraina a Istanbul ha chiesto un nuovo incontro con gli inviati russi a fine mese, ''tra il 29 e il 30 giugno'', per discutere ''la priorità del cessate il fuoco''. Un nuovo incontro ''è fondamentale per avanzare il processo dei negoziati'', ha affermato il ministro della Difesa ucraino incontrando la stampa.
La delegazione russa ha proposto ''un cessate il fuoco parziale, di due-tre giorni'' e ''in alcune zone della linea del fronte'', ha spiegato in conferenza stampa il capo della delegazione russa, l'ex ministro della Cultura e consigliere di Vladimir Putin, Vladimir Medinsky. "Abbiamo avanzato una proposta piuttosto generale. Un cessate il fuoco concreto che duri due o tre giorni in alcune zone del fronte", ha dichiarato Medinsky. Il capo della delegazione russa ha chiarito che il cessate il fuoco di due o tre giorni proposto all'Ucraina sarebbe necessario per poter recuperare i cadaveri.
Zelensky ha rivolto un appello al presidente americano Donald Trump affinché adotti ''sanzioni nei confronti della Russia per spingerla ad accettare un cessate il fuoco completo''. "Ci aspettiamo davvero che Trump adotti misure forti. Ci aspettiamo che appoggi le sanzioni per costringere la Russia a porre fine alla guerra, o almeno a passare alla prima fase, ovvero il cessate il fuoco", ha detto Zelensky nel corso di una conferenza stampa.
La Russia vuole solo una pausa nei combattimenti e non la fine della guerra in Ucraina, ha dichiarato Zelensky dopo essere stato informato dal ministro della Difesa Umerov sull'esito del secondo round di colloqui.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha proposto di ospitare a Istanbul o ad Ankara un incontro tra Trump, Putin e Zelensky. Lo riportano i media turchi. "Il mio più grande desiderio è riunire Putin e Zelensky a Istanbul o Ankara. Mi piacerebbe anche portare Trump", ha affermato il presidente turco.
E' già di per sé ''un risultato significativo'' il fatto che la delegazione ucraina e quella russa si siano incontrate a Istanbul, ha detto Erdogan. "Le delegazioni russa e ucraina si sono riunite a Istanbul sotto la presidenza del nostro ministro degli Esteri Hakan Fidan. E' stato un incontro davvero eccellente'', ha dichiarato al termine di una riunione di governo ad Ankara.
Trump da parte sua si è detto è pronto a recarsi in Turchia per incontrare Putin e Zelensky. Lo ha reso noto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, spiegando che ''il presidente ha detto di essere aperto alla proposta, se si arriverà a questo, ma vuole che entrambi i leader ed entrambe le parti siedano insieme al tavolo delle trattative''.
(Adnkronos) - Un faccia a faccia per ricucire lo strappo, superare le frizioni e rilanciare la collaborazione tra due Paesi fondatori della Ue, legati - come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni - da molti, moltissimi interessi in comune. Oggi 3 giugno il presidente francese Emmanuel Macron arriverà a Palazzo Chigi alle 18.00 per incontrare la presidente del Consiglio. Il bilaterale, annunciato mercoledì scorso mentre Meloni si trovava in Uzbekistan, giunge dopo settimane di incomprensioni culminate nella riunione del cosiddetto gruppo dei volenterosi, tenutasi due settimane fa a margine del vertice di Tirana, insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky con una telefonata collettiva a Donald Trump. Un incontro al quale l'Italia non aveva preso parte: "L'Italia ha da tempo dichiarato che non è disponibile a inviare truppe in Ucraina e non avrebbe senso partecipare a formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità", ha spiegato Meloni, motivando così l'assenza italiana.
"Fake news", è stata la risposta netta di Macron, che ha ribadito come l'ipotesi di invio di truppe europee in Ucraina non fosse all'ordine del giorno. Uno scambio acceso, l'ennesimo episodio di una relazione spesso complicata tra i due leader. Ora, però, si punta a voltare pagina. Soprattutto in vista di sfide cruciali, come un possibile disimpegno degli Stati Uniti, guidati da Trump, da alcuni dossier strategici, in primis quello ucraino.
Fonti italiane vicine al dossier sottolineano che l'incontro di oggi sarà l'occasione per gettare le basi di un ulteriore rafforzamento dei rapporti tra Roma e Parigi, due Paesi "in prima linea sui principali fronti della politica internazionale", uniti anche da "profondi legami bilaterali e da una collaborazione economica di livello strategico". Sul tavolo ci saranno i dossier chiave dell'agenda europea: competitività, difesa comune, relazioni transatlantiche, contrasto all'immigrazione irregolare. Il tutto, spiegano le stesse fonti, "con l'obiettivo di costruire un'Europa più sovrana, più forte e più prospera". Tra i temi trasversali in agenda anche quello del finanziamento delle priorità strategiche dell'Unione, in vista dell'avvio del negoziato sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. La sfida sarà reperire le risorse necessarie attraverso una combinazione di investimenti privati e fondi comuni.
Le diplomazie di Italia e Francia lavoravano da tempo a questo primo bilaterale ufficiale tra Meloni e Macron. E proprio le parole distensive pronunciate da Meloni ad Astana, in Kazakistan, a margine del vertice Italia-Asia del 30 maggio, hanno rappresentato un'apertura significativa verso il Capo dell'Eliseo. Meloni ha definito "panna montata" le ricostruzioni sulle tensioni personali con Macron, precisando: "Moltissime volte ci siamo trovati d'accordo, altre volte ci siamo trovati meno d'accordo... Siamo due leader che si confrontano, ci siamo visti tantissime volte, ci vedremo anche questa, le materie da discutere sono una infinità e sono molto contenta che Emmanuel Macron venga a Roma, così avremo l'occasione per sederci con un po' di calma e affrontare i vari dossier".
E ha aggiunto: "Italia e Francia sono due Nazioni amiche, alleate, sono due Nazioni che hanno posizioni totalmente convergenti su moltissimi dossier, sono anche Nazioni che delle volte hanno delle divergenze... I leader discutono, a volte discutono anche animatamente, ma questo non è che compromette o modifica i rapporti tra le Nazioni". Parole che gettano acqua sul fuoco di una relazione mai decollata e spesso conflittuale. Ora però si guarda avanti, con l'intenzione di scrivere un nuovo capitolo.
Leggi tutto: Italia-Francia, oggi faccia a faccia Meloni-Macron: "Costruire Europa più sovrana"
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