
(Adnkronos) - Fornire meno armi all'Ucraina avvicina la fine della guerra con la Russia. Questa la reazione del Cremlino all'annuncio dello stop alla consegna di alcuni tipi di armi a Kiev da parte americana. "Meno armi fornite all'Ucraina, più vicina la fine dell'operazione militare speciale", ha dichiarato alla stampa il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.
Di segno opposto la reazione ucraina che sta cercando di "chiarire" la situazione con Washington, ha fatto sapere oggi il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky Dmytro Lytvyne, assicurando che "la comunicazione con la parte americana continua a tutti i livelli. "Stiamo attualmente chiarendo la situazione".
Dopo l'annuncio dei tagli Kiev ha convocato l'incaricato d'affari americano al ministero degli Esteri. "Qualsiasi ritardo o rinvio nel sostegno alle capacità di difesa dell'Ucraina non farebbe altro che incoraggiare l'aggressore a continuare a condurre la guerra e il terrore, anziché cercare la pace", ha affermato il ministero ucraino in una nota.
Mentre il ministero della Difesa fa sapere di non aver ricevuto alcun preavviso in merito alle annunciate riduzioni nelle forniture di armi americane. Porre fine all'invasione russa - ha quindi sottolineato - richiede un supporto "costante". "L'Ucraina non ha ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito alla sospensione o alla revisione dei programmi di forniture per la concordata assistenza alla difesa", ha dichiarato il Ministero in una nota.
"Sottolineiamo che la strada per porre fine alla guerra passa attraverso una pressione costante e congiunta sull'aggressore, nonché attraverso un continuo sostegno all'Ucraina", ha concluso.

(Adnkronos) - La Commissione Europea non ha intenzione di rallentare la transizione ecologica e fissa, proponendo un emendamento alla legge sul clima, un obiettivo intermedio di riduzione netta delle emissioni climalteranti del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. L'obiettivo renderebbe più impegnativo il percorso verso la neutralità climatica dell'economia europea al 2050, se si considera che una riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030, sempre rispetto al 1990 (l'Ue è sulla buona strada per riuscirci), verrà raggiunta nell'arco di 40 anni.
Nei successivi dieci anni, dovrebbe essere compiuta una riduzione delle emissioni per ulteriori 35 punti percentuali, che riguarderà la parte più difficile, cioè la decarbonizzazione dei settori più ardui da 'ripulire'.
Gli Stati membri, come ha spiegato il premier belga Bart De Wever, sono divisi non tanto sugli obiettivi, almeno a parole, ma sul percorso per arrivarci: una parte dei Paesi è cauta e preferirebbe avere di qui al 2050 una traiettoria non incrementale, visto che non sempre le tecnologie necessarie sono disponibili o economicamente praticabili; un'altra parte ritiene che bisogna procedere con riduzioni incrementali delle emissioni, confidando che l'evoluzione tecnologica seguirà la domanda di energia pulita. Per raggiungere l'obiettivo al 2040, vengono introdotte delle flessibilità, in particolare il possibile uso di crediti 'carbonici' internazionali, nella misura del 3%.
Per un alto funzionario, "occorreranno anni per generare questi crediti nel tempo, crediti che dovranno rispettare i requisiti che fisseremo nella nostra legislazione. Non compreremo crediti carbonici a basso prezzo". Al di là delle percentuali, non è chiaro, perché la Commissione deve ancora calcolarlo, esattamente quante tonnellate di emissioni andranno eliminate.
L'energia nucleare, viene confermato, "giocherà un ruolo" nell'obiettivo di riduzione delle emissioni al 2050, anche se con una percentuale forse inferiore al previsto, ma, visto che la domanda di energia elettrica aumenterà in maniera significativa, ci sarà bisogno di una maggiore generazione di energia atomica rispetto a oggi. "Quello che conta è la riduzione delle emissioni" climalteranti, nota un funzionario Ue, e il nucleare non ne produce.
La Commissione sostiene di aver fissato il target dopo aver condotto una "dettagliata valutazione di impatto", ma non fornisce alcun dettaglio in merito: non è chiaro quali saranno i costi, né in termini di posti di lavoro persi e creati (e in quale arco temporale), né in termini puramente contabili. E' invece già chiaro che svolgeranno un ruolo "sempre più importante" i metodi, sia naturali che industriali, di rimozione dell'anidride carbonica, che dovranno "aumentare in modo significativo" di qui al 2040. La Commissione, comunque, assicura che preparerà proposte legislative per le politiche energetiche e climatiche post 2030 che "terranno conto dell'equità, della neutralità tecnologica e dell'efficienza in termini di costi".
Confermate tutte le aggravanti, tranne quella per futili motivi... 
(Adnkronos) - Migliora la qualità dei Servizi sanitari regionali: il Veneto si conferma al top, la Calabria fanalino di coda. E' questa in sintesi la fotografia scattata dal XIII Rapporto Crea Sanità Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata sulle 'Performance Regionali', presentato oggi a Roma. Il report analizza - dal 2019 al 2024 - le opportunità di tutela della salute offerte ai cittadini nelle diverse regioni italiane. Lo studio è stato condotto con il contributo di un panel di 107 stakeholder del Servizio sanitario nazionale, tra cui professionisti sanitari, produttori di farmaci e dispositivi, manager di Asl e ospedali, cittadini. Il Veneto si conferma la Regione con la migliore performance, raggiungendo il 55% del massimo teorico possibile, seguito dalla Provincia Autonoma di Trento con il 50%. La Calabria, invece, si posiziona all’ultimo posto con il 23%. Nonostante il divario tra Nord e Sud Italia rimanga significativo, si osserva una progressiva riduzione delle disparità, con un miglioramento più marcato nelle regioni del Mezzogiorno. Tra queste, la Campania ha registrato l’incremento più rilevante, seguita da Abruzzo e Molise.
Un aspetto innovativo dello studio è l’introduzione di un’indagine sulla soddisfazione dei cittadini, che ha misurato l’esperienza degli utenti con i Servizi sanitari regionali. Il Trentino-Alto Adige si distingue per la maggiore soddisfazione, con un punteggio medio di 8,1 su una scala da 0 a 10, mentre le regioni del Mezzogiorno, come Puglia e Basilicata, registrano i livelli più bassi, pari a 6,5. La correlazione tra l’indice di performance e la soddisfazione dei cittadini dimostra che una migliore performance genera maggiore soddisfazione. Nel complesso, la correlazione tra l’indice di performance e il livello di soddisfazione dei cittadini risulta essere forte per le aree assistenziali ospedaliere (0,79) ed ambulatoriali (0,80), bassa per le aree del sociale e della non autosufficienza (0,55), ed intermedia per l’assistenza primaria e l’accesso al farmaco (0,64). Per questi ultimi due aspetti la soddisfazione è generalmente alta in tutto il Paese, senza particolari criticità.
Lo studio ha inoltre analizzato la qualità della vita correlata alla salute, evidenziando che il Trentino-Alto Adige si conferma al vertice con un valore di 0,938, mentre l’Umbria registra il valore più basso, pari a 0,840 Qaly (unità di misura impiegata nell'analisi costi-utilità che combina insieme la durata della vita con la qualità della stessa). Secondo il report, la qualità della vita non è strettamente legata alla performance sanitaria: alcune regioni del Sud, pur avendo livelli di performance sanitaria bassi, registrano una qualità della vita più alta rispetto a regioni più performanti. Questo fenomeno è attribuibile a fattori culturali, educativi e ambientali, oltre che alle diverse aspettative dei cittadini. Inoltre, è stata condotta un’analisi sulla sostenibilità dei Servizi sanitari regionali, identificando le 9 regioni più resilienti: Piemonte, Lombardia, P.A. di Trento, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Abruzzo. La correlazione tra Performance e soddisfazione dei cittadini sottolinea - riporta una nota - l’importanza di investire in politiche sanitarie mirate per migliorare l’efficienza e l’equità del sistema.
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(Adnkronos) - "In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina". È il grido di allarme del Papa nel messaggio per la X Giornata mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, che sarà celebrata lunedì 1 settembre 2025, sul tema 'Semi di Pace e di Speranza'. "Ovunque - osserva papa Leone - l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati".
"Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace - evidenzia il Pontefice - significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene. E non basta: la natura stessa talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della "terra bruciata, i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale".
"Queste diverse ferite - l'analisi del Papa - sono dovute al peccato. Di certo non è questo ciò che aveva in mente Dio quando affidò la Terra all’uomo creato a sua immagine. La Bibbia non promuove 'il dominio dispotico dell’essere umano sul creato'. La giustizia ambientale – implicitamente annunciata dai profeti – non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica, che per i cristiani ha il volto di Gesù Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento. In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità".
Papa Prevost ammonisce: "È ormai davvero il tempo di far seguire alle parole i fatti". Quindi parla del progetto 'Borgo Laudato si' a Castel Gandolfo: "Tra le iniziative della Chiesa che sono come semi gettati in questo campo, desidero ricordare il progetto 'Borgo Laudato Si’', che Papa Francesco ci ha lasciato in eredità a Castel Gandolfo, come seme che può portare frutti di giustizia e di pace. Si tratta di un progetto di educazione all’ecologia integrale che vuole essere un esempio di come si può vivere, lavorare e fare comunità applicando i principi dell’Enciclica Laudato si’. L’Enciclica Laudato si’ ha accompagnato la Chiesa Cattolica e molte persone di buona volontà per dieci anni: essa continui a ispirarci e l’ecologia integrale sia sempre più scelta e condivisa come rotta da seguire. Così si moltiplicheranno i semi di speranza, da “custodire e coltivare” con la grazia della nostra grande e indefettibile Speranza, Cristo Risorto. Nel suo nome invio a tutti voi la mia benedizione".
Leggi tutto: L'appello di Papa Leone XIV: "La terra sta cadendo in rovina, ferite dovute al peccato"

(Adnkronos) - Terzo giorno di match a Wimbledon 2025. Oggi, mercoledì 2 luglio, a Londra inizia il secondo turno del torneo e torna in campo il numero 2 del ranking Carlos Alcaraz, che se la vedrà con Oliver Tarvet. Sul Centrale riflettori anche sulla numero uno della classifica Wta Aryna Sabalenka, impegnata contro Marie Bouzkova. Tra gli azzurri, in campo Jasmine Paolini (contro Kamilla Rakhimova), Mattia Bellucci (contro Jiri Lehecka) e Luciano Darderi (contro Arthur Fery).
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Wimbledon 2025 è visibile in diretta esclusiva su Sky (con undici canali dedicati, a cominciare da Sky Sport Tennis) e in streaming su Sky Go e Now. Su Sky Sport Tennis sono visibili tutti i match giocati sul Centrale, mentre gli altri canali di Sky trasmetteranno le partite più interessanti sugli altri campi.
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Sviluppi nelle indagini, uno dei 5 feriti ridotto in fin vita... 
(Adnkronos) - La nutraceutica può essere molto utile nei casi di diabete gestazionale. Può, infatti, contribuire a limitare, e in alcuni casi a evitare, il ricorso alla somministrazione di insulina nelle donne con diabete gestazionale. L’utilizzo del nutraceutico si è dimostrato sicuro e ha contribuito a controllare il livello della glicemia in particolare postprandiale. E’ quanto ha evidenziato una ricerca osservazionale condotta in Italia i cui risultati preliminari sono stati presentati di recente a Milano al '9th Ame Diabetes Update-Fra Linee Guida e Frontiere Terapeutiche'. I dati preliminari di questo studio sono stati al centro di una speciale sessione dell’evento dedicata alla nutraceutica.
"Il diabete gestazionale risulta essere in forte crescita nel nostro Paese - spiega Olga Eugenia Disoteo, Sc Endocrinologia, diabetologia, dietetica e nutrizione clinica, Asst Lariana e responsabile scientifico del Congresso dell’Associazione medici endocrinologi -. Il diabete gestazionale riconosce molte cause, dall’obesità, all’insulinoresistenza, all’alimentazione ricca di alimenti ultraprocessati, all’età più avanzata delle donne in gravidanza al ricorso a tecniche di procreazione assistita. Si calcola che oltre il 40% delle donne che sviluppano diabete gestazionale abbia più di 35 anni. Gli elevati livelli di zucchero nel sangue possono aumentare il rischio di complicanze sia per il bambino che per la madre. Più del 20% delle future mamme al momento della diagnosi è in sovrappeso o obeso. Il diabete gestazionale aumenta la morbilità e la mortalità materne e fetali. I neonati sono a rischio di distress respiratorio, ipoglicemia, ipocalcemia, iperbilirubinemia, policitemia e iperviscosità. Le mamme di sviluppare diabete mellito tipo 2 più precocemente e di aumentato rischio cardiovascolare".
"Il Gdue, nutraceutico composto dagli estratti di due alghe marine (Ascophyllum nodosum e Fucus vesiculosus) e da Cromo picolinato, possiede un meccanismo di azione efficace, inibisce l’attività degli enzimi che scindono gli zuccheri e gli amidi rallentando l’assorbimento dei carboidrati - prosegue Disoteo -. In vari studi clinici ha dimostrato di ridurre i picchi glicemici post prandiali mantenendoli nel range di normalità. Viene per questo già utilizzato per la prevenzione del diabete e come adiuvante nelle diete volte a ridurre l’eccesso ponderale o in associazione alle terapie specifiche per il diabete per potenziarne l’azione. Anche nelle donne con ovaio policistico Gdue sembra garantire un miglioramento del quadro sindromico. Questo estratto algale non viene assorbito a livello intestinale e questo aspetto è particolarmente importante nella donna in gravidanza a tutela della donna e del nascituro. L’azione di controllo della glicemia si esplica a livello del lume intestinale. Qualora la sua azione non fosse sufficiente a ottimizzare il controllo glicemico, che in gravidanza è stringente e richiede il raggiungimento di obiettivi particolarmente bassi, può essere associato a terapia insulinica. Ridurre dose e la frequenza della somministrazioni di insulina in gravidanza è sicuramente un grande vantaggio per la donna, che vive sempre con ansia la terapia insulinica in questo momento della vita così delicato".
Inoltre "la terapia insulinica richiede conoscenze e addestramento che spesso sono difficili da trasmettere in un periodo di tempo breve come quello che intercorre tra il riscontro di diabete gestazionale e la necessità di ottimizzare il compenso glucidico - sottolinea Disoteo -. In conclusione i nutraceutici come Gdue rappresentano un’opzione di utilizzo rilevante e con delle ottime potenzialità che devono essere consolidate e riconosciute con osservazioni cliniche sempre più numerose".
Cerimonia nella base di Decimonannu in Sardegna... 
(Adnkronos) - Disastro per le teste di serie a Wimbledon 2025. A Londra, tra caldo asfissiante, problemi di salute e imprevisti vari, crollano subito i migliori. Fin qui hanno già salutato l'All England Club Alexander Zverev (numero 3 del ranking Atp), Lorenzo Musetti (numero 7), Holger Rune (8), Daniil Medvedev (9), Francisco Cerundolo (16), Ugo Humbert (18), Alexei Popyrin (20), Stefanos Tsitsipas (24), Denis Shapovalov (27), Aleksandr Bublik (28), Alex Michelsen (30), Tallon Griekspoor (31), Matteo Berrettini (32). Un crollo verticale dei favoriti, che disegna un tabellone interessante e soprattutto inedito verso la seconda settimana del torneo di singolare maschile.
Le tante sconfitte dei big disegnano così un tabellone inaspettato, nella parte alta ma anche nella parte bassa. Ecco tutti i match:
Parte alta
SINNER-Vukic
Martinez-Navone
Dimitrov-Moutet
Ofner-Paul
Shelton-Hijikata
Fucsovics-Monfils
Nakashima-Bu (ultimo match del primo turno da completare)/Opelka
SONEGO-Basilashvili
Draper-Cilic
Marozsan-Munar
COBOLLI-Pinnington Jones
Giron-Mensik
De Minaur-Cazaux
Holmgren-Machac
Kecmanovic-De Jong
Evans-Djokovic
Parte bassa
Fritz-Diallo
Van De Zandschulp-Davidovich Fokina
Fery-DARDERI
Thompson-Bonzi
Borges-Harris
Mochizuki-Khachanov
Majchrzak-Quinn
Garin-Rinderknech
Jarry-Tien
Fonseca-Brooksby
Lehecka-BELLUCCI
Norrie-Tiafoe
Rublev-Harris
Mannarino-Royer
Auger Aliassime-Struff
Tarvet-Alcaraz
Il numero uno del ranking Atp Jannik Sinner affronterà nel match del secondo turno l'australiano Vukic, numero 93 della classifica. Un avversario non insormontabile per l'azzurro, che nella parte alta del tabellone potrebbe incontrare agli ottavi l'americano Tommy Paul, numero 13 del mondo già battuto in semifinale a Roma, o il bulgaro Grigor Dimitrov. Ai quarti (tra le altre) potrebbe esserci per Jannik un derby con Lorenzo Sonego, mentre in semifinale è probabile la sfida con Novak Djokovic, sette volte vincitore del torneo, o Jack Draper. Dall'altra parte del tabellone, il favorito per la finale è ovviamente il numero 2 Carlos Alcaraz.
Leggi tutto: Wimbledon, disastro teste di serie e big subito eliminati. Il tabellone di Sinner

(Adnkronos) - La nutraceutica può essere molto utile nei casi di diabete gestazionale. Può, infatti, contribuire a limitare, e in alcuni casi a evitare, il ricorso alla somministrazione di insulina nelle donne con diabete gestazionale. L’utilizzo del nutraceutico si è dimostrato sicuro e ha contribuito a controllare il livello della glicemia in particolare postprandiale. E’ quanto ha evidenziato una ricerca osservazionale condotta in Italia i cui risultati preliminari sono stati presentati di recente a Milano al '9th Ame Diabetes Update-Fra Linee Guida e Frontiere Terapeutiche'. I dati preliminari di questo studio sono stati al centro di una speciale sessione dell’evento dedicata alla nutraceutica.
"Il diabete gestazionale risulta essere in forte crescita nel nostro Paese - spiega Olga Eugenia Disoteo, Sc Endocrinologia, diabetologia, dietetica e nutrizione clinica, Asst Lariana e responsabile scientifico del Congresso dell’Associazione medici endocrinologi -. Il diabete gestazionale riconosce molte cause, dall’obesità, all’insulinoresistenza, all’alimentazione ricca di alimenti ultraprocessati, all’età più avanzata delle donne in gravidanza al ricorso a tecniche di procreazione assistita. Si calcola che oltre il 40% delle donne che sviluppano diabete gestazionale abbia più di 35 anni. Gli elevati livelli di zucchero nel sangue possono aumentare il rischio di complicanze sia per il bambino che per la madre. Più del 20% delle future mamme al momento della diagnosi è in sovrappeso o obeso. Il diabete gestazionale aumenta la morbilità e la mortalità materne e fetali. I neonati sono a rischio di distress respiratorio, ipoglicemia, ipocalcemia, iperbilirubinemia, policitemia e iperviscosità. Le mamme di sviluppare diabete mellito tipo 2 più precocemente e di aumentato rischio cardiovascolare".
"Il Gdue, nutraceutico composto dagli estratti di due alghe marine (Ascophyllum nodosum e Fucus vesiculosus) e da Cromo picolinato, possiede un meccanismo di azione efficace, inibisce l’attività degli enzimi che scindono gli zuccheri e gli amidi rallentando l’assorbimento dei carboidrati - prosegue Disoteo -. In vari studi clinici ha dimostrato di ridurre i picchi glicemici post prandiali mantenendoli nel range di normalità. Viene per questo già utilizzato per la prevenzione del diabete e come adiuvante nelle diete volte a ridurre l’eccesso ponderale o in associazione alle terapie specifiche per il diabete per potenziarne l’azione. Anche nelle donne con ovaio policistico Gdue sembra garantire un miglioramento del quadro sindromico. Questo estratto algale non viene assorbito a livello intestinale e questo aspetto è particolarmente importante nella donna in gravidanza a tutela della donna e del nascituro. L’azione di controllo della glicemia si esplica a livello del lume intestinale. Qualora la sua azione non fosse sufficiente a ottimizzare il controllo glicemico, che in gravidanza è stringente e richiede il raggiungimento di obiettivi particolarmente bassi, può essere associato a terapia insulinica. Ridurre dose e la frequenza della somministrazioni di insulina in gravidanza è sicuramente un grande vantaggio per la donna, che vive sempre con ansia la terapia insulinica in questo momento della vita così delicato".
Inoltre "la terapia insulinica richiede conoscenze e addestramento che spesso sono difficili da trasmettere in un periodo di tempo breve come quello che intercorre tra il riscontro di diabete gestazionale e la necessità di ottimizzare il compenso glucidico - sottolinea Disoteo -. In conclusione i nutraceutici come Gdue rappresentano un’opzione di utilizzo rilevante e con delle ottime potenzialità che devono essere consolidate e riconosciute con osservazioni cliniche sempre più numerose".
Leggi tutto: Ricerca: nutraceutica alleata donne con diabete gestionale, con due alghe meno insulina

(Adnkronos) - "L’Italia si trova in una posizione solida, con fondamentali positivi e, tuttavia, è necessario uno sforzo corale sul progetto di futuro del Paese, aumentando la competitività e creando occupazione di qualità per i giovani". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al presidente dell'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), Giovanni Liverani.
"L’Assemblea annuale dell'Ania si svolge in un momento caratterizzato da forte incertezza in Europa e nel mondo. Conflitti in atto, spinte neo-protezionistiche fanno prevalere elementi di instabilità e questo, naturalmente, oltre a rappresentare minaccia per gli stessi destini dell’umanità, incide sulle prospettive dell’economia e dei mercati, anche in campo assicurativo", sottolinea.
"Le assicurazioni sono uno dei termometri più sensibili dei trend demografici di un Paese e il loro contributo è essenziale per accompagnare mutamenti e obiettivi di sviluppo. L’attività assicurativa assolve a una funzione sociale, contribuendo alla coesione della società italiana, anzitutto attraverso strumenti che rendono possibile ripartire in maniera efficace su ampie collettività gli oneri degli eventi anomali, proponendosi, inoltre, quale attrice di stabilità finanziaria, come protagonista negli investimenti di lungo periodo e nel contributo alla sostenibilità del debito pubblico nazionale. La limitazione dell’impegno dello Stato nella copertura di alcune tipologie di calamità derivanti da eventi climatici estremi rende ancora più rilevante la protezione assicurativa, circostanza che non esonera, naturalmente, le istituzioni dagli obblighi della prevenzione", scrive ancora Mattarella.
"Il crescere dei bisogni in ambiti come la previdenza e l’assistenza sanitaria, con il divario rispetto alle risorse pubbliche destinate, si colloca nella medesima tendenza. In occasione dell’Assemblea annuale -conclude il capo dello Stato- desidero esprimere -insieme all’apprezzamento per il vostro lavoro- l’auspicio che il dibattito approfondisca in modo puntuale questi temi".
Leggi tutto: Mattarella: "Posizione Italia solida ma sforzo corale per futuro Paese"

(Adnkronos) - Abbassare, nei piccoli pazienti con atrofia muscolare spinale (Sma) il livello di stress e ansia legati ai trattamenti, migliorare l’umore e promuovere una forma di benessere emotivo che coinvolge non solo i bambini, ma anche famiglie e operatori sanitari. Sono gli obiettivi della nuova attività di Iaa (Interventi assistiti con gli animali), più comunemente conosciuti come Pet Therapy, promossa nel reparto di Neuropsichiatria Infantile 2 dell’Istituto neurologico ‘Carlo Besta’ di Milano, centro d’eccellenza per le malattie neurologiche rare, da Purina insieme alla Onlus Frida’s Friends, con cani appositamente educati e certificati. Gli Iaa, già ampiamente utilizzati in ambito clinico, si configurano in questo caso come un’esperienza pionieristica per il reparto di Neuropsichiatria Infantile 2: è infatti uno dei primi interventi strutturati dedicati a piccoli pazienti con Sma, una patologia degenerativa che limita fortemente le capacità motorie, fino a compromettere - nei casi più gravi - le funzioni vitali di deglutizione e respirazione. La nuova iniziativa, grazie alla collaborazione con l’Irccs Besta, si pone l’obiettivo di studiare l’impatto e i benefici che la pet therapy può portare ai piccoli pazienti prima e dopo i trattamenti. In particolare, grazie alla presenza di cani appositamente educati e certificati, ogni incontro può diventare un’occasione per abbassare il livello di stress e ansia legati ai trattamenti, migliorare l’umore e promuovere una forma di benessere emotivo che coinvolge non solo i bambini, ma anche famiglie e operatori sanitari.
“L’iniziativa – spiega Riccardo Masson, neuropsichiatra infantile dell’Istituto neurologico Carlo Besta - è attualmente inserita nel programma di somministrazione della terapia farmacologica intratecale, che richiede una procedura invasiva eseguita in sedazione. L’equipe dell’Istituto Besta ha elaborato un protocollo di studio per valutare l’impatto degli Iaa sul livello di ansia, paura e stress dei bambini che ricevono il trattamento, sulla gestione della procedura da parte degli operatori coinvolti e sulla percezione globale dell’attività da parte di sanitari e caregivers”.
Le attività - informa una nota - vengono progettate di settimana in settimana in base alle condizioni cliniche dei pazienti che devono essere trattati, con approcci personalizzati che spaziano dalla stimolazione sensoriale all’interazione educativa, fino a momenti ludici. In questo contesto estremamente delicato, ogni dettaglio deve essere attentamente studiato: dalla scelta del cane più adatto alla valutazione di eventuali paure o allergie, sempre con il supporto attivo dell’équipe medica e delle famiglie. “Entrare in reparto con un cane significa cambiare, anche solo per pochi minuti, la percezione della malattia e dell’ambiente ospedaliero” – racconta Mario Colombo, presidente della Onlus Frida’s Friends – In un contesto complesso come quello dell’Istituto Besta, portare la Pet Therapy è una sfida, ma anche una straordinaria opportunità. Il sorriso di un bambino prima di una procedura medica, o la sorpresa negli occhi al primo incontro con il cane, sono segnali che ci confermano ogni giorno la forza di questo progetto”.
Il progetto presso l’Istituto Besta si aggiunge alle altre iniziative di Iaa promosse da Purina che, dal 2024, ha avviato due collaborazioni significative: a Milano, con il progetto ‘Quattro zampe in corsia’ realizzato con Frida’s Friends presso la Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli, e a Torino, con For a Smile Onlus Ets, presso la Dental School dell’Ospedale Molinette, per supportare i piccoli pazienti con disabilità in attesa di cure odontoiatriche. Infine, presso la Residenza Anna e Guido Fossati di Monza, sempre con Frida’s Friends, offre un supporto emotivo e psicologico agli anziani affetti da Alzheimer e altre forme di decadimento cognitivo presenti nella RSA. “Crediamo da sempre nel valore della relazione tra persone e pet, in particolare nei momenti di maggiore fragilità – commenta Rafael Lopez, Regional Managing Director Italia e Sud Europa di Purina – Sostenere progetti come quello realizzato all’Istituto Besta rappresenta per noi un modo concreto di mettere al centro il benessere, non solo degli animali da compagnia, ma anche delle persone che li amano. Siamo orgogliosi di contribuire, insieme a partner d’eccellenza, a migliorare la qualità della vita attraverso esperienze emotivamente significative”.
Attraverso questi interventi, Purina continua a promuovere una visione di società in cui la presenza dei pet possa fare la differenza, anche nei momenti più delicati, offrendo conforto, compagnia e una forma autentica di connessione umana.
Leggi tutto: Sma, al Besta studio benefici pet therapy con Purina e Frida’s Friends

(Adnkronos) - Non bastano medaglie e record per entrare nella storia. Servono gesti, scelte e comportamenti che parlano più forte di ogni risultato. È con questo spirito che prende ufficialmente il via oggi la 29esima edizione del Premio Internazionale Fair Play Menarini, uno dei momenti più attesi dell'estate sportiva italiana, dedicato a chi ha trasformato la propria carriera in una lezione di etica, lealtà e rispetto.
Firenze e Fiesole aprono le porte a due giornate di celebrazione dei valori più autentici dello sport. Il primo appuntamento sarà questa sera, nello scenario suggestivo di Piazzale Michelangelo, con la cena di gala: un'occasione speciale per accogliere i premiati in un'atmosfera carica di emozione e condividere i valori che ispirano da sempre il Premio Internazionale Fair Play Menarini.
"Anche in questa edizione il Premio Fair Play Menarini celebra i valori dello sport e i suoi campioni – ha detto la sindaca di Firenze, Sara Funaro – Valori che non hanno a che fare solo con le abilità atletiche ma comprendono anche impegno, tenacia, empatia, abnegazione, spirito di squadra. Sono gli stessi valori che promuoviamo ogni giorno per costruire una società sempre più attenta e rispettosa. Il Premio Fair Play Menarini ogni volta ci ricorda che lo sport è una leva fondamentale di crescita e inclusione".
Cresce intanto l'attesa per la cerimonia di premiazione: domani sera, giovedì 3 luglio, gli spettatori del Teatro Romano di Fiesole acclameranno i vincitori che, con le loro storie, hanno restituito allo sport tutta la sua bellezza più autentica.
I protagonisti della 29esima edizione arrivano da percorsi e discipline diverse, ma sono uniti dall’impegno nel mostrare, con i fatti, i valori del fair play. Anche quest’anno il Premio Fair Play Menarini potrà vantare la presenza di un Pallone d’Oro: il fuoriclasse portoghese Luis Figo, stella del Barcellona, del Real Madrid e dell’Inter. Per il calcio saliranno sul palco anche "Billy" Costacurta e Demetrio Albertini, emblemi di stile, rigore e fedeltà sportiva, protagonisti indimenticabili con la maglia del Milan e della Nazionale. L’atletica leggera sarà rappresentata da Gianmarco Tamberi, campione del mondo nel salto in alto a Budapest 2023 e oro olimpico a Tokyo 2021, Andy Diaz, specialista del salto triplo e vincitore del titolo mondiale indoor, Nadia Battocletti, argento nei 10.000 metri ai Giochi di Parigi 2024, e Blanka Vlasic, icona del salto in alto e due volte iridata. Per la scherma sarà premiata Arianna Errigo, una delle fiorettiste più titolate di sempre. Il judo celebra Alice Bellandi, fresca campionessa del mondo e medaglia d’oro a Parigi. Nel basket riflettori puntati su Sasha Vujacic, due volte vincitore NBA con i Los Angeles Lakers. Lo sport paralimpico sarà rappresentato da Rigivan Ganeshamoorthy, oro nel lancio del disco alle Paralimpiadi 2024. Infine, per il giornalismo sportivo, il riconoscimento andrà a Guido Meda, storica voce della MotoGP e narratore appassionato delle due ruote.
Accanto a loro, in veste di Ambasciatori del Fair Play Menarini, un tris di fuoriclasse che hanno già scritto pagine indimenticabili della storia dello sport: Ian Thorpe, cinque volte campione olimpico, Giancarlo Antognoni, simbolo della Fiorentina e campione del mondo 1982, e Fabrizio Donato, bronzo nel salto triplo ai Giochi Olimpici di Londra 2012.
Anche per quest’anno si rinnova la partnership con Sky TG24, che accompagnerà il racconto del Premio. A condurre la cerimonia saranno Rachele Sangiuliano, Michele Cagiano e Omar Schillaci, con la partecipazione di Federico Buffa, pronto a dare voce alle storie dei protagonisti tra etica, passione e grandi imprese dello sport.
"Con l'edizione 2025 del Premio Internazionale Fair Play Menarini vogliamo continuare a raccontare lo sport nei suoi valori più alti, che ci emoziona come appassionati e fa bene al cuore e alla società – dichiarano Valeria Speroni Cardi e Filippo Paganelli, membri del Board della Fondazione Fair Play Menarini – È l’occasione per rendere omaggio a donne e uomini che con i loro gesti hanno scelto di essere esempio, nello sport come nella vita".
La cerimonia di premiazione è gratuita e aperta al pubblico previa registrazione su TicketOne.
Il 29° Premio Internazionale Fair Play Menarini vede la partecipazione dell’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale in qualità di partner istituzionale, e di Sustenium, Frecciarossa, Estra e Adiacent come partner dell’iniziativa.
Per seguire da vicino i protagonisti, rivivere i momenti più emozionanti e restare aggiornati su tutte le novità, visitare il sito ufficiale www.fairplaymenarini.com e i canali social del Premio su Instagram, Facebook e YouTube.
Leggi tutto: Fair Play Menarini, la 29/a edizione prende ufficialmente il via
'La sfida è intercettare le nuove abitudine degli italiani'... 
(Adnkronos) - Entro il 2050, il trend di denatalità potrebbe portare ad una riduzione del Pil di quasi un punto percentuale annuo, con una perdita cumulata di 482 miliardi di euro. È il dato stimato più rilevante emerso dallo studio 'Valutazione dell’effetto dell’incremento della natalità sulla sostenibilità dell’attuale sistema di welfare' realizzato da Spher-Social and Public Health Economic Research, presentato oggi all’evento istituzionale 'Denatalità e sostenibilità del sistema di welfare', con la segreteria organizzativa di Cencora Pharmalex in collaborazione con Spher-Social and Public Health Economic Research e il contributo non condizionato di Organon.
"Dal modello - afferma Paolo Sciattella, Ceis-EeHta, Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata - emerge che, nel lungo periodo, potremmo assistere ad una perdita economica cumulata derivante dalla ridotta natalità superiore ai 482 miliardi di euro entro il 2050, nello scenario più pessimistico che prevede di raggiungere in tale lasso di tempo un tasso di fertilità totale di 1,02. Una piena implementazione della Pma a livello nazionale, come previsto dai Lea", Livelli essenziali di assistenza, "potrebbe portare, invece, a un incremento della natalità, raggiungendo quota 1,39 di tasso di fecondità totale, tale da invertire il trend allarmante di decrescita, generando benefici fiscali fino a 263 miliardi di euro".
Per assicurare, nel prossimo futuro, "un’adeguata assistenza sanitaria ai cittadini - aggiunge Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn, ministero della Salute - occorre, come si sta facendo, investire in maniera efficiente in sanità, con un piano finanziario stabile e programmatico fondato su innovazione, programmazione, governance e sostenibilità. L’inserimento della Pma nei Lea è andato in questa direzione, con l’obiettivo di abbattere le differenze territoriali e garantire equo accesso a tutte le coppie. L’aumentato ricorso alla Procreazione medicalmente assistita (Pma), come evidenziato dallo studio presentato oggi, può concorrere a ridurre il declino demografico, a garantire efficienza al sistema di welfare contribuendo alla stabilità economica dell’Italia nel lungo termine". In Italia, le tecniche di Pma approvate comprendono l'inseminazione intrauterina, la fecondazione in vitro e l’iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo.
"Le tecniche di Pma sono efficaci strategie per combattere l’infertilità e hanno lo scopo di aiutare le coppie quando il concepimento spontaneo risulta difficile o impossibile – sottolinea Nicola Colacurci, già professore ordinario di Ginecologia, seconda Università di Napoli. – È a tutti gli effetti un valido strumento con il quale oggi possiamo assistere quelle coppie che, nonostante rapporti sessuali mirati e non protetti, terapie mediche o chirurgiche o procedure di I livello non hanno ancora ottenuto la gravidanza. L'estensione dei Lea a procedure di preservazione della fertilità sarebbe un importante ulteriore strumento da mettere in campo nella lotta alla denatalità, come anche ottimizzare il percorso nascita per assicurare la massima presa in carico della donna, non solo nel suo desiderio di gravidanza, ma anche in gravidanza e nei primi mille giorni di vita del bambino".
Secondo Rocco Rago, direttore dipartimento Materno infantile e della Salute della donna Asl Roma 2, direttore Centro Pma regionale Ospedale Sandro Pertini, la Pma "rappresenta una risposta concreta e strutturale alla crisi della natalità in Italia. I dati parlano chiaro: nel 2024 si contano appena 370 mila nuovi nati, a conferma che i tradizionali bonus da soli non sono sufficienti ad invertire la tendenza. Se confrontiamo i dati Istat relativi alle nascite totali con i dati del Registro Pma- Istituto superiore di sanità, assistiamo a una decrescita costante di nuovi nati ma con un costante aumento delle nascite da Pma (4,3% del totale). Un accesso uniforme ed equo alla Pma, come stabilito dai nuovi Lea - permetterebbe a molte coppie che già hanno maturato la volontà di avere un figlio, di realizzare il proprio desiderio di famiglia, superando anche gli ostacoli economici oggi ancora troppo presenti". Quando tutte le Regioni adotteranno i Lea, "la Pma potrà contribuire fino al 7% delle nuove nascite, allineando l'Italia alla media europea e rafforzando concretamente il nostro sistema di welfare".
Negli ultimi vent’anni, in Italia il numero di cicli di trattamento con Pma così come i tassi di gravidanza sono raddoppiati. Oltre 217mila bambini sono nati con queste tecniche: nel 2022 sono stati il 4,3% della popolazione generale, pari a 16.718 nascite. Ad essere prevalentemente coinvolte sono le donne di età superiore ai 40 anni, per le quali circa 1 nascita su 5 è avvenuta tramite Pma.
Si tratta di "promuovere una vera e propria educazione alla fertilità e un impegno concreto nella prevenzione e nella terapia dell’infertilità – spiega Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie, ministero della Salute – Sono argomenti profondamente legati a una delle sfide più urgenti che il nostro Paese si trova ad affrontare: il contrasto alla denatalità. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, in Italia si è registrata una riduzione del 2,6% delle nascite in un solo anno. Affrontare apertamente questi temi è quindi fondamentale per costruire una cultura della prevenzione, del sostegno alla genitorialità e della salute riproduttiva - rimarca - Come dipartimento, crediamo sia indispensabile promuovere un approccio integrato alla salute della donna a 360 gradi, che valorizzi e tuteli la fertilità in modo consapevole e lungimirante".
La Pma "non deve essere un privilegio, ma un diritto legato alla libertà di scelta e al desiderio legittimo di costruire una famiglia – aggiunge Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio Regionale del Lazio. – I nuovi Lea in fertilità hanno reso più sostenibile a livello economico l’accesso alla Pma e i dati presentati oggi ci dimostrano come un aumentato ricorso alle tecniche di fecondazione assistita potrebbe contribuire al benessere del nostro Paese. Nel Lazio siamo partiti subito e abbiamo già reso operativa una rete per garantire la continuità dell’assistenza, l’accesso di prossimità e la disponibilità di Centri Pma a sostegno delle coppie sull'intero territorio regionale".
Il contrasto alla denatalità richiede interventi coordinati e multisettoriali e passa attraverso visioni e finalità comuni e alleanze tra Istituzioni, società e mondo delle imprese. "L’impegno di Organon è quello di dare risposta ai bisogni di salute delle donne – conclude Kevin Ali, Ceo Organon – Per questo cerchiamo di favorire il dialogo sulla fertilità e la Pma, e generare evidenze che possano aiutare le istituzioni competenti a prendere decisioni consapevoli. La denatalità in Italia, e nel mondo, è una sfida complessa che richiede soluzioni olistiche, un impegno a lungo termine e sforzi coordinati tra i diversi settori. In Organon crediamo fortemente nel valore delle alleanze e ci impegniamo nell’offrire il nostro contributo per rilanciare la natalità e assicurare un futuro prospero alle generazioni che verranno".

(Adnkronos) - La Juventus batte il primo colpo sul mercato. I bianconeri hanno raggiunto l'accordo con Jonathan David per rinforzare l'attacco. Come riportato da Sky Sport, nella notte è stata trovata la quadra con il giocatore (che arriverà a parametro zero, dopo la fine della sua esperienza al Lilla) per il trasferimento a Torino. L'attaccante canadese classe 2000 è il primo rinforzo per la squadra di Igor Tudor, in attesa dell'affondo su Victor Osimhen, altro obiettivo del club.
I bianconeri seguono Jonathan David da tempo e a maggio avevano intensificato i contatti con l'entourage del giocatore. Poi, un rallentamento dovuto anche al cambio in dirigenza (con l'addio del ds Giuntoli e l'arrivo di Comolli). Nella notte, il canadese ha alzato il pollice, approvando la destinazione juventina. Nei prossimi giorni verranno definiti gli ultimi dettagli, con il consueto iter che porterà alla firma del contratto.
Leggi tutto: Juve, è David il primo colpo in attacco. Accordo trovato con l'ex Lilla

(Adnkronos) - La premier Giorgia Meloni in Vaticano per l'udienza con Papa Leone XIV. L'auto con la bandiera italiana con a bordo la presidente del Consiglio è transitata da via della Conciliazione. Il faccia a faccia previsto alle 11.30 nel Palazzo Apostolico.
Quella di oggi è la prima udienza ufficiale tra il Pontefice e Meloni. La premier e il Papa si erano parlati brevemente lo scorso 21 giugno in occasione del Giubileo dei governanti. Nell’occasione, Meloni aveva chiesto a Prevost con un sorriso: “Si è assestato?”.
La presidente del Consiglio aveva inoltre incontrato brevemente per un saluto il Papa al termine della messa di inizio pontificato lo scorso 18 maggio. Tra Meloni e Leone XIV c’è stato poi un primo colloquio telefonico lo scorso 15 maggio comunicato da Palazzo Chigi.
Come si legge sul sito di Palazzo Chigi, Meloni alle 12.30 incontrerà il segretario di Stato di Sua Santità, il cardinale Pietro Parolin.

(Adnkronos) - Hamas è "pronto e serio sul raggiungimento di un accordo" per un cessate il fuoco con Israele. Lo ha affermato l'esponente del gruppo, Taher al-Nunu, in dichiarazioni rilanciate dal Times of Israel dopo l'annuncio di Donald Trump. Secondo al-Nunu, Hamas è "pronto ad accettare qualsiasi iniziativa che porti chiaramente alla fine completa della guerra".
Israele ha detto sì a una tregua di 2 mesi a Gaza, ha annunciato il presidente Usa nelle scorse ore. "I miei rappresentanti hanno avuto un lungo e produttivo incontro con gli israeliani su Gaza. Israele ha accettato le condizioni necessarie per finalizzare il cessate il fuoco di 60 giorni, durante il quale lavoreremo con tutte le parti per porre fine alla guerra", scrive il presidente degli Stati Uniti.
Benjamin Netanyahu la prossima settimana sarà negli Stati Uniti per un incontro con Trump. Il premier israeliano ha detto che sarà alla Casa Bianca lunedì e che, oltre al presidente, vedrà il vice JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, l'inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e il segretario al Commercio Howard Lutnick. "Queste cose - ha sottolineato - arrivano sull'onda della grande vittoria che abbiamo ottenuto nell'operazione 'Rising Lion'. Sfruttare questo successo non è meno importante di raggiungerlo".
Trump dal canto suo ha affermato che con Netanyahu "parleremo del grande, incredibile successo che abbiamo raggiunto in Iran. È stato un attacco di precisione e ora si può usare il termine 'annientamento' perché la Commissione per l'Energia Atomica ha affermato che non si può nemmeno entrare in quel luogo". E "parleremo anche di Gaza", ha aggiunto il presidente Usa.
Nel pomeriggio di ieri il giornale israeliano Haaretz, rilancia denunce di fonti degli ospedali dell'enclave palestinese, ha parlato di altri 81 morti nella giornata.
Leggi tutto: Gaza, Trump: "Da Israele ok a tregua". Hamas: "Pronti, ma deve portare a fine guerra"
Analisi di Holidu, Cala Mariolu e Tuerredda sul podio... 
(Adnkronos) - In Italia "mancano almeno 502 pediatri di famiglia e la maggior parte delle carenze si concentra in tre grandi Regioni del Nord: Lombardia, Piemonte e Veneto. In alcune aree si supera il massimale di 1.000 assistiti per pediatra mentre entro il 2028 ne andranno in pensione 2.598". Lo evidenzia l'ultimo report della Fondazione Gimbe. Secondo il sito del ministero della Salute, il pediatra di libera scelta (Pls) – cosidetto pediatra di famiglia – è il medico preposto alla tutela della salute di bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 13 anni. Ad ogni bambino, sin dalla nascita, deve essere assegnato un pediatra di libera scelta per accedere a servizi e prestazioni inclusi nei Livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn).
"Le segnalazioni sulla difficoltà di accesso al Pls – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – arrivano oggi da tutte le Regioni, evidenziando criticità ricorrenti: complessità burocratiche, carenza di risposte da parte delle Aziende Sanitarie Locali (Asl), pediatri con un numero elevato di assistiti e impossibilità, per molte famiglie, di iscrivere i propri figli a un Pls. Una situazione che genera disagi rilevanti e richiede interventi organizzativi urgenti, per garantire la continuità dell’assistenza pediatrica, soprattutto ai più piccoli e ai più fragili".
Per approfondire le cause e le dimensioni del problema, la Fondazione Gimbe ha analizzato dinamiche e criticità che regolano l’inserimento dei Pls nel Ssn, stimando l’entità delle carenze di Pls nelle Regioni italiane. "È importante chiarire – spiega Cartabellotta – due aspetti fondamentali della nostra analisi: innanzitutto, le stime sulle carenze dei Pls sono state effettuate su base regionale, mentre i fabbisogni reali vengono determinati dalle Asl in relazione agli ambiti territoriali carenti; in secondo luogo, non è possibile stimare il ricambio generazionale, perché non è noto quanti nuovi specialisti in pediatria scelgano la carriera di Pls anziché quella ospedaliera".
Fasce di età. Sino al compimento del sesto anno di età, i bambini devono per legge essere assistiti da un pediatra di libera scelta (Pls), mentre dai 6 ai 13 anni compresi i genitori possono optare tra il Pls e il medico di medicina generale. Al compimento del 14.esimo anno, l’assistito viene revocato automaticamente, salvo nei casi di patologie croniche o disabilità documentate, per i quali è possibile richiedere una proroga fino al compimento del 16.esimo anno. Secondo i dati Istat, al primo gennaio 2024 la fascia 0-5 anni (iscrizione obbligatoria al Pls) comprendeva quasi 2,5 milioni di bambini, mentre nella fascia 6-13 anni rientravano oltre 4,1 milioni di minori, che potrebbero essere iscritti al Pls o al medico di medicina generale secondo le preferenze dei genitori o, soprattutto, in base alle disponibilità locali di Pls o medici di famiglia.
Il progressivo calo delle nascite sta modificando in modo significativo la platea di assistiti dei Pls. I dati Istat documentano una costante riduzione dei bambini della fascia 0-5 anni, per la quale l’iscrizione al Pls è obbligatoria: tra il 1 gennaio 2019 e il 1 gennaio 2025 si contano circa 430 mila potenziali assistiti in meno per pediatri. "Di conseguenza nello stesso periodo – osserva il presidente – il crollo delle nascite ha ridotto, su scala nazionale, il fabbisogno di Pls di oltre 500 unità in soli 6 anni".
Ambiti territoriali carenti. "L’inserimento di nuovi Pls nel Ssn avviene previa identificazione da parte della Regione – o di un soggetto da essa individuato – degli ambiti territoriali carenti, ovvero le zone dove è necessario colmare un fabbisogno assistenziale e garantire una distribuzione capillare degli studi dei Pls sul territorio. Secondo quanto stabilito dall’ultimo Acn - ricostruisce Gimbe - la carenza viene calcolata sulla base di un rapporto ottimale di 1 pediatra ogni 850 bambini, o frazione superiore a 450. In particolare, per definire il fabbisogno si sommano tutti i residenti sotto i 14 anni, detraendo quelli della fascia 6-13 anni in carico ai medici di famiglia. In assenza di accordi integrativi regionali, si considera che il 70% della popolazione tra i 6 e i 13 anni possa essere assistita dai Pls. "Sostanzialmente con il nuovo Acn – spiega il Presidente – rientrano nel calcolo del fabbisogno tutti gli assistiti in carico ai Pls anche quelli della fascia 6-13 anni che in precedenza ne erano esclusi. Questo consente di parametrare correttamente il numero dei Pls rispetto alla popolazione effettivamente assistita".
Pensionamenti. Secondo i dati 2024 forniti dalla Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp), tra il 2024 e il 2028 andranno in pensione 2.598 pediatri di libera scelta, avendo raggiunto il limite massimo di età previsto, pari a 70 anni (salvo deroghe): dai 333 pediatri di libera scelta del Lazio a 3 in Valle d’Aosta. Il numero di borse di studio per la scuola di specializzazione in pediatria, rimasto stabile per un decennio, ha registrato un incremento significativo negli ultimi 6 anni: da 496 borse nell’anno accademico 2017-2018 a 853 nel 2023-2024, con un picco di 973 nell’anno accademico 2020-2021. "Tuttavia – osserva Cartabellotta – considerato che gli specialisti in pediatria possono intraprendere anche la carriera ospedaliera, non è possibile prevedere quanti sceglieranno effettivamente di diventare Pls. Di conseguenza resta incerto se le nuove leve riusciranno a garantire un ricambio generazionale adeguato e uniforme in tutte le Regioni, oltre che colmare le attuali carenze".
Secondo l’Annuario Statistico del Ssn 2023, pubblicato dal ministero della Salute, nel 2023 i Pls in attività erano 6.706, ovvero 702 in meno rispetto al 2019 (-9,5%). "Una riduzione - commenta Cartabellotta – solo in parte compensata dal calo demografico". A preoccupare è anche il progressivo invecchiamento della categoria: la quota di pediatri di libera scelta con oltre 23 anni di specializzazione è passata dal 39% nel 2009 al 77% nel 2023, segno di un ricambio generazionale sempre più rallentato. Numero di assistiti per Pls. Secondo le rilevazioni della Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac), al primo gennaio 2024 risultavano attivi 6.484 pediatri di libera scelta, con in carico oltre 5,8 milioni di assistiti: il 42,5% nella fascia 0-5 anni (2,48 milioni) e il 57,5% nella fascia 6-13 anni (3,35 milioni). Complessivamente, l’81,2% della popolazione Istat tra 6 e 13 anni risulta seguita da un Pls, con marcate differenze regionali: dal 92,6% della Liguria al 60,7% della Sardegna. In termini assoluti, la media nazionale è di 900 assistiti per Pls: superano il massimale di 1.000 assistiti la Provincia Autonoma di Bolzano (1.139), il Piemonte (1.119) e il Veneto (1.008) (figura 5). "Con un simile livello di saturazione – spiega Cartabellotta – il principio della libera scelta viene spesso ostacolato: in molte aree del Paese diventa difficile, se non impossibile, trovare un pediatra disponibile, sia nelle zone interne o periferiche, sia nei grandi centri urbani. In altre parole, la situazione reale è spesso più critica di quanto lascino intendere i numeri".
Stima della carenza di pediatri di libera scelta al primo gennaio 2024. "Tutte le criticità fin qui evidenziate – spiega Cartabellotta – permettono soltanto di stimare il fabbisogno di pediatri di libera scelta a livello regionale, poiché l’individuazione delle zone carenti da parte delle Asl dipende da molteplici variabili locali". Se l’obiettivo è garantire la qualità dell’assistenza, una distribuzione capillare coerente con la densità abitativa, la prossimità degli ambulatori e il diritto alla libera scelta, non è corretto stimare il fabbisogno di Pls facendo riferimento al massimale con deroga. Per questo motivo la Fondazione Gimbe, adottando il rapporto ottimale di 1 Pls ogni 850 assistiti e utilizzando le rilevazioni Sisac al 1° gennaio 2024, stima una carenza complessiva di 502 Pls, con forti squilibri regionali. Infatti, il 75,7% delle carenze si concentra in 3 sole grandi Regioni del Nord: Lombardia (180), Piemonte (108), Veneto (93). Al contrario, in 9 Regioni (Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria) non si rileva alcuna carenza, poiché la media di assistiti per Pls è inferiore a 850.
"In realtà – precisa Cartabellotta – è necessario considerare due aspetti fondamentali. Anzitutto, l’ultimo Acn ha innalzato il rapporto ottimale da 600 a 850, 'assorbendo' di fatto una quota consistente delle carenze registrate al primo gennaio 2023. In secondo luogo, una stima su base regionale non intercetta le carenze localizzate, che si manifestano in territori a bassa densità abitativa, zone disagiate, aree montane".
"Nonostante il calo delle nascite – spiega Cartabellotta – alcune grandi Regioni del Nord, come Lombardia, Piemonte e Veneto, registrano carenze rilevanti di Pls in termini assoluti. Al di là dei numeri, però, la distribuzione capillare sul territorio resta fortemente influenzata da variabili locali non sempre prevedibili. Per un’adeguata programmazione del fabbisogno è indispensabile che ogni Regione disponga di stime accurate sul numero di pediatri che intraprendono effettivamente la carriera di Pls, integrate con le proiezioni Istat sulla denatalità. Ma non basta: servono modelli organizzativi orientati al lavoro in team e una piena attuazione della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal Pnrr (Case di comunità, Ospedali di Comunità, assistenza domiciliare, telemedicina), accompagnata da accordi sindacali coerenti con gli obiettivi di ricambio generazionale e distribuzione capillare dei Pls, come indicato negli stessi atti di indirizzo. Perché guardando ai pensionamenti attesi, nonostante il calo delle nascite, non è affatto scontato che le nuove generazioni di Pls siano sufficienti a garantire il ricambio, né tantomeno a colmare le carenze attuali, che rischiano di aggravarsi ulteriormente, in particolare nelle aree più periferiche".
Leggi tutto: "In Italia mancano 500 pediatri", il report della Fondazione Gimbe
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