


(Adnkronos) - È stato firmato oggi presso la Prefettura di Roma il Protocollo d’intesa tra la Direzione metropolitana INPS di Roma e la Prefettura di Roma per la costituzione della sezione territoriale provinciale di Roma della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Il Protocollo ha l’obiettivo di promuovere iniziative congiunte in materia di politiche attive del lavoro, di contrasto al lavoro sommerso e all’evasione contributiva, nonché di sostegno e assistenza ai lavoratori stranieri immigrati impiegati nel settore agricolo. L’iniziativa si inserisce nel più ampio quadro delle azioni di governo volte ad incentivare l'occupazione nel settore agricolo, anche attraverso l’istituzione presso l’INPS della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, un sistema che fonda sulla sinergia fra imprese agricole virtuose, istituzioni e parti sociali l’azione comune contro il lavoro sommerso.
"La firma odierna rappresenta un momento significativo per la Capitale e l’intera Area metropolitana, perché rafforza la sinergia tra istituzioni impegnate nella tutela della legalità e nella promozione del lavoro regolare e sicuro. Il settore agricolo costituisce una componente fondamentale del tessuto economico e sociale di una comunità, a volte meno visibile rispetto ad altri settori ma pur sempre vitale per il sostentamento di un territorio nonchè per l’affermazione dei valori di integrazione e coesione.Con la costituzione della sezione territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità intendiamo promuovere un modello virtuoso di collaborazione interistituzionale, capace di valorizzare le imprese che operano nel rispetto delle regole e, al tempo stesso, di prevenire e contrastare fenomeni di sfruttamento e caporalato. Solo attraverso un’azione condivisa, fondata sul dialogo tra amministrazioni pubbliche, parti sociali e mondo produttivo, è possibile costruire un sistema di garanzie che tuteli i lavoratori, favorisca la trasparenza e restituisca piena dignità a un comparto che, anche nel territorio capitolino e nella sua area metropolitana, è espressione di economia reale, paesaggio e identità", così il Prefetto di Roma, Lamberto Giannini.
"Oggi, con la sottoscrizione di questo Protocollo che istituisce la sezione della Rete del lavoro agricolo di qualità nel territorio della Capitale e della sua Provincia, - ha affermato il Direttore del coordinamento metropolitano di Roma Nunzia Minerva - abbiamo compiuto un passo significativo nel rafforzare la collaborazione interistituzionale. Questo accordo ha come obiettivo primario la promozione della legalità nel settore agricolo. È fondamentale avviare strumenti di legalità e deterrenza a sostegno degli imprenditori agricoli, contrastando ogni forma di sfruttamento e caporalato. Il nostro impegno è rivolto alla tutela dei lavoratori e delle aziende che operano nel rispetto delle normative, collaborando attivamente con le Istituzioni per perseguire questa causa. L’avvio dei lavori della Sezione territoriale rappresenta un intervento concreto nella lotta contro il lavoro irregolare e il caporalato, favorendo una rete virtuosa tra Istituzioni, organizzazioni sindacali e associazioni datoriali per garantire condizioni di lavoro eque e sostenibili. La Rete del lavoro agricolo di qualità, sostenuta dall'INPS, si propone di valorizzare le aziende agricole che rispettano le normative contrattuali e di sicurezza, promuovendo comportamenti virtuosi e offrendo maggiore tutela ai lavoratori. La nostra azione interistituzionale, in particolare su temi complessi come il lavoro agricolo di qualità, la sicurezza e l’immigrazione, evidenzia l’importanza di un presidio attivo della legalità e della coesione sociale. In questo contesto, è necessario riflettere sulla dimensione identitaria del Comune di Roma e della sua Provincia, dove l’agricoltura, pur non essendo sempre intuitiva, rappresenta un settore strategico per l’economia, l’integrazione e la dignità di tutti i cittadini".
Tutti gli intervenuti hanno evidenziato come la sottoscrizione di questo Protocollo per Roma e il suo territorio rientra anche nella strategia di valorizzazione di un comparto che, anche nella Capitale, è economia reale, paesaggio, identità. "L'importante firma di oggi si inserisce in un contesto più ampio di attenzione a livello nazionale al tema del lavoro agricolo regolare e tutelato", ha commentato Antonio Pone, Direttore centrale delle Entrate dell’INPS e vicario del Direttore generale, che ha concluso: "La sinergia con la Prefettura e con le altre istituzioni coinvolte, in particolare la DCM Roma dell'INPS guidata dal direttore Nunzia Minerva, consente di rafforzare i controlli, promuovere la legalità e garantire ai lavoratori, in particolare a quelli stranieri, condizioni di lavoro dignitose e sicure. È una testimonianza dell’impegno dell’Istituto a favore della legalità e della tutela sociale, in un settore strategico per l’economia nazionale".
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(Adnkronos) - "Il volontariato per Kpmg è uno strumento indispensabile che ci aiuta poi a trasformare, a creare sinergie, a parlare di sostenibilità nel modo più ampio possibile". Lo ha detto Sabrina Marsiglia, Csr manager di Kpmg, che questa mattina è intervenuta al panel 'Volontariato d'impresa: un'azione, tanti vantaggi' nell'ambito del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi.
"La sostenibilità in Kpmg viene fuori grazie alla campagna di volontariato di Kpmg Network, che si chiama 'Make a Difference Day'. Si comincia da poche giornate sino a oggi, dopo quasi 18 anni, ad arrivare a un anno di lavoro sul volontariato d'impresa. Leghiamo le esigenze degli enti con le nostre disponibilità e professionalità e andiamo a trovare il momento giusto per fare l'attività e produrre valore sul territorio. Questo è l'obiettivo", ha chiarito Marsiglia.
Ascoltando i dipendenti e le loro sollecitazioni, il volontariato d'impresa è stato "per Kpmg il lancio per aprirsi a tutti i temi di responsabilità sociale di cui mi occupo con il mio ufficio. I nostri dipendenti sono coloro quelli che da vicino si occupano in alcuni casi anche di coordinarci, perché magari ci portano i contatti, ci fanno conoscere le associazioni sul territorio e ci portano a visitarle. Sono un gancio preziosissimo affinché l'azienda e gli enti del terzo settore sul territorio riescano ad avere un legame. E poi sono loro che stimolano i propri colleghi a partecipare", ha evidenziato la Csr manager di Kpmg.
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(Adnkronos) - Sono 20, su 48 ancora nella Striscia di Gaza, gli ostaggi israeliani che si ritiene siano ancora in vita, come confermato anche dal premier Benjamin Netanyahu. E che, insieme a quelli deceduti, saranno rilasciati tra lunedì e martedì nell'ambito dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas sul piano di pace elaborato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Ecco chi sono gli ultimi 20 ostaggi israeliani presumibilmente vivi:
- Il Sottufficiale Matan Angrest, 22 anni, è stato catturato a bordo del suo carro armato ai margini della Striscia di Gaza dopo aver tentato di impedire l'infiltrazione di commando di Hamas vicino alla base di Nahal Oz. Gli altri tre membri dell'equipaggio del carro armato sono stati uccisi e i corpi di due di loro sono a Gaza. In un video diffuso dalla sua famiglia nell'aprile 2025 si vede il momento in cui viene prelevato dal suo carro armato e linciato.
- Gali e Ziv Berman, 28 anni, sono gemelli e sono stati rapiti nel quartiere giovanile del kibbutz Kfar Aza, incendiato dai commando di Hamas. I due fratelli lavoravano insieme in ambito musicale. I genitori e il fratello maggiore sono sopravvissuti all'attacco.
- Elkana Bohbot, 36 anni, era uno dei produttori del Nova Festival, insieme ai suoi amici Michael e Osher Waknin, uccisi il 7 ottobre insieme a quasi 370 persone che partecipavano al festival. Un video che lo ritrae ammanettato e ferito al volto mentre viene portato via dai suoi rapitori. E' sposato con una donna israeliana di origine colombiana, Rebecca Gonzalez. Padre di un figlio, viveva a Mevasseret Tzion, vicino a Gerusalemme. Il presidente colombiano Gustavo Petro gli ha concesso la cittadinanza colombiana nel novembre 2023. Sua moglie a metà febbraio ha ricevuto una "prova di vita" da Ohad Ben Ami, un ex ostaggio rilasciato l'8 febbraio e trattenuto insieme al marito. A maggio è apparso in un video diffuso da Hamas, insieme a un altro ostaggio, Yossef-Haim Ohana.
- Rom Braslavski, 21 anni, originario di Gerusalemme e anche cittadino tedesco, si occupava della sicurezza al festival Nova. I sopravvissuti hanno raccontato che è rimasto sul posto per aiutare numerosi partecipanti al festival durante l'attacco, rimanendo ferito a entrambe le mani durante l'attacco. Nell'agosto scorso la Jihad Islamica ha pubblicato un video che mostra Braslavski parlare sotto costrizione, molto debole ed emaciato.
- Il soldato Nimrod Cohen, 21 anni, era di stanza il 7 ottobre 2023 vicino al kibbutz di Nahal Oz con la sua unità di veicoli blindati. E' stato tirato fuori dal suo carro armato, che era in panne, dai miliziani insieme ad altri tre membri dell'equipaggio, secondo i video diffusi da Hamas. I suoi tre compagni di unità, Omer Neutra, Oz Daniel e Shaked Dahan, sono morti il 7 ottobre e i loro corpi sono stati portati a Gaza. Nimrod Cohen è di Rehovot, a sud di Tel Aviv. I suoi genitori, Yehouda e Viki Cohen, partecipano a tutte le manifestazioni con cartelli e foto che chiedono il rilascio degli ostaggi.
- David e Ariel Cunio, 35 e 28 anni, sono due fratelli israelo-argentini rapiti insieme alla loro famiglia allargata mentre si nascondevano nella stanza di sicurezza nel kibbutz Nir Oz. Per liberarli, gli aggressori hanno appiccato il fuoco alla casa. La loro era la famiglia con il maggior numero di ostaggi, otto. Sharon Aloni Cunio, 34 anni, moglie di David Cunio, e le loro figlie gemelle di tre anni, così come Danielle Aloni, 44 anni, sorella di Sharon Aloni Cunio, e la figlia di cinque anni, sono state rilasciate durante la tregua del novembre 2023. La fidanzata di Ariel Cunio, Arbel Yehoud, 28 anni, è stata rilasciata il 30 gennaio. Il regista israeliano Tom Shoval ha presentato il film "Lettera a David" alla Berlinale a febbraio, un omaggio a David Cunio.
- Evyatar David, 24 anni, è stato rapito al Nova Film Festival con il suo amico d'infanzia Guy Gilboa Dalal, che si presume sia ancora vivo nella Striscia di Gaza. La sua famiglia è di Kfar Saba, nel centro di Israele. Appassionato di musica, stava lavorando in un bar per raccogliere soldi per un viaggio in Thailandia. Nell'agosto 2025 Hamas ha pubblicato un video che mostrava Evyatar David gravemente malnutrito e visibilmente indebolito.
- Guy Gilboa Dalal, 24 anni, stava partecipando al suo primo rave party con tre amici quando è stato rapito al festival Nova. La sua famiglia ha saputo del rapimento dopo aver visto un video di lui e del suo migliore amico, Evyatar David, legati in un tunnel a Gaza. Guy Gilboa Dalal ed Evyatar David sono stati visti in un video di Hamas a febbraio, mentre assistevano a una delle cerimonie di rilascio degli ostaggi a Gaza prima di essere chiusi in macchina, implorando di essere rilasciati. Appare in un video di Hamas il 5 settembre. Viene filmato con un altro ostaggio, Alon Ohel, in un tunnel.
- Maxim Herkin, 37, è un russo-israeliano che vive a Tirat Carmel, nel nord di Israele, ed è padre di una bambina di cinque anni che vive con la madre in Russia. E' immigrato con la madre dall'Ucraina. Nella primavera del 2025, il braccio armato di Hamas ha pubblicato un video in cui Herkin appare sdraiato, con la testa e il braccio sinistro coperti da bende con macchie marroni.
- Eitan Horn, 39 anni, è stato rapito dalla casa del fratello maggiore Yair Horn nel kibbutz Nir Oz. Anche lui rapito il 7 ottobre, il fratello diabetico è stato rilasciato nel febbraio 2025. Prima del rilascio del fratello maggiore, i due fratelli erano stati tenuti prigionieri insieme. La famiglia Horn era emigrata dall'Argentina anni prima. Educatore, Eitan Horn ha lavorato a lungo con diversi movimenti giovanili, per i quali ha prestato servizio in Perù.
- Segev Kalfon, 27 anni, vive a Dimona (sud), lavorava con il padre nel panificio di famiglia ad Arad, nel deserto del Negev. E' stato rapito dal festival Nova, mentre si nascondeva in un cespuglio lungo la Route 232, che collega i kibbutz al confine con Gaza, come ha testimoniato un suo amico. Uno degli ostaggi rilasciati a febbraio ha raccontato di essere stato tenuto prigioniero con lui per un certo periodo.
- Bar Kuperstein, 23 anni, prima di essere rapito al festival Nova ha salvato i partecipanti al festival che erano stati colpiti. Medico dell'esercito, non era in servizio quel giorno, ma faceva parte dello staff del festival. I video che lo mostrano legato poco dopo il suo rapimento. E' di Holon, vicino a Tel Aviv. Suo padre, Tal Kuperstein, paramedico volontario, è rimasto disabile, incapace di parlare o muoversi, a seguito di un incidente.
- Omri Miran, 48 anni, massaggiatore con nazionalità anche ungherese, è stato rapito dal kibbutz Nahal Oz, dove viveva, in presenza della moglie Lichay Miran-Lavi e delle loro due figlie piccole, lasciate libere. Suo padre, Dani Miran, si sta facendo crescere la barba in attesa del ritorno del figlio, dopo averlo visto con la barba in un video pubblicato da Hamas nell'aprile 2024, convinto che se suo figlio non può radersi, non si raderà nemmeno lui. Parlando sotto costrizione, Miran ha descritto in un video "una situazione difficile" a causa dei "numerosi bombardamenti israeliani" sulla Striscia di Gaza.


(Adnkronos) - "Il Comitato per il Nobel ha dimostrato che antepongono la politica alla pace". Così in un post su X il portavoce della Casa Bianca, Steven Cheung, dopo l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace alla leader dell'opposizione venezuelana, Maria Corina Machado.
"Il presidente Trump continuerà a fare accordi di pace nel mondo, a porre fine a conflitti e salvare vite".
Sulla decisione di non conferire il premio tanto ambito a Donald Trump, il presidente del Comitato del Noberl per la pace Jorgen Watne Frydnes ha chiarito rispondendo ai giornalisti che "basiamo le nostre decisioni unicamente sul lavoro e la volontà di Alfred Nobel".
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(Adnkronos) - In pazienti adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a grave l'impiego di guselkumab somministrato per via sottocutanea come terapia di induzione e di mantenimento ha portato a remissione clinica ed endoscopica clinicamente significativi, rispettivamente nel 36,7% e 25% dei casi. Sono i principali risultati a 48 settimane dello studio di fase 3 Astro, presentati da Johnson & Johnson alla United European Gastroenterology (Ueg) Week 2025, che indentificano guselkumab come primo inibitore dell'interleuchina 23 (Il-23) a dimostrare risultati robusti con un regime completamente sottocutaneo, spiega la farmaceutica in una nota.
"La possibilità di una somministrazione sottocutanea (Sc) per la fase di induzione - afferma Silvio Danese, Irccs ospedale San Raffaele e università VitaSalute San Raffaele di Milano, ricercatore dello studio - rappresenta un importante passo avanti per molti pazienti con colite ulcerosa, offrendo loro una maggiore flessibilità grazie alla possibilità di assumere la terapia direttamente a casa, dopo apposito training, senza comprometterne l'efficacia. Questi risultati mostrano che un regime interamente sottocutaneo può portare a benefici clinici ed endoscopici significativi che si protraggono per 1 intero anno consentendo un controllo della malattia a lungo termine".
Guselkumab - ricorda una nota - è il primo inibitore approvato della subunità p19 di Il-23, completamente umano, che agisce bloccando l'interleuchina 23 (Il-23) e legandosi al Cd64, un recettore presente sulle cellule che producono l'Il-23. Quest'ultima è una citochina secreta dai monociti/macrofagi attivati e dalle cellule dendritiche, nota per essere un fattore scatenante delle malattie immuno-mediate tra le quali la colite ulcerosa e la malattia di Crohn. La doppia azione di questo farmaco è stata dimostrata solo in studi in vitro e attualmente non è noto il suo significato clinico.
I risultati dello studio Astro a 48 settimane fanno seguito a quelli della terapia di induzione a 12 settimane che hanno precedentemente mostrato miglioramenti statisticamente e clinicamente significativi di tutti i parametri clinici ed endoscopici analizzati rispetto al placebo. Alla settimana 48 - dettaglia la nota - i pazienti trattati con la terapia di induzione con guselkumab 400 mg Sc seguita da un regime di mantenimento di 100 mg ogni 8 settimane (q8w) o di 200 mg ogni 4 settimane (q4w) hanno mostrato miglioramenti clinicamente significativi in tutti i parametri clinici ed endoscopici rispetto al placebo (per tutti nominali p
"Questi risultati riflettono il nostro impegno per offrire nuove soluzioni che possano portare outcome significativi offrendo agli operatori sanitari e ai loro pazienti maggiori opzioni terapeutiche - dichiara Esi Lamousé-Smith, Vice President, Gastroenterology Disease Area Lead, Immunology, Johnson & Johnson Innovative Medicine - Guselkumab è oggi l'unico inibitore dell'Il-23 che offre la possibilità di induzione per via sottocutanea nella malattia di Crohn e i risultati dello studio Astro, confermando quanto osservato con l'induzione per via endovenosa nello studio di fase 3 Quasar, supportano il nostro obiettivo di estendere l'opzione di induzione sottocutanea anche per la colite ulcerosa".
Guselkumab ha ricevuto l'approvazione della Commissione europea e della Food and Drug Administration (Fda) statunitense per le opzioni di induzione sottocutanea ed endovenosa per il trattamento di adulti con malattia di Crohn attiva di grado da moderato a severo. Inoltre ha ricevuto l'approvazione della Fda per il trattamento di induzione per via sottocutanea ed endovenosa di adulti con colite ulcerosa attiva da moderata a severo. Infine, ha l'approvazione della Commissione europea per l'opzione di induzione endovenosa in pazienti adulti con colite ulcerosa attiva di grado da moderato a severo, mentre è in attesa dell'approvazione europea per l'induzione per via sottocutanea, dopo il parere positivo del Chmp ricevuto a settembre 2025.
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(Adnkronos) - Qual è la connessione tra donna e pizza? Quanto le donne sono incluse in questo contesto lavorativo? Quali sono i problemi e le difficoltà che possono incontrare? Perché sono ancora poche rispetto ai colleghi uomini? A queste domande risponde Giusy Ferraina nel volume 'Pizza(re) Connection - Visioni futuristiche e strategie innovative per pizzaioli ultramoderni' (Dario Flaccovio Editore). "Le donne pizzaiole in Italia - spiega - non sono poche, ma ancora in numero inferiore rispetto agli uomini. Non vogliamo però affrontare il tema della donna nel mondo pizza in modo retorico e come minoranza da valorizzare, ma lo facciamo risaltare come realtà quotidiana. Le donne pizzaiole si stanno facendo strada con determinazione e competenza, molto più di tanti colleghi che, alla ricerca di un lavoro negli anni passati, si sono improvvisati pizzaioli. Il numero di professioniste cresce a vista d’occhio soprattutto tra le nuove generazioni e, se fino a qualche anno fa potevano esistere degli ostacoli, oggi nessuna di loro lamenta discriminazioni di genere o trova difficoltà nel farsi accettare, tantomeno è vista come un’aliena".
"Secondo i dati forniti dal Campionato mondiale della pizza - spiega all'Adnkronos/Labitalia Giusy Ferraina - dove ogni anno sono giurata le pizzaiole in Italia sono circa 9 mila, dato stimato dai numeri forniti dalla Cciaa che calcola codice fiscale, codice Ateco 56, stato operatività e dati del primo esponente dell’azienda e il suo ruolo. Risultano intorno alle 8.781 pizzerie su 79.831 aziende totali con presenza femminile come 1° referente conosciuto. La stessa Fip-Federazione pizzaioli riporta che per 600 uomini pizzaioli ci sono 55 donne tra i loro iscritti, attestandoci intorno un 9%. Dai numeri del Campionato, le donne registrate in gara (sempre campionato mondiale della pizza) sono state 67 nell’ultima edizione, il 9% degli iscritti totali e dal 1992 al 2024 sono state 330 le concorrenti partecipanti alla competizione. Seppur non sia un dato esattissimo le donne che 'fanno la pizza' sono sempre di più. Bisogna dire che le donne che lavorano in pizzeria in Italia ci sono sempre state, mogli dei pizzaioli che si occupano della sala, socie e anche le figlie d’arte che aiutano per poi magari ereditare passione e mestiere. E infatti in Campania la donna pizzaiola è un fenomeno più comune rispetto al resto dell’Italia".
"E pensare che - sottolinea - un tempo, erano proprio le donne a impastare e friggere la pizza, vendendola per strada con maestria e naturalezza. Per anni, però, quello del pizzaiolo non è stato percepito come un mestiere 'nobile' al pari dello chef: lo si considerava un lavoro semplice, quasi improvvisato, nato più dalla necessità che dalla vocazione. Forse anche per questo, col tempo, si è allontanato dal mondo femminile. Oggi, invece, la pizza è cresciuta e con lei la cultura che la circonda".
"La figura del pizzaiolo - avverte - sta percorrendo la stessa strada di quella del cuoco, conquistando riconoscimenti e riflettori. Non a caso, ormai, nel mondo della pizza non mancano vere e proprie pop star. Per fortuna il numero delle donne pizzaiole aumenta e il mondo pizza è sempre più una scelta femminile, che si avvicina ad esso con consapevolezza e passione, ma mai in modo improvvisato e superficiale. Alla base c’è sempre però una dimostrazione di caparbietà e impegno, la donna pizzaiola diventa anche simbolo di una donna riesce ad essere padrona di sé stessa e fare il mestiere che le piace e vuole fare, senza limiti o condizionamenti esterni".
"Da un punto di vista sociale - sostiene - per molti anni fare il pizzaiolo non è stato concepito come un mestiere nobile al pari dello chef, venendo immaginato come lavoro facile, quasi improvvisato, che si inventava più per necessità che per passione e per questo più distante dal genere femminile. Oggi, però, la pizza si è evoluta ed è cresciuta anche la sua cultura, di conseguenza per i suoi professionisti si sta delineando la stessa strada evolutiva del cuoco. Questa nostra ipotesi, con cui identifichiamo motivazioni relative alle differenze numeriche, alimentate anche dalle idee stereotipate che circolano tra gli stessi clienti, da un confronto fatto con alcune pizzaiole, è quella più plausibile. Non si possono tacere - ammette - anche altre difficoltà nella gestione di questo tipo di lavoro che comprende un’attività produttiva legata ad alte temperature, l'utilizzo di sacchi di farina pesanti, l’uso di varie attrezzature poco maneggevoli e, non ultimo, un mestiere poco comodo da coniugare con la famiglia".
"Nelle interviste condotte ad alcune pizzaiole italiane - fa notare Giusy Ferraina - abbiamo registrato le loro storie e ottenuto un punto di osservazione diretto che ci ha permesso di capire quale sia la percezione della condizione della donna che opera in pizzeria sia dall’interno, dove persiste la sensazione che si tratti di un settore da uomini che tale deve rimanere e non adatto alle donne per il carico fisico e mentale, sia dall’esterno, con una parte di clientela che si continua a stupire davanti a una figura di pizzaiola donna, vista come una stranezza se non un’anomalia. Dal loro personale punto di vista è diffusa l’idea che se sei donna devi per forza impegnarti il doppio per emergere nella competizione con il pizzaiolo maschio".
"Però - avverte - che il binomio donna-pizza non è del tutto nuovo come si pensa: ci sono sempre state mogli e figlie addette alla stesura o ai condimenti, che hanno deciso anche di portare avanti l’azienda di famiglia. Di esempi di figlie d’arte ne abbiamo tanti: la maggior parte delle pizzaiole campane, specie le napoletane, hanno la pizza nel Dna. Per questa ragione il numero delle pizzaiole aumenta e si espande in tutte le Regioni d’Italia e non solo, ma soprattutto il segmento produttivo è sempre più una scelta, consapevole e appassionata, mai improvvisata né superficiale. Ogni anno, durante il Campionato mondiale della pizza, abbiamo infatti la fortuna di assistere a una passerella al femminile in costante aumento, con una professione che sta conquistando le nuove generazioni, che innovano e rinnovano il settore sotto tutti i punti di vista".
"In concomitanza con questa crescita generazionale - dice - il mondo pizza sta diventando sempre più inclusivo, prova che in questo ambiente professionale si sta percorrendo una strada nuova ma ben tracciata. Ci sono tante professioniste e tutte brave, non tutte famose o protagoniste di programmi tv, ma sicuramente capaci. Professioniste a cui bisogna dare voce, poiché sono attrici e partecipi di un cambiamento, riflesso di un processo di trasformazione sociale ed economica che ha fortemente influenzato anche il mondo del cibo e della pizza. La pizza è cambiata e si avvicina sempre di più all’offerta ristorativa, comportando una presenza sempre più femminile che firma, con la sua sensibilità ed empatia, nuovi progetti".
Giusy Ferraina nel suo libro sottolinea il legame tra il turismo enogastronomico e la pizza. "Il turismo enogastronomico in Italia - dice - non è più solo una nicchia di mercato, ma un fenomeno in continua espansione, capace di valorizzare territori, tradizioni e comunità locali. Il cibo oggi non rappresenta soltanto nutrimento: è esperienza sensoriale, scoperta culturale e momento di piacere condiviso. In questo contesto, la pizza, simbolo nazionale riconosciuto in tutto il mondo, si presta a diventare protagonista di percorsi turistici innovativi e coinvolgenti. Non si tratta più solo di mangiarla, ma di viverla: degustazioni abbinate a vini locali, laboratori di panificazione, visite a pizzerie storiche o a piccole produzioni artigianali trasformano il consumo della pizza in un’esperienza immersiva e autentica. Così la pizza si trasforma in veicolo di conoscenza del territorio, capace di far scoprire eccellenze locali, tradizioni enogastronomiche e storie dei borghi rurali e delle aree meno note, contribuendo a creare un turismo sostenibile e di qualità".
"Secondo il Rapporto sul turismo enogastronomico 2024 - continua - il 70% degli italiani ha effettuato almeno una vacanza negli ultimi tre anni motivata principalmente dal cibo, dal vino o dall’olio, segnando un incremento del 12% rispetto al 2023 e del 49% rispetto al 2016. Tra le eccellenze italiane più iconiche in ambito agroalimentare, la pizza si posiziona al terzo posto con il 22% delle preferenze, subito dopo il vino (38,1%) e l’olio extravergine di oliva (24%). Questo dato evidenzia quanto la pizza sia percepita non solo come alimento, ma come autentico simbolo della cultura culinaria italiana. I turisti moderni non si accontentano più di gustare un piatto: desiderano esperienze immersive, che uniscano la scoperta di sapori locali a momenti di benessere, cultura e socialità. Ciò apre nuove opportunità per pizzaioli e operatori del settore, che possono proporre percorsi esperienziali, come tour delle pizzerie artigianali, abbinamenti con vini e oli del territorio, o attività didattiche che raccontino la storia e le tradizioni locali attraverso la pizza".
L'autrice elenca poi le tipologie di turisti enogastronomici della pizza. 1) Ricercatori (42,1%): viaggiano per scoprire nuove esperienze gastronomiche e immergersi nella cultura locale. Prediligono degustazioni e visite ai luoghi di produzione, cercando un contatto autentico con il territorio. Per la pizza, rappresentano il target ideale per percorsi di degustazione guidata e abbinamenti con prodotti locali, promossi attraverso i social. 2) Festaioli (23%): considerano l’enogastronomia un’occasione per socializzare e divertirsi, partecipando a eventi e visite aziendali. Per la pizza, sono il pubblico perfetto per format di degustazione da condividere e eventi in pizzeria, dove l’esperienza conviviale diventa protagonista.
3) Intellettuali (19%): viaggiano per arricchire il proprio bagaglio culturale e scoprire la cucina locale nei ristoranti tradizionali e nelle botteghe del gusto. Per la pizza, apprezzano esperienze di degustazione guidata e sperimentazioni con prodotti del territorio e abbinamenti enologici. 4) Figli dei fiori (11,5%): cercano il benessere psico-fisico attraverso il viaggio enogastronomico e attività che favoriscano relax e svago. Per la pizza, amano laboratori di panificazione e momenti ludico-educativi legati alla preparazione e al consumo del prodotto. 5) Edonisti (4,3%): si concedono viaggi enogastronomici per vivere esperienze di lusso e unicità, frequentando ristoranti gourmet e strutture a tema cibo. Per la pizza, rappresentano il target da conquistare con proposte luxury e fine dining, valorizzando prodotti di eccellenza e modalità di degustazione esclusive.
Leggi tutto: Sono 9mila le pizzaiole italiane, in crescita ma ancora faticano a farsi notare

(Adnkronos) - Moby, Tirrenia e Toremar - le tre compagnie del Gruppo Onorato - si confermano la “capitale navigante” sul mare italiano, con un grande successo per il proprio al Ttg di Rimini, dopo avere ospitato gratuitamente sulle loro navi gli agenti di viaggio sardi diretti alla rassegna. A Rimini sono state presentate tutte le novità della prossima stagione, a partire dalla Livorno-Olbia attiva 365 giorni l’anno ed effettuata da Moby Legacy e Moby Fantasy che sono i due traghetti più grandi e green del Mediterraneo, ciascuno con oltre 440 cabine, 1300 posti auto, area bimbi, sala giochi, solarium e sette punti di ristoro, quindici aree gastronomiche con il format innovativo e unico “Gusti giusti” che prevede un intero ponte dedicato alla ristorazione. E, in più, le nuove casse automatiche che azzerano le file e i tempi d’attesa e il “maggiordomo robot” che, aiutando il lavoro umano e non sostituendolo, collabora nel servire ai tavoli.
Come si spiega in una nota la flotta, a partire da Moby Fantasy, Moby Legacy, Moby Aki e Moby Wonder ha il wi-fi gratuito a bordo per essere sempre in linea, ma anche maxischermi su tutte le navi, con la trasmissione dei programmi di Sky Sport e una nuova area personale sul sito e sull’App per potersi gestire anche da casa il proprio biglietto in ogni istante ed essere informati in tempo reale sull’andamento del viaggio. Insomma, "le compagnie del gruppo Moby sono sempre più tecnologiche e tutto questo si abbina al più completo network di rotte, tutte in entrambe le direzioni, a partire proprio da quelle che raggiungono e partono dalla Sardegna: oltre alla Livorno-Olbia sono attive tutto l’anno la Genova-Porto Torres e la Civitavecchia Olbia".
Torna poi la classicissima Genova-Olbia, che è la porta di ingresso preferita dai viaggiatori del Nord Italia e dall’Italia continentale verso la Sardegna e che nella prossima stagione andrà avanti fino al primo novembre 2026. In più, si rafforza ulteriormente il rapporto fra la Sardegna e la Corsica, che Moby è orgogliosa di servire da sempre, con un legame talmente forte che il gemellaggio fra i Comuni di Santa Teresa di Gallura e Bonifacio – i due porti di partenza e destinazione – è avvenuto a bordo della nave Bunifazziu, la nave entrata in linea negli ultimi mesi e che è la più capiente e confortevole di sempre su questa tratta.
Oltre che di Sardegna, "Moby è sinonimo anche di Corsica, con le linee fra Livorno e Bastia, la più veloce fra l’Italia continentale e l’isola francese, e la Genova-Bastia". E poi ci sono le linee di Moby e Toremar per l’Arcipelago toscano: le rotte da Piombino per l’Isola d’Elba, con gli scali a Portoferraio, Rio Marina e Cavo, con traghetti e mezzo veloce, quasi una metropolitana del mare. Toremar infine assicura i collegamenti tutto l’anno fra Livorno e Gorgona e fra Livorno e Capraia; la rotta in partenza da Piombino e da Rio Marina per l’isola di Pianosa e le partenze da Porto Santo Stefano per l’isola del Giglio e per quella di Giannutri.
Leggi tutto: Turismo: a Ttg Moby, Tirrenia e Toremar presentano la 'capitale italiana' sul mare

(Adnkronos) - "La ricerca è completamente cambiata rispetto al passato. Una volta era qualcosa di artigianale, le persone che conducevano la ricerca non erano esattamente dei professionisti. Ora, dovendo rispettare rigide regole di 'good clinical practice', esistono proprio delle nuove professioni della ricerca. Il problema è: chi forma queste figure nuove? A oggi non esistono corsi di laurea specializzati e i pochi master che esistono mancano nella fase professionalizzante. La prima sfida della ricerca moderna riguarda quindi la formazione delle nuove figure professionali di coordinamento, lo study coordinator, e di infermieri di ricerca. Senza queste figure la ricerca non può essere fatta". Così Antonio Gasbarrini, direttore scientifico della Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma, intervenendo nell'ambito dell'evento di Investigator's Meeting che si è svolto a Roma su varie aree della ricerca clinica che AstraZeneca conduce in Italia.
Nella ricerca clinica, "il legame con le aziende - spiega Gasbarrini - deve essere un'alleanza strategica dove ognuno deve fare la propria parte: il medico, la struttura che fa ricerca, è in qualche modo garante del paziente" sul fatto "che quel determinato farmaco" sviluppato da un'azienda "sia veramente innovativo rispetto allo standard e, soprattutto, deve garantire che sia sicuro. Istituzioni, aziende e ospedali che lavorano insieme con l'obiettivo di migliorare la salute dei pazienti devono essere alleati - precisa - non competitor. L'alleanza strategica medici, pazienti e aziende" agisce infatti per il bene "del paziente e della società". A tale proposito, per intercettare i bisogni reali dei pazienti e trasferire la conoscenza verso la ricerca, "bisognerebbe tornare alla medicina del passato. Noi non curiamo gli organi, ma curiamo i pazienti - sottolinea Gasbarrini - Questo è vero anche nel disegno degli studi clinici. Adesso le agenzie regolatorie ci stanno aiutando" perché "ritengono che il benessere del paziente, la cura nel suo complesso, debba essere garantita. Il benessere globale del paziente va messo davanti a tutto. Questo però si fa con degli indicatori diversi da quelli del passato".
In questo conteso anche "la presa in carico globale del paziente deve essere l'endpoint principale - evidenzia il clinico - e la digitalizzazione è un valore enorme. Quando i pazienti entrano negli ospedali, ormai, hanno tutti i dati digitalizzati. Qualsiasi grande struttura in questo momento potrebbe essere in grado, sulla carta, di identificare immediatamente il paziente per uno studio, inserendo banalmente criteri di inclusione di esclusione all'interno dei track che abbiamo dei nostri pazienti". Si deve considerare che, per alcune patologie molto diffuse come scompenso cardiaco, diabete, insulinoresistenza, "abbiamo pazienti che vanno in tantissime unità diverse" con tantissimi dati e possibilità di arruolamento e ricerca. "Questo, nel sistema paese Italia - conclude Gasbarrini - ci darebbe un vantaggio enorme".
Leggi tutto: Ricerca, Gasbarrini (Gemelli): "La sfida è formare le nuove figure professionali"

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti è sempre più vicino alle Atp Finals a Torino. Il tennista azzurro, numero 9 del ranking Atp, al momento è ottavo nella race, la classifica a punti della stagione in corso che porta alla qualificazione al torneo i migliori 8 del circuito. Musetti, dopo il ko contro Auger-Aliassime a Shanghai, resta qui ottavo con 3435 punti. La sconfitta del toscano contro il canadese è stata in però in parte attutita dall'immediata eliminazione di Auger-Aliassime al turno successivo, contro il francese Rinderknech. Il canadese resta dunque a quota 2905, a -530 punti dall'azzurro e non potrà accorciare, lasciando a Lorenzo un margine ancora importante verso il traguardo di fine stagione.
A Torino, Musetti potrebbe raggiungere Sinner, qualificato da tempo. E regalare all'Italia un'incredibile doppietta.

(Adnkronos) - Maria Corina Machado, vincitrice del Nobel per la Pace 2025, è una delle principali leader dell'opposizione a Nicolas Maduro in Venezuela dove è accusata di tradimento, terrorismo, cospirazione. Dall'agosto dello scorso anno è costretta alla clandestinità ma non ha interrotto il suo impegno politico.
Le è proibito lasciare il Paese dall'aprile del 2014. Nel 2015, le era stato impedito di ricandidarsi alle elezioni legislative e nel 2024 a quelle presidenziali, anche se aveva vinto le primarie dell'opposizione con il 90 per cento delle preferenze. Ha poi sostenuto il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, costretto all'esilio.
Coordinatrice nazionale di "Vente", il partito della libertà che ha cofondato nel 2013, è stata deputata all'Assemblea nazionale, eletta con il maggior numero di voti alle elezioni per la legislatura del 2010-2015. Era stata espulsa dall'Assemblea nazionale dal Presidente della Camera Diosdado Cabello dopo essere intervenuta nel marzo del 2014 al Consiglio permanente dell'Organizzazione degli Stati americani, per denunciare le violazioni dei diritti umani del regime di Maduro.
Nel 2017 ha fondato, insieme ad Antonio Ledezma e Diego Arria, sostenuti da un Consiglio nazionale, la piattaforma "Soy Venezuela", alleanza a cui hanno aderito molti settori della società impegnati per riportare il Paese alla democrazia.
Machado, che è nata a Caracas nel 1967, si è laureata in ingegneria industriale all'Universidad Católica Andrés Bello, e specializzata in finanza all'Instituto de Estudios Superiores de la Administración. Ha cominciato a dedicarsi alla politica nel 2002, quando ha fondato l'ong Súmate, per il monitoraggio delle elezioni e dei diritti umani. E' stata insignita del Premio Magnitsky.

(Adnkronos) - Dopo il caso Tortora, l’omicidio di Melania Rea. Hbo ha scelto due storie di cronaca nera e giudiziaria che hanno segnato l'Italia per il suo sbarco produttivo nel nostro Paese. Secondo quanto apprende l'Adnkronos, la piattaforma americana, che ha già acquistato la serie 'Portobello' diretta da marco Bellocchio, sarebbe pronta a dare il via alle riprese di una miniserie dedicata all'omicidio di Melania Rea, avvenuto nel 2011, per cui è stato condannato in via definitiva il marito, Salvatore Parolisi.
A dirigere il crime drama (nome provvisorio ‘Melania’) che dovrebbe essere composto da 4 episodi, sarebbe stato chiamato Stefano Mordini, regista che ha già maneggiato fatti di cronaca come dimostra il suo film 'La scuola cattolica' sul delitto del Circeo. Per i ruoli dei protagonisti, la scelta sarebbe ricaduta su due volti molto amati dal pubblico: Maria Esposito, nota per il suo ruolo in 'Mare Fuori', si calerebbe nei panni di Melania Rea, mentre Daniele Rienzo potrebbe interpretare Salvatore Parolisi. Mentre ad interpretare i genitori di Melania Rea dovrebbe essere Carmen Pommella e Fabio De Caro. Le riprese, sempre secondo le indiscrezioni trapelate, dovrebbero iniziare a metà novembre e svolgersi tra Roma, Ascoli e Napoli. Al momento, tuttavia, non vi è alcuna conferma ufficiale da parte della produzione.
La serie, dunque, ricostruirebbe uno dei casi più discussi degli ultimi anni. L'omicidio di Melania Rea avvenne nell'aprile del 2011. Per il delitto è stato condannato il marito, all'epoca caporalmaggiore dell'Esercito, che secondo la ricostruzione giudiziaria uccise la moglie con 35 coltellate. Con questa operazione Hbo confermerebbe la sua strategia di ingresso nel mercato italiano, puntando su storie 'true crime' di forte impatto mediatico e sociale, capaci ancora di riaccendere il dibattito.
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(Adnkronos) - Lo scompenso cardiaco è una patologia cronica in forte aumento che registra 800mila casi nel nostro Paese e rappresenta a livello mondiale la principale causa di ospedalizzazione nelle persone di età superiore ai 65 anni. Tra le cause più frequenti vi sono la cardiopatia ischemica, le coronaropatie, l'ipertensione, il diabete, un pregresso infarto e alcune malattie congenite. Ma anche aritmie, malattie del pericardio e dell'endocardio o problemi alle valvole cardiache possono scatenare questa patologia. Oggi e domani i cardiologi ospedalieri Anmco si sono dati appuntamento a Roma per la Convention nazionale dei Centri scompenso cardiaco Anmco 2025, un evento scientifico focalizzato sulle innovazioni e sulle strategie cliniche più efficaci per la gestione dell’insufficienza cardiaca.
"L'insufficienza cardiaca rappresenta un importante problema di salute pubblica su scala globale, con alti tassi di morbilità, mortalità ed utilizzo di risorse sanitarie - spiega Massimo Grimaldi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell'ospedale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari) - Essendo la destinazione finale di varie malattie cardiache, la sua prevalenza aumenta progressivamente con l'età. I pazienti affetti da un quadro di scompenso cardiaco hanno infatti una prevalenza nella popolazione generale di circa 1,7 %, che arriva intorno al 10% nel paziente con oltre 65 ani e raggiunge nell'ultraottantenne addirittura una prevalenza del 20%. Il numero dei pazienti affetti da scompenso cardiaco negli ultimi decenni è aumentato in maniera esponenziale a causa dell'allungamento della vita e grazie a migliori capacità diagnostiche. Anche le possibilità terapeutiche farmacologiche e non negli ultimi anni sono notevolmente migliorate. Oggi una corretta terapia può cambiare la traiettoria della storia naturale della malattia, garantendo una migliore sopravvivenza, riduzione delle ospedalizzazioni e migliore qualità di vita".
"La migliore prevenzione per lo scompenso cardiaco - continua Grimaldi - inizia sicuramente con l'adozione di uno stile di vita sano e con il controllo dei fattori di rischio come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete e obesità. Malgrado gli ottimi risultati registrati nel corso degli ultimi anni in numerosi protocolli di studio, le nuove terapie incontrano alcune difficoltà di diffusione nel mondo reale. Altri trattamenti risultano estremamente promettenti, ma ancora di nicchia o con dati non consolidati. Questa convention si pone l'obiettivo di coinvolgere tutti coloro che si occupano di insufficienza cardiaca sul territorio nazionale per focalizzare l'attenzione sulle innovazioni più rilevanti e sulle modalità, sia cliniche che organizzative, per ottimizzare le cure di una sindrome con un forte impatto sia prognostico che economico".
"L'insufficienza cardiaca è davvero una sfida per la sanità, è fondamentale una diagnosi precoce perché oggi abbiamo a disposizione dei farmaci raccomandati, i cosiddetti quattro pilastri terapeutici - sottolinea Fabrizio Oliva, past president Anmco e direttore della Cardiologia 1 dell'ospedale Niguarda di Milano - I dati dello studio Bring Up 3 Scompenso, ultima puntata di ricerca osservazionale Anmco, ci hanno dimostrato la capacità da parte del cardiologo italiano di utilizzare questi quattro trattamenti in percentuale elevata, con numeri superiori a tutti i registri recentemente pubblicati in ambito internazionale. Lo studio Bring Up 3 Scompenso è stato concepito come un'iniziativa a livello nazionale con l'obiettivo di guidare l'implementazione delle più recenti linee guida nella pratica clinica nazionale e migliorare la qualità complessiva dell'assistenza ai pazienti con insufficienza cardiaca. Allo studio ha partecipato un numero molto elevato di centri cardiologici italiani, fornendo così un quadro completo della realtà cardiologica del nostro Paese, e più del 65% dei centri ha raggiunto o superato l'obiettivo di 30 pazienti previsto dal protocollo. Questa ricerca osservazionale rappresenta un'esperienza unica a livello nazionale ed europeo. Questo testimonia ancora una volta come la partecipazione associativa sia il motore per il miglioramento della qualità delle prestazioni sanitarie e per il raggiungimento di importanti obiettivi di ricerca scientifica".
"Nel corso della convention si parlerà anche di ipertensione polmonare, malattia rara e complessa, in cui la definizione eziologica e il corretto inquadramento diagnostico sono gli unici e indispensabili presupposti per curare al meglio il paziente - evidenzia Federico Nardi, presidente designato Anmco e direttore della Cardiologia dell'ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (Alessandria) - Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha compiuto significativi progressi nella comprensione della fisiopatologia e nello sviluppo di terapie mirate, migliorando la qualità e l'aspettativa di vita dei pazienti. Pertanto, resta essenziale porre una diagnosi precoce, riconoscendo tempestivamente i segni dell'ipertensione polmonare e avviando un percorso efficace e personalizzato per i nostri pazienti".
"Spesso il quadro clinico con cui si manifesta l'ipertensione polmonare si intreccia con diverse malattie - prosegue Nardi - e il medico che si interessa di scompenso cardiaco deve essere pronto a impostare un corretto percorso diagnostico al fine di identificare la causa dell'aumento delle pressioni polmonari, presupposto indispensabile per curare al meglio il paziente. Il team multidisciplinare di cui tanto si parla nelle linee guida Esc/Ers sull'ipertensione polmonare non si improvvisa, ma è il risultato di un lungo percorso, di tanta esperienza, complicità e confronto. Questa parentesi della Convention dei Centri scompenso ha lo scopo di dimostrare come sia complesso il percorso diagnostico del paziente con ipertensione polmonare, quanto sia importante definire una corretta e se possibile precoce diagnosi eziologica, a cui deve sempre seguire un appropriato indirizzo terapeutico. Fare cultura è un obiettivo fondamentale non solo nelle cronicità, ma anche nelle fasi acute della malattia".
Leggi tutto: Medicina, in Italia 800mila casi di scompenso cardiaco: "Corretta terapia è svolta"

(Adnkronos) - Si apre un nuovo scenario di cura per l'Alzheimer. Dalla Commissione europea è arrivato l'ok all'immissione in commercio di un farmaco che può rallentare significativamente il declino cognitivo e funzionale in chi soffre di questa malattia.
Il farmaco è stato autorizzato per adulti con malattia di Alzheimer sintomatica in fase iniziale, che include persone con decadimento cognitivo lieve (Mci) e persone con lo stadio di demenza lieve dovuta ad Alzheimer, con patologia amiloide confermata e che sono eterozigoti o non portatori dell'apolipoproteina E (ApoE4), illustra una nota di Lilly. Oggi, osserva Marco Bozzali, professore associato in Neurologia, università degli Studi di Torino, ospedale Molinette e presidente SinDem (associazione autonoma aderente alla Sin per le demenze), "si apre un nuovo scenario di cura. Per la prima volta abbiamo una terapia mensile diretta verso le placche amiloidi con prove a sostegno di una netta riduzione di amiloide al completamento del ciclo di trattamento, rallentando così la progressione della malattia. Questa terapia segna una svolta decisiva per i pazienti e caregiver, aiutando a preservare più a lungo le funzioni cognitive e l'indipendenza", spiega Alessandro Padovani, direttore della Clinica neurologica dell'università di Brescia e presidente Sin (Società italiana di neurologia.
"In Italia circa 600mila persone sono affette dalla malattia di Alzheimer, e questo numero - continua - è destinato a crescere a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. È una malattia che progredisce in fasi che aumentano di gravità nel tempo, con conseguente perdita di indipendenza e capacità di prendersi cura di sé stessi, e se non si diagnostica e tratta nelle fasi più precoci, la malattia progredirà verso stadi clinici più avanzati entro un anno".
L'ok della Commissione europea all'immissione in commercio dell'anticorpo monoclonale donanemab di Lilly per il trattamento della malattia sintomatica in fase iniziale in uno specifico gruppo di pazienti può segnare "un cambiamento nella gestione della malattia. Permette di passare da soluzioni che agiscono sul sintomo cognitivo o comportamentale a un trattamento che rallenta la progressione del declino cognitivo e funzionale".
L'amiloide è una proteina prodotta naturalmente dal corpo che può aggregarsi e generare le placche amiloidi. L'eccessivo accumulo nel cervello può portare a problemi di memoria e di pensiero associati alla malattia di Alzheimer. Donanemab punta a rimuovere dal cervello l'accumulo di placche amiloidi e rallentare un declino cognitivo che diminuisce la capacità delle persone di ricordare nuove informazioni, date importanti e appuntamenti, pianificare e organizzare, preparare i pasti, usare elettrodomestici, gestire le finanze. L'azione del farmaco può aiutare a preservarne l'autonomia.
L'ok Ue si basa sugli studi clinici Trailblazer-Alz 2 e Trailblazer-Alz 6. Lo studio di fase 3 Trailblazer-Alz 2 ha dimostrato che donanemab ha rallentato significativamente il declino cognitivo e funzionale e ridotto significativamente il rischio di progredire allo stadio clinico successivo della malattia nell'arco di 18 mesi, si legge nella nota. Le anomalie dell'imaging correlate all'amiloide con edema/versamento (Aria-E) e con emorragia/emosiderosi (Aria-H) sono potenziali effetti collaterali della classe di terapie rivolte verso l'amiloide. I portatori di 1 o 2 copie del gene ApoE4 sono a maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer e di manifestare Aria. I pazienti devono discutere eventuali preoccupazioni relative alla sicurezza con i propri operatori sanitari.
Il regime di dosaggio di donanemab si basa sullo studio di fase 3b Trailblazer-Alz 6, che ha dimostrato che l'incidenza di Aria-E è stata significativamente ridotta a 24 e 52 settimane utilizzando un dosaggio a titolazione più graduale rispetto al dosaggio utilizzato in Trailblazer-Alz 2. Questo aumento graduale del dosaggio ha comunque consentito di ottenere livelli simili di efficacia nella rimozione delle placche amiloidi, spiega l'azienda nella nota.
"Donanemab ha mostrato risultati molto significativi nelle persone con malattia di Alzheimer sintomatica in fase iniziale, rallentando il declino cognitivo e funzionale nel nostro studio di fase 3 Trailblazer-Alz 2 - afferma Elias Khalil, presidente e General Manager di Lilly Italy Hub - I dati dimostrano che più precocemente i pazienti vengono identificati, diagnosticati e trattati con donanemab, maggiore è la risposta al trattamento. Questa autorizzazione offre una nuova opzione ai pazienti in Europa, dando loro speranza e la possibilità di avere più tempo per concentrarsi su ciò che conta di più".
Leggi tutto: Svolta nella cura dell'Alzheimer, il farmaco approvato dall'Ue che rallenta la malattia


(Adnkronos) - "Esiste un prima e un dopo. Il 7 ottobre 2025 alle 08:38 è la linea esatta che li divide". Così Benji, al secolo Benjamin Mascolo, annuncia oggi, venerdì 10 ottobre, con un post su Instagram l'arrivo della figlia Athena, nata dal matrimonio con Greta Cuoghi.
La piccola è venuta alla luce il 7 ottobre, ma i due neo genitori l'hanno reso noto soltanto oggi. Assieme al commento, il componente del duo Benji & Fede posta una foto in bianco e nero che lo ritrae mentre bacia sulla fronte la moglie ancora distesa sul letto della clinica, che tiene la bimba in braccio mentre la allatta. In pochi minuti, centinaia di commenti di felicitazioni da parte dei fan.
Leggi tutto: Benjamin Mascolo è diventato papà, è nata Athena: "Esiste un prima e un dopo"
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