(Adnkronos) - Il governo ha mantenuto "un altro impegno preso con gli italiani, ovvero quello di scrivere un nuovo piano carceri". E' quanto ha detto in un videomessaggio oggi, martedì 22 luglio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un piano, aggiunge, che ci consente di "ristrutturare e ampliare le strutture esistenti, realizzarne di nuove e valorizzare quegli immobili storici che non sono più adatti a ospitare un carcere".
"Oggi in Consiglio dei Ministri abbiamo varato un piano straordinario di interventi che ci farà avere, con opere in cantiere già oggi, con il termine dei lavori al 2027, circa 10.000 nuovi posti detentivi con un investimento complessivo di oltre 750 milioni di euro. Stiamo lavorando per aggiungere altri 5.000 posti in modo da colmare l'intero divario che c'è tra le presenze e i posti disponibili", spiega la premier.
"In altre parole", rimarca Meloni, "in passato si adeguavano i reati al numero dei posti disponibili nei carceri. Noi riteniamo, viceversa, che uno Stato giusto debba adeguare la capienza delle carceri al numero di persone che devono scontare una pena. Quindi, finalmente, certezza della pena".
''Abbiamo portato in Cdm una serie di provvedimenti volti ad affrontare il problema del sovraffollamento carcerario, la cui soluzione per noi è una priorità ma quello del sovraffollamento è un problema che non può essere risolto con la bacchetta magica ma che necessita interventi strutturali'' ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. ''Abbiamo iniziato una prima metà di interventi in due direzioni, una è l'aumento delle strutture carcerarie, quindi un aumento dei posti disponibili. Poi siamo intervenuti in altri due settori: la prima riguarda i tossicodipendenti per i quali è prevista una detenzione differenziata al di fuori dei carcere e la seconda relativa all'accelerazione delle procedure per chi ha diritto alla liberazione anticipata''.
Se consideriamo che i ''detenuti oggi sono 61.861 e il 31,93 % è affetto da dipendenza da sostanze stupefacenti o alcoliche. Facendo dei conti a spanne, anche ammesso che una buona parte di questi rientri tra quelli che hanno commesso reati ostativi che un'altra non voglia partecipare ai programmi di recupero ma se solo un terzo partecipasse avremmo già una diminuzione più che sensibile: forse anche 10mila tossicodipendenti a detenzione differenziata sarebbe una riduzione sensibile del sovraffollamento carcerario''.
Parlando della ''detenzione domiciliare per il recupero dei tossicodipendenti o alcol dipendenti'' Nordio ha poi sottolineato che ''la parola d'ordine di questo provvedimento non è sfoltimento carcerario, ma recupero dei tossicodipendenti, una buona parte dei quali sono effettivamente delle persone da curare più che dei criminali da punire ma nello stesso tempo hanno commesso dei reati di un certo allarme sociale e quindi il loro reato non può prescindere da un controllo e da un mantenimento della sicurezza''.
''Questo si ottiene attraverso una detenzione differenziata rispetto al carcere fatta in strutture certificate, verificate e quindi credibili di comunità - continua Nordio - La condizione per questo trattamento è non soltanto quella della richiesta del detenuto di partecipare a questi programmi ma anche quella di non aver commesso reati di una certa gravità''. ''Queste disposizioni favorevoli non si applicano a quelli che hanno commesso reati particolarmente odiosi dallo stupro alle rapine a mano armata - ha precisato -. Riguarda quindi persone che hanno commesso reati minori per i quali molte persone sono in carcere, furti scippi, piccole rapine che sono stati commessi in relazione alla condizione di tossicodipendenza''.
"Più carceri per ospitare i delinquenti e riforma della Giustizia per offrire più garanzia ed efficienza ai cittadini" dice il vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. "Il Cdm ha approvato il piano di interventi per ristrutturare e ingrandire gli istituti penitenziari (con 335 milioni del mio Ministero), mentre il Senato ha approvato una riforma storica che prevede anche la separazione delle carriere. Gli italiani ci hanno votato anche per questo. E noi passiamo dalle parole ai fatti".
Leggi tutto: Piano carceri, ok dal Cdm: Meloni: "Finalmente la certezza della pena"
(Adnkronos) - Il governo ha mantenuto "un altro impegno preso con gli italiani, ovvero quello di scrivere un nuovo piano carceri". E' quanto ha detto in un videomessaggio oggi, martedì 22 luglio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Un piano, aggiunge, che ci consente di "ristrutturare e ampliare le strutture esistenti, realizzarne di nuove e valorizzare quegli immobili storici che non sono più adatti a ospitare un carcere".
"Oggi in Consiglio dei Ministri abbiamo varato un piano straordinario di interventi che ci farà avere, con opere in cantiere già oggi, con il termine dei lavori al 2027, circa 10.000 nuovi posti detentivi con un investimento complessivo di oltre 750 milioni di euro. Stiamo lavorando per aggiungere altri 5.000 posti in modo da colmare l'intero divario che c'è tra le presenze e i posti disponibili", spiega la premier.
"In altre parole", rimarca Meloni, "in passato si adeguavano i reati al numero dei posti disponibili nei carceri. Noi riteniamo, viceversa, che uno Stato giusto debba adeguare la capienza delle carceri al numero di persone che devono scontare una pena. Quindi, finalmente, certezza della pena".
Leggi tutto: Meloni: "Con nuovo piano carceri finalmente la certezza della pena"
(Adnkronos) - I campioni d'Italia in carica del Napoli perdono 2-0 con l'Arezzo, club di Serie C, in un match amichevole disputato a Dimaro dove gli azzurri sono in ritiro precampionato. A decidere la partita il calcio di rigore trasformato da Pattarello al 38' e il gol di Varela al 90'.
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(Adnkronos) - Il candidato presidente della regione Marche del centrosinistra Matteo Ricci oggi, martedì 22 luglio, in un video sui social annuncia: "Sorprendentemente questa mattina ho ricevuto un avviso di garanzia sulla vicenda annosa degli affidi dei murales che è ormai sulla stampa da un anno". "Sono sorpreso perché io in vita mia, in 15 anni d'amministrazione, non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici, mi sono fidato ciecamente dei miei dirigenti e dei miei collaboratori come in queste in caso" sottolinea l'ex sindaco di Pesaro.
"L'ho ripetuto per mesi e lo ripeterò anche al procuratore e fra l'altro l'accusa è curiosa perché io non avrei ottenuto nessuna utilità patrimoniale ma in termini di consenso politico. Sono sereno nel merito però anche molto amareggiato e molto arrabbiato. Questa cosa arriva il giorno dopo la convocazione delle elezioni, dopo un anno di indagini... io comunque sono fiducioso nel lavoro della magistratura. Sono convinto che smonteremo subito queste accuse".
"Quindi tanta amarezza e tanta rabbia ma anche tanta serenità perché nel merito sono completamente estraneo ai fatti, non me ne sono mai occupati e lo chiarirò presto con il procuratore" conclude.
Leggi tutto: Marche, candidato centrosinistra Matteo Ricci indagato: "Sereno, io estraneo ai fatti"
(Adnkronos) - Lionel Messi al Como? È questa l'ultima, folle, idea di calciomercato di oggi, martedì 22 luglio, che in queste ore sta facendo sognare i tifosi lombardi. La squadra di Fabregas è stata fin qui tra le squadre più attive del campionato sul mercato, con l'obiettivo di dare al suo allenatore, che ha deciso di rimanere rifiutando le avance dell'Inter, che lo aveva individuato come ideale sostituto di Simone Inzaghi prima di virare su Chivu, anche dopo aver ricevuto ampie garanzie dalla proprietà, la più ricca della Serie A.
La suggestione Messi nasce dopo l'amichevole giocata contro il Lille. Sulle tribune dello stadio Sinigaglia c'era anche Antonela Roccuzzo, moglie proprio del campione argentino, oggi all'Inter Miami, e grande amico di Fabregas. L'allenatore del Como ha risposto così a domanda diretta in conferenza stampa: "Messi al Como? Mai dire mai. Lionel è stato in vacanza a casa mia, era in viaggio per vedere qualche amico. Noi siamo amici da tempo, e così le nostre mogli e i nostri figli. Lui però adesso è negli Stati Uniti".
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(Adnkronos) - Due italiani su cinque rimandano le visite mediche per l’imbarazzo. Nonostante siano in larga maggioranza consapevoli dell’importanza di prendersi cura della propria salute, il 76% dei nostri connazionali ritiene che parlare di alcuni aspetti legati a questo ambito sia ancora un tabù e il 41% ha sperimentato imbarazzo a causa di controlli o visite mediche, un dato che evidenzia un significativo ostacolo per l'accesso alle cure. Tra gli aspetti della salute considerati più difficili o imbarazzanti da affrontare ci sono le evacuazioni intestinali, indicate dal 23% degli intervistati. Sono alcuni dati di una ricerca condotta da Doxa su un campione rappresentativo della popolazione adulta italiana e commissionata da Scottex, marchio di Kimberly-Clark, società leader nei prodotti di largo consumo a livello internazionale, a supporto della partnership con Fondazione Airc per la ricerca sul cancro per sostenere la ricerca sul tumore del colon e sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce.
"Siamo estremamente orgogliosi di aver stretto questa partnership con Fondazione Airc co-finanziando per due anni un progetto Investigator Grant sul tumore del colon guidato da Giuseppe Bifulco, del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno", commenta Stefania Ghidetti, Head of Marketing Family Care di Kimberly-Clark Italia. "Ci auguriamo inoltre - continua - che il nostro impegno e i nostri sforzi congiunti possano promuovere la sensibilizzazione sui sintomi del cancro del colon sottolineando l'importanza della diagnosi precoce. La nuova campagna ‘Mettiamoci Comodi’ vuole infatti incoraggiare le persone a superare i tabù legati all'uso del bagno”.
Per Chiara Occulti, Chief Marketing & Fundraising Officer di Fondazione Airc, "il nostro primo obiettivo è promuovere presso il grande pubblico una cultura della salute, utilizzando un linguaggio accessibile e positivo per affrontare un tema che, ancora oggi, genera imbarazzo in molti italiani. Allo stesso tempo, grazie all’impegno concreto dell’azienda, possiamo finanziare due annualità di un progetto innovativo dedicato allo studio del tumore del colon, contribuendo così a sostenere la migliore ricerca oncologica nel nostro Paese". In dettaglio, la collaborazione prevede un impegno biennale da parte dell’azienda di 150.000 euro destinato a un progetto di ricerca Investigator Grant sul tumore del colon - affidato a Giuseppe Bifulco dell’Università degli Studi di Salerno - che ha l’obiettivo di andare a bloccare alcuni dei mediatori dell'infiammazione coinvolti nella malattia e mettere a punto molecole attive contro il cancro del colon, per offrire nuove opzioni terapeutiche per questo tipo di tumore.
La partnership si concretizza anche nella campagna di comunicazione di Scottex "Mettiamoci Comodi", che mira a sensibilizzare e incoraggiare le persone a superare i tabù legati all'uso del bagno. Kimberly-Clark darà infine visibilità alla partnership sui prodotti carta igienica a marchio Scottex attraverso la diffusione di 24 milioni di pacchi che raggiungeranno oltre 6 milioni di famiglie. Il tumore del colon retto è una patologia di grande impatto sociale: le stime indicano che nel nostro Paese ogni anno vengono colpite oltre 48.000 persone, facendone il secondo per incidenza tra le donne e la seconda causa in assoluto di morte per cancro.
La ricerca ha evidenziato la necessità di promuovere una maggiore attitudine alla prevenzione da parte degli italiani: il 56% dei rispondenti, infatti, monitora le proprie evacuazioni per motivi di prevenzione solo se nota qualcosa di strano, mentre l’8% trova questa pratica fonte di disagio e il 4% la evita del tutto. Inoltre, ben il 31% degli italiani afferma di avere poche o nessuna conoscenza dei segnali di allarme per la propria salute che possono essere rilevati nelle evacuazioni intestinali.
In generale, in Italia la ricerca rileva ancora un ampio margine di miglioramento in termini di attitudine alla prevenzione medica: solo il 22% degli intervistati, infatti, afferma di sottoporsi regolarmente a controlli medici preventivi in assenza di sintomi, mentre un italiano su due li effettua solo occasionalmente e ben il 10% non si sottopone mai a controlli preventivi. Le donne, col 29%, e le persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni, col 31%, risultano più propense ad effettuare controlli regolari, mentre gli uomini si impegnano meno nella prevenzione. L’indagine, di tipo quantitativo, ha utilizzato la metodologia Cawi (Computer-Assisted Web Interviewing). Sono state raccolte un totale di 1.000 interviste, rappresentative della popolazione italiana di età compresa tra i 18 e i 64 anni. Le interviste sono state condotte considerando precise quote di distribuzione per sesso, età, titolo di studio e area geografica. La rilevazione si è svolta dall’11 al 19 giugno.
Leggi tutto: Due italiani su 5 rimandano le visite mediche per l’imbarazzo, campagna Scottex-Airc
(Adnkronos) - "La riforma votata oggi in Senato non fornisce alcuna risposta alle attese di giustizia dei cittadini del nostro paese. Non diminuisce i tempi dei processi. Non risolve i problemi delle carceri. Non agevola l’accesso alla giurisdizione dei soggetti meno abbienti o più deboli. Non irrobustisce le strutture giudiziarie che si occupano di crimine organizzato e corruzione". Lo ha detto all'Adnkronos il Presidente del Tribunale di Palermo Piergiorgio Morosini commentando il voto della riforma della Giustizia al Senato. "Il testo di riforma, di matrice governativa, approdato in parlamento nel maggio del 2024, viene a distanza di oltre un anno approvato senza che sia stata modificata neppure una virgola, nonostante sia in gioco una nuova fisionomia dei rapporti tra politica e magistratura e si adotti una soluzione che rappresenta un unicum nel panorama degli ordinamenti delle democrazie occidentali avanzate", aggiunge Morosini.
E ancora: "Per come concepita la separazione delle carriere, nei fatti già completata dalla riforma Cartabia, lungi dal rafforzare le garanzie per i cittadini pare piuttosto il preludio “ai pm sotto l’esecutivo”, come auspicato dal sottosegretario alla Giustizia", dice Morosini ricordando quanto pubblicato da Il Foglio il 14 marzo scorso. "E i due Consigli superiori separati, privi di competenza sul disciplinare e con membri togati sorteggiati e non più eletti, non sembrano in grado di rappresentare un presidio robusto per l’indipendenza dei magistrati dalle pressioni dei potenti di turno".
Per il Presidente del Tribunale di Palermo Morosini "La posta in gioco avrebbe consigliato maggiori aperture rispetto ai rilievi non solo della magistratura associata ma anche del mondo accademico e di parti dell’avvocatura, dal momento che viviamo in un epoca in cui, oltre i confini nazionali, leader europei e americani, una volta eletti, si ribellano ai vincoli dello Stato di diritto, vissuti come ostacolo all’esercizio delle prerogative di governo. E, talvolta pure con il sostegno di élite tecnocratiche, promuovono una idea del potere inteso come “blocco unico”, che non può prescindere da una magistratura omogenea al potere esecutivo e ai poteri economici. Ossia, tutto quello che rifiuta la nostra Costituzione del 1948".
"Invece, la riforma costituzionale della giustizia sta procedendo a tappe forzate in un clima generale da “resa dei conti”- dice il Presidente del Tribunale - Come hanno rilevato attenti osservatori, il modello approvato ha i caratteri della legislazione “speciale”, posto che in un contesto in cui operano almeno tre giurisdizioni (ordinaria, amministrativa e contabile), con assetti ordinamentali assimilabili, si interviene solo nei confronti della magistratura ordinaria, ossia quella che è stata in prima linea nella difesa della democrazia dal terrorismo, dal crimine organizzato e dalla corruzione sistemica, nonostante le cosiddette “correnti” esistano anche nelle altre magistrature", conclude Piergiorgio Morosini. (di Elvira Terranova)
(Adnkronos) - Dopo Nek, anche Gabriele Corsi alla fine ha detto no, rinunciando a 'Domenica In'. A quanto apprende l'Adnkronos, Mara Venier dunque, salvo sorprese, tornerà sola al comando del programma che l'ha resa la 'signora della domenica'.
La notizia era nell'aria da qualche settimana. A nessuno era passato inosservato il fatto che Venier e Corsi non si fossero presentati al lancio dei palinsesti autunnali a Napoli, a fine giugno, segno che la collaborazione fosse ancora tutta da costruire e che il conduttore, impegnato da anni con contratti a progetto sia su Rai (da Eurovision Song Contest al Primafestival) che sul Nove (dove conduce dal 2022 'Don't forget the lyrics! - Stai sul pezzo!'), non avesse ancora sciolto la riserva.
Leggi tutto: Domenica In, anche Gabriele Corsi si sfila. Venier torna sola al comando?
(Adnkronos) - È più forte Jannik Sinner o Carlos Alcaraz? Questa è la domanda che da tempo divide il mondo del tennis, non solo tifosi e appassionati ma anche giocatori, alcuni dei quali hanno molti pochi peli sulla lingua nel decretare il loro 'preferito' Così è stato per Tallon Griekspoor, tennista olandese numero 31 del mondo, che oggi, martedì 22 luglio, non ha avuto dubbi quando si è trattato di scegliere tra Sinner o Alcaraz.
"Con Sinner sai cosa aspettarti. Lui sa fare tutto e lo fa bene, è sicuramente il migliore in questo momento", ha detto Griekspoor ospite a 'The Changeover Podcast', "Jannik però non ha le stesse capacità e il gioco a rete di Alcaraz. Non ha nemmeno la palla corta né lo slice di rovescio. Sinner è a un livello altissimo, ma quello che fa Alcaraz in partita è incredibile".
Griekspoor, che con Sinner ha uno score di sei sconfitte in altrettante partite, insomma, preferisce lo spagnolo: "Alcaraz è un po' più incostante, forse perché non riesce a usare le tutte le sue opzioni al momento giusto. Credo però che Carlos possa raggiungere un livello più alto rispetto a Sinner, perché è più completo".
Leggi tutto: Griekspoor 'snobba' Sinner: "Lui ora è il migliore, ma Alcaraz è più forte"
(Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha incontrato oggi, martedì 22 luglio, al Quirinale una delegazione dell'assemblea parlamentare della Nato, in occasione del 70esimo anniversario di costituzione. "La grave e inaccettabile aggressione russa all'Ucraina - ha detto il Capo dello Stato -, ultimo esempio di una minaccia sempre più insistente al sistema di principi che l'Alleanza e l'Unione europea difendono, ha imposto un'accelerazione al rafforzamento della Nato. Questo è avvenuto soprattutto sul piano politico, confermando la sua funzione stabilizzatrice di pace con nuove adesioni nei decenni in modo rilevante, anche recentemente con nuovi membri, un tempo portatori di una significativa postura di neutralità".
"Desidero formulare gli auguri per questo importante anniversario con l'auspicio e la convinzione che l'Assemblea continui a rappresentare per tutti un esempio di istituzione presidio della libertà, della pace, della sicurezza dei nostri cittadini" sottolinea.
"La Repubblica Italiana in questo percorso ha sempre assicurato il suo apporto, contribuendo anche sia al benessere del vertice dell'Aia, sia una riflessione più complessiva sul futuro dell'alleanza. Un presente e un futuro chiamati a considerare una concezione geograficamente inclusiva dei suoi compiti, quindi compreso quello sul fronte meridionale, esposto alla instabilità che proviene dal Medio Oriente e da alcune aree dell'Africa settentrionale e subsahariana. In questo concetto ampio di sicurezza diventano anche la tutela delle infrastrutture critiche e la capacità di far fronte a minacce ibride comprese quelle legate ai rischi di uso improprio della intelligenza artificiale. Per farlo in misura adeguata occorre investire nella innovazione e potenziare le capacità dei nostri tessuti industriali".
"È una sfida - conclude il capo dello Stato - che passerà anche attraverso quella di realizzare l'efficacia complementarità tra Nato e Unione europea. Quest'ultima chiamata a essere sempre più pilastro della sicurezza continentale".
Leggi tutto: Ucraina, Mattarella: "Aggressione Russia ha imposto accelerazione rafforzamento Nato"
(Adnkronos) - È stato rintracciato questa mattina dalla Polizia Locale di Roma Capitale, al termine di complesse indagini, il conducente dell’auto che, nella notte del 25 giugno, ha investito e ucciso il 35enne Valerio Sibilia su viale Kant, a Roma, per poi abbandonare l’auto sul posto, dandosi alla fuga e lasciando a terra la vittima. Gli agenti del VII Gruppo Tuscolano dei caschi bianchi, intervenuti sul luogo dell’incidente per i rilievi, hanno subito avviato i primi accertamenti per ricostruire la dinamica dei fatti, raccogliendo le testimonianze e ogni elemento utile all’indagine, con accurati accertamenti sullo stato dei luoghi.
Le attività investigative, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Giudiziaria del Comando Generale della Polizia Locale, sotto il coordinamento della procura di Roma, si sono svolte incessantemente a partire dall’analisi, eseguita con la collaborazione della polizia scientifica, sul veicolo rinvenuto sul luogo, un’Alfa Romeo Giulietta di provenienza furtiva, al fine di rilevare ogni traccia utile per risalire agli occupanti dell’auto, unitamente ad una meticolosa verifica di tutte le immagini delle telecamere presenti nella zona dell’incidente, sia nelle immediate vicinanze sia a largo raggio. Al termine di tutti gli accertamenti e delle analisi incrociate con elementi e testimonianze raccolte, gli agenti sono risaliti all’identità del conducente dell’Alfa, la cui residenza è stata individuata presso il campo nomadi di via di Salone.
Avviata immediatamente un’attenta attività di osservazione, dopo giorni di monitoraggio e sopralluoghi, inizialmente dall’esito negativo, questa mattina i caschi bianchi hanno individuato il soggetto che, nonostante un tentativo di fuga alla vista degli agenti, è stato subito bloccato. Nei confronti del ragazzo, 21enne, al termine degli accertamenti di rito e delle attività di perquisizione presso l'alloggio nel campo, svolte nella mattinata odierna congiuntamente al personale del Distretto Casilino Nuovo della Polizia di Stato, è stata disposta dall’Autorità Giudiziaria la misura del fermo di indiziato di delitto, con traduzione presso la Casa Circondariale di Roma Regina Coeli, dove l’uomo si trova attualmente, con l’accusa di omicidio stradale, aggravato da fuga e omissione di soccorso, nonché di riciclaggio, oltre alla guida senza patente, in quanto mai conseguita. I caschi bianchi hanno inoltre individuato e fermato all’interno del campo rom altri tre uomini, quali presunti passeggeri e complici dei fatti accaduti la notte del 25 giugno. La loro posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti.
Leggi tutto: Roma, uomo investito e ucciso in viale Kant: arrestato 21enne
(Adnkronos) - “Ancora una volta da Bruxelles arriva un diktat che sa di ricatto: le proposte del Governo italiano sulle concessioni balneari vengono bocciate da funzionari non eletti, che nessuno conosce e nessuno ha mai votato, ma che pretendono di decidere il destino delle nostre coste e delle migliaia di famiglie che da generazioni lavorano per dare al turismo italiano un volto umano, accogliente, vincente. Ma stavolta l’Italia non può piegarsi. Il Tavolo tecnico di Palazzo Chigi, con il lavoro di ben nove Ministeri e i rappresentanti delle regioni, lo ha detto a chiare lettere: la risorsa in Italia non è scarsa. Le nostre coste non sono un bene limitato, non c’è alcun motivo per metterle a gara e svendere il frutto del lavoro di intere comunità a multinazionali pronte a fare razzia delle nostre spiagge". Lo dichiara Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia Federturismo Confindustria.
"E allora diciamolo forte: basta svendere l’Italia! Basta accettare -continua Licordari- lezioni di 'mercato libero' da chi, in realtà, vuole solo spalancare le porte ai potenti dell’Europa del Nord. Vogliono farci credere che la Bolkestein sia un obbligo? Falso! È una scelta politica. E se Bruxelles pensa di piegarci con le sue minacce, stavolta si sbaglia di grosso. L’Italia deve alzare la testa. Basta sottomettersi a un’Europa che tratta gli Stati membri come vassalli e non come popoli sovrani. Le nostre spiagge non sono in saldo. Non sono un regalo da fare a chi specula dall’estero", continua.
"Sono un patrimonio nazionale, costruito da lavoratori italiani con decenni di sacrifici, tasse pagate e investimenti. Il Governo ha il dovere morale e politico di resistere: nessuna svendita, nessuna gara che distrugga l’economia balneare. Se Bruxelles continuerà con il suo atteggiamento da tiranno burocratico, Roma deve reagire. La sovranità del nostro Paese viene prima di ogni trattato, prima di ogni direttiva scritta da tecnocrati che non conoscono nemmeno la nostra realtà. Questa non è solo una battaglia per le imprese balneari. È una battaglia per l’Italia", conclude.
(Adnkronos) - È morto Celeste Pin. L'ex calciatore della Fiorentina è scomparso oggi, martedì 22 luglio, all'età di 64 anni. Di ruolo difensore, Pin ha iniziato nelle giovanili del Perugia, per poi vestire la maglia viola dal 1982 al 1991. Ha giocato anche con l'Hellas Verona per poi chiudere la carriera nel Siena. è stato convocato anche nell'Italia Under 21, con cui ha vinto il bronzo agli Europei del 1984.
A ricordare Pin è arrivato il commosso comunicato della Fiorentina: "Il Presidente Commisso, sua moglie Catherine, il Direttore Generale Alessandro Ferrari, il Direttore Sportivo Daniele Pradè, Mister Pioli e tutta la Fiorentina, si uniscono al dolore della famiglia Pin ed esprimono le più sentite condoglianze per la scomparsa di Celeste".
"Oltre ad aver indossato i colori viola per lunghi anni come calciatore, Celeste è rimasto sempre un tifoso della Fiorentina e non ha mai fatto mancare la propria vicinanza ed il proprio sostegno in tutte le occasioni sia pubbliche che private ed è per questo che rimarrà, per sempre, nella storia gigliata".
Leggi tutto: Morto Celeste Pin, ex difensore della Fiorentina: il ricordo del club viola
(Adnkronos) - Si è svolto questa mattina a Roma, presso la sede di via del Nazareno, l’incontro tra ProfessionItaliane e il Partito Democratico per discutere dell’impatto economico e occupazionale generato dal sistema ordinistico e dell’importanza di incentivare il ruolo sussidiario delle professioni per continuare a garantire la tutela della fede pubblica e fornire ai cittadini servizi efficienti e qualificati. Nel corso del confronto, a cui ha partecipato la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein; la responsabile per Pa, Professioni e Innovazione del Pd, Stefania Bonaldi; e il capogruppo alla Camera del Pd, Chiara Braga, ProfessionItaliane ha messo in evidenza la necessità di avviare una riforma degli ordinamenti professionali che porti ad un ammodernamento dell’intero sistema ordinistico e, in particolare, ad una maggiore armonizzazione delle regole riguardanti la formazione continua, il tirocinio, l’accesso alla professione e i procedimenti disciplinari.
In tema di formazione i 23 ordini e collegi professionali che compongono l’Associazione hanno chiesto di sostenere maggiormente l’accesso dei giovani laureati al sistema ordinistico, anche rafforzando il collegamento con il mondo accademico, così da favorire percorsi di lavoro autonomo che siano basati sulla valorizzazione delle competenze, il rispetto delle regole e dell’etica professionale, ma anche capaci di rispondere adeguatamente alle nuove esigenze dettate dalle transizioni in atto.
“Questo è uno degli incontri che abbiamo voluto organizzare con tutte le forze politiche per porre al centro il tema del valore degli Ordini professionali e le loro competenze trasversali. Abbiamo avuto così l’opportunità di rappresentare le esigenze del mondo ordinistico, nonché le istanze e le specificità delle singole professioni”, ha dichiarato il presidente di ProfessionItaliane, Rosario De Luca. “Un incontro molto proficuo e importante anche per noi per cogliere la varietà e le specificità degli ordini che ProfessionItaliane rappresenta”, ha sottolineato Elly Schlein, segretaria del Pd. “Siamo pronti a dialogare e confrontarci sulle proposte per un ammodernamento del sistema ordinistico, tracciando obiettivi e principi comuni, sui quali si può provare a intervenire con la nostra attività parlamentare, salvaguardando le specificità e le esigenze dei singoli ordini professionali”, ha concluso.
Leggi tutto: ProfessionItaliane: a confronto con Pd su ammodernamento sistema ordinistico
(Adnkronos) - Coca-Cola ha confermato che lancerà una nuova versione autunnale della celebre bibita con zucchero di canna. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva anticipato la notizia sostenendo di aver convinto l'azienda a sostituire lo sciroppo di mais, ad alto contenuto di fruttosio, con "vero zucchero di canna". Il Ceo del gigante delle bibite, James Quincey, rivela la Cnn, ha confermato la decisione di lanciare in autunno un'offerta "dolcificata con zucchero di canna statunitense" come parte della sua gamma di prodotti.
"La ricetta principale della Coca-Cola non cambierà. Continueremo a usare molto dello sciroppo di mais che utilizziamo ora", ha rassicurato il colosso statunitense che ha aggiunto in un comunicato: "Questa variazione è pensata per integrare la gamma dei prodotti principali e offrire una scelta più ampia per ogni occasione e preferenza".
L'amministratore delegato Quincey ha ammesso che l'entusiasmo del Presidente Trump per il marchio e i suoi "suggerimenti" sono stati determinanti nella decisione di lanciare sul mercato la nuova opzione "light". Il Presidente degli Stati Uniti è un assiduo consumatore di Diet Coke, ne beve circa 12 lattine al giorno, scrive il The Guardian che rivela la curiosa installazione di un pulsante rosso "Diet Coke" vicino alla sua scrivania, che “può premere per chiamare un membro dello staff con la bevanda”.
La Coca-Cola prodotta negli Stati Uniti è realizzata con sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, un ingrediente che il segretario alla Salute e ai Servizi Umani dell’amministrazione Trump, Robert F. Kennedy Jr., ha duramente osteggiato nel corso del suo mandato definendolo "formula per renderti obeso e diabetico".
Eppure, secondo gli esperti di salute, sostituire lo zucchero di canna con lo sciroppo di mais non ridurrebbe alcun rischio per la salute umana. "Per rendere più sana la catena alimentare statunitense, l'amministrazione Trump dovrebbe concentrarsi sulla riduzione dello zucchero, non su zuccheri diversi", ha dichiarato alla Cnn Eva Greenthal, ricercatrice del Center for science in the public interest, organizzazione no-profit per la difesa dei consumatori.
Sebbene il consumo di zucchero negli Stati Uniti sia superiore alla produzione nazionale di zucchero di canna, Quincey ha assicurato che Coca-Cola “ne ha a sufficienza” per lanciare la linea. “Con il tempo, se ci sarà più domanda, pianteranno più ettari ma siamo fiduciosi che l'approvvigionamento non sarà un problema”, ha detto.
Le ragioni che avrebbero convinto lo storico brand a utilizzare lo sciroppo di mais rispetto allo zucchero sarebbero principalmente economiche: negli Stati Uniti, infatti, l’immensa produzione di mais gode di consistenti sussidi agricoli che lo rendono più conveniente rispetto al classico zucchero. L'industria del mais non aveva gradito le dichiarazioni del tycoon, scrive il Washington Post. Il presidente e Ceo della Corn refiners association, John Bode, aveva dichiarato: “Sostituire lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio con lo zucchero di canna non ha alcun senso e costerebbe migliaia di posti di lavoro nel settore manifatturiero americano”. Il passaggio di Coca-Cola all'utilizzo di zucchero di canna potrebbe avere enormi ripercussioni commerciali sul mercato statunitense delle bevande analcoliche, che vale 285 miliardi di dollari.
(Adnkronos) - "La dovete smettere". Con queste parole Francesca Michielin reagisce agli insulti ricevuti online dopo la pubblicazione di un video in cui appare in pantaloncini, con le gambe scoperte.
La cantante ha condiviso su X uno dei tanti commenti ricevuti e si è lasciata andare a uno sfogo: "A me ormai non frega niente, perché so cosa il mio corpo ha vissuto e ho le spalle abbastanza larghe, ma penso alle tante ragazze giovani che ricevono e leggono questi commenti", scrive Michielin. E conclude con un messaggio diretto: "Andaste a f***ulo (o in terapia, così non dobbiamo andarci noi per colpa vostra)".
Il post di Francesca arriva in risposta al messaggio di un utente che le ha scritto: "Ragazza sei troppo giovane per mettere su chili, datti una regolata e mettiti nelle mani di una buona nutrizionista. Comunque fai come ti piace, ciao". Michielin ha continuato spiegando il suo punto di vista: "Io potrei essere in forma come no, avere 5 chili in meno o 10 in più per millemila motivi personali, ma è proprio il commentare il corpo di una donna che non capisco".
Recentemente anche Sarah Toscano è finita suo malgrado al centro di un bufera social per offese e critiche di utenti che, spesso protetti dall'anonimato, hanno insultato la ragazza. La vincitrice di Amici 2023 è stata vittima di una serie di commenti offensivi, apparsi sotto a un video pubblicato su TikTok che la ritrae mentre si esibisce con disinvoltura sul palco.
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(Adnkronos) - La tappa più iconica del Tour de France 2025, la numero 16 che vede l'arrivo sul terribile Mont Ventoux, ribattezzato 'Calvo' dagli italiani, se la prende di forza Valentin Paret-Peintre della Soudal Quick Step, che oggi, martedì 22 luglio, vince in volata sulla rampa finale battendo Ben Healy (EF Education-EasyPost) che ha provato fino all'ultimo il bis dopo la vittoria della sesta tappa; terza piazza a Santiago Buitrago (Bahrain Victorious) a 4" dai due. Ma la vera battaglia è tra i rivali di classifica generale: Tadej Pogacar, che rimane in maglia gialla, e Jonas Vingegaard, che fanno partire un duello di scatti e riprese a 7 km dal traguardo.
Attacca una prima volta Vingegaard ma Pogacar è in controllo anche se apparentemente con meno scioltezza del solito. Ai -6 nuovo attacco del secondo in classifica con lo sloveno impassibile alla ruota e senza neanche alzarsi sui pedali; il danese trova il compagno di squadra Campenaerts qualche centinaio di metri più avanti e si fa portare verso la cima con lo Tadej sempre a ruota. Terzo affondo di Vingegaard ai -3, con Pogacar che non schioda dal posteriore del rivale.
Ai -1,2 è invece Pogacar a scattare e i ruoli si invertono con il danese a ruota, nuovo scatto e sorpasso del capitano della Visma a -1 con lo sloveno incollato. Vingegaard ci crede fino alla fine, ma è Pogacar a sferrare l'ultimo attacco vincendo la volata e dimostrando di avere in pugno il Tour malgrado il grande coraggio del danese.
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