



(Adnkronos) - Rubacuori e icona della commedia romantica, ma anche provocatore e irriverente. Hugh Grant compie 65 anni. Una vita e una carriera, quella dell'attore britannico decisamente a due facce. Per anni il suo personaggio, nell'immaginario collettivo è stato quello dell'affascinante, colto, un po' timido e impacciato, molto british, fino a quando, più di recente, ha cominciato a interpretare in maniera sempre più convincente ruoli da cattivo, e negli ultimi anni ha anche suscitato scalpore con apparizioni e dichiarazioni bizzarre e controverse.
Hugh John Mungo Grant, nasce il 9 settembre 1960 all'Hammersmith Hospital di Londra, riceve un'educazione tipicamente britannica, in linea con le sue nobili origini: discende infatti da Enrico VII, fondatore della dinastia Tudor e padre di Enrico VIII. Tra i suoi antenati figura anche Giacomo IV, re di Scozia. Il giovane Hugh frequenta dunque la Wetherby High School, la stessa scuola dei principi William e Harry, studia letteratura inglese a Oxford. Dopo la laurea comincia a scrivere per la pubblicità radiofonica e mette insieme una compagnia di comici insieme ad amici. Tenta quindi la strada del cinema e, indiscutibilmente attraente, nel 1987 suscita subito interesse ed entusiasmo nei film 'Maurice' di James Ivory e il suo successo cresce nel più noto "Quel che resta del giorno" del 1993.
Ma la svolta e il successo internazionale arriva nel 1994 con la commedia romantica "Quattro matrimoni e un funerale". La fama si consolida con altre pellicole tra cui 'Notting Hill', la saga di 'Bridget Jones' e 'Love Actually'. Nel mezzo del successo una 'macchia' a offuscare la sua immagine di bravo ragazzo: nel 1995 viene arrestato a Los Angeles in strada, e poi condannato per atti osceni in luogo pubblico, per aver ricevuto una prestazione sessuale da una prostituta. Uno scandalo che l'attore riesce però a superare con classe, riuscendo a non intaccare più di tanto la sua carriera.
Da un certo punto in poi però è lo stesso Grant a dichiarare - già dall'uscita del primo film di Bridget Jones - di essere "stufo di interpretare il bravo ragazzo" e di essere convinto che "anche gli altri lo siano". Dunque, negli ultimi dieci anni, riesce a convincere anche nei panni del cattivo, sia nel suo genere preferito, la commedia, come in 'Paddington 2' sia nel ruolo dell'egocentrico attore Phoenix Buchanan, sia più recentemente nel film horror psicologico 'Hheretic' nel ruolo dell'inizialmente amichevole Mr. Reed che in realtà nasconde incredibili abissi.
Negli ultimi anni, poi, sembra che Grant abbia intrapreso una sorta di carriera parallela come provocatore. Diversi gli episodi in cui l'attore ha dichiarato cose al limite dell'imbarazzo, a partire dall'intervista che la modella Ashley Graham, nei panni di intervistatrice, gli rivolse nel 2023 in occasione della Notte degli Oscar. Grant fu molto scortese, continuando a rispondere (male) a ogni domanda in modo stizzito strafottente. E proseguì nella sua irriverenza quando, salito sul palco della cerimonia di premiazione, parlando della sua collega Andie MacDowell, la descrisse come "ancora stupenda" contrariamente a sé stesso che - aggiunse toccandosi il viso - non avendo mai usato una crema idratante in vita sua, somigliava "fondamentalmente a un sacco scrotale".
Non solo, nel 2024, parlando della sua partner in "Notting Hill", Julia Roberts, disse che nel film non voleva baciarla perché "aveva la bocca troppo grande". E "quando l'ho baciata - disse - c'era un'eco". Ancora: commentando le doti canore della collega Drew Barrymore nel film 'Scrivimi una canzone' disse che era "semplicemente orribile", aggiungendo di aver "sentito cani abbaiare meglio di come lei canti". Qualcuno rimpiange forse l'innamoratissimo William di 'Notting Hill' o il romantico Charles di 'Quattro matrimoni e un funerale'?.
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(Adnkronos) - Giusi Bartolozzi, capo di gabinetto del ministro della Giustizia Carlo Nordio, è stata iscritta dalla Procura di Roma nel registro degli indagati per il reato di false informazioni al pubblico ministero. La Bartolozzi era stata ascoltata dal Tribunale dei ministri, relativamente all'inchiesta sul caso Almasri, per un procedimento in cui il guardasigilli Nordio deve rispondere di omissione di atti di ufficio e favoreggiamento.
Nessun commento ufficiale da parte del ministero della Giustizia dopo la notizia. A quanto apprende l'Adnkronos tuttavia in via Arenula non ci sarebbe nessuna preoccupazione: la linea continua ad essere quella della piena difesa della capo di gabinetto del ministro.
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(Adnkronos) - Tutti i pazienti oncologici pugliesi dovrebbero essere vaccinati contro le infezioni da pneumococco, influenza stagionale, Hpv, Covid-19 ed Herpes zoster. Invece verso queste importanti immunizzazioni vi sono ancora troppe false credenze e ingiustificate diffidenze, segnala Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) che promuove la campagna nazionale 'La vaccinazione nel paziente oncologico'. L'iniziativa arriva oggi in Puglia con la terza tappa di un tour in 10 regioni, all'ospedale A. Perrino di Brindisi dove è organizzato un convegno a cui partecipano oncologi medici, associazioni pazienti e altri specialisti del team multidisciplinare oncologico. L'intero progetto - reso possibile con la sponsorizzazione non condizionante di GlaxoSmithKline - vuole incentivare le immunizzazioni delle persone colpite da cancro attraverso un'opera di sensibilizzazione che coinvolge anche caregiver e personale medico-sanitario.
"In Puglia ogni anno registriamo più di 24mila nuove diagnosi di tumore - afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom - Nella nostra regione, così come nel resto d'Italia, sempre più persone riescono a sconfiggere definitivamente il cancro, dopo lunghi percorsi di cura. Per favorire una risposta positiva ai trattamenti e proteggere l'organismo sono fondamentali le vaccinazioni. Notiamo purtroppo tra i nostri pazienti una forte 'esitazione vaccinale' dovuta a motivi del tutto irrazionali. Deve essere compito dell'oncologo svolgere un adeguato counseling indirizzato a parenti e familiari. Prevenire infezioni è indispensabile per pazienti fragili, come quelli oncologici. Il rischio - chiarisce - è strettamente correlato allo stato di immunosoppressione dovuto soprattutto alle cure. Nella nostra regione al momento non si segnalano problematiche di accesso alle vaccinazioni che quindi devono essere incentivate in tutta la Puglia".
"L'Aiom è stata una delle prime società scientifiche al mondo a pubblicare delle linee guida interamente dedicate alle vaccinazioni del malato oncologico - sottolinea Cinieri - E' un aspetto ormai non più secondario dell'assistenza socio-sanitaria, dal momento che anche un'influenza stagionale può essere molto difficile da affrontare. Inoltre pure il virus che provoca l'Herpes zoster non va sottovalutato, perché determina disseminazioni cutanee e viscerali che possono avere complicazioni anche mortali. E' disponibile da qualche anno un vaccino ricombinante molto indicato per i pazienti fragili come quelli oncologici. Infine la vaccinazione contro il Covid-19 deve proseguire con richiami annuali come durante la pandemia. L'oncologo dopo un colloquio con l'assistito deve proporre un adeguato 'calendario vaccinale'. Va modulato sulle condizioni di salute generali del paziente e anche sulle tempistiche delle somministrazioni delle terapie". La campagna - ricorda una nota - è stata lanciata lo scorso aprile da Fondazione Aiom per promuovere il valore delle vaccinazioni tra i malati di tumore. Oltre al tour in 10 regioni, prevede la diffusione di opuscoli, un portale informativo (vaccininelpazienteoncologico.it), spot di sensibilizzazione e attività sui social media.
Leggi tutto: Tumori, Aiom: "24mila nuovi casi l'anno in Puglia, per ogni paziente 5 vaccini"

(Adnkronos) - C’è anche il reato di revenge porn nell’inchiesta della Procura di Roma in relazione a un video e foto circolati sul web del conduttore televisivo Stefano De Martino che lo ritraggono in compagnia della sua attuale fidanzata in casa nella Capitale, immagini carpite illegalmente dal sistema di videosorveglianza. Le indagini, al momento contro ignoti, sono delegate alla Polizia Postale.
Si tratterebbe di un video/immagini che verosimilmente uno o più hacker hanno rubato introducendosi illegalmente nel sistema di videosorveglianza interno dell'abitazione violando la privacy e poi diffuso illecitamente.
Leggi tutto: Video privati di De Martino sul web, procura di Roma indaga per revenge porn

(Adnkronos) - C’è anche il reato di revenge porn nell’inchiesta della Procura di Roma in relazione a un video e foto circolati sul web del conduttore televisivo Stefano De Martino che lo ritraggono in compagnia della sua attuale fidanzata in casa nella Capitale, immagini carpite illegalmente dal sistema di videosorveglianza. Le indagini, al momento contro ignoti, sono delegate alla Polizia Postale.
Si tratterebbe di un video/immagini che verosimilmente uno o più hacker hanno rubato introducendosi illegalmente nel sistema di videosorveglianza interno dell'abitazione violando la privacy e poi diffuso illecitamente.
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(Adnkronos) - "Monza è una delle gare più iconiche della Formula 1, un luogo dove storia e passione si fondono. Per la FIA, non rappresenta solo una celebrazione dell'automobilismo ai massimi livelli, ma è anche un'opportunità per continuare a garantire gare sicure, eque e sostenibili". Mohammed Ben Sulayem inizia dalla portata storica del Gran Premio d’Italia per ‘leggere’ il futuro dell’automobilismo. In una chiacchierata con l’Adnkronos nei giorni del Gp di Monza, il presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile ha detto la sua sui temi del momento. Dal futuro della Formula 1 alle prossime elezioni federali a Place de la Concorde, Parigi, senza dimenticare il tema della sostenibilità, sempre più attuale nel Circus.
"Monza ha un'atmosfera unica, un incredibile seguito di tifosi e un circuito che spinge i piloti a dare il meglio - dice -. Essere qui rafforza il nostro impegno a proteggere il patrimonio di questo sport, continuando a plasmarne il futuro".
Presidente, come immagina il futuro della Formula 1?
"È molto promettente. Stiamo assistendo a una crescita globale record, con un nuovo pubblico che si avvicina a questo sport. Allo stesso tempo, il flusso di talenti verso la Formula 1 continua a svilupparsi, la FIA ha introdotto nuovi formati 'arrive and drive' nel karting per garantire l'accessibilità e la competizione a livello di base, mentre a Monza abbiamo assistito a prestazioni incredibili in F2 e F3, con nuovi campioni promettenti in lotta per il titolo. In tutta la FIA stiamo rafforzando i nostri campionati con una chiara visione a lungo termine. L'avvio della procedura di gara per un nuovo promotore WRC segna un passo importante per il futuro dei rally, l'obiettivo è portare il campionato a un livello superiore. Il nostro continuo investimento nel WRX ne garantisce la stabilità e la crescita, mentre la recente proroga di 10 anni con la Formula E è una potente dimostrazione della forza duratura e del fascino degli sport motoristici".
La crescita avanza anche dietro le quinte...
"Il nuovo dipartimento Volontari e Ufficiali della FIA è una risorsa dedicata a garantire formazione e supporto adeguati alle numerose persone che rendono sicuri e fluidi i weekend di gara, con nuovi programmi di leadership avanzati che aiutano a sviluppare il talento degli ufficiali. La FIA si impegna a continuare a promuovere il nostro sport in modo sostenibile, equo e inclusivo. Ci sforziamo sempre di trovare il giusto equilibrio tra tecnologia, competizione e responsabilità ambientale".
Una prima sfida è quella del prossimo anno, che riguarderà i motori. Che svolta sarà?
"Il regolamento FIA 2026 porterà una nuova era nelle competizioni automobilistiche. Avremo power unit più efficienti, carburanti sostenibili al 100% e vedremo tante innovazioni. Il 2026 rappresenta un passo importante per rendere il nostro sport più sostenibile, mantenendo il livello di prestazioni e l'emozione delle corse ai massimi livelli. Questa innovazione rafforza anche il legame tra il motorsport e l'industria automobilistica, dove gli sviluppi in pista possono contribuire al progresso su strada. Come pilota, ovviamente ho le mie preferenze in fatto di motori, so cosa mi piace. Ma la collaborazione è fondamentale e la FIA continua a lavorare a stretto contatto con i team e i costruttori su come sarà il futuro. È una sfida sì, ma anche un'enorme opportunità per dimostrare che il motorsport può essere all'avanguardia nella tecnologia e nella sostenibilità".
Qualche mese fa ha parlato della possibile entrata di una squadra cinese in Formula 1. A che punto sono le trattative?
"Nel 2026 torneranno in pista 11 squadre con l'ingresso di Cadillac nel paddock. Si tratta di un'opportunità incredibile per il nostro sport, che non potrà che aumentare la competitività e spingere tutti i team a dare il meglio. La FIA è sempre alla ricerca di modi per continuare ad aumentare la popolarità globale di questo sport che tutti amiamo. Abbiamo il privilegio di poter gareggiare durante tutta la stagione in luoghi e comunità davvero diverse. Per ora ci stiamo concentrando sulle 11 squadre che gareggeranno nella prossima stagione, ma pensiamo sempre al futuro del campionato e a come garantirlo per le prossime generazioni".
Presto ci saranno le nuove elezioni presidenziali FIA in cui sfiderà Tim Mayer, che ha affermato come con lei ci sia un “regno del terrore” all’interno della Federazione. Cosa pensa di questa frase?
"La FIA è un'organizzazione democratica, è questo che ci rende così forti. Accolgo con favore queste elezioni e la candidatura del signor Mayer. Lo vediamo sui circuiti dei nostri campionati. Solo attraverso la competizione possiamo migliorare e rafforzarci. È stato un onore essere presidente della FIA negli ultimi quattro anni e spero di continuare a ricoprire questo ruolo e di mantenere le promesse del mio programma per costruire una Federazione migliore, più forte ed equa. Invito chiunque a venire a trascorrere una giornata alla FIA e a vedere con i propri occhi questa fantastica comunità. È un'organizzazione in cui tutti i miei colleghi sono orgogliosi del lavoro che svolgono e della differenza che fanno, io sono orgoglioso di lavorare al loro fianco".
Quali sono le sfide più importanti da vincere per il mondo FIA?
"Ci sono tre sfide principali che definiscono la nostra missione. In primo luogo la sostenibilità, garantire cioè che tutti i nostri campionati, a partire dalla Formula 1, siano all'avanguardia nella riduzione dell'impatto ambientale, sviluppando e promuovendo nuove tecnologie che possano essere adottate a livello globale. In secondo luogo l'accessibilità, aprendo le porte del nostro sport alla prossima generazione e a un nuovo pubblico, sia attraverso programmi di base come il karting o l'Affordable Cross Car, sia attraverso opportunità per ingegneri, funzionari e volontari. Naturalmente, attirando nuovi appassionati per condividere l'emozione degli sport motoristici.
Il terzo punto è la governance, mantenendo il nostro sport sicuro, equo e trasparente a tutti i livelli, rafforzando al contempo la FIA come federazione al servizio sia degli sport motoristici che della mobilità in tutto il mondo. Il raggiungimento di queste priorità continuerà a garantire alla FIA una posizione di forza nel servire i nostri membri, i nostri campionati e i nostri appassionati".
In passato ha preso posizione contro i guadagni eccessivi dei piloti e dei team principal. Come pensa di superare la questione?
"È importante considerare l'equilibrio e la sostenibilità a lungo termine del nostro sport. La Formula 1 è cresciuta rapidamente, ma con questa crescita arrivano anche delle responsabilità. Non possiamo permettere che i guadagni ai vertici oscurino l'ecosistema più ampio del nostro sport. La FIA sta lavorando per garantire che gli investimenti vengano effettuati nelle aree giuste come sicurezza, base, formazione e sviluppo. Il tutto per proteggere il futuro degli sport motoristici. Non si tratta di limitare il successo o punire i risultati raggiunti, ma di creare una struttura più equa in cui i benefici della crescita siano condivisi più ampiamente, garantendo la forza del nostro sport per gli anni a venire".
Che voto dà al suo mandato?
"Preferisco lasciare il voto agli altri, le opinioni più importanti sono quelle dei membri della FIA e della nostra comunità. Sono però orgoglioso dei progressi che abbiamo compiuto in breve tempo. Abbiamo rafforzato la governance della Federazione, introdotto una nuova trasparenza finanziaria e portato la FIA dall'indebitamento al profitto, che ora può essere reinvestito nelle nostre attività fondamentali. Siamo passati da un deficit ereditato di -24 milioni di euro nel 2021 a un risultato operativo di 4,7 milioni di euro per il 2024. Ci sono stati grandi passi avanti in materia di sostenibilità, lavoro normativo e garanzia del futuro dei nostri campionati. Abbiamo ampliato la nostra rete. Abbiamo aperto nuove opportunità per giovani talenti, funzionari e membri in tutto il mondo, rendendo la FIA una Federazione più globale e inclusiva". (di Michele Antonelli)



(Adnkronos) - Se è vero che negli ultimi anni abbiamo attraversato momenti di grandi perturbazioni e una costante volubilità, è altrettanto certo che mai come oggi il mondo (e il nostro quotidiano) si è fatto ancora più convulso e mutevole, sicuramente più pericoloso. Il conflitto è diventato la modalità prioritaria di risoluzione delle controversie internazionali; aumentano le guerre e la spesa militare (2,7 trilioni di dollari nel 2024, il 17% in più rispetto al 2022) si chiudono le frontiere e cambiano i rapporti di forza tra le potenze. Uno scenario che non sembra peraltro arretrare, tanto che il 78% degli opinion leaders del Rapporto Coop prevede un aumento dei conflitti militari nei prossimi 3/5 anni e il 18% teme l’inizio di un conflitto su scala globale. E' quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, Cso Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi.
"La stessa logica del conflitto dalla geopolitica - si legge - si estende alle relazioni commerciali che con il Liberation Day sembrano segnare il declino della globalizzazione (la metà delle imprese esportatrici prevede un calo dei flussi commerciali nel 2025) e dei suoi effetti propulsivi sulla crescita mondiale. Malgrado le ambizioni di supremazia dell’amministrazione Trump in discussione appare soprattutto la leadership degli Usa, a partire dal softpower culturale e dalla centralità negli scambi internazionali, (negli ultimi 25 anni il numero di Paesi che commercializzano più con la Cina che con gli Stati Uniti è salito da 30 a 145), la stessa forza del dollaro si riduce nelle riserve monetarie internazionali e il debito pubblico americano oramai non è dissimile da quello italiano. Cresce invece la forza economica e culturale delle potenze asiatiche e del Sud del mondo che oggi per la prima volta si pongono in netta contrapposizione all’Occidente (nel 2025 la Cina viaggia su un tasso di crescita annuo del Pil intorno al +5%, l’India supera il +6% a fronte di un ben più modesto +1,9% degli Usa e +1% dell’Ue)".
In questa inedita contesa per la leadership del mondo post-americano, si legge ancora, "gioca un ruolo cruciale la tecnologia, in particolare oggi per il controllo dello spazio e il dominio dell’AI che è la grande scommessa dei prossimi anni. Benché persistano ancora subbi e timori, per molti è considerata un moltiplicatore del progresso economico e sociale (gli incrementi del Pil annuale potrebbero arrivare a sfiorare un +20%-+30%) con una vera rivoluzione degli assetti economici e dei modelli di vita e di lavoro. Peraltro, se l’intelligenza artificiale ha sinora riguardato i business digitali e i prodotti dematerializzati, il prossimo avvento dei robot umanoidi potrà portare gli stessi effetti rivoluzionari nell’economia reale, dal manifatturiero ai servizi alla persona, a partire dal retail.
E anche qui non a caso la Cina occupa un posto in prima linea sia come numero di brevetti (5.688 quelli depositati a fronte dei 1.483 degli Usa) che per l’economicità delle proposte: un umanoide con funzionalità avanzate per uso domestico e servizi personali costerà in previsione da qui a due anni meno di 15.000 dollari. Un mercato low cost in inevitabile espansione2.In questa nuova età del caos, l’Europa gioca di rimessa. A dispetto del suo indubbio peso economico (genera un quarto del Pil globale) e della sua tenuta sui diritti fondamentali rispetto alle pericolose tentazioni antidemocratiche di tanti altri Paesi, l’Ue resta ostaggio della sua governance incompiuta. Paradossalmente proprio quando la strisciante disillusione nei confronti delle istituzioni europee (la fiducia dei cittadini nell’Ue passa dal 31% del 2012 al ben più solido 52% di oggi) non genera più approcci nazionalisti e la grande parte degli opinion leaders intervistati nella survey rappresenta la necessità di un approccio finalmente federale: lo sviluppo di una difesa comune ad esempio (è favorevole l’86% del campione), l’unificazione del sistema fiscale (78%) e l’emissione di titoli di debito pubblico europeo (75%).
Mentre l’Italia, a dispetto di una stabilità politica e sociale che oggi la caratterizza positivamente nel confronto europeo, purtroppo dal punto di vista economico sembra aver definitivamente esaurito l’abbrivio della crescita record del periodo post pandemico. Così, le stime dei previsori macroeconomici individuano per il biennio 2025-2026 una crescita su base annua del Pil di mezzo punto percentuale, mentre le previsioni degli opinion leaders intervistati sono ancora più pessimistiche (+0,1% nel 2026). L’economia italiana torna al male antico di una produttività declinante. A fronte di un’occupazione in crescita (sono 840.000 i nuovi occupati), fa difetto all’Italia la produttività per ora lavorata che è prevista in decrescita fino al -1,4% in maniera opposta rispetto al resto d’Europa. Segno evidente dell’assenza nell’economia nazionale dei settori ad alto valore aggiunto e di conseguenza di un lavoro poco qualificato e meno pagato.
Nei settori di impiego dei nuovi lavoratori troviamo infatti in maggioranza costruzioni, commercio, alberghi e ristoranti e fa impressione per converso il dato del titolo di studio; il numero di occupati con licenza media è sceso di oltre 647mila unità, a fronte di un aumento di 687mila diplomati e 800mila laureati. È proprio la mancata crescita della produttività a non far ripartire l’ascensore sociale, oramai fermo da anni. Basti pensare che il 10% della popolazione italiana detiene il 58% della ricchezza del Paese (peggio di noi solo i tedeschi) e a fruttare sono più le rendite (da finanza e da immobili) che il lavoro, soprattutto se è lavoro autonomo. Il sistema Italia recupera il livello complessivo dei redditi delle famiglie solo in virtù del forte aumento del totale delle ore lavorate (2,3 miliardi in più di ore lavorate nel corso degli ultimi 5 anni).
Leggi tutto: Dazi, Rapporto Coop: "Timori da conflitti e guerre commerciali"

(Adnkronos) - "Il rapporto disegna una preoccupazione diffusa e inevitabile a causa delle notizie che ascoltiamo al telegiornale. Il potere d’acquisto delle famiglie italiane è eroso e c’è la difficoltà nel tenere in equilibrio costi e redditi. Bisogna preservare il pragmatismo degli italiani, consapevoli delle difficoltà, ma anche volenterosi di mantenere le cose positive del nostro Paese, come il valore del cibo. Un bene che vedono anche come mezzo per migliorare la loro qualità di vita e la salute. Su questo punto noi di Coop ci siamo, questo aspetto è in sintonia con la nostra ragion d’essere”. Così Maura Latini, presidente Coop Italia, commentando l’edizione 2025 del Rapporto Coop ‘Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani’, presentato oggi, in anteprima, a Milano.
Un rapporto che evidenzia ottimismo per il settore vendite nel primo semestre 2025. “Finalmente i volumi hanno cominciato a crescere - sottolinea Latini- +1% tra gennaio e giugno. Certo, bisogna ricordare che c'è stato anche un abbassamento del consumo fuori casa. Il tratto negativo è che luglio e agosto hanno visto una diminuzione dell'incremento - aggiunge - i volumi sono intorno al +0,5% nella grande distribuzione, in generale. Ma questo, lo abbiamo letto dai giornali, è dipeso dalla crisi del turismo”.
Per gli italiani “il primo driver di scelta è la convenienza - fa sapere Latini - La grande distribuzione è multiforme e questa è una possibilità di scelta importante per i clienti. Nel primo semestre (2025 ndr) i supermercati hanno avuto un incremento di risultati superiore a quello dei discount. Questa è una discontinuità positiva perché dimostra che non c'è solo la strada del prezzo basso e della semplificazione estrema, ma c'è la strada della ricchezza e della possibilità di scelta che, se trova una combinazione giusta con l'offerta e con il prezzo, può diventare la leva vincente per il futuro. Continueremo a lavorare per recuperare il massimo dell’efficienza - conclude la presidente di Coop Italia - ma per raggiungere questo obiettivo serve un modello economico del Paese che deve recuperare produttività”.
Leggi tutto: Consumi, Latini (Coop Italia): "Cibo come mezzo per migliorare qualità vita"

(Adnkronos) - Scontro inaspettato tra Alba Parietti e Lucrezia Lante Della Rovere. La conduttrice televisiva e opinionista è rimasta sconvolta dalle parole dell'attrice che, ospite de 'La volta buona', ha dichiarato di essere "esigente in amore, non sono come Alba Parietti che si innamora ogni 5 minuti".
E oggi in un post Instagram arriva la replica della diretta interessata. "Mi trovo, mio malgrado, a dover rispondere a Lucrezia Lante Della Rovere, persona che mi è sempre stata simpatica e che considero una buona conoscente. Proprio per questo mi ha stupito e amareggiato la sua affermazione: se davvero mi conoscesse, saprebbe che la mia vita è tutt’altro da come l’ha descritta", scrive la Parietti, spiegando che gli amori importanti nella sua vita sono stati "pochi, profondi e significativi" e di essere capace "di stare anche 5 o 6 anni da sola, come è accaduto prima della mia ultima relazione con Fabio Adami, senza mai cercare rapporti 'di passaggio'".
Per questo "trovo le sue parole poco rispettose nei confronti della verità, ma soprattutto della profondità dei miei sentimenti e di quelli che hanno legato me alle persone importanti della mia vita". Per il personaggio televisivo "esprimere giudizi superficiali su relazioni altrui, senza conoscerne i fatti né la sostanza, non solo è arbitrario e un po’ stupido, ma rischia anche di diventare una forma di violenza, soprattutto quando lo si fa in pubblico, in una trasmissione televisiva".
"Da Lucrezia, che ho sempre considerato una persona carina, mi aspetto sinceramente delle scuse. Se desidera parlare di sentimenti, lo faccia partendo dai propri, che conosce meglio di chiunque altro. Io non mi permetterei mai di giudicare la sua vita privata, che peraltro non mi è sembrata meno complicata della mia, perché trovo che sui sentimenti altrui non sia giusto intromettersi. I sentimenti e i conseguenti dolori, emozioni e sofferenze sono una cosa seria per tutti. Francamente mi ha colpito e ferito la superficialità con cui tutto ciò è stato detto", conclude.

(Adnkronos) - Quasi un terzo delle ragazze tra i 13 e i 15 anni teme le discriminazioni legate al genere e alla genitorialità ma, nonostante questo, non rinuncia alle proprie ambizioni. L’edizione 2025 dell'Osservatorio Genere e Stereotipi, promosso da Henkel Italia in collaborazione con Eumetra, restituisce la fotografia di una generazione che ha grandi progetti per il futuro, ma riconosce molto chiaramente il peso degli stereotipi di genere, che frenano soprattutto le ragazze.
Nato nel 2022 come spazio di ascolto sull’influenza del genere nella quotidianità e nelle scelte di vita, in questi anni l’Osservatorio Genere e Stereotipi ha indagato come la visione ancora tradizionale del maschile e del femminile condizioni la ripartizione dei compiti in famiglia, le decisioni relative agli studi, al lavoro e al tempo libero. La ricerca 2025 si è concentrata in modo particolare sulla Generazione Alpha ed è stata condotta tramite questionari online su un campione di 1.840 adulti e 500 preadolescenti tra i 13 e i 15 anni, con un approfondimento qualitativo su alcuni gruppi di ragazze e ragazzi.
“Nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio abbiamo visto quanto gli stereotipi di genere incidano nelle scelte delle persone e delle famiglie. Quest’anno abbiamo voluto guardare da vicino la Generazione Alpha: i dati e le testimonianze dirette che abbiamo raccolto indicano che non c’è un vero ‘dream gap’. Tanto i maschi quanto le femmine si sentono liberi di sognare in grande, ma le ragazze sanno bene che dovranno impegnarsi molto di più per essere prese sul serio e realizzare i loro progetti”, ha commentato Mara Panajia, presidente e ad di Henkel Italia. “Questi risultati - ha continuato - ci spronano a proseguire l’Osservatorio per continuare a creare cultura su questi temi, ma soprattutto a fare ancora di più e meglio come azienda perché la parità di genere diventi una realtà e non resti una promessa”.
Contrariamente a molti luoghi comuni, i dati 2025 dell'Osservatorio Genere e Stereotipi rivelano che la Generazione Alpha sogna in grande: il 44% delle ragazze e il 39% e dei ragazzi fra i 13 e i 15 anni dichiara di avere progetti ambiziosi per il futuro, con il 71% delle ragazze e il 72% dei ragazzi che si sente supportato dalla famiglia nel coltivare interessi e passioni. Se il 39% delle ragazze e il 43% dei ragazzi afferma di avere la giusta determinazione per raggiungere i propri obiettivi, i maschi mostrano maggiore sicurezza nella possibilità di farcela davvero. Il 78% dei ragazzi crede di poter generare un impatto, anche solo nel proprio piccolo, e il 21% pensa riuscirà ad emergere fra tanti, mentre le percentuali si fermano al 70% e al 16% per le ragazze.
La consapevolezza degli ostacoli riconducibili al genere è molto marcata. Secondo l’Osservatorio, il 28% delle ragazze e solo il 9% dei ragazzi teme di subire discriminazione di genere quando andrà a lavorare, il 31% delle ragazze e solo l’8% dei ragazzi ha paura di ulteriori penalizzazioni se avrà figli. Il 13% delle ragazze pensa che dovrà sacrificare la sua carriera per la famiglia, mentre solo il 9% dei ragazzi esprime la stessa preoccupazione. Buona parte di queste convinzioni matura in famiglia. Benché l’Osservatorio confermi l’evoluzione in atto, con i padri sempre più coinvolti nella vita domestica e nella cura dei figli, ragazze e ragazzi riportano con grande lucidità le diverse pressioni a cui i genitori sono sottoposti e sottolineano la maggior fatica delle madri nel conciliare il lavoro e la vita personale.
Interessante notare come il 70% degli adulti intervistati dall’Osservatorio sia convinto che gli influencer siano figure di riferimento per i più giovani, ma solo il 2% dei preadolescenti li menzioni spontaneamente come reali fonti di ispirazione. Mamma e papà sono tra i modelli più citati in quanto a soddisfazione e realizzazione personale a cui ambire.
Tra i temi indagati quest’anno dall’Osservatorio Henkel c’è anche il ruolo dei media e del linguaggio nella rappresentazione delle questioni di genere. Secondo il 75% delle ragazze e il 68% dei ragazzi, i social accentuano gli stereotipi. Il cinema, le serie tv e la pubblicità scelgono le donne solo in base alla bellezza (lo afferma l’84% delle ragazze e l’81% ragazzi) e le mostrano in prevalenza dolci, sensibili ed emotive (62% delle ragazze, 59% dei ragazzi).
I preadolescenti sono molto critici anche sulla narrazione della maschilità. Il 77% delle ragazze e il 76% dei ragazzi concordano su un’eccessiva sottolineatura della forza, del coraggio e del successo, aspetti che mettono a disagio soprattutto i ragazzi, preoccupati di non riuscire a corrispondere alla rappresentazione prevalente.
I preadolescenti appaiono ben consapevoli anche degli ostacoli posti dal linguaggio e dell’importanza delle parole nel definire la realtà e i confini delle possibilità. Nelle interviste si dicono contrari all’uso dell’asterisco o della schwa, convinti che serva un cambio più radicale per un racconto davvero libero, inclusivo e rispettoso delle differenze.

(Adnkronos) - “Le vendite della grande distribuzione in Italia vedono una crescita di 2 punti percentuali a volume, di quasi 4 punti a valore. Gli italiani comprano più cibo, ma lo fanno ripensando complessivamente la loro dieta”. Così Albino Russo, direttore generale dell'Associazione nazionale cooperative di consumatori - Ancc Coop, intervenendo, oggi a Milano, alla presentazione in anteprima del Rapporto Coop 2025, ‘Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani’.
Dall’analisi emerge che “solo un quinto degli italiani mangia facendo riferimento alla tradizione del territorio, della famiglia e della dieta mediterranea - spiega Russo - mentre un terzo guarda a nuovi stili alimentari e ad una innovazione degli stili di consumo”. Inoltre, “c’è un orientamento al prodotto fresco che torna prepotente, soprattutto nella frutta e ancor di più nella verdura - analizza - Si rinuncia ai prodotti ultra processati, che si riducono in maniera molto più netta rispetto alla media di mercato. Si consuma meno carne rossa e si moltiplica la ricerca di proteine alternative. La gastronomia vegetale cresce dieci volte rispetto al totale del mercato, ma crescono anche le uova e i legumi”, illustra.
L’analisi tratteggia anche la tendenza ad adottare uno stile di vita più orientato al benessere. “Ci sono quasi 17 milioni di italiani a dieta e sono state acquistate più di mezzo milione di bilance - evidenzia Russo - sebbene difendano la qualità, gli italiani risparmiano anche sul cibo per far quadrare il budget familiare, ma non rinunciano a sviluppare un modello di consumo evoluto, orientato al benessere, alla linea e alla longevità", conclude il dg di Ancc-Coop.
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(Adnkronos) - "Il rapporto ci consegna la fotografia di un Paese in cui il problema principale è la produttività. Il carrello del consumatore è stato riconvertito a favore di politiche di spesa più salutiste e attente al benessere individuale”. Così Ernesto Dalle Rive, presidente dell'Associazione nazionale cooperative di consumatori -Ancc Coop, commentando il Rapporto Coop 2025 ‘Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani’, presentato in anteprima oggi a Milano.
Un report che evidenzia l’impatto degli ormai fragili equilibri mondiali sui consumatori in un momento storico di generale incertezza. Impatto che si riflette anche sul rapporto degli italiani con il cibo. Anche se l’inflazione alimentare è meno alta nel nostro Paese che nel resto d’Europa, le difficoltà reddituali spingono gli italiani alla ricerca del risparmio e di soluzioni di maggiore convenienza, si legge in una nota.
Per andare incontro ai suoi clienti e soci, Coop ha agito sulla “filiera produttiva attuando processi di efficientamento industriale - spiega Delle Rive - soprattutto puntando allo sviluppo del prodotto a marchio Coop che coniuga i valori della cooperazione con il diritto alla salute dei nostri soci, dei consumatori e dei clienti”. Il rapporto consegna anche una criticità sui temi del lavoro - evidenzia il presidente di Ancc-Coop - Da questo punto di vista, lanciamo un appello al Governo: diamo la disponibilità a discutere, con le altre forze datoriali, della modalità di erogazione del lavoro nelle giornate festive e domenicale che pensiamo vada rivista”, conclude.
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(Adnkronos) - In un momento di convulsi cambiamenti, muta ancora (ma resta privilegiato) il rapporto degli italiani con il cibo. Quel ripensamento profondo del proprio sistema valoriale e delle scelte quotidiane si ritrova riflesso nel modo in cui gli italiani si rappresentano a tavola. Rispetto al 2022 gli italiani che si identificano con un’identità alimentare ancorata esclusivamente alla tradizione scendono dal 34% al 22%, mentre cresce la percentuale di chi autodefinisce il proprio stile associandolo esclusivamente a abitudini alimentari innovative (dal 23% al 31%) o mixa tradizione e innovazione (dal 30% al 38%). E' quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop) con la collaborazione scientifica di Nomisma, il supporto d’analisi di NielsenIQ e i contributi originali di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, Cso Servizi, GfK, Mediobanca Ufficio Studi.
"Una miscellanea di comportamenti a tavola per un cibo che, oltre a divenire palestra di sperimentazione, ritorna ad essere soprattutto cibo domestico e cibo cucinato. Nei primi 6 mesi del 2025 la spesa reale per la ristorazione fuori casa cala di un -2,2% e un italiano su 3 vi rinuncerà ulteriormente nei mesi a venire", si legge. Contestualmente si registra una ripresa importante nei carrelli della spesa; le vendite a valore e a volume nella grande distribuzione crescono rispettivamente di un +3,8% e di un +2% nei primi sei mesi dell’anno. A fare da traino frutta e verdura e altri comparti del fresco; gli italiani sembrano non poter rinunciare più ad un cibo salutare e 7 su 10 dichiarano di leggere abitualmente le etichette nutrizionali dei prodotti che acquistano. I carrelli si riempiono così di frutta esotica, latte fermentato, pane, yogurt, olio, meno zucchero, meno sale, meno carboidrati e sono i cibi ultraprocessati a perdere appeal; più compaiono additivi in etichetta e più diminuiscono le vendite. In questo trend accelera anche il biologico con una crescita delle vendite a valore molto importante anche nel sud d’Italia; sono poi 8,4 milioni gli italiani che nei prossimi mesi aumenteranno questi acquisti. La svolta salutista inoltre non può non comprendere anche il no-alcohol che avanza, soprattutto fra i giovani: 15,4 milioni di italiani preferiscono una bevanda analcolica anche quando possono scegliere. Perfetto controaltare di questi comportamenti è il fatto che il cibo ha acquisito nella percezione corrente e maggioritaria una funzione di alleato della salute da perseguire ad ogni costo; la longevità si conquista a tavola, certo, ma non si disdegna nemmeno l’utilizzo di farmaci ad hoc. Il 16% degli italiani ha già utilizzato o sarebbero interessati a provare farmaci per il diabete che hanno anche un impatto diretto sul metabolismo e dunque tengono il peso sotto controllo. Ogni grammo conta e il controllo peso che quasi 1 italiano su 4 fa almeno una volta a settimana può spiegare il vero e proprio boom di vendite delle bilance sia per la persona che per gli alimenti. Le prime registrano un aumento esponenziale nei primi sei mesi dell’anno pari a oltre il +55% (ne sono state vendute oltre 432.000 in più), le seconde si attestano su un +5.5%. Il mantra del perdere peso spiega anche l’altra grande passione degli italiani ovvero la dieta iperproteica che già coinvolge il 17% della popolazione, con le vendite dei sostitutivi vegetali della carne che nell’ultimo anno crescono del +20,9% (10 volte di più delle carni stesse), seguite da uova (+7,8%) e legumi (+5,0%)", si legge ancora.
Seppure l’inflazione alimentare sia meno alta nel nostro Paese che nel resto d’Europa (nei primi sette mesi del 2025 la crescita è stata del +3,1% su base annua e del +29,1% rispetto al 2019 a fronte di una media Ue rispettivamente del +3,3% e del +38,5%), le persistenti difficoltà reddituali degli italiani fanno sì che resti alta anche a tavola la ricerca del risparmio e di soluzioni di maggiore convenienza. Questa ricerca sembra rivolgersi però in minor misura all’utilizzo del discount che nel primo semestre 2025 registra una crescita a volume del +1,8%, ma piuttosto agli scaffati dei supermercati che mettono a segno un +2,7% dove gli italiani prediligono i prodotti in promozione e quelli a marchio del distributore. Infatti, il 40% degli italiani inizierà o aumenterà l’acquisto di prodotti alimentari in offerta/promozione (mentre solo il 5% smetterà o diminuirà); il 18% acquisterà più prodotti a marca del distributore, più del doppio rispetto a quelli che aumenteranno l’acquisto di marchi industriali (9%). Per stare al passo con queste evoluzioni, la grande distribuzione italiana dovrà affrontare (e vincere) la sfida del futuro che, secondo le opinioni dei manager food & beverage della survey, passa in larga parte dall’innovazione di prodotto e di processo (lo dice il 53%) ma include anche adeguate politiche per il personale (36%), aperura a partnership strategiche e contempla inevitabilmente l’Ai a cui viene attribuito un 20% di potenziale di produttività nell’arco dei prossimi 10 anni. La sfida è solo agli inizi.
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