
(Adnkronos) - "Per noi la presentazione del progetto Fenhyce è davvero importante, rappresenta l’ottenimento di un grande risultato. Parliamo di un progetto completamente autofinanziato, costruito e fatto da un'impresa al 100% italiana. Si tratta della prima locomotiva a idrogeno in Italia ed in Europa e, in qualità di direttore commerciale, sono stato messo in condizioni agevoli per poter andare sul mercato e proporre un prodotto competitivo sotto tutti i punti di vista". Così Valerio Olivero, responsabile commerciale di Sitav, durante la presentazione del progetto Fenhyce (Fuel cell energy hydrogen converted engine) che si è tenuta oggi a Milano in occasione di Expo Ferroviaria, l’esposizione internazionale per le tecnologie, prodotti e sistemi ferroviari.
Il progetto nasce con lo scopo di sviluppare una soluzione innovativa a basso impatto ambientale per il mercato del trasporto merci su ferro e dell’ultimo miglio ferroviario.
"Siamo veramente soddisfatti per la realizzazione di un progetto green, un argomento sensibile in ambito nazionale ed internazionale -aggiunge-. Abbiamo già ottenuto un grande risultato firmando un contratto con Mercitalia Shunting & Terminal per la fornitura di otto più due locomotive. L’obiettivo è consolidare e ampliare questo risultato anche per agevolare quello che può essere il mercato del trasporto delle merci e della movimentazione delle merci all'interno dei porti".
Leggi tutto: Ferrovie, Olivero (Sitav): "Fenhyce progetto autofinanziato e completamente italiano"

(Adnkronos) - "Abbiamo sviluppato Fenhhyce, una locomotiva ad idrogeno capace di trainare 1700 tonnellate, che diventeranno poi 2200 dalla prossima serie. Vogliamo puntare sull’idrogeno perché pensiamo che questo sia il futuro. Abbiamo anche scelto le tecnologie più avanzate possibili con stoccaggio a bassa pressione che ci permette di fare rifornimento con le bombole facilmente". Così Sophie Jackson, ingegnere meccanico di Sitav, durante la presentazione del progetto Fenhyce (Fuel cell energy hydrogen converted engine) che si è tenuta oggi a Milano in occasione di Expo Ferroviaria, l'esposizione internazionale per le tecnologie, prodotti e sistemi ferroviari. Il progetto nasce con lo scopo di sviluppare una soluzione innovativa a basso impatto ambientale per il mercato del trasporto merci su ferro e dell’ultimo miglio ferroviario.
Le locomotive a idrogeno proposte da Sitav sono attrezzate con una diagnostica che consente un controllo in tempo reale dello stato del mezzo, favorendo così la pianificazione di tutti i tipi di interventi manutentivi.
"E' presente un sistema fuel cell capace di convertire l’idrogeno in energia elettrica che poi arriva direttamente a motori e batterie. E' stato sviluppato insieme all’Università di Genova che si è occupata della parte relativa all’idrogeno. Ha caratteristiche specifiche come il muso particolare perché vogliamo garantire la sicurezza del macchinista offrendo la migliore visibilità possibile grazie al grande vetro frontale", conclude Jackson.
Leggi tutto: Ferrovie, Jackson (Sitav): "Idrogeno futuro del trasporto ferroviario"

(Adnkronos) - "Il progetto Fenhyce consiste nella realizzazione e presentazione di un prototipo di locomotiva merci alimentata a idrogeno che dovrà poi portare alla costruzione di una linea di prodotti a idrogeno e, se richiesti, anche vettori più tradizionali. L’obiettivo è rispondere alle esigenze del mercato ferroviario merci, soprattutto di porti, interporti e scali logistici". Con queste parole Antonio Ghiglia, presidente Sitav, ha presentato il progetto Fenhyce (Fuel cell energy hydrogen converted engine) che nasce con lo scopo di sviluppare una soluzione innovativa a basso impatto ambientale per il mercato del trasporto merci su ferro e dell’ultimo miglio ferroviario.
Si è sviluppato così un prototipo di locomotiva alimentata a idrogeno tramite celle a combustibile per validare le soluzioni tecnologiche adottate (fra cui un innovativo sistema di stoccaggio a bassa pressione a 30 bar), oltre che per affrontare le fasi di omologazione per future serie.
Durante l’incontro con la stampa, avvenuto a Milano all’interno di Expo Ferroviaria, Ghiglia ha spiegato: "Il primo vantaggio di questa locomotiva sta nel fatto di essere a emissioni zero. Possiede anche una catena di trazione più efficiente dei mezzi tradizionali e quindi consuma meno. Per quanto riguarda l’idrogeno, è stato scelto lo stoccaggio a bassa pressione a 30 bar. Questo rende molto più sicuro, semplice ed economico fare dei rifornimenti, perché non c'è bisogno di grosse infrastrutture per eseguire il rifornimento dell'idrogeno a bordo".
Leggi tutto: Ferrovie, Ghiglia (Sitav): "Locomotiva Fenhyce per esigenze mercato ferroviario"




(Adnkronos) - In occasione della 12esima edizione di Expo Ferroviaria, l’esposizione internazionale per le tecnologie, prodotti e sistemi ferroviari, Sitav ha presentato il progetto Fenhyce (Fuel cell energy hydrogen converted engine) che nasce con lo scopo di sviluppare una soluzione innovativa a basso impatto ambientale per il mercato del trasporto merci su ferro e dell’ultimo miglio ferroviario.
È stato così svelato il prototipo di locomotiva alimentata a idrogeno tramite celle a combustibile per validare le soluzioni tecnologiche adottate (fra cui un innovativo sistema di stoccaggio a bassa pressione a 30 bar), oltre che per affrontare le fasi di omologazione per future serie. Un progetto green ad emissioni zero che vuole mettere sostenibilità e sicurezza al centro
Fenhyce può contare su una potenza massima di 450 Kw ed è capace di rimorchiare fino a 1700 tonnellate, qualità fondamentali per il trasporto merci in un mercato che punta ad ammodernare le sue locomotive. Il progetto, che ha preso il via quasi quattro anni fa, si inserisce nell’ottica di proporre soluzioni innovative e all’avanguardia. Le locomotive proposte da Sitav sono attrezzate con una diagnostica che consente un controllo in tempo reale dello stato del mezzo, favorendo così la pianificazione di tutti i tipi di interventi manutentivi.
Leggi tutto: Presentata Fenhyce, la locomotiva di Sitav a idrogeno per il trasporto merci

(Adnkronos) - Jurgen Klopp non allenerà più. Il tecnico tedesco, dopo l'addio al Liverpool del 2024, ha accettato il ruolo di Global Head of Soccer del gruppo Red Bull e non sembra avere alcuna intenzione di tornare in panchina. "Non mi manca assolutamente niente della vita da allenatore. Sono stato in tanti Paesi ma non ne ho visto nessuno, solo hotel, stadi e campi d'allenamento. A un certo punto ho capito che non volevo più fare il tecnico. Se non lo farò mai più? Per ora mi sembra l'opzione più probabile", ha detto Klopp in un'intervista a The Athletic.
"In vita mia sono stato soltanto a due matrimoni: uno era il mio, il secondo due mesi fa. Al cinema invece ci sono stato quattro volte e tutte negli ultimi due mesi. Non penso che tornerò a fare l'allenatore", ha ribadito Klopp, "ma non si sa mai. Ho ancora 58 anni, se a 65 mi venisse voglia di riprendere tutti direbbero: 'avevi detto che non avresti mai più allenato'. Al momento però la penso così".
"Dopo il mio addio al Liverpool ci siamo goduti la vita, ho trascorso del tempo con i nipoti, ho fatto cose normali, sapendo che un giorno sarei tornato al lavoro. Ma sapevo anche che non volevo più fare l'allenatore", ha sveltato l'ex tecnico dei Reds e del Borussia Dortmund, "penso ci siano state carriere molto più fortunate e trionfali della mia. Ma io ho avuto tutto. Ho perso più finali di Champions League di quante ne abbia giocate la maggior parte delle persone".
Leggi tutto: Klopp, addio definitivo alla panchina? "Non voglio più allenare"



(Adnkronos) - I robot stanno imparando a far nascere i bambini. E il primo passo di questa rivoluzione scientifica si sta concretizzando in Messico, dove la fecondazione in vitro 2.0 è realtà. Dalla fine degli anni '70, spiega il Washington Post, si calcola che circa 13 milioni di bambini siano nati grazie alla Fivet, con procedure interamente gestite da medici e scienziati in una catena 'umana' articolata in diversi passaggi: dall'aspirazione degli ovuli dai follicoli fino alla selezione degli spermatozoi per procedere alla fecondazione. L'utilizzo di strumenti sempre più moderni e precisi non cancella il ruolo centrale della componente umana. Almeno, non ovunque.
In Messico, infatti, negli ultimi 3 anni sono stati concepiti bambini – e almeno 20 sono nati – attraverso procedimenti quasi totalmente affidati ai robot, con un intervento praticamente nullo dell'uomo. Ci si affida ad un software simile a quello che gestisce la guida autonoma nei veicoli o che individua segnali di cancro al seno in una mammografia.
La stessa tecnologia, spiega il WP, è in grado di selezionare il 'migliore' tra centinaia di migliaia di spermatozoi, con una precisione che difficilmente - o mai - può appartenere ad un essere umano. Lo spermatozoo viene raccolto da un braccio robotico, che esegue le successive procedure fino alla fecondazione dell'ovulo, che non viene danneggiato.
L'iter - denominato 'Aura' - è ancora sperimentale, sottolinea il quotidiano, e per questo viene garantito gratuitamente a coppie che non potrebbero permettersi una procedura 'normale' di fecondazione in vitro. Il procedimento - che non sarebbe autorizzato negli Usa - è stato elaborato da una start-up, la Conceivable Life Sciences, ed è affidato a Alejandro Chávez-Badiola, uno dei primi medici a esplorare l'uso dell'intelligenza artificiale nel trattamento dell'infertilità.
Al momento, osserva il Washington Post, non ci sono elementi per affermare che il procedimento 'Aura' offra risultati nettamente superiori ai protocolli tradizionali, sebbene l'impiego di software possa garantire una precisione standard superiore in alcuni passaggi specifici, come la selezione degli spermatozoi. L'adozione di sistemi 'robot-centrici' su larga scala potrebbe inizialmente portare ad un ulteriore aumento dei costi da sostenere per le coppie.
Sull'altro piatto della bilancia, le considerazioni espresse da David Sable, ostetrico e consulente di Conceivable. Il nuovo sistema potrebbe consentire ai laboratori di gestire più casi, ridurre lo stress e la fatica del personale e portare, in prospettiva, ad un potenziale calo i costi nel tempo: "Si tratta di sostituire l'incoerenza a cui sono inclini gli esseri umani con la coerenza delle macchine", ha affermato. Secondo Sable, almeno 20 milioni di bambini in più nascerebbero ogni anno se il settore riuscisse a soddisfare la domanda globale.
Leggi tutto: I robot 'fanno nascere' i bambini, la start-up e la rivoluzione in Messico

(Adnkronos) - Nel campo del trattamento delle infezioni fungine invasive (Ifi), Mundipharma ha annunciato oggi - nel corso di una conferenza stampa a Milano - che rezafungin, un farmaco antifungino appartenente al gruppo delle echinocandine, è ora disponibile in Italia per il trattamento della candidemia e della candidosi invasiva nei pazienti adulti.
Un rapporto dell'Oms - è stato ricordato durante l'incontro - ha evidenziato che le malattie fungine invasive (Ifd), che colpiscono oltre 150 milioni di persone in tutto il mondo, sono in aumento. In Italia circa 29 milioni di persone sono colpite ogni anno da infezioni fungine, il 6,6% delle quali sono invasive. Queste infezioni sono tra le principali cause di mortalità e di disabilità in tutto il mondo e si stima che causino la morte di 1,6 milioni di persone, con un tasso di mortalità 3 volte superiore a quello della malaria. Oltre il 90% delle infezioni fungine invasive è causato da diverse specie di Candida: C. albicans, C. glabrata, C. tropicalis, C. parapsilosis e C. krusei. L'infezione da Candida nel sangue (candidemia) può portare alla candidosi invasiva, conosciuta con nomi diversi a seconda dell'organo infetto. I pazienti più a rischio di sviluppare infezioni fungine gravi come la candidosi invasiva e la candidemia sono quelli immuno-compromessi per molteplici ragioni (anziani, persone ricoverate in ospedale per lunghi periodi).
"Anche i pazienti con malattie polmonari croniche, malattie epatiche o renali, infezioni virali delle vie respiratorie, Hiv e diabete mellito sono a rischio più elevato - ha spiegato Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'Irccs Policlinico San Martino di Genova e professore di Malattie infettive all'università di Genova - Purtroppo negli ultimi anni stiamo assistendo a un fenomeno preoccupante: la resistenza antimicotica, che si verifica quando i funghi responsabili delle infezioni fungine sviluppano la capacità di resistere a molti dei farmaci utilizzati per il trattamento, rendendo questi ultimi inefficaci. Questo fenomeno, insieme alla resistenza agli antibiotici, rappresenta una delle maggiori minacce per la salute pubblica globale".
"La maggior parte delle infezioni fungine invasive è causata da diversi tipi di funghi, tra cui la Candida. L'infezione più comune è la candidemia, per la quale i dati sulla sensibilità agli antimicotici hanno mostrato tassi di resistenza intorno al 40% con picchi del 90% per alcuni trattamenti - ha detto Marco Falcone, docente di Malattie infettive all'università di Pisa e direttore dell'Unità di Malattie infettive dell'Aou di Pisa - Negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata sulla sperimentazione di farmaci che potrebbero essere efficaci contro i ceppi più resistenti. Oggi è disponibile anche in Italia la rezafungina, un nuovo farmaco appartenente al gruppo delle echinocandine. Si tratta di un passo fondamentale nella lotta contro questo fenomeno".
Il fenomeno della resistenza antimicotica ha anche ripercussioni significative sul Ssn, riporta una nota. Le infezioni fungine aumentano la durata delle degenze ospedaliere dei pazienti; solo per la candidemia, la degenza media di un paziente si prolunga di 5 giorni, con un aumento dei costi sanitari (10.000-37.000 dollari per paziente).
"Il significativo impegno nella ricerca e nello sviluppo ha permesso di soddisfare un'esigenza clinica non ancora soddisfatta nel trattamento dei pazienti affetti da candidosi invasiva. E' fondamentale poter offrire agli operatori sanitari e ai loro pazienti, compresi quelli in Italia, l'accesso a una nuova alternativa terapeutica in grado di fornire un valido supporto nel contrasto al fenomeno della resistenza antimicotica", ha concluso Ida Pancaldo, direttore medico di Mundipharma Italia.
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(Adnkronos) - In Danimarca il governo ha sicuramente un "mandato" per abbattere droni che sorvolino il territorio senza autorizzazione, ma gli abbattimenti vanno effettuati in modo "appropriato", per evitare danni alla popolazione. Lo ha detto la premier danese Mette Fredriksen, a Copenaghen a margine del Consiglio Europeo informale. "In generale - ha affermato - sono favorevole al fatto che in Danimarca ci sia un mandato per cercare di abbatterli. Ovviamente deve essere fatto nel modo giusto, perché c'è una società civile che deve essere in grado di funzionare". Comunque, "in Danimarca c'è un mandato per farlo".
Leggi tutto: Vertice di Copenaghen, premier danese: "Abbiamo il mandato di abbattere i droni"

(Adnkronos) - "Siamo a 75 miglia" da Gaza. Arturo Scotto, deputato Pd, a bordo di una delle navi della Global Sumud Flotilla, ha risposto così interpellato al telefono. "Mai nessuno è arrivato così vicino", ha aggiunto, spiegando che, per il momento, la "situazione è tranquilla".
''Li ho sentiti prima di iniziare la conferenza stampa e la situazione era molto tranquilla. E' chiaro che questo scenario è una conseguenza di tutta la pressione che c'è, altrimenti sarebbe già accaduto e anche pesantemente. Ma è certo che prima o poi li fermeranno, forse già oggi'', ha detto Maria Elena Delia, la portavoce della delegazione italiana della Global Sumud Flotilla, a margine di una conferenza stampa alla Camera.
"La cosa più importante è il sostegno europeo a un piano di pace sul quale c'è stata una adesione amplissima dai paesi arabi ai paesi europei. Aspettiamo la risposta di Hamas. In questa fase, in un equilibrio estremamente delicato e di fronte a una possibilità che sarebbe storica, insistere in una iniziativa che ha margini di pericolosità e irresponsabilità, continuo a non capirlo", ha affermato la premier Giorgia Meloni a proposito della Flotilla, al suo arrivo a Palazzo Christiansborg, sede del Consiglio europeo informale di Copenaghen.
"Penso che dopo gli appelli che sono stati fatti dal Presidente Mattarella e da altri leader europei, il rischio di una iniziativa che diceva di nascere per una questione umanitaria - e poi si è scoperto che era per forzare un blocco navale - assume dei contorni che sono incredibili", ha detto Meloni.
Quella di queste ore "è una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare la responsabilità e attendere mentre c'è un negoziato di pace è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze del popolo palestinese. Ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano la priorità...", ha dichiarato la premier.
Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha sottolineato che ''anche la Spagna ha chiesto di non proseguire'' la missione della Global Sumud Flotilla, affermando che ''da ogni parte chiedono che questa provocazione di Hamas-Sumud cessi''. Rilanciando l'appello diffuso dal ministero degli Esteri italiano e greco, di ''accettare l'offerta del Patriarcato Latino di Gerusalemme di consegnare in sicurezza gli aiuti destinati alla solidarietà con i bambini, le donne e gli uomini di Gaza", Sa'ar ha detto che come israeliani ''ci uniamo a questi appelli e ribadiamo: non è troppo tardi''.
''Vi preghiamo di trasferire pacificamente a Gaza tutti gli aiuti di cui disponete attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione'', ha aggiunto Sa'ar.

(Adnkronos) - Pippo Ganna conquista uno splendido argento oggi, mercoledì 1 ottobre, agli Europei di ciclismo in corso in Francia, dietro un imprendibile Remco Evenepoel, fresco di secondo posto alle spalle dello sloveno Tadej Pogacar ai Mondiali in Ruanda e dominatore della specialità anche nel Vecchio Continente. L'azzurro ha pagato 43" di ritardo al belga, che ha chiuso la prova in 28'26'', alla media di 50,63 chilometri orari. Bronzo al danese Niklas Larsen.
Leggi tutto: Evenepoel imprendibile, ma Ganna è argento agli Europei di ciclismo


(Adnkronos) - Il ministro della Difesa Guido Crosetto si rivolge agli attivisti della Flotilla in un post su X. "Mi sento in dovere di dire una sola cosa, per rassicurarli: in caso di pericolo, o di minaccia, i militari italiani saranno pronti a difendervi" scrive, riferendo di aver letto di "alcuni 'attivisti', a Palermo, davanti al teatro Politeama", che si sentono "'offesi' dal solo fatto di vedere uno stand dell'Esercito italiano 'mentre migliaia di civili vengono sterminati a Gaza'".
"L'equazione è illogica, totalmente priva di senso e anche offensiva - aggiunge Crosetto -. Non si può che rigettarla cercando di spiegare al mittente che l'Esercito Italiano, tutte le forze armate italiane, esistono proprio perché la nostra amata Italia non sia mai più teatro per quella violenza e per concorrere, ovunque sia possibile, a ripristinare la pace. Voglio ribadirlo perché sia chiaro, i soldati italiani, come tutti i membri delle Forze Armate, dal soldato semplice al generale più alto in grado, svolgono, ogni giorno, con spirito di sacrificio, abnegazione, senso del dovere, fedeltà al loro giuramento, alla bandiera e alla Costituzione, un solo, e preciso, compito: proteggere e difendere la Repubblica, le sue Istituzioni, i suoi cittadini. Sono certo che la stragrande maggioranza degli italiani conosce, apprezza e si sente più sicura, grazie alle nostre forze armate".

(Adnkronos) - C'è una petroliera misteriosa dietro i voli dei droni nello spazio aereo dei paesi Nato? Il legame tra gli sconfinamenti dei velivoli e la Russia al momento è soprattutto un sospetto, in particolare se si pensa agli avvistamenti in Danimarca e Norvegia. Ora, però, arrivano anche dati che potrebbero definire il quadro in maniera più chiara.
Una petroliera della 'flotta fantasma' russa, sospettata di essere coinvolta in particolare nei sorvoli dei droni in Danimarca, ha navigato al largo delle coste danesi tra il 22 e il 25 settembre, nei giorni in cui la presenza di velivoli senza pilota ha costretto le autorità danesi a chiudere per diverse ore alcuni aeroporti.
La presenza della nave nell'area è stata evidenziata da un'analisi dell'agenzia di stampa Afp basata sui dati del sito web specializzato VesselFinder. Denominata 'Pushpa' o 'Boracay', la nave batte bandiera del Benin e soggetta a sanzioni dell'Unione Europea per la sua appartenenza alla 'flotta fantasma' russa. Nel corso della navigazione, nell'ultimo periodo, è anche rimasta ferma per diversi giorni al largo delle coste francesi.
Anche Parigi ha acceso i riflettori sulla vicenda: la Francia si sta ufficialmente occupando della petroliera fantasma, come ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron, senza però confermare le segnalazioni di un collegamento con misteriosi voli di droni in Danimarca. "L'equipaggio ha commesso reati molto gravi, che giustificano l'attuale procedura giudiziaria", ha dichiarato Macron ai giornalisti durante il vertice dei leader dell'Ue a Copenaghen.
"Resterò molto cauto", ha affermato quando gli è stato chiesto di un possibile collegamento tra la nave e i voli dei droni sulla Danimarca, sottolineando che l'operazione ha evidenziato l'importanza degli sforzi europei per fermare la "flotta ombra" di imbarcazioni che aiuta la Russia a eludere le sanzioni occidentali.
Leggi tutto: Droni in Europa, il 'mistero' della petroliera russa: spuntano i dati sospetti

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