
La fiamma olimpica di Milano-Cortina è arrivata in Italia ed è stata consegnata alla Vetrata affacciata sul cortile d'onore del Quirinale al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal presidente della Fondazione Milano-Cortina, Giovanni Malagò, e dalla tedofora Jasmine Paolini. Presenti il presidente del Coni, Luciano Buonfiglio, i sindaci di Milano e Cortina, Giuseppe Sala e Gianpietro Ghedina, e l'amministratore delegato della Fondazione dei Giochi, Andrea Varnier. Domani mattina, in una cerimonia in programma alle 11, verrà acceso il braciere, dal quale verrà poi accesa la fiaccola che inizierà il suo viaggio in Italia fino all'inaugurazione dei Giochi.
"È incredibile, mi sento onorata, è un'emozione grandissima e mi sto godendo questa giornata", ha detto Jasmine Paolini dopo essere atterrata con la fiamma olimpica di Milano-Cortina, all'aeroporto di Fiumicino. "Che messaggio porta la fiamma? Impegno, passione e pace, spero porti tutto ciò in Italia", aggiunge la campionessa olimpica di doppio a Parigi 2024.

"La prima cosa da fare per sostenere gli agricoltori è un fronte comune, anche all’interno del Parlamento. È in arrivo una risoluzione sulla Pac (la Politica agricola comune della Ue), di cui sono relatore e che ho condiviso con tutti i gruppi politici, proprio raggiungere con una posizione netta e chiara a supporto del Governo contro la proposta europea di una Pac depotenziata e di un fondo unico”. Lo ha detto Luca De Carlo, presidente della commissione industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione del Senato, partecipando oggi a Roma all’incontro ‘Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere’.
Per De Carlo è importante analizzare "quei dati e riscontri che dimostrano l’assurdità di arretrare proprio mentre Stati Uniti e Cina investono massicciamente sull’agricoltura. La filiera del tabacco è una delle filiere che ha funzionato meglio - sottolinea - È la dimostrazione che un sistema che mette insieme tutti gli anelli della catena è un sistema vincente. Dobbiamo continuare a esportarlo". "L’Italia è la nazione delle filiere - conclude - possiamo puntare sulla nostra straordinaria qualità grazie al legame tra chi produce, chi trasforma e chi vende”.

"La filiera del tabacco italiana è un modello vincente di qualità, sostenibilità e innovazione. I contratti di filiera hanno garantito stabilità agli agricoltori, continuità produttiva e investimenti tecnologici, ma le nuove proposte europee rischiano di compromettere anni di lavoro e minare il futuro del settore”. Così Gennarino Masiello, vice presidente di Coldiretti e presidente Unitab Europa, intervenendo, oggi a Roma, all’evento dedicato alla crescita sostenibile e alla competitività del Made in Italy per la filiera tabacchicola.
Masiello ha anche sottolineato l’importanza di un fronte comune in Parlamento e nelle istituzioni italiane per tutelare gli investimenti e sostenere le filiere strategiche: “Difendere il sistema Italia significa garantire qualità, occupazione e competitività del nostro Made in Italy agricolo”, conclude.

Si è concluso oggi a Roma il convegno nazionale dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini 'Target Fegato – Innovazione terapeutica e approccio integrato alle malattie del fegato'. L’appuntamento, organizzato da Strategie Comunicazione Srl con la direzione scientifica dei professori Adriano Pellicelli e Giuseppe M. Ettorre, rispettivamente direttore della Uoc Malattie del Fegato e direttore della Uoc Chirurgia Generale e dei Trapianti dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini. Oltre cento specialisti provenienti da tutta Italia hanno preso parte a una giornata di confronto sulle evoluzioni più attuali dell’epatologia clinica, dalle nuove strategie terapeutiche per il tumore primitivo del fegato alle patologie autoimmuni, fino all’impatto crescente dell’alcol sulle malattie epatiche.
Un cambio di paradigma nella gestione del tumore del fegato L’apertura dei lavori – con la lectio della rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni – ha posto l’accento sul ruolo decisivo dell’integrazione tra Università e ospedale nella formazione dei futuri specialisti. A seguire, il direttore denerale del San Camillo Forlanini, Angelo Aliquò, ha ricordato come "il confronto tra chi studia e chi cura rappresenti un atto di responsabilità verso i pazienti e verso l’intero Servizio sanitario nazionale", sottolineando come occasioni come queste diventino è "luoghi dove la competenza torna protagonista e la complessità viene affrontata attraverso il dialogo multidisciplinare".
Pellicelli ha posto l’accento dell’importanza di questo incontro 'Target Fegato' nel quale sono state discusse patologie epatiche che attualmente impattano negativamente sulla popolazione italiana come il problema della malattia dismetabolica del fegato, e la epatopatia alcolica, quest’ultima in aumento nella nostra popolazione anche giovanile. Il professor Ettorre ha ribadito il valore del confronto trasversale tra tutte le specialità che ruotano intorno alle patologie epatiche, definendo Target Fegato “un appuntamento che consente di individuare le migliori strategie di cura e migliora la sopravvivenza e qualità della vita dei pazienti affetti da tumore epatico, cirrosi o malattie biliari”.
'Il San Camillo registra un aumento dei ricoveri per epatite acuta e cirrosi alcolica'
Alcol è l’emergenza silenziosa che colpisce sempre più giovani. Il San Camillo "registra un aumento dei ricoveri per epatite acuta e cirrosi alcolica, che rappresentano oltre il 40% del totale dei ricoverati nella Uoc Malattie del fegato, con un impatto sempre più evidente sulle fasce giovanili. Tra il 2022 e il 2025 l’età media dei ricoverati si attesta sotto ai 60 anni con un importante aumento degli under 50, che rappresentano oltre il 14% dei ricoveri alcol-correlati nel quadriennio, con un picco del 22,4% nel 2025. E - si legge nella nota dell'Ao San Camillo-Forlanini - sebbene gli under 40 siano circa il 3% del totale, si assiste a un incremento di ricoveri nei giovani di 20-30 anni per epatite acuta alcolica che risulta essere più frequente rispetto al periodo pre-Covid. L’analisi dei trapianti conferma la stessa tendenza: dal 2018 al 2024 la quota di interventi per cause alcoliche è raddoppiata dal 15–20% a circa il 40% e lo spartiacque risulta essere l’anno 2021. Nel solo 2024, su 106 trapianti, 48, quasi la metà, sono alcol-correlati".
“Circa il 40% dei ricoveri nel reparto Uoc Malattie del Fegato è legato all’abuso di alcol – spiega il Pellicelli – e la pandemia, con isolamento e disturbi depressivi, ha probabilmente amplificato il consumo. Oggi un trapianto su tre è correlato alla cirrosi alcolica o ai tumori associati. Per questo è fondamentale investire in prevenzione e informazione nelle scuole, perché il binge drinking espone a epatiti acute severe alcoliche e, nei casi più gravi, alla necessità di un trapianto”.
Nuove terapie e l’approccio del downstaging Il congresso ha affrontato i segnali più innovativi nel trattamento del tumore primitivo del fegato, neoplasia che nel 90% dei casi insorge su cirrosi epatica. Grazie alle nuove terapie sistemiche, alle procedure di radiologia interventistica, all’immunoterapia e alla crescente integrazione con il trapianto, oggi è possibile offrire percorsi più efficaci e personalizzati. “Le informazioni aumentano in modo esponenziale, ma la sfida resta quella di tradurre i dati degli studi nella pratica quotidiana - ha osservato Carlo Garufi, direttore dell’Oncologia Medica del San Camillo - Stabilire se A è meglio di B non significa applicarlo a tutti in modo uniforme. Al centro deve rimanere sempre il singolo paziente”.
'Il downstaging è la capacità di riportare indietro la malattia'
Il tema del downstaging – la possibilità di riportare una neoplasia da stadi avanzati a condizioni trapiantabili o resecabili – è stato approfondito da Valerio Giannelli, epatologo della Uoc Malattie del Fegato, che ha spiegato come questo approccio stia cambiando il destino clinico di molti pazienti. “Il downstaging è la capacità di riportare indietro la malattia, permettendo a pazienti che fino a poco tempo fa avevano solo opzioni palliative di tornare a una prospettiva di cura. La differenza la fa una Liver Unit multidisciplinare come la nostra, dove epatologi, chirurghi, oncologi, radiologi interventisti, medici nucleari e anatomopatologi lavorano insieme e in modo coordinato”. Nel corso della giornata sono stati presentati i risultati di uno studio condotto dalla Liver Unit del San Camillo: grazie alla radioembolizzazione, il 25% dei pazienti inizialmente fuori dai criteri di trapiantabilità è stato riportato verso un percorso di trapianto, confermando il ruolo del Centro Trapianti dell’Azienda come uno dei maggiori in Italia per patologie oncologiche.

"I contratti di filiera, frutto del lavoro decennale sulla filiera del tabacco, sono un modello organizzativo solido e competitivo, capace di introdurre innovazione e dare forza a tutti gli attori del settore. In Italia abbiamo compiuto passi da gigante, creando un sistema di regole e un modello produttivo riconosciuto. L’Europa rischia di farci tornare indietro e mettere a rischio il futuro della filiera”. Lo ha affermato Cesare Trippella, presidente di Filiera tabacchicola italiana e director Eu value chain & external engagement, Philip Morris Italia, all’incontro avvenuto a Roma ‘Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere’.
Per Trippella “eliminare la coltivazione di tabacco in Italia e in Europa non ridurrebbe il fenomeno” del tabagismo, anzi “aumenterebbe le importazioni da Paesi che non condividono i nostri standard di qualità". Il presidente di Filiera Tabacchicola Italiana ha ricordato inoltre il rinnovo fino al 2034 degli accordi di filiera con Coldiretti, Philip Morris Italia e il Ministero della Cultura, "un impegno che mette in sicurezza la produzione nazionale, garantendo disciplinari chiari e buone pratiche agricole. Un percorso che passa dal sostegno al ricambio generazionale, anche attraverso il coinvolgimento di start-up esterne, dalla formazione e dagli investimenti nella digitalizzazione con il programma Digital Farm. Il settore sta investendo, ma le nuove sfide regolatorie europee mettono a rischio il futuro della tabacchicoltura", ha concluso.

Sul tabacco “vediamo che più aumenta la tassazione, più cresce l’illecito. Dobbiamo far capire in Europa, attraverso i nostri gruppi parlamentari, che la strada è un’altra: quella italiana, dove il livello di illecito è il più basso e dove esiste un equilibrio virtuoso nella filiera” tabacchicola “che parla anche di salute dei cittadini, riduzione del danno e delle altre questioni in discussione in Europa”. Lo ha detto Raffaele Nevi, segretario Commissione agricoltura della Camera, intervenuto all’evento ‘Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere’, a Roma. Un convegno durante il quale si è discusso anche della minaccia europea di aumentare la tassazione sul tabacco e i prodotti senza combustione.
“La filiera del tabacco è straordinaria - afferma Nevi - è stata la prima grande filiera nata in Italia e ha sperimentato un modello vincente basato su qualità, distintività, innovazione e una giusta distribuzione del reddito tra agricoltori, trasformatori e parte commerciale. È un modello che funziona e che deve contribuire a migliorare le politiche europee, che oggi ci preoccupano molto. Siamo completamente contrari ai tagli alla Pac”, la politica comune a tutti i paesi dell'Unione europea, gestita e finanziata a livello europeo con risorse del bilancio dell'Ue.
Nevi evidenzia quindi la necessità di “costruire un vero sistema Italia con alleanze trasversali tra maggioranza e opposizione e insieme alle associazioni di categoria, Coldiretti in primis". "Un'impostazione che ci aiuta a essere più forti nel difendere in Europa una politica più equilibrata”, conclude.
Condotta di via Manara sostituita e messa in sicurezza... 
"Bruxelles interviene alla cieca, senza distinguere tra prodotti realmente dannosi e quelli a riscaldamento, e insiste su misure fiscali che altrove hanno già fallito". Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, commenta così la revisione europea sulla tassazione dei prodotti del tabacco, tema che secondo gli esponenti del settore rischia di penalizzare “una filiera che in Italia conta oltre 44 mila addetti e migliaia di aziende agricole, riconosciuta per qualità e sostenibilità”.
Al convegno ‘Crescita sostenibile e competitività del Made in Italy: opportunità e sfide per le nostre filiere’, oggi a Roma, Scordamaglia ha ricordato come "nei Paesi dove la tassazione è molto alta si favoriscono comportamenti criminali: in Francia il contrabbando cresce ogni anno". In Italia, invece, "un sistema di tracciabilità unico ha permesso di essere pionieri nella lotta alla criminalità e di costruire un modello di filiera poi adottato anche in altri comparti".
Garantire "certezza di collocamento del prodotto, prezzi trasparenti e premi a chi produce qualità e sostenibilità - ha sottolineato - ha reso possibile lavorare in trasparenza e sostenere il ricambio generazionale". "Non ci faremo fermare da Bruxelles né da chi vuole smantellare la produzione agricola e agroalimentare europea. Alla fine avremo la meglio - ha concluso - perché contro i contadini e contro chi produce il vero cibo non si governa".

Da gennaio 2026, Carlo Piemonte, con una carriera ventennale al servizio del settore legnoarredo e delle filiere forestali nazionali, assumerà l’incarico di Direttore Generale di FederlegnoArredo, diventando, a 44 anni, il più giovane Direttore Generale nella storia della Federazione. A darne notizia agli associati è stato il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin, nel corso dell’assemblea di fine anno, che si è svolta oggi alla Triennale di Milano.
“La scelta di Carlo Piemonte, condivisa con il Consiglio di presidenza di Fla, rappresenta un passo importante per il futuro della nostra Federazione. La sua profonda conoscenza delle diverse filiere, la capacità di lavorare a stretto contatto sia con le imprese che con le istituzioni regionali, nazionali ed europee, costituiranno un valore aggiunto fondamentale per tutti i nostri associati e per il nostro sistema produttivo. A lui – dice Feltrin – va il mio ringraziamento per aver accettato una sfida complessa e stimolante al tempo stesso, che potrà affrontare contando sulla collaborazione e il know-how della struttura della Federazione”.
“È un onore e un’emozione assumere questo incarico – dichiara Piemonte –. Ringrazio il presidente Feltrin e il Consiglio di Presidenza per la fiducia dimostrata, le istituzioni e gli amici del Cluster del Friuli Venezia Giulia con cui ho condiviso un entusiasmante percorso ventennale, basato sul dialogo e sulla forza delle progettualità da attuare a favore del settore. Da gennaio, sarò a disposizione di tutto il sistema FederlegnoArredo e delle sue undici associazioni, facendo dell’ascolto, del confronto e dello sviluppo dei territori i punti fermi del ruolo affidatomi, con l’obiettivo di consolidare ulteriormente il ruolo della Federazione, quale riferimento per il sistema italiano del legno-arredo, rafforzando in primis il legame con il mondo confindustriale, nonché il dialogo con le altre associazioni di sistema. Obiettivi che andranno di pari passo al presidio dei temi legati alle foreste e alla loro gestione responsabile in un’interlocuzione proficua e proattiva con il ministero competente, grazie anche al prezioso ruolo del Cluster nazionale Italia foresta legno" .

Torna legale la commercializzazione della cannabis light. Secondo quanto contento in un emendamento alla manovra segnalato a firma Fratelli d'Italia, viene infatti introdotta la possibilità di vendere "infiorescenze fresche o essiccate e prodotti" che contengono Thc in quantità "non superiore allo 0,5% che, con o senza trasformazione industriale, tenuto conto delle proprietà e delle normali attese dei consumatori, possono essere fumate o inalati senza combustione".
Questi prodotti, si legge ancora nella proposta emendativa, "sono assoggettati ad imposta di consumo in misura pari al 40% del prezzo di vendita al pubblico".

Dario Vitale, a pochi mesi dal suo ingresso in Versace, lascia il ruolo di direttore creativo della griffe della Medusa. L’annuncio arriva a due giorni dalla conclusione dell’acquisizione da parte del gruppo Prada del marchio fondato da Gianni Versace nel 1978.
La decisione di interrompere la collaborazione, viene spiegato, arriva “di comune accordo” tra Vitale e la maison e sarà effettiva a partire dal 12 dicembre prossimo. Versace ringrazia “sinceramente Dario per il suo straordinario contributo allo sviluppo della strategia creativa del brand durante questo periodo di transizione” e gli augura “il meglio per i suoi futuri progetti”. La nuova direzione creativa sarà annunciata a tempo debito. Nel frattempo, il team creativo continuerà a operare sotto la guida di Emmanuel Gintzburger, chief executive officer di Versace.
Ex direttore creativo di Miu Miu, Vitale era entrato in carica come nuovo Chief Creative Officer di Versace, il primo aprile scorso. Una nomina che ha rappresentato un momento storico per Versace: per la prima volta da quasi 50 anni la direzione creativa non sarebbe più stata guidata da un membro della famiglia (dopo la guida di Donatella Versace alla morte del fratello Gianni). La prima collezione di Vitale per Versace, la spring/summer 2026, è stata presentata con un evento intimo durante la scorsa Milano Fashion Week.

Via libera alla riforma dell'edilizia. A quanto si apprende il Consiglio dei ministri in corso ha infatti approvato la riforma del Codice dell’edilizia e delle costruzioni.
Cinque articoli in tutto per la delega che tra i principi prevede la "razionalizzazione, semplificazione e riordino, all’interno di un testo normativo omogeneo, di tutte le disposizioni legislative vigenti in materia di edilizia e di disciplina tecnica delle costruzioni, anche in raccordo con la normativa di tutela dell’assetto idrogeologico, di superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche, di resistenza, stabilità, affidabilità e sostenibilità ambientale delle costruzioni", si legge nella bozza del testo.
L'adeguamento della normativa "in materia urbanistica strettamente afferente alla disciplina edilizia e coordinamento delle modifiche apportate in materia di edilizia e costruzioni con la normativa in materia di tutela dei beni culturali e paesaggistici, sanitaria e fiscale nonché con quella di settore avente comunque incidenza sulla disciplina dell’attività edilizia". Il "superamento della frammentazione della normativa in materia di edilizia e costruzioni, assicurando la risoluzione delle duplicazioni, sovrapposizioni, incongruenze e antinomie esistenti e promuovendo la completezza, l’esaustività e l’immediata applicabilità" delle norme, si legge nella bozza.
Sulle semplificazioni in particolare la riforma intende "individuare, in un’ottica di semplificazione e definizione di univoci standard minimi procedimentali, le regole minime inderogabili attinenti ai regimi amministrativi di realizzazione delle diverse categorie di interventi edilizi", si legge nella bozza.
Il tutto al fine di "definire a livello nazionale una comune classificazione delle tipologie di difformità dal titolo abilitativo edilizio", ma anche individuare le "difformità edilizie che, in ragione della relativa natura ed entità, nonché dell’epoca di realizzazione dell’abuso ovvero di ottenimento del titolo abilitativo, possono essere sanate, nei limiti di quanto già previsto a legislazione vigente, e il relativo titolo in sanatoria".
Sul fronte degli abusi storici, la delega ha lo scopo "di semplificare e razionalizzare i procedimenti amministrativi finalizzati al rilascio o alla formazione dei titoli in sanatoria "definendo i termini perentori per la presentazione delle relative istanze, comunque antecedenti all’irrogazione delle sanzioni amministrative, individuando procedure semplificate per la regolarizzazione degli abusi realizzati prima dell’entrata in vigore della legge 6 agosto 1967".
Sul fronte delle sanzioni, si punta a razionalizzare i regimi sanzionatori propedeutici al rilascio dei relativi titoli in sanatoria, commisurandoli all’entità della trasformazione edilizia o urbanistica, alla gravità della difformità ovvero al valore delle opere realizzate, tenuto conto anche della disciplina dei beni sottoposti a tutela; a razionalizzare il regime sanzionatorio delle difformità edilizie che non consentono il rilascio di titoli in sanatoria, individuando in tali ipotesi procedure di riduzione in pristino degli interventi fondati sulla responsabilizzazione del soggetto proprietario o dell’avente titolo, finalizzati a semplificare gli adempimenti e gli oneri a carico dell’ente territorialmente competente.
Fari anche sulle agevolazioni. La delega prevede di riordinare le disposizioni sulla concessione e sull’erogazione di agevolazioni fiscali, contributi e altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici per la realizzazione di interventi su opere che presentano difformità edilizie, al fine di escludere tassativamente il rilascio di agevolazioni, contributi e provvidenze ove necessario.
In audizione anche i movimenti politici non presenti in Aula...
Il rapper pionieri dell'hip hop al Castello dei Doria...
Riapre al pubblico il barbacane dell'antico castello...
Su Egas smorza polemiche, 'i sindaci decideranno'... 
Bologna, 4 dic. (Adnkronos)
In concomitanza con la China Shanghai International Children's Book Fair, BolognaFiere commemora il ventesimo anniversario della propria operatività in Cina. Questo traguardo - si sottolinea in una nota - "rappresenta una testimonianza tangibile della solidità di una strategia di lungo termine e della capacità del Gruppo di anticipare le dinamiche evolutive del mercato fieristico globale". L'istituzione della prima sede a Shanghai nel 2005 ha posizionato BolognaFiere tra le prime realtà fieristiche europee a implementare un investimento diretto e una struttura operativa permanente nel Paese. Da tale data, la società ha consolidato un network di relazioni e competenze, impiegando attualmente oltre 80 professionisti nell'organizzazione fieristica e negli allestimenti, e gestendo un portafoglio di eventi che si estende a Hong Kong, Shanghai, Shenzhen e Guangzhou, coprendo settori quali la cosmetica, l'editoria per ragazzi, la private label e la pet industry. (VIDEO[1])
"Quando BolognaFiere è entrata per la prima volta in Cina nel 2005, siamo stati tra i primi organizzatori fieristici europei a stabilire una presenza permanente nel Paese. All'epoca, il nostro obiettivo era semplice ma coraggioso: non solo portare l'eccellenza italiana sul mercato cinese, ma costruire fiere e piattaforme di business all'interno dell'ecosistema cinese, insieme alle istituzioni locali, ai partner industriali e alle industrie globali" ha dichiarato Gianpiero Calzolari, Presidente del Gruppo BolognaFiere. "La sfida successiva è stata ampliare questo hub asiatico per connettersi più direttamente con il Sud-Est asiatico — mercati come Thailandia (Cosmoprof CBE Asean, Bangkok) e Indonesia (Cosmobeauté, BSD City), dove la domanda di fiere specializzate stava crescendo rapidamente".
Nel corso del tempo, il portafoglio di BolognaFiere si è significativamente ampliato attraverso la stipula di solide partnership strategiche. Tra queste si annoverano la collaborazione con Informa per il network Cosmoprof Asia e la recente alleanza con United Exhibition per l'organizzazione di eventi dedicati al settore vitivinicolo in mercati emergenti quali il Vietnam. A Hong Kong, in sinergia con il partner e azionista INFORMA Markets, si è recentemente conclusa con successo la 28ª edizione di Cosmoprof Asia. L'evento ha registrato la partecipazione di oltre 2.600 espositori provenienti da 46 Paesi e regioni, segnando un incremento del 4% rispetto all'edizione precedente, e ha presentato prodotti e tecnologie su una superficie netta espositiva di oltre 60.000 metri quadrati, generando un fatturato superiore ai 30 milioni di euro.
Antonio Bruzzone, Amministratore Delegato di BolognaFiere Group, ha evidenziato come "vent'anni fa abbiamo creduto nel potenziale della Cina e nella necessità di essere presenti direttamente in un mercato che stava cambiando le regole del commercio mondiale. Oggi possiamo dire che quella scelta è stata decisiva: BolognaFiere è diventata un player globale, capace di connettere culture, economie e filiere produttive. La nostra missione è continuare a costruire ponti tra Europa e Asia, con visione, competenza e presenza sul territorio".
Il ventesimo anniversario di BolognaFiere China non costituisce una mera ricorrenza, bensì un punto di svolta strategico. Tra le tappe salienti di questo percorso si annovera l'istituzione della società di allestimenti Henoto China, che ha consentito l'offerta di servizi integrati di design, costruzione e logistica non solo per gli eventi del Gruppo, ma anche l'espansione in India, dove BolognaFiere ha inaugurato una nuova sede con l'obiettivo di replicare il modello di successo sviluppato in Cina. "La nostra visione è chiara: non operiamo in Cina o in India semplicemente per accompagnare l'internazionalizzazione delle imprese italiane - ha proseguito Bruzzone - Operiamo dalla Cina e dall'India come parte di una rete fieristica globale, capace di generare nuovi mercati, nuove community e nuove filiere".
Tale approccio si è dimostrato particolarmente efficace in contesti caratterizzati da incertezza geopolitica. Invece di replicare un format europeo in Asia, BolognaFiere promuove lo sviluppo di ecosistemi local-to-local — China-for-China, India-for-India — attraverso la creazione di manifestazioni profondamente integrate con la struttura industriale e le priorità di policy di ciascun Paese. Parallelamente, BolognaFiere continua a svolgere un ruolo di ponte fondamentale. La presenza in Asia rafforza la visibilità delle industrie del Made in Italy, promuove la cooperazione con le istituzioni asiatiche e instaura un rapporto di fiducia duraturo tra espositori e buyer. Il modello fieristico europeo, che coniuga business, cultura e innovazione, può prosperare in Asia a condizione che venga adattato con rispetto e spirito di partenariato.
In un panorama di mercati sempre più frammentati, il settore fieristico si conferma quale uno dei pochi ambiti in cui il dialogo e la fiducia si edificano attraverso la relazione umana. È con questo spirito che BolognaFiere prosegue il proprio investimento in Asia, guidata da visione, umiltà e un profondo senso di missione condivisa.

“Dopo tutto il tempo trascorso senza un Piano sanitario nazionale, credo che sia giusto, in questo momento, pensarne uno che aggiorni le priorità programmatorie nazionali”. Sono le parole di Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Area sanità e sociale di Regione Veneto, in occasione della presentazione, a Roma, del report ‘La programmazione sanitaria per l’equità’, condotto da Salutequità. “Ci sono 2 elementi che hanno particolare rilevanza - afferma Annicchiarico - Il primo è la condivisione, fra ministero e Regioni, sui contenuti del Piano” perché non sia esclusivamente ‘calato dall'alto’, ma sia partecipato, in ordine ai temi che le Regioni possono aggiungere all'agenda di priorità nazionale. Questa è una condizione, a mio avviso, che rafforza lo spirito di leale collaborazione istituzionale tra Regioni e ministero. Il secondo elemento di grande rilievo, sarà quello di un Piano sanitario che non arrivi nel dettaglio”, impedendo di fatto “alle Regioni l'applicazione dello stesso, con una serie di formalismi che non tengono conto di alcune peculiarità territoriali”.
Per l’esperto è inoltre “importante che si lavori sugli standard e sui risultati, ma che si lasci uno spazio per dei modelli organizzativi che le Regioni hanno già saputo dimostrare di saper adottare in modo differenziato, per pervenire obiettivi di equità per i cittadini”.
L'incidente è avvenuto sulla strada provinciale 23... Leggi Tutte le Notizie di oggi in Sardegna
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