
(Adnkronos) - Giornata calda per il trasporto aereo, oggi venerdì 26 settembre, per una serie di scioperi nazionali del comparto che per l'intera giornata rischiano di paralizzare il settore.
A partire dai lavoratori delle aziende dell'aeroportuale-indotto associate a Confindustria, Federcatering, Assocontrol, Assaereo, Assaeroporti Assohandlers, Assocatering, Assologistica e Faro che incrociano le braccia per 24 ore (dalle 00,00 alle 23,59) per lo sciopero indetto da Cub Trasporti cui aderisce l'Usb, e al quale si aggiunge lo sciopero nazionale di quattro ore (10-14) in Assohandlers indetto da Flai Ts.
Sciopero nazionale di 24 ore anche in Volotea (Uiltrasporti), sia del personale di bordo che di terra, e di piloti e assistenti di volo di Wizz Air (Filt Cgil). La mobilitazione di Volotea arriva, spiega Uiltrasporti, "dopo anni di mancato riconoscimento dei diritti dei lavoratori e della rappresentanza sindacale maturata nel tempo" e a fronte del fatto che la compagnia "continua a negare l’apertura di un tavolo negoziale per il raggiungimento di un regolare contratto collettivo di lavoro, imponendo unilateralmente condizioni retributive e organizzative che hanno generato una condizione di povertà salariale e un forte peggioramento della qualità della vita del personale", nonostante "la compagnia celebri risultati economici sempre più positivi".
Alla base dello sciopero di WizzAir, spiega la Federazione dei trasporti della Cgil, la revisione del trattamento economico, applicato ai dipendenti, senza alcuna preventiva consultazione o accordo con le organizzazioni sindacali, la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Garantite le fasce orarie di tutela, dalle ore 7 alle 10 e dalle ore 18 alle 21, nelle quali i voli devono essere comunque effettuati; garantiti anche tutti i voli charter da/per le isole autorizzati prima della data di proclamazione dello sciopero e i voli di collegamento con le isole con unica frequenza giornaliera, con esclusione del traffico continentale (QUI L'ELENCO ENAC DEI VOLI GARANTITI).
Al centro delle proteste, richieste che riguardano contratti dignitosi, aumento dei salari, salute e sicurezza, turnazioni, ma anche il sostegno al popolo palestinese e alla Sumud Flotilla. "Il trasporto aereo è nel solco della protesa perché la guerra non appartiene ai lavoratori e toglie loro risorse e possibili investimenti", fa sapere Usb.
"Le attività degli operatori aeroportuali sono diventate difficili e faticose e poco remunerate - continua l'Unione sindacale di base - insostenibili per il personale di front line di compagnie aeree e di gestioni aeroportuali e di handlers ai banchi dei check in, sugli aeromobili, per chi opera nei piazzali o alle operazioni di carico degli aerei, nella security, negli allestimenti di catering e pulizie e negli hangar per le manutenzioni".
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(Adnkronos) - Sei attivisti di Ultima generazione sono entrati in piazza Montecitorio, a Roma, superando i controlli, gridando 'Blocchiamo tutto' e sventolando una bandiera della Palestina. Sono stati subito bloccati dalle forze dell'ordine e portati fuori dai varchi.
Leggi tutto: Proteste a Montecitorio, sei attivisti entrano in piazza per Gaza

(Adnkronos) - Sei attivisti di Ultima generazione sono entrati in piazza Montecitorio, a Roma, superando i controlli, gridando 'Blocchiamo tutto' e sventolando una bandiera della Palestina. Sono stati subito bloccati dalle forze dell'ordine e portati fuori dai varchi.
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(Adnkronos) - "L' Europa attraversa profonde trasformazioni tecnologiche, demografiche ed epidemiologiche. I dati lo confermano, ma la vera domanda resta: quale società vogliamo costruire? Una società sicura, coesa e capace di garantire la salute di tutti i cittadini. In questo contesto, il welfare sanitario è una priorità strategica. Non si tratta di previdenza o lavoro, che seguono percorsi propri, ma di un sistema sanitario forte e accessibile, infrastruttura essenziale per il futuro. Senza salute non ci sono crescita, coesione sociale né sicurezza. In Italia, oltre il 23% della popolazione ha più di 65 anni, e la pressione sulle strutture sanitarie cresce ogni anno. Garantire agli anziani non solo anni di vita, ma vita pienamente vissuta significa investire sul futuro. Ridurre la spesa sanitaria a scapito dei più fragili significherebbe tradire la missione stessa dell'Europa". Così Francesco Vaia, già direttore del Prevenzione del ministero della Salute e oggi componente dell'Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità, in un intervento sullla pagine de 'Il Messaggero'.
"Tre sfide fondamentali guidano il nostro impegno: invecchiamento attivo, prevenzione e medicina predittiva. L'invecchiamento non è la fine né il tramonto della vita, ma una fase da vivere e governare. Studi internazionali stimano che ogni euro speso in prevenzione possa generare fino a 14 euro di valore economico e sociale. In Italia - ha ricordato Vaia - se l'1% della popolazione iniziasse a praticare 150 minuti di attività fisica moderata a settimana, il risparmio stimato per il sistema sanitario sarebbe di circa 223 milioni di euro l'anno. Fino al 60% delle malattie croniche e circa il 40% dei tumori possono essere prevenuti con stili di vita salutari, corretta alimentazione, attività fisica regolare e riduzione dell'inquinamento".
"Molte iniziative locali - dai programmi di screening oncologici alle campagne di educazione sanitaria nelle scuole - mostrano come politiche mirate possano produrre risultati concreti e diventare esempi di 'best practice' italiane, capaci di ispirare anche a livello europeo. Proteggere le fragilità, valorizzare la coesione sociale e anticipare le malattie significa costruire una società più giusta, solida e resiliente. Investire nel welfare sanitario non è un costo: è il fondamento di una società che vuole vivere pienamente. Rafforzare prevenzione, invecchiamento attivo e medicina predittiva significa scegliere la vita, l'inclusione e la solidarietà, contro ogni frammentazione e spreco", ha concluso.

(Adnkronos) - Il freddo quando meno te lo aspetti. Settembre 2025 porta neve in montagna e temperature minime frizzanti prima del tempo. Dopo 3 giorni con temporali e allagamenti e una fase più asciutta e localmente anche soleggiata, nel weekend è atteso un nuovo peggioramento del meteo.
Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de IlMeteo.it, conferma una fase sotto media che ha raggiunto l’Italia, prima del tempo. Siamo ancora a settembre ed è già il momento del cambio di stagione. Le temperature minime sono scese in pianura fino ad una “singola cifra” (8-9°C), la neve ha spolverato le Alpi fino ai 1500 metri (soprattutto dai 2000 metri in su): si tratta di una rara incursione di aria polare verso il nostro Paese nel mese della vendemmia.
Le temperature resteranno sotto media anche nei prossimi giorni e anche con l’inizio del mese di ottobre: anzi, da metà della prossima settimana, movimenti anomali dell’atmosfera sul nostro Continente potrebbero spingere un freddo ciclone russo verso il Mediterraneo. L’altro ciclone, quello francese attivo in questo momento, continuerà a condizionare il meteo del weekend italiano. Insomma, vari cicloni saranno i veri protagonisti del meteo italiano dei prossimi 10 giorni: addio definitivo al caldo, ingresso diffuso di condizioni pienamente autunnali. Tiriamo fuori piumini e pantaloni lunghi, anche al Sud.
Nel dettaglio, il ciclone francese porterà nuovi rovesci specie al Nord, in Toscana e in Sicilia nella giornata di venerdì 26, localmente forti tra Alto Piemonte e Alta Lombardia; il weekend vedrà piogge al Nord, sul settore adriatico e al Sud nella giornata di sabato, solo sul versante adriatico e, a macchia di leopardo, al meridione nell’ultima domenica di settembre.
Lunedì avremo una tregua meteorologica con tempo stabile e anche soleggiato poi da martedì pomeriggio il tempo tornerà a peggiorare al Nord; con l’inizio del mese di Ottobre entreremo in un “tunnel ciclonico” con condizioni instabili e fresche su tutto il Paese. Chi ha scelto l’ultima decade di settembre e la prima di ottobre per vacanze last-minute è stato sfortunato: da una quarantina di anni, il caldo simil-estivo dominava spesso questo periodo, addirittura al Sud restava protagonista fino a novembre. Il 2025 sta portando un’eccezione importante: è arrivato l’Autunno e localmente sembra già Inverno.
Venerdì 26
Al Nord: piogge e rovesci sparsi. Al Centro: variabile con qualche rovescio specie sulla Toscana. Al Sud: qualche rovescio verso la Sicilia.
Sabato 27
Al Nord: piogge e rovesci sparsi da ovest verso est. Al Centro: piogge specie sulle adriatiche. Al Sud: maltempo dalla Sicilia verso la Calabria.
Domenica 28
Al Nord: soleggiato, più nubi al Nordest. Al Centro: piogge sulle adriatiche, soleggiato altrove. Al Sud: instabile con rovesci sparsi.
TENDENZA: tregua meteorologica fino a martedì poi nuovo ciclone in arrivo dalla Russia.
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(Adnkronos) - Vittorio Sgarbi sta meglio e si dice "molto amareggiato" per l'iniziativa di sua figlia Evelina che ha presentato un'istanza convinta che il critico d'arte abbia bisogno di un amministratore di sostegno. E assicura che il 28 ottobre all'udienza fissata dal Tribunale di Roma ci sarà.
Sgarbi, in un'intervista al 'Corriere della Sera', confessando di essere "proprio offeso, addolorato" riferisce poi che "lentamente" si sta riprendendo (sei mesi fa fu ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per una forte depressione), e rivela: "La mia medicina è stata soprattutto Sabrina (Sabrina Colle, la sua compagna dal 1997, ndr) che con la sua dolcezza mi ha fatto quasi uscire dal tunnel. Anzi volete sapere una cosa? Sabrina ed io ci sposiamo". Quando? "Subito, appena possibile", risponde.
E Sgarbi poi alla domanda su quale sarà la prima cosa che dirà alla figlia quando la incontrerà in tribunale, risponde: "Beh, le chiederò se vuole per caso un'altra borsa di Dior oppure qualche altra suppellettile in regalo", replica. "Mi arrabbiai molto con lei", tre anni fa, "perché aveva rifiutato la partecipazione al Grande Fratello Vip, rinunciando a 100mila euro. Con quel cachet avrebbe potuto permettersela, la borsa, non pretenderla da me". E al giornalista che gli fa notare si trattasse di una borsa da 2.800 euro, che comunque poi lui regalò alla figlia, il critico d'arte replica: "Evelina è esosa, l’ho sempre detto, preferisce prendere scorciatoie anziché darsi da fare seriamente. Anche questa cosa dell’amministratore di sostegno...".
Leggi tutto: Sgarbi: "Un tutore? Mia figlia Evelina mi offende, sto meglio e sposo Sabrina Colle"

(Adnkronos) - Il Consiglio di Amministrazione di BolognaFiere ha approvato oggi la relazione finanziaria semestrale consolidata al 30 giugno scorso che ha visto il Gruppo chiude il primo semestre "con risultati in decisa crescita, confermando la solidità del percorso di sviluppo intrapreso e la capacità di affermarsi tra i principali player fieristici europei". I ricavi consolidati raggiungono i 193,1 milioni di euro, in aumento del 26% rispetto ai 153,1 milioni del primo semestre 2024. L’EBITDA si attesta a 51 milioni di euro (26% dei ricavi), in crescita del 42%, mentre l’EBIT sale a 40,8 milioni di euro (+74%). L’utile netto raddoppia, passando da 12,5 milioni a 25,9 milioni di euro.
Sul fronte finanziario, il Gruppo registra una riduzione dell’indebitamento, con una posizione finanziaria netta monetaria pari a 63,2 milioni di euro, in miglioramento di quasi 5 milioni rispetto a fine 2024. Il patrimonio netto sale a 267,6 milioni di euro, in aumento di 24,4 milioni.
Il Consiglio di Amministrazione ha anche approvato l’aggiornamento del Business plan, che recepisce l’iniziativa volta alla realizzazione del nuovo padiglione polifunzionale e le previsioni più aggiornate sulle prospettive economico–finanziarie del Gruppo BolognaFiere per il periodo 2025–2030. L’aggiornamento del Business plan "è stato formulato in continuità con le linee guida strategiche del Piano industriale già approvato, recependo al tempo stesso lo stato dell'arte del business, l'evoluzione delle iniziative in corso e la dinamica degli elementi esogeni".
"Il nuovo Business plan - si sottolinea - conferma la propensione alla crescita del Gruppo e l’obiettivo di progressivo incremento delle marginalità". Inoltre, il Consiglio di Amministrazione ha approvato altresì il progetto di fusione per incorporazione di ModenaFiere S.r.l. in BolognaFiere S.p.A.ù
Il Presidente del Gruppo BolognaFiere Gianpiero Calzolari ha espresso la propria soddisfazione: “Questi risultati testimoniano la capacità del nostro Gruppo di crescere in maniera sostenibile e di rafforzare il proprio ruolo internazionale. Abbiamo saputo valorizzare manifestazioni storiche, investire su nuovi progetti e consolidare il business degli allestimenti. Il nuovo padiglione polifunzionale rappresenta un ulteriore tassello della nostra visione: un quartiere fieristico sempre più competitivo e al servizio di imprese, territori e comunità”.
L'ad Antonio Bruzzone ha aggiunto: “Il primo semestre 2025 evidenzia performance di assoluto rilievo: ricavi in forte crescita, utile più che raddoppiato e una solida generazione di cassa che ci consente di ridurre l’indebitamento. Continueremo ad investire in innovazione e infrastrutture e per rafforzare, la nostra vocazione internazionale”.

(Adnkronos) - L’ex procuratore di Pavia Mario Venditti risulta indagato per corruzione in atti giudiziari. Il fascicolo della Procura di Brescia nasce da alcuni atti di indagini dei colleghi di Pavia che stanno indagando su Andrea Sempio come possibile assassino (in concorso) di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il sospetto è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli.
Un sospetto che nasce, secondo indiscrezioni, da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes ‘Venditti / gip archivia X 20-30 euro’ con la data ‘febbraio 2016’. Un promemoria che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato del delitto della ventiseienne, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017.
L'ex procuratore di Pavia nel 2017 avrebbe ricevuto "una somma indebita di denaro, nell'ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio", si evince - apprende l'Adnkronos - dal decreto di perquisizione nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti, firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete.
Sono intanto corso delle perquisizioni a casa dei genitori di Andrea Sempio, indagato nel nuovo filone d’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi. La notizia era stata anticipata dai social del Tg1.

(Adnkronos) - L'Antitrust ha comminato una sanzione di oltre 936 milioni complessivi a Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil per intesa restrittiva della concorrenza.
Dall’istruttoria dell'Autorità garante della Concorrenza, avviata grazie a un whistleblower, è emerso che i principali operatori petroliferi si sono coordinati per determinare il valore della componente bio inserita nel prezzo del carburante. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiuso l’istruttoria nei confronti di Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Saras e Tamoil (per quest’ultima anche con riferimento alle condotte di Repsol, ora da essa acquisita), le più importanti compagnie petrolifere operanti in Italia. L’Autorità ha accertato un’intesa restrittiva della concorrenza nella vendita del carburante per autotrazione per tutte le parti, fatta eccezione per Iplom e Repsol. Per questo motivo ha sanzionato le società per un totale complessivo di 936.659.087 euro. In dettaglio ha sanzionato Eni per 336.214.660 euro, Esso per 129.363.561 euro, Ip per 163.669.804 euro, Q8 per 172.592.363 euro, Saras per 43.788.944 euro e Tamoil per 91.029.755 euro.
Leggi tutto: Antitrust multa per 936 milioni in totale Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil

(Adnkronos) - Nuovo allarme in Danimarca e di nuovo chiuso per un'ora nella notte l'aeroporto danese di Alalborg, nel nord del Paese, in seguito all'avvistamento di un drone. Lo scalo era già stato chiuso per la stessa ragione fra ieri e l'altro ieri, così come gli aeroporti di Aalborg, Esbjerg, Sonderborg e la base aerea di Skrydstrup e in precedenza sempre questa settimana quello di Copenaghen.
Ieri la premier Mette Frederiksen aveva denunciato che i sorvoli erano parte di "attacchi ibridi" possibilmente legati alla Russia e anticipato la possibilità che tali incursioni "si moltiplicheranno".
Leggi tutto: Drone avvistato in Danimarca, chiude di nuovo l'aeroporto di Aalbord

(Adnkronos) - Amazon rimborsa milioni di utenti che tra metà 2019 e metà 2025 hanno pagato per il servizio Amazon Prime negli Stati Uniti. Ognuno di loro riceverà fino a 51 dollari, riferisce Politico, mentre altri utenti potrebbero chiedere rimborsi perché la procedura di iscrizione e quella di cancellazione sinora non sono state considerate sufficientemente chiare e semplici. L'intesa, secondo i media americani, vale complessivamente 2,5 miliardi di dollari compresa la sanzione che Amazon verserà alla FTC, l'authority per la concorrenza.
Nel procedimento avviato nel 2023 dall'FTC sono state esaminate le 'tecniche' per indurre gli utenti ad abbonarsi a Prime, generalmente prediletto da chi effettua acquisti con maggiore frequenza. Negli Stati Uniti, il servizio attualmente costa 139 dollari all'anno o 14,99 dollari al mese. La FTC, afferma Politico, ha ritenuto eccessivamente complessa la procedura per disdire il servizio.
"Amazon e i nostri dirigenti hanno sempre rispettato la legge e questo accordo ci consente di andare avanti e concentrarci sull'innovazione per i clienti. Lavoriamo duramente per rendere chiara e semplice per i clienti sia l'iscrizione che la cancellazione dell'abbonamento a Prime, e per offrire un servizio sostanziale ai nostri milioni di fedeli abbonati Prime in tutto il mondo. Continueremo a farlo e non vediamo l'ora di scoprire cosa offriremo ai nostri abbonati Prime nei prossimi anni", si legge in una nota del colosso dell'e-commerce.
Leggi tutto: Amazon, accordo negli Usa: rimborso per utenti Prime

(Adnkronos) - Si è aperta, presso la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, la terza edizione del Forum Risorsa Mare, appuntamento nazionale ed europeo dedicato alle strategie per lo sviluppo sostenibile e competitivo della risorsa mare.
Ad aprire ufficialmente i lavori della sessione di apertura è stato il Commissario straordinario dell’AdSP MTCS, Raffaele Latrofa, che nel suo intervento di saluto ha sottolineato come «il mare non sia soltanto uno spazio fisico, ma una risorsa strategica per la crescita, la sicurezza e l’identità della nostra Patria». Latrofa ha ringraziato, per aver scelto il porto di Civitavecchia come sede dell'evento, il Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, promotore dell’iniziativa, e The European House – Ambrosetti, che ha curato il “Libro Blu” con analisi e dati utili a orientare le scelte politiche ed economiche.
«Il Mediterraneo è al tempo stesso un ponte e una frontiera – ha affermato Latrofa –. Senza sicurezza marittima non c’è sviluppo, ma senza sviluppo non può esserci sicurezza duratura. La subacquea rappresenta un settore strategico in cui l’Italia può essere protagonista, mentre sport, nautica e turismo del mare sono pilastri della nostra identità e della nostra economia. Non c’è crescita senza transizione energetica: ecco perché investiamo in idrogeno e cold ironing. Ma il capitale umano resta la prima vera infrastruttura di un porto, e dobbiamo formare professionisti capaci di affrontare le sfide future. I nostri scali devono diventare hub logistici del Mediterraneo, cerniere della catena euro-mediterranea integrate con le reti TEN-T e i corridoi terrestri che collegano il Sud con il Nord Europa».
La sessione di apertura ha visto la partecipazione, tra gli altri, del ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, promotore dell’iniziativa, del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, della vicepresidente Roberta Angelilli e del sindaco di Civitavecchia Marco Piendibene.
«Il Forum Risorsa Mare – ha concluso Latrofa – non è solo un’occasione di confronto, ma un vero cantiere di idee, dove la passione per il mare diventa politica industriale. Il nostro obiettivo è fare dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta un motore di sviluppo, un modello di sostenibilità e un punto di riferimento per l’intero Mediterraneo. Ma sappiamo che da soli non possiamo farcela: servono alleanze con il Governo, le Regioni, i Comuni, il mondo della ricerca e le imprese. Il mare è la nostra ricchezza più antica, ma può e deve essere la nostra sfida più moderna».
Il Forum proseguirà fino a domani con ulteriori tavoli di approfondimento su economia blu, transizione energetica, innovazione tecnologica e valorizzazione del capitale umano, con la partecipazione di istituzioni, imprese, mondo accademico e associazioni.

(Adnkronos) - Cade un'altra testa nell'élite russa, quella dell'influente giudice Viktor Momotov, presidente del Consiglio dei giudici dal 2016, membro della Corte suprema dal 2010 e nel Presidium della Corte suprema dal 2019, in quello che viene definito come il "Watergate russo". La procura generale lo ha accusato di legami di affari con la criminalità e di avere interessi, illegali nella sua posizione, in una catena di alberghi. Il Consiglio della Federazione ha nominato il Procuratore generale Igor Krasnov a Presidente della Corte suprema il giorno dopo che il suo ufficio aveva depositato le accuse a carico di Momotov presso il tribunale Ostankino di Mosca.
Secondo l'accusa, Momotov avrebbe una partecipazione informale nella catena di alberghi Marton presente in almeno sette regioni del Paese, inclusa Mosca, di proprietà di Andrey Marchenko, 54 anni, descritto nelle carte dell'inchiesta come "esponente della criminalità organizzata di Krasnodar". La procura ha disposto la confisca di 95 proprietà. 44 terreni e 54 fabbricati fra cui alberghi, spa e locali con narghilé. Per un valore dell'equivalente di 107,7 milioni di dollari. Per gestire questo impero, il giudice avrebbe intrattenuto legami con la criminalità organizzata.
Secondo quanto ha scoperto il sito di notizie investigative Agentsvo, Marchenko avrebbe incontrato Momotov all'università statale di Kuban alla fine degli anni Ottanta, quando Momotov insegnava alla facoltà di legge e Marchenko era un suo studente.
Marchenko si è poi gettato nel mondo degli affati aprendo imprese a cui Momotov si era associato nel 2007, salvo poi cedere i suoi interessi alla madre tre anni dopo, prima di entrare a far parte della Corte suprema e dopo averne cambiato il cognome dell'anziana donna da Morontova a Laryanova. Avrebbe poi realizzato che la madre non disponeva del patrimonio necessario per giustificare una tale acquisizione, e ha quindi ri registrato i suoi asset a nome di Marchenko, sostiene la procura.
Nel 2022, Marchenko, con a carico diverse accuse, ma di lieve entità, senza traccia di legami con la criminalità organizzata, aveva denunciato redditi per nove milioni di rubli (150 milioni di dollari). Era stato in precedenza multato nel 1995 per aver disobbedito a un agente di polizia e sospettato di aver insultato un funzionario dello stato nel 1999.
Nel 2023 era stato accusato di evasione fiscale su larga scala. Gli erano stati confiscati tre alberghi. Dopo un mese l'imprenditore aveva annunciato la sua intenzione di combattere in Ucraina e si era anche fatto riprendere in seguito in mimetica, con un fucile in mano e un lanciarazzi in spalla sollecitando i russi a "unirsi per la vittoria". Pochi mesi dopo aveva lasciato il fronte, denunciando di essere stato ferito. Era stato quindi accusato di aver disertato ed erano stati disposti gli arresti domiciliari.
L'accusa aveva indicato che Marchenko aveva legami con due presunti esponenti della malavita locale, Andrei Korovalko e Arkady Chebanov legami di cui, sempre secondo Agentsvo, non ci sarebbe traccia e di cui non sarebbe stato fornito dagli inquirenti alcun elemento di prova.
Lo scorso maggio, la procura aveva nazionalizzato un complesso agricolo di proprietà dei due boss della mala locale, Korovaiko e Chebanov, sotto inchiesta da tempo per estorsione, denunciando che il primo aveva fondato l'impresa con i proventi del suo passato incarico come ispettore federale. I due sono riusciti a lasciare il Paese. Sotto inchiesta era finita anche, nel 2023, la moglie di Chebanov, giudice della corte arbitrale della regione di Rostov.
La scorsa settimana un tribunale di Volgograd ha confiscato gli asset dell'ex presidente della Corte suprema dell'Adighezia, Aslan Trakhov e di suoi familiari, per 13 miliardi di rubli. Lo scorso agosto, un tribunale della regione di Mosca ha confiscato i beni di un giudice della regione di Krasnodar, Aleksandr Chernov, per un importo simile.
Difficile giudicare se le accuse o anche solo le prove su cui sono basate l'inchiesta a carico di Momotov e dei suoi colleghi siano fondate. Chiaro è invece lo sforzo dispiegato delle autorità russe per recuperare denaro, anche andando contro interessi, più o meno leciti, ben tollerati fino a poco tempo prima. Il modello è rodato sin dai tempi di Mikhail Khodorkovsky: vengono aperte inchieste penali, quindi cedute, in questi ultimi mesi nazionalizzate, imprese.
Krasnov nei mesi scorsi ha rivendicato che il suo ufficio, la Procura generale fino a ieri, ha riportato 2,4mila miliardi di rubli (29,9 miliardi di dollari) di asset privati sotto il controllo dello stato, altre stime parlano di 50 miliardi di dollari dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Chiaro comincia a essere anche lo sforzo di generare terrore senza risparmiare l'establishment, cambiarne i rappresentanti, se con i reduci dell'operazione militare speciale, come dice Vladimir Putin da tempo, arrivando nei giorni scorsi anche ad anticipare la sua successione nelle mani di un reduce, è tutto da vedere. In atto in Russia ora vi è un cambio di regime dall'interno. Il cui esito non è al momento noto.
Leggi tutto: Cambio di regime dall'interno in Russia, ora cadono le prime teste fra i giudici
A Golfo Aranci la consegna degli altri riconoscimenti... 
(Adnkronos) - Consegnato all'Italia dalle autorità belghe l'ex latitante di 'ndrangheta Sebastiano Signati, nato a San Luca, in provincia di Reggio Calabria, nel 1966, già inserito fino al 2015 nell'elenco dei ricercati di massima pericolosità, ritenuto vicino alla famiglia Romeo 'Staccu' di San Luca. L'uomo, a cui i carabinieri hanno notificato l'ordine di esecuzione emesso dalla Procura generale di Reggio Calabria, diretta dal dottor Gerardo Dominijanni, dovrà scontare una pena definitiva di 28 anni e due mesi di reclusione per via di tre sentenze irrevocabili per traffico internazionale di sostanze stupefacenti e porto e detenzione abusiva di armi.
Fondamentale, ai fini dell'operazione, è stato l'intervento dell'Unità I-Can (Interpol Cooperation Against 'Ndrangheta) del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale che, in collaborazione con i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, hanno reso possibile assicurare l'esecuzione del provvedimento e il rientro in Italia dell'uomo. La cattura del latitante era avvenuta a novembre 2015 in Belgio, dove fino a oggi Signati era detenuto.
La consegna all’Italia, a cura del personale dell'Unità operativa I-Can, ha previsto la scorta del condannato fino all'aeroporto di Roma Fiumicino, dove è stato preso in carico dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria.
Leggi tutto: 'Ndrangheta, consegnato all'Italia dal Belgio ex latitante Sebastiano Signati

(Adnkronos) - L'ex direttore dell'Fbi James Comey che indagò su Donald Trump è stato incriminato da un 'grand jury' in seguito alle pressioni del presidente Usa, che solo alcuni giorni fa ha sollecitato l'Attorney General Pam Bondi ad adottare misure contro i suoi nemici politici. Il dipartimento della Giustizia ha reso noto che Comey dovrà rispondere delle accuse di ostruzione di una inchiesta del Congresso sulla diffusione di informazioni sensibili e di dichiarazioni false.
Comey, 64 anni, era stato nominato direttore dell'Fbi nel 2013 dall'allora Presidente Barack Obama. Durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca aveva guidato l'inchiesta sulle interferenze russe nelle elezioni del 2016, esaminando possibili legami fra Mosca ed esponenti del team della campagna elettorale di Trump che lo aveva poi licenziato nel 2017, ad inchiesta ancora in corso.
Comey ieri si è dichiarato innocente dalle accuse e ha espresso fiducia nel sistema giudiziario americano. "Sono affranto per il dipartimento della Giustizia, ma ho una grande fiducia nel sistema di giustizia federale e sono innocente, quindi affrontiamo un processo e manteniamo la fede", ha dichiarato.
"Una persona mi ha detto di recente che la paura è lo strumento di un tiranno e ha ragione ma io non ho paura e spero che non l'abbiate neanche voi", ha aggiunto, invitando gli americani "a seguire gli sviluppi con attenzione e a votare come se il vostro amato Paese dipendesse da questo, che è poi la verità".
Trump ha commentato l'atto di accusa con un post in cui inneggia alla "giustizia in America!" e definisce Comey "uno dei peggiori esseri umani a cui il Paese sia mai stato esposto". Comey rischia, se giudicato colpevole, una condanna a cinque anni di carcere. "Nessuno è al di sopra della legge", ha commentato Bondi.
Leggi tutto: Incriminato James Comey, l'ex direttore Fbi che indagò su Trump

(Adnkronos) - Donald Trump rilancia sui dazi. E lo fa annunciando l'introduzione di tariffe del 100% su prodotti farmaceutici di marca, protetti da brevetto, a partire dal primo ottobre se le aziende che li producono non trasferiscono parte della produzione negli Stati Uniti. "Non ci saranno dazi per quei prodotti farmaceutici se sono iniziati i lavori di costruzione" di un nuovo impianto negli Stati Uniti, ha scritto Trump su Truth ieri.
Nei giorni scorsi Eli Lilly aveva anticipato il programma di aprire una fabbrica da 6,5 miliardi di dollari a Houston, che si aggiunge all'impianto da 5 miliardi già promesso fuori Richmond, in Virginia. Ma ci vorranno fino a cinque anni perché le fabbriche siano operative. E quasi tutte le aziende farmaceutiche hanno annunciato piani per aprire aziende o si sono associate ad aziende già presenti negli Usa.
Se da un lato l'annuncio di Trump appare nebuloso nei criteri da applicare per individuare le aziende da colpire, viene giudicato dagli analisti anche di impatto scarso proprio perché le aziende del settore si sono organizzate dopo i ripetuti annunci del Presidente di misure a carico delle importazioni nel settore, l'ultima delle quali il mese scorso in una intervista a Cnbc che prometteva dazi del 250 per cento sui farmaci importati.
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(Adnkronos) - Si sta scatenando una vera e propria corsa globale a copiare i droni iraniani Shahed, utilizzati con terribile efficacia dalla Russia in Ucraina. Come riporta il Wall Street Journal, sottolineando il ritardo dell'Occidente rispetto alla tecnologia iraniana, Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito e altri Paesi stanno investendo ingenti risorse per sviluppare repliche di questi velivoli a basso costo, lungo raggio e capaci di saturare le difese aeree nemiche.
Progettati dall'Iran nei primi anni Duemila e già utilizzati contro Israele e dai proxy iraniani in Medio Oriente, gli Shahed hanno un costo contenuto - tra 35mila e 60mila per unità - e un'autonomia che supera i 1.600 chilometri. Il design ad ala triangolare dello Shahed favorisce una produzione di massa a basso costo perché in genere non necessita di componenti strutturali, ha spiegato Steve Wright, consulente di aziende e del governo britannico per la progettazione di droni. Un corpo in fibra di vetro o fibra di carbonio e l'uso di un motore a elica anziché di una propulsione a getto contribuiscono inoltre a contenere i costi.
"Se entri in guerra, servono tasche molto profonde", ha spiegato il generale Andre Steur, comandante della Royal Netherlands Air and Space Force, sottolineando come la guerra in Ucraina abbia messo in luce la necessità di avere in dotazione armi economiche e numericamente rilevanti, e l'inadeguatezza attuale dell'Occidente su questo fronte.
Negli Stati Uniti, aziende come SpektreWorks e Griffon Aerospace stanno sviluppando prototipi simili agli Shahed, come il Lucas e l'Arrowhead, dando seguito a un memo del capo del Pentagono, Pete Hegseth. Altri modelli occidentali puntano su prestazioni superiori: il britannico SkyShark, ad esempio, vola a 450 chilometri orari - quasi quattro volte la velocità dello Shahed-136 - con un costo stimato tra 50 e 65mila dollari. Anche la francese Mbda ha creato un drone d'attacco a lungo raggio a un costo molto inferiore rispetto a un missile da crociera. Tuttavia, le aziende produttrici occidentali devono affrontare costi del lavoro e dei materiali più elevati rispetto agli Shahed.
La guerra in Ucraina - osserva il Wall Street Journal - ha dimostrato quanto sia urgente sviluppare alternative economiche ai missili tradizionali, che costano oltre un milione di dollari e richiedono più di un anno per essere prodotti.
La Russia ha iniziato a schierare lo Shahed alla fine del 2022, dopo aver firmato un accordo con l'Iran per l'acquisto e la produzione locale dei droni. Da allora, ha lanciato decine di migliaia di droni d'attacco contro obiettivi in Ucraina, spesso utilizzandoli come 'esche' per occupare le difese aeree ed aprire la strada a missili devastanti. Secondo esperti come James Patton Rogers del Cornell Brooks Tech Policy Institute, la capacità di colpire a lungo raggio con sciami di droni low-cost rappresenta "una delle minacce più gravi alla sicurezza internazionale".
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