
(Adnkronos) - Alta tensione tra Ucraina e Ungheria, i rapporti tra Kiev e Budapest si complicano per il 'caso drone' sollevato ieri dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Kiev ha denunciato lo sconfinamento di un drone ungherese, che ha varcato il confine e sorvolato il territorio ucraino per motivi al momento non chiari. Davanti alla posizione ungherese, che ha negato responsabilità nell'episodio, Kiev ha institito.
Oggi è arrivato il post del ministro degli Esteri, Andrii Sybiha, che si è rivolto espressamente "ai funzionari ungheresi" pubblicando anche la rotta seguita dal velivolo: "Ecco la rotta esatta dell'incursione di ieri di un drone dall'Ungheria nello spazio aereo ucraino. Le nostre Forze Armate hanno raccolto tutte le prove necessarie - ha aggiunto Sybiha nel post in è stata allegata una mappa - e stiamo ancora aspettando che l'Ungheria spieghi cosa ci faceva questo oggetto nel nostro spazio aereo".
Le relazioni diplomatiche tra Ungheria e Ucraina sono caratterizzate da tensioni da anni. Budapest - membro di Ue e Nato - non ha mai appoggiato la fornitura di armamenti a Kiev o per il sostegno alle sanzioni europee contro la Russia. Il primo ministro magiaro Viktor Orban da tempo accusa l'Ucraina di discriminare la minoranza ungherese nella regione della Transcarpazia e di minare la sicurezza energetica dell'Ungheria attraverso attacchi all'oleodotto Druzhba, che garantisce petrolio russo verso l'Europa centrale. Il botta e risposta diventa rovente mentre l'Ue prova a varare il 'muro anti drone' che dovrebbe proteggere il fianco orientale dell'Europa con il contributo decisivo di entrambi i paesi.
Da Budapest, a Zelensky ha risposto in maniera polemica il ministro degli Esteri Peter Szijjarto: "Il presidente Zelenskyy sta perdendo la testa per la sua ossessione anti-ungherese. Ora sta iniziando a vedere cose che non ci sono".
Nelle ultime ore, la nota di Balazs Orban, direttore politico dell'omonimo premier, con una nota diffusa sui social. "La provocazione del Presidente Zelensky è un altro tentativo di minare la posizione pro-pace dell'Ungheria", ha detto Balazs Orban, accusando Kiev di utilizzare un nuovo strumento di pressione nei confronti dell'Ungheria. L'attuale strategia, ha aggiunto, consiste nel ricorso alla disinformazione di carattere bellico: "Le forze di difesa ungheresi non hanno ricevuto ordini di effettuare voli di droni attraverso il confine ungherese-ucraino, né li hanno effettuati. Non abbiamo inoltre ricevuto rapporti ufficiali dalla parte ucraina di un tale incidente. Lasciateci fuori da una guerra che non ha nulla a che fare con il popolo ungherese e non attaccate l'oleodotto che è vitale per la nostra sovranità energetica. Per quanto riguarda le provocazioni del presidente Zelensky, non ci cascheremo".

(Adnkronos) - Como e Cremonese pareggiano per 1-1 nel primo match della quinta giornata di Serie A, disputato allo stadio 'Sinigaglia' della città lariana. Al vantaggio dei padroni di casa con Nico Paz al 32', replica Baschirotto al 69'. La squadra di Fabregas chiude in dieci uomini per l'espulsione di Rodriguez all'82' per un calcio a Terracciano a palla lontana. In classifica la Cremonese sale a 9 punti ed è momentaneamente terza insieme a Milan e Roma, il Como è invece sesto a quota 8 con l'Atalanta.
Terminate le qualificazioni agli italiani di seconda categoria... 
(Adnkronos) - Mercedesz Henger ospite oggi, sabato 27 settembre, a Verissimo ha parlato del magico periodo che sta vivendo al fianco del suo compagno Alessio. La coppia infatti è in attesa del loro primo bambino. Mercedesz, figlia di di Eva Henger, ha raccontato: "La mamma è contentissima di diventare nonna, non vedeva l'ora. Mi dà tantissimi consigli. Nel periodo di intensa nausea, la chiamavo sempre, così come la mamma di Alessio. Mi stanno aiutando tantissimo queste due donne, anche a vivere quest'esperienza in tutto".
La gravidanza prosegue bene: "Dovrebbe nascere a febbraio, sono entrata nel quinto mese. Sognavo tanto questo momento ed è bellissimo, però non è vero che è tutto rosa e fiori". Mercedesz ha raccontato di aver vissuto momenti di tensione dalla settima settimana fino alla tredicesima: "È stato un incubo. Ho avuto la nausea tutti i giorni, mi addormentavo ovunque", ha raccontato con ironia.
A sorpresa è entrato in studio il fidanzato Alessio: "È un momento magico quello che stiamo vivendo insieme". La coppia ha svelato pubblicamente il sesso del bambino. Mercedesz e Alessio diventeranno genitori di una bambina e hanno svelato il nome, si chiamerà Aurora. I due hanno anche il sogno di sposarsi in futuro: "Dopo la nascita di nostra figlia la proposta arriverà", ha detto Alessio emozionatissimo.
Leggi tutto: Mercedesz Henger a Verissimo, diventerà mamma di una femminuccia: "È un momento magico"

(Adnkronos) - Macron? "È un personaggio che non comprendo, che non sembra avere convinzioni ben definite". E' una delle tante provocazioni di Michel Houellebecq, scrittore francese molto conosciuto in tutta Europa, in una lunga intervista a Gennaro Sangiuliano, andata in onda su TV7 lo storico settimanale del Tg1. Houellebecq, affronta tante questioni, quelle letterarie, a cominciare dall’ammirazione per Pasolini e la preparazione di un poema, a cui sta lavorando, fino alle ultime vicende politiche e internazionali. Lo scrittore denuncia, inoltre, la perdita di valore del voto elettorale a vantaggio di élite non legittimate dal consenso.
"Non mi piacciono gli appelli degli scrittori che non sottoscrivo ma la vicenda di Gaza tocca molto da vicino la Francia perché noi abbiamo la più grande comunità musulmana d’Europa ma anche la più grande comunità ebraica". Michel Houellebecq si dichiara acerrimo nemico del 'politicamente corretto', che dice di aver subito e definisce "fastidioso".
Infine, mutuando la visione di Osvald Spengler l'intellettuale si dice convinto che l’Occidente sia in decadenza, "non solo da un punto di vista economico ma per la debolezza dei suoi valori".
Leggi tutto: Houellebecq a tutto campo: "Non capisco Macron, Occidente in crisi come i suoi valori"

(Adnkronos) - Il caso è stato riportato dalle cronache pochi giorni fa: un intervento di chirurgia senologica per patologia oncologica programmato lo scorso 22 settembre all’ospedale di Torrette di Ancona, rinviato per l'adesione allo sciopero generale per Gaza del personale medico-infermieristico dell’azienda, fra cui gli anestesisti. Ora la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) interviene con forza e chiede di non strumentalizzare la vicenda. "Comprendiamo profondamente lo sconforto della paziente e sappiamo quanto un rinvio possa essere destabilizzante in un percorso oncologico", dichiara la presidente Elena Bignami. "Al tempo stesso non è accettabile trasformare l’anestesista in un capro espiatorio: lo sciopero è un diritto costituzionale e chi vi aderisce lo comunica a inizio turno, come previsto dalle regole. La vicenda deve semmai far riflettere la politica sul ruolo cruciale degli anestesisti-rianimatori: senza di loro non si opera".
Elisabetta Cerutti, direttore della Struttura complessa Anestesia e rianimazione dei trapianti e chirurgia maggiore dell’azienda ospedaliero Universitaria delle Marche ha espresso "vicinanza alla paziente e ne comprendo appieno lo sconforto". Ma "proprio per questo, la signora è stata tutelata, dandole la possibilità di effettuare l’intervento in tempi brevissimi, senza alcun impatto sulla prognosi". Cerutti sottolinea che la riorganizzazione delle attività operatorie in caso di sciopero coinvolge non soltanto i medici anestesisti, ma anche altre figure professionali e le direzioni sanitarie. "Come già sottolineato dal direttore sanitario della nostra azienda – spiega – in alcuni casi non è possibile garantire una risposta immediata in quanto viene data priorità agli interventi urgenti. Gli interventi di chirurgia elettiva non effettuati vengono comunque recuperati nell’arco di pochi giorni".
La riflessione riguarda anche il senso profondo dell’adesione a una giornata di protesta. "L’adesione a uno sciopero non è una scelta che viene effettuata in modo irresponsabile – precisa Cerutti – poiché si è consapevoli dei disservizi che questo provoca, in tutti gli ambiti e in particolare in quello medico. In questo caso, i medici e gli infermieri che hanno aderito, ai quali è stato decurtato lo stipendio per la giornata non lavorata, non lo hanno fatto per un interesse personale o di categoria, per rivendicare un diritto o un aumento salariale, ma con uno scopo umanitario molto più alto. Lo hanno fatto a difesa di un popolo che viene massacrato, dei medici uccisi e imprigionati, del personale sanitario e delle loro famiglie annientate, contro la sistematica distruzione degli ospedali e la morte per fame e per assenza di cure sanitarie di migliaia di persone".
Cerutti ricorda inoltre che "lo sciopero è sempre la conseguenza di una mancata risposta da parte delle istituzioni, è l’ultima forma di protesta a cui si ricorre quando non si viene ascoltati. E sulla catastrofica situazione della Striscia di Gaza gran parte del nostro Paese finora non è stato ascoltato".
Per la presidente Bignami "proprio perché conosciamo la fragilità e il peso emotivo di un percorso oncologico, non riteniamo utile strumentalizzare la disperazione di una paziente per delegittimare chi ha esercitato un diritto costituzionale. Proprio perché non si può scherzare con la salute delle persone, pensiamo che l’impegno delle istituzioni dovrebbe concentrarsi sulla tutela del lavoro e del benessere fisico e mentale degli anestesisti-rianimatori, e sul rendere nuovamente attrattiva una professione che percentualmente sempre meno giovani medici scelgono come specializzazione. Perché senza anestesisti non si opera".
Leggi tutto: Operazione rinviata per sciopero, Siaarti: "No anestesista capro espiatorio"

(Adnkronos) - Molti hanno una relazione stabile, ma uno su tre dichiara di aver tradito o di tradire. Oltre uno su 10 (il 12%) dichiara di aver conosciuto il partner su una App d'incontri. La maggior parte usa fantasie erotiche nella coppia e non disdegna l'assunzione di sostanze per abbandonare un po' di inibizione. È un quadro articolato quello offerto dall’ultima indagine condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica su sessualità e relazioni. Fluidità, barriere emotive e nuove tecnologie sono alcuni dei temi affrontati nel questionario online (somministrato da aprile a luglio) che accompagna la XI edizione della Settimana del benessere sessuale (Sbs), promossa dalla Fiss in programma dal 6 al 12 ottobre su tutto il territorio nazionale.
Tradimento, App d'incontri e amori a distanza
Oltre il 99% del campione dichiara di sperimentare attrazione sessuale. Alla domanda se l’attrazione fisica coincida sempre con quella romantica, due su tre (73,7%) risponde che le due cose sono separate. L’81% del campione ha una relazione stabile. Il 18,8% dichiara di utilizzare le app di incontri sia per un bisogno erotico sia per trovare una relazione e il 12% ha conosciuto l’attuale partner tramite le applicazioni. Le persone che hanno una relazione di coppia a distanza sono il 7%, di queste, principalmente si affidano al sexting o alle video chiamate con internet per praticare l’autoerotismo in coppia. Per eccitarsi, il 62,9% si affida a delle fantasie erotiche, fra le quali a prevalere sono quelle a carattere feticistico.
Sesso, sostanze e malattie
Il 25% fa uso di sostanze di abuso: nel 70% dei casi le assume in coppia e, in particolare, per aumentare l’eccitazione e disinibirsi (83%). Il 56% delle persone non pratica sempre sesso sicuro e dunque si espone al rischio di infezioni sessualmente trasmissibili. Si rileva che, in caso di malattia contratta, il 98% lo direbbe al partner ma è interessante osservare che il 2% delle persone non lo farebbe per paura della reazione ma anche di essere lasciato o discriminato. In una relazione eterosessuale, una persona su due non si protegge sempre da gravidanze indesiderate (50%).
"I dati evidenziano - commenta Anna Gualerzi, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologa clinica - che molte persone non usano sempre metodi efficaci per prevenire gravidanze indesiderate (50%) e infezioni sessualmente trasmissibili (56%), con rischi significativi per la salute pubblica e conseguenze come aborti e aumento della spesa sanitaria. Il 38% ha sperimentato disfunzioni sessuali, spesso non trattate per stigma o mancanza di informazioni, con aumentato rischio di depressione e peggioramento della qualità di vita".
Circa l’1%, continua, "si identifica come transgender o gender variant e il 22% come pansessuale, sottolineando l’importanza di un’educazione sessuale e sentimentale integrata, inclusiva e rispettosa delle diverse identità e orientamenti. La scarsa consapevolezza sessuale e affettiva può portare a relazioni disfunzionali, con rischi di violenza e, nei casi più gravi, anche di infanticidio legato a figli non desiderati o al disagio familiare. È quindi essenziale promuovere un’educazione integrata e facilitare l’accesso a professionisti specializzati per tutelare il benessere individuale e salute pubblica".
Leggi tutto: Sesso, un italiano su 3 tradisce. Oltre uno su 10 ha conosciuto il partner su una App

(Adnkronos) - Molti hanno una relazione stabile, ma uno su tre dichiara di aver tradito o di tradire. Oltre uno su 10 (il 12%) dichiara di aver conosciuto il partner su una App d'incontri. La maggior parte usa fantasie erotiche nella coppia e non disdegna l'assunzione di sostanze per abbandonare un po' di inibizione. È un quadro articolato quello offerto dall’ultima indagine condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica su sessualità e relazioni. Fluidità, barriere emotive e nuove tecnologie sono alcuni dei temi affrontati nel questionario online (somministrato da aprile a luglio) che accompagna la XI edizione della Settimana del benessere sessuale (Sbs), promossa dalla Fiss in programma dal 6 al 12 ottobre su tutto il territorio nazionale.
Tradimento, App d'incontri e amori a distanza
Oltre il 99% del campione dichiara di sperimentare attrazione sessuale. Alla domanda se l’attrazione fisica coincida sempre con quella romantica, due su tre (73,7%) risponde che le due cose sono separate. L’81% del campione ha una relazione stabile. Il 18,8% dichiara di utilizzare le app di incontri sia per un bisogno erotico sia per trovare una relazione e il 12% ha conosciuto l’attuale partner tramite le applicazioni. Le persone che hanno una relazione di coppia a distanza sono il 7%, di queste, principalmente si affidano al sexting o alle video chiamate con internet per praticare l’autoerotismo in coppia. Per eccitarsi, il 62,9% si affida a delle fantasie erotiche, fra le quali a prevalere sono quelle a carattere feticistico.
Sesso, sostanze e malattie
Il 25% fa uso di sostanze di abuso: nel 70% dei casi le assume in coppia e, in particolare, per aumentare l’eccitazione e disinibirsi (83%). Il 56% delle persone non pratica sempre sesso sicuro e dunque si espone al rischio di infezioni sessualmente trasmissibili. Si rileva che, in caso di malattia contratta, il 98% lo direbbe al partner ma è interessante osservare che il 2% delle persone non lo farebbe per paura della reazione ma anche di essere lasciato o discriminato. In una relazione eterosessuale, una persona su due non si protegge sempre da gravidanze indesiderate (50%).
"I dati evidenziano - commenta Anna Gualerzi, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologa clinica - che molte persone non usano sempre metodi efficaci per prevenire gravidanze indesiderate (50%) e infezioni sessualmente trasmissibili (56%), con rischi significativi per la salute pubblica e conseguenze come aborti e aumento della spesa sanitaria. Il 38% ha sperimentato disfunzioni sessuali, spesso non trattate per stigma o mancanza di informazioni, con aumentato rischio di depressione e peggioramento della qualità di vita".
Circa l’1%, continua, "si identifica come transgender o gender variant e il 22% come pansessuale, sottolineando l’importanza di un’educazione sessuale e sentimentale integrata, inclusiva e rispettosa delle diverse identità e orientamenti. La scarsa consapevolezza sessuale e affettiva può portare a relazioni disfunzionali, con rischi di violenza e, nei casi più gravi, anche di infanticidio legato a figli non desiderati o al disagio familiare. È quindi essenziale promuovere un’educazione integrata e facilitare l’accesso a professionisti specializzati per tutelare il benessere individuale e salute pubblica".
Leggi tutto: Sesso, un italiano su 3 tradisce. Più di uno su 10 ha conosciuto il partner su una App

(Adnkronos) - Oggi 26 settembre l’università degli studi Guglielmo Marconi prenderà parte per la prima volta alla Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici – Progetto Leaf, l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea che dal 2005 porta la scienza nelle piazze e negli spazi pubblici di tutta Europa. L’appuntamento coinvolge ogni anno centinaia di città e migliaia di ricercatori con l’obiettivo di avvicinare la cittadinanza al mondo della ricerca, favorendo la diffusione della cultura scientifica e la valorizzazione del sapere come bene comune.
Per UniMarconi, prima università digitale riconosciuta dal Mur e oggi punto di riferimento nazionale e internazionale per la formazione e la ricerca, la partecipazione alla Notte europea dei ricercatori rappresenta un momento di particolare rilievo. L’Ateneo rafforza così il proprio ruolo di protagonista nel panorama accademico, confermando la volontà di essere parte attiva nel dialogo con la società e di mettere a disposizione le proprie competenze in un contesto che valorizza la divulgazione scientifica, l’innovazione e il confronto con le comunità.
La sede di via Paolo Emilio 29 a Roma sarà aperta dalle ore 18 alle 23 per accogliere studenti, famiglie e cittadini interessati a conoscere da vicino l’università, i suoi docenti e le sue attività. L’ingresso è gratuito e riservato a chi si registra sul sito ufficiale www.unimarconi.it. Con questa partecipazione UniMarconi rafforza il proprio impegno nel rendere la formazione accessibile, inclusiva e vicina alle persone, sottolineando ancora una volta il valore della ricerca come strumento di crescita e innovazione.
Leggi tutto: UniMarconi partecipa a 'Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici 2025'
(Adnkronos) - La sua università ideale "è un'università aperta, dialogante, internazionale, ricca di spunti e di interazioni con tutti gli stakeholder interni e esterni, tecnologicamente avanzata ma che, anche se di grandi dimensioni, sia comunque a misura d'uomo, attenta e rispettosa alle esigenze di chi la vive e senza pregiudizi né preconcetti. Un'università che crea ponti, collegamenti, che si apre al confronto, che crea un pensiero libero non omologato. Ma sempre nel rispetto per il prossimo, concetto che, come fucine di cultura, dobbiamo mantenere saldo". Sono le parole all'Adnkronos di Laura Ramaciotti, presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane, e rettrice dell'Università di Ferrara.
Nel suo mandato, la neo-presidente della Crui sottolinea "una lista con tante priorità, emerse anche dal confronto con i colleghi in campagna elettorale, e che approfondiremo coralmente in assemblea: dai temi economico finanziari, quindi dalla revisione dell'impianto del fondo di finanziamento ordinario, in termini soprattutto di semplificazione. Poi ci sono alcune proposte che riguardano ad esempio la programmazione triennale Pro3, il fabbisogno, alcuni aspetti legati ad esempio ai costi del personale, che potrebbero richiedere una revisione nell'ottica di liberare più risorse da destinare ad aspetti che sentiamo più urgenti e prioritari. Tutto ciò potrebbe semplificare, da un punto di vista amministrativo, anche la nostra vita quotidiana. Sono ambiti sui quali anche il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini intende intervenire, quindi speriamo di fare delle proposte che possano essere utili. Non meno rilevanti anche i temi del diritto allo studio, della no tax area e del il post Pnrr, i protocolli d'intesa tra università e aziende ospedaliere universitarie e la riforma della legge 517 del 1999", che disciplina i rapporti tra il Servizio Sanitario Nazionale e le università.
Fra le sfide più affascinanti del suo mandato, Ramaciotti inserisce "quelle che possono impattare sulla nostra offerta formativa per quanto riguarda il coinvolgimento degli studenti nei nostri percorsi di studio, piuttosto che sulla vita quotidiana del ricercatore, dal postdoc fino al professore ordinario: alcune sono già in essere mentre altre sono in via di definizione, sui temi delle figure del preruolo e sull'accesso ai ruoli accademici. Fra le questioni invece più critiche, quelle sugli "ambiti burocratico-amministrativi da semplificare, che alleggerirebbero molto la nostra vita quotidiana, o l'allentamento di alcuni vincoli di bilancio e di carattere economico-finanziario". A proposito della possibile modifica del modello di finanziamento degli Atenei, la presidente della Crui ricorda però che "a ottobre entreranno in carica una trentina di nuovi colleghi rettori. Abbiamo elaborato nei mesi scorsi alcune proposte che vanno condivise e presentate ai nuovi colleghi, per avere un'ulteriore valutazione anche da parte loro, raccogliendo eventuali istanze ulteriori".
Sulle fibrillazioni studentesche negli atenei, derivanti dalle tensioni internazionali, "so che tutti i colleghi rettori della Crui stanno sentendo molto la necessità di affrontare con responsabilità e attenzione questi temi e queste sollecitazioni. Ritengo che, davanti ad episodi di violenza così terribili, a cui assistiamo quotidianamente, non solo inerenti alla Striscia di Gaza ma anche per tutti gli altri focolai di guerra accesi ormai da tempo a livello internazionale, la risposta non sia quella di aggiungere violenza a quella che si vuole combattere: è assolutamente distonico approcciare in questo modo". Del tema, prosegue Ramaciotti "ne parleremo senz'altro nella prima riunione di insediamento, a metà mese, per assumere una posizione condivisa come assemblea dei rettori e cercheremo di trovare una posizione più largamente condivisa da tutti. La mia università ideale è quella in grado di creare ponti, aperta al confronto, capace di stimolare un pensiero libero non omologato. Come fucine di cultura, noi dobbiamo mantenere saldo il fatto che il rispetto per il prossimo va tenuto sempre, anche nella protesta e nel contraddittorio".
Sul tema dello stop alla collaborazione degli atenei italiani con quelli israeliani e il boicottaggio di Israele, "preferisco parlare come rettrice dell'Università di Ferrara perché, come presidente della Crui mi piacerebbe prima confrontarmi e sentire la coralità e la pluralità delle idee dei miei colleghi in assemblea: ma sono convinta sia necessario fare molta attenzione sul tema. Nel mio Ateneo abbiamo fatto una due diligence molto approfondita di quelli che erano tutti gli accordi a livello internazionale, in particolare con i Paesi coinvolti in conflitti: a Ferrara valuteremo, nella prossima seduta del Senato accademico, una valutazione caso per caso di quelle collaborazioni che potrebbe essere opportuno interrompere".
Al di là di ogni argomento però, il dialogo con gli studenti "è fondamentale. Da rettrice dell'Università di Ferrara ricordo, in tutte le occasioni pubbliche e istituzionali, che lo studente deve essere al centro. Sono tante le misure, gli interventi che abbiamo messo in campo anche per coinvolgerli nelle nostre scelte a livello strategico, politico, e per farli sentire parte integrante della nostra comunità e attori attivi nella sua trasformazione. Cerchiamo di essere attenti al massimo alle loro esigenze, semplificando loro la vita quotidiana all'interno dell'Ateneo, ascoltandoli al massimo. È assolutamente necessario avere chiare le loro richieste e le loro esigenze, accompagnandoli consapevolmente a compiere le loro scelte". Per questo a Ferrara, spiega la rettrice, "ho voluto, forse a livello anche un po' innovativo, dedicare proprio un delegato, un prorettore specifico al rapporto con gli studenti, nonostante siano tanti gli interlocutori a livello di Ateneo che si interfacciano con la comunità studentesca, nominando il professor Marco Pedroni. E al collega - conclude scherzando - faccio sempre una battuta: che adesso gli toccherà essere il prorettore ai rapporti con gli studenti di tutti gli Atenei d'Italia". (di Lorenzo Capezzuoli Ranchi)
Convegno internazionale a Cagliari organizzato da Ierfop...
I carabinieri del Ris si preparano ad accertamenti su auto... 
(Adnkronos) - "Sono contento che quest’anno la nostra università abbia partecipato alla Notte Europea della Ricerca, perché questo evento apre l’università a soggetti esterni, a chi ci vuole conoscere, e dà a noi l’opportunità di far conoscere la realtà dell’UniMarconi, i nostri progetti, i laboratori e la validità della nostra ricerca. È una grande occasione di riflessione su noi stessi e di apertura verso l’esterno.” Così Andrea Ungari, direttore del dipartimento di Scienze economico-aziendali, giuridiche e politiche UniMarconi, durante la Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi a Roma.
“Nel mio intervento ho voluto affrontare il tema della Resistenza italiana, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, restituendo ai ragazzi la complessità storica di quel fenomeno, attraversato da culture politiche diverse e non privo di conflitti interni. Credo sia compito dello storico restituire questa complessità, perché parlare della Resistenza significa anche riaffermare i valori democratici, i diritti individuali e il percorso che ha portato alla nostra Carta Costituzionale, temi ancora oggi attuali e centrali per la società civile”, ha concluso Ungari.
Leggi tutto: Ricerca, Ungari (UniMarconi): "Notte Europea è occasione di apertura e confronto"

(Adnkronos) - “Sono ormai diversi anni che l’Europa, e a cascata il Ministero dell’Università e della Ricerca, ci dicono che le funzioni dell’università sono tre: la didattica, quindi formare i funzionari e i dirigenti del futuro, la ricerca e la cosiddetta terza missione, cioè dimostrare che le scoperte scientifiche possono produrre un bene sociale qui e ora. Questa iniziativa si inserisce proprio in questo quadro: aprire l’università al territorio in cui opera. E' proprio con questo spirito che abbiamo organizzato una serie di attività culturali – conferenze, una proiezione artistica, letture di poesie, visite guidate ai laboratori e infopoint – pensate non solo per studenti e alunni, ma per tutti quelli che sono interessati a conoscere i nostri programmi. Abbiamo registrato una grandissima partecipazione e siamo particolarmente orgogliosi di aver preso parte alla Notte Europea della Ricerca con un ruolo di spicco, anche grazie al fatto che l’organizzazione complessiva dell’evento è capeggiata da uno dei nostri docenti.” Lo ha detto Luca Alfieri, direttore del dipartimento di Scienze umane UniMarconi, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici, durante la quale l’Università degli Studi Guglielmo Marconi ha aperto le porte della propria sede per un’intera serata di incontri, esplorazioni e dialoghi dedicati alla scienza, all’arte e all’innovazione.
Leggi tutto: Ricerca, Alfieri (UniMarconi): "Con Notte europea Università si apre al territorio"

(Adnkronos) - “Per UniMarconi questo progetto, e in generale tutta l’attività che stiamo svolgendo a partire dal 2015, è un’occasione per sostenere e promuovere le iniziative riguardanti la sostenibilità e tutto ciò che sta cambiando e portando a una trasformazione digitale, economica, energetica e tecnologica. Il laboratorio è nato proprio con lo scopo, in linea con il piano strategico dell’Ateneo, di sviluppare soluzioni nella trasformazione ambientale ed energetica e di mettere a disposizione degli studenti strumenti innovativi e infrastrutture digitali. Questo consente a dottorandi, ricercatori e professori di fare ricerca con tecnologie avanzate e di partecipare a bandi competitivi a livello locale, nazionale ed europeo, molti dei quali vinti proprio grazie a queste strutture.” Lo ha sottolineato Francesca Fallucchi, professore di Informatica UniMarconi, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici - Progetto LEAF, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi a Roma.
Leggi tutto: Ricerca, Fallucchi (UniMarconi): "Innovazione e sostenibilità al centro del futuro"

(Adnkronos) - "La missione" per la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla "continua". Lo fanno sapere gli attivisti a bordo della flotta civile internazionale diretta a Gaza.
"Smentiamo quanto è stato riportato nelle ultime ore da alcuni media italiani, secondo i quali la componente italiana ha deciso di scendere dalle barche", sottolineano gli attivisti. "La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato", proseguono gli attivisti spiegando che si tratta di una "missione complessa. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo".
Per questi motivi, gli attivisti dichiarano "legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma. All'interno dei processi democratici dal basso deve essere centrale l'intelligenza emotiva collettiva, che permette di riconoscere, comprendere e gestire le divergenze trasformandole in energia positiva. Il sostegno a chi decide di tornare è forte tanto quanto il rinnovamento delle energie per sostenere chi rimane. Così com'è altrettanto legittima la riflessione personale e il confronto collettivo, per poi decidere insieme di andare avanti. Questo è quello che è accaduto alla maggior parte delle persone della delegazione italiana, ancora in missione a bordo".
Gli attivisti concludono, ribadendo che ridurre "la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all'ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin all'inizio l'attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale - illegale dal 2007 - di Israele a largo di Gaza, sull'assedio alla popolazione palestinese, sull'occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone. Solo all'alba di oggi - ricordano gli attivisti - almeno 44 persone sono state uccise nella Striscia, di cui 25 a Gaza City e tre mentre erano in attesa di aiuti umanitari. La delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza".
"Noi abbiamo detto quali sono i rischi, lo ha detto il Presidente della Repubblica, le sue parole sono inequivocabili, condivido parola per parola quello che ha detto Mattarella, è quello che gli abbiamo detto dal primo giorno, fino a che noi possiamo fare qualcosa per scongiurare rischi per i cittadini italiani lo facciamo", afferma il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. "Se poi entrano dentro, li assisteremo là. Noi tutto quello che possiamo fare lo facciamo ma la nave militare non gli fa la scorta, questo è l'unica cosa certa". Poi ha assicurato di essere pronto a dialogare con tutti: "La portavoce italiana Maria Elena Delia è rientrata in Italia? Se mi chiama sto qua".
E Delia definisce "apprezzabile la disponibilità del ministro degli Esteri Tajani a proseguire nell'interlocuzione con la delegazione italiana del Global Movement to Gaza. Auspichiamo, tuttavia, che si possa individuare rapidamente una soluzione che tenga conto tanto della gravissima emergenza umanitaria quanto della necessità di ripristinare la legalità internazionale".
Di una "missione non negoziabile" parla intanto l'attivista barese della Global Sumud Flotilla Tony La Piccirella. "Io attualmente mi trovo sulla barca Alma, la Family stanno venendo a trainarla via, il nostro piano è di partire anche oggi per Gaza, siamo pronti", dice all'Adnkronos. La Piccirella ha dovuto abbandonare la barca Family, dove si trovava il direttivo della missione, perché a causa di un guasto al motore non può più essere utilizzata. La Piccirella spiega che la situazione che ora si deve risolvere è "complicata, perché vanno smistate 30 persone tutte con ruoli diversi in altre barche, va ricercato un equilibrio anche su questo aspetto".
Quanto ai possibili incontri degli attivisti italiani con esponenti delle istituzioni, "non si tratta di trattative perché la missione non è negoziabile. Il nostro obiettivo - precisa - è interrompere il blocco navale e aprire un canale di aiuti umanitari permanente". La portavoce della delegazione Maria Elena Delia, "è tornata in Italia per spiegare perché le proposte non sono state accettate, visto che molti non capiscono che noi non siamo un partito o un'associazione. Siamo un movimento - spiega - che, tra l'altro, è anche più grande della Global Sumud Flotilla e anche senza il direttivo probabilmente la missione continuerebbe".
Nei giorni scorsi 58 europarlamentari della Sinistra, Verdi, Socialisti e Democratici e non iscritti, avevano richiesto un intervento urgente di Frontex tramite una lettera inviata alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Ma il portavoce di Frontex, Krzysztof Borowski spiega all'Adnkronos che "non siamo un'organizzazione militare, ma civile, e scortare la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza non rientra nel nostro mandato. L'agenzia, non può, né ha le capacità per fornire protezione o scorta".

(Adnkronos) - "La missione" per la delegazione italiana della Global Sumud Flotilla "continua". Lo fanno sapere gli attivisti a bordo della flotta civile internazionale diretta a Gaza che sta portando aiuti umanitari ai palestinesi.
"Smentiamo quanto è stato riportato nelle ultime ore da alcuni media italiani, secondo i quali la componente italiana ha deciso di scendere dalle barche", sottolineano gli attivisti. "La delegazione italiana presente a bordo è composta da circa 50 persone, di cui circa 40 sono rimaste a bordo e le rimanenti hanno legittimamente deciso di tornare in Italia per proseguire l'attività insieme all'equipaggio di terra. Tra di loro la portavoce Maria Elena Delia, come è stato già comunicato", proseguono gli attivisti spiegando che si tratta di una "missione complessa. Le imbarcazioni sono state più volte attaccate da droni militari, il governo israeliano minaccia attacchi da settimane, il livello di stress a cui sono sottoposte le persone a bordo è rilevante. A questo si aggiunge che ieri la Farnesina ha inviato un comunicato ai familiari dei partecipanti italiani alla missione, affermando che alcuna protezione verrà garantita in caso di attacco di Israele: un atto di sabotaggio gravissimo".
Per questi motivi, gli attivisti dichiarano "legittimo considerare il fatto di fermarsi sulla terraferma. All'interno dei processi democratici dal basso deve essere centrale l'intelligenza emotiva collettiva, che permette di riconoscere, comprendere e gestire le divergenze trasformandole in energia positiva. Il sostegno a chi decide di tornare è forte tanto quanto il rinnovamento delle energie per sostenere chi rimane. Così com'è altrettanto legittima la riflessione personale e il confronto collettivo, per poi decidere insieme di andare avanti. Questo è quello che è accaduto alla maggior parte delle persone della delegazione italiana, ancora in missione a bordo".
Gli attivisti concludono, ribadendo che ridurre "la Global Sumud Flotilla al solo scopo (seppur importantissimo) della consegna degli aiuti umanitari è strumentale al boicottaggio della missione, e quindi all'ennesimo sostegno alle illegalità di Israele. Fin all'inizio l'attenzione massima della Global Sumud Flotilla è stata rivolta al blocco navale - illegale dal 2007 - di Israele a largo di Gaza, sull'assedio alla popolazione palestinese, sull'occupazione coloniale, sul genocidio che ogni giorno, anche mentre scriviamo, genera sofferenza, fame, distruzione e morte per due milioni di persone. Solo all'alba di oggi - ricordano gli attivisti - almeno 44 persone sono state uccise nella Striscia, di cui 25 a Gaza City e tre mentre erano in attesa di aiuti umanitari. La delegazione italiana continua la navigazione insieme al resto della flotta internazionale verso est. All eyes on Gaza".
Intanto la portavoce della delegazione italiana della Flotilla, Maria Elena definisce "apprezzabile la disponibilità del ministro degli Esteri Tajani a proseguire nell'interlocuzione con la delegazione italiana del Global Movement to Gaza. Auspichiamo, tuttavia, che si possa individuare rapidamente una soluzione che tenga conto tanto della gravissima emergenza umanitaria quanto della necessità di ripristinare la legalità internazionale".
Di una "missione non negoziabile" parla intanto l'attivista barese della Global Sumud Flotilla Tony La Piccirella. "Io attualmente mi trovo sulla barca Alma, la Family stanno venendo a trainarla via, il nostro piano è di partire anche oggi per Gaza, siamo pronti", dice all'Adnkronos. La Piccirella ha dovuto abbandonare la barca Family, dove si trovava il direttivo della missione, perché a causa di un guasto al motore non può più essere utilizzata. La Piccirella spiega che la situazione che ora si deve risolvere è "complicata, perché vanno smistate 30 persone tutte con ruoli diversi in altre barche, va ricercato un equilibrio anche su questo aspetto".
Quanto ai possibili incontri degli attivisti italiani con esponenti delle istituzioni, "non si tratta di trattative perché la missione non è negoziabile. Il nostro obiettivo - precisa - è interrompere il blocco navale e aprire un canale di aiuti umanitari permanente". La portavoce della delegazione Maria Elena Delia, "è tornata in Italia per spiegare perché le proposte non sono state accettate, visto che molti non capiscono che noi non siamo un partito o un'associazione. Siamo un movimento - spiega - che, tra l'altro, è anche più grande della Global Sumud Flotilla e anche senza il direttivo probabilmente la missione continuerebbe".
Nei giorni scorsi 58 europarlamentari della Sinistra, Verdi, Socialisti e Democratici e non iscritti, avevano richiesto un intervento urgente di Frontex tramite una lettera inviata alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Ma il portavoce di Frontex, Krzysztof Borowski spiega all'Adnkronos che "non siamo un'organizzazione militare, ma civile, e scortare la Global Sumud Flotilla diretta a Gaza non rientra nel nostro mandato. L'agenzia, non può, né ha le capacità per fornire protezione o scorta".
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(Adnkronos) - L’Università degli Studi Guglielmo Marconi ha partecipato per la prima volta alla Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici 2025 – Progetto LEAF, l’iniziativa della Commissione Europea che dal 2005 porta la scienza negli spazi pubblici di tutta Europa.
Nella sede di via Paolo Emilio a Roma, UniMarconi ha aperto le porte a studenti e cittadini con un programma ricco di laboratori, conferenze, installazioni interattive e momenti di dialogo con docenti e ricercatori. L’ateneo ha intrecciato divulgazione scientifica, arte e tecnologia, offrendo un percorso accessibile a tutti.
I docenti hanno sottolineato come l’evento rappresenti un’occasione importante per rafforzare il dialogo tra università e società, rendendo la scienza un bene comune attraverso il confronto diretto con la comunità.
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(Adnkronos) - Le interferenze filorusse sulle elezioni legislative in Moldova sono arrivate anche in Italia, dove domani, domenica 28 settembre, si voterà nei 75 seggi aperti in tutto il Paese dalle sette del mattino alle nove di sera. Circolano infatti da alcuni giorni messaggi falsi sui diversi gruppi social della comunità. Come quello in cui gli autori si spacciano come 'Commissione elettorale centrale' per invitare i moldavi a recarsi a un seggio per ricevere immediatamente 500 euro in contanti per un inesistente lavoro di 'osservatore', denuncia l'ambasciatore della Moldova a Roma, Oleg Nica, in una intervista all'Adnkronos.
"In realtà, cercheranno di coinvolgere chi si presenta davvero in disordini, per perturbare le operazioni di voto". Proprio come lo scorso anno, c'erano stati, allo stesso scopo, falsi allarme bomba ai seggi di diverse città in Europa.
"Tutte le autorità di ordine pubblico in Italia sono state informate e stanno monitorando qualsiasi tentativo di intimidazione o interruzione del processo di voto. Le forze dell'ordine italiane interverranno tempestivamente, se necessario, per garantire la sicurezza del processo elettorale e per garantire il diritto di voto libero e sicuro di ogni cittadino. Esortiamo i nostri connazionali a non farsi coinvolgere in tali schemi e ad analizzarne attentamente i rischi e le conseguenze legali", ha reso noto l'ambasciata in Italia in un post pubblicato ieri sera sul suo account Facebook destinato "a coloro che cercano di reclutare persone a scopo di destabilizzazione, nonché a coloro che potrebbero essere attirati da queste truffe".
Il ministero dell’Interno - ha confermato il Viminale in una nota - "adotterà, come sempre avvenuto in simili circostanze, tutte le necessarie misure per garantire le migliori condizioni di partecipazione ai cittadini moldavi chiamati al voto in 75 seggi allestiti in Italia".
"Ora siamo pronti, siamo certi che ci sarà qualcosa anche questa volta, a opera del gruppo criminale Shor", aggiunge Nica, mentre l'ambasciata ha diffuso il post in cui si ricorda anche che "la Commissione elettorale non recluta osservatori tramite i social e non offre ricompense economiche. Tali messaggi costituiscono tentativi illegali di manipolare e interrompere il processo di voto". La narrativa dominante della propaganda filo russa, anche in Italia, è quella secondo cui i partiti filo europei trascineranno la Moldova in una guerra contro la Russia, laddove la Russia è invece il partner più affidabile.
Le pressioni in arrivo da Mosca "sono basate su una massiccia disinformazione diretta a influenzare le opinioni della diaspora, in modo più aggressivo rispetto allo scorso anno", aggiunge Nica, esprimendo comunque "ottimismo" sul voto della diaspora a queste elezioni cruciali per il Paese ma anche per l'Europa, come hanno sottolineato in molti, a partire dal Presidente dell'Ucraina Volodymir Zelensky. "Non vendiamo il nostro futuro per 500 euro", sottolinea il diplomatico, che era stato console prima a Padova, poi a Milano, infine nominato ambasciatore lo scorso anno.
La diaspora all'estero, che nel 2024 era stata importante per la vittoria di Maia Sandu alle elezioni Presidenziali e decisiva per quella del 'sì' al referendum sull'avvicinamento di Chisinau all'Unione europea, è bersaglio in questi giorni, come chi vive in Moldova, dello sforzo della rete di Ilan Shor, il tycoon rifugiato a Mosca, condannato in contumacia in Moldova a 15 anni di carcere, che coordina lo sforzo di interferenza filorussa.
Per capire l'importanza della diaspora sull'esito del voto è sufficiente ricordare che al referendum sull'Europa dello scorso anno, il 76 per cento dei moldavi in Italia aveva votato 'si' (complessivamente il 'sì' aveva vinto con il 50,46 per cento) e alle presidenziali quasi l'83 per cento aveva votato, nei 60 seggi aperti nel 2024 in Italia, per la filo europea Sandu (che aveva preso il 55 per cento dei voti complessivamente).
L'Italia è il Paese con la comunità di espatriati più grande. Ai 102mila che hanno un permesso di soggiorno, si aggiungono i 48mila moldavi che hanno ottenuto la cittadinanza italiana negli ultimi dieci anni e che comunque possono votare domani, dal momento che per farlo è sufficiente presentarsi a uno qualsiasi dei seggi ed esibire il proprio passaporto. Ci sono poi, si stima, 150mila cittadini della Moldova in Italia con passaporto rumeno. Lo scorso anno, al ballottaggio delle presidenziali hanno votato in 97mila in Italia, 330mila in totale all'estero - di fatto in Europa, a esclusione di alcune decine di persone che si sono stabilite in Canada e negli Stati Uniti. Su 1,6 milioni di aventi diritto al voto complessivi.
"Abbiamo aperto più seggi per dare la possibilità a tutti di votare, evitando le lunghe code di persone che si erano create nel 2021 per esempio a Milano, dove migliaia di persone erano rimaste in coda per tre o quattro ore.
"Il nostro Paese ha ora una opportunità di entrare in Europa, tutto il mondo conosce la Moldova, siamo riusciti a fare tanto per ottenere visibilità e in termini di sviluppo con il sostegno dell'Ue. Non voglio neanche pensare alla possibilità che si fermi tutto e cambi la direzione presa dal Paese", conclude Nica.
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