(Adnkronos) - Il mondo del giornalismo sportivo piange la scomparsa a 79 anni di Franco Ligas, storica firma di Mediaset, morto oggi dopo una lunga malattia all'Ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze. A dare il triste annuncio L'Ussi (Unione stampa sportiva italiana) sul proprio sito ufficiale: "Ironico e sferzante all’occorrenza mai ha regalato banalità ma sempre curiosità".
Ligas è stato uno storico telecronista sportivo e protagonista di memorabili dirette sulla Champions League, sul pugilato e su alcuni dei momenti più intensi dello sport italiano dagli anni ’80 in poi. La sua voce, ironica e precisa, ha accompagnato generazioni di telespettatori, rendendo ogni evento non solo una cronaca, ma un racconto appassionante. Si è spento oggi all'ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze.
Nato a Oristano, Ligas si era trasferito a Firenze a soli 23 anni. Dopo una lunga gavetta, aveva esordito nel 1976 sull’emittente Tele Libera Firenze, firmando un’intervista "scoppiettante" a Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, all’indomani del trionfo italiano in Coppa Davis. Da lì era partita una carriera che lo avrebbe portato a distinguersi per competenza e versatilità, raccontando con lo stesso entusiasmo l’ippica, il pugilato, il calcio e il ciclismo.
Conduttore del programma Dda - Dirittura d’Arrivo su Elefante TV, un contenitore giornaliero di ben otto ore, Ligas ha saputo dare spazio alle sue grandi passioni con uno stile narrativo coinvolgente. Il grande salto avviene nel 1984 con l’ingresso a Mediaset, dove resterà fino al 2013, firmando telecronache passate alla storia, dalle imprese europee delle squadre italiane ai match più spettacolari sul ring.
Amante del calcio, tifoso dichiarato del Cagliari e della Fiorentina, Ligas ha raccontato anche le magie di Diego Armando Maradona, passando con disinvoltura dal basket alle corse al galoppo, sempre con uno stile inconfondibile, ironico ma mai superficiale. Dopo il pensionamento, ha continuato a dire la sua attraverso un blog personale, mantenendo intatta la passione per il mestiere e per lo sport.
In queste ore si moltiplicano i messaggi di cordoglio. Il presidente Sandro Bennucci, insieme agli organismi dirigenti dell’Associazione Stampa Toscana, e Franco Morabito, presidente del Gruppo toscano giornalisti sportivi, con il suo Direttivo, partecipano affranti al dolore della famiglia per la scomparsa di un collega stimato e apprezzato da tutti. "Un forte abbraccio va alla moglie, la collega Simona Bombacci, e a tutta la famiglia, da parte di tutti i giornalisti che hanno conosciuto Franco Ligas e ne hanno ammirato lo stile, la professionalità e la passione inconfondibile", scrivono Bennucci e Morabito.
La sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha espresso "profondo cordoglio per la scomparsa del giornalista Franco Ligas. Una voce importante del giornalismo sportivo, sardo di nascita ma fiorentino di adozione, nella nostra città aveva trovato una seconda casa e nella Fiorentina un’altra squadra del cuore, oltre al suo amato Cagliari. Le sue telecronache sono rimaste impresse in tutti i tifosi viola. Ma era capace di spaziare dalle più diverse discipline e nella sua carriera ha raccontato numerosi sport sempre con maestria e capacità. Siamo vicini a familiari e amici".
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(Adnkronos) - La mancanza di percorsi formalizzati e riconosciuti rende oggi la diagnosi e la cura dei disturbi neurologici funzionali (Dnf) - che includono i disturbi motori funzionali (Fmd) e le crisi psicogene non epilettiche (Pnes) - un'odissea per molti pazienti. Nell'ampio spettro dei Dnf rientrano crisi non epilettiche, disturbi sensitivi, visivi e del dolore, condizioni che si caratterizzano per sintomi quali tremore, paresi, distonia, alterazioni della marcia, mioclono e disturbi facciali, non attribuibili a lesioni cerebrali evidenti, ma legati a disfunzioni del funzionamento neurologico. L'assenza di un inquadramento istituzionale impedisce la costruzione di una rete clinica integrata e ostacola l'accesso precoce a trattamenti efficaci, che esistono e sono validati scientificamente. La Società italiana di neurologia (Sin) chiede un "cambio di paradigma".
La Sin "intende porre con decisione all'attenzione delle istituzioni la necessità di un riconoscimento formale dei disturbi neurologici funzionali all'interno delle patologie contemplate dal Servizio sanitario nazionale - afferma Alessandro Padovani, presidente della società scientifica - E' altrettanto fondamentale definire percorsi clinici specifici, strutturati e multidisciplinari per garantire una presa in carico appropriata dei pazienti. Si tratta - sottolinea - di una richiesta basata su evidenze scientifiche consolidate, dati epidemiologici significativi e sull'esperienza clinica maturata negli anni da numerosi neurologi che quotidianamente si confrontano con una condizione ancora troppo spesso fraintesa, trascurata o, peggio, confusa con disturbi psichiatrici o attribuita, erroneamente, a una simulazione volontaria dei sintomi. Senza un riconoscimento formale e senza percorsi condivisi - avverte Padovani - i pazienti restano soli in un sistema che non sa dove collocarli, né come accompagnarli nel loro percorso di cura. E' tempo che la realtà scientifica trovi riscontro anche nell'organizzazione sanitaria".
Aggiunge Michele Tinazzi, professore associato di Neurologia, Dipartimento di Scienze neurologiche università di Verona e responsabile della Struttura Centro malattia di Parkinson e disordini del movimento: "E' necessario superare l'idea che questi disturbi siano volontari o legati esclusivamente a fattori psicologici. Oggi sappiamo che si tratta di disfunzioni reali, con basi neurobiologiche documentate, che richiedono competenze specifiche e un approccio multidisciplinare". Proprio perché non riconducibili a danni strutturali, i disturbi funzionali rappresentano un paradosso clinico - si legge in una nota della Sin - Nonostante l'esistenza di approcci efficaci, questi disturbi continuano a essere diagnosticati in ritardo e trattati in modo frammentario, con gravi conseguenze per i pazienti e un considerevole aggravio per il sistema sanitario nazionale. La diagnosi arriva in media dopo 6 anni dall'esordio dei sintomi, durante i quali il paziente attraversa numerosi consulti specialistici, diagnosi errate e trattamenti inefficaci. Tutto questo ha costi elevati: secondo una stima condotta presso il Centro regionale specializzato per la malattia di Parkinson e disturbi del movimento dell'Aoui di Verona, un singolo paziente può generare una spesa complessiva di oltre 13mila euro prima di ricevere la diagnosi corretta, di cui circa 9mila a carico del sistema sanitario regionale.
"Un elemento chiave nella gestione di questi disturbi è la diagnosi - evidenzia Giovanni De Fazio, professore ordinario di Neurologia, università degli Studi di Bari - che deve basarsi su segni clinici positivi, coerenti e riproducibili, come previsto dai criteri diagnostici più aggiornati. Tuttavia, un'indagine pubblicata di recente, condotta su neurologi italiani, ha rivelato che molti strumenti diagnostici fondamentali rimangono sottoutilizzati nella pratica quotidiana, soprattutto per quanto riguarda gli Fmd. Al contrario, i segni clinici delle Pnes risultano essere più familiari, probabilmente grazie alla più lunga tradizione diagnostica associata all'uso dell'elettroencefalogramma (Eeg). Questa disparità sottolinea la necessità di una formazione più mirata, soprattutto per i neurologi generali e i giovani clinici".
L'indagine ha messo in luce che le strategie di comunicazione della diagnosi sono generalmente condivise tra le diverse sottospecialità neurologiche, ma appaiano ancora poco strutturate. Eppure, gli studi di neuroimaging hanno evidenziato alterazioni in specifiche aree cerebrali coinvolte nel controllo motorio e nella consapevolezza dell'azione, risultati che hanno definitivamente smentito l'idea che i sintomi siano frutto di simulazione. Oggi gli Fmd sono considerati il risultato di un'interazione complessa tra fattori biologici, psicologici e sociali. Tuttavia, l'organizzazione clinica e sanitaria continua a mostrare un grave ritardo e affidata all'iniziativa dei singoli professionisti, senza un percorso organico e condiviso a livello nazionale. Questo gap organizzativo - rimarcano gli esperti Sin - è aggravato dall'assenza di un riconoscimento ufficiale dei Dnf all'interno dei percorsi di cura del Ssn, che non prevede tuttora linee guida specifiche, né modelli assistenziali codificati per questi pazienti.
"I dati raccolti dal Registro italiano dei disturbi motori funzionali (Ri-Dmf), coordinato da me in collaborazione con l'Accademia Limpe-Dismov - evidenzia Tinazzi - fotografano con chiarezza le conseguenze di questa lacuna. Su 410 pazienti arruolati in 25 centri specializzati, ben il 75% aveva ricevuto diagnosi errate di patologie neurologiche organiche, e solo dopo una media di 3 consulti specialistici è stata formulata una diagnosi corretta di disturbo funzionale. Serve un cambio di paradigma - rimarca - Per troppo tempo i pazienti con Dnf sono rimasti in una zona grigia. La sinergia tra neurologia, riabilitazione e medicina generale può cambiare la vita dei pazienti. Ma serve una risposta istituzionale chiara. Oggi abbiamo strumenti clinici validati, modelli di cura efficaci e un'evidenza scientifica solida: è il momento di riconoscere ufficialmente questa patologia e strutturare una rete assistenziale su più livelli".
In questo scenario, il medico di medicina generale (Mmg) - sostengono i neurologi - assume un ruolo strategico. Primo interlocutore del paziente e figura di riferimento, l'Mmg è nella posizione ideale per sospettare un disturbo funzionale, evitare accertamenti inappropriati e indirizzare precocemente il paziente verso un neurologo esperto. Tuttavia, proprio come emerso anche dall'indagine nazionale recentemente condotta e pubblicata, la limitata conoscenza del quadro clinico specifico rappresenta ancora una barriera all’identificazione precoce. Da qui nasce l'esigenza di programmi formativi rivolti alla medicina generale, come il progetto avviato a Verona in collaborazione con la società scientifica (Simg) e il sindacato (Fimmg) di riferimento.
Oggi il centro di Verona rappresenta l'unico di III livello del Veneto, dotato di un team multidisciplinare completo - neurologi, fisiatri, fisioterapisti, logopedisti e psicologi - e costituisce un punto di riferimento nazionale e internazionale per diagnosi, trattamento, formazione e ricerca. Il centro è anche membro del comitato scientifico della Movement Disorders Society e promuove linee guida ispirate ai modelli anglosassoni, come quello scozzese, basato su un approccio a tre livelli di intervento: Mmg e neurologo generalista per la diagnosi (primo livello), presa in carico riabilitativa da parte di un gruppo esperto (secondo livello), e gestione dei casi complessi in centri di alta specializzazione (terzo livello). Una rete così strutturata permetterebbe di ridurre significativamente i ritardi diagnostici, migliorare gli esiti clinici e ottenere un risparmio stimato per il Ssr di circa 5.500 euro per paziente se la diagnosi fosse anticipata di almeno quattro anni.
"Non è solo una questione medica, ma di giustizia sanitaria: riconoscere i Dnf e costruire una rete assistenziale dedicata - conclude Padovani - significa restituire dignità a migliaia di persone, troppo a lungo ignorate dalla burocrazia e escluse da percorsi terapeutici adeguati".
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(Adnkronos) - Quattro italiani in campo, come minimo. E' la proposta di Ignazio La Russa per garantire un serbatoio più capiente per la Nazionale del ct Rino Gattuso. "Ritorno a fare una proposta che è possibile con le attuali regole. Ogni squadra può prendere tutti gli stranieri, soprattutto comunitari, che vuole, ma nessuno potrebbe vietare alla Federazione e alla Lega di stabilire che in campo debbano esserci almeno quattro italiani per squadra", dice La Russa a La politica nel pallone su Gr Parlamento. "Se si desidera che la nazionale possa attingere ad un numero alto di giocatori, dobbiamo inserire un obbligo di schierare quattro italiani in campo", afferma il presidente del Senato.
La Russa, noto tifoso dell'Inter, deve fare i conti con il complicato avvio di stagione della formazione nerazzurra, allenata ora da Cristian Chivu. I vicecampioni d'Europa, che hanno chiuso la scorsa annata con l'umiliante sconfitta per 5-0 in finale di Champions League contro il Psg, hanno perso 2 delle prime 3 gare di campionato. "Non sono queste tre partite che dobbiamo prendere in considerazione ma anche la coda del campionato scorso, con la squadra nerazzurra che ha perso un campionato per i troppi gol presi negli ultimi 15 minuti. La nuova Serie A è ricominciata sulla stessa linea, ma non darei colpe a Chivu e alla squadra", dice La Russa.
"L''Inter si è rafforzata con giocatori di prospettiva che non erano neanche in campo" nel match perso 4-3 contro la Juventus. "Quindi capisco l'obiettivo della società di puntare su giovani che possono essere rivenduti con un guadagno, ma questa scelta non paga nell'immediato, spero lo faccia in prospettiva. Serve coraggio, due-tre giovani vanno fatti giocare", prosegue La Russa che sulla corsa scudetto aggiunge: "Vedo il Napoli favorito, poi Milan e Juve alla pari e mi auguro anche l'Inter".
Infine, una battuta sulla Nazionale del nuovo ct Rino Gattuso, che ha vinto le prime 2 gare. "Ho sempre detto che è una persona che stimo, anche se una rondine non fa primavera. Ma ora c'è lui e viva Gattuso. All'epoca mi sarei aspettato un altro allenatore".
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(Adnkronos) - Lottomatica segnala come il proprio impegno nella sostenibilità sia stato premiato da un nuovo riconoscimento: il punteggio massimo di ‘AAA’ nella valutazione rilasciata da Morgan Stanley Capital International - MSCI ESG Ratings. Un risultato che - si specifica in una nota - "colloca il Gruppo nella categoria Leader, riconoscendo il valore di una strategia capace di coniugare performance economiche, responsabilità sociale e tutela dell’ambiente". MSCI ESG Research analizza ogni anno migliaia di aziende in tutto il mondo e assegna un punteggio che va da “AAA” (Leader) a “CCC” (Laggard), valutando la capacità di gestire i rischi ambientali, sociali e di governance rispetto ai competitor di settore. Ottenere la valutazione più alta significa quindi essere riconosciuti come modello internazionale di riferimento nella gestione sostenibile, con uno sguardo rivolto al futuro e agli stakeholder.
Alla base del riconoscimento - segnala Lottomatica - c’è l’impegno costante del Gruppo nella sostenibilità. In questo contesto, il Piano di Sostenibilità di Lottomatica integra i principi ESG nel modello di business e guida le scelte quotidiane dell’azienda. Questo percorso si traduce in iniziative concrete, come i progetti di economia circolare e alla rigenerazione dei dispositivi tecnologici, che riducono gli sprechi e generano benefici ambientali. Il massimo punteggio ottenuto da MSCI si aggiunge ad altri riconoscimenti che testimoniano la solidità del percorso intrapreso da Lottomatica negli anni. Tra questi quello di Morningstar Sustainalytics, che ha attribuito al Gruppo una valutazione pari a 13.2 (rischio “basso”); di Carbon Disclosure Project (CDP), che ha riconosciuto con il rating B l’efficacia delle azioni intraprese per contrastare il cambiamento climatico.
Sul fronte delle certificazioni, invece, spiccano le ISO 14001:2015 e ISO 14064 per la Carbon Footprint che attestano un sistema di gestione ambientale in costante miglioramento; la Certificazione G4 per il Gioco Responsabile, a garanzia di un modello di intrattenimento sicuro e sostenibile. A questi risultati si affiancano ulteriori riconoscimenti, come quello di Sustainability Ambassador, e il sostegno a iniziative di rilievo quali il Barometro ecosociale, a ulteriore conferma dei valori e della visione del Gruppo. Con la valutazione “AAA” di MSCI - conclude la nota - Lottomatica conferma la propria leadership nel gioco legale e sostenibile, con l’obiettivo di continuare a generare valore per le persone, la comunità e l'ambiente. Come dimostrato anche in occasione dell’evento “Comunicare la sostenibilità”, la trasparenza e il dialogo restano al centro delle attività del Gruppo Lottomatica.
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(Adnkronos) - “Il mio assistito si dice estraneo alle accuse così come contestate”. Così all’Adnkronos l’avvocato Alessandro Margiotta, difensore del minorenne indagato insieme a un 18enne per una presunta violenza sessuale su una dodicenne, i cui abusi sarebbero stati filmati e diffusi poi su Whatsapp. Secondo l’accusa i fatti sarebbero iniziati nel 2023, quando la ragazzina aveva 10 anni.
Ai due giovani sono stati sequestrati tutti i telefonini, tablet e computer e quando inizieranno gli accertamenti irripetibili il difensore valuterà se nominare un proprio consulente di parte. La dodicenne si è confidata con i genitori decidendo poi di denunciare l’accaduto a un centro antiviolenza e poi alla procura dei minori dell’Aquila, che ha trasmesso la denuncia anche a Sulmona per la posizione del 18enne indagato. “Manteniamo il massimo riserbo perché si tratta di minori e siamo nella fase embrionale dell’inchiesta - conclude l’avvocato Margiotta - sempre premettendo che qualora i fatti denunciati fossero veri, la vittima è la persona offesa”.
Leggi tutto: Violenza sessuale su 12enne, minore indagato: "Io estraneo alle accuse"
(Adnkronos) - Mercoledì 17 settembre, a partire dalle ore 19.30, Piazza di Spagna si trasformerà in una passerella a cielo aperto per la settima edizione di 'Fashion & talents', ormai un appuntamento fisso nella Capitale. L'evento è organizzato da Università eCampus, uno dei principali atenei online in Italia, e Accademia del Lusso, istituto di alta formazione per la moda e il design, con il patrocinio dell’assessorato ai Grandi eventi, sport, turismo e moda di Roma Capitale.
In passerella sfileranno le creazioni degli studenti di Fashion Design di Accademia del Lusso e i lavori creativi di giovani stilisti provenienti dall’università Harper College (Illinois, USA), riconosciuta per l’approccio laboratoriale e sperimentale della propria offerta formativa. All’evento parteciperà inoltre l’Associazione dei fashion designer del Distretto di Linping (Hangzhou, Cina), organizzazione sociale fondata da stilisti, imprenditori del settore moda e consulenti di brand. Nel corso della serata, condotta da Eleonora Daniele, Accademia del Lusso assegnerà tre borse di studio agli Istituti superiori del territorio a indirizzo moda – IIS Giorgi-Virginia Woolf, Istituto Paritario Aniene e liceo artistico statale Enzo Rossi – a sostegno del merito e del futuro dei giovani creativi. Sarà anche un'importante occasione per presentare l’Associazione no profit “Modelli si Nasce”, nata dall’iniziativa di genitori di ragazzi autistici con l’obiettivo di offrire loro opportunità professionali concrete nel mondo della moda e della comunicazione.
"Siamo felici di collaborare per realizzare una serata così speciale dedicata agli studenti”, spiega l'assessore Alessandro Onorato. “I giovani sono il presente e devono essere messi nelle condizioni di esprimere il proprio talento, per questo li coinvolgiamo nella città mettendo a disposizione le location migliori come Piazza di Spagna. La collaborazione con gli studenti stranieri dell’università Harper College e dell’Associazione dei Fashion Designer del Distretto di Linping a Hangzhou è un momento prezioso per il confronto tra culture, idee e stili differenti”.
L’evento avrà come protagonista il Progetto Brand di Accademia del Lusso: un percorso didattico d'eccellenza che ha visto gli studenti reinterpretare l'heritage di tre iconici marchi italiani – Giuliano Fujiwara, No Limits e Romeo Gigli. Un’iniziativa che ha offerto agli studenti un'opportunità unica di esplorare e rivisitare il concetto di Made in Italy. Attraverso il confronto con materiali d'archivio, gli studenti hanno sviluppato progetti creativi che fondono passato e presente attraverso un percorso didattico che si articola in fasi concrete: dalla progettazione e modellistica, all'analisi del branding e allo sviluppo di strategie di marketing e comunicazione, con un focus sulla sostenibilità.
"Questo progetto è stato un'opportunità unica per i nostri studenti di confrontarsi con la storia di marchi iconici e di reinterpretarne l'eredità in chiave contemporanea", commenta Stefano Sacchi, docente, coordinatore del Dipartimento di Fashion Brand Management e responsabile del Progetto Brand di Accademia del Lusso. "Il loro lavoro, sviluppato attraverso l'immersione negli archivi di Giuliano Fujiwara, la reinterpretazione dinamica di no limits e l'attualizzazione poetica di Romeo Gigli, dimostra come la passione e la creatività delle nuove generazioni possano dare nuova vita a un patrimonio culturale di inestimabile valore, proiettandolo nel futuro del fashion".
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(Adnkronos) - Donald Trump contro il football "per signorine". Il presidente degli Stati Uniti boccia l'ultima svolta regolamentare della National Football League (NFL), che da anni adotta norme finalizzate a tutelare la salute degli atleti. Le gare della stagione 2025, iniziata da due giornate, sono caratterizzate dalla nuova regola relativa al kickoff, il calcio che dà inizio alla partita e che consente di riprendere il gioco dopo una segnatura.
In sostanza, i giocatori in campo non possono scattare al momento del calcio ma devo aspettare che il pallone venga ricevuto dal ritornatore. In questo modo, complice la posizione iniziale dei giocatori, i contatti sono meno violenti e i rischi di infortuni vengono ridotti. A Trump, però, tutto questo non sembra piacere affatto.
"La NFL deve sbarazzarsi di quella nuova regola del kickoff ridicolo. Come possono apportare un cambiamento così decisivo e radicale con tanta facilità? E' una situazione pericolosa come quella creata dal kickoff 'normale' e fa schifo. La palla si muove, ma i giocatori no, l'esatto opposto di ciò che è il football", scrive il presidente degli Stati Uniti su Truth. "Il football 'da signorine' è un male per l'America, e un male per la NFL! Chi si inventa queste idee ridicole? È come voler riportare indietro la pallina da golf così non si allontana", aggiunge. "Per fortuna - conclude - il college football rimarrà lo stesso, si spera per sempre".
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(Adnkronos) - "Al Policlinico di Modena per la prima volta in Europa è stato eseguito un trapianto di fegato da donatore vivente con un approccio completamente robotico sia per il donatore che per il ricevente. Una tecnica che finora era stata adottata solamente in centri ad altissimo volume come Seoul (Corea del Sud) e Riyadh (Arabia Saudita)". Lo annuncia la Regione Emilia Romagna, che oggi a Bologna ha ospitato la conferenza stampa su un "duplice intervento - prelievo dell'emifegato e trapianto - effettuato con robot chirurgico daVinci lo scorso giugno. Entrambi i pazienti sono in buone condizioni generali e hanno fatto ritorno alla propria regione di origine: il donatore è stato dimesso 4 giorni dopo l'intervento in ottime condizioni generali, il ricevente dopo 10 giorni di ricovero", si legge in una nota.
"Siamo orgogliosi dei nostri professionisti e di un sistema sanitario pubblico sempre più innovativo, capace di aprire nuove strade e di coniugare a strumentazioni all'avanguardia competenze straordinarie. Un sistema davvero universalistico, perché a servizio di tutti i cittadini", hanno dichiarato il presidente della Regione e l'assessore alle Politiche per la salute, Michele de Pascale e Massimo Fabi, intervenuti alla presentazione dell'intervento insieme a Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia oncologica, epatobiliopancreatica e trapianti di fegato dell'azienda ospedaliero universitaria di Modena e professore ordinario di UniMoRe, e al direttore generale dell'Aou modenese, Luca Baldino. "Sulla rete donativa e trapiantologica coordinata dal Centro riferimento trapianti - hanno aggiunto - questa Regione ha creduto e investito, e oggi può contare su 23 sedi donative su tutto il territorio e sui 3 centri trapianto di Modena, Bologna e Parma, diventati nel tempo un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, come questo ulteriore traguardo raggiunto dimostra. Una realtà che però non esisterebbe senza la grande generosità dei donatori e delle donatrici e senza il lavoro delle associazioni che continuano a promuovere il valore del dono: anche a loro va il nostro grazie".
"Il Centro trapianti dell'Aou Policlinico di Modena - ha sottolineato Di Benedetto - ha saputo catalizzare la mission della Regione Emilia Romagna offrendo ai pazienti trattamenti sempre più all'avanguardia. Questo caso premia un percorso ultradecennale, che rispecchia la vocazione del centro e che permette sia a chi attende un trapianto di fegato, sia al donatore che compie un gesto di grande altruismo, di affrontare questi interventi riducendone al massimo l'invasività. Nello specifico, sia il prelievo dell'emifegato dal donatore che il trapianto nel ricevente sono stati eseguiti con tecnica completamente robotica, ovvero solo con una piccola incisione cutanea per, rispettivamente, prelevare l'emifegato donato e rimuovere il fegato malato dal ricevente inserendo l'organo da trapiantare. I vantaggi tecnici sono rappresentati dall'ingrandimento che rende la procedura simile a un intervento eseguito con il microscopio, dalla filtrazione del fisiologico tremore e dalla conseguente precisione nell'esecuzione delle suture che risulta estremamente migliorata".
"Siamo di fronte a un nuovo grande traguardo della Chirurgia dei trapianti nel nostro Paese - ha commentato Baldino - per la quale desidero fare anzitutto i complimenti a tutta l'équipe del professor Di Benedetto. La donazione di organi è sempre un gesto di grande generosità, che nel caso del trapianto da vivente assume un significato ancora più profondo. Per questo motivo la ricerca di procedure chirurgiche sempre più mini-invasive per donatore e ricevente è un dovere etico che oggi si è concretizzato con questo grande risultato, a beneficio dei cittadini".
Il Centro trapianti di Modena - ricorda la nota regionale - è attivo da novembre del 2000 presso il policlinico cittadino e ha all'attivo oltre 1.500 trapianti di fegato. Da novembre 2019 la Chirurgia diretta da Di Benedetto ha acquisito la responsabilità chirurgica del trapianto di rene, anch'essa innovata con l'introduzione della tecnologia robotica sia per il prelievo di rene da donatore vivente sia per il trapianto. Il gruppo della Chirurgia trapianti ha avuto un ruolo preminente in 3 recentissime Consensus Conference mondiali: sull'uso della tecnologia robotica per i tumori epatici e pancreatici a Parigi nel 2023, a Riyadh nel 2024 sull'uso della tecnologia robotica nei trapianti d'organo, e a Toronto nel 2025 sulla sicurezza del donatore nell'ambito dei trapianti da donatore vivente. Risultati che confermano il prestigio e la credibilità internazionale ottenute in questi anni grazie all'impegno degli operatori, dell'università, dell'Aou e della Regione Emilia Romagna. Un contesto altamente innovativo e capace di garantire il miglioramento continuo degli standard di cura, che favorisce anche la possibilità di crescita e formazione per i giovani chirurghi.
Leggi tutto: Trapianti, a Modena il primo in Europa di fegato da donatore vivente con robot
(Adnkronos) - Ok del tribunale di Roma alla richiesta di patteggiamento presentata dalla difesa del professore Luca Richeldi, primario di pneumologia del Policlinico Gemelli accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente. I giudici della prima sezione penale hanno accordato il patteggiamento a undici mesi e dieci giorni e hanno fissato per il 20 novembre l'udienza per indicare la struttura dove Richeldi dovrà svolgere un percorso bisettimanale di assistenza psicologica per l'intera durata della pena.
“Esprimiamo soddisfazione per questo esito favorevole. Il Tribunale, infatti, nell'accogliere la richiesta di patteggiamento, così come reiterata negli identici termini in cui era stata incomprensibilmente disattesa nella fase dell’udienza preliminare, ha indicato una rosa di strutture tra le quali dovrà essere individuata quella più idonea presso cui svolgere i percorsi di assistenza psicologica previsti dalla legge”, afferma in una nota il professor Carlo Bonzano difensore insieme all’avvocata Tatiana Minciarelli di Richeldi.
“L’esito, tutto processuale, prescinde dal merito dei fatti, rispetto ai quali il professor Richeldi si è sempre dichiarato e continua a dichiararsi estraneo; fatti che comunque, anche solo stando alla lettera di un'imputazione rimasta senza riscontro, vengono oggi riconosciuti di lieve entità - aggiunge Bonzano -. La scelta del patteggiamento, infatti, per un verso, evita il disagio legato alla celebrazione, anche mediatica, di un processo che sarebbe stato gravoso in termini emotivi per tutte le parti; per un altro verso, ridimensiona nella sua portata naturale una vicenda che fin da principio era stata invece fatta oggetto di inappropriate rappresentazioni”.
“E’ un risultato importante, tre anni fa è iniziato questo percorso che è stato molto difficile dal punto di vista psicologico e umano e oggi siamo arrivati al fatto che il professor Richeldi ha concordato una condanna”, afferma la donna, parte civile nel procedimento, che ha denunciato Richeldi.
“Invito veramente tutte le donne che hanno subito violenza a denunciare sempre, perché comunque nel momento in cui si viene credute poi si arriva a una definizione - aggiunge - come in questo caso di una condanna, quindi andare avanti e non fermarsi davanti a nessuno”.
L'avvocata Ilenia Guerrieri, legale di parte civile, sottolinea poi: “Siamo sicuramente curiose di leggere la sentenza di patteggiamento perché è vero che è un accordo sulla pena, ma è sempre una sentenza a una condanna a 11 mesi, con un percorso obbligatorio e una sospensione della pena subordinata a un percorso per sexual abuser”.
Leggi tutto: Roma, accusa di abusi su paziente: ok Tribunale a patteggiamento Richeldi
(Adnkronos) - L’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM) presenta la nuova campagna di comunicazione 'Hub, Lab, Us', pensata per raccontare in modo innovativo la propria identità, l’eccellenza scientifica, la ricerca e il ruolo internazionale dell’Ateneo. Partendo dalla forza evocativa del linguaggio visivo e della narrazione integrata, la campagna si ispira a modelli comunicativi moderni, fondendo estetica contemporanea e storytelling coerente. Il claim scelto racchiude l’essenza dell’università e le sue radici. Lo sfondo grafico richiama una rete neuronale, metafora di un sapere vivo e interconnesso, che cresce e mette in relazione studenti, docenti, ricercatori e personale amministrativo.
Un simbolo che evoca tanto la scienza quanto le radici dell’Ateneo, richiamando la vocazione a unire conoscenza, cura e attenzione alla persona. La scelta di utilizzare l’inglese riflette l’impegno dell’Ucbm verso un progetto di internazionalizzazione di lungo periodo, volto a rafforzare il respiro globale dell’Ateneo e ad attrarre studenti, ricercatori e partner da tutto il mondo.
Il progetto prende il nome da tre concetti chiave: Hub, come centro di eccellenza e di formazione internazionale che connette saperi, persone e opportunità. Simbolo tangibile è il nuovo edificio Cu.Bo, spazio multifunzionale dedicato a didattica, ricerca, innovazione, cultura e benessere in un ambiente sostenibile. Lab, i laboratori d’avanguardia dove teoria e pratica si incontrano ogni giorno.
Tra questi, il Simulation Center, inaugurato nel 2024, offre simulazioni immersive di scenari clinici complessi, fondamentali per la formazione pratica e l’innovazione medica, ed opportunità di testing di prodotto e di processo in ambito ingegneristico. Us, la comunità dell’Ateneo, ispirata dai valori cristiani, che valorizza collaborazione, inclusione e partecipazione, attraverso iniziative come la settimana sport, arte, scienza e cultura, progetti di volontariato e cooperazione internazionale, percorsi di benessere dedicati a studenti (Proben) e la promozione della ricerca interdisciplinare con particolare attenzione al contributo femminile in ambito stem.
La campagna – realizzata con stile contemporaneo, diretto e ispirazionale – fa propri alcuni elementi di storytelling visivo tipici di campagne internazionali: un’identità grafica forte, testi evocativi e coinvolgenti e un mix integrato di mezzi che dialogano tra loro in modo coerente. Questo approccio rafforza la riconoscibilità del brand e il coinvolgimento dei pubblici, rendendo la campagna realmente memorabile.
Secondo Carlo Tosti, presidente dell’università Campus Bio-Medico di Roma "questa campagna segna un passaggio importante nel percorso di consolidamento dell’Ateneo. È un’opportunità per raccontare la nostra identità: un’università che investe in formazione, ricerca, innovazione e comunità, forte delle sue radici e capace di guardare al futuro con apertura internazionale. Il segno concreto di un progetto che guarda lontano e che intende rafforzare il ruolo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma come polo di riferimento nel panorama accademico globale".
Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’università Campus Bio-Medico di Roma, commenta: “L’iniziativa ha l’obiettivo di raccontare un Ateneo in continuo sviluppo, dove la qualità della formazione e della ricerca e della terza missione è al centro. La nostra offerta formativa è pensata per preparare professionisti capaci di unire competenza scientifica e attenzione alla persona, in un contesto che favorisce il confronto e lo scambio di idee. Hub, Lab, Us. rappresenta un approccio innovativo con cui vogliamo condividere questa visione con studenti, docenti, personale ucbm e partner internazionali, rafforzando il ruolo dell’università Campus Bio-Medico di Roma come Polo di riferimento scientifico e tecnologico”.
Secondo Alexandra Tomassi, responsabile comunicazione e fundraising Ucbm, la campagna è stata pensata per parlare in modo autentico a giovani e stakeholder: “Con Hub, Lab, Us. abbiamo scelto di posizionare L’università Campus Bio-Medico di Roma in un contesto internazionale sempre più competitivo, adottando un linguaggio semplice ma universale, capace di unire prossimità e autorevolezza. La definizione di un media mix strategico – dalle affissioni al digitale – è parte integrante di questa visione: ogni canale contribuisce a costruire un racconto coerente, immediato e riconoscibile. L’obiettivo è rafforzare l’attrattività dell’Ateneo, parlando alle nuove generazioni e agli stakeholder globali con una voce chiara, distintiva e in linea con i valori fondativi che ci caratterizzano”.
La campagna è stata sviluppata in collaborazione con l’agenzia creativa Ploomia. La nuova immagine e i key visual della campagna saranno visibili su diversi media: affissioni urbane, mezzi di trasporto, canali digital, radio, connected TV e all’interno dell’Ateneo stesso. Con 'Hub, Lab, Us.', l’Ucbm mette al centro la propria comunità e si propone come polo di riferimento per studenti, docenti, ricercatori e partner internazionali, trasformando la campagna in un messaggio di fiducia e di visione globale.
Leggi tutto: Università Campus Bio-Medico di Roma, ecco la campagna di comunicazione 'Hub, Lab, Us'
(Adnkronos) - L’Università Campus Bio-Medico di Roma (UCBM) presenta la nuova campagna di comunicazione 'Hub, Lab, Us', pensata per raccontare in modo innovativo la propria identità, l’eccellenza scientifica, la ricerca e il ruolo internazionale dell’Ateneo. Partendo dalla forza evocativa del linguaggio visivo e della narrazione integrata, la campagna si ispira a modelli comunicativi moderni, fondendo estetica contemporanea e storytelling coerente. Il claim scelto racchiude l’essenza dell’università e le sue radici. Lo sfondo grafico richiama una rete neuronale, metafora di un sapere vivo e interconnesso, che cresce e mette in relazione studenti, docenti, ricercatori e personale amministrativo.
Un simbolo che evoca tanto la scienza quanto le radici dell’Ateneo, richiamando la vocazione a unire conoscenza, cura e attenzione alla persona. La scelta di utilizzare l’inglese riflette l’impegno dell’Ucbm verso un progetto di internazionalizzazione di lungo periodo, volto a rafforzare il respiro globale dell’Ateneo e ad attrarre studenti, ricercatori e partner da tutto il mondo.
Il progetto prende il nome da tre concetti chiave: Hub, come centro di eccellenza e di formazione internazionale che connette saperi, persone e opportunità. Simbolo tangibile è il nuovo edificio Cu.Bo, spazio multifunzionale dedicato a didattica, ricerca, innovazione, cultura e benessere in un ambiente sostenibile. Lab, i laboratori d’avanguardia dove teoria e pratica si incontrano ogni giorno.
Tra questi, il Simulation Center, inaugurato nel 2024, offre simulazioni immersive di scenari clinici complessi, fondamentali per la formazione pratica e l’innovazione medica, ed opportunità di testing di prodotto e di processo in ambito ingegneristico. Us, la comunità dell’Ateneo, ispirata dai valori cristiani, che valorizza collaborazione, inclusione e partecipazione, attraverso iniziative come la settimana sport, arte, scienza e cultura, progetti di volontariato e cooperazione internazionale, percorsi di benessere dedicati a studenti (Proben) e la promozione della ricerca interdisciplinare con particolare attenzione al contributo femminile in ambito stem.
La campagna – realizzata con stile contemporaneo, diretto e ispirazionale – fa propri alcuni elementi di storytelling visivo tipici di campagne internazionali: un’identità grafica forte, testi evocativi e coinvolgenti e un mix integrato di mezzi che dialogano tra loro in modo coerente. Questo approccio rafforza la riconoscibilità del brand e il coinvolgimento dei pubblici, rendendo la campagna realmente memorabile.
Secondo Carlo Tosti, presidente dell’università Campus Bio-Medico di Roma "questa campagna segna un passaggio importante nel percorso di consolidamento dell’Ateneo. È un’opportunità per raccontare la nostra identità: un’università che investe in formazione, ricerca, innovazione e comunità, forte delle sue radici e capace di guardare al futuro con apertura internazionale. Il segno concreto di un progetto che guarda lontano e che intende rafforzare il ruolo dell’Università Campus Bio-Medico di Roma come polo di riferimento nel panorama accademico globale".
Andrea Rossi, amministratore delegato e direttore generale dell’università Campus Bio-Medico di Roma, commenta: “L’iniziativa ha l’obiettivo di raccontare un Ateneo in continuo sviluppo, dove la qualità della formazione e della ricerca e della terza missione è al centro. La nostra offerta formativa è pensata per preparare professionisti capaci di unire competenza scientifica e attenzione alla persona, in un contesto che favorisce il confronto e lo scambio di idee. Hub, Lab, Us. rappresenta un approccio innovativo con cui vogliamo condividere questa visione con studenti, docenti, personale ucbm e partner internazionali, rafforzando il ruolo dell’università Campus Bio-Medico di Roma come Polo di riferimento scientifico e tecnologico”.
Secondo Alexandra Tomassi, responsabile comunicazione e fundraising Ucbm, la campagna è stata pensata per parlare in modo autentico a giovani e stakeholder: “Con Hub, Lab, Us. abbiamo scelto di posizionare L’università Campus Bio-Medico di Roma in un contesto internazionale sempre più competitivo, adottando un linguaggio semplice ma universale, capace di unire prossimità e autorevolezza. La definizione di un media mix strategico – dalle affissioni al digitale – è parte integrante di questa visione: ogni canale contribuisce a costruire un racconto coerente, immediato e riconoscibile. L’obiettivo è rafforzare l’attrattività dell’Ateneo, parlando alle nuove generazioni e agli stakeholder globali con una voce chiara, distintiva e in linea con i valori fondativi che ci caratterizzano”.
La campagna è stata sviluppata in collaborazione con l’agenzia creativa Ploomia. La nuova immagine e i key visual della campagna saranno visibili su diversi media: affissioni urbane, mezzi di trasporto, canali digital, radio, connected TV e all’interno dell’Ateneo stesso. Con 'Hub, Lab, Us.', l’Ucbm mette al centro la propria comunità e si propone come polo di riferimento per studenti, docenti, ricercatori e partner internazionali, trasformando la campagna in un messaggio di fiducia e di visione globale.
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(Adnkronos) - Armand Duplantis in cima al mondo. L'alteta svedese ha vinto oggi, lunedì 15 settembre, l'oro nel salto con l'asta ai Mondiali di atletica di Tokyo 2025, ma non solo. Con la medaglia già in tasca, Duplantis ha voluto tentare un nuovo salto per battere il record del mondo, che apparteneva sempre a lui, riuscendo a superare, al terzo tentativo, la misura di 6,30 e prendendosi la standing ovation del pubblico giapponese.
Si tratta del 14esimo record battuto da Duplantis. L'ultimo primato lo aveva siglato lo scorso agosto, quando a Stoccolma, nella tappa 'di casa' della Diamond League, aveva superato i 6,29 metri. Questa volta 'Mondo' ha 'ritoccato' ancora il suo primato, scrivendo sempre più il suo nome nei libri di storia dello sport mondiale.
Leggi tutto: Fenomeno Duplantis, vince l'oro nel salto con l'asta e batte il record del mondo
(Adnkronos) - "Io alla Ferrari? Sono qui a Londra nel team, ho già i miei problemi. Prima o poi la Ferrari risolverà i suoi". Flavio Briatore risponde così alle domande su un eventuale accostamento alla Ferrari. Il manager, attualmente Executive Advisor della Alpine, viene interpellato sull'ennesima stagione grigia del Cavallino.
La Ferrari, con Charles Leclerc e Lewis Hamilton, è relegata al ruolo di comprimaria in un Mondiale che si è trasformato in un duello tutto targato McLaren tra Oscar Piastri e Lando Norris, con la Red Bull di Max Verstappen ipotetico terzo incomodo. I piloti di Maranello galleggiano in quinta e sesta posizione, con l'unica prospettiva di vivere - prima o poi - un weekend da protagonisti.
"Conosco Vasseur, è una persona molto valida", dice Briatore, a La politica nel pallone, 'assolvendo' il team principal Fred Vasseur, che da 2 anni comanda il muretto della Rossa. "Per tornare a vincere la Ferrari deve avere la macchina, quest'anno non è competitiva. Quest'anno l'unico team ad averla è la McLaren", aggiunge Briatore.
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(Adnkronos) - La Russia di Vladimir Putin continua la guerra in Ucraina e continua a minacciare il fronte orientale dell’Europa, ‘promettendo’ future aggressioni militari. Le istituzioni europee, i governi e le intelligence nazionali, oltre agli analisti di tutto il mondo, si interrogano su quanto sia concreta la minaccia e, di conseguenza, su quali siano le reali intenzioni del Cremlino. C’è un aspetto che inizia a imporsi, sostenuto dai numeri e dalle informazioni che riescono a superare la coltre della propaganda: l’economia di Mosca sta diventando dipendente dalla guerra in maniera quasi irreversibile.
Iniziano a essere evidenti le conseguenze delle sanzioni internazionali, che hanno svuotato i canali tradizionali della crescita, dall’energia alla siderurgia, così come lo sforzo per la produzione bellica, che nel 2025 assorbe ormai metà del bilancio statale, con il 62 per cento della spesa militare classificata come segreta. E segreta vuol dire senza la minima trasparenza, anche verso quello che resta dei controlli interni. La stessa Banca Centrale, pur avendo appena abbassato i tassi di interesse al 17%, ha riconosciuto che il Paese ha ormai sfruttato per la guerra in Ucraina quasi tutte le capacità produttive, logistiche e infrastrutturali, così come le risorse umane disponibili.
Qualsiasi economia di guerra regge fino a quando non si supera la soglia oltre la quale diventa difficilissimo tornare indietro. Cosa vuol dire? Che immaginare una riconversione della produzione bellica verso gli obiettivi civili diventa costosissimo se non praticamente impossibile.
Un esempio pertinente è quello che riguarda i colossi dell’acciaio. La Russia sta lavorando per salvare il settore metallurgico, partendo dal colosso Mehel, dal rischio sempre più concreto di una bancarotta generalizzata. Come pensa di farlo? Sostanzialmente consentendo all’intero settore di violare la legge fondamentale dell’economia, quella sui fallimenti. I ministeri dell’Economia e dell’Industria stanno pensando di sospendere le procedure fallimentari per le grandi aziende siderurgiche, molte delle quali versano in condizioni finanziarie disastrose. Vorrebbe dire compiere un passo senza ritorno. Anche il Cremlino sa che una decisione del genere sarebbe di fatto irreversibile, rendendo il Paese ‘schiavo’ della guerra, perché costretto a continuarla per non implodere.
Questo perché la concatenazione di fattori che ha ormai trasformato il tessuto produttivo diventerà sempre più difficile da disinnescare. Da una parte, si prova a salvare decine di migliaia di posti di lavoro e ad evitare ripercussioni negative sull’intera economia nazionale e sulle regioni dove queste aziende operano. Dall’altra, si alimenta una spirale pericolosa, che anche la popolazione ha imparato a riconoscere. A luglio, la quantità di contante in circolazione ha toccato un massimo storico di 16 mila miliardi di rubli, segnale che i cittadini stanno accumulando liquidità in previsione di ulteriori difficoltà economiche.
Altri segnali concorrono a sostenere la tesi che Mosca sia ormai dipendente dalla guerra e che una riconversione in un contesto di pace comporterebbe ulteriori gravi difficoltà al regime di Putin. Il Cremlino ha investito ingenti somme di denaro nella guerra contro l’Ucraina, con le fabbriche che lavorano a pieno ritmo per continuare a produrre armi e con massicci incentivi finanziari offerti per reclutare nuove leve nell’esercito. Ciò ha portato a una carenza di manodopera, in tutti gli altri settori. I prezzi fuori controllo e la contrazione dei salari ha fatto il resto. Le banche russe hanno lanciato l’allarme su una potenziale crisi del debito, poiché gli alti tassi di interesse pesano sulla capacità di chi ha contratto un mutuo di pagarne le rate. Va malissimo anche l’agricoltura, con raccolti che vengono definiti disastrosi dalle fonti indipendenti.
La conclusione? Putin potrebbe avere tutto l’interesse di continuare a fare la guerra, ovunque gli sia possibile farlo, non solo per difendere il proprio potere ma anche per non rischiare di perderlo affrontando una pace costosissima sul piano economico. (Di Fabio Insenga)