(Adnkronos) - Sull'impronta 33, riscontrata sulla parete delle scale della villetta di Garlasco dove il 13 agosto 2007 è stato trovato senza vita il corpo di Chiara Poggi, "non è possibile procedere ad accertamenti biologici". Lo scrive la Procura di Pavia che rigetta la richiesta di incidente probatorio sull'impronta palmare avanzata dai legali della famiglia della vittima e mette a tacere chi sostiene che dall'immagine si possa dedurre che si tratta di un'impronta di una mano destra insanguinata. La stessa difesa di Alberto Stasi, l'allora fidanzato condannato a 16 anni di carcere per il delitto, sostiene che l'impronta sembra 'densa' di materiale biologico, sangue probabilmente. Tesi che la procura stronca.
Nel provvedimento del 2 luglio scorso, in possesso dell'Adnkronos, i pubblici ministeri titolari del nuovo fascicolo dell'indagine che vede indagato Andrea Sempio - in concorso con altri o con Alberto Stasi - svelano che l'intonaco grattato in corrispondenza dell'impronta 33 "risulta allo stato interamente utilizzato - dopo essere state verosimilmente pregiudicate dall'azione inibente della ninidrina - per indagini biologiche, come riferito ai pubblici ministeri il 9 giugno 2025 dal tenente colonnello Alberto Marino", in forza al Ris. Se la Procura cita la relazione del Ris di Parma del 15 ottobre 2007, dimentica di esplicitare che la traccia 33 è stata sottoposta - subito dopo l'omicidio di quasi 18 anni fa - all'Obti test, l'analisi più efficace per rilevare il sangue umano, che ha fornito "esito negativo".
Inoltre, ricorda sempre la Procura di Pavia, la fialetta originariamente contenente il 'grattato' "non è stata rinvenuta il 17 giugno 2025 nei reperti provenienti dal Ris di Parma", oggetto dell'attuale incidente probatorio, "sicché, all'evidenza, non è possibile procedure ad accertamenti biologici sul reperto fotografico dell'impronta", scrivono i pubblici ministeri. Per la difesa di Stasi e per gli stessi pm l'impronta palmare destra è attribuibile a Sempio, mentre per i consulenti del nuovo indagato e della famiglia della vittima quell'orma non insanguinata non solo non è databile ma non è neppure riconducibile ad Andrea Sempio.
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(Adnkronos) - La procura di Roma ha chiuso le indagini nei confronti di Maria Rosaria Boccia, indagata dopo l’esposto presentato la scorsa estate dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. A Boccia, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dalle pm Giulia Guccione e Barbara Trotta, vengono contestati i reati di stalking aggravato, lesioni, interferenze illecite nella vita privata, diffamazione e una contestazione relativa a false dichiarazioni nel curriculum in relazione all’organizzazione di eventi.
L’imprenditrice a settembre scorso fu oggetto di una perquisizione da parte dei carabinieri del nucleo investigativo che sequestrarono materiale informatico tra cui i telefoni della donna mentre a marzo era stata interrogata dai magistrati titolari del fascicolo a piazzale Clodio. Ora i pm capitolini hanno notificato a Boccia l’avviso di conclusione delle indagini, atto che solitamente prelude la richiesta di rinvio a giudizio. Nel procedimento risultano parti offese Sangiuliano, la moglie e l’ex capo di gabinetto del dicastero Francesco Gilioli.
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(Adnkronos) - Jannik Sinner ci porta dentro Wimbledon 2025. Il tennista azzurro, fresco trionfatore a Londra, ha pubblicato oggi, lunedì 21 luglio, un 'Vlog' del suo torneo sul proprio canale YouTube, mostrando uno sguardo inedito sul percorso che lo ha portato a vincere il suo primo titolo nello Slam londinese, tra allenamenti e momenti di relax.
"Per i tornei de Grande Slam cerchiamo di arrivare sempre con un po' di anticipo. Quattro, cinque giorni. Per abituarci alle palle e alle condizioni meteo, anche se qui a Wimbledon cambia spesso", ha spiegato il coach Simone Vagnozzi, "è stato un ottimo inizio perché nelle prime partite ha speso poche energie. Sicuramente dalla prima volta che ci siamo incontrati a Montecarlo, tre anni fa, è cresciuto come giocatore e come uomo. Giocare partite importanti in palcoscenici importanti sicuramente ti aiuta".
Tante le indicazioni di Vagnozzi per Sinner in allenamento, specialmente per il dritto, colpo meno efficace rispetto al rovescio: "Quando arrivi con il campo aperto cerca di stare basso e poi ti alzi leggermente. Ogni tanto sbagli per questo", gli dice l'allenatore durante un allenamento sui campi londinesi. "Come giocatore è cresciuto tantissimo nella sua conoscenza del gioco", ha spiegato poi, "ora gioca sui punti deboli dell'avversario, sa come gestire un punto importante anche tatticamente".
Alla vigilia della semifinale contro Novak Djokovic, dopo aver superato Ben Shelton nei quarti, Sinner si mostra spensierato in cucina. Canta mentre prepara la cena: "Oggi la partita è andata bene, è stata una bella giornata. Abbiamo avuto una leggera sessione di allenamento e mi sono riposato molto, perché ho sicuramente bisogno di riposo per domani. Tutto sta andando molto bene, il gomito sta meglio, quindi qualunque cosa arriva è un bonus. Sono molto felice di essere in questa posizione, ma ogni match è diverso, ogni avversario è diverso".
"Cercherò di essere in una buona condizione domani, ma ho fatto tutto quello che dovevo per prepararmi", ha raccontato Sinner, "ora è il momento di rilassarsi. Bisogna divertirsi e sentirsi onorati di giocare queste partite, è il motivo per cui giochiamo e ci alleniamo. È la seconda volta che gioco le semifinali qui, qualche anno fa avevo perso sempre contro Djokovic. Ora sono migliorato, ma non voglio mettermi pressione. Meno pressione ti metti e più giochi meglio. Non posso predire il futuro quindi bisognerà aspettare domani" Poi la cena con i parenti e il team, con Jannik a cucinare carne e pomodorini: "Mi piacciono perché sono freschi, ci metto della salsa e un po' di zucchero".
Il giorno della finale per Sinner inizia presto: "Sono le 10.30 e sto andando al campo per prepararmi alla finale. Non mi importa del risultato, è un onore giocare la finale di questo torneo mi sento fortunato", ha detto Jannik, "mi sento bene fisicamente che è la cosa più importante e spero sia una buona partita anche se non si sa mai chi può vincere. Lotterò su ogni palla e vedremo come andrà".
Fiducioso anche Darren Cahill: "In tre anni che siamo stati con lui ha sempre avuto il sogno di giocare contro i migliori del mondo, vincere i più grandi tornei. E lui è già riuscito a realizzarne alcuni, ma questo è il più grande. Giocare sul Centre Court la finale di Wimbledon contro il campione in carica, sarà una grande giornata per lui", ha raccontato il supercoach di Sinner, "c'è la gioia di essere qui e l'orgoglio di esserci arrivato e di quanto fatto negli ultimi anni. Lui è incredibilmente umile, anche quando ha affrontato giornate no ha mostrato grande classe e resilienza, riuscendo sempre a reagire".
Dopo aver vinto la finale contro Alcaraz, Sinner ha mostarato il trofeo da vicino: "È diviso in due pezzi, ci sono tutti i vincitori e i vincitori più recenti e il mio nome è l'ultimo". Poi su quella giornata storica: "Molte cose mi sono passate per la testa: servire per il torneo, l'ultimo punto, ma più di tutto mi è piaciuto abbracciare il mio box e la mia famiglia, coloro che mi conoscono come persona meglio di tutti gli altri. È un giorno speciale e me lo godrò per qualche altro giorno, ma questo ricordo resterà con me per sempre".
Leggi tutto: La cucina, il dritto, la famiglia: Sinner racconta il trionfo di Wimbledon
(Adnkronos) - È incostituzionale il limite di sei mensilità imposto dalla legge per i risarcimenti di chi è vittima di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese che non rientrano nell'applicazione dell'articolo 18. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, nella sentenza numero 118 depositata oggi, lunedì 21 luglio.
Secondo la Corte, l’imposizione di un simile limite massimo, fisso e insuperabile, a prescindere dalla gravità del vizio del licenziamento - aggiungendosi alla previsione del dimezzamento degli importi indicati agli articoli 3, comma 1, 4, comma 1, e 6, comma 1, del citato decreto legislativo numero 23 del 2015 - fa sì che l’ammontare dell’indennità sia circoscritto entro una forbice così esigua da non consentire al giudice di rispettare i criteri di personalizzazione, adeguatezza e congruità del risarcimento del danno sofferto dal lavoratore illegittimamente licenziato, né da assicurare la funzione deterrente della stessa indennità nei confronti del datore di lavoro.
La Corte esprime, inoltre, l’auspicio di un intervento legislativo sul tema dei licenziamenti di dipendenti di imprese sotto soglia, in considerazione del fatto che, nella legislazione europea e in quella nazionale, sia pur inerente ad altri settori (come ad esempio la crisi dell'impresa), il criterio del numero dei dipendenti non costituisce l’esclusivo indice rivelatore della forza economica dell’impresa e quindi della sostenibilità dei costi connessi ai licenziamenti illegittimi.
a sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato incostituzionale il limite massimo di sei mensilità per l’indennizzo nei casi di licenziamento illegittimo nelle piccole imprese introduce un importante principio di tutela individuale, ma corre il rischio di produrre gravi conseguenze sull’equilibrio e sulla tenuta economica e occupazionale del sistema produttivo italiano. È quanto sostiene Unimpresa, secondo cui l’impatto potenziale è ampio e profondo: un’azienda con quattro dipendenti e un fatturato di 250.000 euro annui, se condannata a pagare una indennità non più contenuta nel limite di sei mensilità, potrebbe trovarsi a versare 12-18 mensilità di retribuzione (in media 30.000–40.000 euro) a fronte di un solo rapporto di lavoro, con la concreta possibilità di dover ricorrere a indebitamento, dismissioni o cessazione dell’attività.
"Una giurisprudenza che non tiene conto delle condizioni strutturali delle imprese rischia di trasformarsi in un boomerang per l’intero mondo del lavoro", osserva il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Il principio costituzionale della tutela del lavoro non può essere realizzato scaricando sulle imprese più piccole l’intero peso della disciplina sanzionatoria" e "il rischio - secondo Longobardi - è che questa pronuncia contribuisca a congelare il mercato del lavoro nelle microimprese. Se assumere comporta un potenziale danno patrimoniale incalcolabile, molti piccoli imprenditori preferiranno non crescere, non formalizzare i rapporti, o peggio, rinunciare a investire nel lavoro stabile".
"La Corte costituzionale mette nero su bianco quello che diciamo da sempre", scrivono in una nota i parlamentari del Movimento 5 stelle delle commissioni Lavoro di Camera e Senato. "Con il suo pronunciamento, la Corte ci dà ragione e non possiamo non pensare al referendum che soltanto un mese e mezzo fa ha portato alle urne 13 milioni di cittadini per cambiare questa norma ingiusta. La stessa Consulta invita a un intervento legislativo: il governo non faccia orecchie da mercante e tuteli davvero i lavoratori, rimediando quanto prima a questa stortura". Lo .
Fa eco da Avs Angelo Bonelli: "Avevamo ragione a chiedere l’abrogazione di questa norma con il referendum, ma il governo Meloni ha fatto di tutto per sabotare quella battaglia di giustizia e dignità per i lavoratori". "Il governo Meloni, invece di tutelare i diritti dei lavoratori - prosegue -, ha scelto di insabbiare il referendum proposto per abrogare una norma in palese contrasto con i principi costituzionali. Non solo è stato negato un diritto democratico ai cittadini, ma si è fatto muro per difendere l’indifendibile. Oggi la Consulta smentisce il governo e dà ragione a chi, come noi, ha lottato per restituire dignità e tutele ai lavoratori. Il governo - è l'esortazione di Bonelli - prenda atto della sentenza e cambi rotta: basta attacchi ai diritti, basta propaganda sulla pelle dei lavoratori".
(Adnkronos) - Jovanotti è tornato in sella alla sua amata bicicletta a due anni di distanza dall'incidente in cui ha rischiato di perdere la vita, in Repubblica Domenicana. Stessa bicicletta, stessa determinazione. Lo ha raccontato lui stesso in un video condiviso su Instagram, in cui ha annunciato l’inizio di un viaggio speciale: 770 km da Cortona al Friuli, per raggiungere il palco del 'No Borders Music Festival', dove si esibirà sabato 26 luglio con il suo attesissimo ‘bike concert’.
"La bici è la stessa. Come quando si cade da cavallo: si rimonta sullo stesso e si va", dice Lorenzo Cherubini nel video condiviso su Instagram. Il progetto è ambizioso: un chilometro, 770 in totale, per ogni giorno passato dall'incidente. La sfida è quella di pedalare e condividere il viaggio con i fan, tappa dopo tappa.
"Al nostro bikeconcert si potrà arrivare solo in bici e ci saranno 6000 ciclisti, e io tra loro ho pensato di onorare l’invito facendo 770 km a pedali, uno per ogni giorno che è passato dal botto di due anni fa", ha spiegato. “Ieri primo giorno con 2500 m di dislivello, è stato fantastico”, ha aggiunto, lasciando intendere che il viaggio sarà faticoso ma pieno di soddisfazioni.
(Adnkronos) - Sardegna, sole e... Laila Hasanovic. Dopo la vittoria a Wimbledon per Sinner è tempo di relax. Il numero 1 del mondo si sta riposando godendosi le meritate vacanze, prima di tornare ad allenarsi in vista del Masters 1000 di Cincinnati e soprattutto degli US Open 2025, tornei a cui arriverà da campione in carica.
Jannik è stato avvistato a Porto Cervo, sorridente e rilassato, con un look casual da spiaggia che conferma l’atmosfera da vacanza. Ma ai fan più attenti non è sfuggito un dettaglio curioso: Laila Hasanovic, la sua presunta fidanzata, ha pubblicato su Instagram una foto del mare ripreso dall'alto, da un elicottero. Un indizio che per molti confermerebbe la loro relazione o almeno la frequentazione.
Poche ore fa, però, Laila ha annunciato il suo ritorno dalle vacanze con una serie di scatti e la didascalia: "Cuore pieno e ricaricato". Tra i commenti, spicca una domanda diretta: "Dove sei stata? A Porto Cervo?". Sarà solo una coincidenza o l'ennesima prova di una vacanza trascorsa insieme?
Laila Hasanovic è nata l'8 novembre 2000 a Copenaghen ed è una modella danese di origini bosniache. Il suo profilo Instagram conta ben 346mila follower e condivide foto relative alla sua realtà quotidiana. Vive nella sua città natale, anche se il lavoro la porta a viaggiare spesso. La modella ha avuto, recentemente, una relazione con il figlio di Michael Schumacher, il pilota Mick.
Leggi tutto: Laila Hasanovic, le vacanze 'misteriose': prima con Sinner, poi torna a casa
(Adnkronos) - Alan Dershowitz, ex avvocato di Jeffrey Epstein e di Donald Trump, ritiene che Ghislaine Maxwell, la complice del multimilionario condannata a 20 anni di carcere per abusi su minori, dovrebbe essere scarcerata e ottenere l'immunità per fare i nomi di tutte le persone coinvolte nello scandalo Epstein. "Ghislaine Maxwell sta sostanzialmente scontando la pena che avrebbe ricevuto Epstein", ha detto l'avvocato. Il Daily Beast riporta la dichiarazione integrale del noto legale conservatore: "Dovrebbe vedersi commutare la pena, essere convocata davanti al Congresso per ricevere l'immunità totale. E poi dirà tutto quello che sa".
Ghislaine Maxwell, ex compagna di Jeffrey Epstein, sta attualmente scontando una condanna a vent'anni di carcere per aver trafficato ragazze per conto del finanziere condannato per abusi sessuali, morto suicida in carcere nel 2019.
Il caso Epstein è tornato al centro delle polemiche dopo che il Dipartimento di Giustizia guidato da Trump ha dichiarato di non possedere la lista dei "clienti" dell'imprenditore pedofilo, alimentando le voci, portate avanti dal movimento Maga (Make America great again), su un presunto insabbiamento dei nomi dei soggetti coinvolti nella rete di abusi.
L’avvocato Dershowitz ritiene che solo la testimonianza di Maxwell potrà "far luce" sui controversi rapporti di Epstein, considerando il lungo tempo trascorso insieme all'uomo. "Sa tutto e credo che stia scontando una pena in modo improprio. Dovrebbe essere rilasciata e avere uno sconto di pena". L'avvocato Dershowitz, che in passato ha difeso anche il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel primo processo per impeachment nel 2020, ha commentato anche la notizia dei file del processo: "Dovrebbero essere divulgati, ma i tribunali hanno ordinato che fossero secretati", ha scritto. "So chi sono. Non includono alcun attuale funzionario. Non sappiamo se le accuse siano vere".
Secondo alcune indiscrezioni, ci potrebbe essere proprio Maxwell dietro alla fuga di notizie riguardanti un presunto bigliettino "osceno" realizzato da Trump e regalato ad Epstein. Il Presidente ha smentito di averlo mai scritto, definendolo "un falso" e ha intentato una causa per diffamazione da 10 miliardi di dollari contro il Wall Street Journal, il suo editore Dow Jones, due giornalisti e il magnate dei media Rupert Murdoch.
Leggi tutto: Caso Epstein, l'ex super avvocato: "Ghislaine sa tutto, liberatela e parlerà"
(Adnkronos) - Quello tra Ilary Blasi e Francesco Totti è stato uno dei divorzi più chiacchierati d’Italia. Dopo quasi 20 anni insieme, il calciatore e la conduttrice televisiva hanno scelto di percorrere strade diverse, ma il loro legame continua a vivere nella memoria collettiva.. e sui social.
È diventato virale infatti un video pubblicato da un fan della storica coppia: una clip nostalgica, accompagnata dalla frase “Non li supererò mai”, che mostra un vecchio scatto di Ilary e Francesco sorridenti, in riva al mare, con indosso la maglia della Roma. Un’immagine d’altri tempi che ha riacceso la nostalgia.
Ma c’è un dettaglio che ha colpito i fan e che non è passato inosservato: la clip è stata ricondivisa da Chanel Totti, la secondogenita della ex coppia, che ha da poco compiuto 18 anni. “Immagino il dolore che Chanel possa aver provato”, si legge tra i commenti. “Questo mi ha spezzato il cuore”, scrive un altro utente. Per molti, è stato un chiaro segnale di quanto la separazione dei genitori abbia lasciato un segno profondo.
Leggi tutto: Totti e Ilary Blasi, il video nostalgico dei fan 'arriva' a Chanel: la reazione
(Adnkronos) - "Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature in cui mi è stato dato l’onere e l’onore di essere sindaco di Milano si è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ritengo essere l’interesse dei cittadini e delle cittadine". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riferendo in Consiglio comunale sull'inchiesta della procura sulla gestione dell'urbanistica che lo vede indagato.
Una relazione partita "prima di tutto dal mio coinvolgimento nell'indagine", ha spiegato Sala all'inizio del suo discorso, esprimendo il desiderio di essere "chiarissimo". "In tutto ciò che ho fatto nel mio mestiere di sindaco - ha assicurato - non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite".
"Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, in cui le certezze sembrano vacillare e spesso pare che anche le fisionomie più note sembrino confondersi", ha spiegato aprendo il suo discorso.
"Sono qui doverosamente con voi in un momento delicato per molti motivi che hanno a che vedere con la mia persona, con i destini di tante persone che hanno creduto in questa avventura politica, con tutto ciò che abbiamo condiviso o meno in quest'aula", ha detto Sala rivolgendosi a consiglieri e consigliere.
"Oggi sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo con il vostro aiuto e a proseguire nell'incarico che i milanesi ci hanno democraticamente affidato", le parole del sindaco tra gli applausi.
"Ho pensato seriamente, e ne ho parlato tanto in famiglia, alla possibilità di non andare avanti", ha confessato il primo cittadino a consiglieri e consigliere. "E' dal gennaio del 2009, da 16 anni, che ho dato professionalmente e umanamente tutto quello che ho a Milano. E se trovo ancora la motivazione e le energie per proseguire in questo incarico non è per mia soddisfazione personale o per mia ambizione, ma per un motivo molto più semplice: è il vero insegnamento che ho ricevuto da mio padre", ha detto Sala, riferendo di una frase che il padre artigiano gli disse quando capì che avrebbe fatto un mestiere diverso dal suo. "Mi disse 'Fai quello che vuoi nella vita, ma ricordati che io ti guarderò e vorrò essere certo che stai facendo il tuo dovere fino in fondo'. E oggi sono più che mai motivato a fare il mio dovere fino in fondo", ha assicurato il sindaco.
"Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c'è e c'è coraggiosamente, con responsabilità e cuore, in antitesi a credere, obbedire e combattere - come affermava Antonio Greppi - io ci sono", ha continuato, citando il predecessore che guidò il Comune nel secondo dopoguerra.
"Io - ha aggiunto Sala tra gli applausi dei consiglieri di maggioranza - ci sono con tutta la passione, con tutta la voglia e con tutto l'amore per questa città di cui sono capace. Ho ricevuto più messaggi, e-mail e telefonate in questo frangente di quando sono stato eletto da amici, vertici presenti e passati delle istituzioni, da sconosciuti, da miei elettori e da persone che mi hanno detto di essere di centrodestra. Persone che non mi hanno votato ma che mi hanno detto di credere nella mia onestà e nella mia dedizione".
Applausi dal pubblico presente in Aula consiliare a Palazzo Marino al termine discorso del primo cittadino. "Non do giudizi sull'operato magistratura - ha quindi detto ancora Sala -, però non posso esimermi dal rilevare un comportamento ricorrente in questo Paese che ritengo profondamente sbagliato. Sempre i media riferiscono che, secondo la magistratura, non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché perché non è stato necessario svolgere indagini nelle quali è prevista la partecipazione dell’indagato. Perché quest’informazione è stata divulgata ai media e chiedo a voi colleghi politici se ciò continua a starvi bene".
Al consigliere Marcora che "ha postato la mia foto vestito da galeotto voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e a quello del Senato". "Ora starò a vedere - ha aggiunto Sala- se la forza politica a cui ha aderito, l’ennesima a cui ha aderito, le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Sennò significherà che il partito che governa la nostra nazione ha integrità". Il consigliere di Fratelli d'Italia, Enrico Marcora, ha quindi contestato l'uscita del primo cittadino.
"Ho rassegnato oggi le dimissioni dalla mia carica di assessore. Giungo a questa decisione, profondamente sofferta, perché ritengo sia la migliore", ha poi annunciato oggi l'assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, durante il suo intervento nella seduta odierna di Consiglio comunale.
"La mia coscienza è pulita, ho prestato la mia opera con passione, impegno, rispetto per tutte e per tutti, leale confronto e con amore profondo per la città. Questo mio gesto, spero, sia tenuto per una maggiore serenità e per giungere il prima possibile a una dimensione di chiarezza e giustizia", ha poi spiegato.
"Ci tengo a dire - ha quindi aggiunto - che la mia vita, professionale o no, è sempre stata improntata a valori etici e morali, sempre a me riconosciuti da più parti, in più contesti, anche nella mia attività di assessore negli ultimi quasi quattro anni".
"È stata un'esperienza che chiudo in modo infelice, ma che ho vissuto con entusiasmo, anche nei momenti difficili, sorretto dal sindaco, dagli straordinari colleghi di Giunta, da tanti ex colleghi e amici. Nella mia attuale posizione, con un'indagine in corso, mi limito ad aggiungere poche considerazioni. Sull'estraneità del mio operato, qualsiasi intento o illecito, o per qualsiasi interesse personale, non posso che rimettermi agli organi giudiziari" ha affermato Tancredi.
(Adnkronos) - "Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature in cui mi è stato dato l’onere e l’onore di essere sindaco di Milano si è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ritengo essere l’interesse dei cittadini e delle cittadine". Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riferendo in Consiglio comunale sull'inchiesta della procura sulla gestione dell'urbanistica che lo vede indagato.
Una relazione partita "prima di tutto dal mio coinvolgimento nell'indagine", ha spiegato Sala all'inizio del suo discorso, esprimendo il desiderio di essere "chiarissimo". "In tutto ciò che ho fatto nel mio mestiere di sindaco - ha assicurato - non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite".
"Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, in cui le certezze sembrano vacillare e spesso pare che anche le fisionomie più note sembrino confondersi", ha spiegato aprendo il suo discorso.
"Sono qui doverosamente con voi in un momento delicato per molti motivi che hanno a che vedere con la mia persona, con i destini di tante persone che hanno creduto in questa avventura politica, con tutto ciò che abbiamo condiviso o meno in quest'aula", ha detto Sala rivolgendosi a consiglieri e consigliere.
Applausi dal pubblico presente in Aula consiliare a Palazzo Marino per il discorso del primo cittadino. "Non do giudizi sull'operato magistratura - ha ancora detto Sala -, però non posso esimermi dal rilevare un comportamento ricorrente in questo Paese che ritengo profondamente sbagliato. Sempre i media riferiscono che, secondo la magistratura, non sarebbe stato necessario notificarmi alcunché perché non è stato necessario svolgere indagini nelle quali è prevista la partecipazione dell’indagato. Perché quest’informazione è stata divulgata ai media e chiedo a voi colleghi politici se ciò continua a starvi bene".
Al consigliere Marcora che "ha postato la mia foto vestito da galeotto voglio dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e a quello del Senato". "Ora starò a vedere - ha aggiunto Sala- se la forza politica a cui ha aderito, l’ennesima a cui ha aderito, le farà fare carriera, vorrà dire che condivide e appoggia il suo comportamento. Sennò significherà che il partito che governa la nostra nazione ha integrità". Il consigliere di Fratelli d'Italia, Enrico Marcora, ha quindi contestato l'uscita del primo cittadino.
"Ho rassegnato oggi le dimissioni dalla mia carica di assessore. Giungo a questa decisione, profondamente sofferta, perché ritengo sia la migliore", ha poi annunciato oggi l'assessore alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano, Giancarlo Tancredi, durante il suo intervento nella seduta odierna di Consiglio comunale.
(Adnkronos) - La Lazio e l'Istituto dermopatico dell'Immacolata, Idi-Irccs di Roma, insieme per la prevenzione con due giornate - domani e dopodomani - dedicate alla salute della pelle per calciatori e staff. Nel quadro delle proprie attività di promozione della salute e della prevenzione, la Società sportiva Lazio ha scelto l'istituto romano specializzato nella cura e nella ricerca delle patologie della pelle per la campagna di screening dermatologico dedicata agli atleti della prima squadra e all'intero staff tecnico. L'iniziativa, articolata in due giornate di prevenzione dermatologica, è in programma presso il Centro sportivo di Formello.
Durante gli incontri, gli specialisti dermatologi dell'Idi-Irccs effettueranno visite specialistiche e approfondimenti in videodermatoscopia digitale in epiluminescenza per il controllo delle lesioni della cute. L'attività rientra in un progetto più ampio mirato a rafforzare la cultura della prevenzione tra gli atleti professionisti e lo staff di una delle principali realtà sportive italiane, promuovendo comportamenti corretti legati alla protezione solare, all'autocontrollo cutaneo e alla cura della pelle. L'iniziativa rappresenta "un importante momento di collaborazione tra sport e sanità - spiega una nota - valorizzando l'impegno congiunto di Ss Lazio e Idi-Irccs nella diffusione di una maggiore consapevolezza sul tema della prevenzione dermatologica".
"L'Idi Irccs - spiega Alessandro Zurzolo, consigliere delegato dell'istituto di ricovero e cura a carattere scientifico - conferma il proprio impegno mettendo a disposizione le competenze altamente specializzate dei nostri medici e del nostro personale sanitario al servizio di progetti di sensibilizzazione e diagnosi precoce anche in ambiti di altissima professionalità sportiva come avviene in questo caso". Lo screening dermatologico, afferma Gianni Di Lella, direttore dello Skin Cancer Center dell'Idi, "rappresenta uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce e riveste un'importanza particolare per chi, come gli atleti e i professionisti sportivi, trascorre molto tempo all'aperto ed è esposto spesso all'azione dei raggi Uv".
(Adnkronos) - ''La sentenza della Corte Costituzionale che riconosce alla seconda madre di una coppia arcobaleno il diritto di godere del congedo di paternità è la più chiara ed evidente dimostrazione di quanto ridicolo e allo stesso tempo drammatico sia l’impatto delle follie Gender sull’ordinamento giuridico e sociale italiano''. Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, commenta la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha deciso che “la lavoratrice, madre intenzionale di una coppia di donne risultanti genitori nei registri dello Stato Civile, ha diritto al congedo obbligatorio di paternità”.
''Prima l’equiparazione delle coppie gay alla famiglia con le unioni civili, poi la sostituzione di madre e padre con ‘genitore 1 e 2’ sui documenti e il via libera all’iscrizione anagrafica di figli ‘miracolosamente’ nati da due padri o due madri, ora il condego di paternità per una donna: aver abbandonato il diritto naturale e la realtà scientifica, per cui si nasce solo da un padre maschio e una madre femmina, non poteva che generare questo caos a ogni livello, confusione di cui fanno purtroppo le spese i soggetti più fragili e indifesi, i bambini a cui è stato strappato il diritto di conoscere la loro mamma e il loro papà'', conclude.
Leggi tutto: Pro Vita & Famiglia: "Sentenza su congedo madre arcobaleno smaschera delirio Gender"
(Adnkronos) - L'esecuzione di screening pediatrici per il diabete di tipo 1 e la celiachia ha ridotto del 26% i casi di chetoacidosi diabetica (Dka) e del 49% quelli gravi nelle 4 regioni coinvolte dal progetto pilota D1Ce. Sono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista 'Diabetes, Obesity and Metabolism', che per la prima volta dimostra l'impatto tangibile e l'utilità degli screening istituiti con la legge 130/23. L'indagine è stata coordinata dalla Società italiana di diabetologia ed endocrinologia pediatrica (Siedp), che ha condotto uno studio retrospettivo sull'incidenza della chetoacidosi diabetica in esordio di malattia in 58 centri pediatrici italiani, nel 2023 e nel 2024, comparando le regioni coinvolte nello studio D1Ce propedeutico all'applicazione della legge 130 (Lombardia, Marche, Campania e Sardegna), con quelle non coinvolte. Co-autrice la Fondazione italiana diabete (Fid), che ha supportato la genesi e il percorso di approvazione della legge 130.
"I dati sono chiari - afferma Valentino Cherubini, presidente Siedp e primo autore dello studio - Nelle regioni dove è stato avviato il progetto di screening, i bambini hanno avuto una probabilità significativamente più bassa di arrivare alla diagnosi di diabete in chetoacidosi, anche grave. E' un segnale inequivocabile che la prevenzione funziona e che il coinvolgimento e la formazione dei pediatri fa la differenza". Il progetto D1Ce (Diabetes type 1 and Celiac disease Screen Study), implementato dall'Istituto superiore di sanità in collaborazione con un pool di esperti e i pediatri di libera scelta - ricorda una nota - mirava a definire una procedura di screening che potesse portare alla miglior applicazione della legge 130/23. L'obiettivo era fornire al ministero della Salute gli strumenti per poter definire i decreti attuativi della legge. Il progetto ha coinvolto i pediatri di libera scelta che, opportunamente formati e sensibilizzati sui rischi di un esordio non gestito di diabete di tipo 1, hanno eseguito i prelievi per lo screening nei bambini da loro seguiti.
Grazie all'impegno del vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mulè e della Fid, l'Italia è stato il primo Paese al mondo a introdurre per legge uno screening gratuito e volontario del diabete tipo 1 e della celiachia nei bambini. Approvata nel settembre 2023 all'unanimità, la legge 130/23 mira a diagnosticare precocemente queste due malattie autoimmuni, evitando complicanze come la Dka che possono mettere a rischio la vita dei bambini, causare coma, necessitare di ricoveri in terapia intensiva e peggiorare la gestione del diabete di tipo 1 nel lungo periodo. "Abbiamo voluto questa legge - sottolinea Nicola Zeni, presidente Fid - perché troppi bambini arrivano tardi alla diagnosi e, con le loro famiglie, affrontano il trauma di un esordio con complicanze gravi. Oggi, grazie a questo nuovo studio, abbiamo l'ulteriore dimostrazione che il nostro impegno ha già salvato delle vite. E' necessario iniziare ad applicare la legge in tutte le Regioni italiane il prima possibile".
Nel dettaglio - riporta la nota - lo studio ha confrontato i dati raccolti in 58 centri italiani di diabetologia pediatrica su 2.398 nuove diagnosi di diabete di tipo 1. Nei bambini residenti nelle regioni partecipanti al D1Ce si sono osservate una riduzione del 26% della probabilità di presentare chetoacidosi alla diagnosi e una riduzione del 49% della probabilità di chetoacidosi grave. Sorprendentemente, l'effetto si è evidenziato già nel 2023, prima che iniziasse lo screening, a dimostrazione del ruolo cruciale della formazione dei pediatri e della sensibilizzazione delle famiglie. "E' un risultato che va oltre le aspettative - dichiara Andrea Scaramuzza, principal investigator dello studio - Non è stato solo lo screening in sé, ma il cambiamento culturale tra i medici e nelle famiglie a ridurre soprattutto i casi gravi".
Questo studio "dimostra che l'unione tra fondazioni, scienza, medicina specialistica e del territorio, politica e persone con diabete può migliorare la salute pubblica - rimarca Francesca Ulivi, direttore generale Fid e tra gli autori della pubblicazione - Continueremo a lavorare non solo per rendere la chetoacidosi diabetica una rarità in Italia, affinché nessun bambino muoia ancora per una mancata diagnosi o ne porti le conseguenze a vita, ma anche per fare in modo che il diabete di tipo 1 si possa finalmente prevenire e guarire".
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(Adnkronos) - Dovrebbe essere un paradiso e invece è l'inferno. Almeno, per i dipendenti che si occupano del giardino di re Carlo, l'ambiente di lavoro di Highgrove House è tossico, un posto terribile in cui prestare servizio. La colpa non è dei fiori che ne fanno parte o, come si potrebbe pensare, dei diserbanti e dei prodotti chimici altamente inquinanti che spesso vengono utilizzati nelle colture floreali. Anzi: da questo punto di vista, il parco è coltivato secondo i principi dell'agricoltura biologica tanto cari al sovrano. E nemmeno venga in mente che si tratti di un giardino spettrale, perché quello della residenza privata del re nel Gloucestershire è quanto di più lontano si possa immaginare da un posto infestato da mostri e fantasmi. Prati, alberi, fiori, fontane e laghetti sono infatti idilliaci, come possono testimoniare anche le migliaia di persone che dal 1996 ogni anno visitano il parco.
Il problema vero, stando ai giardinieri, è invece proprio Sua Maestà e il suo modo 'dispotico' di trattare i dipendenti. Un'inchiesta del Sunday Times di Londra ha portato alla luce accuse mosse dal tormentato team presso la residenza privata del re. Sostiene che, dei 12 dipendenti a tempo pieno addetti al giardinaggio, che lavoravano a Highgrove nel 2022, 11 si sono dimessi e sono stati sostituiti, inclusi non uno, ma ben due capo giardinieri. Il rapporto dipinge un quadro condizionato da una cultura aziendale tossica proprio nel cuore dell'amato santuario del re. Ex membri dello staff descrivono Charles come "intensamente esigente", incline a inviare note critiche scritte con inchiostro rosso spesso e a lasciarsi coinvolgere in minuziosi dettagli orticoli, riporta il Times. Di un giardiniere che commise un semplice errore, disse: "Non mettete più quell'uomo davanti a me".
In un promemoria si legge che Sua Maestà avrebbe ordinato al personale di rimuovere una singola erbaccia infestante vicino al perimetro di una piscina. In un altro ha rimproverato il personale per errori grammaticali, e in un altro ancora lo ha rimproverato dopo un raccolto di delphinium andato a male. Nel 2023, un ex dipendente presentò un reclamo formale in cui descriveva un team "sopraffatto e in difficoltà nel soddisfare le richieste del re". Nella stessa denuncia si affermava: "C'è poca gestione delle aspettative di Sua Maestà il re e so che non mi sarebbe permesso dire che siamo a corto di personale". A complicare il problema ci sono i bassi stipendi (endemici nelle case reali). Molti giardinieri di Highgrove vengono pagati solo il salario minimo, una fonte di frustrazione per il personale che lavora sotto forte pressione e con aspettative complesse da parte di un capo esigente.
La King's Foundation, l'ente di beneficenza responsabile della gestione di Highgrove e delle sue operazioni, ha risposto all'elevato tasso di turnover del personale commissionando un'indagine esterna sulla questione. Sorprendentemente, la revisione ha concluso che l'ambiente di lavoro era così scadente che si raccomandava di fornire "supporto e consulenza per la salute mentale" al personale, un colpo di scena profondamente ironico, dato che i giardini di Highgrove dovrebbero rappresentare serenità, equilibrio e pace. L'inchiesta ha anche evidenziato un suggerimento particolarmente insensibile, a quanto pare avanzato dal re all'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina. Secondo il Sunday Times, Carlo avrebbe lanciato l'idea di utilizzare rifugiati ucraini o anziani come volontari nei giardini.
Un giardiniere ha detto che il personale veniva trattato come "spazzatura", aggiungendo: "C'era rabbia che ribolliva in superficie... molta impazienza, nessuna cortesia". Un'altra persona ha dichiarato che la posizione del re rendeva impossibile parlare: "Era come se dovessi essere grato che ti avessero dato un lavoro, e tu lavori per il re, la persona più importante del Paese". In una breve dichiarazione al Sunday Times, la King's Foundation ha sostenuto che la soddisfazione del personale è elevata, citando i sondaggi condotti tra i dipendenti, e ha anche sottolineato l'implementazione di "cambiamenti per migliorare il lavoro di squadra e le comunicazioni".
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(Adnkronos) - 'Tre ciotole' diretto dalla regista spagnola Isabel Coixet con protagonisti Alba Rohrwacher e Elio Germano sarà presentato in anteprima mondiale al TIFF - Toronto International Film Festival (4-14 settembre) e arriverà nelle sale italiane il 9 ottobre con Vision Distribution. Il film, scritto da Enrico Audenino e Isabel Coixet, è tratto dall’omonimo libro di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200mila copie vendute. Nel cast anche Silvia D’amico, Galatea Bellugi, Francesco Carril e con Sarita Choudhury.
"Dopo quello che sembrava un banale litigio, Marta e Antonio si lasciano. Marta - si legge sulla sinossi - reagisce alla rottura chiudendosi in sé stessa. L’unico sintomo che non può ignorare è la sua improvvisa mancanza di appetito. Antonio, chef in rampa di lancio, si butta sul lavoro. Eppure, sebbene sia stato lui a lasciare Marta, non riesce a dimenticarla. Quando Marta scopre che la mancanza di appetito ha più a che fare con la propria salute che con il dolore della separazione, tutto cambia: il sapore del cibo, la musica, il desiderio, la certezza delle scelte fatte".
'Tre Ciotole' è una produzione italo-spagnola di Cattleya - parte di ITV Studios - Ruvido Produzioni, Bartlebyfilm e Vision Distribution, insieme a Buenapinta Media, Bteam Prods, Perdición Films, Apaches Entertainment, Tres Cuencos AIE. Il progetto è realizzato in collaborazione con il ministero della Cultura - Opera realizzata con il contributo del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo e in collaborazione con Sky e con la partecipazione di RTVE e di MAX con il finanziamento di Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales O.A./Ministerio de Cultura/Gobierno de de España. Il film sarà distribuito in Spagna da BTeam Pictures e in Italia da Vision Distribution che gestisce anche le vendite internazionali.
(Adnkronos) - C’è il fattore umano dietro l’inchiesta sull’urbanistica che ha travolto Milano. Sono più di 4.000 le famiglie che subiscono le conseguenze di questa situazione. C’è chi ha una casa che non può vendere perché è sotto inchiesta, quanti si trovano ad aver versato una caparra per l’acquisto ma si sono poi trovati con il cantiere sequestrato, e chi invece ha comprato casa su carta il cui progetto non ha mai visto la luce, ma è rimasto bloccato negli uffici comunali, in un limbo che non si sa quando terminerà. Ma i soldi sono già stati messi, chi 100mila euro, chi 200mila. Cifre accumulate lavorando, o, a volte, anche con l’aiuto dei genitori. “Ci sono situazioni in cui le persone stanno continuando a pagare nonostante la costruzione non sia ancora partita perché da contratto, il costruttore ha il coltello dalla parte del manico” dice all’Adnkronos Filippo Borsellino, portavoce del Comitato Famiglie Sospese, nato per riunire quanti come lui si trovano in questo limbo in seguito all’inchiesta avviata dalla Procura meneghina. “Abbiamo letto sui giornali che queste erano case destinate ai ricchi, case di lusso, quando la realtà è ben diversa: questo blocco coinvolge tutto il centro medio della città, sono ferme anche tutte le costruzioni in edilizia convenzionata. Così si contribuisce all’aumento dei prezzi perché chiaramente la domanda resta alta, mentre l’offerta è stata fortemente diminuita”.
Filippo ha acquistato un appartamento alle Residenze Lac di via Cancano due anni fa: “Il cantiere è stato sequestrato un anno fa, il 19 luglio del 2024. Ho investito sui 100.000 euro, risparmi del lavoro con anche un aiuto da parte dei miei genitori”. I cantieri sotto sequestro sono tre, mentre per i progetti su carta bloccati si parla di una cifra che supera i 150. “Quanto abbiamo fatto la stima con i costruttori, ci hanno detto che i progetti sono più o meno 170, di cui 110 con le problematiche contestate dalla Procura, mentre 60 realizzati seguendo le linee guida da rispettare. Ci sono tantissimi casi bloccati e non viene fatta distinzione tra contestazioni e non contestazioni. Resta tutto bloccato” sottolinea Borsellino. Il portavoce del Comitato incalza: “Una cosa che mi preme è sottolineare la questione delle fedeiussioni, che bastava chiederle indietro, ma non è così semplice. Ci sono stati casi in cui i costruttori hanno proprio detto che non avrebbero restituito il denaro a meno che il cantiere non fosse ripartito. Così si parla di entrare in processi, spese legali e nel comitato ci sono molti pensionati che hanno fatto una scelta di vita, quella di venire a vivere vicino ai propri nipotini. Oltre al danno economico c'è un danno di vita e sono anni che non verranno mai restituiti”.
Filippo e le altre persone colpite dal blocco hanno dovuto arrangiarsi in altre maniere: “Sto in affitto, oppure mi appoggio agli amici. E ci sono altre famiglie che sono nella stessa situazione”. “Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e non abbiamo idea di quello che sarà il futuro. Non abbiamo nemmeno idea di quelle come saranno le prossime settimane o i prossimi mesi”. Borsellino chiede una risposta: “Come acquirenti, ma soprattutto come cittadini di Milano, speriamo venga fatta chiarezza su quello che è successo. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, però al momento le uniche persone che stanno pagando questa situazione siamo noi che abbiamo fatto tutto nella legalità”.
Il Comitato sarà presente alla seduta odierna del Consiglio comunale con una piccola delegazione: “Ci aspettiamo delle risposte chiare che non provengano solamente dalla politica locale, ma anche dalla politica nazionale e da tutti i partiti. Le famiglie non abbiano un colore politico. Le famiglie non appartengono a nessuna fazione, ma a tutti quanti. Mi auguro che insieme venga fatto un lavoro per cui trovare una soluzione nel più breve tempo possibile, rispettando quelli che sono i lavori della magistratura”. La richiesta di Filippo e del Comitato è una sola, che i cantieri vengano sbloccati e che chi ha sbagliato paghi. Al sindaco di Milano Giuseppe Sala “non spetta a noi dirgli qualcosa. Spetta più a lui e all’amministrazione dire qualcosa a noi su quello che sarà il nostro futuro”. Borselli si rivolge anche ai costruttori: “L’appello che faccio ad alcuni di loro è quello di avere una conversazione, un dialogo il più chiaro e trasparente possibile con tutti gli acquirenti e le famiglie”.
(Adnkronos) - E' un rischio invisibile, ma concreto. Un nemico silenzioso che si insinua nel corpo femminile e minaccia la salute riproduttiva. Le microplastiche non sono solo un problema ambientale, ma rappresentano un'emergenza sanitaria, soprattutto per le donne. La prima allerta era arrivata già nel 2020 da Antonio Ragusa, allora primario di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale Fatebenefratelli-Isola Tiberina di Roma, che con il suo team, in collaborazione con il Politecnico delle Marche, aveva trovato frammenti di plastica in 6 placente di donne sane. Oggi una nuova ricerca coordinata dall'andrologo Luigi Montano, già presidente della Società italiana della riproduzione umana (Siru), e condotta su donne sottoposte a tecniche di procreazione medicalmente assistita, rilancia l'allarme: 14 pazienti su 18 monitorate presentavano microplastiche nel fluido follicolare. Una contaminazione potenzialmente in grado di alterare la qualità degli ovociti, disturbare l'equilibrio ormonale e compromettere la fertilità.
A fare il punto è Silvia Vaccari, presidente della Fnopo, la Federazione nazionale degli Ordini della professione ostetrica. "Questi dati scientifici - avverte - rappresentano un campanello d'allarme che non possiamo più ignorare. Tutelare la fertilità e la salute riproduttiva della donna è oggi una priorità assoluta di sanità pubblica. E' necessario monitorare, informare e prevenire l'esposizione, specialmente nelle fasce più vulnerabili come le donne in gravidanza o in età fertile". Con l'estate l'esposizione involontaria cresce, sottolinea la presidente: "Con il caldo il rischio aumenta, perché il calore favorisce il passaggio delle microplastiche dagli oggetti al nostro organismo". Bottiglie d'acqua lasciate al sole, contenitori riscaldati nel microonde, bustine da tè o tazze di carta cerata sono veicoli comuni di contaminazione, spesso ignorati.
Di fronte a questa emergenza ambientale e sanitaria, le ostetriche rappresentano una risorsa cruciale per l'educazione e la prevenzione, evidenzia il vertice Fnopo. "Il loro ruolo non si limita più alla sola assistenza durante gravidanza e parto: diventa sempre più un presidio attivo per la tutela della salute femminile nel suo complesso", dice Vaccari. Le ostetriche possono informare le donne sulle principali fonti di esposizione alle microplastiche e spiegarne i potenziali effetti sullo sviluppo fetale e sulla fertilità. "Limitare il consumo di cibi confezionati nella plastica, preferire materiali come vetro e carta soprattutto con alimenti caldi, scegliere prodotti per l'igiene privi di microplastiche: sono gesti quotidiani che possono fare la differenza", assicura la presidente delle ostetriche.
Anche nella scelta dei detergenti e degli indumenti è importante prediligere soluzioni naturali. "Le microfibre rilasciate dai capi sintetici durante il lavaggio si trasformano in microplastiche - spiega ancora Vaccari - e alcune sostanze presenti in frutti di mare, miele, zucchero o sale possono accumularsi nel nostro organismo. Alimentazione e stile di vita sono oggi elementi chiave per proteggere la fertilità".
Compito delle ostetriche, aggiunge la numero uno della Fnopo, è offrire supporto mirato alle donne in età fertile o in gravidanza, guidandole verso scelte che tutelino la loro salute e quella del nascituro. "Dobbiamo spiegare come le microplastiche entrano nel corpo: attraverso ciò che mangiamo, beviamo, respiriamo o spalmiamo sulla pelle. Serve informazione, non allarmismo", precisa Vaccari che indica la necessità di suggerire soluzioni concrete, come ridurre la plastica monouso, scegliere alimenti freschi e integrali, utilizzare cosmetici naturali e installare filtri per l'acqua che riducano la contaminazione. "Infine - aggiunge - dobbiamo restare aggiornate sugli sviluppi scientifici, per offrire alle donne strumenti efficaci e sicuri per proteggere la loro salute riproduttiva. La plastica è ovunque, ma insieme possiamo limitarne gli effetti più dannosi. La salute ambientale è, a tutti gli effetti, salute femminile".
"Non possiamo più parlare di salute femminile - puntualizza la presidente Fnopo - senza considerare i fattori ambientali. Le ostetriche sono pronte a fare la loro parte con un approccio educativo e preventivo, spiegando alle donne come ridurre l’esposizione e riconoscere i rischi. L'ecologia deve entrare a pieno titolo nel percorso nascita". Dai mari alla placenta, dalle bottiglie alle ovaie, la plastica ha ormai colonizzato anche i luoghi più intimi del corpo femminile. Sta alla sanità pubblica, alla ricerca e alle professioni sanitarie rispondere, prima che sia troppo tardi. "Se non agiamo adesso, rischiamo di compromettere il futuro riproduttivo di un’intera generazione. E in estate, più che mai, abbiamo il dovere di informare le donne e proteggerle. Perché la salute ambientale è salute femminile", conclude Vaccari.
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