Associazione Sdr, 'complessivamente sono 746, è un nuovo record'... 
Nancy Pelosi, che è stata la prima donna Speaker della Camera, annuncia che non si ricandiderà alle elezioni di midterm nel novembre del 2026, mettendo così fine a una carriera al Congresso di quasi 40 anni. "Non mi ricandiderò al Congresso, con cuore grato, guardo all'ultimo anno di servizio come vostre rappresentante", ha detto la democratica italoamericana, che ha 85 anni, in un video indirizzato agli elettori del distretto di San Francisco che rappresenta dal 1987.
L'annuncio della ex Speaker arriva, come era atteso, dopo che i democratici della California hanno incassato martedì un'importante vittoria al referendum per ridisegnare i distretti elettorali in favore dei democratici. Donald Trump ha commentato così la notizia: "Il ritiro di Nancy Pelosi è ottimo per l'America. Era malvagia, corrotta e pensava solo a fare il male di questo Paese".
Chi è Nancy Pelosi
Nata nel 1940 a Baltimora in una famiglia italoamericana, sia da parte di madre, immigrata da Fornelli nel 1912, che di padre, Nancy si occupa di politica sin da giovane, seguendo le orme del padre, Thomas D'Alesandro, è stato prima deputato e poi sindaco di Baltimora, come lo è stato anche il fratello maggiore Thomas D'Alessandro III. Si trasferisce poi a San Francisco dopo il matrimonio con Paul Pelosi, un investitore conosciuto durante l'università a Washington, con il quale ha avuto cinque figli.
Diventata leader della minoranza democratica nel 2002, Pelosi è poi entrata nella storia quando, dopo la vittoria democratica alle elezioni di midterm del secondo mandato di George Bush, diventa la prima donna Speaker della Camera. E per segnare la differenza, al momento delle elezione si fa fotografare sul podio, con il famoso martelletto in mano, circondata dai suoi nipoti, e da figli e nipoti di altri deputati.
Negli anni della sua lunga leadership - dopo essere stata Speaker tra il 2007 e il 2011, lo è stata di nuovo tra il 2019 e il 2023, anno in cui lascia anche la carica di leader di minoranza, rimanendo però deputata - ha guidato i democratici con pugno di ferro, capacità persuasiva ma anche paura di punizioni. Ha al suo attivo il passaggio di riforme storiche e rivoluzione, con l'Affordable Care Act, il cosiddetto Obamacare nel 2010, o il più recente Inflation Reduction Act, del 2021, considerato allora la pietra miliare della politica Usa per la lotta ai cambiamenti climatici.
L'antagonismo con Trump
Il secondo mandato da Speaker è stato caratterizzato anche e soprattutto dal fiero antagonismo tra Pelosi e Donald Trump, al suo primo mandato da presidente, con frequenti scontri pubblici tra i due, alcuni rimasti celebri. Con lei Speaker Trump è stato messo due volte sotto impeachment, senza contare il ruolo svolto da Pelosi durante le drammatiche ore dell'assalto al Congresso da parte dei sostenitori del presidente sconfitto alle elezioni del 2020, e poi dopo con l'istituzione della commissione di inchiesta.
Pelosi: "Abbiamo fatto la storia"
"Si può sostenere che sia stata la più forte Speaker della storia", è il riconoscimento che le ha rivolto nel 2021 Newt Gingrich, repubblicano suo grande avversario politico che è stato a sua volta Speaker alla fine degli anni novanta.
Nel messaggio video ai suoi elettori, Pelosi rivendica il fatto che "abbiamo fatto la storia, il progresso, abbiamo sempre aperto al strada, ed ora dobbiamo continuare a farlo rimanendo partecipanti a pieno della democrazia e combattendo per gli ideali americani che abbiamo cari".

“È un’edizione straordinaria di Ecomondo, con tantissima innovazione nel segno dell’economia circolare”. Lo ha dichiarato il viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava. “Abbiamo raggiunto i target europei al 2030 già nel 2021, grazie al lavoro con imprese, consorzi e istituti di ricerca. Continuiamo su questa strada di sviluppo sostenibile”, ha detto Gava.

I contratti firmati con le Rsa per il ricovero dei propri familiari possono essere nulli. E questo significa, in molti casi, avere diritto al rimborso delle somme versate, anche per periodi pluriennali. Così in una nota Consulcesi & Partners, ricordando che "una recente sentenza della Corte d'Appello di Milano (n. 2709/2025) ha disposto un risarcimento di oltre 108mila euro, confermando un principio ormai consolidato: anche quando un contratto è firmato da familiari o da amministratori di sostegno, se l'impegno economico è in contrasto con la legge può essere dichiarato nullo. La legge tutela così i cittadini da obblighi privi di una base giuridica valida, garantendo correttezza e trasparenza nei rapporti economici, e la Rsa sarà condannata a restituire quanto incassato".
Un orientamento - prosegue Consulcesi - che trova conferma anche in numerose decisioni della Cassazione, a tutela dei cittadini e contro richieste economiche spesso illegittime da parte delle strutture sanitarie. Sempre più giudici riconoscono che, nei casi di pazienti affetti da Alzheimer o da gravi patologie neurodegenerative, le prestazioni sanitarie fornite nelle Rsa (cure mediche, fisioterapia, assistenza infermieristica) non possono essere separate da quelle socioassistenziali. Di conseguenza, l'intero costo della degenza deve gravare sul Servizio sanitario nazionale, e non sulle famiglie. "Si tratta di un principio fondamentale - afferma Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners - perché molte famiglie non sanno che possono chiedere il rimborso anche per somme versate da anni, se sussistono determinate condizioni sanitarie e amministrative".
Per aiutare le famiglie a orientarsi tra norme, documenti e procedure - si legge in una nota - Consulcesi & Partners è in prima linea con il servizio Soluzione Rsa, che ha realizzato una guida operativa gratuita: 'Rimborsi rette Rsa: tutto quello che c'è da sapere. La guida pratica'. Soluzione Rsa[1] spiega in modo chiaro e accessibile: quando una retta Rsa può essere rimborsata; chi può presentare la richiesta (familiari, amministratori di sostegno, eredi); quali documenti conservare per l'analisi preliminare (cartella clinica, contratto Rsa, ricevute di pagamento); come avviare la procedura senza anticipare spese legali. "Il nostro obiettivo è rendere tutto più comprensibile e accessibile - aggiunge Borin - Troppo spesso le famiglie rinunciano a far valere un diritto semplicemente perché non sanno da dove cominciare". Attraverso Soluzione Rsa, Consulcesi & Partners offre una valutazione legale preliminare, che consente di capire rapidamente se sussistono i presupposti per chiedere il rimborso delle rette versate. Un supporto concreto per migliaia di famiglie che ogni anno affrontano costi elevati per l'assistenza dei propri cari affetti da Alzheimer e patologie neurodegenerative. Tutte le informazioni e la guida completa su www.soluzione-rsa.it[2].
Quattro giorni tra arte e archeologia, anche un premio speciale... 
Laerte Pappalardo è tornato a parlare di un periodo molto complicato della sua vita, quando dopo la partecipazione all'Isola dei famosi era entrato nel tunnel dell'anoressia. Ospite a La volta buona, il figlio di Adriano Pappalardo ha detto: "Da ipocondriaco uscito dall'Isola ero terrorizzato, e il dottore mi disse ‘non è che tu adesso esci e mangi? Vai piano perché la peristalsi è molto alta’. Io prima dell’Isola pesavo 71 kg, dopo ero arrivato a 54 kg uscito da lì. Quindi sì, ho perso tanto peso", ha spiegato ammettendo che quel corpo iniziava a piacergli.
Il volto televisivo ha ammesso di aver smesso di mangiare: "Non ho mangiato più per due anni. Mangiavo una scatoletta di tonno e una mela al giorno per due anni. Stavo a 270 calorie al giorno", ha raccontato. "Andavo al supermercato e controllavo i grassi di tutto, ero completamente in un loop infernale. Quando la gente diceva ‘Ti trovo meglio’, dentro di me io stavo male".
Laerte è arrivato a pesare 51 chili: "Dopodiché c’è stato un ricovero immediato perché mi è scoppiata un’ascite improvvisa all’addome, del liquido che è fuoriuscito da dentro l’intestino per la magrezza. Perché non solo diventi magro, ma fai tanto sport per bruciare tutto ciò che ingerisci. È una cosa mentale brutta, grave. Ci ho messo cinque anni a uscirne".

'Dove gli altri vedono solo prodotti a fine vita, noi vediamo infinite sfumature': è da questa visione che nasce la partecipazione dei Consorzi Cobat a Ecomondo 2025, fiera dedicata alla transizione ecologica e all’economia circolare, in programma a Rimini dal 4 al 7 novembre 2025 (Pad. B3 - Stand 109-208).
All’interno dei Consorzi Cobat, tutto si rigenera e si trasforma in nuova vita. Il sistema multi-filiera e multi-consortile riunisce realtà italiane impegnate nella gestione sostenibile di prodotti e materiali a fine vita - batterie e accumulatori esausti, Raee, pneumatici fuori uso, materiali tessili e compositi a fine vita - contribuendo alla costruzione di un modello concreto di economia circolare.
A Ecomondo, i Consorzi scelgono di raccontare questo impegno non solo con i dati, ma con un linguaggio diverso: quello dell’arte, intesa come espressione della continua capacità umana di trasformare, innovare e rigenerare. Allo stand Consorzi Cobat, i visitatori sono accolti in un percorso che unisce innovazione, responsabilità ambientale e creatività. L’arte diventa il filo conduttore di una narrazione che interpreta la rigenerazione come un processo non solo tecnologico, ma anche culturale e sociale.
A rappresentare questa visione è l’opera Material Thresholds di Riccardo Rizzetto, realizzata con il sostegno di Consorzi Cobat. La scultura, una colonna intrecciata di rame, tessuti e materiali elettronici recuperati, unisce elementi di natura e industria. Alla base, uno specchio apre una dimensione senza fine, mentre in cima una foglia d’oro sintetica trasfigura lo scarto in simbolo di energia e rinascita. L’opera incarna pienamente la missione dei Consorzi Cobat: trasformare ciò che ha concluso il proprio ciclo d’uso in nuova risorsa, in un equilibrio costante tra tecnologia, estetica e responsabilità.
“La partecipazione a Ecomondo rappresenta per i Consorzi Cobat un’occasione per dialogare con imprese, istituzioni e cittadini sui temi centrali dell’economia del futuro: integrazione delle filiere, innovazione dei processi di riciclo, sviluppo di nuove tecnologie per il recupero dei materiali critici e servizi di tracciabilità avanzata”, ha dichiarato Michele Priori, direttore generale di Consorzi Cobat.
“Il modello di Consorzi Cobat si distingue - ha aggiunto il presidente Michele Zilla - per la capacità di unire competenze specifiche legate alle filiere presidiate e un’integrata visione ambientale, offrendo ai produttori un supporto operativo e strategico in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti. Un know-how tecnico consolidato e una costante attenzione alla normativa e all’innovazione rendono i Consorzi Cobat un punto di riferimento per il sistema nazionale della sostenibilità”.

"Il nostro lavoro è quello di affrontare tutti i giorni i problemi dei pazienti affetti dalla malattia di Fabry, una patologia da accumulo lisosomiale, una malattia genetica rara che, se non trattata, porta il paziente alla morte già alla terza decade di vita". Così Gianni Carraro, dirigente medico presso l'Uo di Nefrologia e dialisi dell'Azienda università-ospedale di Padova, intervenendo alla Camera dei deputati alla presentazione del docufilm 'Il mio nuovo mondo' che racconta la vita di 3 pazienti con malattie croniche e rare. "Alla politica - continua l'esperto - chiediamo di semplificare la vita dei pazienti. Ad esempio, in questo momento i pazienti non vengono trattati se non a macchia di leopardo in alcune città, addirittura, in alcune regioni, non vengono trattati a domicilio. Sarebbe cosa buona che la politica si impegnasse per assicurare ai pazienti la domiciliazione della terapia che viene oltretutto fornita gratuitamente dalle aziende".
Un'altra cosa "importantissima che la politica dovrebbe fare - aggiunge lo specialista - è riconoscere il tempo che questi pazienti devono obbligatoriamente impegnare per rimanere in ospedale. La terapia dura 4 ore e il paziente deve farla ogni 15 giorni. La necessità ogni 2 settimane di andare in ospedale obbliga il paziente a chiedere ferie" dal lavoro. "Non è possibile che nel 2025 ci si trovi di fronte a queste difficoltà. Il paziente deve essere aiutato - rimarca Carraro - deve essere fatto un decreto, una legge, ad esempio da associare alla 104, che consenta ai pazienti, 2 giorni al mese, di venire a trattarsi in ospedale senza problemi", quando la terapia non può essere fatta a domicilio.

Il taglio delle aliquote Irpef, previsto in Manovra, "tutela i redditi medi". E' quanto ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione di fronte alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. "Estende la platea di chi aveva beneficiato del cuneo fiscale coinvolge il 32% del totale dei contribuenti" per un valore del beneficio medio atteso di 218 euro all'anno" con un beneficio massimo pari a "440 euro". Pur perseguendo una "politica di bilancio attenta”, il disegno di legge bilancio punta a dare "risposte alle esigenze profonde del Paese".
Il contributo di banche e assicurazioni
Sul contributo da parte di banche e assicurazioni, previsto in manovra, "il governo ha presentato quella che è la sua proposta e la sua visione di legge. Ma come ho detto più volte, il Parlamento è sovrano, se vorrà diminuirlo lo diminuirà, se vorrà aumentarlo, l'aumenterà. Certamente ogni azione deve essere proporzionata alle finalità per cui si interviene". "Un contributo importante" in legge di bilancio "viene dal settore bancario e assicurativo, che fornirà risorse pari a circa 10 miliardi nel triennio. Un impatto assorbibile alla luce della solidità e della profittabilità del nostro sistema bancario, al quale ha contribuito anche la linea di rigore sui conti pubblici adottato da questo governo". Le misure di natura fiscale "sono il prodotto della proficua interlocuzione con le associazioni di categoria", ha aggiunto.
La rottamazione
La rottamazione, ha detto il ministro dell'Economia Giorgetti, "è una rateazione, non pensiamo di perdere gettito". "È distribuito in modo diverso, ma la norma è rivolta a quelle imprese che altrimenti non ce la farebbero a continuare l’attività se dovessero onorare tutto il debito in modo immediato”, spiega. “Da un lato, quindi, c’è la spalmatura del debito senza rinunciare alla linea capitale, dall’altro si dà un po’ di respiro in questo momento di difficoltà”. Sulla possibilità di estendere la rottamazione, come chiede la Lega, ha chiosato: “Per farlo serve una copertura e voglio vedere la copertura che c’è”.
Infine, a chi gli chiede dai rilievi avanzati dagli auditi sul punto, tra cui Banca d’Italia, la Corte dei Conti e l’Upb, Giorgetti ha replicato: “Il ministro dell’Economia purtroppo vive a via XX Settembre, tutto il giorno cerca di fare il meglio con senso di responsabilità per far quadrare un cerchio molto complicato. Dopodiché, ognuno porta i suoi interessi: banchieri, assicuratori, industriali e via dicendo. Le istituzioni fanno una loro valutazione, che non implica l’assunzione di decisioni. Anche io quando ero in quella condizione lo trovavo più semplice valutare e giudicare, prendere decisioni è un po’ più complicato…”.
Manovra e fiscal drag
“Non vanno considerate solo le misure fiscali ma anche il taglio del cuneo contributivo" ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. "Quello che ha fatto il governo, e nell'ultimo scorcio anche il governo Draghi, quindi dal 2022 a oggi è che per i redditi più bassi la compensazione ha più che coperto il fiscal drag. Ampiamente coperto fino a 35mila euro. Quelli dei redditi superiori qualche problema l'hanno avuto ed è il motivo per cui siamo intervenuti sul cedo medio con le aliquote” visto che gli anni scorsi “abbiamo preferito dare priorità ai ceti più bassi”.
"Ho grande rispetto per i soggetti auditi prima di me: ho il vantaggio di parlare per ultimo, ma anche lo svantaggio di prendere le decisioni e non fare solo il professore rispetto a quello che fanno gli altri”, ha chiosato Giorgetti, esortando a “guardare quello che abbiamo quest'anno ma anche quello che è stato fatto prima. C'è un intervento equilibrato che tiene conto del complesso delle misure”.

ABB lancia sul mercato italiano il nuovo interruttore aperto Sace Emax 3, evoluzione della storica gamma di interruttori industriali di bassa tensione ABB. Frutto di una sinergia internazionale, il prodotto innovativo porta la firma del centro di ricerca di Bergamo ma è nello stabilimento di Frosinone che hanno avuto luogo il suo sviluppo e la sua produzione.
Sace Emax 3 combina versatilità, affidabilità e sicurezza, caratteristiche pensate per le esigenze di infrastrutture critiche e grandi impianti industriali.
L’evento di presentazione odierno presso lo stabilimento ABB di Frosinone ha previsto dimostrazioni tecniche, incontri con gli specialisti di prodotto e visite alla fabbrica, esempio di Made in Italy di qualità in digitalizzazione, automazione e sostenibilità.
Il nuovo interruttore nasce per affrontare le sfide della transizione energetica e della crescente digitalizzazione, garantendo continuità di servizio in contesti ad alta intensità energetica come data center, ospedali, aeroporti e siti produttivi all’avanguardia, come sottolinea Sabina Belli, product marketing director di ABB Electrification Italia: “Sace Emax 3 è un vero e proprio salto tecnologico per la resilienza energetica, siamo certi che aiuterà i nostri clienti a essere sempre un passo avanti rispetto alle nuove esigenze di potenza, proteggendo infrastrutture critiche e garantendo continuità operativa”.
Grazie ai sensori di misura ad alta precisione, sensori di monitoraggio delle condizioni dell’interruttore e algoritmi di analisi in tempo reale, ‘l’interruttore intelligente’ monitora costantemente consumi, stato del sistema e condizioni ambientali, fornendo informazioni e indicazioni per attività di manutenzione mirata. Questa intelligenza integrata consente di passare da una manutenzione reattiva a una manutenzione predittiva, riducendo i rischi di fermo impianto e migliorando la sicurezza operativa.
Le tre caratteristiche fondamentali del nuovo interruttore di ABB sono infatti “la versatilità, l'affidabilità e la sicurezza - aggiunge Belli - E’ versatile perchè si adatta ad ogni situazione e ad ogni necessità. Le dimensioni e la forma restano invariate rispetto al suo predecessore, dando così la possibilità di integrarlo senza modificare gli impianti. Lo sganciatore di protezione Ekip Aware, poi, consente aggiornamenti software e hardware per adattarsi alle esigenze future. L'affidabilità è garantita da una sensoristica molto precisa, che permette di visualizzare in tempo reale i dati energetici. Questi vengono poi trasformati in informazioni, sulla base delle quali si possono prendere decisioni in modo molto più consapevole. Ciò aiuta anche la manutenzione predittiva, con indubbi vantaggi in termini di diminuzione degli sprechi e dei costi. Rispetto al modello precedente, in tema di sicurezza si aggiunge la protezione dall'arco elettrico e la sicurezza informatica, essendo questo il primo interruttore al mondo ad avere il livello 2 di cyber security certificato”.
Sace Emax 3 è infatti il primo interruttore aperto al mondo a ottenere la certificazione di cybersecurity IEC 62443-4-2 Security Level 2.
o stabilimento ABB di Frosinone, dove il nuovo interruttore aperto Sace Emax 3 viene realizzato, è uno dei poli produttivi più avanzati al mondo per gli interruttori industriali di bassa tensione. Riconosciuto come fabbrica Lighthouse dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy nell’ambito del piano Industria 4.0, il sito è un centro di eccellenza globale per la Smart Power Division di ABB.
“Lo stabilimento ABB di Frosinone non è soltanto uno stabilimento che produce prodotti per il mondo dell'elettrificazione per i nostri clienti, ma è anche un centro di eccellenza - spiega Alessandro Rovardi, direttore dello stabilimento ABB di Frosinone - Parliamo di una fabbrica che mette a servizio del nostro team di sviluppo competenze, linee di produzione e una catena di fornitura, che, tutte insieme, assicurano un successo molto rapido e sempre di qualità”.
“Il prodotto ABB Sace Emax 3 è un oggetto altamente innovativo - prosegue Rovardi - pronto a rispondere a quelle che sono le sfide globali nel campo dell'elettrificazione da qui ai prossimi anni. L'innovazione è sempre stato uno dei nostri pilastri: non ci fermiamo mai di fronte a una sfida, cogliamo ogni opportunità continuando a migliorare ad investire. L'innovazione è cruciale non soltanto nel prodotto ma anche sulle linee di produzione. Attraverso gli incentivi di cui abbiamo beneficiato per il programma Lighthouse, di cui siamo uno degli stabilimenti chiave in ABB insieme a Dalmine e Santa Palomba, stiamo cominciando anche a sperimentare l'intelligenza artificiale sulle nostre linee”.
Con una superficie di quasi 50.000 metri quadrati dedicati alle unità operative, lo stabilimento ABB di Frosinone ospita 15 linee di produzione avanzate, oltre 270 stazioni automatiche e 60 robot, integrati in processi di smart logistics e automazione di ultima generazione.
Ogni anno, lo stabilimento produce quasi 4 milioni di interruttori, destinati a oltre 100 Paesi. Il sito, dichiarato ABB Mission to Zero TM nel 2023, è alimentato al 100% da elettricità da fonti certificate di energia rinnovabile e dispone di un impianto fotovoltaico (realizzato nell’ambito di un accordo Power Purchase Agreement - PPA) dalla potenza di 1.6 MWp; inoltre è stato il primo sito ABB al mondo ad ottenere la certificazione UL 2799A Zero Waste to Landfill con il rating “platinum”.
Questi risultati testimoniano come Frosinone non sia solo un luogo di produzione, ma un vero incubatore di innovazione, sostenibilità e qualità, capace di portare nel mondo soluzioni tecnologiche che rispondono alle esigenze più complesse dell’elettrificazione moderna.
Difesa con Mina e Luperto, torna Obert dopo la squalifica...
Meno probabilità di Neet con istruzione elevata della madre... 
Polemica e solidarietà femminile nel corso di Miss Universe in Thailandia. La candidata messicana Fátima Bosch è stata chiamata "stupida" dal direttore nazionale thailandese Nawat Itsaragrisil e ha deciso di lasciare la sala. In solidarietà, tutte le altre reginette, che rappresentavano i propri Paesi, l'hanno seguita.
"Se segui le indicazioni del direttore della tua nazione, sei stupida", queste le parole pronunciate in diretta streaming dal direttore nazionale thailandese Nawat Itsaragrisil. E quando Fátima Bosch ha provato a controbattere, l'uomo si è alterato e ha provato a zittirla: "Non ti ho dato la parola".
La reazione delle altre partecipanti
Quando Miss Messico decise di alzarsi e lasciare la sala, tante altre concorrenti l'hanno seguita. " Sedetevi. Se volete continuare il concorso - dice allora Itsaragrisil - sedetevi".
Le parole di Miss Messico
In seguito, parlando con i giornalisti, Bosch ha detto: "Se qualcosa ti costa la dignità, devi andartene". "Siamo donne forti e questa è una piattaforma per le nostre voci e nessuno può metterle a tacere", ha aggiunto.
Le scuse dell’Organizzazione
In un video pubblicato sui social network il presidente dell’Organizzazione Miss Universo, Raúl Rocha, ha fatto sapere che non permetterà "che i valori di rispetto e dignità nei confronti delle donne vengano violati" e ha dichiarato di essere profondamente "indignato" per "la pubblica aggressione di Nawat" Itsaragrisil nei confronti di Fátima Bosch.
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Un post condiviso da Miss Universe (@missuniverse)[1]
"Ogni donna deve essere rispettata e Fatima rappresenta il suo Paese, come ognuna delle 122 concorrenti che si trovano in Thailandia"

Un viaggio lungo oltre un secolo, tra binari e trasformazioni sociali, innovazioni tecnologiche e grandi sfide del Paese: è questo il racconto al centro della mostra Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro, promossa e organizzata da Vive – Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo Fs Italiane, nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia. La mostra, aperta da domani, venerdì 7 novembre, al prossimo 11 gennaio, è stata presentata oggi dalla sua curatrice Edith Gabrielli, direttrice generale del Vive, e da Tommaso Tanzilli, presidente del Gruppo Fs.
“Ma più di ogni altra riforma amministrativa, la realizzazione delle ferrovie contribuirà a consolidare la conquista dell’indipendenza nazionale”: con queste parole Camillo Benso, conte di Cavour, già negli anni Quaranta dell’Ottocento individuò il ruolo delle ferrovie nel percorso del Risorgimento e nella costruzione dell’Italia moderna, una nazione giovane, unita e libera. La storia dell’unità nazionale e la storia delle ferrovie risultano pressoché inseparabili: i binari hanno reso concreta la geografia politica italiana, collegando territori divisi da secoli, favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze, creato opportunità di lavoro e di mobilità sociale. I treni e le stazioni hanno anche contribuito a plasmare una nuova identità collettiva, fatta di viaggi, incontri, pendolarismi, emigrazioni, ritorni. In questo processo ormai ultrasecolare, le ferrovie sono state fonte d’ispirazione per letterati e artisti, diventando metafora potente della modernità, della velocità e del progresso, talvolta anche delle loro innegabili contraddizioni.
Il Vittoriano, concepito nel 1878, all’indomani della scomparsa di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, e cuore simbolico della nazione, costituisce il luogo ideale per accogliere la visione di Cavour e tradurla in un racconto espositivo. Gestito dal Vive - Vittoriano e Palazzo Venezia, istituto autonomo del Ministero della Cultura, il Vittoriano è luogo di arte, di memoria e insieme uno spazio vivo, dove riflettere sul processo risorgimentale e sui valori fondativi della nazione: libertà della patria e unità dei cittadini, ora in un contesto democratico ed europeo. L’iniziativa si inserisce nelle celebrazioni per i 120 anni dalla fondazione delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905. Da allora, le Fs hanno accompagnato ogni fase cruciale della storia italiana, dalla ricostruzione postbellica al boom economico, fino all’Alta Velocità e alla transizione digitale di oggi.
Il Gruppo Fs è una realtà industriale che oggi conta oltre 96.000 dipendenti, opera nei settori del trasporto ferroviario, stradale, della logistica, delle infrastrutture, della rigenerazione urbana e dei servizi tecnologici. Porta avanti una fase di profonda trasformazione con un investimento previsto superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni, finalizzato a rafforzare la resilienza delle infrastrutture ferroviarie e stradali, migliorare la qualità del servizio, completare opere strategiche e promuovere una mobilità sempre più sostenibile e intermodale.
La storia delle ferrovie italiane si articola in quattro sezioni cronologiche, una sezione immersiva e infine una sezione didattico-dimostrativa. La prima sezione, dal 1861 al 1904, racconta la difficile trasformazione delle prime reti regionali in un sistema effettivamente nazionale. La seconda sezione, dal 1905 al 1944, affronta l’età della gestione statale, con la fondazione di Fs, delle innovazioni tecniche, dell’uso politico e militare della ferrovia, fino al regime fascista e alla Seconda guerra mondiale. La terza sezione, dal 1945 al 1984, vede al centro la ricostruzione postbellica, il boom economico e il ruolo dei treni nelle grandi migrazioni interne e nel pendolarismo quotidiano. La quarta sezione, dal 1985 a oggi, verte sull’Alta Velocità, la digitalizzazione e le sfide della sostenibilità, aprendo uno sguardo al futuro. La sezione immersiva, posta sempre nella Sala Zanardelli, consente attraverso la più avanzata tecnologia digitale di fruire del racconto anche in termini emotivi e multisensoriali. La sezione didattico-dimostrativa si trova nel Giardino grande di Palazzo Venezia: due monumentali riproduzioni in scala permettono di apprezzare le qualità estetiche del Settebello e dell’Arlecchino, icone del design italiano del dopoguerra.
La mostra, che parte da un impianto storico rigoroso, affronta il tema con un accentuato carattere interdisciplinare. Quattro in ogni sezione gli assi principali di lettura, che si concretizzano in altrettanti pannelli informativi. Questi assi mettono in luce l’impatto delle ferrovie e, insieme, la loro capacità di trasformazione. Oltre che mezzo di trasporto, il treno era ed è un dispositivo capace di mutare la percezione del tempo, ridefinire il concetto di distanza e ispirare nuove visioni del lavoro, dell’identità e della comunità. Il primo asse di lettura verte sulla storia delle ferrovie in Italia, dello sviluppo della rete e dei mezzi, delle competenze tecniche e ingegneristiche, delle scelte organizzative e gestionali. Lo sguardo si muove dalla prima rete nazionale all’introduzione dell’Alta Velocità fino ai cantieri attuali finanziati con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Il secondo asse di lettura ha a che fare con l’identità, le istituzioni, la politica e l’economia, indagando le motivazioni, le strategie e gli effetti delle scelte attuate in relazione alle ferrovie in questi ambiti. L’infrastruttura ne emerge come strumento di unificazione, di modernizzazione e di governo del territorio, oltre che come fattore decisivo nello sviluppo produttivo ma anche misura delle contraddizioni del Paese, a cominciare dalla divaricazione tra campagna e città e tra Nord e Sud.
Il terzo asse di lettura affronta il tema in rapporto alla sfera sociale e antropologica, restituendo l’impatto delle ferrovie sulla vita quotidiana, sul lavoro e sul costume, la nascita di nuove professioni e la trasformazione dei ritmi e delle percezioni collettive: dall’apparizione di una nuova figura come quella del ferroviere fino al recente mutamento del concetto di distanza e all’avvento del pendolarismo di lungo raggio con l’introduzione dell’Alta Velocità. Il quarto e ultimo asse della mostra indaga l’interpretazione delle ferrovie nelle arti, nella pittura, nella fotografia, nel cinema, nella poesia e nella letteratura. Gli artisti, prima e meglio di altri, hanno saputo cogliere la complessità del fenomeno, restituendone tanto la forza innovatrice quanto le ombre, le alienazioni e le contraddizioni: nelle loro opere il treno diventa simbolo della modernità e specchio delle sue ambivalenze, immagine di progresso e di perdita, di velocità e di lontananza, talvolta luogo di sperimentazione creativa o addirittura metafora esistenziale.
“La storia delle Ferrovie dello Stato Italiane è la storia di un Paese che non ha mai smesso di mettersi in movimento”, ha dichiarato l’amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Fs Stefano Antonio Donnarumma, aggiungendo che “in 120 anni abbiamo accompagnato la crescita dell’Italia, unendo territori, persone e comunità, e contribuendo a costruire un modello di mobilità sempre più moderno e sostenibile. Con il nuovo Piano Strategico 2025–2029 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione profonda: 100 miliardi di euro di investimenti per disegnare le infrastrutture del futuro, rendere la rete più resiliente e digitale, rafforzare l’intermodalità e accelerare la transizione energetica. Siamo un gruppo industriale che evolve insieme al Paese, portando l’eccellenza e il know-how italiani nel mondo per costruire una mobilità sempre più integrata, accessibile e sostenibile. La mostra al Vittoriano racconta questa evoluzione, ma soprattutto testimonia l’impegno di un Gruppo che guarda al futuro, continuando a essere motore di progresso, innovazione e coesione per l’intero Paese”.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, con approfondimento e un completo apparato illustrativo di tutte le opere in mostra, e con testi a cura di Edith Gabrielli (direttrice Vive e curatrice della Mostra) e del Comitato scientifico formato dal prof. Francesco Benigno (Scuola Normale Superiore, Pisa), dal prof. Lorenzo Canova (Università degli Studi del Molise), dal prof. Andrea Giuntini (già Università degli Studi di Modena e Reggio) e dal prof. Stefano Maggi (Università degli Studi di Siena). Per tutta la durata dell’esposizione il team didattico del Vive propone un ricco programma di attività rivolte a bambini, famiglie, utenti con esigenze specifiche, scuole di ogni ordine e grado.

In un'epoca in cui la medicina è sempre più predittiva e preventiva, la medicina di laboratorio si conferma uno dei pilastri fondamentali della sanità moderna. Grazie ai biomarcatori, molecole misurabili nel sangue e in altre matrici biologiche come saliva e urine, oggi è possibile identificare precocemente numerose patologie, monitorare la risposta ai trattamenti e personalizzare le terapie, aprendo la strada a una medicina di precisione sempre più accessibile e sostenibile. Sono i temi al centro del 57° Congresso nazionale della Società italiana di biochimica clinica e biologia molecolare clinica - medicina di laboratorio (Sibioc), in corso a Firenze, dove specialisti, ricercatori e clinici hanno discusso le nuove frontiere della medicina di laboratorio nella diagnosi e nella cura delle malattie.
"Oggi disponiamo di numerose molecole che ci consentono di individuare precocemente le malattie e di valutare i rischi dei pazienti in terapia - spiega Marcello Ciaccio, presidente Sibioc - Con un semplice esame del sangue possiamo offrire opportunità di prevenzione e trattamento un tempo impensabili, dalle patologie ad alta incidenza a quelle rare, dalle malattie croniche a quelle acute, in vari ambiti, tra cui quello oncologico, neurologico e cardiologico. E' la prova tangibile dell'importanza della sinergia tra medicina di laboratorio e medicina clinica". Nel campo delle neuroscienze, inoltre, oggi è possibile individuare precocemente le alterazioni caratteristiche dell'Alzheimer, anche 10-15 anni prima della comparsa dei sintomi clinici. "Questi biomarcatori - sottolinea Ciaccio - possono essere rilevati direttamente nel sangue, senza ricorrere a procedure più invasive come il prelievo del liquido cefalorachidiano, e rappresentano un passo decisivo verso una medicina sempre più personalizzata".
"Il monitoraggio dei biomarcatori cardiaci è fondamentale nella valutazione del rischio e nella gestione della cardiotossicità causata dai farmaci antitumorali - evidenzia Nicola Silvestris, segretario nazionale Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - Con Sibioc abbiamo aggiornato le linee guida di cardioncologia, pubblicate dall'Istituto superiore di sanità, per garantire una presa in carico uniforme dei pazienti su tutto il territorio nazionale. E' un modello virtuoso di collaborazione tra società scientifiche".
Nel programma del congresso sono presenti numerose sessioni congiunte con società scientifiche di area clinica, a testimonianza del forte legame tra medicina di laboratorio e medicina clinica. Questa sinergia - informa Sibioc in una nota - ha portato negli ultimi anni alla stesura condivisa di position paper e documenti di consenso, con l'obiettivo di armonizzare i percorsi diagnostici, promuovere l'appropriatezza degli esami e favorire un approccio realmente multidisciplinare al paziente. La medicina di laboratorio, sempre più integrata con la clinica, rappresenta oggi un ponte tra prevenzione, diagnosi e terapia, capace di offrire benefici non solo ai pazienti, ma anche ai cittadini, nell'ottica di una medicina personalizzata e di popolazione.
"Il nostro obiettivo è mettere la medicina di laboratorio al centro del sistema sanitario - conclude Ciaccio - Servono standard comuni, appropriatezza prescrittiva e accesso equo ai test innovativi. In un mondo in cui la medicina diventa sempre più predittiva, è al cittadino sano che dobbiamo guardare: la vera sfida della sanità del terzo millennio".

"Raccontare le storie di chi soffre di una malattia cronica o di una malattia rara è un modo per avvicinare le persone alla comprensione di una malattia che a volte è invisibile". Sono le parole del senatore Alberto Barachini, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla presentazione di 'Il mio nuovo mondo', docufilm che racconta la vita di 3 persone che vivono con malattie croniche e rare.
Rendere visibile queste patologie "significa accendere una luce su queste realtà che sono molto difficili, anche per chi sta vicino ai malati - aggiunge Barachini - E' importante che questo documentario porti nelle case degli italiani, grazie anche alla programmazione televisiva, una storia che deve sviluppare una vicinanza alle storie delle malattie rare, ma anche della ricerca farmaceutica, un'attenzione del Governo, delle istituzioni, del Parlamento a queste tematiche".

Il Bologna torna in campo in Europa League. Il club rossoblù sfida oggi, giovedì 6 novembre, i norvegesi del Brann - in diretta tv e streaming - allo stadio Dall'Ara nella quarta giornata della seconda competizione continentale. La squadra di Italiano è reduce dalla vittora per 3-1 in trasferta contro il Parma e si trova al momento al 18esimo posto nella classifica di Europa League con 4 punti, mentre il Brann è, a sorpresa, ottavo a quota 6.
Bologna-Brann, orario e probabili formazioni
La sfida tra Bologna e Brann è in programma oggi, giovedì 6 novembre, alle ore 21. Ecco le probabili formazioni:
Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Holm, Vitik, Heggem, Lykogiannis; Moro, Ferguson; Orsolini, Odgaard, Rowe; Dallinga. All. Italiano.
Brann (4-3-3): Dyngeland; De Roeve, Helland, Boakye, Dragsnes; Kornvig, Sorensen, Gudmundsson; Mathisen, Finne, Haaland. All. Alexandersson
Bologna-Brann, dove vederla in tv
Bologna-Brann sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo e su NOW.

Novamont annuncia di aver ottenuto il certificato di conformità al Regolamento Fertilizzanti 2019/1009 per il telo di pacciamatura in Mater-Bi, utilizzato in agricoltura per il controllo delle infestanti, che biodegrada in suolo e a fine ciclo non necessita di essere smaltito separatamente.
Secondo il Regolamento - spiega Novamont - il telo in Mater-Bi può essere considerato un ammendante inorganico, ovvero un prodotto fertilizzante con la funzione di mantenere, migliorare o proteggere le proprietà fisiche o chimiche, la struttura o l’attività biologica del suolo a cui è aggiunto. Il telo in Mater-Bi ha dimostrato di non accumularsi in suolo, di non rilasciare microplastiche persistenti e non provocare effetti ecotossici nell’ambiente. L’attività dei microrganismi ne determina la mineralizzazione completa e la successiva trasformazione in anidride carbonica e acqua.
“Questa certificazione è una dimostrazione concreta che Mater-Bi, la pionieristica famiglia di bioplastiche di Novamont, non rilascia microplastiche persistenti nell’ambiente - spiega Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont - Novamont si è data l’obiettivo di adottare volontariamente gli stringenti criteri del regolamento fertilizzanti anche per lo sviluppo del Mater-Bi destinato alla produzione di shopper, sacchi frutta e verdura e tante altre applicazioni. L’applicazione dei criteri del Regolamento Fertilizzanti innalza il livello di garanzia delle caratteristiche di biodegradabilità, non accumulo in suolo e assenza di effetti ecotossici nell’ambiente di questi bioprodotti a tutela di tutta la filiera, dei nostri territori e delle comunità”.

Centenari con la colazione giusta. "Esistono nel mondo luoghi straordinari, enigmatici per la loro demografia, che gli studiosi hanno soprannominato 'Zone Blu'. Queste sono regioni dove l'aspettativa di vita è eccezionalmente alta e dove i centenari in salute sono la norma, non l'eccezione". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo clinico Mauro Minelli e docente di Nutrizione umana alla Lum. Cosa hanno in comune queste persone? E, soprattutto, cosa mettono in tavola al mattino? "La risposta arriva come una sorpresa per chi è abituato a una colazione ricca di zuccheri e grassi. L'osservazione delle abitudini mattutine dei centenari delle Zone Blu rivela che il loro modello vincente è semplice, naturale e fortemente basato su ingredienti vegetali", risponde Minelli.
"In queste comunità, la tavola della colazione è dominata da alimenti che contrastano nettamente con le nostre abitudini - avverte l'immunologo - I legumi, un pilastro inatteso. Fonte eccellente di proteine vegetali e fibre, garantiscono sazietà e contribuiscono a stabilizzare i livelli glicemici; cereali integrali come avena, orzo o pane integrale, che offrono energia duratura grazie ai carboidrati complessi; frutta fresca: un concentrato di vitamine, minerali e antiossidanti, fondamentale per la salute generale; noci e semi: apportano grassi sani, cruciali per il benessere neurologico e cardiovascolare". L'elemento cruciale non è solo cosa si mangia, ma come. Le colazioni delle Zone Blu sono caratterizzate da "porzioni moderate e un approccio rilassato al cibo, in netto contrasto con la frenesia e gli eccessi glicemici dei pasti mattutini tipici dell'Occidente - evidenzia Minelli - Questi ultimi, ricchi di zuccheri e grassi, provocano rapidi picchi e cali di glicemia che possono, nel tempo, favorire squilibri metabolici".
"In un'epoca in cui tendenze non proprio in linea con la nostra fisiologia come il digiuno intermittente guadagnano popolarità, l'esempio delle Zone Blu ci riporta a una saggezza antica: l'equilibrio e la regolarità sono le vere fondamenta di una vita lunga e sana - raccomanda lo specialista - Per adottare questa filosofia, si possono implementare semplici, ma efficaci cambiamenti: sostituire i succhi zuccherati con la frutta intera, integrare fonti proteiche vegetali come i legumi e privilegiare farine a basso indice glicemico. In sintesi - conclude Minelli - la colazione ideale per la longevità non è un modello unico e rigido, ma un pasto a base di ingredienti integrali, freschi e vegetali, consumato con moderazione e piacere. E' un momento di nutrimento consapevole che, come dimostrano le Zone Blu, getta le basi per un'intera giornata di benessere".
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