
(Adnkronos) - Jannik Sinner batte Marin Cilic e vola agli ottavi di finale dell'Atp 500 di Pechino. Oggi, giovedì 15 settembre, il tennista azzurro, numero due del mondo, ha battuto il croato nei sedicesimi del torneo cinese, iniziando al meglio l'ultima parte di stagione, che dallo swing asiatico culminerà nelle Finals di Torino. Una vittoria poco sofferta per Sinner, che si è imposto in due set con un doppio 6-2, ma che è tornato a vincere dopo la delusione per la finale persa con Alcaraz agli Us Open, che gli è costato il sorpasso al primo posto del ranking.
"Io cerco sempre di rimanere molto concentrato nei primi turni di un torneo", ha detto Sinner a caldo dal cemento di Pechino, "oggi ho fatto una buona prestazione e sono ovviamente contento di aver passato il turno. Cilic è un avversario sempre duro da affrontare. Il break che gli ho strappato all'inizio mi ha dato molta fiducia per il resto dell'incontro".
Sinner, alla viglia dell'esordio a Pechino, aveva annunciato di star lavorando su piccoli cambiamenti nel suo gioco, che si sono visti soprattutto al servizio: "In questo momento sto riflettendo molto sul mio servizio, cercando di aggiungere qualcosa e di variare un po' le mie soluzioni. Tutti i giocatori lo fanno, e sono contento di avere una squadra fantastica al mio fianco".
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(Adnkronos) - Emanuele Ragnedda ha ammesso di aver ucciso Cinzia Pinna con un colpo di pistola, ma ancora non si conosce il motivo. Gli specialisti del Ris di Cagliari hanno sequestrato diversi reperti nella sua casa nelle campagne di Palau.
I Carabinieri hanno trovato tracce di sangue ma anche polvere bianca e sarà necessario l'esame tossicologico per appurare se si tratti di cocaina. Ci vorrà qualche giorno perché tutte le operazioni vengano svolte nei termini di legge. In quella casa nella tenuta di Conca Entosa l'imprenditore di Arzachena ha ucciso la 33enne di Castelsardo che aveva incontrato a Palau la notte tra l'11 e il 12 settembre. I due si conoscevano già, a tarda notte l'aveva accolta nella sua auto mentre lei si trovava in condizioni psicofisiche precarie. Poi era sparita nel nulla. Questi passaggi sono stati ricostruiti grazie alle testimonianze e agli impianti di videosorveglianza.
Negli ultimi giorni il cerchio si è stretto intorno all'uomo che ieri ha ammesso di averla uccisa, ma ancora non è stato reso noto il motivo. Il suo legale, Luca Montella, ha detto che durante l'interrogatorio in cui è arrivata la confessione Ragnedda ha rivelato tutto al procuratore di Tempio, Gregorio Capasso. Ora il reo confesso si trova nel carcere tempiese di Nuchis in attesa dell'udienza di convalida prevista per domani.
Castelsardo, meno di 6mila abitanti sulla costa settentrionale della Sardegna, è in lutto per la morte violenta di Cinzia Pinna. Per salutarla il parroco di Sant'Antonio Abate ha organizzato una fiaccolata silenziosa che dalle 21 attraverserà il centro del paese. “Il cuore di Castelsardo è unito, e come sindaco, ma anche genitore, sento il dovere di esprimere un pensiero comune in questo momento di profonda tristezza - scrive la prima cittadina, Maria Lucia Tirotto -. La tragica notizia di ieri ha spezzato il cuore della nostra città, dopo giorni di attesa e speranza. Abbiamo sperato tutti fino all'ultimo in un epilogo diverso, ma il destino è stato crudele”.
Le parole della sindaca di Castelsardo sono rivolte alla famiglia della 33enne: “Oggi, il nostro abbraccio commosso e silenzioso è per voi, nella speranza che il nostro affetto possa essere di qualche conforto. Che il ricordo più bello di Cinzia e il suo sorriso più autentico, più genuino, possano essere la vostra forza - conclude -. A te Cinzia va il triste ma affettuoso abbraccio della città intera con l’unico desiderio che tu possa trovare la pace che meriti. Castelsardo ti ricorderà sempre”.
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(Adnkronos) - in collaborazione con Realme
realme ha annunciato che il suo prossimo smartphone di punta, il GT 8 Pro, arriverà ufficialmente in Italia entro la fine del 2025. Si tratta di un debutto importante, perché sarà tra i primi dispositivi nel nostro Paese a integrare il nuovissimo processore Snapdragon 8 Elite Gen 5 di Qualcomm, pensato per rendere i telefoni più veloci, efficienti e pronti alle sfide del futuro.
Il nuovo chip è il cuore pulsante del GT 8 Pro e promette vantaggi concreti nella vita di tutti i giorni. Grazie a una tecnologia di produzione avanzata, il processore non solo consuma meno energia – traducendosi in una maggiore durata della batteria – ma garantisce anche prestazioni fulminee. In pratica, significa aprire le app in un istante, passare da una funzione all’altra senza rallentamenti e gestire contenuti pesanti come foto ad alta risoluzione o video 4K senza sforzo.
I primi test parlano chiaro: il GT 8 Pro ha superato i 4 milioni di punti su Antutu, una delle piattaforme più utilizzate per misurare la potenza degli smartphone. Un risultato che lo colloca ai vertici del settore e che, tradotto per l’utente, vuol dire un’esperienza d’uso fluida in ogni situazione, dallo scrolling dei social al lavoro multitasking.
Un occhio di riguardo è stato dedicato anche al mondo del gaming. Il telefono è dotato di tecnologie proprietarie come AI Hyper Vision+ e GT BOOST 3.0, che consentono di mantenere un’ottima fluidità anche con videogiochi complessi e graficamente pesanti, come PUBG o Genshin Impact. In pratica, si potranno affrontare lunghe sessioni senza cali di prestazioni, quasi come se si utilizzasse una console portatile.
Con il GT 8 Pro, realme punta quindi a rafforzare la propria presenza nella fascia premium del mercato, proponendo non solo un telefono veloce e potente, ma anche un dispositivo pensato per migliorare concretamente l’esperienza quotidiana: più autonomia, più fluidità e più divertimento.
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(Adnkronos) - Incidente mortale sul lavoro oggi giovedì 25 settembre a Bubbiano, nel Milanese. La vittima è un operaio di 62 anni, rimasto schiacciato mentre stava lavorando a una bobina per la produzione di nastri d'acciaio. Lo fanno sapere i Vigili del fuoco di Milano.
L'uomo è stato soccorso prima dai suoi colleghi e dopo pochi minuti dai Vigili del fuoco, ma le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Sul posto tre mezzi del Comando di via Messina, il 118, i carabinieri e i tecnici di Ats. Restano da chiarire le cause dell'infortunio mortale.
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(Adnkronos) - Milly Carlucci si dice "felice" che Selvaggia Lucarelli abbia rifiutato il ruolo di opinionista al Grande Fratello, chiarendo come non abbia ricevuto pressioni da nessuno, in primis "da noi".
"Lucarelli", ha spiegato Milly Carlucci, "è una persona dalla libertà intellettuale assoluta, niente e nessuno dall'esterno può condizionarla. Sono contenta che ogni sabato sera stia lì al bancone della giuria, perché porta un pensiero insolito, mai banale. È una donna intelligente e le donne intelligenti vanno sostenute e mostrate al pubblico, soprattutto come esempio alle ragazze più giovani", ha concluso la conduttrice di 'Ballando' parlando nella conferenza stampa dello show del sabato sera, al via dal 27 settembre.
Su Selvaggia Lucarelli, anche Barbara D'urso si è espressa nel corso della conferenza: "Non ho paura di Selvaggia e del resto della giuria, perché è il suo ruolo. Io ho solamente paura di ballare, vi giuro. Ognuno ha il proprio ruolo. Ognuno in quella giuria ha la mia stima peraltro. Trovo Selvaggia una donna simpatica e molto intelligente e non ho bisogno di farle la sviolinata perché è tanto intelligente da capire che non lo sto facendo. Il mio problema adesso è imparare quei maledetti passi".
Leggi tutto: Ballando, Carlucci: "Lucarelli al GF? Felice che abbia rifiutato, nessuna pressione"
(Adnkronos) - L'allontanamento da Mediaset? Barbara D’Urso "vorrebbe evitare di parlare del passato. Le vere motivazioni usciranno fuori un giorno, non adesso", dice la conduttrice ora nel cast di Ballando con le Stelle in conferenza stampa.
Per anni "ho seguito quello che l'azienda per cui ho lavorato per tantissimi anni mi chiedeva. C’era un lavoro di squadra totale". A Ballando "sarò me stessa, la Rai e il programma mi chiedono di ballare. Lì avevo una corazza, dovevo interpretare quel ruolo, che mi andava bene". Sulla pista da ballo "uscirò fuori in un altro modo, forse peggiore non so. Ma sicuramente diverso", conclude.

(Adnkronos) - Esordio vincente per Jannik Sinner a Pechino. Il tennista azzurro ha battuto oggi, giovedì 25 settembre, il croato Marin Cilic, numero 97 del mondo, in due set con il punteggio di 6-2, 6-2 nei sedicesimi di finale dell'Atp 500 cinese. Sinner vola così agli ottavi del torneo dove lo scorso anno ha raggiunto la finale, prima di essere battuto, proprio come agli ultimi Us Open, da Carlos Alcaraz.
Nel prossimo turno l'azzurro, numero due del ranking, affronterà il francese Terence Atmane, salito al 68esimo posto della classifica Atp dopo l'exploit di Cincinnati, dove raggiunse la semifinale prima di essere battuto proprio da Sinner in due set.
Tutto facile per Sinner nell'esordio di Pechino, dove l'azzurro riesce a imporre subito il proprio ritmo, si fa aggressivo in risposta e mette in difficoltà Cilic. Il primo parziale si conclude 6-2 con Sinner che riesce a piazzare due break al quinto e al settimo game. La musica non cambia nel secondo set. Jannik continua a rispondere profondo e Cilic, 36 anni, non regge il suo ritmo, soprattutto negli scambi lunghi. L'azzurro ruba subito la battuta all'avversario nel terzo game e si ripete nel quinto, poi salva una palla del controbreak nell'ultimo parziale e chiude il set con un altro 6-2, volando così agli ottavi.
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(Adnkronos) -
Il conflitto a Gaza, il caso Flotilla, il futuro delle relazioni con i Paesi che in questi giorni, in sede Onu, stanno riconoscendo lo Stato palestinese. Sharren Haskel, viceministra degli Esteri israeliana, parla all'Adnkronos del delicato momento diplomatico legato alla crisi mediorientale, mentre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si svolge a New York. Diversi Paesi, tra cui Francia, Regno Unito e Australia, hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina, segnando una svolta significativa nella diplomazia internazionale.
"Ci sono alcune cose importanti da notare", secondo Haskel: "In passato più di 130, forse quasi 150 Paesi hanno già riconosciuto la Palestina. Questo ha cambiato qualcosa nella realtà? No, non ha cambiato nulla. La realtà è questa: quei Paesi hanno scelto di premiare Hamas, un'organizzazione terroristica, con uno Stato, subito dopo il peggior massacro di ebrei dalla Shoah. Questo fa una grande differenza, non solo per Israele, ma per il mondo intero, perché le organizzazioni terroristiche imparano dalle azioni della comunità internazionale". Durissimo il giudizio sulla Francia. Il Paese di Emmanuel Macron, attacca la viceministra degli Esteri di Israele, "ha guidato, celebrato e spinto questo processo, in alcuni casi persino corrompendo altri Paesi per ottenere questa dichiarazione". "Ci deve essere una risposta forte" sul piano diplomatico, rimarca Haskel: "Quando il primo ministro tornerà in Israele, prenderà la sua decisione basandosi sui suggerimenti sul suo tavolo".
L'Italia, con Giorgia Meloni, mantiene una posizione prudente sul riconoscimento della Palestina. Al momento Roma non intende farlo, sostenendo che le condizioni non siano ancora soddisfatte. Come valuta la posizione del governo italiano e, più in generale, le relazioni di Israele con l'Italia (che pure ha criticato le recenti operazioni militari israeliane, definendole "sproporzionate")? "Il primo ministro italiano e l'attuale governo sono molto più realistici e comprendono meglio i problemi del Medio Oriente, qualcosa da cui Macron è molto distante. In questo approccio realistico, capiscono che questo conflitto non è territoriale, ma religioso e culturale, e deve essere risolto in profondità. Il territorio da solo non risolverà il conflitto: ci sono condizioni da soddisfare affinché le due parti possano sedersi insieme", osserva Haskel.
"Il fatto - sottolinea la politica israeliana - è che Macron, spingendo unilateralmente per una soluzione senza nemmeno parlare con l'altra parte, ha favorito Hamas in un momento molto delicato, quando Israele e Hamas stavano cercando di negoziare un cessate il fuoco. Hamas ha capito che più a lungo continua la guerra, più sarà premiata da Macron e dai suoi alleati. Così la possibilità di un cessate il fuoco diplomatico è stata cancellata, e ci siamo trovati con l'unica opzione militare".
Lunedì 22 settembre alcuni sindacati italiani hanno indetto uno sciopero per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. Cosa vorrebbe dire all'opinione pubblica italiana, che in parte ritiene Israele responsabile di crimini contro l'umanità? "I crimini contro l'umanità sono stati commessi da Hamas contro gli israeliani. Israele sta rispettando tutti i suoi obblighi secondo il diritto internazionale, il diritto umanitario, le regole della guerra e la Convenzione di Ginevra. Ci sono molte menzogne diffuse", risponde la viceministra degli Esteri dello Stato ebraico. "Per esempio, un giornale italiano ha pubblicato in prima pagina la storia di un bambino curato in Italia per una malattia genetica, facendo credere che il suo stato fosse dovuto alla fame o a Israele. Lo sapevano, ma hanno comunque mentito al pubblico italiano. Questo è il tipo di propaganda che Hamas diffonde. Come ha detto anche Trump, si è o dalla parte di Israele o dalla parte di Hamas. Non ci sono vie di mezzo. L'unico modo per liberare gli ostaggi è la pressione militare. Hamas sta abusando dei palestinesi, li tiene sotto tiro, li tortura ed esegue esecuzioni. Non si cura del popolo palestinese, ma solo dei suoi obiettivi religiosi e ideologici. Più forti saranno le misure su Hamas, più velocemente finirà questa guerra".
Recentemente il governo italiano ha annunciato una risoluzione per il riconoscimento della Palestina, ma a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l'esclusione di Hamas dalle future dinamiche di governo. Cosa ne pensa? "Capisco - dice Haskel - la posizione e alcuni potrebbero non essere d'accordo con la soluzione proposta. Ma questo non è il momento di parlare di come si vede il conflitto israelo-palestinese. Siamo nel mezzo di una delle guerre più dure che abbiamo mai vissuto, su sei fronti diversi, contro eserciti e proxy iraniani. Ci sarà tempo per discuterne, ma ora, mentre cerchiamo di riportare a casa i nostri ostaggi, tutti sanno che con la leadership di Hamas non c'è futuro sicuro né per gli israeliani né per i palestinesi".
Infine, qual è la sua opinione sui recenti attacchi denunciati dalla Global Sumud Flotilla? La premier Meloni ha proposto agli attivisti di consegnare aiuti umanitari a Cipro. Il governo israeliano è d'accordo? "Abbiamo offerto molte opzioni. Abbiamo proposto di portare gli aiuti umanitari ad Ashkelon, e ci saremmo assicurati che arrivassero. Ma non è questo che vogliono davvero. Questa flottiglia è stata finanziata e organizzata da persone affiliate a Hamas", denuncia la viceministra. "Si tratta di persone in cerca di attenzione. La quantità di aiuti che portano è dieci volte inferiore a quella già presente a Gaza, pronta per essere ritirata dai camion dell'Onu. Più del 90% dei beni dell'Onu non raggiunge la destinazione, per incapacità logistica o per il coinvolgimento di Hamas. Quando l'Italia, con il ministro Antonio Tajani, ha collaborato con Israele nel programma 'Food for Gaza', tutti gli aiuti sono arrivati. La cooperazione funziona se ci si può fidare del partner e si sa che non ci saranno usi impropri degli aiuti. Ma se si tratta di una trovata pubblicitaria, mi dispiace, ma non funzionerà". (di Antonio Atte)


(Adnkronos) - Cosa pensiamo quando sentiamo parlare di dolore cronico? Sappiamo che si tratta di un problema invalidante che si trascina da almeno 3 mesi e che dura per anni, anche per tutta la vita. Qual è l'impatto in chi ne soffre e nei suoi familiari? Cosa cambia dal punto di vista fisico, psicologico, sociale, lavorativo, quando si soffre, ad esempio, di emicrania o di artrosi? Perché è fondamentale agire tempestivamente? Cosa stanno facendo le istituzioni, i medici, i pazienti e il mondo farmaceutico per uscire dal ginepraio di visite ed esami, in un continuo rimbalzare da uno specialista all'altro, senza, a volte, trovare soluzione? A queste domande cerca di rispondere 'Corretta informazione e accesso alla rete', il primo episodio del vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico', una serie realizzata da Adnkronos in partnership con Sandoz, che in modo semplice, autorevole e diretto, punta a far conoscere gli elementi necessari a facilitare l'accesso a percorsi adeguati alla cura del dolore cronico.
Nel primo episodio - online da oggi nella sezione podcast di Adnkronos.com - a fornire informazioni essenziali dal punto di vista clinico e organizzativo intervengono Silvia Natoli, responsabile Area culturale Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) Medicina del dolore e cure palliative; Nicoletta Orthmann, direttrice medico-scientifica Fondazione Onda Ets, e Paolo Fedeli, Head of Corporate Affairs Sandoz Spa.
Per favorire un'applicazione omogenea della legge 38 del 2010 (Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore) nelle varie regioni e contesti territoriali, è stato messo a punto un 'Manifesto sul dolore' realizzato con la partecipazione dei principali interlocutori dell'ecosistema salute - istituzioni, società scientifiche, rappresentanti di associazioni civiche e del Terzo settore - con proposte per migliorare il percorso diagnostico-terapeutico che va dalla promozione della cultura sulla condizione cronica, con una corretta informazione, alla messa a punto di un programma di formazione continua del personale sanitario fino al potenziamento delle reti di terapia del dolore cronico, coinvolgendo il territorio. In questo contesto multidisciplinare si inserisce anche la realtà dell'industria farmaceutica, impegnata a promuovere l'equità di accesso alle cure attraverso la collaborazione con tutti gli attori del sistema sanitario. Il vodcast 'E tu, sai cosa si prova? Comprendere e affrontare il dolore cronico' è online nella sezione podcast di adnkronos.com sul canale YouTube di adnkronos.com e su Spotify.
Leggi tutto: Dolore cronico, online il vodcast per aiutare nel percorso di diagnosi e cura

(Adnkronos) - "La mia partecipazione a Ballando con le Stelle non è un ripiego, io sono orgogliosa di essere qua. Cachet astronomico? E' molto lontano dalla realtà". A parlare è Barbara d'Urso, tra i concorrenti della 20esima edizione del programma condotto da Milly Carlucci, in onda da sabato 27 settembre in diretta su Rai 1 in prima serata.
"Ho voglia di giocare e divertirmi ma al momento sono atterrita. Tutti pensano che io sappia ballare, anche Pasquale La Rocca (il suo ballerino, ndr), ma quando ho fatto la prima lezione mi ha dato ragione. Psicologicamente è stata una scelta difficile da prendere, ma sono felice di averla presa. E l'ho fatto per vari motivi, uno di questi è ripartire", ha affermato l'ex conduttrice Mediaset sottolineando poi il fatto che "scegliere un posto come questo, la trasmissione del sabato sera di Rai 1 da vent’anni, mi scalda il cuore. Io riparto da qui con amore, entusiasmo e paura e con la possibilità di incontrare di nuovo il pubblico dal quale mi sono staccata due anni fa, per vari motivi”, ha quindi aggiunto.
E ha quindi chiarito: "La mia partecipazione a Ballando con le Stelle non è un ripiego, io sono orgogliosa di essere qua. Psicologicamente è difficile: sono stata abituata a gestire situazioni, a condurre, decidere, scegliere, sono abituata a essere la Milly Carlucci" di un programma "entrare in un posto dove sono gestita, dove gli altri decidono per me e dovermi affidare alle altre persone, a Milly in primis, è stato difficile per me, ma anche coraggioso. Dopo quasi 50 anni di carriera ci vuole dose di umiltà".
"Sono caduta e mi hanno fatta cadere, questo succede nel lavoro, in amore e in tutto. Sono stata zitta e ferma per un bel po'. Ora riparto con coraggio e magari farò capire agli altri che non sono quella che pensano", ha detto ancora.
Poi la smentita su un presunto cachet stellare per la sua partecipazione a Ballando con le Stelle: "Si è parlato di un cachet astronomico, facendo passare che io sono qui perché prendo tanti soldi. Questo è molto lontano dalla realtà. Ho accettato, come tutti gli altri, il cachet che mi è stato proposto. Sono qui per la voglia di mettermi in gioco e non per altri motivi", chiarisce la conduttrice nella conferenza stampa di presentazione della ventesima edizione di Ballando con le Stelle, in onda da sabato 27 settembre in diretta su Rai 1 alle 20.35.
Barbara D’Urso chiarisce sul suo allontanamento da Mediaset: "Vorrei evitare di parlare del passato. Le vere motivazioni usciranno fuori un giorno, non adesso". Per anni "ho seguito quello che l'azienda per cui ho lavorato per tantissimi anni mi chiedeva. C’era un lavoro di squadra totale". A Ballando "sarò me stessa, la Rai e il programma mi chiedono di ballare. Lì avevo una corazza, dovevo interpretare quel ruolo, che mi andava bene". Sulla pista da ballo "uscirò fuori in un altro modo, forse peggiore non so. Ma sicuramente diverso", conclude.

(Adnkronos) - Nasce la prima rete delle università del Sud unite per formare i social change manager del domani: un’alleanza “accademica” che fa evolvere 'Road to social change', il progetto di UniCredit, in un laboratorio unico di formazione e innovazione sociale. Otto università: Federico II di Napoli (dipartimento di economia, management, istituzioni), Università Suor Orsola Benincasa (Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche), Politecnico di Bari, Magna Graecia di Catanzaro e Università di Salerno hanno già aderito all’accordo quadro, mentre altri atenei come Vanvitelli, Bari Aldo Moro e Parthenope sono in fase di perfezionamento.
Per i giovani significa arricchire le competenze e entrare in un percorso che offre la possibilità di imparare la lingua del futuro: la sostenibilità integrale. È l’alfabeto con cui verrà scritto il domani e chi lo conosce avrà in mano le chiavi per scriverne le prime pagine. Partecipare al programma della banking academy di Unicredit, Road to social change, vuol dire non restare spettatori, ma diventare autori del cambiamento. In un Sud che ha energia e talenti, Rtsc è l’acceleratore che sblocca il motore e lo trasforma in competitività, collegando studenti, imprese e territorio in un network nazionale già proiettato verso il futuro.
“La sostenibilità integrale oggi è una competenza trasversale indispensabile per i giovani che non vogliono restare indietro. Con Road to social change offriamo strumenti concreti per interpretare questa sfida e trasformarla in opportunità. Al Sud questo percorso assume un significato ancora più profondo, perché valorizza energie e talenti straordinari, contribuendo a generare crescita e competitività per i territori e per il Paese” dichiara Ferdinando Natali, regional manager Sud UniCredit.
I talk del programma rappresentano il cuore di questo percorso: non semplici conferenze, ma momenti di confronto aperto che mettono sullo stesso palco studenti universitari, imprenditori e accademici. Conversazioni dinamiche in cui si condividono esperienze concrete, strumenti innovativi e modelli di impresa responsabile, con l’obiettivo di tradurre i grandi temi della transizione sostenibile in casi pratici, creando un ponte diretto tra università, imprese e territorio.
Protagoniste dell'ultimo talk ospitato dall'università Suor Orsola Benincasa sono le pmi locali della filiera del food, che scelgono la sostenibilità come leva competitiva. Il food si conferma uno dei settori più strategici per l’economia italiana, che contribuisce con oltre 500 miliardi di euro al PIL nazionale e dà lavoro a circa 4 milioni di persone. A raccontarlo è l’esperienza di Feudi San Gregorio, eccellenza del vino italiano e prima cantina B Corp certificata in Campania, che sintetizza la propria missione nel claim 'Coltiviamo il futuro, un calice alla volta': una visione che unisce agricoltura sostenibile, filiera etica e comunità in crescita. Il talk sarà inoltre l’occasione per valorizzare le aziende che si sono distinte in termini di sostenibilità, che si sono fatte accompagnare attraverso il servizio di profilazione esg di UniCredit per analizzare le leve moderne di competitività, innovazione e crescita; hanno ottenuto uno score esg distintivo e hanno orientato le proprie strategie attraverso piani di azione concreti per cogliere le opportunità di una transizione sostenibile che ne rafforza la posizione sul mercato con modelli più responsabili e integrati.
Come di consueto, a moderare il Talk e a registrare il podcast di apertura, Riccardo Haupt e Riccardo Bassetto di Will Media. La partecipazione a Road to social change è gratuita e aperta a tutti, con particolare attenzione a studenti, professionisti e operatori non profit. Prossima tappa della road map di presentazione della partnership tra Unicredit e il mondo accademico è quella del 29 settembre alla Federico II di Napoli, dipartimento di economia management istituzioni, quando agli studenti del corso di laurea magistrale in innovation and international management saranno presentate sia le altre iniziative di formazione della UniCredit banking academy che quelle di placement a vantaggio degli studenti.

(Adnkronos) - Intervento riuscito per Achille Polonara. Il cestista azzurro, trasferitosi nelle scorse settimane alla Dinamo Sassari, si è sottoposto oggi, giovedì 25 settembre, al trapianto di midollo necessario nella sua battaglia contro la leucemia mieloide. Polonara ha rassicurato i suoi tifosi e tutti gli appassionati di basket pubblicando una storia sul proprio profilo Instagram: "Trapianto tutto ok", ha scritto aggiungendo un emoticon di una spunta verde e mostrandosi sorridente, con tanto di segno della vittoria, dal letto di ospedale.
La malattia, in ogni caso, non ha mai fatto perdere sorriso e buon umore a Polonara. Tanto che il giorno prima dell'intervento Achille si era prestato a un balletto, pubblicato sui social dalla moglie Erika Bufano, direttamente dalla stanza di ospedale.
Nelle scorse settimane invece era stato proprio Polonara ad annunciare di aver trovato una donatrice: "Abbiamo trovato una donatrice. Si tratta di una ragazza americana compatibile al 90%", ha spiegato al Corriere della Sera, "sono stato fortunato, c’erano due donatori compatibili al 90%, anche un ragazzo tedesco, ma hanno optato per lei perché sono riusciti a mettersi in contatto subito".
Leggi tutto: Polonara, intervento riuscito: "Tutto ok con il trapianto"

(Adnkronos) - "Tutti i pazienti oncologici dell'Emilia Romagna dovrebbero sottoporsi ad alcune vaccinazioni. Attraverso le immunizzazioni, infatti, è possibile proteggere l'organismo da infezioni molto pericolose. Al momento la copertura media regionale per la vaccinazione antinfluenzale è del 46%, quella per Covid si attesta al 19%, per l'anti-pneumococcica al 2% mentre per l'anti-Herpes zoster solo al 9%". Lo sottolinea Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica),in occasione del convegno 'La vaccinazione nel paziente oncologico'. L'evento si svolge al Policlinico di Modena e rientra nella campagna nazionale omonima. Quella in terra emiliana è la quarta tappa di un tour in 10 regioni in cui sono organizzati incontri con oncologi medici, associazioni pazienti e altre figure del team multidisciplinare oncologico. La campagna è resa possibile con la sponsorizzazione non condizionante di GlaxoSmithKline.
In Emilia Romagna - riporta una nota - sono oltre 28.900 i nuovi casi l'anno di cancro. Il 63% dei pazienti è vivo a 5 anni dal momento della diagnosi e i tassi di guarigione sono in aumento. Si sta andando verso una cronicizzazione delle malattie tumorali grazie ai trattamenti innovativi e all'aumento delle diagnosi precoci. "Oggi sappiamo quanto sia importante proteggere a 360 gradi la salute dei pazienti durante e dopo le cure - afferma Erica Franceschini, dirigente medico Malattie infettive e tropicali, Aou Policlinico di Modena - Un organismo umano, che sta affrontando un tumore, è più suscettibile all'azione nefasta degli agenti patogeni. Inoltre le terapie che utilizziamo possono compromettere momentaneamente il normale funzionamento del sistema immunitario. Per tutti questi motivi è necessario incentivare il più possibile le vaccinazioni del paziente oncologico".
"Come società scientifica siamo stati tra i primi al mondo a pubblicare delle linee guida specifiche - rimarca Alessio Schirone, Oncologia clinica azienda ospedaliero-universitaria Sant'Anna di Ferrara e responsabile della Breast Unit di Ferrara - Come Aiom raccomandiamo fortemente la vaccinazione anti-pneumococcica, l'antinfluenzale, l'anti-Hpv, quelle contro il Covid-19 e l'Herpes zoster. Quest'ultima protegge dal virus della varicella che può portare a forti e dolorose eruzioni cutanee che a volte possono essere addirittura fatali. Si tratta di una vaccinazione che è già consigliata agli over 65 e risulta ancora più importante per un paziente oncologico. Oggi è disponibile un vaccino ricombinato che può essere somministrato anche a persone fragili. Nonostante gli indubbi vantaggi garantiti da questi presidi sanitari, notiamo ancora una certa 'esitazione vaccinale'. E' quindi compito dell'oncologo svolgere un'operazione di counseling nei confronti di malati, familiari e caregiver. Per questo stiamo promuovendo una campagna in tutta Italia per sensibilizzare anche il personale medico-sanitario su un aspetto non secondario del contrasto ai tumori". La campagna 'La vaccinazione nel paziente oncologico' è stata lanciata lo scorso aprile da Fondazione Aiom per promuovere il valore delle vaccinazioni tra i malati di tumore. Oltre al tour in 10 regioni, prevede la diffusione di opuscoli, un portale informativo (vaccininelpazienteoncologico.it), spot di sensibilizzazione e attività sui social media.
Leggi tutto: Tumori, Aiom: "In E. Romagna 28.900 nuove diagnosi l'anno, vaccinare tutti i pazienti"

(Adnkronos) - Il 29 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del cuore per sensibilizzare i cittadini sull'importanza della prevenzione cardiovascolare e per ricordare a tutti quanto sia fondamentale prendersi cura del proprio cuore. Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo e in Italia, dove rappresentano circa il 31% di tutti i decessi. Conoscere e misurare i fattori di rischio individuali delle malattie cardiovascolari è importante per prevenirle e, quindi, ridurre drasticamente il numero di decessi associati.
Sottolinea Domenico Gabrielli, presidente Fondazione per il Tuo cuore dell'Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) e direttore della Cardiologia dell'ospedale San Camillo di Roma: "Quest'anno il tema della Giornata mondiale del cuore è 'Non perdere il battito', e l'obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della prevenzione delle malattie cardiovascolari, incoraggiando l'adozione di abitudini salutari. Stili di vita scorretti, quali la sedentarietà e scarsa attività fisica, il tabagismo, il consumo eccessivo di alcol e un'alimentazione squilibrata favoriscono la comparsa di importanti fattori di rischio intermedi quali ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete mellito, sovrappeso e obesità che è bene riconoscere precocemente e monitorare con l'aiuto del medico curante. I controlli di alcuni parametri diventano ancora più importanti se si è già affetti da malattie cardiovascolari, ed è sempre indispensabile adottare stili di vita salutari, effettuare i controlli nei tempi indicati ed assumere i farmaci prescritti, laddove necessario, secondo le modalità stabilite dal proprio medico curante".
"Nel corso del congresso della Società europea di cardiologia che si è da poco concluso a Madrid - continua il Gabrielli - è stato presentato il primo Clinical Consensus Statement dedicato a salute mentale e malattie cardiovascolari, con l'obiettivo di ridurre eventi, migliorare esiti e qualità di vita per milioni di persone. Circa 1 persona su 3 con malattie cardiovascolari presenta anche un disturbo di salute mentale come depressione, ansia, disturbo da stress post traumatico, stress o isolamento. I pazienti dopo una diagnosi di malattia cardiovascolare presentano alto tasso di disturbi mentali e questo impatta molto sia sul percorso terapeutico che sulla prognosi del paziente stesso. E' noto, infatti, che le patologie cardiache hanno un impatto negativo sulla salute mentale, così come i disturbi dell'umore e malattie psichiatriche aumentano il rischio cardiovascolare; ciascuna condizione accresce il rischio dell'altra e quando coesistono gli esiti a lungo termine peggiorano sensibilmente. Questa interazione è clinicamente rilevante, incide su diagnosi, aderenza, prognosi e costi, ma resta spesso sottostimata nei percorsi cardiologici tradizionali".
"La prevenzione è la prima arma, forse la più importante, per mantenere in salute il proprio cuore e per contrastare l'insorgenza e la progressione delle malattie cardiovascolari che restano ancora oggi la prima causa di morte nel nostro Paese. E' però doveroso ricordare che l'80% delle malattie cardiovascolari sono prevenibili semplicemente adottando stili di vita corretti e mantenendo sotto controllo alcuni fattori di rischio modificabili come ipertensione, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso, sedentarietà, fumo e abuso di alcol", afferma Massimo Grimaldi, presidente Anmco e direttore della Cardiologia dell'ospedale F. Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari).
"E' dunque fondamentale - rimarca - ricordare ai cittadini l'importanza di un'alimentazione sana (ricca di frutta, verdura, cereali integrali, pesce e povera di zuccheri e grassi saturi) e di un'attività fisica regolare. I cardiologi Anmco sono da sempre impegnati in prima linea nella prevenzione cardiovascolare promuovendo diverse attività di screening e di sensibilizzazione, poiché educare i cittadini in questo senso significa non solo salvare molte vite, ma anche prevenire o posticipare l'insorgenza delle malattie guadagnando in termini di qualità e di quantità di vita per gli italiani. Anche la ricerca, fiore all'occhiello di Anmco, ha fatto negli ultimi anni grandi passi in avanti grazie alla raccolta sul campo di una enorme mole di dati che forniscono dati preziosi sul trattamento delle patologie cardiovascolari in Italia e consentono di ottimizzare il percorso di diagnosi e cura in ambito cardiovascolare".
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(Adnkronos) - Domenica 28 settembre torna l'appuntamento con la 'Fitwalking for Ail', la camminata solidale non competitiva organizzata dall'Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, con l'obiettivo di raccogliere fondi per sostenere la ricerca e l'assistenza dei pazienti con tumori del sangue e dei loro familiari. La nona edizione dell'iniziativa sarà protagonista in tutta Italia, da Nord a Sud, in 38 città (dettagli su location, orari di partenza e come partecipare al link https://fitwalking.ail.it/). Oggi a Roma, al Circolo del Tennis del Foro Italico, la presentazione dell'evento patrocinato da ministero della Salute, Stato maggiore della Marina e Arma dei carabinieri, da Coni, Csi Centro sportivo italiano, Aics Associazione italiana cultura sport, Aia Associazione italiana arbitri, Fidal Federazione italiana di atletica leggera, Fiasp Federazione italiana amatori sport per tutti e Sport e Salute.
Il fitwalking è una forma di praticare il cammino alla portata di tutti, ricorda l'Ail. Il termine inglese significa letteralmente "camminare per la forma fisica"; è il denominatore comune per tutte le attività motorio-sportive, per il tempo libero e per il relax, per il divertimento, per il fitness, per la salute e per il benessere. Avvicinarsi alla tecnica del fitwalking significa rendere il modo di camminare sufficientemente efficace da potersi muovere a una elevata velocità mantenendo una gestualità naturale. "La Fitwalking for Ail, giunta quest'anno alla sua nona edizione, è per noi molto più di una camminata solidale: è un grande abbraccio collettivo che unisce l'Italia intera nella lotta ai tumori del sangue - afferma Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail - Camminare insieme significa sostenere la ricerca scientifica, garantire assistenza ai pazienti e alle loro famiglie e, al tempo stesso, promuovere uno stile di vita sano e rispettoso dell'ambiente. La manifestazione si inserisce nel progetto 'Ambiente e Salute', perché siamo convinti che la cura della persona passi anche dalla cura dell'ambito in cui vive, in linea con gli Obiettivi di sostenibilità dell'Agenda 2030", secondo cui un approccio integrato che comprende l'ambiente fisico, sociale, economico, ecologico e culturale del contesto territoriale è l'unico possibile per promuovere la salute umana e la sostenibilità ambientale. "E' un appuntamento che testimonia come solidarietà, salute e sostenibilità possano camminare davvero fianco a fianco", sottolinea Toro.
"Negli ultimi anni si è assistito a una crescente attenzione verso il ruolo dell'attività fisica come parte integrante dei percorsi di cura per i pazienti oncologici - evidenzia Fabio Efficace, responsabile Health Outcomes Research Unit e Chair Working Party Quality of Life Gimema, Gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto 'Franco Mandelli' - Oggi numerosi studi scientifici hanno ampiamente dimostrato, principalmente nei pazienti con tumori solidi, che il movimento, quando adeguatamente calibrato sulla persona, rappresenta una sorta di vera e propria terapia (che ovviamente non sostituisce quella standard) che ha dei benefici importantissimi. Ad esempio: migliorare la qualità di vita, arginare gli effetti collaterali, ridurre il rischio di recidiva e, in determinati casi, anche migliorare la sopravvivenza dei pazienti, come ha mostrato un recente studio nei pazienti con tumore del colon e pubblicata su una delle più prestigiose riviste mediche. Quindi, anche per i pazienti onco-ematologici, una attività fisica che sia calibrata sulle caratteristiche specifiche del singolo paziente può avere dei risvolti molto positivi che aiutano il paziente sul versante della funzionalità fisica, emotiva, psicologica e sociale".
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(Adnkronos) - Volodymyr Zelensky afferma di non avere intenzione di rimanere alla guida dell'Ucraina una volta finita la guerra, innescata dall'invasione russa su vasta scala avviata nel febbraio di tre anni fa.
Al giornalista Barak Ravid su 'The Axios Show', poco prima di lasciare New York dopo l'intervento all'Assemblea generale dell'Onu per fare rientro a Kiev, ha anche promesso di chiedere al Parlamento ucraino, in caso di cessate il fuoco, di organizzare le attese elezioni, rinviate a causa del conflitto. Ha detto di essere "pronto" a lasciare, rispondendo alla domanda se consideri concluso il suo mandato con la fine della guerra. "Il mio obiettivo è porre fine alla guerra", non restare alla presidenza, ha affermato.
E, evidenzia Axios nelle anticipazioni dell'intervista che verrà trasmessa venerdì, ha aggiunto di aver detto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, durante l'ultimo faccia a faccia, che se si arriverà a un cessate il fuoco "potremo usare questo periodo di tempo" e "posso dare questo segnale al Parlamento".
Zelensky, eletto nel 2019 per un mandato di cinque anni, ha precisato di comprendere che la popolazione potrebbe volere "un leader" con "un nuovo mandato". "Durante il cessate il fuoco, penso la sicurezza possa dare la possibilità di organizzare elezioni", ha affermato sulle sfide nell'organizzazione del voto in un Paese oggi con milioni di sfollati e territori controllati dalle forze russe. "Se finiremo la guerra con i russi, sì, sono pronto a non presentarmi" alle elezioni, ha detto.
Il presidente ucraino ha detto ancora che se la Russia non porrà fine al conflitto avviato più di tre anni fa con l'invasione su vasta scala dell'Ucraina, i funzionari delle stanze del Cremlino dovrebbero accertarsi di sapere dove si trovano i rifugi più vicini. E ha poi aggiunto di avere il sostegno esplicito di Donald Trump a colpire obiettivi russi, come siti per la fabbricazione di armi e infrastrutture energetiche. "Li useremo", ha affermato in riferimento alla possibilità che l'Ucraina ottenga altri armamenti a lungo raggio dagli Stati Uniti.
Al giornalista di Axios Barak Ravid, Zelensky ha detto di aver chiesto a Trump, durante l'ultimo faccia a faccia a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, un nuovo sistema d'arma che - ha sostenuto - costringerebbe il leader russo Vladimir Putin a sedersi al tavolo dei negoziati. L'Ucraina non colpirà i civili, ha assicurato, perché "non siamo terroristi".
Ma ha lasciato intendere un riferimento ai centri del potere. "Devono sapere dove si trovano i rifugi - ha affermato - Ne hanno bisogno. Se non porranno fine alla guerra ne avranno bisogno in ogni caso". "Se ci attaccheranno risponderemo - ha ribadito - Se attaccheranno il nostro settore dell'energia, il presidente Trump sostiene il fatto che possiamo rispondere sull'energia". E per Zelensky, Trump sarebbe sulla stessa linea per quanto riguarda fabbriche di droni e siti missilistici. "La nostra popolazione odia i russi perché hanno iniziato la guerra e ci uccidono, ma - ha affermato nelle anticipazioni - la nostra gente capisce che non abbiamo bisogno di attaccare i civili".
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(Adnkronos) - Undo Group, attraverso la controllata Sol Terram Srl, ha finalizzato l’acquisizione di otto progetti fotovoltaici e agrovoltaici Rtb (Ready To Build), per una potenza complessiva di 170 MWp, localizzati nel Centro-Sud Italia. Le attività provengono da una realtà attiva nell'ambito energy. E' quanto fa sapere l'azienda in una nota.
Una volta in esercizio gli impianti genereranno oltre 250 GWh annui di energia che potranno soddisfare in 12 mesi il fabbisogno di circa 100mila famiglie, contribuendo a evitare l’emissione di oltre 80mila tonnellate di CO2, pari a quelle prodotte da circa 53mila automobili.
"L’operazione rappresenta un passo decisivo nel percorso del nostro piano industriale, compiendo un importante passaggio di dimensione che proietta il Gruppo a interpretare un ruolo da protagonista nella trasformazione energetica italiana. La nostra forza risiede nella rapidità, nelle competenze, nelle capacità e nella coesione delle nostre persone. Qualità, queste, che ci consentono di chiudere operazioni a fianco di grandi multinazionali, indipendentemente dalle dimensioni aziendali. Tutto ciò è il frutto di un lavoro collettivo, reso possibile anche dal sostegno dei partner e dalla fiducia del Gruppo Banca Popolare del Lazio, che dimostra come anche istituti di non grandi dimensioni possano incidere positivamente e in modo determinante sul futuro imprenditoriale italiano", afferma Umberto Deodati, Ceo di Undo Group.

(Adnkronos) - I tumori urologici in Italia fanno registrare ogni anno più di 87mila nuove diagnosi. Sono patologie sempre più curabili e anche guaribili: globalmente, 8 pazienti su 10 riescono a sconfiggerle. Da qui però l'esigenza di ricorrere a trattamenti meno invasivi e che impattino sempre meno sulla vita sessuale. Al momento, infatti, la malattia e le successive terapie possono causare disfunzioni sessuali. Soprattutto nel cancro alla vescica in presenza del quale, nei casi più gravi di patologia, più dell'80% dei pazienti lamenta sintomi come il dolore, calo del desiderio e problemi di erezione e di orgasmo. Oltre la metà degli uomini colpiti da neoplasia alla prostata sostiene invece che la malattia abbia compromesso la loro sessualità. E' quanto emerge nel giorno di apertura del 35esimo Congresso nazionale della Siuro (Società italiana di urologia oncologica). Da oggi fino a sabato oltre 250 specialisti, di diverse branche della medicina, si riuniscono a Napoli per fare il punto sulla lotta ai principali tumori genito-urinari.
"La scelta dei trattamenti e la gestione dei loro effetti collaterali rappresentano due aspetti rilevanti dell'uro-oncologia - afferma Rolando Maria D'Angelillo, presidente incoming di Siuro - Il cancro della prostata, del rene, del testicolo o della vescica sono malattie sempre più croniche. Quando individuate in tempo, le percentuali di sopravvivenza a 5 e 10 anni superano il 90%. Inoltre non colpiscono solo uomini e donne over 70, ma anche giovani, come nel caso del tumore testicolare. E' evidente che dobbiamo riuscire a preservare il più possibile il ritorno ad una vita normale dopo la difficile esperienza con una neoplasia. Fondamentale per raggiungere questo obiettivo è la discussione multidisciplinare tra i diversi professionisti che hanno in cura il paziente. Devono scegliere un percorso condiviso e poi proporlo al paziente. E' utile coinvolgere nel team anche un andrologo o un psiconcologo, in modo da fornire un supporto adeguato anche per affrontare le disfunzioni sessuali".
"Il tumore della vescica è emblematico dell'impatto che una neoplasia può avere sulla vita quotidiana - sottolinea Sergio Bracarda, presidente nazionale Siuro - E' una forma di cancro che risulta in crescita in Italia e solo lo scorso anno ha fatto registrare oltre 31mila nuovi casi (5.700 tra donne). L'armamentario terapeutico disponibile si sta ampliando in quasi tutti i sottogruppi di patologia. E' in arrivo la combinazione enfortumab vedotin più pembrolizumab come terapia di prima linea di trattamento per la malattia avanzata. I più recenti studi hanno evidenziato un significativo beneficio in termini di sopravvivenza rispetto alla sola chemioterapia. In terza e seconda linea, sempre per i casi di tumore avanzato, vi è anche erdafitinib, una target therapy che agisce solo nei casi in cui il carcinoma esprime una mutazione con alterazioni genetiche del Fgfr3. Infine è notizia degli ultimissimi giorni l'arrivo di Tar-200, un nuovo dispositivo intravescicale che rilascia il chemioterapico gemcitabina all'interno dell'organo. Il trattamento riduce la necessità di ricorso alla cistectomia in pazienti non responsivi a trattamenti iniziali per malattia superficiale".
In Italia in totale vivono con una diagnosi di tumore urologico più di 1 milione di uomini e donne, ricorda una nota. "Le prospettive di vita e guarigione per queste persone si sono molto ampliate nel corso degli ultimi 30 anni - evidenzia Giario Conti, segretario Siuro - Ciò è stato possibile anche grazie a una maggiore conoscenza sulle caratteristiche biologiche del singolo cancro. In tal modo riusciamo ad assicurare trattamenti personalizzati e di maggiore efficacia. Ora un nuovo contributo per migliorare ulteriormente l'assistenza ai pazienti può arrivare dall'intelligenza artificiale. Attraverso tecnologie informatiche innovative sono stati creati nuovi strumenti diagnostici in grado di fornire informazioni estremamente specifiche. Ciò è avvenuto soprattutto per il tumore della prostata che è attualmente il più diffuso e frequente tra la popolazione maschile. L'Ia può quindi aiutare il lavoro degli anatomo-patologi e di conseguenza anche quello dell'intero team multidisciplinare uro-oncologico".
"Somministrare trattamenti più personalizzati ci consente anche un minore rischio di ricorso a cure inutili o addirittura talvolta controproducenti - rimarca Alberto Lapini, past president Siuro - Evitiamo al paziente effetti collaterali molto temuti, come impotenza e incontinenza, a volte provocati dalla radioterapia o da alcuni farmaci. Per quanto riguarda invece la chirurgia, quella robotica è ormai una realtà consolidata in alcune strutture sanitarie del nostro Paese. Anche in questi casi le nuove tecnologie hanno semplificato il nostro lavoro e interventi molto complessi risultano di più facile esecuzione e sono meno-invasivi per i pazienti".
"La principale sfida da affrontare è riuscire ad assicurare a un numero crescente di malati tutte le innovazioni rese possibili dalla ricerca scientifica - conclude Bracarda - Ogni singolo caso di tumore urologico dovrebbe essere sempre e solo affrontato da un team multidisciplinare dove ogni specialista mette a disposizione le proprie competenze per affrontare malattie complesse ma che possiamo provare a controllare e a sconfiggere".
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