
(Adnkronos) - I risultati emersi da una sottoanalisi dello studio di fase III Waypoint, presentati ad Amsterdam in occasione del Congresso dell'European Respiratory Society, mostrano che "tezepelumab, oltre a ridurre in maniera significativa la severità dei polipi nasali, il bisogno di ricorrere a un intervento chirurgico e la necessità di assumere corticosteroidi sistemici per la poliposi, induce anche un'importante riduzione dei biomarcatori infiammatori. Il controllo dell'infiammazione a livello epiteliale, riconosciuto come fulcro della patogenesi della malattia, rappresenta un passaggio chiave per migliorare gli outcome clinici dei pazienti". Così Enrico Heffler, allergologo e immunologo clinico, responsabile dell'Unità operativa di Medicina personalizzata, Asma e allergie dell'Irccs Humanitas Research Hospital e professore associato di Medicina interna alla Humanitas University, commenta le novità sull'efficacia tezepelumab nel controllo dei processi infiammatori guidati dall'epitelio. L'anticorpo monoclonale, già approvato e rimborsato in Italia per il trattamento dell'asma grave, ha appena ricevuto da parte del Comitato medicinali per uso umano (Chmp) dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema) la raccomandazione per l'approvazione nell'Unione europea per il trattamento dei pazienti adulti con rinosinusite cronica con poliposi nasale, grazie ai risultati emersi dallo studio Waypoint, presentati in occasione del Congresso dell'American Academy of Allergy, Asthma, & Immunology (Aaaai) 2025.
Nella gestione e nel controllo delle malattie infiammatorie respiratorie - spiega una nota - l'epitelio rappresenta un elemento cruciale. Il suo ruolo sta infatti emergendo nei processi di rimodellamento strutturale che favoriscono lo sviluppo e la progressione di importanti malattie respiratorie croniche, quali l'asma grave e la rinosinusite cronica con poliposi nasale. Queste due patologie spesso coesistono e sono strettamente collegate tra loro e anche se possono manifestarsi con sintomi diversi, la risposta immunologica sottostante è spesso simile. L'epitelio collega in modo continuo le vie aeree superiori e inferiori, agendo come barriera strutturale e immunologica verso l'ambiente esterno. Agenti patogeni, inquinanti e allergeni possono danneggiare le cellule epiteliali respiratorie e causare il rilascio di citochine epiteliali che guidano diversi processi infiammatori a valle. La linfopoietina timica stromale (Tslp) è una citochina epiteliale che svolge un ruolo chiave nell'avvio e la persistenza di molteplici processi infiammatori che interagiscono direttamente con l'epitelio, generando un ciclo perpetuo di danno e infiammazione.
"L'epitelio respiratorio - sottolinea Heffler - non è soltanto una barriera fisica, ma una struttura immunologicamente attiva, capace di interagire con l'esposoma, l'insieme di allergeni, irritanti e inquinanti che respiriamo, e di rispondere producendo citochine chiave come la Tslp. Questa proteina svolge un ruolo centrale nell'innesco dei processi infiammatori, e la possibilità di bloccare Tslp rappresenta dunque una strategia cruciale per interrompere in maniera più completa i meccanismi patogenetici che sostengono malattie respiratorie croniche come l'asma grave e la rinosinusite cronica con poliposi nasale". Attualmente - rimarca la nota - tezepelumab rappresenta il primo farmaco biologico disponibile che agisce selettivamente contro la Tslp determinando un'azione mirata a livello dell'epitelio delle vie respiratorie, una barriera fondamentale per la regolazione immunitaria. Il farmaco è indicato come terapia aggiuntiva di mantenimento nei pazienti di età pari o superiore a 12 anni affetti da asma grave che non sono adeguatamente controllati nonostante l'utilizzo di corticosteroidi inalatori ad alto dosaggio, in aggiunta a un altro farmaco per il trattamento di mantenimento.
"Intervenendo sulla Tslp - prosegue Heffler - è possibile bloccare in maniera significativa la risposta infiammatoria, con effetti clinici rapidi. Nei pazienti con asma grave questo si traduce in un miglioramento dei sintomi respiratori, una riduzione delle esacerbazioni, miglioramento della qualità di vita e riduzione nell'uso di cortisonici orali". I pazienti con poliposi nasale "nello studio Waypoint hanno mostrato una riduzione marcata delle dimensioni dei polipi, un recupero dell'olfatto nei casi di anosmia, un miglioramento significativo della qualità di vita complessiva misurata attraverso strumenti validati, e la pressoché completa abolizione della necessità di utilizzare cortisonici sistemici o di essere sottoposti a nuovi interventi chirurgici per la poliposi nasale. La rapidità e l'ampiezza della risposta osservata indicano che il blocco della Tslp rappresenta una strategia terapeutica innovativa e potenzialmente di svolta per la gestione delle malattie respiratorie croniche ed evidenziano quanto tezepelumab sia promettente: il livello di risposta su tutti gli endpoint dello studio Waypoint è così consistente da far supporre che il farmaco possa diventare un best in class nella terapia biologica della rinosinusite con poliposi nasale, per la quale siamo in attesa dell'approvazione degli enti regolatori".
"I dati presentati al Congresso Ers confermano l'impegno di AstraZeneca nella ricerca scientifica nell'ambito delle patologie respiratorie, nell'ottica di modificarne l'andamento e con l'obiettivo di comprendere in maniera sempre più completa i meccanismi alla loro base e il ruolo cruciale che riveste l'epitelio nella loro patogenesi - dichiara Raffaela Fede, direttore medico AstraZeneca Italia - Tezepelumab è il primo inibitore del Tslp approvato in Italia per l'asma grave, il cui meccanismo di azione, a livello epiteliale, ha consentito di rispondere a un importante bisogno clinico non soddisfatto nel trattamento dell'asma grave. Inoltre, i risultati dello studio Waypoint, recentemente riconosciuti anche dal parere positivo dal Chmp dell'Ema per l'utilizzo nell'Unione europea, aprono a una nuova importante prospettiva di trattamento per le persone con la rinosinusite cronica con poliposi nasale. Questa patologia è una malattia complessa ed eterogenea che ha un forte impatto sulla qualità di vita di chi ne è affetto. I risultati delle sottoanalisi dello studio Waypoint ampliano ulteriormente il patrimonio di evidenze a sostegno dell'efficacia di tezepelumab nel trattamento dei pazienti con malattie infiammatorie di origine epiteliale".
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(Adnkronos) - Gli accertamenti bancari effettuati nei mesi scorsi nei confronti dell'ex procuratore di Pavia Mario Venditti "hanno dato esito negativo, altrimenti lo avremmo trovato valorizzato nel decreto di perquisizione" di venerdì scorso. E' la riflessione dell'avvocato Domenico Aiello, difensore dell'ex magistrato indagato per corruzione in atti giudiziari e perquisito perché avrebbe favorito l'archiviazione nel 2017 di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007.
La Procura di Brescia sostiene che tra i familiari di Sempio (non indagati) e l'ex procuratore aggiunto ci siano stati dei movimenti sospetti: la cifra della presunta corruzione si aggira - secondo quanto emerge nel decreto di perquisizione - tra i 20-30 mila euro; contanti che sarebbero stati prelevati per pagare i legali è invece la difesa sostenuta dai Sempio.
Per 'scoprire le carte' - nell'atto della Procura si fa riferimento a bonifici, rapporti opachi e chat 'dimenticate' - l'avvocato Aiello annuncia ricorso al Riesame per vedere se ci sono altri elementi (non indicati nel decreto) su cui si regge l'accusa della Procura di Brescia.
Leggi tutto: Caso Garlasco, il legale: "Non c'è prova dei soldi a Venditti, ricorreremo al Riesame"

(Adnkronos) - Dal 'piano Trump', a quello che prevede un 'ritorno' di Tony Blair, passando per l'iniziativa franco-saudita e per un nome, quello di Samir Halilah. Per far tacere le armi nella Striscia di Gaza e per il dopoguerra nell'enclave palestinese, martellata dalle operazioni militari israeliane, scattate in risposta all'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, ci sono più proposte sotto i riflettori nel giorno dell'atteso faccia a faccia alla Casa Bianca tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu.
Il tycoon è sembrato ottimista sulla possibilità di un accordo che ponga fine alla guerra, mentre nel suo intervento di venerdì all'Assemblea generale delle Nazioni Unite il premier israeliano è apparso sempre determinato ad andare avanti con l'offensiva militare, a raggiungere gli obiettivi dichiarati e Hamas, che nel 2007 prese il controllo della Striscia, oggi afferma di non aver ricevuto alcuna proposta. A Gaza, intanto, si consuma una crisi umanitaria, denunciata da più voci, che peggiora di giorno in giorno.
Il piano Trump
E' una proposta in 21 punti che, come ha riferito la Cnn, citando un funzionario di alto livello di Washington e fonti in Medio Oriente, è stata presentata dall'amministrazione Trump ai leader arabi martedì scorso. Hamas accetterebbe di consegnare tutti gli ostaggi vivi, tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza, e le salme degli ostaggi deceduti entro 48 ore dall'accordo, secondo quanto riferito da un funzionario arabo e da un'altra persona informata a condizione di anonimato citati dal New York Times. Stando alle fonti del quotidiano, per chi tra le fila di Hamas si impegnerà a una coesistenza pacifica con Israele verrà garantita un'amnistia e a chi vorrà lasciare Gaza verrà garantito un passaggio sicuro. E' previsto anche, stando a un funzionario di alto livello della Casa Bianca citato dal Nyt, che entrambe le parti si impegnino ad avviare un dialogo per la coesistenza pacifica e un impegno da parte di Israele a non procedere mai più con un'operazione in Qatar dopo il raid a Doha contro Hamas dello scorso 9 settembre. Secondo le fonti della Cnn, si parla di cessate il fuoco "permanente" e di una proposta per un "ritiro graduale" di Israele dalla Striscia.
Il piano Blair
Dopo indiscrezioni del sito di notizie israeliano Ynet, la Bbc ha confermato nei giorni scorsi che l'ex premier britannico Tony Blair è stato coinvolto in colloqui sulla guida di un'autorità di transizione per il dopoguerra a Gaza. La rete britannica riferiva di una proposta, che avrebbe il benestare della Casa Bianca, che vedrebbe Blair alla guida di un'autorità di governo sostenuta da Onu e Paesi del Golfo, che si prevede debba poi cedere i poteri ai palestinesi. Il piano potrebbe vedere Blair alla guida della Gaza International Transitional Authority, secondo quanto ha raccontato anche l'Ecomist, pronta a chiedere un mandato Onu per essere per cinque anni "la massima autorità politica e legale" su quel che resterà della Striscia di Gaza. Con Blair, alla presidenza con un segretariato di 25 persone, ci sarebbe anche un board con sette poltrone per controllare un organismo esecutivo a cui verrebbe affidata la gestione dei territori. Al-Arish, in Egitto, sarebbe la sede iniziale, fino alla 'stabilizzazione' della Striscia.
Di possibile un ruolo centrale per Blair hanno parlato anche tre fonti citate dal Nyt. L'autorità di transizione sarebbe sostenuta da una forza di sicurezza multinazionale, che sarebbe incaricata della sicurezza ai valichi e, stando alla versione della proposta visionata dal Nyt, di "impedire il riemergere di gruppi armati, interrompere il contrabbando di armi e neutralizzare minacce asimmetriche". Sarebbe anche compito dell'autorità di transizione rilasciare "certificati di partenze protette" in modo che - si afferma - chi vuole lasciare Gaza abbia poi garantito il diritto di ritorno in futuro. La versione della proposta a cui ha avuto accesso il Nyt non cita Hamas, ma afferma che l'Autorità palestinese - alla quale si chiedono riforme significative - avrebbe un ruolo limitato nella governance di Gaza e afferma che l'autorità di transizione e l'Autorità palestinese dovrebbero prendere decisioni "in linea con l'eventuale unificazione di tutti i territori palestinesi sotto" l'Autorità palestinese.
Il piano 'Franco-Saudita'
L'Assemblea generale dell'Onu ha adottato, a grande maggioranza, con il sostegno di 142 Paesi, la risoluzione che avalla la 'dichiarazione di New York' sulla soluzione a due stati messa a punto da Francia e Arabia Saudita, in collaborazione con i partner. Chiede il ritiro di Israele dalla Striscia, per il dopoguerra a Gaza viene indicato un comitato transitorio fatto di tecnici, che opererebbe sotto l'ombrello dell'Autorità palestinese e si ipotizzano elezioni entro un anno dal cessate il fuoco, sintetizza il Nyt. Le notizie dell'agenzia ufficiale saudita Spa hanno insistito sul dispiegamento di una "missione internazionale temporanea di stabilizzazione" su mandato del Consiglio di Sicurezza Onu. A Hamas verrebbe impedito di governare a Gaza e la proposta prevede il gruppo accetti di consegnare le sue armi all'Autorità palestinese.
Un nuovo nome per Gaza?
A metà agosto, sempre sul sito di notizie israeliano Ynet, spuntava per il futuro di Gaza il nome di Samir Halilah, imprenditore palestinese, che è stato segretario generale del terzo governo Anp (2005-2006) di Ahmed Qurei, morto due anni fa, e anche presidente del Consiglio di amministrazione della Palestine Securities Exchange fino allo scorso marzo. Il sito di notizie scriveva di un lavoro andato avanti per mesi dietro le quinte per la nomina di un "governatore" per la Striscia, qualcuno che operi sotto gli auspici della Lega Araba, sia accettato sia da Israele che dagli Usa e consenta una transizione al dopoguerra. Lo stesso Halilah, intervistato dall'agenzia palestinese Maan vicina alle autorità di Ramallah, parlava di una proposta "sul tavolo da un anno e mezzo" e sosteneva che era "stata accettata da Hamas".
Maan scriveva in quell'occasione di "un accordo in fase di definizione", incentrato sulla "cessazione delle ostilità" e sul "ritiro dell'esercito israeliano dalla Striscia di Gaza". E l'agenzia palestinese sosteneva prevedesse anche "l'ingresso di forze arabe sotto la supervisione americana e la nomina di un governatore palestinese incaricato di gestire gli affari civili, garantire la sicurezza e supervisionare il processo di ricostruzione". "La proposta - diceva Halilah - prevede che l'amministrazione di Gaza sia sotto la supervisione del Comitato della Lega Araba, che comprende sei membri ed è composto da Egitto, Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Anp e Qatar, per gestire gli affari civili a Gaza e garantirne la sicurezza".
Leggi tutto: Gaza, quale sarà il suo futuro dopo la fine della guerra: le ipotesi

(Adnkronos) - Jannik Sinner va a caccia della finale a Pechino. Il tennista azzurro sfida domani, martedì 30 settembre, l'australiano Alex De Minaur - in diretta tv e streaming - nella semifinale dell'Atp 500 cinese. Sinner è reduce dalla vittoria contro Fabian Marozsan nei quarti di finale, battuto in due set 6-1, 7-5, mentre nei turni precedenti ha superato Marin Cilic all'esordio e Terence Atmane negli ottavi. Sinner scende in campo per difendere la finale conquistata lo scorso anno, quando proprio a Pechino fu battuto all'ultimo atto da Carlos Alcaraz.
La sfida tra Sinner e De Minaur è in programma domani, martedì 30 settembre, non prima delle 8 ora italiana. I due tennisti si sono affrontati in dieci precedenti, tutti vinti dall'azzurro, che conduce quindi con un parziale di 10-0. L'ultimo incontro tra Sinner e De Minaur risale ai quarti di finale degli ultimi Australian Open, poi vinti proprio dall'azzurro, in cui Jannik si impose in tre set.
Sinner-De Minaur, come tutte le partite dell'Atp 500 di Pechino, sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali SkySport. Il match sarà visibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW e TennisTv.
Leggi tutto: Sinner-De Minaur: orario, precedenti e dove vederla in tv

(Adnkronos) - La navigazione verso Gaza della Global Sumud Flotilla è in questi giorni, anche per le implicazioni per la sicurezza delle decine di italiani a bordo, uno dei temi più dibattuti sulla stampa italiana. Il governo continua con i suoi appelli agli attivisti affinché riconsiderino i loro piani, nel timore di un possibile blitz di Israele, che dal suo canto suo ribadisce l'intenzione di impedire la violazione di quello che ritiene essere un legittimo blocco navale. La vicenda è seguita con attenzione anche da diverse testate giornalistiche internazionali, tendenzialmente di quei Paesi che, per diversi motivi, hanno interessi regionali o sono coinvolti in qualche forma nella guerra a Gaza.
Al-Jazeera, la tv del Qatar - Paese che fino al raid israeliano su Doha delle scorse settimane era protagonista degli sforzi di mediazione - ha una pagina 'live' sul viaggio della Flotilla, con l'ultimo aggiornamento in cui si legge che le navi si trovano a quasi 700 chilometri da Gaza, "con l'arrivo stimato in tre-quattro giorni" e l'ingresso "in soli due giorni" nella zona ad alto rischio. Anche l'agenzia turca Anadolu fornisce un aggiornamento sulla distanza che separa le imbarcazioni dall'enclave palestinese.
Diversa l'impostazione della Bbc, che pubblica un'intervista a Greta Thunberg, uno dei 'volti' della Flotilla, in cui l'attivista svedese respinge le critiche di chi ritiene l'iniziativa solo una trovata pubblicitaria. "Non credo che nessuno rischierebbe la vita per una trovata pubblicitaria", ha commentato Thunberg, respingendo le affermazioni delle autorità israeliane che hanno ridicolizzato le imbarcazioni definendole "yacht da selfie".
Proprio in Israele le vicissitudini della Flotilla sono seguite con grande attenzione. Il Times of Israel scrive che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha messo in guardia gli attivisti dal rischio che comporta rompere il blocco navale, sottolineando che ci sono circa 40 italiani a bordo e che i leader della Flotilla hanno finora respinto tutti i tentativi di mediazione.
Anche Haaretz scrive della vicenda, annunciando che le imbarcazioni sono ripartite dalla Grecia nonostante le condizioni meteo non favorevoli e un sospetto attacco di un drone delle Idf.
L'agenzia di stampa palestinese Wafa, infine, riferisce che la Global Sumud Flotilla si "avvicina a Gaza nonostante gli attacchi dei droni" e mette in evidenza come le decine di navi vengano scortate nel loro viaggio dalle Marine di Spagna e Italia.

(Adnkronos) - Esami medici, cartelle cliniche, dati: tutto a portata di click per ogni paziente. Da domani nel Fascicolo sanitario di ogni italiano sarà presente un profilo sintetico tutto in un ecosistema online che renderà più veloce la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione dei pazienti.
Si chiude il 30 settembre, infatti, l'implementazione del Profilo sanitario sintetico (Pss) previsto dall'articolo 4 del decreto sul Fascicolo sanitario elettronico (Fse) 2.0, un documento socio-sanitario informatico, curato e aggiornato dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, che raccoglie i dati essenziali del paziente e ne favorisce la presa in carico e la continuità di cura anche nell'eventualità di una emergenza in pronto soccorso.
Il Pss completa il Fse che sarà il punto unico di accesso per dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici riguardanti l'assistito - precisa il ministero della Salute sul proprio sito - riferiti a prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.
Cosa c'è nel profilo sanitario elettronico? Ecco le informazioni:
- Anagrafica dell'assistito (nome, cognome, codice fiscale, domicilio e recapiti);
- informazioni sul medico curante (nome, contatti, Pec);
- situazione clinica attuale con patologie croniche e rilevanti, organi mancanti o trapianti effettuati; malformazioni e disabilità motorie;
- allergie, reazioni avverse a farmaci o alimenti; terapie farmacologiche croniche, in particolare trattamenti insulinici e anticoagulanti; anamnesi familiare per la valutazione del rischio eredo-familiare.
Sono invece facoltativi dati come altezza, peso, Bmi e pressione arteriosa, mentre altre informazioni (vaccinazioni, piani di cura riabilitativi, esenzioni, reti di patologia, trattamenti e ricoveri) potranno essere inserite solo tramite i servizi di supporto previsti dall'Eds", l'ecosistema dei dati sanitari.
Uno degli aspetti più importanti - si evidenzia - è che il Pss garantirà l'integrazione con l'Anagrafe nazionale assistiti (Ana) e consentirà anche l'accesso in emergenza ai dati del paziente, anche in assenza di consenso esplicito, come previsto dall'articolo 20 del decreto 2023.
Leggi tutto: Esami medici e cartelle cliniche, online il fasciolo sanitario: cosa cambia domani

(Adnkronos) - "Le parole del Primo Ministro Narendra Modi, per il quale nutro un profondo rispetto, nella sua prefazione all’edizione indiana del libro Io sono Giorgia, mi toccano e mi onorano nel profondo". Così Giorgia Meloni commenta con l’Adnkronos la prefazione di Narendra Modi, primo ministro indiano, alla sua biografia “Io sono Giorgia”, che uscirà nei prossimi giorni in India con il titolo “ I Am Giorgia - My Roots, My Principles ”, edita da Rupa Publications, una delle principali case editrici del Paese. Prosegue il presidente del Consiglio: "Sono sentimenti che ricambio sinceramente, con tutto il cuore, e che testimoniano quanto sia forte il legame tra le nostre Nazioni".
Le parole di Modi: il richiamo al suo “Mann Ki Baat”
La prefazione di Modi, che l’Adnkronos ha potuto leggere, spicca per i toni personali e simbolici. Il premier sottolinea la vicinanza tra India e Italia, fondata – scrive – “su istinti civilizzatori condivisi, come la difesa del patrimonio, la solidità della comunità e la celebrazione della femminilità come forza guida”. Modi lega questo messaggio alla sua amicizia personale con Meloni e alla comune capacità di coniugare tradizione e modernità: “Sono fiducioso che sarà accolto come un racconto stimolante di una straordinaria leader politica contemporanea e di una patriota. È stato un grande onore scrivere questa prefazione”.
Un passaggio notevole è la chiusura, in cui Modi definisce il libro non solo un’autobiografia ma “la sua Mann Ki Baat”, cioè “le idee del cuore”. L’espressione rimanda al titolo del programma radiofonico mensile che dal 2014 lo vede rivolgersi in prima persona agli indiani, diventato nel tempo un marchio politico e comunicativo del premier.
Una rarità editoriale
Modi ha firmato solo altre due prefazioni: nel 2014, per un libro dedicato ad Anandiben Patel, che prese il suo posto come chief minister del Gujarat – prima donna a guidare lo Stato – e nel 2017 per l’autobiografia di Hema Malini, storica star di Bollywood poi entrata in politica. La prefazione al libro di Meloni rappresenta quindi un gesto politico e personale di rilievo. Il rapporto tra i leader è al centro di un’attenzione particolare da quando, il 1 dicembre 2023, Meloni ha pubblicato un selfie scattato alla Cop28 di Dubai insieme al premier indiano. L’hashtag #Melodi da quel momento ha generato centinaia di milioni di visualizzazioni su X, Instagram, TikTok e Facebook, e torna virale ogni volta che i due si incontrano.
Trump jr. e il parallelo con il padre
Il libro contiene una seconda prefazione, a firma di Donald Trump jr., che accompagna anche l’edizione americana del libro (edita da Skyhorse Publishing). Nel testo si legge: “Pochissime persone nella politica odierna possono onestamente affermare che la loro elezione abbia segnato l’inizio di un cambiamento radicale nella loro nazione. Tra queste, Giorgia Meloni. che ha apportato un cambiamento duraturo nella politica italiana, proprio come mio padre qui in America”.
Trump jr. insiste anche sull’aspetto umano della premier: dalle radici in un quartiere operaio romano all’ascesa come leader di Fratelli d’Italia, fino alla guida del governo italiano. “Ciò che rende la sua storia ancora più potente – aggiunge – è che molto prima di guidare l’Italia, Meloni era semplicemente una giovane donna della working class con un profondo amore e una visione per la sua nazione. Ha sfidato l’élite globalista, ha difeso il suo Paese e ha portato al suo incarico un coraggio e una chiarezza che la maggior parte dei cosiddetti ‘leader’ potevano solo sognare”.
Meloni, dalla Garbatella a Palazzo Chigi
Il libro racconta il percorso umano e politico di Giorgia Meloni: dall’infanzia nel quartiere romano della Garbatella, agli inizi in politica, fino alla leadership di Fratelli d’Italia e alla nomina a prima donna presidente del Consiglio in Italia nel 2022. Meloni ricostruisce le difficoltà personali, il rapporto con la madre e la sorella, l’assenza del padre e le sfide di una carriera politica in un ambiente dominato dagli uomini.

(Adnkronos) - "La guerra in Ucraina è anche la nostra guerra, che ci piaccia o meno". A lanciare l'avvertimento senza giri di parole è stato oggi il premier polacco Donald Tusk, sollecitando l'Occidente a unirsi nel suo sostegno a Kiev, nel suo intervento all'apertura di una conferenza di due giorni dedicata alla sicurezza europea e globale a cui partecipano esponenti di 80 Paesi diversi. "Perché il conflitto in Ucraina è solo parte di questo orribile progetto, un progetto che ogni tanto ricompare nel mondo che ha sempre lo stesso obiettivo: schiavizzare Paesi, sottrarre la libertà alle persone, far trionfare autoritarismo, dispotismo, crudeltà e assenza di diritti umani".
Il compito principale dei leader "è quello di rendere l'intera comunità occidentale, l'intera comunità transatlantica, dolorosamente consapevole, nel profondo, di cuore e testa, che c'è una guerra in corso", ha sottolineato il premier.
"La pace non è una caratteristica particolare di questa parte del mondo. Al contrario. E questa è la ragione per cui questa riflessione sulla sicurezza, la guerra, la pace, sulla comunità occidentale, è così importante", ha detto ancora Tusk.
"Se perdiamo questa guerra, le conseguenze ci colpiranno e colpiranno non solo la nostra generazione ma anche quelle future. In Polonia, attraverso l'Europa, negli Stati Uniti, ovunque nel mondo", ha aggiunto il premier polacco, per cui la guerra di aggressione della Russia è un progetto politico il cui obiettivo è quello di sottomettere altre popolazioni.
Per Tusk non sono possibili compromessi con la Russia. Le uniche ragioni per capitolare sarebbero "una volontà debole, il dubbio, la codardia e la mancanza di immaginazione", ha affermato inoltre il premier. Putin fermerà questa guerra - aveva detto poco prima il suo ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski in una intervista a Cnn, "solo quando si renderà conto che non può vincerla e perché arrivi a questa conclusione c'è bisogno di maggiori pressioni sull'economia russa e più aiuto internazionale per l'Ucraina. La guerra finirà probabilmente nel modo in cui è finita la Prima guerra mondiale. Una delle due parti esaurirà le risorse per portarla avanti".
In un contesto di crescenti tensioni, su Telegram ecco quindi arrivare il post del vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitry Medvedev, secondo cui i Paesi europei "non possono permettersi una guerra" con Mosca, "sono vulnerabili e non sono uniti", e in un conflitto del genere ci sarebbe un "rischio molto concreto" di impiego di "armi di distruzione di massa".
"Nei Paesi europei si annuncia da tutte le parti che ci sarà una guerra con la Russia nei prossimi cinque anni. Non dovrebbe accadere", ha affermato, sostenendo che un conflitto del genere "andrebbe contro gli interessi" della Russia, che "in linea di principio non ha bisogno di una guerra con nessuno" e "neanche" con "la vecchia Europa". "Non c'è nulla da guadagnare. L'economia dell'Europa è debole e dipende dagli Stati Uniti - ha proseguito nel lungo messaggio, parlando anche di declino culturale -. L'Europa sta perdendo la sua identità, si sta dissolvendo tra migranti aggressivi".
"Il compito principale della popolazione russa è sviluppare i territori dei russi, ha aggiunto con un riferimento anche ai territori occupati in Ucraina. Non è "facile", ha proseguito, sostenendo ancora che la Russia sia "sempre andata in Europa solo come forza liberatrice, non come invasore".
Secondo Medvedev, i Paesi europei "possono solo perseguire i loro interessi, cercando di sopravvivere nell'attuale caos economico". "Semplicemente non possono permettersi una guerra con la Russia", ha incalzato accusando i leader europei di "non essere in grado di assumersi la responsabilità di nessuna questione importante", di "mancare di pensiero strategico" e della "passione necessaria per assumere decisioni sensate".
"Gli europei sono inerti - ha insistito - non vogliono battersi per ideali comuni o per la loro terra". E, ha concluso, se esiste il rischio di guerra è perché "esiste sempre la possibilità di un incidente fatale" e in "un conflitto del genere c'è il rischio molto concreto che possa degenerare in una guerra con armi di distruzione di massa", motivo per cui "dobbiamo rimanere vigili".

(Adnkronos) - Web3, blockchain, criptovalute e finanza decentralizzata (Defi) saranno sempre più catalizzatori di nuove opportunità di carriera. E’ quanto emerge dal Rapporto di Bitget research che ha evidenziato come l’adozione diffusa della blockchain, a un ritmo simile a quello dell’Intelligenza artificiale, potrebbe generare un aumento esponenziale di posti di lavoro, superando le attuali proiezioni di 500.000 nuovi ruoli entro il 2028, toccando oltre un milione di opportunità lavorative entro il 2030. Nonostante la sua crescita esponenziale, il settore Web3, però, rimane fortemente sotto-rappresentato dalle donne, specialmente in ruoli tecnici o di leadership. Lo studio di Diversity in Blockchain Inc. ha evidenziato come gli uomini ricoprano il 76% delle posizioni tecniche, mentre Bitget research ha analizzato che le startup blockchain guidate da donne rappresentano solo il 9% del totale.
Per colmare questo gap, Bitget, principale exchange di criptovalute a livello globale e azienda Web3, ha stretto una partnership con Women lead, organizzazione dedicata a ridurre il divario occupazionale e salariale di genere nel Sud Italia, dove il tasso di occupazione femminile complessivo è solo del 36,9% (dati Istat) e l’elevata vulnerabilità lavorativa tocca il 31,2% delle donne. Ne parla all’Adnkronos/Labitalia Gracy Chen, ceo di Bitget.
“Siamo convinti che l’inclusione e la diversità di genere siano fondamentali per il futuro della blockchain. Il webinar gratuito 'Women lead crypto' sviluppato in collaborazione con Women lead, vuole essere un’opportunità concreta e offrire a donne di talento gli strumenti per diventare protagoniste attive di questo cambiamento tecnologico e sociale. Il webinar si terrà il 1° ottobre e offrirà un’introduzione al Web3, spiegando concetti chiave come blockchain, criptovalute e finanza decentralizzata (Defi). L’evento esplorerà anche le numerose opportunità di carriera in questo settore in forte crescita" spiega Gracy Chen.
“Questo webinar - sottolinea Gracy Chen, ceo di Bitget - è un esempio concreto del programma globale Blockchain4Her di Bitget, creato per promuovere l'inclusività e la diversità di genere nel settore blockchain. Grazie a questa iniziativa, oltre 3.000 donne sono già state sopportate con programmi di formazione e più di 50.000 dollari di contributi sono stati distribuiti alle imprenditrici. Un altro passo importante è la nostra partnership triennale con Unicef game changers coalition (gcc), che mira a formare oltre 300.000 ragazze e insegnanti in tutto il mondo”.
“In Women Lead - aggiunge Gaia Costantino, ceo di Women Lead - la nostra missione è colmare il divario di genere attraverso l’orientamento di carriera e la formazione digitale. Crediamo che le competenze tecnologiche siano la chiave per sbloccare il potenziale femminile e creare un futuro più equo. Grazie alla partnership con Bitget, possiamo offrire alle donne un’opportunità unica per entrare in un settore all’avanguardia come il Web3, contribuendo a superare le sfide del nostro territorio e a costruire una nuova generazione di professioniste del digitale”.
Leggi tutto: Bitget, 'Women lead crypto' webinar nato per avvicinare le donne al Web3

(Adnkronos) - Livia Giuggioli Firth, attivista italiana ed ex moglie dell'attore Colin Firth, ha deciso di restituire la sua onorificenza di Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico, dopo l'incontro fra re Carlo e Donald Trump. Il motivo della decisione? Gli onori con cui il presidente degli Stati Uniti è stato accolto a corte, che hanno sconfinato in un atteggiamento "codardo" che ha legittimato la politica del tycoon. In un post su Instagram, la plateale azione dell'avvocatessa, famosa per l'impegno nella moda sostenibile e nella difesa dell'ambiente: davanti alla telecamera, prende e strappa il certificato dell'Mbe, che le era stato conferito nel 2019, mostrando la medaglia che intende presto restituire.
"Nel 2019 - spiega nel video la Giuggioli - mi è stata conferita questa onorificenza Mbe per i servizi resi nel tentativo di rendere la catena di fornitura della moda un luogo di lavoro più giusto e meno mortale per i lavoratori dell'abbigliamento di tutto il mondo. Sebbene io sia contro l'Impero britannico e i resti di quel sistema tossico, ho accettato l'onorificenza a nome dei molti attivisti dei lavoratori dell'abbigliamento che mi hanno istruito e sostenuto. Avevo anche un grande rispetto per re Carlo, all'epoca principe di Galles, e per le sue decennali battaglie a favore della giustizia sociale e ambientale. Mentre scrivo, vediamo quell'orribile scusa umana (chiamata Trump) in piena attività all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, la sua retorica velenosa amplificata e legittimata. Ho riflettuto sulla sua visita nel Regno Unito la scorsa settimana e temo di non riuscire a conciliare il modo in cui è stato assecondato e onorato e, ancora una volta, legittimato".
"In effetti - prosegue nel post l'attivista - lo show della scorsa settimana non mi ha mostrato nulla di quei valori che pensavo re Carlo sostenesse o del suo spirito. Piuttosto, è stata una spaventosa e vile dimostrazione di acquiescenza nei confronti di qualcuno che è a favore della distruzione del mondo naturale e delle persone più vulnerabili del pianeta. Poiché non riesco a conciliare queste due posizioni, ho stracciato la mia onorificenza e la rispedisco al mittente. Conosco molti britannici onesti e rispettabili che non riusciranno a conciliare i loro valori di equità e giustizia con la grottesca pantomima a cui abbiamo assistito. Credo che solo prendendo posizione possiamo far conoscere i nostri sentimenti".
La Giuggioli Firth è stata sposata con il marito attore dal 1997 al 2021. Hanno due figli, Luca e Matteo. Colin Firth non ha commentato la decisione dell'ex moglie. È stato nominato Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (Cbe) in occasione del compleanno della regina nel 2011 per i suoi servizi al teatro.
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(Adnkronos) - Addio a Roscoe, il bulldog di Lewis Hamilton. Il cane è morto ieri, 28 settembre, tra le braccia del pilota di Formula 1: "Dopo quattro giorni di terapia intensiva, durante cui ha lottato con tutte le sue forze, ho dovuto prendere la decisione più difficile della mia vita e dire addio a Roscoe. Non ha mai smesso di lottare fino alla fine", scrive Hamilton in un lungo post su Instagram. Il pilota ha annullato diversi impegni, come il test Pirelli al Mugello e la Milano Fahion Week, per stare accanto al suo amico a quattro zampe. Far sopprimere un cane "è una delle esperienze più dolorose e provo una profonda connessione con tutti coloro che hanno vissuto la perdita di un animale domestico amato", scrive ancora Hamilton.
"Sono molto grato e onorato di aver condiviso la mia vita con un'anima così bella, un angelo e un vero amico. Accogliere Roscoe nella mia vita è stata la decisione migliore che abbia mai preso e custodirò per sempre i ricordi che abbiamo creato insieme". Nonostante il momento difficile, "averlo avuto è stata una delle cose più belle della mia vita: amare così profondamente ed essere ricambiato". Il pilota ringrazia i fan "per l'amore e il sostegno che avete dimostrato a Roscoe nel corso degli anni. È stato davvero speciale", conclude.
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(Adnkronos) - Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nel mondo, responsabili di oltre un terzo dei decessi globali e del 35,8% di quelli italiani. Si stima che, in assenza di misure preventive, le diverse condizioni che interessano cuore e vasi sanguigni, come infarto miocardico acuto, ictus cerebrale, scompenso cardiaco e aritmie, potrebbero arrivare a determinare 23,6 milioni di morti ogni anno entro il 2030. Gli eventi acuti, come l'infarto o l'ictus, in più del 50% dei casi rappresentano la prima manifestazione della malattia, colpendo persone che fino a quel momento erano considerate sane. In occasione della Giornata mondiale del cuore, che si celebra ogni anno il 29 settembre, Synlab, azienda specializzata nella medicina di laboratorio e nella diagnostica medica, rinnova il proprio impegno nella diffusione della cultura della prevenzione e nella promozione di pratiche cliniche e stili di vita che possano ridurre l'impatto di queste patologie con pacchetti dedicati alla salute cardiovascolare disponibili a prezzi agevolati nei centri diagnostici a partire dal mese di ottobre.
Il rischio di sviluppare un evento cardiovascolare - ricorda una nota - dipende da fattori di rischio cardiovascolare non modificabili, come età, sesso e predisposizione genetica, e da fattori modificabili, sui quali è possibile intervenire, quali ipertensione, diabete, dislipidemia, fumo, obesità e sedentarietà, oltre a condizioni psicosociali e socioeconomiche sfavorevoli e all'esposizione all'inquinamento atmosferico. Spesso più fattori possono coesistere nello stesso individuo, amplificando il rischio: ad esempio, il 70% delle persone con diabete di tipo 2 presenta anche ipertensione, il 90% è in sovrappeso o obeso e il 60% ha una dislipidemia.
"Una parte significativa degli eventi cardiovascolari può essere evitata attraverso il controllo dei principali fattori di rischio - spiega Carlo Tedeschi, cardiologo e radiologo di Synlab Sdn Napoli - La prevenzione cardiovascolare inizia dalla modificazione degli stili di vita, come praticare attività fisica regolarmente, mantenere un peso nella norma e astenersi dal fumo. Se nonostante le modificazioni dello stile di vita i valori del colesterolo e della pressione arteriosa restano elevati è necessario iniziare una terapia farmacologica in base al profilo di rischio del singolo paziente. E' quindi necessario affrontare i fattori di rischio in modo integrato e senza trascurarne nessuno. La prevenzione - sottolinea - richiede regolarità nei controlli cardiologici, con cadenze differenti in base al profilo di rischio, e soprattutto un'aderenza alla terapia farmacologica, la quale rappresenta un patto consapevole tra medico e paziente, che implica la continuità delle cure e l'adozione di stili di vita coerenti con gli obiettivi clinici. L'interruzione improvvisa di alcune terapie - avverte il cardiologo - può determinare un non raggiungimento degli obiettivi terapeutici e quindi la persistenza di un rischio cardiovascolare globale ancora alto. Solo combinando la correzione dei fattori di rischio, la costanza terapeutica e un approccio personalizzato è possibile ridurre il rischio e migliorare la prospettiva di vita dei pazienti".
Per prevenire l'insorgenza degli eventi acuti - evidenzia Synlab - è fondamentale un approccio strutturato che combini valutazione dei fattori di rischio e identificazione precoce dell'aterosclerosi, patologia vascolare cronica caratterizzata dall'accumulo progressivo di lipidi, colesterolo e cellule infiammatorie nella parete arteriosa che porta alla formazione di placche che possono restringere i vasi sanguigni o rompersi improvvisamente, causando infarto o ictus. La prevenzione primaria, rivolta a soggetti apparentemente sani, include visite cardiologiche periodiche, elettrocardiogramma, ecocardiogramma ed ecografia carotidea, insieme a controlli di pressione, glicemia, assetto lipidico ed esami di laboratorio come la lipoproteina(a). Nei profili a rischio elevato o nei casi di incertezza sul reale rischio del paziente, inoltre, è consigliata la Tac coronarica, che consente di rilevare placche aterosclerotiche anche in una fase molto precoce, quando ancora non sono individuabili con nessuna altra metodica non invasiva, e di permettere di impostare interventi terapeutici farmacologici personalizzati e di maggiore intensità.
Nei pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare, la prevenzione secondaria assume un ruolo determinante e obbligatorio. In questi casi, infatti, il raggiungimento dei target terapeutici è più rigoroso: il colesterolo Ldl deve essere sotto i 55 mg/dl, o nei casi più gravi inferiore a 40 mg/dl; la pressione arteriosa sotto i 130/80 mmHg; la glicemia ben controllata; bisogna seguire un’alimentazione equilibrata e fare attività fisica regolarmente.
Un fattore cruciale per il successo della prevenzione cardiovascolare, sia primaria che secondaria, è l'aderenza terapeutica: statine, antiaggreganti, antiipertensivi o antidiabetici hanno effetti protettivi solo se assunti regolarmente e nel tempo al fine di raggiungere i target terapeutici. La prevenzione cardiovascolare efficace - rimarca Synlab - richiede un approccio integrato e continuativo: individuare e monitorare precocemente i fattori di rischio, adottare strategie di intervento personalizzate, garantire l'aderenza alle terapie prescritte e promuovere controlli clinici regolari e utilizzare le metodiche diagnostiche più avanzate.
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(Adnkronos) - Guai di cuore per Tananai. La reazione tra il cantante di 'Tango' e l'influencer Sara Marino sarebbe giunta al capolinea. A confermare la rottura è stata proprio lei, con un gesto diretto e simbolico. Sara, infatti, ha condiviso tra le storie Instagram una foto che mostra il disco di Tananai abbandonato tra i rifiuti. Nessun commento e nessuna spiegazione ufficiale, solo due emoticon - tra cui quella della mano che saluta - che suonano come un addio definitivo.
La storia tra i due era iniziata nel 2020, prima ancora che Tananai partecipasse al Festival di Sanremo con il brano 'Sesso occasionale', classificandosi ultimo tra i big ma iniziando la sua rapida ascesa nella musica italiana. Al momento, nessuna dichiarazione o replica da parte dell'artista. Tananai, noto per la sua riservatezza sulla vita privata, ha preferito mantenere il silenzio.
Tuttavia nelle ultime settimane si era fatto notare in compagnia di Camilla Boniardi, in arte Camihawke. La content creator è stata avvistata prima a un suo concerto, poi in vacanza con lui in montagna e in un'intervista rilasciata a Fanpage, Camilla non ha smentito o confermato la notizia, piuttosto si è limitata a dire che sta attraversando un momento "sereno".
Secondo alcuni fan, la relazione tra Tananai e Sara si sarebbe conclusa proprio per la frequentazione con Camihawke. Intanto il gesto di Sara è stato condannato sui social, dove in molti l'hanno accusata di infantilismo.
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(Adnkronos) - I lavori di ristrutturazione possono rendere un appartamento competitivo sul mercato degli affitti o in caso di vendita. In genere, si procede dagli impianti, dai lavori di isolamento per una migliore resa energetica e un risparmio sui consumi domestici, quindi infissi, bagno, cucina. Spesso sono opere costose, ma la buona notizia è che anche nel 2025 chi ristruttura può contare sulle detrazioni, uno 'sconto fiscale' spalmato in dieci anni che riduce l'Irpef e, di fatto, accorcia i tempi di rientro dell'investimento. Rispetto al passato, oggi il legislatore 'sconta' soprattutto i lavori sulla prima casa, mentre quelli su abitazioni, destinate alla locazione, restano agevolati con aliquote differenti. Facciamo chiarezza, caso per caso, su come alleggerire il conto finale dei lavori di ristrutturazione per immobili da mettere a reddito. A fare il punto Nicola Teofilo di Immobiliare.it.
Detrazioni e deduzioni, la differenza
"Per prima cosa - spiega - le detrazioni non vanno confuse con le deduzioni. Le prime agiscono direttamente sull'imposta che il proprietario di una casa deve pagare al fisco, riducendo i costi dei lavori. In caso di ristrutturazione edilizia, il contribuente proprietario di case e immobili può spalmare questo sconto su un arco temporale di 10 anni, ottenendo ogni anno una quota di rimborso sottratta dall'Irpef dovuta al fisco. È un meccanismo che rende meno gravoso l'investimento e, nel tempo, garantisce un ritorno fiscale proporzionato alle spese sostenute. Quindi, le detrazioni non riducono il preventivo dell'impresa che dovrà effettuare i lavori di ristrutturazione in condominio o in singole proprietà".
"La normativa - precisa - distingue con chiarezza tra prima casa e immobili diversi dall'abitazione principale. Questo significa che chi ristruttura la casa in cui vive gode di una detrazione più alta, quindi, è più agevolato dallo Stato. Mentre, chi mette mano a una seconda casa o a un appartamento da vendere o dare in affitto, rientra nella categoria 'altre abitazioni, con percentuali inferiori di 'sconto fiscale'. Dunque, chi investe con l'obiettivo di affittare o mettere a reddito una proprietà, deve mettere in conto queste differenze nei preventivi di spesa. Nel 2025 la detrazione è pari al 50% per chi ristruttura la propria abitazione principale, ma scende al 36% se i lavori interessano altre abitazioni da ristrutturare. Il tetto massimo di spesa detraibile rimane fissato a 96mila euro per unità immobiliare, sempre da ripartire in dieci rate annuali. Dal 2026 le percentuali caleranno ulteriormente e gradualmente, scendendo al 36% e 30%, sempre con massimale di 96.000 euro e rimborso spalmato in 10 rate".
"Le detrazioni fiscali - afferma - concesse a seguito di lavori di ristrutturazioni si ottengono richiedendo dei bonus differenti, a seconda dei casi specifici".
Quali bonus richiedere
Ecco quali considerare quando un proprietario vuole investire su un immobile da locare, o comunque da mettere a reddito. 1) Bonus ristrutturazione: l'aliquota della detrazione per il 2025 è al 36%, ma scenderà al 30 nel 2026-2027: 30% (il 50% nel 2025 vale solo per la prima casa). 2) Ecobonus e Sismabonus: restano agevolazioni distinte, non cumulabili sulle stesse spese con il Bonus Ristrutturazione, quindi bisogna scegliere il canale più conveniente a seconda dei costi delle opere. Dal 1° gennaio 2025 sono esclusi dalla detrazione (sia ristrutturazioni sia ecobonus) gli interventi di sostituzione/nuova installazione di caldaie uniche a combustibili fossili. Restano ammessi sistemi ibridi (pompa di calore + caldaia a condensazione assemblati in fabbrica), pompe di calore anche ad assorbimento a gas, biomassa, microcogeneratori.
"La regola - chiarisce Teofilo - è semplice: se l’immobile è a uso residenziale, la detrazione è ammessa. Che poi venga destinato a locazione turistica, ad affitto lungo o lasciato temporaneamente sfitto in attesa di inquilini non fa differenza. L'unico limite riguarda gli immobili strumentali di un'impresa, come i beni merce di una società di costruzioni: in quel caso la detrazione non è ammessa. In tutti gli altri casi, il proprietario può sfruttare l'agevolazione e ridurre i tempi di rientro dall’investimento. Se a ristrutturare è l'inquilino (con il consenso del proprietario), può detrarre le spese intestandosi fatture e bonifici. E se il contratto di affitto scade, l’inquilino continua a portare in detrazione le rate residue sulla sua dichiarazione dei redditi. Le detrazioni non decadono anche in caso di trasferimenti di proprietà ed eredità dell’immobile prima dell’esaurimento delle rate rimborsate. Tuttavia, il diritto alle quote non utilizzate si trasferisce al nuovo acquirente, salvo diverso accordo inserito nell’atto di compravendita. In caso di successione, le rate residue passano all'erede che mantiene la detenzione materiale e diretta dell’unità. Mentre, con costituzione di usufrutto, le rate non fruite restano al nudo proprietario".
Gli interventi edilizi 'detraibili' riguardano opere di manutenzione straordinaria, restauro/risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia. Nel dettaglio, chi ristruttura per dare in affitto il proprio immobile, può richiedere lo sconto fiscale sulle seguenti opere: efficienza e comfort: sostituzione di infissi e schermature, coibentazioni su pareti/solai, fotovoltaico e accumulo, pompe di calore, building automation (con invio dati Enea entro 90 giorni dalla fine lavori); accessibilità, quindi, ascensori, montascale, eliminazione barriere architettoniche, rampe; sicurezza e qualità dell’immobile cioè rifacimento bagni, impianti elettrici/idraulici a norma, autorimessa pertinenziale, sistemi antintrusione e videosorveglianza, cablatura degli edifici, riduzione inquinamento acustico; parti comuni in condominio quindi tetto, facciata, scale, cortili, gronde, colonne di scarico, contabilizzazione del calore su impianti centralizzati; lavori di manutenzione ordinaria sono agevolati solo se eseguiti sulle parti comuni condominiali. Invece, i lavori di tinteggiatura dentro casa propria non sono detraibili.
"Quando i lavori riguardano le parti comuni di un edificio residenziale condominiale (tetto, facciata, scale, cortili, ecc) - ricorda - la detrazione va a beneficio di ciascun condomino in proporzione alla quota millesimale e alla spesa effettivamente versata. Ma le condizioni cambiano a seconda delle dimensioni di un condominio. Nei condomini ordinari: il pagamento dei lavori deve avvenire con bonifico parlante. Nella causale bisogna indicare il codice fiscale del condominio e la partita Iva/codice fiscale dell’impresa; il codice fiscale dell’amministratore (o del condomino delegato) che materialmente effettua il pagamento. L’amministratore rilascia poi una certificazione con l’importo complessivo e la quota di ciascun condomino da riportare in dichiarazione nel proprio modello 730.
Nei condomini minimi (quelli fino a 8 condomini, senza amministratore e senza codice fiscale): i lavori sulle parti comuni sono ugualmente detraibili. Tuttavia, il bonifico parlante deve essere eseguito da uno dei condomini, indicando il suo codice fiscale e la partita Iva/CF dell’impresa. Se più persone fruiscono della detrazione, in dichiarazione ciascun partecipante riporterà la propria quota e, in assenza del CF del condominio, indicherà il codice fiscale del condomino che ha pagato, conservando la documentazione che prova che l’intervento ha riguardato parti comuni.
Come fare la richiesta
La detrazione sui lavori di ristrutturazione di immobili da mettere a reddito si ottiene solo se i passaggi amministrativi sono rispettati e i pagamenti riportano i dati richiesti dalla normativa. Ecco, in sintesi, cosa sapere. Non servono titoli: in caso di lavori di manutenzione ordinaria, senza opere strutturali/prospetti come tinteggiature e finiture, perché s’intende edilizia libera. La Cila è necessaria per lavori di manutenzione straordinaria senza strutture e senza modifica prospetti (tramezzi interni, rifacimento bagni/cucine con impianti interni, infissi senza cambio foro). La Scia serve per interventi su strutture o prospetti; restauro/risanamento con rilievo edilizio.
Il permesso di costruire è necessario per demolizione e ricostruzione, ampliamenti, sopraelevazioni. In caso di lavori su parti comuni condominiali: serve la delibera assembleare con riparto spese e la notifica preliminare Asl se lavorano più imprese o in caso di superamento soglie. La scelta dell’impresa incide su qualità dei lavori e corretto accesso alla detrazione. L’impresa deve risultare iscritta al Registro Imprese, avere Durc regolare e polizza RC per lavori edili.
Per gli impianti è richiesta un’impresa abilitata secondo il DM 37/2008 e il rilascio della dichiarazione di conformità (Di.Co.) a fine lavori (elettrico, riscaldamento/condizionamento, idrico-sanitario, gas, ecc.). I preventivi devono essere comparabili: riportare il computo metrico con quantità e prezzi unitari, materiali indicati (marca/modello), tempi e Sal (stati d’avanzamento). Nel contratto è utile inserire: subappalti dichiarati, gestione rifiuti e smaltimenti, penali per ritardi, garanzie e assistenza post-consegna, modalità di pagamento tracciate.
Se il titolo edilizio lo richiede, vanno individuati progettista e direttore lavori; per strutture o vincoli servono i relativi depositi/autorizzazioni. Per ottenere la detrazione, il pagamento deve essere tracciabile con 'bonifico parlante'; fa fede la data di addebito del bonifico. La banca applica automaticamente sul bonifico una ritenuta dell’8% a carico dell’impresa, quindi non riduce la spesa detraibile, che resta quella pagata e documentata. Cosa fare quando il bonifico è compilato male o 'non dedicato'? La detrazione non decade se l’impresa rilascia una dichiarazione sostitutiva che attesta l’incasso e la corretta contabilizzazione. Interventi esclusi: dal 2025 non sono agevolati gli interventi con caldaie uniche a combustibili fossili; restano ammessi ibridi, pompe di calore, biomassa, microcogeneratori.
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(Adnkronos) - Un piano "organizzato nel dettaglio" con l'obiettivo di "eliminare i legami familiari (andarsene ad arruolarsi in Ucraina)". Un progetto che ha cambiato in corso d'opera - quando la prima coltellata al fratello ha svegliato i genitori - ma che ha portato a termine con una "lucidità e freddezza rilevanti". E' uno dei passaggi delle motivazioni del Tribunale per i minorenni di Milano che lo scorso giugno ha condannato a 20 anni di carcere Riccardo C., l'allora diciassettenne che nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2024 sterminò a coltellate la famiglia - la madre Daniela, il padre Fabio e il fratello di 12 anni - nella villetta dove vivevano a Paderno Dugnano, comune alle porte di Milano.
Il giudice pur tenendo conto delle attenuanti generiche e della minore età, ha ritenuto sussistere la premeditazione e non ha riconosciuto invece il vizio parziale di mente certificato da una perizia.
Nelle motivazioni di circa 50 pagine si sottolinea come nonostante il risveglio dei genitori, provocata dalla morte non immediata del fratello, il minore "ha deciso di procedere nell'atto omicidario, anche attuando una modalità elaborata in quel momento, frutto di una lucidità e freddezza rilevanti, ossia attendere l'arrivo della coppia genitoriale all'interno della cameretta per sfruttare l'effetto sorpresa e così agire nella certezza del raggiungimento dell'obiettivo".
Quando nell'immediatezza dei fatti Riccardo è riuscito a comprendere dal nonno che la sua posizione si stava compromettendo agli occhi degli investigatori, "se ne è assunto la responsabilità riportandola tutta al progetto di immortalità", ma nel suo comportamento "non si evidenzia quello stato di instabilità psichica tale, cosi estremo, da avergli impedito non solo di comprendere ciò che stava facendo, ma anche di orientare diversamente il suo agire, necessario per poter concludere per una riduzione della capacità di volere".
Il collegio concorda che l'imputato fosse guidato da un pensiero "stravagante, perché è di tutta evidenza che credere di raggiungere l'immortalità attraverso l'eliminazione della propria famiglia non sia un proposito sano", ma tale pensiero "era, sì, bizzarro ma ancora sotto il controllo di Riccardo ed egli ha scelto di alimentarlo e ha agito coerentemente con quell'idea" dettata da "una grossa dose di rabbia ed odio narcisistici accumulati ad ogni frustrazione, che hanno fatto si che l'atto si compisse con cotanta aggressività espressa".
Un tale "accanimento e varietà delle lesioni (soprattutto nei confronti del fratello e della madre) non può non avere come 'benzina'" che tali sentimenti, sottolineano i giudici.
Comunque, dall'esame del funzionamento mentale di Riccardo "non si ravvede alcuna evidenza di una condizione psichica di instabilità e di ingovernabilità", dato che "ha mantenuto lo stesso livello di organizzazione mentale durante le diverse fasi del delitto, non apparendo in alcun momento dissociato o soggetto ad alcuno scompenso rispetto ale sue intenzioni, che erano quelle di eliminare i familiari, secondo un piano ben organizzato, frutto dell'intelligenza di condotta dimostrata ed applicata" conclude il Tribunale per i minorenni.
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(Adnkronos) - Benralizumab, un anticorpo monoclonale indicato per il trattamento dei pazienti adulti con asma grave eosinofilico e recentemente approvato anche da Ema per Egpa (Granulomatosi eosinofila con poliangite), si è dimostrato efficace nel raggiungere la remissione clinica della malattia, già a 3 mesi dall'assunzione nell'87,2% dei casi, poi a 12 mesi nel 95% dei casi, con una conferma dei risultati anche a 24 mesi nel 96,1% dei casi. I risultati sono emersi da una post hoc analysis dello studio osservazionale Ananke, presentati in occasione del Congresso della European Respiratory Society (Ers) 2025, e hanno confermato il potenziale di benralizumab nel raggiungimento della remissione clinica nei pazienti con asma grave eosinofilico, rafforzando l'importanza di un approccio terapeutico 'treat to target'. Ananke - riporta una nota - è uno studio multicentrico, osservazionale, retrospettivo e nazionale condotto in 21 centri clinici in Italia, che ha arruolato oltre 200 pazienti che hanno iniziato il trattamento secondo pratica clinica o nel contesto del programma italiano di campionamento. Lo studio ha valutato le caratteristiche dei pazienti affetti da asma grave eosinofilico trattati con benralizumab e ha descritto gli effetti del farmaco in termini di frequenza delle riacutizzazioni, funzione polmonare e controllo dei sintomi dell'asma, nonché la ridotta assunzione di corticosteroidi orali (Ocs).
"L'asma grave eosinofilico (sea, severe eosinophilic asthma) è una forma di asma caratterizzata da un elevato numero di eosinofili, in grado di causare infiammazione delle vie aeree, con sintomi persistenti e importanti riacutizzazioni - spiega Giorgio Walter Canonica, professore & senior consultant Centro di medicina personalizzata Asma e Allergie Humanitas University & Irccs di Milano - Benralizumab è un anticorpo monoclonale che agisce direttamente contro il recettore dell'interleuchina 5, riducendo gli eosinofili sia nel sangue che nei tessuti. Se per molto tempo il controllo delle manifestazioni dell'asma è stato l'obiettivo principale delle terapie, oggi, grazie ai farmaci biologici, si punta alla remissione clinica. Questa, obiettivo sfidante nell'approccio treat to target, richiede la valutazione di più parametri che devono essere soddisfatti contemporaneamente. In particolare, per la remissione clinica dell'asma valutiamo 4 criteri: l'assenza di necessità di cortisone sistemico, l'assenza di esacerbazioni, l'assenza di sintomi e una funzione polmonare stabile. Significa alzare l'asticella per quanto concerne il risultato clinico. Abbiamo applicato questa metodologia (utilizzando la definizione Sani, Severe asthma network Italy) allo studio Ananke, uno studio retrospettivo sull'efficacia in real life di benralizumab nell'asma grave eosinofilico, in un'analisi post hoc, e il risultato è stato estremamente interessante. Parliamo di remissione sia completa (che prevede la presenza di tutti e 4 i criteri) che parziale (quando ne presenta solo 3, mantenendo fissa l'assenza di ricorso a steroide sistemico). I risultati hanno dimostrato che il trattamento è in grado di indurre una rapida risposta clinica già a 3 mesi in un'ampia percentuale di pazienti, ma soprattutto che è in grado di migliorarne gli esiti a 12 e di mantenerli fino a 24, offrendo quindi non solo una remissione rapida ma soprattutto duratura nel tempo. Questo risultato suggerisce una maggior 'fidelizzazione' del paziente alla terapia, con conseguente miglioramento dell'aderenza, da sempre tallone d'Achille del trattamento delle malattie ostruttive bronchiali croniche".
"L'asma grave eosinofilico è una malattia cronica fortemente impattante sulla vita delle persone che ne sono affette, sia a causa dei sintomi che ne limitano in maniera significativa la quotidianità sia per l'uso prolungato di corticosteroidi orali al quale è associato un aumento del rischio di eventi avversi sistemici - commenta Raffaela Fede, direttore medico AstraZeneca Italia - I risultati dello studio Ananake rappresentano un’importante conferma del ruolo che benralizumab può avere nella gestione della pratica clinica e i dati presentati al Congresso Ers confermano ulteriormente come il trattamento con benralizumab favorisca una remissione clinica rapida e duratura della malattia, migliorando in modo sostanziale la qualità di vita dei pazienti. Lo studio Ananke, sviluppato e condotto in Italia, rappresenta un esempio concreto dell'eccellenza clinica e scientifica presente nel nostro Paese e della capacità dell'Italia di contribuire in modo significativo alla ricerca in ambito respiratorio, a conferma del valore delle partnership scientifiche e delle collaborazioni nell'ottica di accelerare il progresso e offrire soluzioni terapeutiche a concreto beneficio dei pazienti".
"Benralizumab - conclude Fede - rappresenta oggi una terapia biologica innovativa per le malattie che sottendono una infiammazione eosinofilica, tra cui l'asma grave eosinofilico, che ha dimostrato efficacia nella riduzione delle riacutizzazioni, nel miglioramento del controllo dei sintomi e nella riduzione dell'uso cronico di corticosteroidi orali. Attualmente la molecola è al centro di un ampio programma di sviluppo clinico che punta ad estenderne l'impiego a diverse patologie eosinofilo correlate, caratterizzate da un importante bisogno clinico non ancora soddisfatto, tra cui la recente approvazione Ema in Egpa".
Leggi tutto: Asma grave eosinofilico, studio conferma efficacia benralizumab

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