
(Adnkronos) - A2a lancia A2a Life Ventures, il primo veicolo societario in Italia creato da una corporate per integrare tutte le leve dell’open innovation. L’obiettivo è sostenere i pilastri del piano strategico 2035 e valorizzare sul mercato soluzioni innovative sviluppate internamente. La nuova società “rafforza la posizione del gruppo come attore di primo piano nel panorama nazionale ed europeo, proiettandolo tra i player più avanzati nelle strategie di innovazione industriale”, sottolinea la life company in una nota. La rilevanza della scelta viene confermata dal paper ‘Il ruolo dell’innovazione nello scenario globale’ realizzato da Mit Technology Review Italia e presentato questa mattina alla presentazione di A2a Life Ventures dall’editore di Mit Technology Review Italia Tommaso Canonici. Come illustra il paper, oltre la metà delle Fortune 500 Companies ha già attivato programmi di corporate venture capital o acceleratori, mentre il 40% adotta modelli di venture clienting e circa una su quattro ha lanciato iniziative di venture building. Il segreto è “fare: quello che veramente cambia e la capacità di eseguire, non di pensare”, ha detto Canonici.
A2a è la prima realtà italiana a tradurre questa tendenza in un veicolo societario autonomo, con l’obiettivo di rendere strutturale e continuativo l’impegno sull’innovazione. A2a Life Ventures sarà un motore a supporto dei pilastri del piano strategico 2035 – economia circolare e transizione energetica – e si propone come una fabbrica dell’innovazione capace di sviluppare e testare soluzioni concrete digitali, fisiche e basate sull’Ai, all’interno del gruppo e poi sul mercato esterno.
L’obiettivo è costruire entro il 2035 un portafoglio di circa trenta soluzioni innovative pronte a creare valore sia per A2a che per l’ecosistema industriale ed energetico europeo. Con A2a Life Ventures, il gruppo - evidenzia la Life company - “consolida il percorso iniziato nel 2020 con il Corporate Venture Capital e conferma la volontà di guidare in Italia un modello di innovazione già diffuso tra i grandi gruppi internazionali, mettendo l’accento su una strategia Eu-first e sulla creazione di valore industriale e tecnologico a lungo termine. A2a gioca oggi un ruolo da protagonista nell’ecosistema dell’innovazione: oltre 300 progetti in corso, un portafoglio di Cvc con investimenti in più di 70 startup che hanno creato circa 1800 posti di lavoro e un network di 1 milione di innovatori globali che collabora con il gruppo”.
“La decarbonizzazione non è un’opzione ma una priorità con un orizzonte ben definito: il 2050. A2a è un player industriale che opera a livello nazionale nei settori dell’energia, delle reti, dell’economia circolare che sono strategici per il Paese e abbiamo bisogno di strumenti concreti per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica che l’Ue richiede”, commenta Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2a. All’evento di presentazione dell’iniziativa ‘First of a Kinf – Nasce A2a Life Ventures: un modello di innovazione che cresce e si rigenera di continuo.
Per migliorare la vita di tutti’ al Teatro Studio Melato hanno partecipato anche il presidente di A2a Roberto Tasca, l’ad di Tech Europe Foundation Luca De Angelis, l’ad di Cdp Venture Capital Emanuele Levi e l’ad di A2a Life Ventures Patrick Oungre che ha spiegato come le quattro business unit del gruppo siano il perimetro nel quale la società opera e orientino l’esplorazione e l’adozione di tecnologie per la transizione ecologica.
In ambito circular economy, A2a Life Ventures è impegnata nello studio di soluzioni avanzate che vanno dal recupero energetico al trattamento e valorizzazione dei rifiuti, fino alla gestione sostenibile delle risorse idriche; per la generazione di energia lavora per ottimizzare la produzione e lo storage energetico; nel settore smart infrastructures, la società monitora e sviluppa tecnologie all’avanguardia per rendere le reti sempre più intelligenti, sostenibili ed efficienti grazie, ad esempio, all’analisi predittiva; nel segmento mercato, supporta le attività commerciali per migliorare l’esperienza utente e automatizzare processi complessi legati alla vendita di energia elettrica e di gas naturale, alla mobilità elettrica, all’efficientamento energetico. Uno degli elementi distintivi della società è l’ecosistema di partner che comprende startup ad alto potenziale, Pmi innovative, centri di ricerca d’eccellenza, corporate tecnologiche, abilitatori di innovazione, enti e istituzioni: un network con cui A2a Life Ventures avvierà percorsi condivisi di crescita, in cui la co-creazione si unisce alla capacità di amplificare e portare al mercato gli asset generati.
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(Adnkronos) - Nel nuovo episodio di State Sicuri, il video podcast di Adnkronos dedicato alla sicurezza che cambia, Giorgio Rutelli ha ospitato il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Un dialogo a tutto campo che ha toccato i grandi scenari internazionali, le sfide della trasformazione culturale e tecnologica delle Forze Armate italiane, la minaccia crescente dei droni, l’impiego dell’intelligenza artificiale e il rapporto con l’industria della difesa.
“Vorrei che l’Esercito fosse non solo una forza armata, ma anche una forza amata dagli italiani”, ha detto Masiello, lanciando un messaggio forte sull’importanza della cultura della difesa come responsabilità collettiva.
Il generale ha inquadrato il momento storico in cui viviamo: “Siamo immersi in due conflitti vicini, quello in Ucraina e quello in Medio Oriente, ma i punti di tensione nel mondo sono molti di più: dall’Indo-Pacifico all’Africa, dall’Artico all’Europa orientale”.
Secondo Masiello, dopo i trent’anni di relativa stabilità seguiti alla caduta del Muro di Berlino, l’Europa e l’Italia si ritrovano in un contesto radicalmente diverso: “Siamo tornati a confrontarci con scenari convenzionali, ma non si tratta più della guerra che studiavamo da ragazzi. In Ucraina convivono tre conflitti: quello delle trincee, che pensavamo relegato ai libri di storia; quello tecnologico, con l’uso massiccio dei droni; e quello cognitivo, che si combatte sulla disinformazione e tocca direttamente le opinioni pubbliche occidentali”.
È quest’ultimo, spiega, a rappresentare la novità più insidiosa: “La guerra cognitiva entra nelle nostre case, influenza il dibattito pubblico, condiziona la politica. È la battaglia per la mente, e riguarda ognuno di noi”.
Masiello ha insistito sulla necessità di una nuova consapevolezza nazionale: “Oggi solo un italiano su cinque sarebbe disposto a combattere per il proprio Paese. È un dato con cui dobbiamo fare i conti. Sono da poco stato in Finlandia, quando si va nei Paesi di confine c’è preoccupazione ma anche preparazione. Da noi questo non avviene, per ragioni storiche, ideologiche, anche di distanza dal fronte. Ma quando parlo ai ragazzi italiani, nelle università o nei convegni, l’interesse per questi temi sta crescendo”.
Il generale ha poi ricordato la Costituzione: “La difesa della patria è sacro dovere di ogni cittadino. Non dice che è un dovere dei soli militari”. E ha citato un collega francese: “Attenzione, se si va in guerra non è l’esercito francese che combatte, è la Francia che combatte. Lo stesso vale per l’Italia: se mai ci trovassimo in quella situazione, sarebbe l’intero Paese a doversi assumere la responsabilità della difesa”.
Il generale ha paragonato la funzione delle Forze Armate a quella dei vigili del fuoco: “Nessuno vuole che la propria casa prenda fuoco, ma se accade vogliamo che i pompieri siano pronti a intervenire. E se posso, mentre i pompieri spengono l’incendio, anch’io, da proprietario, prendo un secchio d’acqua per dare una mano. Così deve funzionare anche con la difesa nazionale”.
Dopo decenni in cui l’Esercito italiano è stato impiegato prevalentemente in missioni di peacekeeping, il conflitto in Ucraina ha imposto una profonda revisione: “Stiamo tornando a parlare di carri armati, artiglieria, mezzi corazzati, elicotteri armati e difesa contraerea. Oggi questi assetti, che sembravano superati, sono diventati indispensabili”. Il cambiamento riguarda anche l’addestramento: “Non ci si appronta più a missioni specifiche in Libano o in Afghanistan. Oggi ci si addestra per scenari convenzionali, ad alta intensità, simili a quelli che vediamo in Ucraina”.
Ma la vera svolta, per Masiello, è di carattere culturale: “La sfida più grande non è quella dei mezzi, ma quella della mentalità. L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Per troppo tempo è stato considerato solo zaini e scarponi, oggi non è più accettabile. Dobbiamo cambiare rapidamente, perché il mondo cambia a una velocità mai vista prima”.
Per stimolare questo cambiamento, il Capo di Stato Maggiore ha lanciato iniziative inedite:
•
• Distanza zero: un approccio diretto e orizzontale, che include un portale su cui tutti possono dare le proprie idee in tema di innovazione della forza armata,
• Un caffè col capo: incontri informali con giovani soldati sotto i quarant’anni, senza barriere gerarchiche, per discutere liberamente problemi e proposte.
“Le idee vengono dai più giovani. Bisogna imparare a sbagliare: senza la libertà di commettere errori non ci sarà mai innovazione. Il rischio è che la paura del giudizio tolga ossigeno al cambiamento”.
Il generale ha dedicato ampio spazio all’intelligenza artificiale: “L’abbiamo introdotta in tutte le scuole dell’Esercito, perché serve innanzitutto formare. L’AI è già utilizzata nelle procedure di lavoro, nei sistemi di comando e controllo, dove ci supporta con analisi predittive, e nei sistemi d’arma. Non è solo questione di efficienza: significa salvare vite. Un robot può sminare un campo o costruire un bunker al posto di un soldato sotto il fuoco nemico”.
Masiello ha ricordato come in Ucraina l’AI stia già guidando gli sciami di droni e come questa sia una direzione inevitabile anche per l’Italia.
La minaccia più concreta è rappresentata dai droni, sempre più sofisticati e accessibili. “Ogni tre-sei mesi cambia la tecnologia: prima erano guidati via GPS, poi con la fibra ottica, poi attraverso SIM card e oggi possono essere pre-programmati con l’intelligenza artificiale. È una sfida continua”.
La risposta, secondo Masiello, non può che essere simmetrica: “Alla fine, l’unico modo per contrastare i droni sono altri droni. Sarà una lotta fra robot, supportata da missili, mitragliere e guerra elettronica. Stiamo formando il maggior numero possibile di operatori”, perché i droni saranno protagonisti non solo dei conflitti aperti ma anche di quelli sotto soglia, le provocazioni e le incursioni nella zona grigia.
Il generale ha poi rimarcato la crescente sinergia con l’industria: “Quello che chiediamo all’industria della difesa è di costruire e produrre ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Fissiamo requisiti precisi e oggi la collaborazione con le aziende del settore è molto più stretta e fruttuosa che in passato”.
“Non c’è più la barriera che separava noi e loro. Lavoriamo insieme, siamo presenti costantemente nelle aziende e l’industria partecipa ai nostri processi. Questo ci consente di parlare la stessa lingua e di avere prodotti coerenti con le esigenze operative”. Il generale ha citato alcuni esempi concreti: “Il nuovo fucile in dotazione dell'Esercito o il prossimo elicottero d’attacco che entrerà in servizio tra un anno sono il risultato di una cooperazione virtuosa. È un modello che altri Paesi guardano con interesse, perché stiamo riuscendo a realizzare una sinergia indispensabile”.Masiello ha sottolineato come l’innovazione in ambito difesa passi anche da questa alleanza: “In Ucraina le aziende sono al fronte con i soldati, a stretto contatto con le necessità reali. Noi speriamo di non trovarci mai in quella situazione, ma la sinergia che stiamo costruendo è la strada giusta per rispondere alle sfide del futuro”.

(Adnkronos) - Nel nuovo episodio di State Sicuri, il video podcast di Adnkronos dedicato alla sicurezza che cambia, Giorgio Rutelli ha ospitato il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Un dialogo a tutto campo che ha toccato i grandi scenari internazionali, le sfide della trasformazione culturale e tecnologica delle Forze Armate italiane, la minaccia crescente dei droni, l’impiego dell’intelligenza artificiale e il rapporto con l’industria della difesa.
“Vorrei che l’Esercito fosse non solo una forza armata, ma anche una forza amata dagli italiani”, ha detto Masiello, lanciando un messaggio forte sull’importanza della cultura della difesa come responsabilità collettiva.
Il generale ha inquadrato il momento storico in cui viviamo: “Siamo immersi in due conflitti vicini, quello in Ucraina e quello in Medio Oriente, ma i punti di tensione nel mondo sono molti di più: dall’Indo-Pacifico all’Africa, dall’Artico all’Europa orientale”.
Secondo Masiello, dopo i trent’anni di relativa stabilità seguiti alla caduta del Muro di Berlino, l’Europa e l’Italia si ritrovano in un contesto radicalmente diverso: “Siamo tornati a confrontarci con scenari convenzionali, ma non si tratta più della guerra che studiavamo da ragazzi. In Ucraina convivono tre conflitti: quello delle trincee, che pensavamo relegato ai libri di storia; quello tecnologico, con l’uso massiccio dei droni; e quello cognitivo, che si combatte sulla disinformazione e tocca direttamente le opinioni pubbliche occidentali”.
È quest’ultimo, spiega, a rappresentare la novità più insidiosa: “La guerra cognitiva entra nelle nostre case, influenza il dibattito pubblico, condiziona la politica. È la battaglia per la mente, e riguarda ognuno di noi”.
Masiello ha insistito sulla necessità di una nuova consapevolezza nazionale: “Oggi solo un italiano su cinque sarebbe disposto a combattere per il proprio Paese. È un dato con cui dobbiamo fare i conti. Sono da poco stato in Finlandia, quando si va nei Paesi di confine c’è preoccupazione ma anche preparazione. Da noi questo non avviene, per ragioni storiche, ideologiche, anche di distanza dal fronte. Ma quando parlo ai ragazzi italiani, nelle università o nei convegni, l’interesse per questi temi sta crescendo”.
Il generale ha poi ricordato la Costituzione: “La difesa della patria è sacro dovere di ogni cittadino. Non dice che è un dovere dei soli militari”. E ha citato un collega francese: “Attenzione, se si va in guerra non è l’esercito francese che combatte, è la Francia che combatte. Lo stesso vale per l’Italia: se mai ci trovassimo in quella situazione, sarebbe l’intero Paese a doversi assumere la responsabilità della difesa”.
Il generale ha paragonato la funzione delle Forze Armate a quella dei vigili del fuoco: “Nessuno vuole che la propria casa prenda fuoco, ma se accade vogliamo che i pompieri siano pronti a intervenire. E se posso, mentre i pompieri spengono l’incendio, anch’io, da proprietario, prendo un secchio d’acqua per dare una mano. Così deve funzionare anche con la difesa nazionale”.
Dopo decenni in cui l’Esercito italiano è stato impiegato prevalentemente in missioni di peacekeeping, il conflitto in Ucraina ha imposto una profonda revisione: “Stiamo tornando a parlare di carri armati, artiglieria, mezzi corazzati, elicotteri armati e difesa contraerea. Oggi questi assetti, che sembravano superati, sono diventati indispensabili”. Il cambiamento riguarda anche l’addestramento: “Non ci si appronta più a missioni specifiche in Libano o in Afghanistan. Oggi ci si addestra per scenari convenzionali, ad alta intensità, simili a quelli che vediamo in Ucraina”.
Ma la vera svolta, per Masiello, è di carattere culturale: “La sfida più grande non è quella dei mezzi, ma quella della mentalità. L’Esercito deve essere tecnologico o non è. Per troppo tempo è stato considerato solo zaini e scarponi, oggi non è più accettabile. Dobbiamo cambiare rapidamente, perché il mondo cambia a una velocità mai vista prima”.
Per stimolare questo cambiamento, il Capo di Stato Maggiore ha lanciato iniziative inedite:
•
• Distanza zero: un approccio diretto e orizzontale, che include un portale su cui tutti possono dare le proprie idee in tema di innovazione della forza armata,
• Un caffè col capo: incontri informali con giovani soldati sotto i quarant’anni, senza barriere gerarchiche, per discutere liberamente problemi e proposte.
“Le idee vengono dai più giovani. Bisogna imparare a sbagliare: senza la libertà di commettere errori non ci sarà mai innovazione. Il rischio è che la paura del giudizio tolga ossigeno al cambiamento”.
Il generale ha dedicato ampio spazio all’intelligenza artificiale: “L’abbiamo introdotta in tutte le scuole dell’Esercito, perché serve innanzitutto formare. L’AI è già utilizzata nelle procedure di lavoro, nei sistemi di comando e controllo, dove ci supporta con analisi predittive, e nei sistemi d’arma. Non è solo questione di efficienza: significa salvare vite. Un robot può sminare un campo o costruire un bunker al posto di un soldato sotto il fuoco nemico”.
Masiello ha ricordato come in Ucraina l’AI stia già guidando gli sciami di droni e come questa sia una direzione inevitabile anche per l’Italia.
La minaccia più concreta è rappresentata dai droni, sempre più sofisticati e accessibili. “Ogni tre-sei mesi cambia la tecnologia: prima erano guidati via GPS, poi con la fibra ottica, poi attraverso SIM card e oggi possono essere pre-programmati con l’intelligenza artificiale. È una sfida continua”.
La risposta, secondo Masiello, non può che essere simmetrica: “Alla fine, l’unico modo per contrastare i droni sono altri droni. Sarà una lotta fra robot, supportata da missili, mitragliere e guerra elettronica. Stiamo formando il maggior numero possibile di operatori”, perché i droni saranno protagonisti non solo dei conflitti aperti ma anche di quelli sotto soglia, le provocazioni e le incursioni nella zona grigia.
Il generale ha poi rimarcato la crescente sinergia con l’industria: “Quello che chiediamo all’industria della difesa è di costruire e produrre ciò di cui abbiamo realmente bisogno. Fissiamo requisiti precisi e oggi la collaborazione con le aziende del settore è molto più stretta e fruttuosa che in passato”.
“Non c’è più la barriera che separava noi e loro. Lavoriamo insieme, siamo presenti costantemente nelle aziende e l’industria partecipa ai nostri processi. Questo ci consente di parlare la stessa lingua e di avere prodotti coerenti con le esigenze operative”. Il generale ha citato alcuni esempi concreti: “Il nuovo fucile in dotazione dell'Esercito o il prossimo elicottero d’attacco che entrerà in servizio tra un anno sono il risultato di una cooperazione virtuosa. È un modello che altri Paesi guardano con interesse, perché stiamo riuscendo a realizzare una sinergia indispensabile”.Masiello ha sottolineato come l’innovazione in ambito difesa passi anche da questa alleanza: “In Ucraina le aziende sono al fronte con i soldati, a stretto contatto con le necessità reali. Noi speriamo di non trovarci mai in quella situazione, ma la sinergia che stiamo costruendo è la strada giusta per rispondere alle sfide del futuro”.
Leggi tutto: Il gen. Masiello: “Se si va in guerra non combatte solo l’Esercito, ma l’Italia intera”

(Adnkronos) - I soccorritori non hanno rilevato "più segni di vita" sotto le macerie della scuola crollata lunedì nell'isola di Giava, in Indonesia, dove risultano ancora disperse 59 persone.
Lo ha dichiarato il capo dell'Agenzia nazionale per la mitigazione dei disastri, durante una conferenza stampa sul luogo del crollo, alimentando il timore che non si trovino sopravvissuti. "Abbiamo utilizzato attrezzature ad alta tecnologia come i droni termici e non risultano più segni di vita".
Leggi tutto: Indonesia, scuola crollata a Giava: "Nessun segno di vita"

(Adnkronos) - “Il tema sulle differenze tra donne e uomini sul lavoro viene affrontato da tantissimi tavoli istituzionali. Un tema questo che impone ai tecnici e ovviamente al governo una riflessione attenta, anche sugli esiti dei numerosi rapporti che negli ultimi mesi sono stati prodotti in materia e sulla necessità poi di dare corso al recepimento della direttiva 970, che ci impone di portare sullo stesso livello la retribuzione uomo donna”.
A dirlo, all’Adnkronos/Labitalia, Maria Condemi, direttore generale del Rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, a margine della presentazione Inapp dei risultati dell’undicesimo round dell’European social survey, indagine internazionale sulle percezioni ed opinioni della popolazione in Europa.
“Quello che emerge in maniera molto oggettiva - fa notare - è che ancora dobbiamo lavorare molto per arrivare a una parità effettiva nel mondo del lavoro. Soprattutto perché per la donna ci sono ancora carichi diversi da quelli maschili: penso alla crescita dei figli e ai carichi di cura per persone con diverse difficoltà nell’ambito familiare”.
“Credo - sottolinea - che il percorso sia ancora lungo, ma non lunghissimo, anche perché la legislazione italiana ha messo in campo, già da molti anni, misure di avvicinamento; tuttavia ciò non esime dalla riflessione che in un paese civile, in un paese all'avanguardia, in un paese al passo con i tempi, in un paese che riconosce l’uguaglianza in maniera sostanziale, non soltanto formale, le misure normative per l’avvicinamento della parità salariale non dovrebbero esserci, anzi dovrebbero essere il punto di partenza e non di arrivo”.



(Adnkronos) - “La componente femminile, in particolare quando in età da lavoro, rappresenta la principale risorsa strategica per far crescere l’occupazione nel nostro Paese”. Così Natale Forlani, presidente dell’Inapp, ha commentato il Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Istituto.
“Molte ricerche in materia - ha spiegato - confermano l’importanza dei servizi di conciliazione tra i carichi lavorativi e quelli familiari, per consentire alle donne di partecipare al mercato del lavoro e per favorire la crescita del comparto dei servizi alle persone, che negli altri Paesi europei attira una quota rilevante di domanda di lavoro qualificato".
"E' intenzione del nostro Istituto - ha sottolineato - costruire un modello di valutazione dell’efficacia delle politiche in un’ottica di genere per stimolare gli interventi nell’ambito delle politiche del lavoro, della conciliazione e della formazione, al fine di ridurre i divari esistenti”.
“Il tema delle differenze di genere in Italia secondo la ricerca che abbiamo presentato oggi sembra essere meno percepita rispetto ad altri paesi. La spiegazione purtroppo non sta nel fatto che il tema non sia particolarmente esposto, anzi tutti gli indicatori ci dicono che, dal tasso di occupazione delle donne alle condizioni di accesso ai servizi per conciliare il lavoro e la famiglia, le condizioni salariali e di lavoro, la situazione femminile italiana non sia particolarmente felice”.
“Questo - spiega - è un tema che dobbiamo affrontare con molta serietà, è necessario evidenziare che, senza la risorsa femminile nel mercato del lavoro e nella partecipazione alla vita della nostra collettività in termini attivi, i nostri problemi tenderanno ad aggravarsi. Ci sono diverse piste da perseguire per uscire da questa situazione. La prima, aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. La seconda comprendere che bisogna modernizzare i servizi alle persone, è una necessità non solo per sgravare i carichi che oggi pesano sulle donne, ma anche perché questi settori saranno importantissimi per reggere l'aumento dell'invecchiamento della popolazione e della non autosufficienza. La terza pista da seguire è fare in modo che la crescita del reddito e la qualità del lavoro delle donne siano adeguati per uscire dalle condizioni di povertà. Queste tre piste devono essere subito affrontate anche a livello politico”.

(Adnkronos) - La polizia britannica è intervenuta per un'aggressione con coltello davanti a una sinagoga a Crumpsall, Manchester, dove diverse persone sono state accoltellate. Lo rende noto la stessa polizia della Greater Manchester. La Bbc sottolinea che l'aggressione è avvenuta durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario religioso ebraico.
"Stiamo valutando la situazione e collaborando con gli altri membri dei servizi di emergenza. La nostra priorità è garantire che le persone ricevano l'assistenza medica di cui hanno bisogno il più rapidamente possibile", ha reso noto il servizio di ambulanze.
Andy Burnham, sindaco della Greater Manchester, ha parlato di "evento grave". Tramite la Bbc, Burnham ha consigliato di ''evitare la zona'' dove si è verificata l'aggressione. "Allo stesso tempo, posso dare qualche rassicurazione sul fatto che il pericolo immediato sembra essere passato", ha aggiunto il primo cittadino affermando che l'incidente è stato gestito "in modo efficace" da coloro che si trovavano sul posto e dalla polizia della Greater Manchester.
Leggi tutto: Manchester, attacco con coltello davanti a una sinagoga

(Adnkronos) - Bristol Myers Squibb annuncia la nomina di Alessandro Bigagli a Senior Medical Director Italy, ruolo in cui guiderà la strategia medico-scientifica dell'azienda nel Paese.
Laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Anestesia e Rianimazione all'università Cattolica del Sacro Cuore, Bigagli ha svolto il ruolo di anestesista presso il reparto di Cardiochirurgia della stessa struttura e, successivamente, presso il servizio di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale Fatebenefratelli San Pietro di Roma, informa una nota. Nel 2010 è entrato in Bristol Myers Squibb, dove ha maturato una solida esperienza nell'ambito della direzione medica, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità a livello locale e internazionale, tra cui il più recente come Disease Area Head nella Business Unit Innovative Medicines, con focus sulle aree terapeutiche cardiovascolare e immunologia. Nella sua lunga carriera in azienda ha lavorato con successo in oltre 10 aree terapeutiche, distinguendosi per la capacità di mettere i pazienti al centro del proprio lavoro e di costruire solide collaborazioni con la comunità scientifica.
"Sono orgoglioso di assumere la guida della direzione medica di Bristol Myers Squibb Italia - dichiara Bigagli - Ricoprirò questo incarico mettendo ascolto, competenze ed energia al servizio dei pazienti, integrando il valore della ricerca e della conoscenza scientifica con la collaborazione multidisciplinare. Il nostro obiettivo è continuare a sostenere l'innovazione per affrontare alcune delle maggiori sfide di salute del nostro tempo e contribuire a migliorare concretamente la vita delle persone".
Leggi tutto: Bristol Myers Squibb, Alessandro Bigagli Senior Medical Director Italy

(Adnkronos) - In termini di benessere complessivo, oltre la metà dei Paesi europei, rilevati dal Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Inapp si dichiara 'soddisfatto della propria vita'. In Italia lo sono il 38,2% degli uomini contro il 34,5% delle donne, mentre l’insoddisfazione è prevalentemente femminile e si amplifica con l’avanzare dell’età.
Il Rapporto evidenzia, inoltre, la distanza tra le reali criticità di genere del nostro Paese e la consapevolezza della loro esistenza da parte della popolazione.

(Adnkronos) - Grave incidente stradale oggi giovedì 2 ottobre sull’Aurelia a Grosseto, in direzione nord verso Livorno. Tre mezzi - un furgone, un'auto e un mezzo pesante - si sono scontrati violentemente poco dopo le 9 di stamattina. Lo scontro ha provocato 3 morti e 5 feriti, tra cui due bambini.
Sul posto sono intervenuti tempestivamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e il personale del 118 dell'Asl Toscana sud est. Considerata la gravità della situazione, sono stati attivati anche due elicotteri Pegaso: Pegaso 2 ha trasportato due feriti in codice 3 all’ospedale Le Scotte di Siena, mentre Pegaso 1 ha trasferito un altro ferito in codice 2 all’ospedale di Careggi, a Firenze.
Altri due feriti, un uomo di 31 anni e un minore, sono stati soccorsi dall’ambulanza della Croce Rossa di Grosseto, con infermiere a bordo, e portati in codice 3 al Pronto Soccorso di Grosseto.
Le dinamiche dell’incidente sono ancora in fase di accertamento da parte delle forze dell’ordine. Al momento non sono state rese note le identità delle vittime. Il traffico sull’Aurelia ha subito pesanti rallentamenti.
Leggi tutto: Tre morti in un incidente sull'Aurelia a Grosseto

(Adnkronos) - Donne e uomini presentano notevoli differenze nell’uso del tempo. Nel nostro Paese, a prestare assistenza e cura non retribuita ad un familiare, amico o conoscente è circa il 24% della popolazione di 15 anni e più. In questa quota le donne caregiver sono il 10% in più degli uomini, valore più alto, insieme a Polonia e Slovenia, tra tutti i paesi europei considerati. Tale percentuale si amplia quando l’onere della cura supera le 10 ore settimanali ed arriva al 42% circa (contro la media europea del 28% circa). Emerge dal Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Inapp.
Il carico di cura per le donne cresce progressivamente con l’età: si passa dalla generazione sandwich over 40, che gestisce simultaneamente bambini ed anziani, alla fascia di passaggio tra la terza e la quarta età (tra i 60 e i 74 anni, ove gli uomini caregiver sono circa il 18% e le donne caregiver il 38%).
Leggi tutto: Lavoro, Inapp: "Donne caregiver 10% in più degli uomini"

(Adnkronos) - In Italia il 58% delle donne e il 43,6% degli uomini ritengono che le donne siano trattate meno equamente in assunzioni, retribuzioni e promozioni; laddove nella media europea questa percezione si attesta su valori pari al 64,1% della popolazione femminile ed al 50% circa di quella maschile, mentre in Paesi come la Svezia e la Francia raggiunge valori pari a circa l’80% delle donne e circa il 65% degli uomini. In Italia, la percezione cresce all’aumentare del livello di istruzione ed è più elevata nelle Regioni del Nord rispetto al resto del territorio. Meno consapevoli sono complessivamente gli uomini, soprattutto under 30, e le classi di età anziane.
Queste sono alcune delle evidenze che emergono dall’undicesimo round della European social survey, un’indagine statistica comparata, che sulla base dei dati disponibili a maggio 2025, ha visto la partecipazione di oltre 40.000 persone – di cui 2.865 in Italia – di età pari o superiore 15 anni, residenti in 24 Paesi europei (non solo membri dell’Unione europea). Il Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Inapp approfondisce, in una prospettiva comparata europea, i temi della partecipazione al mercato del lavoro, l’uso del tempo, le determinanti del benessere, della soddisfazione e della fiducia, le prospettive valoriali, utilizzando la dimensione di genere come chiave di lettura trasversale.
Circa le differenze retributive, a livello di media europea oltre il 65% delle donne ed il 56% degli uomini ritiene molto positivo per l’andamento dell’economia nazionale che donne e uomini ricevano pari retribuzione per lo stesso lavoro. In paesi come l’Islanda, la Svezia o la Spagna, questo principio raccoglie il consenso di oltre l’80% delle donne e di oltre il 70% degli uomini, mentre in Italia questa opinione è condivisa da quasi il 60% delle donne e il 50 % degli uomini. Rispetto all’ effettiva presenza dei gender gap sul lavoro in Italia, misurati da Eurostat al 43%, il 19,2% degli uomini e il 14,5% delle donne ritiene che tali gap siano solo un fenomeno limitato e sporadico.
Leggi tutto: Lavoro, Inapp: "Differenze percepite da 58% donne e 43,6% uomini"

(Adnkronos) - Al volante senza cintura e con il telefono in mano. Questa è l'immagine di Roberto Benigni che sta facendo il giro del web nelle ultime ore. L'attore e regista toscano è stato ripreso dai fan mentre procede nel traffico di Roma a bordo della sua Smart, apparentemente ignaro delle regole del codice della strada.
"Roberto, Roberto", gridano i fan nel tentativo di attirare la sua attenzione, ma Benigni prosegue senza voltarsi. La clip, condivisa su TikTok e diventata virale in poche ore, ha scatenato un acceso dibattito sui social: in molti hanno sottolineato il cattivo esempio dell'attore. Ma non sono mancate le battute ironiche: "Nel suo nuovo spettacolo 'Il Codice dell Strada più bello'", ha scritto qualcuno parafrasando alcuni dei titoli della sua carriera teatrale.
Leggi tutto: Al volante senza cintura e al telefono, bufera social su Roberto Benigni

(Adnkronos) - In occasione del mese della prevenzione del cancro al seno, gli Hard Rock Cafe di Firenze, Roma e Venezia partecipano alla 26esima edizione della campagna Pinktober promossa a livello globale da Hard Rock International. Per tutto il mese di ottobre i 3 cafe italiani accenderanno i riflettori sulla consapevolezza, la prevenzione e il sostegno alla ricerca con musica live, Dj set, cene a tema, merchandising e iniziative solidali, valorizzando talenti femminili locali. Parte dei ricavi sarà devoluta all'Hard Rock Heals Foundation, l'organizzazione benefica di Hard Rock, nata per sensibilizzare e sostenere la ricerca sul cancro al seno in tutto il mondo. Negli anni la campagna ha permesso di raccogliere oltre 13 milioni di dollari per la ricerca contro il cancro al seno. In Italia, Hard Rock Cafe rinnova il proprio sostegno alla Lilt, Lega italiana per la lotta contro i tumori.
Hard Rock Cafe Firenze - informa una nota - venerdì 17 ottobre accende i riflettori sulla prevenzione con la Pinktober Night, una serata all'insegna della musica anni '80 con gli '80 Voglia cover band' dedicata ai grandi successi di quegli anni, nata nel 2005 e composta da Ilaria Pacini e Roberto Rospigliosi alle voci, Christian Fanti alle tastiere, Luca Ferreri al basso, Francesco Ciampalini alla chitarra e Nicola Immer alla batteria. Domenica 26 ottobre è prevista una nuova serata in rosa, in collaborazione con Emozionote. Dalle 21 in poi si alterneranno sul palco band e cantanti con le migliori hit del pop e del rock al femminile, per sensibilizzare e celebrare insieme la forza delle donne e della musica. A Roma, ogni venerdì di ottobre dalle 21.30 Hard Rock Cafe propone speciali serate live con protagoniste artiste donne - tra Dj set, cantanti e duo acustici - per unire musica e consapevolezza. Ogni appuntamento offre un format e un genere musicale diverso, pensato per coinvolgere ogni tipo di pubblico e amplificare il messaggio di prevenzione. Dal viaggio disco e soulful di Dj Val Stefani (3 ottobre), all'omaggio alle grandi voci femminili con Le Voci delle Donne (10 ottobre), passando per l'Afro-House internazionale di Dj Stefanie Noir (17 ottobre), fino al raffinato duo acustico B Sharp (24 ottobre). A Venezia, ogni giovedì di ottobre alle 21 il palco del cafe di Bacino Orseolo si accende con appuntamenti di live music in rosa, con un ricco programma di voci e sonorità tutte da scoprire: il 2 e il 23 ottobre protagonista sarà Giulia Tonini con due live emozionanti, seguita da Dani De Zan il 9 ottobre e dalla band The Slippers il 16 ottobre. Una rassegna musicale nel cuore della città lagunare, tra buon cibo, musica e impegno solidale.
"Il tumore al seno è una sfida che coinvolge profondamente la vita di molte persone, anche all'interno della nostra comunità - commenta Stefano Pandin, VP Operation UK & Europe Hard Rock Cafe International - Con Pinktober vogliamo trasformare la musica, l'energia e la solidarietà in strumenti concreti di supporto e consapevolezza. Siamo orgogliosi di fare la nostra parte e invitiamo tutti a unirsi a noi per dare più forza alla ricerca e alla prevenzione". Hard Rock Cafe ha lanciato, inoltre, una collezione esclusiva in collaborazione con Sports Illustrated Swimsuit, disponibile da ottobre anche nei Rock Shops italiani e online su shop.hardrock.com. La linea, che include abbigliamento e accessori a tema Pinktober, è sostenuta dalle modelle Roshumba Williams, Jasmine Sanders e Nicole Williams-English, testimoni dirette o indirette della lotta contro il cancro al seno.
Leggi tutto: Cancro al seno: negli Hard Rock Cafe di Firenze, Roma e Venezia torna il Pinktober

(Adnkronos) - Una barca della Flotilla nelle acque di Gaza? Mikeno, a quanto pare, non si è fermata. Israele ha intercettato sostanzialmente tutta la flotta della Global Sumud Flotilla e le imbarcazioni sono destinate ad approdare nel porto israeliano di Ashdod dopo aver modificato la propria rotta. Secondo il tracker abbinato al sito della Flotilla, che documenta gli spostamenti delle imbarcazioni attraverso il Mediterraneo, c'è ancora una 'traccia blu', che identifica una navigazione ancora attiva.
A giudicare dalla mappa dinamica, la barca greca Mikeno - con comandante turco - ha 'dribblato' il blocco israeliano e ha raggiunto il mare davanti alla costa di Gaza. Secondo informazioni diffuse sui social e non confermate da Israele, Mikeno sarebbe arrivata a 9 miglia nautiche dalla costa. Gli ultimi aggiornamenti del tracker indicano che la barca si sia fermata nella mattinata italiana.
Secondo il tracker, risulta in navigazione anche Marinette, che segue però una rotta diversa e non è diretta verso la costa. In movimento anche 2 barche che non trasportano aiuti destinati alla popolazione di Gaza ma sono addetto al supporto legale della spedizione.
Leggi tutto: Flotilla, una barca nelle acque di Gaza? Mikeno non si ferma

(Adnkronos) - Una barca della Flotilla verso Gaza? Mikeno, a quanto pare, non si è fermata. Israele ha intercettato sostanzialmente tutta la flotta della Global Sumud Flotilla e le imbarcazioni sono destinate ad approdare nel porto israeliano di Ashdod dopo aver modificato la propria rotta. Secondo il tracker abbinato al sito della Flotilla, che documenta gli spostamenti delle imbarcazioni attraverso il Mediterraneo, c'è ancora una 'traccia blu', che identifica una navigazione ancora attiva.
A giudicare dalla mappa dinamica, la barca spagnola Mikeno ha raggiunto il mare davanti alla costa di Gaza. Secondo informazioni diffuse sui social e non confermate da Israele, Mikeno sarebbe arrivata a 9 miglia nautiche dalla costa.
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(Adnkronos) - La formazione al servizio della vita di migliaia di mamme. Passa per un ponte virtuale e lunghissimo il futuro delle donne più a rischio nel mondo per colpa delle complicanze post partum. Con l'obiettivo di formare i medici nel continente africano e salvaguardare la salute delle donne, l'Università degli Studi della Campania 'Luigi Vanvitelli' e l'ong Medici con l'Africa Cuamm presentano a Napoli, martedì 7 ottobre, presso il Rettorato dell'ateneo, il progetto Macoresi, ovvero 'Maternità consapevole, responsabile e sicura' come deterrente della fistola ostetrica.
Le fistole ostetriche sono lesioni tra il canale del parto e la vescica o il retto, causate da ostruzioni prolungate del travaglio. Queste complicanze, che rappresentano un rischio per la salute delle donne perché possono causare gravissimi danni al sistema riproduttivo e conseguenze psicologiche, colpiscono principalmente le donne nei Paesi in via di sviluppo, con circa 2 casi ogni mille parti, 100mila nuovi casi all'anno e 2 milioni di donne affette, soprattutto in Africa sub-sahariana, Asia e America Latina. La presentazione del progetto, che mira a fare la differenza nella vita di molte donne - spiegano i promotori - sarà l'occasione per approfondire un tema di cooperazione internazionale di grande importanza e per scoprire l'impegno concreto delle istituzioni e del mondo accademico.
"Questo evento - afferma il magnifico rettore dell'ateneo Vanvitelli, Gianfranco Nicoletti - è un'occasione privilegiata per riflettere insieme su di un tema di profonda sensibilità e rilevanza sociale e, nel contempo, per testimoniare l'attenzione e l'impegno delle istituzioni accademiche e del Governo italiano nei confronti dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Io non posso che essere felice, come rettore e come medico, del lavoro svolto dai nostri docenti che, in collaborazione con Medici con l'Africa Cuamm, porteranno un notevole miglioramento della qualità della vita per le donne esposte a questa patologia". L'incontro sarà aperto dai saluti istituzionali del rettore Nicoletti e del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli. Seguiranno gli interventi di don Dante Carraro, direttore di Cuamm, di Ugo Ferrero dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e di Nicola Colacurci della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). Il progetto sarà illustrato da Pasquale De Franciscis, ordinario di Ginecologia all'università Vanvitelli, a cui seguiranno le testimonianze sul campo.
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