(Adnkronos) - L'estate è ormai alle porte e, con le temperature in aumento, si avvicina il momento di partire per staccare la spina, rilassarsi e conoscere nuovi luoghi. Per molti, quindi, non è poi così lontana l'incombenza di dover pensare a cosa portare con sé. C'è un piccolo grande alleato che gli italiani non dimenticano mai di mettere in valigia: il kit di automedicazione.
Secondo l'ultima indagine condotta da Assosalute - Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica, in collaborazione con Human Highway, ben 9 italiani su 10 (90%) preparano un kit con almeno 1 farmaco da banco prima di partire. Un'abitudine ormai consolidata - riporta una nota - che si rafforza tra le donne (il 26% porta con sé più di 4 medicinali da banco) e tra gli over 55, più attenti e previdenti anche in vacanza (in valigia mettono almeno 3 farmaci di automedicazione). Perché i piccoli disturbi non vanno mai in ferie: un mal di testa improvviso, un malessere gastrico dopo una cena tipica, una puntura d'insetto, una scottatura solare o il classico mal di gola da aria condizionata possono capitare ovunque e a chiunque.
La ricerca Assosalute-Human Highway racconta che in media nella valigia di ogni italiano ci sono 2,8 farmaci da banco, valore che supera i 3 fra le donne e tra chi vive al Nord, e che cresce all'aumentare dell'età. Ma quali sono i farmaci da banco irrinunciabili per l'estate? Antidolorifici/antinfiammatori: scelti da quasi 2 italiani su 3 (65%), con un picco tra le donne (75%); farmaci per disturbi gastrointestinali: presenti nel kit del 48% degli italiani (un dato che cresce con l'età, fino a 18 punti percentuali in più tra i 55-64enni); antipiretici contro la febbre: 43%, soprattutto tra le donne e gli over 55 (50% per entrambe le categorie); antistaminici e antipruriginosi: li porta con sé il 32%, utili contro le punture di insetti. E ancora. Disinfettanti e farmaci contro le scottature: poco meno di 1 italiano su 3 li considera indispensabili; farmaci contro il mal di gola: presenti nel kit nel 17% dei casi; farmaci per la cinetosi: scelti solo dal 13%, ma fondamentali per chi soffre di mal d'auto/mal di mare.
Il 37% degli italiani seleziona il kit in base alle proprie esigenze o ai disturbi che ha avuto in passato. Il 34% ha un kit già pronto che non cambia mai, mentre quasi 1 italiano su 3 adatta il contenuto in base alla destinazione e quindi ai rischi specifici del viaggio, o anche, nel 20% dei casi, alla sua durata. Per questo Assosalute ha stilato un vademecum, con consigli utili su cosa mettere nel kit e come conservarlo.
Non dovrebbero mancare: antidolorifici e antinfiammatori (mal di testa, dolori muscolari, ciclo mestruale), antipiretici (febbre e sintomi influenzali), farmaci contro i disturbi gastrointestinali (antiacidi, lassativi, antidiarroici, fermenti lattici), antistaminici e antipruriginosi (punture di insetti), disinfettanti e farmaci contro scottature solari (creme emollienti e antisettiche), farmaci contro il mal di gola (spray, pastiglie), farmaci contro la cinetosi (pastiglie/chewing gum), medicinali antimicotici per uso topico per chi frequenta piscine o palestre, l'essenziale per piccole lesioni/ferite superficiali (cerotti, garze, acqua ossigenata). Attenzione alla conservazione dei farmaci: il caldo è un nemico silenzioso. Conservare correttamente i farmaci in viaggio è fondamentale per garantirne l'efficacia e la sicurezza d'uso.
Ecco le regole d'oro di Assosalute: 1. Riporli sempre nelle confezioni originali, insieme al foglietto illustrativo, che contiene tutte le istruzioni su come assumerlo e le modalità di conservazione; 2. Preferire contenitori rigidi e termici per il trasporto: il caldo estivo può alterare i principi attivi, soprattutto per alcune formulazioni come quelle liquide o i cerotti. Meglio evitare temperature superiori ai 25°C e non lasciare mai i farmaci in auto o esposti al sole; 3. Non conservare i farmaci in luoghi umidi (borse frigo con ghiaccio, bagni, etc.), perché l'umidità può danneggiare soprattutto le formulazioni solide; 4. Se si viaggia in aereo, tenere il kit nel bagaglio a mano: in stiva le temperature possono scendere eccessivamente e l'umidità aumentare; 5. Controllare sempre la data di scadenza e l'integrità delle confezioni: se un farmaco appare diverso dal solito, meglio non utilizzarlo e chiedere consiglio al farmacista; 6. Se possibile, scegliere le formulazioni solide rispetto a quelle liquide, più sensibili alle alte temperature.
Leggi tutto: Vacanze in salute, kit automedicazione in valigia per 9 italiani su 10
(Adnkronos) - Di tutte le ghiandole endocrine del nostro organismo, forse è la meno conosciuta. Eppure l'ipofisi ha un ruolo importantissimo, da 'direttore d'orchestra', regolando il funzionamento di tutte le altre ghiandole endocrine e producendo un ventaglio di ormoni importantissimi per il buon funzionamento di tutto l'organismo. Ma anche l'ipofisi può ammalarsi. Per tracciare l'identikit dei pazienti con disturbi dell'ipofisi, al Policlinico Gemelli di Roma è attivo un ambulatorio specializzato in malattie ipotalamo-ipofisarie, diretto da Alfredo Pontecorvi, ordinario di Endocrinologia all'Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Uoc di Endocrinologia e Diabetologia di Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs. E di segnali che indicano un malfunzionamento di qualche parte dell'ipofisi si è parlato di recente in occasione della IX edizione del congresso 'Ipofisi: percorsi diagnostici terapeutici. I centri d'eccellenza e il territorio', (responsabili scientifici Laura de Marinis e Antonio Bianchi, ricercatore della Cattolica ed endocrinologo del Gemelli), tenutosi al campus Gemelli. L'evento rientra nell'ambito delle attività didattiche del master universitario di II livello in 'Diagnosi e terapia delle patologie ipotalamo-ipofisarie' diretto da Pontecorvi.
Il primo campanello d'allarme di un problema dell'ipofisi può essere il mal di testa, spiegano dal Gemelli. Se in questa minuscola ghiandola endocrina (è grande appena 1 cm), adagiata su una 'sella' ossea (la sella turcica dell'osso sfenoide) alla base del cervello, a causa di un processo occupante spazio al suo interno o nelle immediate vicinanze si verifica un aumento di volume, ciò può indurre uno stiramento delle meningi che la ricoprono (una porzione della dura madre detta 'diaframma sellare', che copre a 'ombrello' l'ipofisi ed è riccamente innervato) e quindi l'insorgenza di una cefalea persistente al centro della testa. "In caso di cefalea cronica, spesso il medico consiglia di effettuare una risonanza magnetica dalla quale possono emergere delle lesioni, noduli, neoformazioni che vengono descritti come 'incidentalomi ipofisari', che devono portare il paziente all'ambulatorio di neuro-endocrinologia", raccomanda Pontecorvi.
"Un altro disturbo da valorizzare - illustra lo specialista - sono le alterazioni dei movimenti degli occhi e lo sdoppiamento della vista (diplopia); questi possono essere dovuti alla compressione o alla dislocazione di alcuni nervi cranici che controllano i movimenti degli occhi, dovuta a una lesione sellare (i nervi oculo-motori (III), trocleari (IV) e abducens (VI), oltre al nervo ottico (II) che si incrocia nel chiasma ottico subito sopra l'ipofisi). Un altro segno, per fortuna più raro, è la rino-liquorrea (il gocciolare del liquor o liquido cefalo-rachidiano, attraverso il naso) che si verifica quando una lesione sellare erode il pavimento della sella turcica e mette in comunicazione il cervello con le cavità nasali. Infine, un frequente disturbo 'rivelatore' di un problema all'ipofisi può essere la mancanza di ciclo nelle donne oppure un disturbo della sfera sessuale nell'uomo, e l'infertilità", descrive Pontecorvi. "Di fronte al sospetto di una patologia ipofisaria - prosegue Bianchi - il neuroendocrinologo cercherà segni e sintomi di ipofunzione (dovuti alla compressione delle cellule sane dell'ipofisi) o di iperfunzione, dovuta negli adenomi più comuni a un'eccessiva produzione di Gh (acromegalia o gigantismo), di prolattina, di Acth (malattia di Cushing)".
L'acromegalia è una malattia che 'cambia i connotati' dei pazienti, dettaglia la nota. Sono interessati 4 settori del volto: le bozze frontali, le arcate zigomatiche, la piramide nasale (il naso si allarga e si ingrandisce) e compare il prognatismo (mento sporgente), mentre compare uno spazio tra i due incisivi superiori (diastasi). In caso di dubbio, spesso l'endocrinologo chiede una foto vecchia o della patente, e chiede anche se c'è stato un accrescimento delle estremità (se il paziente ha dovuto far allargare la fede o comprare scarpe di 2-3 numeri più grandi).
Le prolattinomi sono adenomi che producono prolattina, un ormone che agisce sulle ghiandole mammarie facendo produrre e secernere liquido lattescente (galattorrea, mono o bilaterale, spontanea o provocata); le pazienti presentano tipicamente oligo-amenorrea (scomparsa del ciclo mestruale). Bisogna sempre escludere una causa farmacologica: molti farmaci possono dare incremento della prolattina (alcuni anti-psicotici e anti-depressivi, gli oppiacei, farmaci anti-emetici, antipertensivi come verapamil e metil-Dopa, eccetera). La malattia di Cushing è dovuta a un adenoma producente Acth. Il paziente ha una tipica faccia 'a luna piena' (facies lunaris), rubiconda perché l'eccesso di cortisolo provoca un aumento di volume delle gote e aumenta la visibilità dei capillari sottocutanei; il paziente può avere un diradamento dei capelli, l'insorgenza di acne e di ipertricosi del volto (dovuto a un aumento degli androgeni surrenalici). E' presente tipicamente obesità centrale con addome talvolta molto prominente e un'ipotrofia dei muscoli delle braccia e delle gambe. E' presente fragilità capillare, facilità a fare ecchimosi, iperglicemia, la comparsa o il peggioramento dell'ipertensione arteriosa.
"L'asse più colpito nelle forme 'ipo', carenziali, è il cosiddetto asse gonadotropo, le cellule che producono Fsh e Lh, le due gonadotropine che stimolano ovaie e testicoli - precisa Bianchi - Ma anche la presenza di un eccesso di prolattina, Gh o Acth può peggiorare il ritmo circadiano di Lh e Fsh, responsabile anche del normale ritmo delle mestruazioni. L'endocrinologo dunque indagherà un calo della libido o un deficit erettile nei maschi o la presenza di oligo-amenorrea nelle donne. Un altro asse spesso colpito ipotalamo-ipofisi-tiroide, causa di ipotiroidismo secondario (o terziario); i pazienti lamentano fatica, difficoltà di concentrazione, intolleranza al freddo, stipsi, un aumento della caduta dei capelli, una certa ritenzione idrica. Anche l'ipocortico-surrenalismo secondario, indotto da una disfunzione dell'asse ipofisi-surrene, può dare facile affaticamento, debolezza muscolare, talvolta ipotensione e inappetenza".
Leggi tutto: Medicina, identikit pazienti con disturbi ipofisi, al Gemelli ambulatorio specializzato
(Adnkronos) - L'81% degli italiani riconosce alle marche più note un impatto positivo dell’attività sull’economia e le considera motori di sviluppo, occupazione e innovazione. È quanto emerge da un'indagine promossa da Centromarca in collaborazione con Swg, presentata in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione in corso a Palazzo Mezzanotte a Milano. Inoltre, Il 71% degli italiani pensa che le marche siano dei veri e propri attori sociali che possono contribuire attivamente al benessere collettivo
I valori distintivi dell’industria di marca assumono particolare rilievo quando si tratta di individuare le caratteristiche dell’azienda in cui si vorrebbe lavorare. La Gen Z, per esempio, tende a orientarsi verso imprese impegnate nella sostenibilità e con una visione internazionale, mentre i Baby Boomers si riconoscono in realtà che difendono la tradizione italiana e investono nelle comunità in cui operano. È importante sottolineare che “impegno nella sostenibilità”, “investimenti nella comunità”, “difesa della tradizione italiana” e “visione internazionale” sono i quattro valori più riconosciuti dagli italiani come fondanti dell’identità di marca.
Per metà degli italiani, privilegiare un brand significa “prendere posizione”, scegliere aziende che rispettano standard elevati, non solo produttivi, ma anche etici e valoriali. Il fenomeno è particolarmente marcato per le nuove generazioni: il 55% della Gen Z e il 56% dei Millennials considera l’acquisto un modo per sentirsi parte di qualcosa di più grande. Non si tratta di “semplici” consumatori, ma di tribù digitali che si riconoscono nei valori della marca, la seguono, la condividono, la vivono. In questo scenario prende forma la phygital revolution: il 91% degli italiani utilizza il digitale lungo il processo d’acquisto. Il 53% confronta i prezzi online, il 47% cerca informazioni su caratteristiche e recensioni, ma poi vuole toccare, vedere, sperimentare. Infatti, il 29% sceglie ancora di concludere l’acquisto nel punto vendita fisico. Si rivelano marche vincenti quelle capaci di creare esperienze significative, che parlano alle persone, che costruiscono identità.
Lo studio mostra come negli ultimi dieci anni il sogno dell’imprenditoria autonoma abbia subito un forte ridimensionamento, passando dal 45% al 33% di preferenze, mentre cresce l’attrattiva per il lavoro dipendente, segno di un profondo cambiamento culturale nelle aspettative delle persone. Tuttavia, nonostante questo mutato scenario, il tema del reperimento di manodopera qualificata resta centrale per molte aziende. L’ultima Indagine Congiunturale Centromarca, realizzata in collaborazione con Ref Ricerche sulle industrie associate, rivela che il 19,5% delle imprese ha avuto frequente difficoltà nel trovare personale qualificato negli ultimi due anni; il 61,0% “qualche volta”. Solo un marginale 2,5% afferma di non aver mai incontrato problemi di questo tipo.
L’indagine Swg evidenzia che un dipendente su due beneficia già di servizi offerti dall’azienda in cui lavora. Potendo scegliere i lavoratori esprimerebbero preferenze precise: il 53% opterebbe per i rimborsi medici, il 42% sceglierebbe le convenzioni sanitarie e il 27% indicherebbe viaggi e soggiorni di cui usufruire nel tempo libero.
La ricerca fotografa anche l’impatto dell’intelligenza artificiale, facendo emergere un paradosso generazionale: la Gen Z, pur essendo nativa digitale, è quella più spaventata dall’Ia. Chi è cresciuto con la tecnologia sembra percepire maggiormente i rischi in ambito lavorativo, rispetto alle generazioni che l’hanno incontrata più tardi nel loro percorso professionale. In generale, Il 42% degli italiani prevede un aumento del livello delle competenze richieste; un altro 42% immagina una maggiore efficienza e produttività; il 41% teme una diminuzione dei salari; il 40% auspica una riduzione dei carichi e dei ritmi di lavoro.
Leggi tutto: Indagine Swg, per 81% italiani grandi marche sono motore di sviluppo
(Adnkronos) - Il primo forum del largo consumo si terrà a Roma il 15 ottobre. Ad annunciarlo è Francesco Mutti, presidente di Centromarca, durante l'assemblea generale di Centromarca in corso a Palazzo Mezzanotte a Milano.
Il presidente di Centromarca ha spiegato come l'obiettivo sia creare un evento dedicato a tutti gli attori della filiera del largo consumo, per confrontarsi su come il settore possa contribuire alla crescita dell’Italia. “Abbiamo bisogno - dice Mutti - di essere percepiti per quello che siamo: uno dei principali settori strategici dell’Italia" e quindi di essere "accompagnati da una politica industriale coerente, coordinata e da una visione di medio e lungo periodo".
“Quello che come aziende chiediamo al governo è innanzitutto partire da una visione di medio e lungo termine. Questo deve passare dal non mettere alcun tipo di tasse direttamente sul consumo. Ma anche e soprattutto - continua Mutti - facendo politiche per avere un minore impatto della burocrazia e una capacità di aggregare le aziende italiane affinché possano crescere dimensionalmente. Questo le potrà portare in maniera ancora più forte sui mercati esteri".
Leggi tutto: Centromarca, Mutti: "A ottobre primo forum del largo consumo"
(Adnkronos) - "L'ironia è il sale della vita, ci stanno quelli che non lo capiscono e mi dispiace per loro. Ormai sui siti montano polemiche solo per fare qualche click in più, polemiche basate sul nulla e lo fanno anche a costo di infamare una persona. L'importante è che il pubblico non abbocchi facilmente''. Così Al Bano all'Adnkronos replica con forza alle polemiche social e ai titoli di alcuni quotidiani online secondo cui il cantante di Cellino, sabato scorso, durante un concerto a Carbonia, in Sardegna, avrebbe offeso una donna che si era sentita male durante la sua esibizione.
In un video, diventato virale, si vede l'artista che, accortosi del malore della donna, cerca di 'rianimarla' facendo e chiamandola per nome: "Vieni qui, vieni qui Deborah'', ha cantato Al Bano chiamandola. Appena la signora si riprende, Al Bano aggiunge a mo' di battuta: ''Deborah non vorrei aggiungere nient'altro ma una piccola cura dimagrante ci starebbe bene. Io la sto facendo''. Il tutto concluso con un "ti vogliamo bene'' tra gli applausi del pubblico. "La signora ha sorriso alla battuta, non ho offeso nessuno - ribadisce Al Bano - ho anche detto che io stesso sto facendo una dieta, dove sta l'offesa?", si chiede.
E ancora: "Non appena la signora si è sentita male ho bloccato il concerto, ho aspettato che tutto si risolvesse, l'ho fatta entrare in una zona protetta e mentre la soccorrevano ho diretto persino il traffico. Ma cosa deve fare di più un persona?", chiede Al Bano. "Meno male che il pubblico ha risposto alla grande e ha capito la mia battuta. A Carbonia in piazza c'erano 10mila persone, per me è questo quello che conta'', conclude.
(di Alisa Toaff)
Leggi tutto: Al Bano: "Per fare click creano polemiche assurde per infamarmi"
(Adnkronos) - Il calo della natalità in Italia rappresenta ormai un'emergenza sociale ed economica che coinvolge il sistema Paese nella sua totalità, aziende incluse. Questa tendenza negativa, se non affrontata con misure mirate, rischia di influenzare anche la crescita economica. Per questo motivo è fondamentale che le aziende si rendano parte attiva nel promuovere politiche e iniziative a sostegno delle famiglie e della natalità. Tre aziende – Kraft Heinz (con il brand Plasmon), Chicco ed Edenred Italia – dimostrano che è possibile fare rete e trovare misure efficaci attraverso i risultati di una survey dal titolo 'Genitorialità e welfare: la chiave per il futuro delle imprese e della società' effettuata all’interno delle tre realtà e presentata oggi presso la sede Edenred a Milano.
Il sondaggio ha coinvolto 705 dipendenti, il 54% composto da genitori e il 46% da non genitori. La fascia d’età più rappresentata tra gli intervistati è quella tra i 25 e i 45 anni.
Rete Adamo è una rete interaziendale aperta, fondata nel 2023 su iniziativa di Plasmon, Chicco ed Edenred Italia, con l’obiettivo di sviluppare politiche organizzative a sostegno della natalità e della genitorialità. La Rete promuove un approccio strategico considerando la genitorialità un valore aggiunto per il benessere delle persone, la produttività e la competitività aziendale. Attraverso tavoli di lavoro, survey periodiche, scambi di buone pratiche e strumenti di monitoraggio, la Rete cerca di portare numeri e dati che possono essere utili anche per le istituzioni.
Tra i dati più significativi della aurvey, quello dell’eNPS: il 79% degli intervistati ha dichiarato che raccomanderebbe la propria azienda, contro il 43% della media nazionale emersa dal rapporto Great Place to Work 2025. Questo rappresenta un termometro importante che conferma l’apprezzamento delle misure finora messe in campo dalle aziende della rete. Un altro elemento importante che traspare è che l’80% dei dipendenti ritiene che le misure a sostegno della genitorialità aiutino le persone a sentirsi più tranquille nel pianificare anche il proprio futuro familiare. E questa valutazione è pressoché identica sia per i genitori che per i non genitori: c’è un sentire comune su questo tema. Il supporto alla genitorialità è percepito come un valore positivo per il benessere individuale e organizzativo, con un punteggio di 7,7 su 10: sapere che la propria azienda ha una politica di supporto per la famiglia aumenta il senso di appartenenza per l’80% dei dipendenti.
I dipendenti intervistati considerano due aspetti necessari per poter gestire al meglio la famiglia e pianificare di avere figli: la flessibilità sul lavoro, richiesta dal 86,4% delle persone e la necessità di ridurre l'impatto economico, richiesta dal 74,68%. Quello che è interessante notare è che quando si parla di cosa vorrebbero dalle istituzioni, i bisogni principali sono: una maggiore conciliazione tra lavoro e famiglia (86,49%) e una maggiore stabilità economica (85,49%). Flessibilità e stabilità economica sono, quindi, al centro delle priorità.
Questi dati dimostrano che le aziende possono fare la loro parte cercando, per quanto possibile, di lavorare su queste priorità: flessibilità e welfare. E i risultati si vedono: non solo aumenta la soddisfazione e l’efficienza del dipendente (il 78% dei dipendenti dichiara che il modello flessibile adottato dall’azienda permette di essere più efficace) ma anche la natalità. I numeri della Rete nel primo anno lo certificano: si è assistito a un abbassamento delle dimissioni volontarie del 4% e un aumento del tasso di natalità del 2%.
“I numeri che emergono sono chiari – dichiara Corrado Colombo, portavoce di rete Adamo e commercial vice president Artsana Group, Chicco - quando si attivano politiche a sostegno della genitorialità, le persone tendono a rimanere, a lavorare meglio e a raccomandare il proprio ambiente di lavoro. Questo dimostra che la natalità non è solo una questione demografica, ma anche strategica per la competitività del Paese. Lavorare in rete tra aziende, condividendo dati, metriche e best practice, può fare la differenza – continua - quello che emerge dalla nostra esperienza è che una sinergia tra pubblico e privato è possibile.”
Gigi De Palo, presidente Fondazione Natalità e direttore generale Fondazione Angelini, ha ricordato che nel 2024 è stato segnato il record negativo di bambini nati, pari a 370.000: “l’Italia - ha sottolineato - è il Paese in cui si parla di più di famiglia, ma si fanno meno politiche familiari rispetto al resto d’Europa. Secondo i dati Istat, tra i ragazzi di età compresa tra i 10 e i 19 anni, il 74,5% desidera sposarsi, il 70% vuole avere figli e, tra questi, l’80% vorrebbe due o tre figli. Il desiderio, quindi, esiste, ma spesso si scontra con una realtà molto complicata. Il tema della natalità riguarda tutti noi e sarà al centro dell’agenda politica per almeno le prossime quattro o cinque legislature. Dobbiamo tornare - ha concluso - ad ascoltare le esigenze del paese reale, le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Secondo Alessandro Fontana, direttore centro studi di Confindustria, la demografia è una delle grandi sfide del nostro Paese: “l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite mettono a rischio la competitività delle imprese, quindi il nostro potenziale di crescita, e la sostenibilità del welfare. Le imprese stanno già facendo la loro parte trattenendo competenze e investendo nel welfare aziendale (il 60% delle aziende associate a Confindustria offre previdenza complementare e assistenza sanitaria integrativa). Occorre però molto altro: intervenire per aumentare la partecipazione dei giovani e delle donne al mercato del lavoro, investire nella formazione continua e adottare una gestione dell’immigrazione che consenta di attrarre e trattenere i migliori talenti dall’estero, mantenere e valorizzare i nostri giovani. Rimbocchiamoci le maniche - ha concluso - non esiste la bacchetta magica, servono tante azioni da avviare subito”.
Le aziende di Rete Adamo dimostrano che misure strutturate, integrate e continuative a sostegno dei genitori possono migliorare la qualità della vita, contrastare la fuga dal lavoro dopo la nascita dei figli e contribuire concretamente alla risposta alla crisi demografica. Una collaborazione tra aziende e istituzioni pubbliche oggi è fondamentale per creare politiche più efficaci e integrate, capaci di rispondere in modo più completo alle esigenze delle famiglie e di promuovere un cambiamento duraturo.
All’evento hanno partecipato inoltre Simona Finazzo, chief public affairs officer Edenred Italia; Luigi Cimmino Caserta, responsabile relazioni istituzionali Kraft Heinz e Arianna Visentini, ceo Variazioni.
Leggi tutto: Rete Adamo: "Sostegno aziendale è leva per natalità e produttività"
(Adnkronos) - Non solo referendum. I cittadini sono stati chiamati oggi a votare anche per i ballottaggi delle elezioni amministrative in 13 Comuni per i quali è in corso lo spoglio. Occhi puntati su Taranto e Matera, al secondo voto. Mentre in Sardegna i cittadini di sette Comuni, Nuoro il più grande, sono andati alle urne per il primo turno delle elezioni amministrative.
A Taranto, quando sono state scrutinate 17 sezioni su 191, il candidato del centrosinistra Piero Bitetti è in testa nel ballottaggio delle comunali con il 57,26% mentre Francesco Tacente, candidato delle civiche di centro, sostenuto già al primo turno da una lista civica espressione della Lega e al secondo da Fratelli d'Italia e Forza Italia, con l'apparentamento ufficiale, è al 37,39%. Anche i risultati riportati dai comitati elettorali e relativi a un numero maggiore di seggi scrutinati vedono in testa Bitetti.
Leggi tutto: Elezioni amministrative, ballottaggi: a Taranto centrosinistra avanti
(Adnkronos) - Queste le variazioni Rai dei programmi tv di domani:
RAI 1
12:20 Camper in viaggio: La Sardegna di Santa Teresa e la Corsica
12:50 Camper
13:30 TELEGIORNALE
RAI 2
17:10 Telefilm The Rockie: “Il falco” (anziché l’episodio previsto)
-------
19:00 Telefilm Blue Bloods: Con le mani legate” e “Segreti a fin di bene”
-------
21:20 Belve Crime (anziché Belve)
RAI 3
10:25 (anziché 10:15) Elisir Estate. Il meglio di ..
(Adnkronos) - “Per il mio ruolo la prevenzione è tutto. Il compito del medico di medicina generale va infatti ben oltre la cura delle patologie: significa soprattutto seminare salute ogni giorno, prima ancora che la malattia si manifesti”. Così Tecla Mastronuzzi, responsabile della macro area Promozione di salute e Prevenzione della Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) commenta la recente campagna di sensibilizzazione “Non girarci intorno” promossa da Merck con il patrocinio di Simg, Siuro, Fiaso e Palinuro.
La prevenzione è il primo vero atto di cura. “Come medici di medicina generale crediamo tantissimo nella prevenzione primaria che anticipa anche la diagnosi precoce delle patologie, attraverso la promozione dei corretti stili di vita per ridurre il rischio di sviluppare malattie oncologiche”, spiega Mastronuzzi.
Intervenire sui fattori di rischio, promuovere stili di vita corretti, educare i pazienti all’importanza di un’alimentazione equilibrata e dell’attività fisica: sono tutti gesti che costruiscono, giorno dopo giorno, una vera e propria cultura della prevenzione. Eppure, come rivelano i dati di una survey condotta durante la campagna “Non girarci intorno”, solo il 45% dei pazienti ha dichiarato di aver parlato di prevenzione oncologica con il proprio medico di famiglia, mentre il 48% afferma di non averlo mai fatto.
Un dato che fa riflettere: “Probabilmente molto di quello che facciamo ogni giorno non viene percepito come un’azione che può salvare la vita”, osserva la dottoressa Mastronuzzi. Spesso, infatti, i consigli sul peso forma, sull’alimentazione o sull’esercizio fisico, sullo smettere di fumare, non vengono recepiti come parte di una strategia di prevenzione oncologica. Per questo è fondamentale rendere esplicito il valore di queste indicazioni e costruire con il paziente un dialogo più chiaro e consapevole”, aggiunge.
Le iniziative come “Non girarci intorno” svolgono un ruolo prezioso proprio perché portano il tema della prevenzione fuori dagli ambulatori e lo avvicinano a un pubblico più vasto. “La salute non si fa solo sulla scrivania dei medici”, spiega l’esperta. “Entrare in un evento sportivo, in un concerto o in una manifestazione pubblica è utilissimo, perché ci permette di agganciare l’attenzione dei cittadini”. In un Paese dove ancora si pratica poca attività fisica e dove la dieta mediterranea non è seguita da larga parte della popolazione, questi momenti di sensibilizzazione rappresentano un’occasione importante per diffondere messaggi di salute.
Di qui un appello: la prevenzione è un percorso da fare insieme. “Non siamo uno contro l’altro. Non ci sono i medici e i pazienti, ma ci sono persone che lavorano insieme per un obiettivo comune”, conclude.
(Adnkronos) - A 45 anni dall'omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione siciliana ucciso il 6 gennaio del 1980, la svolta potrebbe arrivare da un'impronta digitale.
La Procura di Palermo, nell'ambito della nuova inchiesta sul delitto che vede indagati i due presunti esecutori materiali, ha infatti incaricato la Dia di effettuare degli accertamenti tecnici con le nuove tecnologie disponibili per estrarre il Dna su un'impronta ritrovata all'epoca del delitto nello sportello lato guidatore della Fiat 127 utilizzata dai killer per la fuga dopo l'assassinio compiuto sotto gli occhi della moglie Irma e dei figli, Bernardo e Maria.
Come scrive Live Sicilia, il prossimo 12 giugno, sarà conferito l'incarico ai periti per una comparazione biologica sul reperto.
Leggi tutto: Omicidio Piersanti Mattarella, la Procura di Palermo indaga su un'impronta
Pagina 607 di 1161