
(Adnkronos) - "All'inizio ho pensato" che gli agenti erano arrivati per l'arresto. "Poi mi hanno detto, guarda, siamo mandati per fare la perquisizione" e poi si sono "messi all'opera e via". Ad affermarlo è Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara Poggi, la 26enne di Garlasco uccisa il 13 agosto 2007, in un'intervista a 'Quarto Grado' questa sera su Retequattro. Per il delitto è stato condannato a 16 anni in via definitiva l’ex fidanzato della giovane, Alberto Stasi. Sempio è stato raggiunto dopo che la sua abitazione è stata perquisita dai carabinieri. L’uomo, indagato, martedì prossimo 20 maggio verrà ascoltato e interrogato dalla Procura.
Nove ore e mezzo di perquisizione nella tua casa, sorpresa, alle sei e mezzo del mattino. Come stai? "Un po' provato, diciamo. Comunque è stata lunga, dai". Qual è la tua più grande preoccupazione? "In questo momento sono più preoccupato per i miei, perché ho saputo che sono stati anche là, è stata lunga anche da loro, e questo momento è la cosa che mi preoccupa di più. L'unica cosa che però ci tengo a dire è che io oggi non sono stato portato via dai carabinieri, non sono stato in nessuna caserma, non è vero nulla di quanto ho sentito uscire fuori oggi su questo argomento. Solo questo".
C'è stata una perquisizione a casa tua, a casa dei tuoi, di due tuoi amici e in un torrente. Tu quel torrente lo conosci? "No, di quello del torrente non so niente". Hai aperto subito i carabinieri?"Sì, sì. Come han suonato, alle sei e mezza eravamo già in ballo".
Eravate già in ballo e li hai sentiti salire dalla tua scala, stavi dormendo? "Io stavo dormendo, ho sentito i passi sulle scale, mi hanno suonato in subito e ho detto, oddio cos'è successo? Io pensavo fosse successo qualcosa, non so, magari era stata male mia mamma o che, magari mi hanno chiamato e non ho sentito, una cosa del genere. Poi no, invece era il maresciallo, ha detto dobbiamo fare una perquisizione e via". Massima segretezza, è stato tutto però spiegato? Cosa sarebbe accaduto? "Sì, sì, è stato tutto chiaro e con gli agenti non c'è stato nessun problema. Ci è voluto il tempo che ci è voluto e basta, tutto lì". Qual è la sensazione di oggi? "Nulla, nulla. Ma al momento, guarda, sono un po' provato dalla cosa, sono stanco perché sono in piedi dalle sei e mezza. E niente, al momento ho la testa vuota, non ho altro. L'unica cosa che ci tengo a dire è che ho sentito storie, è stato portato via, interrogato in caserma. No, non c'è il suono di tutto questo. C'è stato solo la perquisizione, hanno fatto i loro controlli, fine, basta. Siamo tutti stanchi per la giornata, ma non c'è stato nient'altro". La tua sensazione oggi è di vuoto, questa è la parola? "Vuoto, sono un po' troppo stanco per pensare a questo".
E sei pronto all'incidente probatorio? "Siamo pronti a tutto quello che verrà. Faranno le loro verifiche, tutto quello che verrà, ci sarà una spiegazione e lo affronteremo mano a mano", spiega. Tu una perquisizione sorpresa l'avevi mai subita? "No, no, la prima volta". Te l'aspettavi così? "Non me l'aspettavo, diciamo". C'è qualcosa di equivocabile in quello che hanno... non ti chiedo cosa, ma che hanno sequestrato? "Non credo perché alla fine non c'è stato nulla di particolare, non c'è stato nessun momento strano con gli agenti".
Ci sono state cose che avresti preferito che non vedessero? "No, che avresti preferito che non vedessero, no. Semplicemente comunque hai un gruppo di estranei che ti arriva in casa e inizia a frugare un po' tra tutte le tue cose, tra i tuoi ricordi…".
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(Adnkronos) - La danza è sempre stata il suo "spazio sicuro", un linguaggio con cui parlare di sé al mondo, fin da piccola, oltre ogni barriera o difficoltà. Ma oggi è ancora di più: la sua professione. Red Fryk Hey, al secolo Federica Giusto, è una ballerina, coreografa professionista di hip-hop. All'attivo ha un fumetto con lei come protagonista, un film danzato ('The mind with red wings') e una tournée di spettacoli e panel-show in giro per l'Italia. In ogni cosa che fa c'è il racconto della sua esperienza di giovane donna che ha scoperto di essere autistica da grande, e all'Adnkronos Salute racconta cosa significa oggi inclusione - quella vera - per le persone che appartengono allo spettro autistico. Lo spiegherà anche domenica 18 maggio all'EduFest 2025, evento dedicato a bambini, famiglie, insegnanti e professionisti del mondo dell'educazione che si incontrano a Villa Ghirlanda, Cinisello Balsamo, per una due giorni di confronto e laboratori. Il tema sarà quello degli 'Equilibri', per guardare all'educazione e alla scuola come uno spazio aperto, evidenziano i promotori, dove le domande contano quanto le risposte, e le differenze diventano risorse.
Proprio la diversità e le difficoltà dell'inclusione delle persone con disabilità sono al centro del racconto di Red Fryk Hey. "Io ho scoperto di essere autistica a 31 anni, è stata una riscoperta di me stessa - dice - Ho capito tante cose di me, ho dato finalmente delle risposte ed è stato un cambio vita in positivo. Ho deciso da subito di fare informazione e attivismo, sono una persona autistica che parla - non tutte parlano - e cercare di far capire meglio alcune cose che vivo, è stata una spinta che ho sentito dentro, soprattutto per chi non sa di essere nello spettro autistico. Spesso si inizia a soffrire di depressione, di altri disturbi d’ansia, perché non si sa come funziona la propria mente. A me la consapevolezza ha creato tanto benessere, può essere importante per le altre persone e soprattutto per le loro famiglie".
Un percorso di consapevolezza sulla propria mente che è iniziato da piccolissima, per Red, proprio a scuola: "Mi sentivo sbagliata, perché non funzionavo come gli altri, cioè il mio cervello non percepiva bene la realtà, provavo emozioni e avevo reazioni sempre troppo forti, e quindi arrivavo anche alla dissociazione, tra giudizio e vergogna di cosa si prova", ripercorre. La chiave anche per lei è stata comprendere se stessa. Una chiave universale. "Come racconterò al talk dell'EduFest, oggi si pensa che l'inclusione voglia dire far partecipare la persona con disabilità, con una diversità più diversa delle altre, ma nel modo e con il modello con cui vivono gli altri, ma quella non è l'inclusione. L'inclusione è capire i bisogni e rispettarli, e far sì che ognuno possa stare dove in realtà avrebbe già di diritto il suo posto, ma spesso viene escluso".
Red Fryk Hey torna di nuovo col pensiero a quando era più piccola: "Ad esempio, quando c'era l'intervallo a scuola si doveva andare in corridoio, ma io lì stavo male perché c'era troppo caos. Chiedevo di restare in aula e la risposta era: 'No, perché non c'è nessuno che ti guarda'. Una persona autistica come me, però, già dopo tutti gli stimoli della lezione non poteva reggere anche il rumore, tutti quegli odori. Per i miei insegnanti includermi era non lasciarmi da sola. Ho capito nel tempo che inclusione non vuol dire 'ti includo per forza dove stai male', perché così non mi stai includendo". A scuola, spiega ancora, "ho avuto tante difficoltà, ad esempio sono molto lenta anche solo nella comprensione di tante cose che mi vengono dette, e in classe troppe informazioni non riuscivo ad assorbirle tutte insieme, e avevo bisogno dei miei tempi. Ma al tempo mi veniva detto che ero stupida, che non ero capace, perché non ero come gli altri. Ho iniziato a soffrire di depressione nell'infanzia perché magari appunto non sapevo di essere nello spettro autistico".
"Prendendo la consapevolezza del proprio funzionamento - aggiunge - si può andare da uno psicoterapeuta specializzato in funzionamento autistico, che tratta la depressione su menti autistiche perché ovviamente è diversa da una mente neurotipica. Anche se ora va molto meglio, la depressione fa parte della mia vita e devo affrontarla giorno dopo giorno". È stata la danza a trasformare la vita di Red, un rapporto così forte da farle trovare una sua identità positiva fuori da ogni stigma, pregiudizio o bullismo subito. "Io dico sempre che è come se mi avesse scelto lei, perché da quando ho memoria io ballavo, ho iniziato a camminare e a ballare inconsapevolmente. La danza mi ha sempre fatto stare bene. È il mio spazio sicuro. Mi ricordo di tantissime volte in cui con altre persone mi isolavo perché stavo bene così. Loro dialogavano e giocavano, poi mi veniva chiesto - qualche volta anche per prendermi in giro e non lo capivo - di ballare. Per me era importante perché mi autorappresentavo, è sempre stato un modo di esprimermi al di là delle mie difficoltà. Crescendo ho studiato ed è diventata la mia professione che mi rende felice e libera". Con la danza "parlo di come noi funzioniamo".
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(Adnkronos) - Jannik Sinner vola in finale agli Internazionali d'Italia 2025. Il tennista azzurro ha battuto oggi, venerdì 16 maggio, Tommy Paul nella semifinale del Masters 1000 di Roma, spinto da un Centrale ancora una volta sold out. Fin dalla mattina al Foro Italico sono spuntate magliette e cappelli color 'carota', con lo stadio che si è colorato d'arancione e ha sventolato diverse bandiere italiane.
Sugli spalti sono apparsi, come nei precedenti match dell'azzurro, diversi cartelloni. Una ragazza suggeriva la dieta perfetta: "Sleep, eat, tennis. Repeat. Go Jannik", ovvero "Dormi, mangia, tennis. Ripeti. Vai Jannik". Un bambino invece aveva in mano il cartellone: "Sinner ottavo re di Roma", mentre un altro ha avuto un'ispirazione 'papale': "Habemus Sinner!", e ancora "Holy Sinner", ovvero "Santo Sinner".
Tanti i cori del Centrale dedicati all'azzurro. Dai classici "let's go Jannik" e "vai Sinner", alla loro traduzione romana: "Daje Jannik!", passando per la sua variabile "daje roscio". Durante il secondo set, vinto dall'azzurro con un netto 6-0, un signore ha urlato: "Paul, te c'ha fatto crede", scatenando le risate dello stadio. Poi un suggerimento all'americano: "Tommy, alza bandiera bianca". Durante la fine del terzo set, durante il turno di servizio di Sinner, si è ripetuto l'incitamento del pubblico romano: "Daje Jannik, che c'ho fame".
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(Adnkronos) - Questa volta il campo d'azione è TikTok. "Guarda i fantastici video brevi creati da Dr Roberto Burioni", l'invito agli utenti. Dr Roberto Burioni sembra essere anche il nome dell'account (che in realtà è @italionos), un profilo che ha già accumulato 26mila follower e 71mila like. Le clip sono una decina. L'ultimo video postato si apre con il virologo in giacca e cravatta che guarda fisso in camera e dice: "Se al mattino non hai fame per la colazione è un segno di alti livelli di cortisolo. Ti svegli alle 3 di notte per andare in bagno? Cortisolo alto. Tensioni e dolori alle spalle? Ancora cortisolo". L'elenco va avanti - la musica in sottofondo rende il tutto quasi ipnotico - finché Burioni rassicura: "Non è colpa tua. Il mio consiglio? Inizia a prendere Moringa". Quel video è un fake confezionato con l'Ai. E ogni giorno Burioni apre la sua casella email e sa che troverà "diverse richieste" da parte di persone in cerca di chiarimenti o consigli sulla posologia di prodotti con nomi fantasiosi. "Ho fatto tutto quello che potevo per bloccare questi video - spiega all'Adnkronos Salute - però non ci sono riuscito. Il risultato è stato zero. E' frustrante".
Nelle clip, racconta il professore di Microbiologia e Virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, "tipicamente c'è un'intervista in studio in cui Fabio Fazio mi fa delle domande e io rispondo con la mia voce. Sembro proprio io. Poi ovviamente sentendo l'audio io mi accorgo degli errori sulle vocali toniche che non farei mai, le differenze per me sono chiare. Però alla fine succede che tantissime persone ci credono e io ricevo mail in cui c'è anche chi mi chiede perché non gli sono arrivati i prodotti ordinati, o come fare ad averli. Ho persino creato una risposta automatica per dire subito a queste persone che è una truffa. Lo scrivo anche in continuazione sui social".
L'ultimo alert postato da Burioni è proprio di oggi, 16 maggio. "I video nei quali promuovo farmaci, integratori, terapie e via dicendo sono falsi - avvisa il virologo - C'è un account su TikTok che ho segnalato e via dicendo, ma rimane in bella vista (a conferma che nei social la legge non esiste) e io non posso fare altro che mettervi di nuovo in guardia".
In uno di questi filmati fake, è uno degli esempi portati da Burioni, "sono io che sto facendo una lezione durante la trasmissione 'Che tempo che fa'". Sono registrazioni facilmente reperibili online, e le immagini vengono manipolate con l'Ai, il che rende tutto più credibile. Burioni non è l'unico esperto nel mirino. Molti altri specialisti si sono visti rubare l'immagine per questi video che li trasformano in 'testimonial a loro insaputa'. "O peggio - precisa Burioni - in testimonial falsi 'a nostra conoscenza'. Perché in realtà questi video li scopriamo, vediamo quello che succede, ma non si riescono fermare. E' assurdo. Anche perché, diversamente, se un giornalista pubblica un'intervista falsa, viene subito fatta togliere".
Avvertire il pubblico che sono video falsi non basta ad arginarne l'impatto. "Si va da falsi rimedi contro l'artrosi a prodotti per i capelli, e io continuo a ricevere richieste di informazioni da persone che o stanno per comprare questi prodotti falsi o li hanno comprati già prima di scrivermi". Negli ultimi tempi è stato "un crescendo. Le email che ricevo - osserva Burioni - vanno a ondate. Ogni volta che esce un nuovo account, e ora c'è questo su TikTok, ne arrivano di più. E' molto grave, perché così è il 'far west', queste persone stanno facendo una cosa illegale e noi possiamo solo raccontarla. Allo stesso modo in questi video falsi potrebbero farmi dire cose di ogni tipo - parolacce, insulti - e non va bene. A me non piace che nel mio Paese qualcuno possa usare l'immagine di una persona per truffare dei pazienti e non si possa fare niente. E tutto davvero molto frustrante".
Leggi tutto: Su TikTok video fake di Burioni con l'Ai. "Frustrante non riuscire a fermarli"

(Adnkronos) - Jannik Sinner vola in finale agli Internazionali d'Italia 2025. Oggi, venerdì 16 maggio, il tennista azzurro ha battuto lo statunitense Tommy Paul in tre set con il punteggio di 1-6, 6-0, 6-3 nella semifinale del Masters 1000 di Roma. Ora Sinner nell'ultimo atto del torneo, in programma domenica 18 maggio, affronterà Carlos Alcaraz, numero tre del mondo, che nel pomeriggio ha battuto Lorenzo Musetti.
Chissà se Jannik Sinner ha ascoltato il concerto con cui Achille Lauro ha aperto la serata del Foro Italico. Lui che è giovane, ma di incosciente ha molto poco. Lui che ogni volta che può ripete che alla fine è "soltanto un normale ragazzo di 23 anni, che è bravo a giocare a tennis", quasi a volersi scansare da quei riflettori che inevitabilmente lo accompagnano. Ma quell'attenzione, in realtà, Jannik non sembra subirla. Anche se le aspettative, come è normale che sia quando in campo c'è il numero uno, sono sempre altissime, e nessuno perde occasione per ricordarglielo. E così mentre Carlos Alcaraz aspetta, Sinner entra in campo. Si prende il suo 'solito' applauso, si lascia andare a un sorriso. Forse questa è la serata giusta, per lasciarsi andare a un po' di incoscienza.
A giudicare dai primi scambi, Tommy Paul ha guardato i due set con cui Sinner ha travolto il malcapitato Casper Ruud. L'americano detta il ritmo, prova ad alternare i suoi colpi e a far muovere l'azzuro, che è impreciso e va spesso fuori giri con il dritto. Le due palle break che Jannik concede a Paul in apertura sconvolgono il Centrale, forse abituato troppo bene. "Quindi anche il numero uno può sbagliare", sussurrano le tribune. Sinner difende la prima, cede alla seconda. L'azzurro sembra sulle gambe, fatica a trovare ritmo, sbaglia tanto. A un certo punto liscia la pallina. Semplicemente, non è in partita. Paul, che del mondo, è bene ricordarlo, è numero 12, riesce a ribaltare uno 0-30 e piazza il primo allungo del set. Forse sarà la mai nascosta fede laziale, o la voglia di rivincita dopo la semifinale persa dello scorso anno, ma Tommy a Roma sembra starci proprio bene. Lo statunitense firma un altro break e vola sul 5-0. In tribuna ci sono sguardi scioccati e increduli. Sinner sta facendo il Ruud, ma nessuno vuole crederci. E alla fine del primo set, vinto da Paul 6-1, ad avvolgere il Centrale c'è solo il silenzio.
Sinner si ritrova sulle spalle il primo set perso dal suo ritorno, il primo momento-verità del 'nuovo' sé da affrontare. Si lascerà travolgere o si rialzerà alla 'vecchia' maniera? La risposta è nei primi tre game del secondo parziale. Il risveglio del numero uno passa attraverso rovesci lungolinea e ace. Al break che Jannik piazza in apertura, il Centrale tira fuori un urlo che, al Foro, non si sentiva dall'esordio contro Navone. Perché da quel momento la facilità con cui Sinner aveva superato ogni avversario aveva fatto passare quelle vittorie per normali, scontate. Dopotutto, è pur sempre il numero uno. Ma tre mesi senza partite sarebbero lunghi per chiunque. E per questo la reazione dell'azzurro sembra avere un valore e un significato diverso. Sinner continua a crescere, Paul si spaventa e inizia a sbagliare. Il suo completo lilla, l'ennesima scelta d'outfit discutibile di questi Internazionali, si vede a destra, sinistra, sottorete. Tommy prova a rispondere, a ritrovare quel ritmo che nel primo set era stato la chiave. Poi però alza lo sguardo verso il tabellone, legge 5-0 e scuote la testa. Sinner invece alza il 'pugnetto' e va a vincere il secondo parziale 6-0.
All'inizio del terzo set, quelle facce contratte e preoccupate che si erano viste sulle tribune del Centrale non ci sono più. Sinner ha il vento dalla sua parte e la mente più libera. Le gambe vanno più veloci e la racchetta colpisce più forte. Il dritto lungolinea con cui Jannik si prende la prima palla break del parziale, al terzo game, strappa l'applauso del suo pubblico. Poi Paul fa il resto regalando il servizio con un doppio fallo. "Dai Tommy, te c'ha fatto crede", e il Centrale scoppia a ridere. Sinner però inizia a toccarsi la coscia destra, guarda verso il suo angolo, ora ha cambiato espressione. Il controbreak di Paul è figlio di quella preoccupazione, di muscoli stressati che tre set non erano più abituati a reggerli. Ma è un momento.
Sinner ricomincia a muoversi meglio, scorre sulla linea di fondo e colpisce in lungolinea, rubando il servizio all'americano nel sesto game e tornando avanti. Il resto è un'attesa, nemmeno troppo lunga, per una festa che era già cominciata. Sinner chiude 6-3 e raggiunge Alcaraz in finale. Paul, invece, se ne va con in testa una frase che lui, amante del calcio, conosce bene: "Novanta minuti al Bernabeu sono molto lunghi". Oggi, per l'occasione, trasformata in "tre set, con Jannik Sinner, sono molto lunghi". E anche un po' incoscienti. (di Simone Cesarei)
Leggi tutto: Cuore Sinner, rimonta Paul e vola in finale agli Internazionali

(Adnkronos) - "Giocala". Jannik Sinner, durante la semifinale degli Internazionali d'Italia 2025 di Roma vinta in 3 set contro Tommy Paul, ha vissuto un primo set da incubo. Il match per il numero 1 del mondo è cambiato dopo una converazione, dai toni anche vivaci, con il coach Simone Vagnozzi.
Il tennista azzurro ha perso il primo parziale 6-1 contro Tommy Paul, senza riuscire mai a entrare veramente in partita. Nessun colpo del numero uno del mondo, a differenza di quanto accaduto contro Casper Ruud nei quarti di finale, è stato incisivo, e l'americano ne ha approfittato. Sul punteggio di 1-5, prima dell'ultimo game del primo set, è andato in scena un acceso botta e risposta con il suo angolo, in particolare con Vagnozzi: e poco dopo è cambiato tutto.
All'ennesima risposta sbagliata con il rovescio infatti, Sinner si è girato verso il suo allenatore lamentandosi proprio di un colpo che stentava a ingranare: "Oggi il rovescio è talmente freddo... non riesco a far saltare la pallina", ha detto Jannik allargando le braccia. "Sì, ma ogni tanto la devi giocare", è stata la replica, piuttosto accesa, di Vagnozzi, che ha provato così a scuotere l'azzurro, al primo vero momento di difficoltà dal suo ritorno in campo, proprio agli Internazionali di Roma, dopo la squalifica di tre mesi per il caso Clostebol.
Leggi tutto: Sinner, rimonta e vittoria: le parole del coach hanno cambiato il match

(Adnkronos) - Spuntano appunti scritti a mano da Emanuela Orlandi e un'amica mai sentita dagli inquirenti: nuovi elementi che emergono dal lavoro della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa della stessa Emanuela e di Mirella Gregori, come racconta al Tg1 il presidente della stessa Commissione, senatore Andrea De Priamo.
Uno spartito sul quale Emanuela Orlandi ha scritto a penna i nomi di tre amiche, indirizzi, il colore dei capelli e l'età di una di loro, appunti ritrovati con una telefonata anonima in un cestino dei rifiuti sotto casa della giovane due mesi dopo la sua scomparsa: "Potrebbero essere stati scritti su indicazione di chi aveva in mano la ragazza magari anche solo per un breve periodo di tempo", sottolinea De Priamo che con la Commissione è al lavoro da ormai un anno sui due casi con audizioni e con l'esame di migliaia di documenti. Proprio dalle audizioni, spiega De Priamo, emerge la figura di un'altra ragazza mai trovata dagli inquirenti: "Dalla testimonianza di Raffaella Monzi vi era un'altra ragazza che avrebbe convinto Emanuela Orlandi ad accettare la finta offerta da parte della Avon di un lavoro", afferma ancora De Priamo.
Quanto poi al possibile collegamento tra la scomparsa di Emanuela e quella di Mirella, De Priamo conclude che quest'ultimo potrebbe essere "un mistero a chilometri zero, legato agli ultimi istanti che si conoscono della vita di Mirella Gregori e da lì non si avranno più sue notizie".
Leggi tutto: Emanuela Orlandi, spuntano appunti scritti e amica mai ascoltata
(Adnkronos) - Assegnato a Raffaella Ammirati, redattrice dell'Adnkronos Salute, il premio giornalistico della Società italiana di medicina estetica (Sime), intitolato Carlo Alberto Bartoletti. Il riconoscimento, si legge nella motivazione, "per aver realizzato un articolo giornalistico sul ruolo dell'intelligenza artificiale nella medicina estetica utilizzando una terminologia ineccepibile e al contempo di facile comprensione. Un contributo puntuale e chiaro ad una corretta informazione giornalistica in un settore, come quello della medica estetica, spesso vittima di fake news".
Ammirati, per le agenzie di stampa, si è aggiudicata il riconoscimento ex aequo con Manuela Correra dell'Ansa. Per la sezione radio-televisioni, web e servizi on line il premio è andato a Margherita Lopes di Fortune, già giornalista dell'Adnkronos Salute.
"Questa 2° edizione del premio - ha detto Emanuele Bartoletti, presidente Sime - è stata un successo al di là delle nostre più rosee previsioni, con una partecipazione di giornalisti da tutta Italia che ci ha costretti ad un lavoro impegnativo e a scelte a dir poco ‘dolorose’. Le scelte della giuria, come previsto dal regolamento, sono insindacabili. Anche quest’anno si sono aggiudicati premi 3 giornaliste ‘storiche’ del nostro settore".

(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso di oggi, venerdì 16 maggio, del SuperEnalotto. Centrati invece tre '5' che vincono 41.858,88 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 33.800.000 di euro. Si torna a giocare domani, sabato 17 maggio, per l'ultimo concorso settimanale.
Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima:
- con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;
- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro;
- con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro;
- con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro;
- con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro.
E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni.
La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.
La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata.
La combinazione vincente del concorso di oggi del SuperEnalotto è 15, 21, 30, 31, 42, 80. Jolly: 69. SuperStar: 42.
Leggi tutto: SuperEnalotto, numeri combinazione vincente oggi 16 maggio
(Adnkronos) - Achille Lauro intrattiene il pubblico del Campo Centrale con il suo show prima del match tra Jannik Sinner e Tommy Paul, il pubblico si gode il concerto pre-partita: tra gli spettatori, anche Alessia Marcuzzi.
Leggi tutto: Achille Lauro show prima di Sinner e Alessia Marcuzzi balla - Video

(Adnkronos) - “Comunicare la sostenibilità è fondamentale: non basta praticarla, serve anche qualcuno che ci creda e la scelga. Altrimenti rimane troppo teorica, chiusa nelle aziende o nelle istituzioni, senza generare cambiamento reale.” Queste le parole di Eva Alessi, head of Sustainability Wwf Italia, intervenuta all'Eiis Summit 2025, appuntamento annuale dedicato alla sostenibilità, a Palazzo Orsini Taverna a Roma.
Secondo Alessi, i consumatori hanno un ruolo centrale nella transizione ecologica e non possono più essere trattati come spettatori passivi. “Non vanno più solo informati o educati, ma coinvolti come agenti di cambiamento. Sono una leva straordinaria per rafforzare e orientare scelte realmente sostenibili.”
Nel suo intervento, Alessi ha affrontato anche il tema delle fake news ambientali, in particolare quelle sull’olio di palma: “Noi ambientalisti da anni portiamo avanti una campagna per la responsabilizzazione della filiera, affinché sia sostenibile. I consumatori hanno preso una strada diversa per una cattiva informazione, c'è una sola alternativa all'olio di palma: l'olio di palma sostenibile. Quella è la soluzione.”
Leggi tutto: Sostenibilità, Alessi (Wwf): "I consumatori non vanno convinti, ma coinvolti"

(Adnkronos) - Carlos Alcaraz vola in finale agli Internazionali d'Italia 2025. Oggi, venerdì 16 maggio, il tennista spagnolo ha battuto Lorenzo Musetti in due set nella semifinale del Masters 1000 di Roma. Ora Alcaraz aspetta il match tra Jannik Sinner e Tommy Paul per scoprire chi sarà il suo avversario nell'ultimo atto del torneo, in programma domenica 18 maggio sul Centrale del Foro Italico.
In conferenza stampa Alcaraz ha parlato anche della possibilità di affrontare il numero uno del mondo, al rientro dopo la squalifica per il caso Clostebol: "Non vedo l’ora, devo essere sincero. Non sarà facile per Sinner contro Tommy Paul, ma ho visto i suoi ultimi match e il livello è salito tantissimo. Ogni volta che gioco con lui è una battaglia, ma sono momenti che mi piacciono e mi divertono", ha detto lo spagnolo, "giocare contro di lui qui a Roma sarebbe ancora più difficile, sarebbe un’ulteriore sfida ma vediamo chi vincerà stasera".
Leggi tutto: Alcaraz e una finale con Sinner a Roma: "Non vedo l'ora, sarebbe una battaglia"

(Adnkronos) - “Il 95% dell'olio di palma che viene importato in Italia è un olio sostenibile certificato Rspo che rispetta criteri ambientali e sociali ed è completamente tracciabile, dalla piantagione al mulino, alla raffineria, al trasporto navale, allo stoccaggio in Italia, fino al consumatore finale.” Così Vincenzo Tapella, presidente Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile, durante l'Eiis Summit 2025 a Roma.
“L'olio di palma è un olio molto versatile che può essere utilizzato - prosegue Tapella - non soltanto nel campo alimentare ma anche nel campo chimico, del feed e della cosmesi. L'olio di palma è sicuro sostenibile dal punto di vista ambientale e dal punto di vista sociale. Le sue caratteristiche sono molto buone: ha una resa molto alta, la possibilità di essere estratto senza solventi, di essere frazionato in modo fisico, in modo da poter avere diversi prodotti adatti per la frittura, per la margarina, per la pasticceria”, aggiunge l'esperto.
“In passato è stato oggetto di fake news o scorretta informazione, per questo le nostre campagne hanno cercato di informare il consumatore in modo corretto, puntando sulla sostenibilità dell'olio di palma. Non sono campagne facili da portare avanti perché pur avendo dei dati tecnico-scientifici importanti non è semplice comunicare al consumatore finale le caratteristiche dell'olio di palma sostenibile, per questo motivo ci appoggiamo a partner come l'Università Cattolica del Sacro Cuore che fa ricerche sul consumatore, collaboriamo con organizzazioni non governative e con la grande distribuzione per fare in modo che questo messaggio della sicurezza e della sostenibilità dell'olio di palma possa raggiungere il consumatore finale.”

(Adnkronos) - L’ Istituto nazionale tributaristi (Int) per mano del suo presidente Riccardo Alemanno ha inviato al direttore dell’Agenzia delle Entrate, avvocato Vincenzo Carbone, la richiesta di proroga degli adempimenti tributari in scadenza a causa del blocco dell’accesso ai sistemi telematici da parte di contribuenti e intermediari fiscali. Alemanno non ha enfatizzato la negatività della problematica, coincidente con i primi accessi alle dichiarazioni precompilate, ma si è limitato alla sostanza e ha scritto: "omissis... date le persistenti problematiche di accesso al sito dell’Agenzia delle Entrate, si chiede la proroga di tutti gli adempimenti in scadenza attraverso un suo provvedimento, come previsto dalla normativa vigente in caso di blocco dei sistemi telematici della Pubblica amministrazione. Non mi dilungo oltre confidando in un suo intervento tempestivo, che eviti a contribuenti e intermediari fiscali ulteriori problematiche".

(Adnkronos) - Marco Panzarasa, l'amico di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, torna - sempre da non indagato - nella nuova indagine sul delitto di Garlasco. Il suo nome è nell'elenco di chi dovrà fornire volontariamente il proprio Dna per compararlo con quello trovato sulle unghie della ventiseienne. La traccia genetica di Panzarasa, appena laureato nel 2007 e ora avvocato, sarà anche confrontata con eventuali impronte che verranno repertate su oggetti (alcuni trovati nella spazzatura di casa Poggi) mai analizzati per quasi 18 anni.
Panzarasa, 42 anni, sposato, era il compagno di banco di Stasi. Un'amicizia che inizia nell'estate del 1997 all'oratorio di Garlasco e che prosegue sui banchi del liceo scientifico di Mortara. E' lui l'amico con cui Alberto Stasi trascorre una vacanza studio a Londra poche settimane prima della morte di Chiara (la ventiseienne li raggiunge per un weekend) e insieme i due amici il 4 agosto 2007 tornano a casa. E' l'11 agosto 2007 quando riceve nel pomeriggio un messaggio da Stasi ('Haldo' in rubrica) in cui gli chiede di portargli la cartolina 'ricordo' di Londra, lasciata nella sua valigia. Una richiesta che l'ex bocconiano rinnova poche ore dopo al telefono. "Alberto mi ha chiesto soltanto della cartolina, non mi ha chiesto nient'altro, o meglio non ricordo, il contenuto principale della telefonata era la cartolina. Gli ho detto che non potevo uscire perché ero al mare, e ci siamo dati appuntamento per lunedì sera a Garlasco".
Un incontro che non ci sarà: l'omicidio di Chiara Poggi diventa di dominio pubblico nella tarda mattinata quando Marco Panzarasa sta rientrando in treno da un fine settimana al mare con gli amici a Borghetto Santo Spirito nel Savonese. Il neo laureato rientra nel Comune in provincia di Pavia lunedì 13 agosto, mentre gli amici rientreranno dopo Ferragosto. Parte dalla stazione di Loano alle 11.40, perde la coincidenza a Genova, e arriverà a Pavia non prima delle ore 17. E' in treno quando riceve la telefonata di Stefania Cappa, cugina della vittima e che aiuta in un paio di esami all'università, e apprende dell'omicidio della fidanzata dell'amico. I biglietti del treno sono agli atti dell'indagine.
Più volte sentito a verbale, nel febbraio del 2008 l'abitazione di Marco Panzarasa viene sottoposta a sequestro: i carabinieri porteranno via diverso materiale informatico, tra cui un computer. Un'attività investigativa che finisce nel nulla, mentre intorno al giovane crescono speculazioni e odio social. A verbale Panzarasa confessa che a Londra l'amico gli ha mostrato anche alcune foto 'intime' di Chiara - un errore mentre scorrevano altre immagini - e che Stasi "aveva scaricato da internet dei video pornografici che comunque non mi mostrava" mette a verbale. Della vacanza in Inghilterra ricorda anche - sentito nel 2014 - "Io a Londra ho acquistato una scheda telefonica inglese e mi sembra di ricordare che l'abbia acquistata anche Alberto Stasi. Poi dopo il rientro non la ho più usata in Italia".
I rapporti con Stasi si 'raffreddano' subito dopo il clamore mediatico che piomba su Garlasco. Come tutti gli amici della vittima e di Stasi anche lui viene convocato e sentito dai carabinieri. "Nella caserma di Garlasco ho intravisto Alberto ma non ho potuto parlargli perché impegnato con i carabinieri. Il giorno dopo ho chiamato il padre di Alberto chiedendogli di come si sentiva il figlio. Lo stesso mi disse che stava riposando per cui non l'ho disturbato. Nei giorni seguenti ho cercato invano di contattare Alberto attraverso sms inviati dal mio al suo cellulare" racconta.
"Ricordo di avergli mandato 3 sms e precisamente uno nei giorni immediatamente successivi al fatto, un secondo immediatamente dopo l'avviso di garanzia e un terzo pochi giorni fa prima del mio rientro dalla Spagna in cui lo invitavo a prendere un caffè per una chiacchierata. A tutti e tre sms non ho mai ricevuto risposta né tantomeno Alberto mi ha mai chiamato dopo il 13 agosto 2007" mette a verbale il 30 agosto 2007. Dopo 18 anni il suo nome di Marco Panzarasa, come quello delle 'gemelle K', torna nel caso Garlasco.
Leggi tutto: Caso Garlasco, rispunta Panzarasa: chi è l'amico di Stasi che dovrà dare Dna

(Adnkronos) - "I numeri del settore nautico sono estremamente importanti per la nautica da diporto. In termini di fatturato supera gli 8 miliardi e conta oltre 30 mila addetti. Siamo i primi esportatori mondiali in questo campo, soprattutto grazie alla produzione di grandi yacht”. Lo dichiara Marco Fortis, vicepresidente Fondazione Edison, in occasione della convention Satec 2025, oggi a Rapallo, in provincia di Genova. Un evento organizzata da Confindustria Nautica.
La nautica da diporto “ha avuto il grande merito di espandersi soprattutto in un periodo difficile - evidenzia Fortis - Tra il 2019 e il 2024 l’export del settore è cresciuto dell'88%, contro una crescita dell'export italiano appena superiore al 20%. Abbiamo raggiunto i 4,3 miliardi di esportazioni l'anno scorso, ma già nei primi due mesi dell'anno, con l'aggiunta dei primi due mesi del 2025, siamo arrivati a 4,4 miliardi di esportazioni. Il surplus commerciale della nautica è enorme - aggiunge - ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro con l'estero ed è molto importante perché ha contribuito da solo, alla nautica da diporto, per circa il 14% alla crescita di questo surplus negli ultimi cinque anni. Quindi un settore su cui puntare. Una parte di quel nuovo made in Italy che si è affacciato, negli ultimi vent'anni, sulla scena della nostra specializzazione internazionale”, le sue parole.
Leggi tutto: Nautica, Fortis (Fondazione Edison): "Fatturato supera 8 mld"

(Adnkronos) - "Nessuna autorità, per quanto competente e indipendente, può affrontare da sola la complessità delle sfide che la Sla", sclerosi laterale amiotrofica "pone ogni giorno. Soprattutto in un momento come questo in cui le normative stanno cambiando". Possiamo quindi "affrontare questo tema fondamentale solo attraverso una collaborazione autentica, strutturata e continuativa. Quindi fare rete tra Autorità garante, istituzioni pubbliche, private e associazioni, a partire da Aisla, ovviamente. Solo così possiamo generare cambiamenti concreti e misurabili nella vita delle persone". Lo ha detto Antonio Pelagatti, Garante per la Disabilità, intervenendo, da remoto, a Jesi (Ancona) alla prima giornata della Conferenza nazionale dell’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica.
"Il Garante è un’istituzione creata non solo per vigilare sui diritti, ma anche per promuovere i diritti. Le forme di collaborazione sono molteplici - osserva Pelagatti - ma sono consapevole che sarà solamente il dialogo con il terzo settore, di chi si occupa della Sla, a guidarne lo sviluppo. Il nuovo Codice del Terzo Settore individua dei modelli di intervento attraverso una co-programmazione e co-progettazione in reti che devono essere strutturate e stabili per accogliere, sistematizzare e trasmettere le segnalazioni di criticità ricorrenti – sociali, amministrative, sanitarie – che emergono nei diversi territori". Sulle "decine, centinaia di segnalazioni di tutti i tipi" che il Garante riceve ogni giorno, "il nostro compito - chiarisce - è quello di esaminarle, ascoltarle e attivare una collaborazione per un’azione concreta capace di individuare, complessivamente, per esempio, i problemi più urgenti che hanno le famiglie e persone con Sla, trasformare le segnalazioni più rilevanti e di carattere comune in interventi istituzionali, così da migliorare concretamente i percorsi di assistenza nelle politiche pubbliche".
Insieme si possono fare tante cose. "Pensiamo solo all’innovazione tecnologica, all’aggiornamento dei dispositivi tecnologici assistivi e quindi all’aggiornamento costante del tariffario dei Lea - illustra Pelagatti - Quello che importa è collaborare per trasformare segnalazioni in interventi di sistema, per coinvolgere attivamente gli enti pubblici e privati che offrono servizi pubblici nella rimozione degli ostacoli. In pratica - sottolinea - rendere i diritti esigibili su tutto il territorio nazionale, superando le profonde disuguaglianze territoriali che oggi ostacolano la piena cittadinanza delle persone con disabilità, con grande disabilità in particolare, e Sla". Si tratta di "una responsabilità civile, morale, umana. Un impegno che nasce da una missione condivisa con tutta la rete, con tutti quelli che vorranno insieme lavorare per garantire alle persone con Sla non solo cure adeguate, ma diritti riconosciuti, strumenti attuali e una vita piena di dignità".
Leggi tutto: Sanità, Garante disabilità: "In rete per affrontare insieme complessità della Sla"

(Adnkronos) - "Il progetto di vita deve diventare un diritto esigibile per tutti, modellato attorno alla persona e alla sua unicità. La legge quadro sulla disabilità rappresenta una svolta anche culturale: una riforma che stiamo impegnandoci a rendere pienamente attuativa, in modo coerente e tempestivo". Lo ha detto Maria Teresa Bellucci, viceministro per le Politiche Sociali, nel videomessaggio inviato all’apertura dei lavori della della Conferenza nazionale Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, che si svolge a Jesi (Ancona).
Riferendosi al "ruolo centrale delle famiglie, e in particolare dei caregiver familiari, persone che ogni giorno si prendono cura con amore e dedizione, spesso rinunciando al lavoro, alla vita sociale, persino alla propria salute", il viceministro ha ricordato che "il Tavolo tecnico interministeriale sui caregiver è una priorità del governo Meloni per dare il giusto riconoscimento e sostegno a chi troppo spesso è rimasto invisibile". In questo contesto "Aisla è un esempio concreto di come si possa lavorare insieme con competenza, tenacia e cuore e di alleanza tra istituzioni e società civile, un punto di riferimento per il governo e per me, come viceministro", ha concluso.
Leggi tutto: Disabili, Bellucci: "Impegnati per attuare legge e riconoscere ruolo caregiver"

(Adnkronos) - "Abbiamo il dovere di continuare a raccontare questa storia di Armida Barelli", cofondatrice dell'Università Cattolica del Sacro Cuore morta nel 1952 di Sla, sclerosi laterale amiotrofica, a cui è stato dedicato il centro clinico Nemo di Roma. Come la Beata "non abdichiamo al desiderio di essere protagonisti, a prescindere dalla malattia. Non rinunciamo a essere una risorsa per questo Paese solo perché non parliamo, solo perché respiriamo male. Non rinunciamo al diritto di avere infrastrutture che possano accogliere e sostenere tutte le nostre famiglie". Così Alberto Fontana, segretario Centri clinici Nemo intervenendo oggi a Jesi, alla prima giornata della Conferenza nazionale Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica.
"Siamo cresciuti in associazione pensando che la forza fosse la capacità di sollevare, di sostenere, di alleggerire il fardello della malattia che grava sulla nostra comunità - riflette Fontana - Oggi, invece, quello che sembra dominare è un altro tipo di forza: una forza che schiaccia, che esclude. E quello che abbiamo imparato dalla nostra storia è che c’è sempre qualcos’altro che viene considerato più urgente dei bisogni e dei desideri di felicità di una comunità fragile come la nostra. Siamo la marginalità, e sarà sempre più facile dimenticarsi di noi perché, quando le risorse sono poche, ci si occupa dei numeri grandi. I numeri piccoli, invece, si dimenticano. E allora dobbiamo usare tutte le storie della nostra comunità per ricordare alle istituzioni qual è il loro dovere: partire dagli ultimi, non dai primi".
Per questo "dobbiamo continuare a combattere - rimarca il segretario Centri clinici Nemo - a costruire un’attenzione da parte delle istituzioni, che non sia solo dichiarativa o legislativa, ma che si traduca in risorse economiche per i nostri medici, per i nostri ricercatori, perché possano davvero fare la differenza. Non dobbiamo dimenticarlo mai. La sfida più grande oggi è raccontare che non siamo gli ultimi, anche se la storia ci ha posti spesso tra gli ultimi. Questo, credo, è ciò che ci insegna anche Armida Barelli - rimarca Fontana - Lei non ha solo sognato l’Università Cattolica: l’ha costruita contro tutto e tutti, con le sue risorse, con la sua convinzione, con la sua forza di persuasione. Ed è per questo che dobbiamo prendere quella storia e farla nostra, metterla nel nostro calendario e celebrarla come un momento identitario per la nostra comunità", conclude.
Leggi tutto: Sla, Fontana (Nemo): "Come Armida Barelli viviamo da protagonisti"

(Adnkronos) - "Oggi più che mai servono visione e responsabilità. Il tempo dell’ascolto deve diventare scelta strutturale. Aisla continuerà a fare la sua parte con serietà, radicamento e una rete che conosce il presente e costruisce il futuro. I due giorni della conferenza nazionale qui a Jesi rappresentano per Aisla una dichiarazione di impegno. Il 'Progetto di Vita', il riconoscimento del caregiver familiare e l'investimento sull'assistenza domiciliare sono le tre direttrici su cui gioca il futuro della cura. Sono dei temi concreti che non sono più rinviabili e che richiedono un coraggio politico e delle alleanze, delle relazioni vere. Qui a Jesi abbiamo dimostrato che è possibile costruire delle soluzioni. Si parte dall'ascolto e si lavora insieme, con responsabilità e con visione". Lo ha detto all'Adnkronos Fulvia Massimelli, presidente nazionale dell'Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, in occasione della conferenza nazionale Aisla, oggi e domani a Jesi.
"Per Aisla ascolto e prossimità non sono solo parole, ma azioni - ha poi aggiunto Massimelli - La dimostrazione sta nei numeri dell'Associazione: oltre 2.500 associati, 300 volontari, 64 presidi territoriali e più di 6.600 interventi concreti a sostegno delle persone con Sla solo nel 2024". "Noi ogni giorno entriamo nelle case delle famiglie, entriamo nelle loro storie e nelle loro fragilità. Il nostro è un impegno costante, fatto di presenza reale, di relazioni autentiche, e delle soluzioni che cerchiamo di costruire insieme e di adattarle persona per persona" ha poi concluso.
Leggi tutto: Sla, Massimelli (Aisla): "Futuro cura caregiver e assistenza a casa"

(Adnkronos) - L’integrazione ospedale-territorio è una questione complessa da organizzare, ma ci sono "2 aspetti cruciali su cui si può intervenire: la formazione e la comunicazione”. Anche per la persona con Sla, sclerosi laterale amiotrofica, ci sono i Pdta, percorsi diagnostico assistenziali, “ormai fortunatamente diffusi in molte regioni e territori, e spesso sono costruiti accuratamente proprio sulle caratteristiche dei singoli territori. Ma i Pdta vanno popolati, e questi 2 concetti servono a declinarli in maniera personalizzata. Non solo in riferimento ai singoli territori, ma alle singole situazioni". Lo ha detto Michela Coccia, direttore clinico Centro Nemo Ancona, intervenendo, oggi a Jesi, alla prima giornata della Conferenza nazionale Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica.
"La formazione deve essere condivisa - spiega Coccia - L’iniziativa che ci offre Aisla e la Regione Marche per la formazione degli infermieri - in particolare di quelli del territorio che andranno ad operare a domicilio dei pazienti - insieme ai clinici del centro di riferimento, è veramente un’occasione unica, non solo per il passaggio di competenze, ma proprio per lo scambio e la conoscenza reciproca, e quindi per la condivisione di obiettivi".
Sul secondo aspetto, per far comunicare ospedale e territorio "il centro Nemo - illustra l’esperta - mette una persona fisica, il nurse coach, un infermiere case manager che lavora all’interno del centro Nemo e che ha come compito proprio quello di unire il centro al territorio: personalizzare e supportare il rientro a domicilio, ma anche continuare a colloquiare con tutte le figure che si interfacciano con la persona. Sicuramente, anche utilizzando tante risorse tecnologiche che avremo a disposizione, come delle piattaforme, conclude - potremo implementare e rendere decisiva, tempestiva e utile questa comunicazione".
Leggi tutto: Malattie rare, Coccia (Nemo An): "Formazione e comunicazione per cure Sla su misura"

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti è stato battuto, nella semifinale degli Internazionali d'Italia 2025, da Carlos Alcaraz. Il tennista azzurro si è arreso in due set in semifinale, a un passo dal sogno di una finale al Masters 1000 di Roma. Musetti ha poi spiegato cosa non ha funzionato in conferenza stampa, elogiando le capacità dello spagnolo e preferendolo a Jannik Sinner: "La chiave è stata la maggiore solidità di Carlos, ha gestito meglio alcuni momenti difficili. Abbiamo avuto entrambi degli alti e bassi, anche quando ero avanti di un break nel secondo set ero troppo concentrato sugli aspetti negativi. Mi concentravo su un cattivo rimbalzo, sull’ombra o sul vento, ho cercato troppi alibi".
"Credo che Carlos sia un altro fenomeno che viene criticato troppo e inutilmente. C’è poco da criticare, basta vedere i suoi numeri. Anche se oggi non abbiamo espresso il nostro miglior tennis come ad esempio si era visto a Montecarlo, si giocava meglio e le condizioni di oggi hanno cambiato la partita, ma ha pochi punti deboli. Magari non ha un servizio devastante come Zverev, ma è sempre molto aggressivo e cerca di comandare il gioco", ha detto Musetti, "in alcuni momenti è ingiocabile, poi abbassa l’intensità e quello è l’aspetto su cui sta lavorando di più. Ho una grandissima stima di Carlos e credo che sulla terra il miglior Carlos lo vedo favorito al momento con chiunque, compreso Sinner".
Poi Musetti ha risposto ad Alexander Zverev, che si era lasciato andare a dichiarazioni polemiche dopo essere stato eliminato dal toscano nei quarti di finale: "Mi sono solo difeso in campo? Ognuno pensa a quello che vuole, se ha visto il match così va bene. Abbiamo giocato anche su altre superfici e l’esito è stato lo stesso, se ha visto che ho aspettato l’avversario può farlo anche lui, magari riesce a vincere la partita
Leggi tutto: Musetti a sorpresa: "Sulla terra Alcaraz è il favorito, anche contro Sinner"
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