(Adnkronos) - "Chiediamo che la politica svolga il suo compito nel miglior modo possibile, che finalmente si trovi un governo stabile, visto che purtroppo negli ultimi anni la Valle d'Aosta è stata vittima di un cambio continuo di governance. E quindi ora serve la stabilità, per noi è importante avere un unico interlocutore, dal presidente fino agli assessori. Per noi portare avanti un progetto con una persona, e arrivare alla 'chiusura', alla conclusione, con la stessa persona, è fondamentale. Se ogni sei mesi-un anno invece cambiamo interlocutore ovviamente si riparte da capo con perdita di tempo, denaro e tutto quello che ne consegue". Questo l'appello, lanciato alla politica da Francesco Turcato, presidente di Confindustria Valle d'Aosta, intervistato da Adnkronos/Labitalia, in vista delle elezioni regionali in programma domenica 28 settembre.  

Le criticità delle infrastrutture 

Secondo Turcato il primo problema per le imprese valdostane sono le infrastrutture. "Il tema industriale fondamentale degli ultimi anni nella nostra regione -spiega- sono le infrastrutture. In Valle d'Aosta per 'N' motivi ci sono problemi importanti di infrastrutture, che non si limitano solo al traforo del Monte Bianco, che è una sorta di 'must' per noi. Da quando sono diventato presidente portiamo avanti la battaglia che vorrebbe la realizzazione della seconda canna, cioè il raddoppio rispetto al tunnel esistente. Ma anche le problematiche relative ad autostrada, ferrovia, aeroporto e non ultimo la frana che incombe a Quincinetto, mettono in seria difficoltà il futuro delle aziende valdostane", sottolinea.  

E Turcato ricorda che sul traforo del Monte Bianco "è da più di due anni e mezzo che portiamo avanti questo dialogo con tutte le varie istituzioni, dall'Europa fino al comune di Aosta, per quanto riguarda il raddoppio. Riteniamo che le manutenzioni straordinarie che sono state auspicate per 18 anni più uno, ma visto le prove di questi anni si sta ipotizzando 36 anni di attività con importanti esborsi economici, secondo noi non è la soluzione. Questo perché tra 40 anni praticamente ci troveremmo un tunnel comunque vecchio e che non soddisferà le normative che via via si susseguiranno a livello europeo, compresa quella che prevede il declassamento dei tunnel 'monocanna'. E di conseguenza ci ritroveremmo con un tunnel che non può essere utilizzato praticamente da nessuno", sottolinea.  

Le criticità per le imprese riguardando anche gli altri mezzi di trasporto. "Per quanto riguarda l'aeroporto, ci stiamo attivando con la parte privata della società, che ne detiene il 51% mentre il 49% è pubblico, per dargli una mano, per trovare dei partner. In questo caso compagnie di bandiera o compagnie di charter, ovviamente non quelle grosse, non Lufthansa, ma quelle piccole, perché l'aeroporto di Aosta può al massimo far atterrare e ripartire voli con 100 posti a sedere, forse anche meno adesso". E Turcato sottolinea che "l'aerostazione a oggi vede un ritardo di quasi due anni e mezzo sulla consegna, c'è un terminal che piccolino è dir poco. E il terminal che doveva essere consegnato nel 2024, forse verrà consegnato nel 2026-27", aggiunge.  

E il presidente degli industriali valdostani avverte: "Fondamentalmente se il luogo comune parla di Valle d'Aosta -spiega-come una regione tipicamente turistica, lo devo smentire perché comunque la parte industriale fa la 'padrona'. Quindi noi ci aspettiamo che le aziende vengano messe nelle condizioni per poter competere. Oggi abbiamo un sistema che è veramente in difficoltà, dal manifatturiero al tessile ad altri comparti. Io vengo dalla estrazione del siderurgico, e il settore siderurgico è in una condizione molto difficile, e quindi mi aspetto che in questi cinque anni futuri chiunque si troverà a governare la Regione guardi con un occhio verso un futuro prossimo e non verso l'oggi o addirittura ieri che poco conta", sottolinea Turcato.  

L'allarme dazi 

"Se alcuni credono che l'effetto dei dazi toccherà poco la Valle d'Aosta -lancia l'allarme Turcato- si sbaglia perchè nel sistema industriale è già arrivato e ci aspettiamo ulteriori peggioramenti se le cose non cambiano. Se l'Europa non farà quello che deve fare, se l'America non torna indietro sui suoi passi, vediamo un autunno preoccupante. Il mercato in questo momento di transizione, con Trump che la mattina fa un proclama, il pomeriggio un altro, la sera un altro ancora, ha portato al blocco degli investimenti. Ovviamente parliamo di investimenti importanti e che vanno a filiera, a toccare quasi tutte le aziende della Valle d'Aosta. Dall'automotive, dove abbiamo aziende che sono in difficoltà, che non riescono a stare sul mercato o a entrarvi, aziende che stanno delocalizzando, aziende come la Cogne Acciai che ha chiesto la cassa integrazione per quasi mille dipendenti".  

"I dazi Usa -rimarca Turcato- purtroppo stanno impattando sulle nostre imprese, perché hanno anche un duplice fattore di rischio. Uno è il dazio diretto, che può portare all'impossibilità a esportare. Nel mio caso di specie, l'acciaio, è al 50%, e noi abbiamo come Cogne un cliente che è Apple a cui forniamo parte dell'acciaio di telecamere, microfoni, auricolari. Ovviamente se oggi costa un euro, e domani invece costa un euro e 50, questo ci taglia fuori", sottolinea.  

E infine, continua Turcato, "che alcuni si dimenticano che i dazi hanno provocato anche questo calo del valore del dollaro, quindi una differenza di potere d'acquisto tra euro e dollaro, e di conseguenza oggi comprare per noi europei diventa sempre più difficile", conclude.  

(di Fabio Paluccio)