(ANSA) - SASSARI, 28 GEN - È considerata una malattia ormai
dimenticata ma in alcuni Paesi, come la Cina, la lebbra è diventata
una malattia endemica, contro la quale si combatte ogni giorno. Una
lotta che in tutto il mondo vede medici e volontari impegnati ogni
giorno nella cura di pazienti affetti da una malattia ora non più
incurabile.
A ricordare questa situazione, che affligge
milioni di persone, sarà la 70esima giornata mondiale dei malati di
lebbra che si celebra il 29 gennaio; una ricorrenza voluta e
promossa da Raoul Follereau nel 1954 e riconosciuta ufficialmente
dall'Onu.
"La lebbra è una patologia infettiva di tipo
cronico - spiega la professoressa Maria Antonietta Montesu della
Clinica dermatologica dell'Aou di Sassari - ed è causata dal
Mycobacterium leprae, un batterio che ha un basso potere patogeno.
La trasmissione avviene in caso di stretto e prolungato contatto
con soggetti infetti. L'incubazione è particolarmente lunga, può
superare i dieci anni, con un tempo medio di circa cinque
anni".
La lebbra, conosciuta anche come morbo di
Hansen, nel mondo è ancora un problema sanitario importante, che si
concentra nei Paesi tropicali e subtropicali, in particolare India,
America Latina e Africa ma anche alcune regioni della Cina. Secondo
i dati dell'Associazione italiana amici di Raoul Follereau (Aifo),
che è partner dell'Oms, nel periodo Covid 2020-2021 si è registrato
un incremento della malattia del 10 per cento.
In Italia non esiste da alcuni secoli mentre
sono stati registrati casi importati da turisti che hanno
soggiornato all'estero o da stranieri arrivati nel nostro
Paese.
L'Oms ha inserito la lebbra nell'elenco delle
malattie tropicali neglette.
"L'agente eziologico è un micobatterio a
lentissima crescita - spiega il direttore della clinica di Malattie
infettive e tropicali, professor Sergio Babudieri - e sono
interessati dall'infezione principalmente cute e nervi periferici,
il cui coinvolgimento provoca intorpidimento e debolezza nelle zone
da loro controllate. Si sviluppa una neuropatia periferica anche
grave che, nella cosiddetta lebbra tubercoloide, coinvolge numerose
zone con loro intorpidimento e debolezza di alcuni gruppi
muscolari".
"È determinante la diagnosi precoce - aggiunge
Maria Antonietta Montesu -, prima che sopraggiungano le deformità
estetiche e i danni ai nervi, che sono altrimenti irreversibili. E
nel processo diagnostico il dermatologo svolge un ruolo preminente,
perché individua le lesioni cutanee che rappresentano le
manifestazioni iniziali caratteristiche". Si tratta quindi di una
patologia facilmente curabile con una specifica terapia basata
sull'associazione di antibiotici da assumere nel lungo periodo o,
talvolta, come terapia di mantenimento per tutta la vita.
In Italia, infine, esistono quattro centri di
riferimento nazionale per la conferma diagnostica e per il
trattamento della malattia: Genova, Gioia del Colle (Bari), Messina
e Cagliari.
"Quest'ultimo - ricorda infine la professoressa
Montesu - si trova nella Dermatologia del Santissima Trinità e
attualmente gestisce in day hospital 5 hanseniani: 3 autoctoni e 2
extracomunitari, tutti di sesso maschile" (ANSA).