
(Adnkronos) - Mentre la Global Sumud Flotilla si avvicina sempre di più a Gaza, arriva nel pomeriggio il primo alert della Marina italiana alle imbarcazioni impegnate nella missione umanitaria. Ma l'avvertimento solleva le critiche degli attivisti, che prima parlano di "sabotaggio" e poi si scagliano contro la premier Meloni e il governo italiano che agirebbero come "complici di Israele". A stretto giro la replica della presidente del Consiglio, che solo qualche ora prima aveva lanciato sui social un appello affinché la missione si fermasse, accettando una delle proposte alternative per la consegna degli aiuti alla Striscia in sicurezza. Appello che il ministro degli Esteri israeliano ha invitato gli attivisti ad ascoltare.
Alle 16.30 circa la Nave Alpino della Marina Militare, raggiunta una distanza di circa 180 miglia nautiche dalle coste di Gaza, ha diramato un avviso ufficiale: nello specifico, fanno sapere in una nota dallo Stato Maggiore della Difesa, è stato comunicato che, in assenza di variazioni di rotta e velocità, alle ore 2:00 di domani 1° ottobre, la Flotilla raggiungerà verosimilmente il limite delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza. Nave Alpino, si legge, "come comunicato più volte nei giorni scorsi, non oltrepasserà tale limite, come da disposizioni ricevute anche per non pregiudicare in alcun modo le garanzie di sicurezza delle persone imbarcate".
La Fregata della Marina Militare "sarà disponibile ad accogliere ogni persona che manifesti la volontà di trasferirsi a bordo, nel rispetto delle procedure di sicurezza e delle normative internazionali. Un ultimo avviso sarà diramato domani 1° ottobre, al raggiungimento delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza, dove la nave militare si fermerà e rimarrà a disposizione per eventuali interventi di assistenza e soccorso".
La replica della Global Sumud Flotilla arriva in serata attraverso una nota. "Il ministero degli Esteri italiano ci ha informato che la nave che sta seguendo la nostra Flotilla presto invierà una chiamata via radio, offrendo ai partecipanti 'l'opportunità' di abbandonare la nave e tornare a terra prima di raggiungere la cosiddetta 'zona critica'. Permetteteci di essere assolutamente chiari: questa non è protezione. È sabotaggio. È un tentativo di demoralizzare una missione umanitaria pacifica che i governi hanno fallito nel portare a termine loro stessi, e il loro silenzio e la loro complicità ci hanno portato a questo punto. Questa è codardia vestita da diplomazia", si legge.
"Se l’Italia veramente vuole proteggere le vite non agirebbe come complice di Israele, né metterebbe pressione ai civili per farli ritirare. Userebbe la sua flotta navale per assicurare un sicuro passaggio ai volontari pacifici verso Gaza, per sostenere la legge internazionale, e per consegnare materiale salvavita. Qualsiasi cosa in meno, è complicità", continua la Flotilla.
"La Presidente del Consiglio - hanno poi continuato gli attivisti in una nuova nota - ha definito la Global Sumud Flotilla un pericolo per il 'piano di pace' americano. Avete letto bene: civili disarmati, attivisti nonviolenti e navi cariche di farina e medicinali sarebbero una minaccia alla stabilità. Il paradosso è evidente: si chiama pace un progetto che condanna Gaza a restare prigione a cielo aperto, e si bollano come 'nemici' coloro che tentano di spezzare un assedio illegale".
"Stanotte non è a rischio solo l’equipaggio della Flotilla - proseguono gli attivisti - ma il diritto internazionale stesso, calpestato da un Governo che preferisce accodarsi ai diktat di una strategia neocoloniale. Diversi Paesi hanno scelto di rispettare la legge; l’Italia, invece, certifica la propria noncuranza. Colpisce che la Presidente Meloni non abbia mai pronunciato la parola 'legalità' e non abbia citato l’artefice del genocidio: lo Stato di Israele. Non una calamità naturale, non una 'guerra', ma la responsabilità precisa di un potere che assedia, affama e bombarda una popolazione civile. A fine agosto l’Oms aveva lanciato l’allarme: entro la fine di settembre oltre 640 mila persone a Gaza sarebbero entrate in carestia - concludono - l’equivalente dell’intera città di Palermo".
"Leggo con stupore le parole della Flotilla che mi accusa di considerare “un pericolo” civili disarmati e navi cariche di aiuti. La verità è semplice: quegli aiuti possono essere consegnati senza rischi attraverso i canali sicuri già predisposti. Insistere nel voler forzare un blocco navale significa rendersi - consapevolmente o meno - strumenti di chi vuole far saltare ogni possibilità di un cessate il fuoco", la replica della premier Giorgia Meloni su X. "Perciò risparmiateci le lezioni di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l’escalation. E non strumentalizzate la popolazione civile di Gaza se non vi interessa davvero il loro destino".
"Con il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump - recitava l'appello della presidente del Consiglio lanciato sui social solo qualche ora prima -, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione. Questa speranza poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti".
"Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire così soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo. È il tempo della serietà e della responsabilità", avvertiva la presidente del Consiglio.
"Si ascolti il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Gli Stati Uniti, Israele e i leader del Medio Oriente e di tutto il mondo stanno cercando di porre fine alla guerra. L'attenzione dovrebbe essere rivolta alla de-escalation, non all'orchestrazione di provocazioni, come quella della flottiglia Hamas-Sumud", ha quindi scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, aggiungendo che "Non è troppo tardi: ribadiamo l'appello del governo israeliano, del governo italiano e del Vaticano affinché trasferiscano pacificamente tutti gli aiuti attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione verso Gaza".
"Il piano Usa per la Palestina potrebbe finalmente portare tregua, pace, aiuti e poi consentire la ricostruzione di una terra dove il popolo palestinese possa vivere in libertà, convivendo con Israele. Se il piano verrà accettato da entrambe le parti si potranno creare anche le condizioni immediate utili a far sì che ogni aiuto umanitario possa raggiungere la popolazione civile di Gaza e chi ha bisogno". Così in una nota il ministro della Difesa Guido Crosetto. "In questi mesi molti beni e molti medicinali sono arrivati anche grazie alle iniziative del governo italiano e della Farnesina - sottolinea - sempre supportate e rese possibili dalla Difesa. Purtroppo, questi aiuti umanitari sono sempre troppo pochi rispetto alle drammatiche necessità che la terribile situazione in cui versa la popolazione civile palestinese richiederebbe".
"Se prima la tregua e poi un processo di pace prendessero forma, vecchie e nuove possibili strade per lenire la sofferenza dei civili si aprirebbero. In queste ore e in questi giorni chiunque può fare in modo che la ragione e l’umanità prevalgano deve farlo, eliminando ogni possibile granello che possa inceppare l’ingranaggio complesso che si è messo in moto e che la maggioranza delle nazioni sta supportando. E questo ragionamento vale anche per le persone che formano la Global Sumud Flotilla - continua Crosetto - il cui compito dichiarato era di far giungere aiuti e richiamare l’attenzione sulle difficoltà con cui arrivavano a chi ne ha bisogno. L’obiettivo che si proponevano verrebbe, dunque, raggiunto dall’accettazione di questo accordo che, in qualche modo, può aprire la strada alla pace e agli aiuti umanitari".
"Proprio per questo mi sento in dovere di fare loro un ultimo appello - conclude il Ministro - affinché prendano atto di ciò che sta accadendo e affinché utilizzino una delle soluzioni alternative prospettate da più parti, in primis il Patriarcato della Chiesa cattolica, negli ultimi giorni, per far arrivare gli aiuti. Se, infatti, l’accordo Internazionale in itinere fornisse una risposta ai tanti problemi da loro sollevati verrebbe meno anche la necessità di 'entrare in contatto' (termine che preferisco al termine 'forzare' che è stato impropriamente utilizzato) il blocco navale israeliano, correndo rischi non più giustificati dal fine. Se, invece, il fine reale ed ultimo fosse quello di ottenere una reazione israeliana, continueremo a lavorare perché gli avvenimenti successivi e conseguenti siano gestiti senza violenza e con i minori rischi possibili per tutti".
''Prima di salire sul palco ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano per chiedere di non usare violenza qualora dovessero fermare gli italiani a bordo della Flotilla, perché non sono lì con intenti di guerra ma bisogna assolutamente evitare che ci siano problemi'', la rassicurazione del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, parlando del caso Flotilla a Lamezia Terme.
Leggi tutto: Flotilla contro Meloni, botta e risposta attivisti-premier. Israele: "Ascoltatela"

(Adnkronos) - Mentre la Global Sumud Flotilla si avvicina sempre di più a Gaza, arriva nel pomeriggio il primo alert della Marina italiana alle imbarcazioni impegnate nella missione umanitaria. Alle 16.30 circa la Nave Alpino della Marina Militare, raggiunta una distanza di circa 180 miglia nautiche dalle coste di Gaza, ha infatti diramato un avviso ufficiale: nello specifico, fanno sapere in una nota dallo Stato Maggiore della Difesa, è stato comunicato che, in assenza di variazioni di rotta e velocità, alle ore 2:00 di domani 1° ottobre, la Flotilla raggiungerà verosimilmente il limite delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza. Nave Alpino, si legge, "come comunicato più volte nei giorni scorsi, non oltrepasserà tale limite, come da disposizioni ricevute anche per non pregiudicare in alcun modo le garanzie di sicurezza delle persone imbarcate".
La Fregata della Marina Militare "sarà disponibile ad accogliere ogni persona che manifesti la volontà di trasferirsi a bordo, nel rispetto delle procedure di sicurezza e delle normative internazionali. Un ultimo avviso sarà diramato domani 1° ottobre, al raggiungimento delle 150 miglia nautiche dalle coste di Gaza, dove la nave militare si fermerà e rimarrà a disposizione per eventuali interventi di assistenza e soccorso".
La replica della Global Sumud Flotilla arriva in serata attraverso una nota. "Il ministero degli Esteri italiano ci ha informato che la nave che sta seguendo la nostra Flotilla presto invierà una chiamata via radio, offrendo ai partecipanti 'l'opportunità' di abbandonare la nave e tornare a terra prima di raggiungere la cosiddetta 'zona critica'. Permetteteci di essere assolutamente chiari: questa non è protezione. È sabotaggio. È un tentativo di demoralizzare una missione umanitaria pacifica che i governi hanno fallito nel portare a termine loro stessi, e il loro silenzio e la loro complicità ci hanno portato a questo punto. Questa è codardia vestita da diplomazia", si legge.
"Se l’Italia veramente vuole proteggere le vite non agirebbe come complice di Israele, né metterebbe pressione ai civili per farli ritirare. Userebbe la sua flotta navale per assicurare un sicuro passaggio ai volontari pacifici verso Gaza, per sostenere la legge internazionale, e per consegnare materiale salvavita. Qualsiasi cosa in meno, è complicità", conclude la Flotilla.
"Con il piano di pace per il Medio Oriente - recita l'appello della premier Giorgia Meloni su X - proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione. Questa speranza poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti".
"Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire così soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo. È il tempo della serietà e della responsabilità", avverte la presidente del Consiglio.
"Si ascolti il primo ministro italiano Giorgia Meloni. Gli Stati Uniti, Israele e i leader del Medio Oriente e di tutto il mondo stanno cercando di porre fine alla guerra. L'attenzione dovrebbe essere rivolta alla de-escalation, non all'orchestrazione di provocazioni, come quella della flottiglia Hamas-Sumud", ha quindi scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar, aggiungendo che "Non è troppo tardi: ribadiamo l'appello del governo israeliano, del governo italiano e del Vaticano affinché trasferiscano pacificamente tutti gli aiuti attraverso il porto di Cipro, il porto turistico di Ashkelon o qualsiasi altro porto della regione verso Gaza".
"Il piano Usa per la Palestina potrebbe finalmente portare tregua, pace, aiuti e poi consentire la ricostruzione di una terra dove il popolo palestinese possa vivere in libertà, convivendo con Israele. Se il piano verrà accettato da entrambe le parti si potranno creare anche le condizioni immediate utili a far sì che ogni aiuto umanitario possa raggiungere la popolazione civile di Gaza e chi ha bisogno". Così in una nota il ministro della Difesa Guido Crosetto. "In questi mesi molti beni e molti medicinali sono arrivati anche grazie alle iniziative del governo italiano e della Farnesina - sottolinea - sempre supportate e rese possibili dalla Difesa. Purtroppo, questi aiuti umanitari sono sempre troppo pochi rispetto alle drammatiche necessità che la terribile situazione in cui versa la popolazione civile palestinese richiederebbe".
"Se prima la tregua e poi un processo di pace prendessero forma, vecchie e nuove possibili strade per lenire la sofferenza dei civili si aprirebbero. In queste ore e in questi giorni chiunque può fare in modo che la ragione e l’umanità prevalgano deve farlo, eliminando ogni possibile granello che possa inceppare l’ingranaggio complesso che si è messo in moto e che la maggioranza delle nazioni sta supportando. E questo ragionamento vale anche per le persone che formano la Global Sumud Flotilla - continua Crosetto - il cui compito dichiarato era di far giungere aiuti e richiamare l’attenzione sulle difficoltà con cui arrivavano a chi ne ha bisogno. L’obiettivo che si proponevano verrebbe, dunque, raggiunto dall’accettazione di questo accordo che, in qualche modo, può aprire la strada alla pace e agli aiuti umanitari".
"Proprio per questo mi sento in dovere di fare loro un ultimo appello - conclude il Ministro - affinché prendano atto di ciò che sta accadendo e affinché utilizzino una delle soluzioni alternative prospettate da più parti, in primis il Patriarcato della Chiesa cattolica, negli ultimi giorni, per far arrivare gli aiuti. Se, infatti, l’accordo Internazionale in itinere fornisse una risposta ai tanti problemi da loro sollevati verrebbe meno anche la necessità di 'entrare in contatto' (termine che preferisco al termine 'forzare' che è stato impropriamente utilizzato) il blocco navale israeliano, correndo rischi non più giustificati dal fine. Se, invece, il fine reale ed ultimo fosse quello di ottenere una reazione israeliana, continueremo a lavorare perché gli avvenimenti successivi e conseguenti siano gestiti senza violenza e con i minori rischi possibili per tutti".
''Prima di salire sul palco ho parlato con il ministro degli Esteri israeliano per chiedere di non usare violenza qualora dovessero fermare gli italiani a bordo della Flotilla, perché non sono lì con intenti di guerra ma bisogna assolutamente evitare che ci siano problemi'', la rassicurazione del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, parlando del caso Flotilla a Lamezia Terme.

(Adnkronos) - Beatrice Venezi rinvia la sua partecipazione al Festival delle Idee, prevista per domani. "Non voglio che il prato fiorito dell'arte diventi arena di polemiche", scrive in una lettera inviata alla direttrice del Festival Marilisa Capuano. Il riferimento è chiaramente alle polemiche sulla nomina di Venezi alla direzione musicale del Teatro La Fenice di Venezia. L'incontro con Venezi al Festival delle Idee era previsto per domani, alle ore 20 presso il Museo M9 di Mestre. Ed è ufficialmente rinviato a gennaio 2026, come comunica la direzione del Festival.
"Avevo accettato con gioia l'idea di partecipare al Festival delle Idee per parlare di musica - scrive Venezi - e, soprattutto, di quanto essa debba diventare uno dei pilastri per la costruzione della civiltà del Bello, del Giusto e del Vero. Perché senza musica non si può vivere. E poi ci sarebbe da ripensare agli spazi per la musica e agli spazi e alle persone da coinvolgere per un grande progetto di formazione dei giovani e dei giovanissimi alla musica".
"In questi giorni - aggiunge - si sono intersecate alcune vicende contraddittorie. Innanzitutto la gratificazione immensa di essere nominata direttore musicale di una delle Fondazioni Liriche più importanti d'Italia. Che soddisfazione e quanta responsabilità. A margine di tale notizia, ho letto anche alcune polemiche che non posso e non voglio commentare, pure se ritengo ingiustificate alcune critiche che definirei ad altri contesti destinate".
Venezi esprime la volontà di evitare che “una parola male interpretata o un qualsiasi altro evento non previsto possa suonare a mo’ di provocazione o stimolo per nuove polemiche”. E aggiunge: “Non vorrei assolutamente che il tuo pregiato Festival, da prato fiorito di idee costruttive, si trasformasse in una polverosa arena della sterile polemica”.
La direttrice d’orchestra conclude: “Chiunque anche solo di sfuggita mi conosca sa quanto sono dispiaciuta e sincera. Sarà presto, lo spero con forza, e avverrà con serenità e serietà, qualità che si addicono alla musica e alla buona educazione”.

(Adnkronos) - "Le recenti evoluzioni del delicato e complesso contesto geopolitico mediorientale, su cui si innesta la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, hanno progressivamente, ma costantemente generato un clima di tensione collettiva destinata a culminare nel corteo nazionale di Roma previsto per il prossimo 4 ottobre". E' quanto si legge nella circolare, a quanto apprende l'Adnkronos, inviata oggi a questori e prefetti dal direttore centrale per gli affari generali e le politiche del personale della Polizia di Stato Forgione su disposizione del capo della Polizia Vittorio Pisani.
Nella circolare si sottolinea che "si è recentemente intensificata la mobilitazione antagonista in appoggio alla causa palestinese e contro le azioni militari dello Stato di Israele, contraddistinta da una ragguardevole partecipazione di persone e dall'estemporaneità delle iniziative".
Dal 1 al 6 ottobre quindi, si legge nella circolare, per "fronteggiare adeguatamente manifestazioni anche a carattere estemporaneo in numerose città italiane, si pone la necessità di assicurare l'impiego di significative risorse, soprattutto in termini di unità del personale delle Forze di polizia, indispensabili per garantire il regolare svolgimento delle iniziative in argomento e, in via generale, per far fronte a tutte le esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, che rendono essenziale garantire la massima disponibilità operativa del personale". (di Giorgia Sodaro)

(Adnkronos) - Vittoria in rimonta 2-1 dell'Atalanta di Ivan Juric contro il Bruges, a Bergamo, nella seconda sfida della fase campionato della Champions League. Oggi, martedì 30 settembre, i nerazzurri hanno trovato i tre punti in una gara complicata: decidono le reti di Samardzic e Pasalic, che firmano la rimonta della Dea.
Il Bruges era partito bene, senza lasciare spazi all'Atalanta e andando vicino al gol al 15' con Tzolis dalla distanza: palla alta sopra la traversa. Al 20' Ederson si mette in proprio e libera il destro ma la conclusione finisce sul fondo. Al 38' Tzolis, servito da Tresoldi, dal limite rientra sul destro e con il pallone disegna una traiettoria perfetta che batte Carnesecchi per lo 0-1. L'Atalanta parte forte nella ripresa, ma arrivare dalle parti della porta belga non è semplice. Al 60' ci prova Lookman dalla sinistra, ma para Jackers. I nerazzurri aumentano i ritmi e al 68' tocca al mancino di Samardzic tentare, ma il pallone termina sul fondo. Il pareggio arriva al 74' sul calcio di rigore realizzato da Samardzic, che con il mancino incrocia e spiazza Jackers per l'1-1.
La spinta dell'Atalanta non si ferma e al 79' va ancora vicina al raddoppio: Sulemana protagonista di un'ottima giocata dal limite e con il destro prova a piazzarla all'incrocio, il pallone esce di pochissimo. Il Bruges però in ripartenza rischia di essere letale ma è bravo Carnesecchi ad opporsi con un pizzico di fortuna dopo uno scellerato retropassaggio di Musah. Poi il gol vittoria arriva all'87' grazie a Pasalic che infila di testa sull'assist di Musah che, sempre di testa, fa da sponda su cross al bacio di Samardzic per il 2-1 finale.
Leggi tutto: Atalanta-Bruges 2-1, la Dea vince in rimonta con Samardzic e Pasalic

(Adnkronos) - L'Inter torna in campo in Champions League. Oggi, martedì 30 settembre, i nerazzurri affrontano lo Slavia Praga a San Siro nella seconda giornata della fase campionato della massima competizione europea. La squadra di Chivu è reduce dalla vittoria esterna nell'ultimo turno di Serie A contro il Cagliari, battuto 2-0 grazie ai gol di Lautaro Martinez e Pio Esposito, mentre all'esordio in Champions ha superato in trasferta l'Ajax. Calcio d'inizio alle 21.
Inter-Slavia Praga è trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali Sky Sport. Il match sarà disponibile anche in streaming sull'app Sky Go e su NOW.
Nella terza giornata di Champions, l'Inter affronterà l'Union Saint-Gilloise in trasferta. Appuntamento il 21 ottobre.
Leggi tutto: Champions League, oggi Inter-Slavia Praga 2-0 - La partita in diretta

(Adnkronos) - L'Inter torna in campo in Champions League. Oggi, martedì 30 settembre, i nerazzurri affrontano lo Slavia Praga a San Siro nella seconda giornata della fase campionato della massima competizione europea. La squadra di Chivu è reduce dalla vittoria esterna nell'ultimo turno di Serie A contro il Cagliari, battuto 2-0 grazie ai gol di Lautaro Martinez e Pio Esposito, mentre all'esordio in Champions ha superato in trasferta l'Ajax. Calcio d'inizio alle 21.
Inter-Slavia Praga è trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva sui canali Sky Sport. Il match sarà disponibile anche in streaming sull'app Sky Go e su NOW.
Nella terza giornata di Champions, l'Inter affronterà l'Union Saint-Gilloise in trasferta. Appuntamento il 21 ottobre.
Leggi tutto: Champions League, oggi Inter-Slavia Praga 0-0 - La partita in diretta

(Adnkronos) - L'Inter torna in campo in Champions League. Oggi, martedì 30 settembre, i nerazzurri affrontano lo Slavia Praga a San Siro nella seconda giornata della fase campionato della massima competizione europea. La squadra di Chivu è reduce dalla vittoria esterna nell'ultimo turno di Serie A contro il Cagliari, battuto 2-0 grazie ai gol di Lautaro Martinez e Pio Esposito, mentre all'esordio in Champions ha superato in trasferta l'Ajax. Calcio d'inizio alle 21.
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(Adnkronos) - E' stato rintracciato nelle campagne di Ferrazzano, in provincia di Campobasso, Salvatore Ocone, l'operaio 58enne di Paupisi nel Beneventano, accusato di aver ucciso a colpi di pietra la moglie 49enne Elisabetta Polcino. Dopo il delitto Ocone sarebbe fuggito, portando con sé i due figli, ritrovati dai carabinieri uno morto e l'altra gravissima.
Ferrazzano è noto per i tragici fatti del 28 aprile 2005, quando il 'mostro' Angelo Izzo, condannato all'ergastolo per il massacro del Circeo di 30 anni prima (massacro di cui proprio oggi ricorre il 50esimo anniversario), tornò a uccidere.
Nell'aprile di 20 anni fa nel paese in provincia di Campobasso il 'mostro del Circeo', all'epoca in semilibertà, uccise Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, rispettivamente moglie e figlia di Giovanni Maiorano, ex affiliato (poi pentito) della Sacra corona unita, che Izzo aveva conosciuto in carcere. Linciano gli aveva consegnato dei soldi per l'apertura di un ristorante a Frasso Telesino, in provincia di Benevento, ma quei soldi non erano stati mai investiti. Il delitto fu rivelato il 30 aprile da Guido Palladino e Luca Palaia, inizialmente arrestati per traffico illecito di armi, che avevano partecipato all'occultamento dei cadaveri. Izzo fu nuovamente condannato all'ergastolo.


(Adnkronos) - "Roberto Occhiuto ci ha chiamato qui un po' prima del tempo, però è una scelta che io comprendo e che condivido. E che racconta qualcosa di come siamo fatti, del nostro dna. Nel nostro dna c'è sempre e soprattutto il fatto che sono i cittadini a dire, a dover dire se si fidano di noi oppure no, sono i cittadini che ci mettono in sella e sono cittadini gli unici che ci possono mandare a casa". Così la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, al comizio di Lamezia Terme per Roberto Occhiuto, candidato alle elezioni regionali in Calabria del centrodestra.
"Questa è la nostra idea di democrazia e finché abbiamo il consenso dei cittadini tutto il resto si affronta e si affronta a testa alta", aggiunge la premier.
"Siete una piazza meravigliosa! E' molto molto molto importante per me, è molto importante per noi, è molto importante, l'ho detto tante volte, quando si può ogni tanto tornare in mezzo alla gente a raccogliere un entusiasmo che ci serve per continuare a fare il lavoro che stiamo facendo. Grazie a Roberto Occhiuto per averci voluto qui oggi", le parole della premier alla platea. "E allora siamo orgogliosi di essere ancora qui, di essere ancora al fianco di Roberto Occhiuto. Siamo orgogliosi ci continuare a lavorare con lui nel solco del lavoro fatto da un'altra grande persona che manca a tutti, che è Jole Santelli", aggiunge.
"Noi siamo insieme" con Tajani, Salvini e gli altri leader del centrodestra "a combattere una battaglia comune, lavoriamo per vincere insieme quella battaglia come abbiamo vinto ieri nelle Marche anche ribattezzate Ohio, dove i cittadini hanno confermato con uno straordinario risultato il governatore uscente, Francesco Acquaroli, al quale mandiamo le nostre congratulazioni e il nostro abbraccio anche da questa piazza e guardate lo ricordo anche per dire che la sua esperienza dimostra ancora una volta che i cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra", ha poi continuato la premier.
"Guardano al lavoro, guardano ai risultati, guardano alla concretezza di chi li governa e non si fanno ammaliare dagli slogan facili e dal fumo gettato negli occhi, non si fanno trattare da stupidi come evidentemente li tratta da stupidi chi dice vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina, perché la gente non è scema - aggiunge -. I marchigiani hanno capito quanto quella mossa fosse disperata e hanno invece valutato il risultato di cinque anni di buon governo, l'umiltà e la concretezza del centrodestra, all'alleanza innaturale e imposta del cosiddetto 'campo largo' e anche rispetto al cinismo di chi sfrutta le tragedie per tentare di raggranellare qualche voto".
Quindi il monito: "Il mondo non trova pace, la guerra continua a soffiare la sua paura, l'odio e la violenza sembrano troppo spesso avere il sopravvento, si moltiplica la schiera di coloro che cercano di avvelenare il dibattito pubblico, che invece proprio in un tempo come questo ha bisogno di responsabilità, perché con le parole non si scherza, le parole pesano, possono diventare brodo di cultura per le tracce più violente, ed è una storia che l'Italia ha già attraversato e che non permetteremo torni".
"Noi continuiamo a lavorare e condurre il dibattito politico con la consapevolezza che chi c'è dall'altra parte è sì un avversario che vuoi sconfiggere, ma non sarà mai un nemico che vuoi abbattere, questo lo lasciamo agli altri questo è un privilegio che lasciamo agli altri", aggiunge la premier.
"Non - continua Meloni - siamo stati fortunati" per il contesto geopolitico, ma "io ho sempre pensato che le grandi crisi portino con sé sempre anche delle opportunità. Penso che questa nazione abbia anche una grande occasione, che è l'occasione di dimostrare al mondo che l'Italia è tornata seria, credibile, affidabile, leale, non supina. Un'Italia molto diversa da quella che abbiamo conosciuto in passato, da quella che si accontentava di compiacere i partner solo per stare nelle foto di famiglia".
E ancora: "Se noi mettiamo in fila tutte le palle che vi hanno raccontato in questi anni sui rischi che correvate a votare il centrodestra, noi non saremmo mai davvero neanche dovuti arrivare al 5% dei consensi. Puoi raccontare tutte le bugie che vuoi, le persone ragionano con la loro testa".
"Fra poche settimane - sottolinea quindi Meloni - diventeremo il terzo governo più longevo della storia italiana e e quando diventeremo il terzo la sinistra scoprirà che i tre governi più lunghi della storia d'Italia erano tre governi di centrodestra. Ed è naturale, che solo il centrodestra possa dare una stabilità a questa nazione perché noi non stiamo insieme perché dobbiamo sconfiggere gli altri, non stiamo insieme perché detestiamo gli altri, noi stiamo insieme, governiamo insieme, lavoriamo insieme perché abbiamo una nostra visione del mondo che vogliamo costruire per il bene di questa nazione. Non è la rabbia che ci muove, è l'amore che ci muove e ci tiene insieme".
Continua la premier: "Ci hanno detto che con la destra al governo l'Italia sarebbe stata isolata nel mondo. Fatevi un giro sulla stampa estera, che vi racconterà molte cose di quelle che molto spesso la stampa italiana ha maggiore difficoltà a raccontare perché oggi, normalmente, sulla stampa estera si parla di miracolo italiano". E ancora: "Tutti vogliono investire in Italia, perché l'Italia oggi è considerata una nazione seria, stabile, credibile".
Quindi ancora la Calabria: "Questa terra non chiede di essere mantenuta dalla politica, chiede di essere messa dalla politica in condizione di poter competere ad armi pari e dimostrare il suo valore. Ma tanto non la capiscono la lezione, hanno candidato il padre reddito di cittadinanza. E ora arriverà il reddito di regionalanza? Loro vi vedono così, come persone che non sanno o non vogliono mettersi in gioco, noi vi vediamo come un popolo fiero che non vuole dipendere dai partiti e non si fa prendere in giro ma chiede rispetto e risposte dalla politica".
"La sinistra che con la sua mentalità ha spaccato l'Italia in due, in tutti gli anni, in cui ha tentato di convincervi del fatto che l'unica soluzione per voi, in fin dei conti, era la paghetta di Stato, perché non potevate pretendere qualcosa di meglio", aggiunge la premier.
Poi il punto e la sfida all'opposizione su Gaza. La proposta di Trump per il Medio Oriente, dice Meloni, "è un'occasione, e lo dico anche per dire che giovedì in aula, ci saranno delle mozioni sulle quali si parlerà della questione palestinese, ma una volta tanto questo appello lo faccio all'opposizione: mi piacerebbe che l'Italia votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole davvero, che la pace la si vuole costruire davvero, perché si costruisce con questi strumenti".
"La Cgil gli scioperi li deve fare per la Palestina perché vagli a spiegare che li deve fare per i lavoratori visto come vanno le cose", attacca quindi la premier.
Sull'immigrazione, continua Meloni, dicevano che "'la destra sarà isolata in Europa', guardate è rimasta solo la sinistra italiana a proporre la grande soluzione dei porti aperti perché anche nel resto d'Europa, pure qualche sinistra, c'è arrivata che non può essere una soluzione. Sono rimasti loro tipo soldato giapponese gli ultimi" a dirlo.
Per noi combattere l'immigrazione illegale "è un impegno e se qualcuno pensa di fermarci su questo sbaglia di grosso. Non c'è politico, non c'è burocrate, non c'è giudice che possa impedirmi di fare quello che gli italiani mi hanno chiesto di fare che è fermare l'immigrazione illegale", aggiunge la premier.
Quindi un nuovo attacco alla sinistra. "Siccome sono proprio sfigati", dice la premier, "a un certo punto quest'estate hanno detto anche che crollava il turismo, abbiamo fatto il record di visitatori della stagione, abbiamo superato pure la Spagna".
Se sul fronte giustizia "Andremo avanti sulla riforma non contro la magistratura, ma per liberare la magistratura dalla malapianta delle correnti politicizzate, vogliamo liberarla dalla politica", su quello della famiglia, continua Meloni, "stiamo lavorando adesso per le giovani coppie a un piano casa, perché le giovani coppie possano avere la casa a prezzi calmierati".
"Il lavoro che Roberto, che Fratelli d'Italia, che tutto il centrodestra sono riusciti a imprimere in Calabria non è gestione del quotidiano, è dimensione strategica, è guardare allo sviluppo di medio e lungo termine", le parole della premier sul candidato.
"Negli ultimi quattro anni noi abbiamo provato a raccontare una storia diversa - aggiunge la premier -. La regione è tornata a essere governata con autorevolezza. Dopo anni di mobilismo avete riacceso il vostro motore, avete ripreso a correre e non dovete fermarvi adesso".
Per Meloni, "vedere Elly Schlein che fa la campagna elettorale in Calabria girando per gli ospedali a certificare i fallimenti dei governi regionali di sinistra che noi stiamo cercando di recuperare fa sorridere, ma vedere che lo faccia Giuseppe Conte che aveva nominato commissari imbarazzanti, che hanno fatto vergognare l'Italia intera, è quasi offensivo".
“Questa regione - ha detto ancora - ha fatto un lavoro straordinario negli ultimi anni e quindi sono felice di annunciare che abbiamo avviato l’iter per l’uscita della Calabria dalla gestione commissariale sulla salute, perché se lo merita”.
Poi il passaggio sul corteo ProPal di oggi alla Sapienza: "Anche oggi le nostre forze dell'ordine stanno affrontando...devono perdere tempo con questi figli di papà dei centri sociali che stanno creando problemi all'università La Sapienza" in cui "hanno sostituito la bandiera dell'Europa con quella della Palestina e qui a sinistra ci sarà un corto circuito".
Quindi le parole sulla Flotilla per Gaza: "Con il piano di pace per il Medio Oriente proposto dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è finalmente aperta una speranza di accordo per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione civile palestinese e stabilizzare la regione. Questa speranza poggia su un equilibrio fragile, che in molti sarebbero felici di poter far saltare. Temo che un pretesto possa essere dato proprio dal tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano. Anche per questo ritengo che la Flotilla dovrebbe fermarsi ora e accettare una delle diverse proposte avanzate per la consegna, in sicurezza, degli aiuti".
"Ogni altra scelta rischia di trasformarsi in un pretesto per impedire la pace, alimentare il conflitto e colpire così soprattutto quella popolazione di Gaza alla quale si dice di voler portare sollievo. È il tempo della serietà e della responsabilità", avverte la presidente del Consiglio.

(Adnkronos) - "Roberto Occhiuto ci ha chiamato qui un po' prima del tempo, però è una scelta che io comprendo e che condivido. E che racconta qualcosa di come siamo fatti, del nostro dna. Nel nostro dna c'è sempre e soprattutto il fatto che sono i cittadini a dire, a dover dire se si fidano di noi oppure no, sono i cittadini che ci mettono in sella e sono cittadini gli unici che ci possono mandare a casa". Così la premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, al comizio di Lamezia Terme per Roberto Occhiuto, candidato alle elezioni regionali in Calabria del centrodestra.
"Questa è la nostra idea di democrazia e finché abbiamo il consenso dei cittadini tutto il resto si affronta e si affronta a testa alta", aggiunge la premier.
"Siete una piazza meravigliosa! E' molto molto molto importante per me, è molto importante per noi, è molto importante, l'ho detto tante volte, quando si può ogni tanto tornare in mezzo alla gente a raccogliere un entusiasmo che ci serve per continuare a fare il lavoro che stiamo facendo. Grazie a Roberto Occhiuto per averci voluto qui oggi", le parole della premier alla platea. "E allora siamo orgogliosi di essere ancora qui, di essere ancora al fianco di Roberto Occhiuto. Siamo orgogliosi ci continuare a lavorare con lui nel solco del lavoro fatto da un'altra grande persona che manca a tutti, che è Jole Santelli", aggiunge.
"Noi siamo insieme" con Tajani, Salvini e gli altri leader del centrodestra "a combattere una battaglia comune, lavoriamo per vincere insieme quella battaglia come abbiamo vinto ieri nelle Marche anche ribattezzate Ohio, dove i cittadini hanno confermato con uno straordinario risultato il governatore uscente, Francesco Acquaroli, al quale mandiamo le nostre congratulazioni e il nostro abbraccio anche da questa piazza e guardate lo ricordo anche per dire che la sua esperienza dimostra ancora una volta che i cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra", ha poi continuato la premier.
"Guardano al lavoro, guardano ai risultati, guardano alla concretezza di chi li governa e non si fanno ammaliare dagli slogan facili e dal fumo gettato negli occhi, non si fanno trattare da stupidi come evidentemente li tratta da stupidi chi dice vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina, perché la gente non è scema - aggiunge -. I marchigiani hanno capito quanto quella mossa fosse disperata e hanno invece valutato il risultato di cinque anni di buon governo, l'umiltà e la concretezza del centrodestra, all'alleanza innaturale e imposta del cosiddetto 'campo largo' e anche rispetto al cinismo di chi sfrutta le tragedie per tentare di raggranellare qualche voto".
Quindi il monito: "Il mondo non trova pace, la guerra continua a soffiare la sua paura, l'odio e la violenza sembrano troppo spesso avere il sopravvento, si moltiplica la schiera di coloro che cercano di avvelenare il dibattito pubblico, che invece proprio in un tempo come questo ha bisogno di responsabilità, perché con le parole non si scherza, le parole pesano, possono diventare brodo di cultura per le tracce più violente, ed è una storia che l'Italia ha già attraversato e che non permetteremo torni".
"Noi continuiamo a lavorare e condurre il dibattito politico con la consapevolezza che chi c'è dall'altra parte è sì un avversario che vuoi sconfiggere, ma non sarà mai un nemico che vuoi abbattere, questo lo lasciamo agli altri questo è un privilegio che lasciamo agli altri", aggiunge la premier.
"Non - continua Meloni - siamo stati fortunati" per il contesto geopolitico, ma "io ho sempre pensato che le grandi crisi portino con sé sempre anche delle opportunità. Penso che questa nazione abbia anche una grande occasione, che è l'occasione di dimostrare al mondo che l'Italia è tornata seria, credibile, affidabile, leale, non supina. Un'Italia molto diversa da quella che abbiamo conosciuto in passato, da quella che si accontentava di compiacere i partner solo per stare nelle foto di famiglia".
E ancora: "Se noi mettiamo in fila tutte le palle che vi hanno raccontato in questi anni sui rischi che correvate a votare il centrodestra, noi non saremmo mai davvero neanche dovuti arrivare al 5% dei consensi. Puoi raccontare tutte le bugie che vuoi, le persone ragionano con la loro testa".
"Fra poche settimane - sottolinea quindi Meloni - diventeremo il terzo governo più longevo della storia italiana e e quando diventeremo il terzo la sinistra scoprirà che i tre governi più lunghi della storia d'Italia erano tre governi di centrodestra. Ed è naturale, che solo il centrodestra possa dare una stabilità a questa nazione perché noi non stiamo insieme perché dobbiamo sconfiggere gli altri, non stiamo insieme perché detestiamo gli altri, noi stiamo insieme, governiamo insieme, lavoriamo insieme perché abbiamo una nostra visione del mondo che vogliamo costruire per il bene di questa nazione. Non è la rabbia che ci muove, è l'amore che ci muove e ci tiene insieme".
Continua la premier: "Ci hanno detto che con la destra al governo l'Italia sarebbe stata isolata nel mondo. Fatevi un giro sulla stampa estera, che vi racconterà molte cose di quelle che molto spesso la stampa italiana ha maggiore difficoltà a raccontare perché oggi, normalmente, sulla stampa estera si parla di miracolo italiano". E ancora: "Tutti vogliono investire in Italia, perché l'Italia oggi è considerata una nazione seria, stabile, credibile".
Poi il punto e la sfida all'opposizione su Gaza. La proposta di Trump per il Medio Oriente, dice Meloni, "è un'occasione, e lo dico anche per dire che giovedì in aula, ci saranno delle mozioni sulle quali si parlerà della questione palestinese, ma una volta tanto questo appello lo faccio all'opposizione: mi piacerebbe che l'Italia votasse compatta per dimostrare che la pace la si vuole davvero, che la pace la si vuole costruire davvero, perché si costruisce con questi strumenti".
Leggi tutto: Meloni in Calabria per Occhiuto: "Solo i cittadini possono mandarci a casa"

(Adnkronos) - Diventerà uno dei poli museali più interessanti di Spagna Santander, capoluogo della Cantabria, regione autonoma settentrionale che guarda all’Oceano. Città di re e di pescatori, con una travagliata storia millenaria che da insediamento romano l’ha portata a essere il più importante porto della Castiglia e poi località di vacanza prescelta dai reali ai fasti della Belle Epoque, Santander è nota per le sue spiagge bianchissime - su tutte quella del Sardinero - e per la sua baia annoverata tra le più belle del mondo, l’unica che in questa parte del paese è rivolta verso Sud. Ma anche per le sue architetture all’avanguardia e i suoi palazzi aristocratici, per i suoi spazi verdi e i suoi viali alberati, da cui passa anche il Cammino di Santiago.
Atmosfera signorile e tradizione marinara che si fondono rendendo la ‘sposa del mare’, come è popolarmente chiamata ricordando i versi di Jorge Sepulveda, un luogo dai mille contrasti. Una città in continua evoluzione, che più volte è rinata, come dopo il terribile incendio del 1941 che ha distrutto gran parte degli edifici. E che ora si prepara a un rilancio che vedrà sorgere, entro un anno, nuovi prestigiosi musei, che andranno a completare quell’‘anillo cultural’ che ruota attorno a uno spazio concentrato nel centro della città.
A Santander, infatti, avrà una seconda sede il Museo Reina Sofia di Madrid, l’unica fuori dalla Capitale. Le opere che approderanno nel capoluogo cantabrico non sono ancora state svelate ma saranno più di 3mila, focalizzate sull’arte del XX secolo in Europa, America Latina e Stati Uniti, e oltre 120mila documenti. Inoltre, ospiterà l’Archivio Lafuente, una vasta collezione donata dalla famiglia dell’industriale José María Lafuente, originario di qui. Il nuovo museo (Centro asociado del Reina Sofía - Archivo Lafuente) sarà allestito nel palazzo che fu del Banco de España, di proprietà del governo regionale, dove fervono i lavori che stanno completamente trasformando lo stabile, in cui un ruolo importante avrà la luce grazie alle ampie vetrate affacciate nell’ideale agorà centrale.
Ma c’è un secondo progetto culturale ‘in progress’ che vedrà la luce anch’esso entro l’inizio del 2027: Faro Santander. A promuoverlo il Banco Santander, vera e propria ‘colonna’ della città creata nel 1857, tra gli istituti finanziari più importanti del mondo e che ovunque è ‘ambasciatrice’ del nome del capoluogo cantabrico. La banca vanta una collezione d’arte messa insieme in oltre 160 di storia, grazie a investimenti e acquisizioni, che include pezzi dalla preistoria ai giorni nostri e che per la prima volta verrà esposta al pubblico in modo permanente.
Il nuovo museo sorgerà nel Palazzo Pereda, ex sede del Banco Santander, che nel frattempo ha spostato il suo headquarter in un altro prestigioso edificio antico del centro: attualmente in ristrutturazione, il Palazzo Pereda è affacciato sui giardini omonimi e a pochi passi da quella che sarà la filiale del Reina Sofia. Uno spazio disegnato dall’architetto David Chipperfield, che avrà, oltre alle sale espositive, anche un auditorium multifunzionale e un ambiente dedicato alla tecnologia. Focus di Faro Santander, infatti, saranno l’arte e appunto la tecnologia, con un accento su aspetti educativi, ambientali e sociali, destinato a diventare un nuovo luogo di incontro e di confronto.
Non a caso, i due nuovi musei sorgeranno in questa grande piazza definita dai Giardini Pereda. Qui, infatti, affacciato sul mare lungo il ‘Paseo’, proprio vicino alla ‘Grua de piedra’, la vecchia gru che ha servito nel Porto di Santander per buona parte del XX secolo e diventata monumento iconico, si trova il Centro Botín. Un avveniristico spazio progettato dall’archistar Renzo Piano e inaugurato nel 2017 avviando quella fase di rinnovamento architettonico e culturale di Santander ancora in corso. La struttura è formata da due edifici simmetrici che si incontrano, supportati da colonne e in parte sospesi, uniti da passerelle, che lasciano aperta la visuale sulla baia. Il Centro per l’arte e la cultura è sostenuto dalla Fondazione Botín, che fa capo alla famiglia proprietaria del Banco Santander. Ospita importanti mostre d’arte temporanee: si è appena chiusa quella dedicata alla pittrice spagnola Maruja Mallo e, tra le altre, si sta per aprire l’installazione ‘Cooking Sections, Las olas perdidas’, una prima in Spagna.
L’arte moderna, del resto, a Santander occupa un posto privilegiato. Oltre al Centro Botín e ai musei in arrivo, la città vanta numerose altre istituzioni che ospitano importanti collezioni permanenti o temporanee. C’è il Mas (Museo de arte de Santander y Cantabria), all’interno di un palazzo disegnato da Leonardo Rucabado nel 1907 e recentemente restaurato, con opere di maestri spagnoli, da Goya in giù, e un focus su artisti locali e paesaggi cantabrici.
Particolarmente suggestivo il Centro de arte Faro Cabo Mayor. Ospitato in quella che era l’abitazione del guardiano di questo faro risalente al 1839 e tra i più antichi della Spagna, espone la collezione Sanz-Villar con una serie di vedute di fari a creare un incontro tra l’arte e il mare. Al piano terra si trova anche una originale raccolta di oggetti a tema faro, mentre da quest’anno si può visitare anche la torre salendo in cima e ripercorrendo il funzionamento dell’illuminazione e di come si è trasformata dall’origine a oggi. La visita del Faro Cabo Mayor, raggiungibile anche attraverso una passeggiata risalendo il costone che in questo punto chiude la penisola di Santander verso il mare aperto, regala una vista mozzafiato.
Il Faro è gestito dall’Autorità portuaria di Santander, che cura anche un altro spazio adibito all’arte con mostre ed eventi: il Palazzetto dell’Imbarcadero, la vecchia stazione marittima degli anni Trenta (poi sostituita da quella attuale da dove partono anche le gite sulla baia), recuperata nel 1985 lungo la passeggiata sul mare che si apre dai Giardini Pereda e arriva fino al porto ‘piccolo’, chiamato popolarmente Puertochico. Anche qui passato e presente si incontrano: sulla banchina si mimetizzano le statue in bronzo di quattro ragazzini (uno in piedi, due seduti e uno intento a tuffarsi in acqua), omaggio ai cosiddetti ‘raqueros’, una sorta di scugnizzi di Santander; e camminando non è raro imbattersi in installazioni e sculture di artisti contemporanei.
Proprio nell’area del Puertochico sorgerà la nuova sede del Mupac, il Museo della Preistoria e Archeologia della Cantabria, che fa parte dei grandi progetti che stanno cambiando il volto culturale della città. In un maestoso edificio verrà trasferita la collezione attualmente collocata nei sotterranei del Mercado del Este, in un allestimento già scenografico e interattivo che ricostruisce l’evoluzione dell’uomo dalla Preistoria al Medioevo passando per l’epoca romana, con ricchezza di reperti, filmati e installazioni interattive.
Fra i più pregevoli degli oltre 1.200 pezzi esposti, quelli provenienti dalla vicina Cueva del Pendo, Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2008. Una grotta di 600 metri quadrati (la prima scoperta in Cantabria) legata ai primi stanziamenti dell’Homo Sapiens, che si può anche visitare su prenotazione per ammirare dal vivo il ‘Fregio delle Pitture’, composto da una ventina di figure dipinte di colore rosso che si ritiene risalgano a circa 20.000 anni a.C.. Qui gli scavi archeologici non si sono mai fermati e la guida, presente in loco sin dai ritrovamenti più importanti degli ultimi 25 anni, narra con passione ai visitatori le scoperte che via via si sono succedute.
Per ripercorrere l’origine di Santander, tornando indietro all’età dei romani per arrivare al Regno di Castiglia e alla creazione della Diocesi, si può salire sulla torre della Cattedrale dell’Assunzione, che ospita il Centro di interpretazione della storia della città, e nel chiostro reperti romani. Visibile da ogni parte della città, l’imponente chiesa è stata ricostruita dopo l’incendio del 1941 ed è una delle tappe più importanti di un itinerario turistico volto proprio a ripercorrere la città del ‘prima’ e del ‘dopo’. Tra i ‘segreti’ storici meglio custoditi e rimasti intatti è la muraglia di cinta medievale, di cui resta un tratto originale di 25 metri con il tracciato della strada antica, visibile in un museo sotterraneo nella Plaza Porticada, cuore del centro commerciale. Sempre nel sottosuolo si trova un’altra testimonianza, appartenente alla storia più recente: un rifugio antiaereo usato durante la Guerra civile spagnola, l’unico visitabile, che mostra persino i sonori che simulano un bombardamento.
Ma una visita di Santander non può dirsi completa se non si varca la soglia del grandioso Palacio de la Magdalena, gioiello ed emblema dell’eclettismo di inizio XX secolo opera degli architetti Javier Gonzalez de Riancho e Gonzalo Bringas Vega. Il Palazzo, circondato da un parco rigoglioso di 24,5 ettari, si erge sulla penisola che chiude la baia di Santander e regala una vista incantevole sulla costa, sulle isolette che la fronteggiano e sulle spiagge, compresa una riserva naturale. Fu un regalo della città al re Alfonso XIII che insieme alla regina Victoria Eugenia scelse Santander come luogo per le vacanze estive.
Fu così che la città conobbe un periodo di gloria, durante la Belle Epoque, quando gli aristocratici vi si riversavano al seguito della Corte. E’ allora che sorsero il maestoso Gran Casino Sardinero e numerose dimore nobiliari, sancendo la nascita di un turismo balneare, attratto dai famosi ‘baños de ola’, celebrati ogni anno con un Festa che apre la stagione estiva. Si diffuse, infatti, verso la fine del 1800 la ‘moda’ di fare il bagno al mare per le sue proprietà benefiche ma anche per divertimento. Un mare ondeggiato che ancora oggi attrae milioni di surfisti che, spesso in gruppi, nell’ora della marea, attendono la giusta onda da cavalcare con la loro tavola.
Oggi il Palazzo, dopo alterne vicissitudini storiche (è stato ospedale durante la guerra, rifugio per la popolazione dopo l’incendio, sede universitaria), è tornato alla città: ospita, oltre a un’ala adibita a museo accessibile con visite guidate, un centro conferenze e le sale riservate - per volere dei discendenti reali - ai corsi estivi dell’Università internazionale ‘Menendez Pelayo’.
Fra gli altri edifici simbolo di Santander, va annoverato sicuramente il Palazzo del Festival (altra struttura eclettica affacciata sul mare). Poco distante il Museo Marittimo e le Naves de Gamazo, gemma di architettura industriale trasformata in sala esposizioni, e la Duna Gamazo, concepita come belvedere dall’architetto Alejandro Zaera in occasione dei Campionati mondiali di vela del 2014. E poi la Biblioteca, in stile neomudejar, la Nave Sotoliva, spazio artistico nel cuore del Barrio Pesquero, il vecchio quartiere dei pescatori, dove si trova anche il Centro Civico Tabacalera, in una ex fabbrica di tabacchi verso il Porto moderno, dove non tutti sanno che si trova uno dei giardini verticali più grandi d’Europa.
Un nuovo modello di spazio cittadino dove convivono esposizioni e incontri proprio nel solco della ‘nuova’ Santander, che ha recepito le ultime tendenze culturali e artistiche riuscendo a reinventare se stessa e a trasformarsi in una città attrattiva.
Per tutte le informazioni turistiche si può consultare il sito web della Empresa Municipal de Turismo de Santander www.santanderdestino.es, il portale turistico del Comune https://turismo.santander.es e quello dell’Ente Spagnolo del Turismo https://www.spain.info/it/.

(Adnkronos) - Dallo street food alla tavola stellata, passando per la spesa al mercato o la raccolta di funghi nel bosco. Un’esperienza gastronomica per tutti i gusti quella che offre Santander, capoluogo della regione autonoma spagnola della Cantabria, diventata una vera e propria meta per foodies. Città del Nord che, con la sua baia, guarda al Sud, vanta una cucina molto varia, dove a farla da padrone è sicuramente il pesce, ma che strizza l’occhio alle carni e ai salumi provenienti dalle aree interne della zona a valle del Picos de Europa.
Una cucina fedele alla tradizione marinara, che oggi si può apprezzare soprattutto nel popolare quartiere dei pescatori della città, il Barrio Pesquero, ma anche nei ristoranti più in voga. Grazie a quella inesauribile fonte di pescato freschissimo rappresentata dal Mar Cantabrico. I piatti ‘di mare’ tipici sono le rabas (calamari a listelle fritti), i maganos (crostacei noti come ‘cicala di mare’), il patè di scorfano rosso, le vongole alla marinara. Ma un posto d’onore occupano le famose Anchoas del Cantabrico, i filetti di acciughe conservate sott’olio e preparate in molti modi, e il tonno a pinne gialle, con cui si fa una speciale zuppa a base di patate.
Quanto alle carni, eccellenti, provengono dagli allevamenti di razze autoctone della Cantabria che crescono allo stato brado, garantite dal marchio Igp e da cui si ricavano anche rinomati salumi e il prosciutto cantabrico. Una filiera che produce anche formaggi pregiati - oltre 50 le qualità censite, tra cui numerose Dop - realizzati secondo un’antica arte casearia. Non mancano i dolci tipici, come la quesada, una versione cantabrica della cheesecake aromatizzata alla cannella, e il sobao pasiego, che risulta soffice e burroso.
La qualità del prodotto, l’ambiente unico e il talento di una nuova generazione di chef fanno di Santander una straordinaria destinazione gastronomica. A far vivere una vera esperienza culinaria sono sicuramente i due ristoranti con Stella Michelin della città, El Serbal e La Casona del Judío. Quest’ultimo ha ottenuto anche la ‘Stella verde’, che premia l’attenzione per la sostenibilità. Grazie alla tecnica e alla filosofia dello chef Sergio Bastard, che ha trasformato una dimora del XVIII secolo stile ‘indiano’ (così venivano chiamati gli emigranti che partivano alla volta dell’America e che, dopo aver fatto fortuna, rimpatriavano e si costruivano case molto eclettiche per esibire l’acquisito benessere), nella parte alta di Santander, in un tempio del gusto. Tra i piatti più rinomati, tutti a base di prodotti locali e ortaggi e spezie del suo orto personale, e con un menù che varia a seconda della disponibilità e della stagione, ‘cocochas de merluza’ e ‘arroz cremoso con almejas’. Con il menu degustazione la serie di antipasti viene servita durante uno showcooking, per poi proseguire con le portate a tavola nelle suggestive sale dei sotterranei o nel dehors.
Un’altra esperienza culinaria, di diverso tenore, si può trovare nel Café del Centro Botín, che occupa il piano terra di questa avveniristica struttura progettata dall’architetto Renzo Piano, con vista sulla baia di Santander. Il ristorante offre, infatti, delle originali cene a tema artistico, dedicate alle mostre di volta in volta ospitate nel Centro, con tanto di menù dettagliato che illustra il trait d’union tra i piatti proposti e le opere che li hanno ispirati.
Ma il vero foodie a spasso per Santander non può mancare di ‘andare per pinchos’. Versione più elaborata delle tipiche tapas spagnole, e diffusi tra Cantabria e Paesi Baschi, sono serviti su una fetta di pane tenuta da uno stuzzicadenti (il ‘pincho’). E sono ideali per uno sfizioso spuntino o per un aperitivo gourmet.
Che si voglia assaporare le specialità gastronomiche locali o acquistare qualche prodotto da riportare come souvenir, imperdibile è un passaggio nei mercati rionali. Il più centrale è il Mercado del Este, attaccato alla Plaza Porticada. L’edificio fu costruito nel 1842 su disegno dell’architetto Antonio Zabaleta, che introdusse così per la prima volta in Spagna il concetto di ‘galleria commerciale’. Tra i numerosi punti vendita, mescita e degustazione, spicca Quesoba, una ‘casa del cacio’ con sede anche a Madrid, gestita da José María Alonso Ruíz, presidente di QueRed, la rete di produttori artigianali di formaggio, sempre pronto a spiegare tutte le qualità delle migliori specialità casearie.
Altri mercati con una interessante offerta culinaria a Santander sono il Mercado de Puertochico, vicino al pittoresco porto piccolo, il Mercado de la Esperanza, un edificio modernista alle spalle del Comune aperto dal 1904, e il Mercado de México, con una superficie di 2.250 mq nella omonima piazza. Mentre una vera e propria boutique gourmet è Doña Tomasa, negozio di prelibatezze specializzato in alici, con una sede nella zona commerciale del centro e una vicino alla famosa spiaggia del Sardinero, attaccato al Gran Casino, monumento simbolo dell’epoca d’oro della Santander aristocratica.
C’è poi un’esperienza diversa dalle altre che permette di conoscere da vicino tutto ciò che in fatto di specialità edibili il bosco ha da offrire. A proporla è Cantabria Experience che, in compagnia di una guida naturalistica, porta alla scoperta di erbe selvatiche e funghi spontanei, insegnando come riconoscerli e raccoglierli, per poi finire la giornata ai fornelli cucinando insieme il frutto di questa ‘caccia’, che si svolge tanto nei dintorni di Santander quanto nei suoi numerosi parchi urbani, come il Parque Atlántico de Las Llamas o il Giardino della Penisola che circonda il maestoso Palacio de la Magdalena. Per tutte le informazioni turistiche si può consultare il sito web della Empresa Municipal de Turismo de Santander www.santanderdestino.es, il portale turistico del Comune https://turismo.santander.es e quello dell’Ente Spagnolo del Turismo https://www.spain.info/it/.
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(Adnkronos) - Jasmine Paolini avanza ai quarti di finale del torneo Wta 1000 di Pechino (cemento, montepremi 8.963.700 dollari). L'azzurra, numero 8 del mondo e 6 del seeding, supera la ceca Marie Bouzkova, numero 52 del ranking Wta, con il punteggio di 6-2, 7-5 in un'ora e 46 minuti.
Paolini affronterà ai quarti la statunitense Amanda Anisimova, numero 4 del mondo e terza testa di serie.
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(Adnkronos) - Si è tenuta ieri sera a Roma con un grande successo di pubblico, nel monumentale salone di Spazio Novecento all’Eur, la IV edizione dei Pizza Awards Italia, vero e proprio 'Oscar della Pizza' che vede in veste di giudici oltre 200 giornalisti di tutte le regioni d’Italia e di tutte le testate, curatori delle guide, esperti del settore. Il premio dedicato alle migliori pizzerie e pizzaioli d’Italia è stato organizzato da Fabio Carnevali, Vincenzo Pagano e dalla E20 - Events Factory patrocinato dalla presidenza della Regione Lazio e dall’assessorato ai Grandi eventi, sport, turismo e moda del Comune di Roma.
Nel corso della cerimonia, presentata dalla giornalista e volto tv Barbara Politi, sono stati assegnati ben 43 premi. Miglior Pizzeria d’Italia 2025 è Pepe in Grani di Franco Pepe (Caiazzo/CE), seguita al secondo posto da I Masanielli di Francesco Martucci (Caserta), al terzo da Seu Illuminati di Pier Daniele Seu (Roma), al quarto da 10 di Diego Vitagliano (Napoli) e al quinto da 50 Kalò di Ciro Salvo (Napoli). “Sto provando un’emozione fortissima, questo premio lo dedico a tutto il mondo pizza”, sono le prime parole di Franco Pepe. Miglior Pizzaiolo dell’anno è Francesco Martucci de I Masanielli proprio davanti a Franco Pepe di Pepe in Grani. “Ormai sembriamo Coppi e Bartali”, ha dichiarato Martucci. Miglior Pizzaiola dell’anno è Roberta Esposito, patron di Marita (Roma) e La Contrada (Aversa/CE). Miglior Pizzaiolo Under 35 dell’anno è Francesco Capece della pizzeria Confine (Milano) mentre, il premio come Miglior Fornaio dell’anno se lo aggiudica Michele Lioniello, pizzeria Da Lioniello (Succivo/CE).
Nel corso avvincente 'countdown' Pizza Awards ha assegnato anche i premi regionali e i premi speciali. Ecco le Migliori Pizzerie Regionali: Impastatori Pompetti (Abruzzo), Fandango (Basilicata), Bob Alchimia a Spicchi (Calabria), Pepe in Grani (Campania), ‘O Fiore Mio (Emilia Romagna), Al Civicosei (Friuli Venezia Giulia), Seu Pizza Illuminati (Lazio), Officine del Cibo (Liguria), Mamma Rosa (Marche), Bas&Co. (Molise), Dry Milano (Lombardia), Sestogusto (Piemonte), 400 Gradi (Puglia), Maiori (Sardegna), Piano B (Sicilia), Giovanni Santarpia (Toscana), Acquaefarina (Trentino-Alto Adige), Meunier Champagne e Pizza (Umbria), iSaulle (Valle d’Aosta) e I Tigli (Veneto).
I premi speciali sono andati invece così assegnati: Miglior Pizza Creativa 10 Diego Vitagliano (Napoli), Miglior Pizza Contemporanea Carlo Sammarco 2.0 (Aversa/CE), Miglior Pizza Fritta è Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo dal 1935 (Napoli) e, sempre in Campania, è andato il premio Miglior Pizza Tradizionale Attilio alla Pignasecca (Napoli). Ancora, Miglior Pizza Romana a 180g (Roma), Miglior Pizza Margherita I Masanielli di Sasà Martucci (Caserta). Ancora ai Masanielli di Francesco Martucci è andato il premio della Miglior Carta delle Pizze mentre, a vincere per la Miglior Carta dei Vini è Confine Pizza e Cantina di Milano. In Umbria Meunier Champagne e Pizza di Corciano (PG) vince il premio per la Miglior Carta degli Champagne. Due premi in Sardegna, entrambi a Cagliari: Miglior Carta dei Cocktail a Maiori, Miglior Carta delle Birre a Framento.
La pizzeria Gli Esposito di Salerno, invece, si aggiudica il premio per il Miglior Servizio di Sala, mentre per il Miglior Format vince Luca Pezzetta e la sua pizzeria Clementina di Fiumicino. Miglior Catena di Pizzerie è L’Antica Pizzeria da Michele, rappresentata da Alessandro Condurro, mentre la Miglior Nuova Apertura è Avenida Calò di Francesco Calò, a Roma. Premio per la Miglior Comunicazione a Bob Alchimia a Spicchi di Montepaone (CZ), mentre Pizzarium di Gabriele Bonci a Roma vince come Miglior Pizza al Taglio. Un premio specialissimo e sentito, infine, va a PizzAut e al suo fondatore Nico Acampora per il Miglior Progetto Sociale.
“La IV edizione dei Pizza Awards Italia - ha affermato l’organizzatore Fabio Carnevali - è stata un grande successo, perché ha visto la partecipazione di buona parte delle 150 pizzerie selezionate dalla giuria dei giornalisti, che hanno interamente riempito la platea. Abbiamo avuto un afflusso di oltre 800 persone tra pizzaioli, giornalisti, addetti al settore e perfino pizza lovers, che si sono accreditati tramite social. Siamo felici per tanto entusiasmo e partecipazione e anche per il ritorno dopo lungo tempo di un evento che vuole contribuire ad accendere i riflettori sulle eccellenze della pizza italiana e sui suoi più valenti rappresentanti, offrendo un giusto riconoscimento a quelle attività e ai professionisti del settore che si sono distinti maggiormente durante gli ultimi 12 mesi”.
Non è stata, però, solamente una giornata di premi ma anche un momento di confronto e dibattito tra professionisti. Ad aprire la mattinata, infatti, è stata la prima edizione della Pizza Conference, dal tema 'Non è tutto oro quel che luccica', un intenso e partecipato talk presentato da Barbara Politi e moderato dall’inesauribile Vincenzo Pagano, riservato a pizzaioli, addetti ai lavori e imprenditori del settore, che ha affrontato sette differenti temi legati al mondo pizza: dai 'falsi miti' alla mistificazione dei prodotti, dal fenomeno guide e classifiche alle nuove tendenze del mondo pizza, con tanti prestigiosi ospiti.
“Abbiamo voluto organizzare Pizza Conference - ha spiegato Vincenzo Pagano - per parlare dei temi più caldi che riguardano il mondo pizza e che in questo momento sono sulla bocca di tutti, soprattutto sui social. Abbiamo incontrato una trentina di pizzaioli, imprenditori e giornalisti per avere la loro opinione su alcuni argomenti scottanti come il giusto prezzo della pizza. C’è una soglia psicologica che per lungo tempo nessuno voleva superare e che ora è stata superata nel nome della qualità degli ingredienti. Ci sono tecniche di marketing che hanno creato qualche problema e allontanato la pizza dalla propria autenticità. E così come anche il problema discusso delle recensioni e delle guide che infervorano il pubblico dei clienti e dei pizzaioli che si vedono giudicati dai critici gastronomici che a loro volta criticano le guide che giudicano”.
Si è iniziato con il talk dal titolo 'I falsi miti della pizza - verità o marketing' durante il quale Belinda Bortolan, Francesco Calò, Nerina Di Nunzio, Pier Daniele Seu e Diego Vitagliano hanno affrontato alcuni aspetti del mondo della pizza che risentono di più delle strategie comunicative. A seguire si è parlato dei 'Fallimenti del mondo della pizza', un'analisi approfondita, con David Aiello, Massimo Giovannini, Pietro Marchi, Edoardo Papa e Albert Sapere, sulle strategie e le mode che hanno portato all’allontanamento della pizza dalla sua essenza più autentica e popolare.
Il ruolo del professionista dell’arte bianca è stato poi l’argomento principe di 'Pizzaioli, fornai, panettieri o cuochi?'. A dare la loro opinione sull’argomento sono stati Francesco Arnesano, Michele Lioniello, Luca Pezzetta e Pierluigi Roscioli. A chiudere la mattinata è stato il talk dal titolo 'Recensioni, guide, classifiche: quali criteri, punti deboli e punti di forza'e ha avuto come ospiti Annalisa Cavaleri, Alberto Lupini, Luciano Pignataro e Lorenzo Ruggeri, durante il quale si è parlato di come sono cambiate le guide e i loro criteri di valutazione ma anche come e perché è cambiata la loro percezione da parte di professionisti e consumatori.
Alle 14:30, subito dopo il 'pizza lunch', la discussione è ripresa con il talk 'La mistificazione dei prodotti: gli ingredienti messi a menu sono effettivamente quelli usati? C’è un tracciamento del prodotto e della filiera?', durante il quale hanno preso la parola Giovanni Amodio, Francesco Franzese e Francesco Miccù. Naturale proseguimento di questo tema è stata la dissertazione su 'Il giusto prezzo della pizza': quanto gli ingredienti utilizzati possono far lievitare il prezzo di una tonda? Ne hanno parlato Fabio Carnevali, Roberto Davanzo, Francesco Martucci e Franco Pepe.
Ha chiuso la Pizza Conference il talk 'Le catene, nuova tendenza del mondo pizza', durante il quale Matteo Beraldi, Alessandro Condurro, Dario Laurenzi e Giusy Ferraina sono intervenuti per parlare dei nuovi trend, strategie e qualità delle sempre più diffuse catene di pizzerie.

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