'Bisogna fermare declino e stop al commercio irregolare'... Tumori, Bianchini (UniSR): "Paura allontana da cura, nessuna donna deve affrontare percorso da sola"

"Se una donna ha paura non si avvicina a ciò che è importante per lei, cioè l'obiettivo della guarigione. La paura ci tiene lontano dai nostri affetti, ci allontana dalla nostra vita". Lo sottolinea Giampaolo Bianchini, professore associato dell'università Vita-Salute San Raffaele e responsabile del gruppo mammella dell'ospedale San Raffaele di Milano, commentando il messaggio del docufilm 'Il Bagaglio', promosso da Msd Italia in collaborazione con Andos onlus nazionale, Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna, Komen Italia e Salute Donna Odv.
Secondo Bianchini, mostrare questa dimensione al grande pubblico è fondamentale perché "ogni donna dovrebbe ricordare: non sono la mia malattia, continuo a vivere e lottare per arrivare all'obiettivo". Restare sole lungo il percorso, avverte il professore, può complicare ulteriormente il viaggio: "Nel docufilm emerge quanto sia importante avere qualcuno che ti accompagna. Ma se una donna non racconta la propria malattia, chi le sta vicino non può esserle d'aiuto".
Molte scelgono il silenzio, spiega, "per paura di condividere il proprio bagaglio emotivo". Proprio per questo, il docufilm ha anche una funzione di incoraggiamento: "Non bisogna avere paura di raccontare i momenti di fragilità. Le donne sono straordinariamente forti e, dietro quelle fragilità, trovano sempre la strada", conclude Bianchini.

"E' prematura qualsiasi considerazione procedurale, certo faremo accertamenti profondi". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in un'intervista con il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci al Forum annuale della Fondazione Iniziativa Europa, riguardo al caso della famiglia che viveva nel bosco. Il Tribunale per i minorenni dell'Aquila ha disposto l'allontanamento urgente dei tre figli della coppia che ora sono in una casa famiglia di Vasto (Ch) insieme alla madre.
"Ci sono ancora delle persone che pensano che Rousseau avesse ragione e che vivere allo stato di natura sia la condizione migliore perché la civiltà ti corrompe - continua Nordio - Faccio anche presente che noi siamo bombardati, ormai da decenni, da profeti che ti dicono che bisogna smetterla con il consumismo, con la tecnologia, bisogna ritornare allo stato di natura e probabilmente qualcuno lo fa: bisogna sempre vedere se questo però comprometta o meno l'educazione dei bambini".
"Io penso che i genitori siano i primi ad essere consapevoli di quelli che sono i loro doveri e comunque, ripeto, in questo caso faremo degli accertamenti[1] - conclude - Strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire".
Sulla decisione del Tribunale per i minorenni si è aperto un acceso dibattito. L'ordinanza del Tribunale per i minorenni dell'Aquila è "stramotivata in dieci pagine. E' da ieri che Salvini e tutto un arco politico si sono scagliati contro quei giudici: il Csm e l'Anm servono a difendere i magistrati quando vengono inopportunamente attaccati dalla politica", afferma Rocco Maruotti, segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati.
"Leggete i provvedimenti prima di attaccare ad occhi chiusi un giudice - continua - perché un giudice, prima di emettere un provvedimento, esercita la funzione delicata di decidere e decide sulla vita delle persone facendolo con molto scrupolo".
L'Anm interviene anche con una nota. “L’Associazione nazionale magistrati invita al rispetto del ruolo della giurisdizione in una vicenda che coinvolge valori tra i più delicati: il diritto della famiglia a determinare le proprie scelte di vita e, al tempo stesso, il dovere di tutela dei minori previsto dalla nostra Costituzione. Il provvedimento di sospensione della responsabilità genitoriale del Tribunale per i minorenni di L’Aquila si fonda su valutazioni tecniche e su elementi oggettivi: sicurezza, condizioni sanitarie, accesso alla socialità, obbligo scolastico. Ed è stato assunto nel rispetto delle norme vigenti e con finalità esclusivamente protettive”, afferma la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati.
“Le strumentalizzazioni di certa politica su ciò che sta succedendo appaiono a nostro avviso in netto contrasto col rispetto dei diritti dei minori, dei più deboli, e della dignità di tutte le persone coinvolte. Occorre invece avere fiducia nelle decisioni assunte dai tribunali ed evitare semplificazioni e contrapposizioni, nel rispetto dei diritti dei minori e della dignità di tutte le persone coinvolte”, conclude la nota.

"Una donna che affronta una diagnosi di tumore alla mammella deve essere presa in carico da una Breast Unit". A sottolinearlo, durante la presentazione a Milano del docufilm 'Il bagaglio', promosso da Msd Italia in collaborazione con Andos, Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna, Komen Italia e Salute Donna, è Carmen Criscitiello, responsabile dell'Oncologia mammaria all'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e professore associato dell'Humanitas University. "Abbiamo evidenze che le pazienti seguite all'interno di questi centri specializzati hanno un outcome migliore", spiega. Il motivo, chiarisce, è la presenza di un team multidisciplinare composto da oncologi, chirurghi, radiologi, radioterapisti, anatomopatologi, psiconcologi e nutrizionisti, "in grado di valutare in modo congiunto il miglior percorso di cura e di sostenere la paziente a 360 gradi".
Un ruolo centrale, ricorda la specialista, lo svolge anche la ricerca scientifica: "I progressi di oggi sono il risultato di anni di lavoro. Ma non possiamo fermarci: per quanto siano stati fatti passi avanti importanti, non siamo ancora giunti al punto in cui vorremmo essere. È estremamente importante che tutti comprendano e condividano l'importanza del fare ricerca".
Criscitiello sottolinea il valore della partecipazione agli studi clinici, sia da parte dei professionisti sia delle pazienti: "Prendere parte ad una sperimentazione clinica significa poter accedere a trattamenti innovativi che domani potrebbero diventare standard di cura. Ma vuol dire anche dare un contributo altruistico alle altre donne. La ricerca deve proseguire con l'impegno di tutti", conclude.

Ornella Vanoni aveva espresso più di un desiderio per il suo funerale, tra questi c'è anche la scelta della musica. La cantante, morta ieri all'età di 91 anni, aveva chiesto al trombettista jazz e caro amico Paolo Fresu di suonare per lei il giorno delle esequie.
Lo stesso musicista intervistato dal Tg dell’emittente sarda 'Videolina', alla domanda se suonerà al funerale di Ornella Vanoni ha risposto: "Devo"[1]. Ricordando la richiesta che gli arrivò dalla stessa Vanoni nel maggio del 2020, Fresu ha poi spiegato: "Scherzosamente, quando me lo chiese, io le dissi ‘va bene, ma se muoio prima io tu devi cantare al mio funerale’. Ne abbiamo parlato spesso" ma "per me resta qualcosa di davvero intimo e che rappresenta la grande stima e amicizia che tra noi c’è stata. Mi colpì molto questo suo rigore di pensare a un domani".
Paolo Fresu, chi è
Paolo Fresu è nato nel 1961. Ha iniziato il suo percorso di studi musicali dall'età di undici anni, insieme alla banda musicale ‘Bernardo De Muro’ di Berchidda. A Sassari ha frequentato il conservatorio Luigi Canepa e scopre la sua passione più grande: il jazz.
Nel 1982 inizia la sua attività professionale con registrazioni per la Rai e partecipazione ai seminari di ‘Siena jazz’. Si diploma in tromba nel 1984 e prosegue l'attività dedicandosi a progetti misti di jazz.
Dal 1988, nel comune natale di Berchidda organizza e dirige il Time in Jazz, festival annuale di musica jazz di stampo internazionale. Paolo Fresu è stato inoltre direttore artistico dei Seminari Jazz di Nuoro dal 1989 al 2013 e del festival Bergamo Jazz dal 2009 al 2011. Nel 2010 ha fondato l'etichetta discografica Tŭk Music.
La lettera per Ornella
Fresu ha scelto di omaggiare la grande cantante italiana con una lunga lettera. I due erano grandi amici, legati da un rapporto profondo sia umano sia artistico. "Scrivi qualcosa, domando a me stesso in questa vuota mattina di novembre. E sono qui a buttare pensieri sparsi in un foglio word pensando al nostro primo incontro al Tangram di Milano nei primi anni Novanta e a quante volte abbiamo riso, pianto, cantato e suonato in questi trent’anni. Quasi impossibile parlare di Ornella", scrive Fresu.
"Impossibile", per lui, "tratteggiare una vita ricca fatta di successi e di trionfi, di cadute, ascese e passioni. Scrivi qualcosa, ma cosa? Forse il modo migliore è quello di trovare degli aggettivi. Degli screenshot contemporanei che siano capaci di tradurre l’immaginifico nell’immaginario collettivo del suo essere donna e artista che, da sempre, appartiene a tutti noi. Ornella è l’emozione della vita. La sua e la nostra. Capace di mettere al centro del mondo la solitudine e la passione, l’amore per stessa e per il prossimo, il pathos e la poesia che salverà (forse) il mondo".
Per Fresu, Ornella Vanoni era una donna "sfuggente che abborriva l’ovvietà e il banale. Un’artista che ha frantumato il sottile equilibrio tra arte e vita e che ha fatto del palcoscenico la sua casa dove ospitare e dispensare i sentimenti umani". La lettera prosegue ricordando alcuni aneddoti: "L’orologio annuncia che è l’ora di partire per Milano. Salvo questi pochi pensieri e spengo il computer conscio di non essere riuscito a scrivere ciò che avrei voluto. Ad esempio che tremava come una foglia prima di salire sul palco che poi affrontava come una leonessa. Oppure delle telefonate settimanali con la sua voce inconfondibile che iniziavano sempre con 'come va?' o quelle con mia madre o con mia moglie Sonia".
E ancora, prosegue Fresu, "il suo spogliare con lo sguardo le persone che non le piacevano così da metterle in difficoltà, il concerto dato a titolo solidale nel cortile nelle scuole Pavese dove mio figlio frequentava le Elementari o il concerto nel prato della casa di Fabrizio De André alle sei del pomeriggio dove lei, scalza, disse 'non mi è mai capitato di cantare a merenda'". E poi quella richiesta che Vanoni gli fece: "Nel maggio del 2020, davanti alla stessa scuola di mio figlio, mi chiese al telefono di suonare al suo funerale. In quella luminosa mattina si è saldata ancora di più la nostra amicizia fino a quando, poco tempo fa, mi ha chiesto di essere accompagnata per mano al conferimento della Laurea Honoris Causa".
Ora, prosegue il musicista, "sono su un Frecciarossa che sfreccia nella nebbia padana. Riapro il computer rendendomi conto che bisognerebbe scrivere ancora ma i pensieri sono troppo affollati. Forse bisognerebbe semplicemente volare tra le parole e nel ricordo della sua musica tra Brecht e Vinicius, Tenco, Fossati e Paoli. Ornella ha volato tutta la sua vita. A volte bruciandosi le ali ma sempre rialzandosi e librandosi sempre più in alto. Esattamente come noi facciamo tutte le volte che ascoltiamo la sua voce meravigliosa e inconfondibile. L’ultima volta è accaduto a Bologna nel mese di marzo quando, in 'The Man I Love' arrangiata da Celso Valli, sembrava Billie Holiday".
Quindi conclude: "Mentre entro in Centrale a Milano, la sua città, ripongo il computer nello zaino certo di non essere riuscito nel mio intento. So solo che il mondo ha perso una voce unica che risponde, come Raffaello, Miles e Vinicius, a un unico nome: Ornella".
L'evento nell'ambito delle azioni strategiche dello Spoke 2... "La realizzazione di questo docufilm arriva dal bisogno di testimoniare quanto sia importante, in un momento in cui la ricerca continua ad aumentare la sopravvivenza, ricordare che ogni punto di quelle curve rappresenta una donna, una storia, un modo personale di vivere la malattia". Così Alba Di Leone, presidente di Komen Italia, spiega le ragioni della partecipazione al docufilm 'Il bagaglio', presentato oggi a Milano. Il progetto promosso da Msd Italia, in collaborazione con Andos, Europa Donna Italia, Fondazione IncontraDonna, Komen Italia e Salute Donna, punta a raccontare il viaggio autentico ed emblematico di una donna che riceve la diagnosi di tumore al seno. Un percorso fatto di fragilità e incertezza, ma anche di forza, consapevolezza e fiducia nella ricerca scientifica.
Sul valore del racconto personale, Di Leone aggiunge: "La condivisione delle esperienze amplifica le emozioni, aiuta a sentirsi meno sole e crea ponti tra persone che scoprono di avere vissuti simili". Dai racconti "emergono bisogni che spesso non vediamo, e che dobbiamo imparare ad intercettare per offrire risposte adeguate alle donne che affrontano questo percorso", conclude la presidente di Komen Italia.
(Adnkronos) - La Coppa Davis aspetta di scoprire la sua seconda finalista, che domani affronterà l'Italia. Oggi, sabato 22 novembre, va in scena a Bologna la semifinale tra Spagna e Germania, da cui uscirà l'avversaria degli azzurri. Il match è in corso: la Spagna ha vinto il primo singolare con Carreno Busta, che ha battuto Struff 6-4 7-6, mentre la Germania ha vinto il secondo match con Zverev, che ha regolato Munar con un doppio 7-6.
Dove vedere Spagna-Germania? La semifinale è trasmessa in diretta televisiva e in chiaro sui canali SuperTennis. Streaming disponibile sul sito web di SuperTennis e sulla piattaforma di SuperTenniX.
A decidere il match sarà il doppio. Krawietz/Puetz in campo per la Germania, Granollers/Martinez per la Spagna.

Si è conclusa con successo la XXII edizione del Bea Italia all'interno della Live Communication Week, la grande kermesse internazionale targata Adc Group che per quattro giorni anima l'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma. Il Premio celebra l'eccellenza dell'industria degli eventi, che in Italia si conferma ancora una volta un asset strategico per lo sviluppo economico nazionale. Sessantaquattro le agenzie che hanno partecipato alla manifestazione con 317 iscrizioni totali. La giuria composta da aziende che ha decretato i vincitori era composta da oltre 60 top manager, confermando il carattere business-to- business del riconoscimento. L’edizione 2025 è stata inoltre palcoscenico della presentazione del XXI Monitor sugli Eventi e la Live Communication di AstraRicerche e Adc Group. I dati hanno confermato la fase espansiva e il ruolo della Live Communication come elemento imprescindibile per le strategie aziendali.
Tra le principali evidenze emerse dalla ricerca: Mercato complessivo stimato nel 2024 a quota 1.123 milioni di euro, con una crescita del 12.2% rispetto all’anno precedente; gli investimenti dovrebbero raggiungere quota 1.290 milioni entro i prossimi due anni; il 37% delle aziende ha aumentato l'investimento nell'ultimo anno, e ben il 52,3% prevede un ulteriore incremento nei prossimi due anni. Solo il 7% non ha investito, un minimo storico.
Aumentano in modo significativo gli eventi B2I (rivolti al target aziendale interno, che raggiungono il 49,3% del totale) e gli eventi educational/formativi (+6,7%). Si registra per la prima volta un sostanziale pareggio tra creatività (20,4%) e digital/AI/ tecnologia (19,1%) come parola chiave per il futuro, indicando un equilibrio strategico tra innovazione e fattore umano.
"Questa XXII edizione del Bea Italia - sottolinea Salvatore Sagone, Presidente di Adc Group - ha messo in luce la straordinaria forza vitale e il ruolo strategico dell'industria degli eventi per l'economia nazionale. I progetti in gara hanno dimostrato come il nostro comparto sia contemporaneamente alfiere dell’innovazione tecnologica e custode di una creatività che pone sempre l’essere umano al centro”.
La cerimonia di premiazione dei Bea Italia ha celebrato i progetti e le agenzie che hanno saputo meglio coniugare creatività e strategia. Primo assoluto sul podio del Grand Prix Bea Italia 2025, assegnato all’evento che più di tutti ha saputo coniugare le componenti fondamentali di un progetto di successo, l'evento "Ferrari Amalfi World Première" firmato da Next Group per Ferrari S.p.A., che vince altri due ori come miglior lancio di prodotto e come miglior utilizzo unexpected di uno spazio. Next Group si è aggiudicata anche l'oro come Best Event Agency.
"Siamo orgogliosi di ricevere questo prestigioso premio per il secondo anno consecutivo. È un traguardo che valorizza l’eccezionale lavoro del nostro straordinario team che rende possibili i nostri eventi e gestisce con successo sfide significative. Inoltre, la conquista del titolo di Best Event Agency conferma la nostra posizione di riferimento nel settore e ci incoraggia a continuare a investire in innovazione e creatività, elementi che da sempre caratterizzano la nostra realtà", sottolinea Marco Jannarelli, Presidente di Next Group.
Il Grand Prix Iconic Award, assegnato agli eventi ‘straordinari’ per budget e complessità organizzativa, è stato conferito a Ninetynine per il progetto "Giubileo 2025 - Grandi Eventi". Simone Mazzarelli di Ninetynine ha inoltre vinto come Direttore Creativo dell’anno.
“Con il Giubileo dei Giovani abbiamo sperimentato, di concerto con Giubileo 2025 S.p.A., il Commissario Straordinario, la Presidenza del Consiglio e la Santa Sede, un modello innovativo di organizzazione integrata che, fin dalle primissime fasi dell’incarico, ci ha permesso di trasformare una complessità operativa senza precedenti in un nuovo modello che ha ridefinito, anche per il futuro, gli standard gestionali di eventi di questa complessità, partecipazione e impatto reputazionale per l’Italia” ha commentato Simone Mazzarelli, founder & Ceo di Ninetynine.
Scende il sipario sul Bea Italia confermando il ruolo della event industry come catalizzatore economico e fucina di eccellenza professionale per il Paese. I numeri del Monitor e la qualità dei progetti premiati proiettano chiaramente il comparto verso una nuova fase di sviluppo. Roma, con il successo di questa rassegna, non è stata solo una cornice ospitante, ma il simbolo della ritrovata centralità strategica di un settore dinamico e indispensabile, pronto ad affrontare le sfide globali e a sostenere la competitività del Made in Italy nel mondo.

"Le infezioni da batteri resistenti stanno trasformando quadri clinici già delicati in situazioni potenzialmente fatali, perché quando gli antibiotici non funzionano più ci ritroviamo senza armi". È l'allarme lanciato da Giulia Carla Marchetti, ordinario di Malattie infettive Università degli Studi di Milano e direttrice della Struttura complessa di Malattie infettive dell'Asst Santi Paolo e Carlo, in occasione della settimana dedicata all'antimicrobico-resistenza, che richiama l'attenzione sulla gestione quotidiana di pazienti fragili colpiti da microrganismi ormai insensibili ai trattamenti disponibili.
Secondo l'esperta, le infezioni resistenti colpiscono soprattutto persone anziane o già ricoverate per altre patologie: "Arrivano come un evento grave che si somma a condizioni già impegnative. Se il germe è resistente, la prognosi diventa incerta perché gli antibiotici sono armi spuntate. In caso di polmonite, infezioni urinarie complicate o sepsi, il rischio di un esito infausto cresce rapidamente".
La prevenzione vaccinale gioca un ruolo molto più importante di quanto comunemente percepito. "Il legame tra vaccini e resistenza antimicrobica esiste eccome", rimarca. "E l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lo ha evidenziato in modo chiaro. I vaccini batterici, come quello contro lo pneumococco - principale causa di polmoniti - offrono una protezione diretta. Ma anche i vaccini contro virus come influenza, Covid o virus respiratorio sinciziale riducono il rischio di sovra-infezioni batteriche, che spesso richiedono antibiotici e possono coinvolgere germi resistenti".
Accanto alla prevenzione, l'uso corretto degli antibiotici resta il pilastro della lotta alla resistenza. "L'antibiotico non è uno scherzo, è un farmaco preziosissimo - sottolinea l'infettivologa - Va usato solo sotto indicazione medica. L'abuso, l'autoprescrizione e le terapie iniziate e sospese in modo scorretto alimentano la resistenza. Le persone devono capire che prenderli a caso o prolungarli senza motivo mette a rischio anche gli altri".
Tra le novità più rilevanti Marchetti cita l'introduzione dei vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), "un virus molto diffuso che può causare polmoniti e infezioni gravi, soprattutto nei neonati e negli anziani". Due vaccini sono già approvati da Aifa, Agenzia italiana del farmaco: "Sono sicuri, hanno un'elevata efficacia nel prevenire la malattia grave e uno è indicato anche in gravidanza, così da proteggere il neonato fin dalla nascita attraverso gli anticorpi materni".
La prevenzione dell'Rsv avrà anche un impatto sulla resistenza antimicrobica: "Ridurre ricoveri, complicanze e sovra-infezioni - conclude l'esperta - significa ridurre l'uso di antibiotici e dunque frenare lo sviluppo di nuove resistenze. È un vantaggio per il singolo paziente e per l'intera comunità".

Ornella Vanoni era una cantante, sì, ma anche una madre. L'icona della musica italiana, morta ieri venerdì 21 novembre, lascia un figlio, Cristiano Ardenzi, frutto del suo (breve) matrimonio con l'impresario teatrale Lucio Ardenzi[1] e nato nel 1962. Il rapporto con Cristiano però è sempre stato complicato, come raccontato a più riprese dalla stessa Vanoni.
Nel suo libro 'Vincente o perdente' si legge: "Eppure la famiglia sa essere un luogo di sofferenza...Sensi di colpa che ti inseguono fin dentro il sonno". Ornella Vanoni aveva parlato della difficoltà di essere madre quando il successo travolge la vita privata. Dopo l'uscita del libro, ospite a OnePodcast aveva spiegato che il rapporto è stato segnato dalla distanza a causa degli impegni di lavoro: "Pensava che lo abbandonassi a causa degli impegni nel mondo dello spettacolo. Ad un bambino è difficile spiegare queste cose e fargli capire che non preferisci il lavoro a lui".
Un distacco che il bambino ha vissuto con sofferenza: "Ho lasciato mio figlio ai nonni, non ai mostri… però questo bambino non ha capito", aveva aggiunto. "Quando il rapporto è logorato - continuava Ornella - è difficile poi che il rapporto sia perfetto".

Don Alì, il sedicente 're dei maranza', è stato arrestato a Torino. La Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del 24enne di origine marocchina, noto sui social come 'Don Alì', ritenuto responsabile di atti persecutori. Per lo stesso reato, sono stati disposti gli obblighi di firma nei confronti di due complici un 24enne ed un 27enne.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dalla Procura di Torino, sono iniziate a fine ottobre, quando i tre giovani hanno teso un vero e proprio agguato al professore di una scuola del quartiere Barriera Milano di Torino, appostandosi al di fuori dell'istituto scolastico dove lavora il docente e dove, in quel frangente, si era recato per prelevare la figlia al termine dell'orario.
I tre hanno accerchiato e minacciato l'uomo, sotto gli occhi della figlia di soli tre anni e mezzo, offendendo la reputazione del docente, accusato di aver maltrattato un suo alunno, indicato come loro nipote. L'episodio è continuato anche quando è sopraggiunta una collega della vittima, con lo scopo di soccorrere la figlia dell'uomo, nascosta tra le gambe del padre. Nonostante ciò, i tre giovani hanno inseguito e continuato ad intimidire il professore, colpendolo anche con alcuni schiaffi alla nuca.
Uno dei giovani indagati ha filmato tutta l'aggressione e successivamente il video, nonché le immagini dell'appostamento nei pressi della scuola, sono stati pubblicati, sotto forma di reel, sulla pagina Instagram di Don Alì con didascalie in cui il docente veniva definito "pedofilo" nonché "preda" di un agguato posto in essere dal gruppo di Barriera Milano per recuperare il presunto torto subito dal nipote.
Successivamente, ad inizio novembre 'Don Alì' ha anche pubblicato degli spezzoni di un'intervista rilasciata alla nota trasmissione 'Le Iene' in cui, parlando della vicenda, affermava la necessità di "punire" chi stupra i bambini e poi ha rinnovato le minacce al professore, dicendo "e se la prossima volta abusi un bambino, finirà molto peggio!".
I successivi accertamenti investigativi della Squadra Mobile della Questura di Torino, oltre a rivelare le accuse totalmente infondate mosse dagli indagati al professore, hanno permesso di ricostruire - attraverso la visione dei video, dei post social, nonché la raccolta delle testimonianze delle persone coinvolte - le dinamiche moleste e minacciose del gruppo, elementi di prova che hanno portato la Procura di Torino ad avanzare richiesta di custodia cautelare poi accolta dal Gip del locale tribunale.
Il giudice nel provvedimento, nel motivare la pericolosità del giovane, ha rimarcato come lo stessoDon Alì sia stato individuato, sempre a seguito degli accertamenti investigativi della Squadra Mobile torinese, quale autore dell'aggressione patita da una troupe della trasmissione televisiva di Rete 4 'Diritto e Rovescio' lo scorso 11 novembre a Torino, quando avrebbe colpito ripetutamente con una mazza chiodata il parabrezza del veicolo degli inviati, infrangendolo.
La misura cautelare è stata eseguita nella serata di ieri, al termine di prolungate ricerche del 24enne, che nel frattempo si era reso irreperibile. Il giovane è stato individuato nelle cantine di un palazzo nel quartiere Barriera di Milano. Dopo un breve inseguimento a piedi è stato bloccato e accompagnato in Questura.

"Ornella è una persona che mi ha cambiato la vita. La fortuna è che persone così la cambiano a tutti, non solo a chi le conosce, perché sono miti". Così la regista Elisa Fuksas ricorda con l'AdnKronos Ornella Vanoni, alla quale nel 2022 ha dedicato il documentario 'Senza fine', un ritratto della grande cantante e della sua carriera monumentale.
"Il film ha cementato tutto: attraverso il cinema siamo diventate amiche, fino a oggi - sottolinea Fuksas, che con Vanoni trascorse insieme un mese per girare il documentario -. È stato un film difficile da fare, perché racconta una vita. Io cercavo di farle fare il mio lavoro e le chiedevo: 'Perché stiamo facendo un film su di te, Ornella?'. E lei rispondeva: 'Un film su di me è come una fiaba'. E tutte le vite esemplari sono come le fiabe'".
Primo progetto pilota, focus sul diabete e accesso alle cure... 
"L'annuncio dei big di Sanremo doveva essere annunciato al Tg1, ma per rispetto alla scomparsa di Ornella Vanoni si slitta di 1 settimana". Lo ha detto Carlo Conti, conduttore e direttore artistico del Festival, al Vanity Fair stories.
L'annuncio dei partecipanti al prossimo Festival della canzone italiana, avverrà quindi domenica 30 novembre.

Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.
'Cesare' (Mondadori) di Alberto Angela
Con Mondadori torna in libreria Alberto Angela che firma per la casa editrice di Segrate 'Cesare', un'opera che prende spunto dal 'De bello Gallico'. Immaginate di partire assieme a Giulio Cesare e alle sue legioni. È il 58 a.C., la Gallia è una terra lontana, abitata da popolazioni bellicose, mai dome, che hanno già inflitto dolorose sconfitte ai Romani. Ma è anche una terra ricca e prospera. Giulio Cesare vuole conquistarla, per sé e per Roma, e per farlo è disposto ad affrontare ogni avversità: estenuanti marce nella neve e battaglie sanguinose, intrighi di palazzo e tradimenti, ponti da costruire e flotte da creare da zero, foreste che si dicono stregate e santuari con scheletri decapitati. Sarà un viaggio avventuroso e pieno di scoperte, che Cesare guiderà con il coraggio e la curiosità di Ulisse.
Ma sarà anche un viaggio interiore, a fianco di un uomo implacabile e geniale, carismatico e instancabile, eppure non privo di dubbi e paure recondite. Un condottiero con i suoi lati oscuri e violenti, ma anche un fine pensatore e un grande scrittore, che ama con passione, tradisce ed è tradito, che è fidanzato, marito, padre, amante, vedovo, eterosessuale, bisessuale. E sullo sfondo del racconto, a completare il vasto affresco di quell’epoca cruciale per il destino di Roma e dell’Europa, ecco comparire Cicerone e Catullo, Cleopatra e Marco Antonio, Crasso e Pompeo, Calpurnia, la dolce moglie di Cesare, e Giulia, la sua amata figlia. Le pagine di Angela si susseguono con il ritmo e le atmosfere dei film e delle serie tv più avvincenti, e al tempo stesso arricchiscono il lettore di scoperte, curiosità e riflessioni sul mondo romano. Le ricostruzioni dei volti, delle scene di battaglia e di vita quotidiana, realizzate grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, consentono inoltre di rivedere, come fossero attuali, fotogrammi di vita andati perduti. Tutto concorre a fare immergere nella Storia come raramente un libro era riuscito prima, permettendoci di sentirla così vicina e così viva.
'Una foresta di scimmie' (Marsilio) di Andrea Pennacchi
Marsilio manda in libreria 'Una foresta di scimmie' di Andrea Pennacchi, attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore. Will un ebreo non l’ha mai visto, in Inghilterra sono spauracchi per bambini, avvelenatori di pozzi cristiani, nasi mostruosi e barboni rossi, ma quando si è trovato a conoscere Shylock e Tubal del Ghetto di Venezia, li ha trovati umani in tutto e per tutto, persino simpatici, almeno uno di loro. Certo, il fatto che abbiano iniziato a blaterare di "una libbra di carne" poco prima che Antonio giacesse a terra privo del cuore non aiuta molto a fargli cambiare idea.
Se fino a oggi ci siamo domandati da dove nascesse la storia di Shylock, del prestito a Bassanio, del pagamento della libbra di carne richiesta ad Antonio – in caso di mancata restituzione –, se insomma, com’è ovvio e lecito da secoli, non sapevamo come, dove e quando Shakespeare abbia scritto 'Il mercante di Venezia', oggi possiamo conoscere tutto, perché Andrea Pennacchi ci porta con Will e la sua banda di compari, come aveva già fatto con Giulietta e Romeo in 'Se la rosa non avesse il suo nome', alle radici della letteratura, della fantasia e del thriller di William Shakespeare. Perché Pennacchi non racconta solo con la testa, ma con tutto il corpo: proprio come il Bardo, è drammaturgo e attore. Oltre a Se la rosa non avesse il suo nome, il suo primo giallo, ha all’attivo diversi libri, tutti pubblicati da People.
'L’omicidio di Piersanti Mattarella' (Einaudi) di Miguel Gotor
In 'L’omicidio di Piersanti Mattarella', sugli scaffali con Einaudi, Miguel Gotor prende le mosse dal delitto Mattarella per compiere un viaggio inquietante attraverso le stratificazioni del potere italiano soffermandosi sugli 'ibridi connubi' tra neofascismo, massoneria occulta, mafia e apparati deviati dello Stato. La ricerca approfondisce anche le relazioni tra l’omicidio Mattarella e le stragi di Ustica e di Bologna di pochi mesi dopo, sullo sfondo di uno scenario internazionale in profondo cambiamento a causa della decisione degli Stati Uniti e della Nato di installare in Sicilia i missili Cruise contro la Libia e l’Unione Sovietica.
L’autore affronta, con il rigore del metodo storico e uno stile avvincente, il contesto in cui l’assassinio di Mattarella è maturato, mettendo in luce temi e snodi che ancora incidono sulla storia del nostro Paese. Un libro importante sull’Italia di ieri che parla all’Italia di oggi e alla sua crisi.
'Era mia figlia' (Solferino) di Irene Vella
"Poteva essere mia figlia": è capitato di pensarlo, davanti all’ennesimo femminicidio, all’ennesima tetra pagina di cronaca. Ma spesso si dimentica in fretta che quelle erano persone, non notizie. Avevano sogni, interessi, affetti. Avevano compagni di scuola e camerette con i poster alle pareti, figli da crescere e ambizioni da perseguire. E nella loro storia c’è anche il 'dopo' di cui nessuno dà mai conto, il dolore oltre il dolore, perché i volti degli assassini rimangono a lungo nelle cronache, mentre quelli delle vittime vengono dimenticati, e le loro famiglie lasciate sole. Questo libro - 'Era mia figlia', scritto da di Irene Vella e pubblicato da Solferino - restituisce la voce a chi se n’è andata.
Fa parlare ogni donna non solo della sua morte, ma della sua vita e si fa tramite del dolore di chi resta. Così in queste pagine ascoltiamo i racconti di Sofia e di Carmela, di Giulia e di Faten, di Marisa e di Tiziana e tante altre, più̀ recenti o più lontane nel tempo. Leggiamo i resoconti, seguiamo i processi, sentiamo i testimoni. Un coro che di storia in storia, nella diversità̀ delle protagoniste e degli eventi, suona la nota di un obiettivo comune, da perseguire con ostinazione: "mai più". Irene Vella, con il suo progetto "Era mia figlia", ha commosso le famiglie delle vittime, ha raggiunto un vasto pubblico, ha cercato e cerca di fare la differenza.
Queste pagine vogliono essere una restituzione, una denuncia e uno strumento: per imparare a capire i segnali, a individuare il pericolo, a mettersi in salvo e a prestare aiuto. Perché́ non è amore se è controllo, possesso. Non è amore se è violenza. E questa consapevolezza, insieme alla giustizia e alla memoria, è l’arma più̀ importante nella battaglia a cui siamo tutti chiamati per cambiare innanzitutto le menti e i cuori.
'Io dico (Gallucci) di Giorgio Faletti a cura di Roberta Bellesini Faletti
'Io dico' - il libro pubblicato da Gallucci - è una raccolta di citazioni tratte dai libri, le interviste e le canzoni di Giorgio Faletti sulla vita, l’amore, la società, la musica. Un volume a cura di Roberta Bellesini Faletti e Chiara Buratti che ci regala le riflessioni più significative dell'artista che più di altri ci ha fatto ridere, cantare e leggere negli ultimi 30 anni.
Scrittore, attore, sceneggiatore, comico, autore di canzoni per grandi interpreti come Mina, Angelo Branduardi e Milva, Giorgio Faletti è stato uno degli intellettuali più poliedrici e di maggior successo degli ultimi decenni. Ironico, ambizioso, melanconico, mai banale: 'Io dico' ce lo restituisce attraverso la sua stessa voce con testi poetici inediti e aforismi fulminanti scelti da chi lo ha conosciuto, e amato, più di chiunque altro. "Giorgio Faletti - scrive Beppe Severgnini - voleva bene alle parole. E ne aveva stima: sapeva quanto sono importanti. Loro, le parole, lo capivano. E ricambiavano. Si mettevano eleganti, brillavano e danzavano nelle pagine”.
'Notti nere' (Guanda) di Marco Vichi
E' in libreria con Guanda 'Notti nere' di Marco Vichi. Giugno 1970. Tutta l’Italia è seduta davanti al televisore per seguire le partite della Nazionale di calcio ai Mondiali in Messico, mentre i ragazzi, e soprattutto le ragazze, scendono in piazza per rivendicare i propri diritti, nel clima di protesta di quegli anni. Il mondo sta cambiando in fretta, pensa l’ex commissario Franco Bordelli, e ogni cambiamento si tira dietro un bel po’ di confusione.
Adesso che è in pensione il tempo per pensare al passato – a sua madre, alla guerra, ai vecchi casi non risolti – non gli manca, ma fa anche tanti progetti per il futuro con la fidanzata Eleonora. Almeno finché il crimine non torna a bussare alla sua porta. Piras infatti, ormai prossimo a diventare commissario, lo coinvolge sempre nelle indagini, e adesso ci si mette pure il nuovo questore, che sembra proprio non poter fare a meno di lui. È come stare sospeso in un limbo tra il passato e il presente… il lavoro da sbirro e la pensione, i colpevoli da acciuffare e le passeggiate all’Impruneta. Ma il destino ha in serbo la più imprevedibile delle sorprese, e Bordelli non potrà tirarsi indietro.
'Cambio di clima' (Fazi) di Hilary Mantel
Arriva con Fazi 'Cambio di clima' della scrittrice britannica Hilary Mantel. Ralph e Anna Eldred vivono con i quattro figli nel Norfolk in una fattoria di mattoni rossi. Come responsabile di un istituto di beneficenza, ogni estate Ralph ospita alla Casa Rossa uno dei tanti 'casi pietosi' in cui si imbatte per lavoro, perlopiù adolescenti sbandati bisognosi di un posto dove stare e di qualcuno che li rimetta in riga. Gli ospiti vengono talvolta mal tollerati dagli altri membri della famiglia: Anna è sempre meno incline ad accogliere giovani problematici in casa propria, Kit, la figlia maggiore, si interroga sul suo futuro, Robin è lontano per gli impegni sportivi e Julian, il più taciturno, è molto preoccupato per la piccola di casa, Rebecca, e per i pericoli a cui potrebbe andare incontro. Ma sotto la patina d’abitudine che ricopre la vita degli Eldred si celano segreti inconfessabili e rancori mai sopiti, che minacciano di mandare in pezzi l’armonia familiare.
Venticinque anni prima, appena sposati, Ralph e Anna, mandati come missionari laici in Sudafrica, hanno conosciuto le difficoltà di un paese in regime di apartheid, dove fame e ingiustizia erano pane quotidiano. È durante quel viaggio che si è consumata la tragedia di cui non hanno più parlato e che ora, a decenni di distanza, riaffiora in superficie con prepotenza, rivelando tutte le crepe nel loro matrimonio. Fin dove può spingersi il perdono? Quanto può sopportare un cuore prima di spezzarsi irreparabilmente? Hilary Mantel, la regina della letteratura inglese, torna in libreria con un romanzo finora inedito in Italia: una saga familiare epica ma sottile, scritta con l’abilità di una vera maestra, capace di tenere il lettore incollato alle pagine grazie a un uso magistrale della suspense, di affrontare temi universali con leggerezza e di affrescare la complessità di due mondi molto lontani tra loro.
'L’inverno delle stelle' (Rizzoli) di Nicoletta Verna
Sarà in libreria dal 25 novembre 'L’inverno delle stelle' di Nicoletta Verna che esordisce nella letteratura per ragazze e ragazzi. Fiesole, 1943. Sirio è una ragazzina con un nome da maschio e un talento innato per le bugie. Con la sua banda di amici attraversa boschi, cave e rovine, in un mondo dove la guerra sembra ancora lontana. L’armistizio dell’8 settembre, però, cambia tutto. In un castello fra le colline trovano un soldato ferito, incapace di parlare e senza memoria. È un nemico o un essere umano da salvare? Il gruppo si divide: qualcuno vuole aiutarlo, qualcun altro lasciarlo morire. Sirio sceglie la compassione e inizia una corsa sfrenata contro la paura, il tempo, la logica feroce della guerra. Mentre il mistero attorno all’uomo si infittisce, Sirio scopre che crescere vuol dire anche perdersi, sbagliare, mettersi in pericolo. E decidere, alla fine, da che parte stare.
Dall’autrice de 'I giorni di Vetro', un’avventura appassionante che è anche un romanzo di formazione. Un libro coraggioso, un inno alle scelte individuali che hanno il potere di determinare il corso della Storia.
'Nel segno di Marco Polo' (Laterza) di Luca Molà
Con Laterza esce 'Nel segno di Marco Polo di Luca Molà. Cosa fece Marco Polo a Venezia nei trent’anni che seguirono il suo ritorno dalla Cina? Come impiegò le ricchezze accumulate grazie al suo celeberrimo viaggio? Quali conseguenze ebbero la sua esperienza, i suoi racconti e i suoi contatti sull’economia di Venezia e di tutta Italia? I documenti ritrovati negli ultimi anni rivoluzionano l’immagine del grande viaggiatore e ci restituiscono a tutto tondo l’incredibile vivacità dell’Italia medievale. La fama di Marco Polo è legata alle sue esperienze di viaggio in Oriente e alla descrizione della civiltà cinese contenute ne Il Milione, fonte di meraviglia per tutta Europa. Ma dopo il suo ritorno a Venezia, avvenuto nel 1295, cosa fece? Questo libro lo svela utilizzando una serie di nuovi documenti fino a ora sconosciuti e ne ricostruisce la storia.
Le fortune accumulate con il suo lunghissimo viaggio in Asia consentono alla famiglia Polo di costruire subito un imponente palazzo nella piccola contrada di San Giovanni Grisostomo, posta nel cuore della città.Marco diventa uno dei protagonisti del commercio locale e internazionale. Produce tessuti, e la seta, il più pregiato, induce lui e la sua famiglia a chiedere il trasferimento a Venezia di una folta comunità di esperti artigiani e imprenditori provenienti da Lucca, città leader in Europa nel settore.
Ma la storia non finisce qui: le stoffe asiatiche, per cui si era disposti a pagare una follia, devono essere cremisi. È il colore più ambito e ricercato ma se ne ignora la tecnica. La comunità di emigrati lucchesi a Venezia decide allora di mandare un giovane fino in Persia per scoprire come ottenerlo. Sarà proprio la diffusione rapida di questa scoperta che permette alle manifatture italiane di competere con successo sui mercati globali nel Quattrocento. Luca Molà racconta così una storia inedita che guarda a Marco Polo come a un protagonista importante dello sviluppo economico veneziano e italiano, capace di mettere a frutto le conoscenze acquisite nei suoi viaggi.
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