Controlli in locale etnico a Cagliari, multe anche per igiene...
Prima la volta in Sardegna, l'esposizione al Museo Tavolara... 
Jannik Sinner non dimentica la sua Italia e festeggia (a distanza) la Coppa Davis, con tanto di complimenti a Matteo Berrettini, Flavio Cobolli e gli azzurri protagonisti dello storico tris. A raccontarlo è il capitano dell'Italia Filippo Volandri, ospite a Un giorno da Pecora su Rai Radio 1: "Nella chat che abbiamo noi della Davis ci ha fatto i complimenti per la vittoria. E ogni giorno ha scritto a me, separatamente, dicendomi ‘fai come hai sempre fatto, tieni unito il gruppo e affidati a giocatori'".
Volandri guarda già avanti e risponde così sulle possibilità dell'Italia di fare il poker nel 2026: "Noi vorremmo tanto, si gioca in Italia e questo ci dà una marcia in più, ci proveremo ad ogni modo".
Guasti linee aeree, appello sindaco di Seulo 'consumare meno'... 
Stagione finita per Jannik Sinner, che dopo aver visto il trionfo dell'Italia in Coppa Davis è partito per le vacanze. Per il fuoriclasse azzurro, una settimana di relax alle Maldive. Jannik è partito ieri alla volta delle Maldive e sul volo ha incontrato uno dei grandi avversari dell'ultima stagione, Alexander Zverev. Il tedesco, numero 3 del ranking Atp, è partito con lo stesso aereo dell'azzurro. La testimonianza è stata affidata ai social: "Immagino sia periodo di Maldive per tutti eh?" ha scritto il tedesco in una storia su Instagram, pubblicando un selfie con il numero 2. Un curioso finale di stagione per loro, che quest'anno si sono affrontati 4 volte in campo. Dalla prima (la finale degli Australian Open) all'ultima (la sfida alle Atp Finals di Torino) il vincitore è stato sempre Jannik.

La Fondazione Pro (Prevenzione e ricerca in oncologia), in occasione del 'Movember' - la campagna internazionale sulla prevenzione al maschile - richiama l'attenzione sulla scarsa adesione degli uomini italiani alla prevenzione urologica. "Per ogni uomo che fa prevenzione, 30 donne la fanno regolarmente - spiega Vincenzo Mirone, urologo, presidente della Fondazione Pro e responsabile dell'Ufficio pazienti della Società italiana di urologia - Il maschio non fa prevenzione per paura di scoprirsi 'sesso debole'. Serve un cambio culturale: in Italia solo il 23% della popolazione si definisce realmente proattiva verso la prevenzione".
Il tumore della prostata rappresenta la neoplasia più frequente negli uomini, con 40.192 nuovi casi stimati nel 2024 e una sopravvivenza a 5 anni del 92%, grazie alla diagnosi precoce. Inoltre, circa 485mila uomini convivono attualmente con una diagnosi di tumore prostatico. A livello mondiale, i nuovi casi sono destinati a raddoppiare entro il 2040. Secondo Mirone, "il percorso corretto di prevenzione prevede visita urologica, dosaggio di Psa e testosterone, ecografia prostatica transrettale, con eventuale ricorso a risonanza multiparametrica e biopsia quando indicato". Avverte lo specialista: "C'è un grande equivoco attorno al Psa. Il dosaggio del Psa, da solo, non basta a fare diagnosi di tumore alla prostata. Si tratta di una proteina prodotta normalmente dalla ghiandola e il suo valore può aumentare anche per fenomeni non oncologici come infiammazione o ipertrofia prostatica benigna. E' un indicatore dell'attività dell'organo, non un marcatore tumorale".
"Il fattore di rischio più importante è la familiarità - sottolinea Mirone - Una semplice domanda in famiglia può aprire scenari fondamentali di prevenzione. Chi ha un fratello con tumore alla prostata ha un rischio del 30% di ammalarsi entro i 75 anni, contro il 13% della popolazione generale. Il rischio cresce fino al 48% per chi ha due parenti di primo grado colpiti. La familiarità del tumore alla prostata si intreccia con quella del tumore della mammella, poiché condividono geni come Brca1 e Brca2. Per chi ha fattori di rischio familiari l'età dei controlli scende a 45 anni".
"Le neoplasie prostatiche sono purtroppo asintomatiche - osserva l'urologo - ed è per questo che la prevenzione è la nostra arma più potente. Diverso è il caso delle prostatiti e dell'ipertrofia prostatica benigna, che si manifestano con frequenza minzionale aumentata, bruciore, risvegli notturni, senso di mancato svuotamento o dolori del pavimento pelvico. Anche in questi casi informazione ed educazione sono fondamentali".
Da tenere alta anche l'attenzione sul tumore del testicolo, che è la neoplasia più comune tra i 15 e i 50 anni. In Italia si registrano ogni anno 1.000-1.500 nuovi casi. "L'autopalpazione è un gesto semplice e fondamentale - rimarca Mirone - La sopravvivenza è del 95% e se diagnosticato in tempo la guarigione sfiora il 99%. Dobbiamo educare i ragazzi a prendersi cura di sé e coinvolgere le famiglie: non si può lasciare la salute nelle mani del 'dottor Google'". La salute, come ricorda l'Oms, "è un concetto olistico - conclude l'urologo - Una mente sana riduce lo stress e migliora la risposta immunitaria, mentre un corpo sano supporta l'equilibrio psicologico. Parlare di prevenzione maschile significa occuparsi sia del benessere fisico che di quello mentale".
Circa novemila le persone andate alla camera ardente al Piccolo... 
“Il tema della sanità è molto sentito e questa è un'occasione per poterci confrontare non solo con le istituzioni, con i tanti consiglieri regionali che sono presenti, ma anche con la famosa rete della sanità e con gli ordini professionali, i medici, le associazioni dei pazienti come quella di Cittadinanzattiva. Penso che questo convegno sia importante anche per vedere la mole di lavoro svolta dalle istituzioni, dai consiglieri, dai legislatori in materia e come viene percepita dal personale sanitario e dalle associazioni dei pazienti”. A dirlo Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio e Presidente della Conferenza delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province autonome italiane, attraverso un videomessaggio, durante il convegno ‘Il Difensore civico come Garante del Diritto alla Salute: quali scenari possibili’, svoltosi presso la Sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio a Roma. L’iniziativa ha promosso una riflessione sul ruolo del Difensore civico nella tutela del diritto alla salute. Ispirata alla Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), approfondisce funzioni e responsabilità del Garante del diritto alla salute e mira a favorire il dialogo tra istituzioni, esperti e cittadini per individuare strumenti concreti che rendano più effettiva la tutela di questo diritto fondamentale.
“Il lavoro svolto è stato fatto anche in sinergia tra le forze di maggioranza e le forze di opposizione, poiché è un tema molto delicato che ha un obiettivo comune per tutti - spiega Aurigemma - che è il diritto e la tutela della salute dei nostri cittadini, anche perché in questo settore sono più le cose che uniscono i consiglieri, che non quelle che li dividono”.
“Mi auguro che possa essere una giornata proficua nell’interesse della collettività. Mi dispiace non essere presente, ma ci tenevo in particolar modo a portare un saluto dell'intero Consiglio regionale per questa importante iniziativa e sono convinto che porterà dei frutti positivi che potremo utilizzare all'interno del dibattito consiliare dell'Aula del Consiglio regionale”, conclude.

“Il Difensore civico è colui che funge da ponte tra il cittadino e la pubblica amministrazione e cerca, con il suo intervento, di accorciare la distanza. Quando un cittadino trova una difficoltà o un muro nei confronti della pubblica amministrazione, può rivolgersi a questa figura”. Così, Marino Fardelli, Difensore civico della Regione Lazio e presidente del Coordinamento nazionale dei Difensori Civici italiani, al convegno ‘Il Difensore civico come Garante del Diritto alla Salute: quali scenari possibili’, svoltosi presso la Sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio a Roma. L’iniziativa ha promosso una riflessione sul ruolo del Difensore civico nella tutela del diritto alla salute. Ispirata alla Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), approfondisce funzioni e responsabilità del Garante del diritto alla salute e mira a favorire il dialogo tra istituzioni, esperti e cittadini per individuare strumenti concreti che rendano più effettiva la tutela di questo diritto fondamentale.
“Dal 2017 il Parlamento italiano ha decretato che il Difensore civico possa essere anche garante del diritto alla salute. La Regione Lazio, però, è una di quelle poche regioni in Italia che ancora non ha ottemperato a questa facoltà - spiega Fardelli - Pertanto, la giornata di oggi è utile anche per sollecitare la politica a dare al difensore civico questa opportunità, che già noi svolgiamo ogni giorno, perché sulla mia scrivania arrivano istanze di tanti cittadini che chiedono dignità e rispetto degli stessi”.
“I giovani studenti delle scuole fanno parte di un progetto dove sono cittadini attivi e protagonisti della vita delle istituzioni. Il Difensore civico cerca di dialogare con i giovani e con gli studenti, cercando di creare una sorta di formazione sul capitale umano, in quanto loro saranno i cittadini del domani e con la loro partecipazione oggi fanno parte di un progetto che è denominato ‘Il Difensore civico tra i banchi di scuola’, una sorta di educazione civica multidisciplinare dove è il Difensore civico a presentarsi e che rappresenta ruoli e funzioni”, conclude.

“E’ fondamentale non solo la presenza, ma anche il lavoro che fa il Difensore civico per tutelare il diritto alla salute dei cittadini. Purtroppo, in questo momento, troppi cittadini, anche nella nostra regione, non riescono ad accedere alle cure. Per tanti motivi: dai problemi economici, alle difficoltà, alla lungaggine delle liste d'attesa”. E’ quanto affermato da Rodolfo Lena, consigliere regionale e vice presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali della Regione Lazio, al convegno ‘Il Difensore civico come Garante del Diritto alla Salute: quali scenari possibili’, svoltosi presso la Sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio a Roma. L’iniziativa ha promosso una riflessione sul ruolo del Difensore civico nella tutela del diritto alla salute. Ispirata alla Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), approfondisce funzioni e responsabilità del Garante del diritto alla salute e mira a favorire il dialogo tra istituzioni, esperti e cittadini per individuare strumenti concreti che rendano più effettiva la tutela di questo diritto fondamentale.
“Vi è un problema serio, parliamo di quasi 700mila abitanti nella nostra regione che non riescono a curarsi - spiega Lena - Il Difensore civico è quel tramite importante tra la necessità dei cittadini e il bisogno di dare sanità ai nostri cittadini della regione. Pertanto, il lavoro che svolge è fondamentale per mettere in contatto la domanda e l'offerta”.
“Noi stiamo diventando un paese di anziani, c'è una denatalità importante nella nostra regione, ma i giovani non sono il nostro futuro, sono il nostro presente e come tale devono entrare nelle tematiche, negli argomenti e nelle problematiche che vivono i cittadini quotidianamente. Pertanto, farli assistere, e far capire loro esattamente quali sono le difficoltà per l'accesso alle cure dei cittadini ed entrare all'interno di un difficile sistema sanitario è importante per costruire il loro presente e il loro futuro”, conclude.

“L’articolo 32, disciplina il diritto fondamentale della salute, che è un diritto che va reso esigibile. Il nostro ordinamento disciplinerà le Regioni come gestori del servizio sanitario ed è per questo che oggi ci troviamo a questo importante convegno organizzato dal Difensore civico, perché le Regioni svolgono un ruolo di organizzazione e gestione e lo Stato disciplina i livelli essenziali di assistenza e finanzia il Fondo sanitario nazionale con il riparto tra le Regioni”. Sono le parole di Egidio Schiavetti, responsabile della Segreteria Tecnica del Presidente del Consiglio Regionale del Lazio nel corso del convegno ‘Il Difensore civico come Garante del Diritto alla Salute: quali scenari possibili’, svoltosi presso la Sala Mechelli del Consiglio regionale del Lazio a Roma. L’iniziativa ha promosso una riflessione sul ruolo del Difensore civico nella tutela del diritto alla salute. Ispirata alla Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017), approfondisce funzioni e responsabilità del Garante del diritto alla salute e mira a favorire il dialogo tra istituzioni, esperti e cittadini per individuare strumenti concreti che rendano più effettiva la tutela di questo diritto fondamentale.
“Il ruolo delle professioni è fondamentale, così come è importante il ruolo di mediazione che può svolgere il difensore civico - spiega Schiavetti - Il difensore civico svolge un ruolo importante in molte materie e oggi, farlo anche nel mondo della salute, come tutela e garante dei diritti dei cittadini, è un elemento importante poiché, in questo settore, il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione deve essere mediato nel migliore dei modi”. “Sono trent'anni che seguo le tematiche che riguardano la sanità, dal Consiglio regionale e dalla Giunta e in questi anni il rapporto tra cittadini e servizio sanitario si è modificato molto: Cittadinanza Attiva, organizzazione di supporto dei cittadini, ad esempio, una volta si chiamava Tribunale dei diritti del malato. Era una modalità quasi già di contenzioso con la pubblica amministrazione. Poi, il ruolo anche di evoluzione del mondo dell'associazionismo dei pazienti, l'associazionismo dei cittadini, degli stakeholder, si è maturato molto e quindi ad oggi c'è un rapporto sempre positivo, che va costruito - sottolinea - Nella Regione Lazio il maggior numero di segnalazioni all'Ufficio relazioni con il pubblico della Giunta avviene sul tema della sanità, perché i cittadini sanno che è la Regione che gestisce la sanità, attraverso le aziende sanitarie locali: abbiamo, complessivamente, dieci Asl nel Lazio e abbiamo delle aziende ospedaliere che gestiscono soprattutto le prestazioni sanitarie, come la grande azienda ospedaliera universitaria”.
“Pertanto, disponiamo di un sistema complesso che va governato in rapporto anche con la comunicazione di sanità. Un tema molto delicato, soprattutto con l'avvento dei social. Molti di voi, utilizzano spesso quello che viene definito ‘dottor Google’, cioè pensare di capire attraverso un'informazione mediata dai social alcune cose, che, invece, sono complesse. Ne è un esempio il rapporto difficile tra il mondo e le professioni sanitarie, dove c'è molta fiducia, ma allo stesso tempo molta conflittualità - continua Schiavetti - la violenza stessa nei confronti degli operatori nasce da una disinformazione e da una cattiva gestione del rapporto. Gli operatori, spesso, vivono situazioni di stress e di burn out, come vengono definite in gergo. Pertanto, è necessario capire il clima che molte volte si vive all'interno dei reparti e dei pronto soccorso. Si tratta di una cultura del rapporto di mediazione con la pubblica amministrazione e con la sanità, che secondo aiuta”.
“Oggi è un'importante giornata proprio per dire che il difensore civico può diventare anche nel Lazio garante della salute dei cittadini, ma soprattutto garante del diritto fondamentale, che è quello della salute. Penso che sia una figura utile a tutti, soprattutto anche a chi gestisce il servizio sanitario, perché aiutare a lavorare meglio tutti e aiutare i cittadini significa anche ridurre un contenzioso spesso forzato, anche in modo utilitaristico. I cittadini vanno tutelati e penso che la cosa migliore sia dare al difensore civico, a Marino Fardelli, questo ruolo”, conclude.

Bayer annuncia che acoramidis è ora rimborsato in Italia per il trattamento dell'amiloidosi da transtiretina (Attr), sia nella forma 'wild type' sia variante, in pazienti adulti con cardiomiopatia (Attr-Cm). L'accesso alla terapia attraverso il Servizio sanitario nazionale segna "un passo importante per una malattia rara progressiva e spesso sottodiagnosticata", si legge nella nota. La rimborsabilità da parte dell'Agenzia italiana del farmaco segue le approvazioni delle autorità regolatorie statunitense (Fda, novembre 2024) ed europea (Ema, febbraio 2025).
L'amiloidosi cardiaca da transtiretina - spiega l'azienda - è caratterizzata dal deposito nel cuore di fibrille amiloidi derivanti dalla proteina transtiretina (Ttr), con impatto negativo sulla funzione cardiaca. La malattia può manifestarsi con sintomi comuni ad altre cardiopatie, come affaticamento persistente, dispnea anche a sforzi leggeri, aritmie o sincope, rendendo la diagnosi complessa. Spesso anni prima del coinvolgimento cardiaco possono comparire manifestazioni sistemiche come sindrome del tunnel carpale bilaterale, disturbi della colonna lombare o sintomi neuropatici. Riconoscere questi segnali è fondamentale per intercettare la malattia nelle fasi iniziali, quando il cuore non ha ancora sviluppato un danno strutturale avanzato. Il miglioramento nella gestione dell'Attr-Cm deriva oggi dalla combinazione di una maggiore consapevolezza clinica e dall'impiego di strumenti diagnostici sempre più accurati, dall'imaging non invasivo ai test ematochimici e alle analisi genetiche, che consentono di identificare precocemente i pazienti a rischio e avviare percorsi terapeutici mirati. In questo contesto, acoramidis rappresenta un'innovazione farmacologica atta a migliorare il decorso della patologia. Sviluppato per stabilizzare la proteina transtiretina nella sua forma fisiologica, il farmaco riduce la formazione di fibrille amiloidi che si depositano nel miocardio, intervenendo direttamente sul processo patologico alla base dell'Attr-Cm.
"L'ingresso di acoramidis nella pratica clinica quotidiana rappresenta un avanzamento rilevante nella gestione dell'Attr-Cm - commenta Giovanni Palladini, medico internista, direttore del Centro amiloidosi sistemiche e malattie ad alta complessità della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, professore ordinario di Biochimica clinica e Biologia molecolare clinica all'università di Pavia - Avere un trattamento mirato che stabilisce un legame specifico con la transtiretina, dimostrando grande potenza e capacità di stabilizzare la proteina stessa, permette di intervenire con efficacia sul processo patologico e di costruire percorsi di cura strutturati. E' un passo importante per una malattia che richiede diagnosi precoci, monitoraggi attenti e terapie mirate".
"La rimborsabilità di acoramidis da parte di Aifa rappresenta un traguardo significativo per i pazienti con Attr-Cm, per le loro famiglie e per la comunità clinica - dichiara Simona Gatti, direttore medico di Bayer Italia - Questo risultato testimonia l'impegno costante e continuo di Bayer nel campo delle malattie cardiovascolari e la nostra volontà di rendere disponibili soluzioni innovative e accessibili a un numero sempre maggiore di pazienti".
La rimborsabilità di acoramidis - ricorda la nota - si basa sui risultati dello studio clinico registrativo 'Attribute-Cm' condotto su pazienti con Attr-Cm. Il trial ha raggiunto l'endpoint primario composito di mortalità per tutte le cause e ospedalizzazioni cardiovascolari, mostrando un miglioramento rispetto al placebo già dopo tre mesi di trattamento. Dopo 30 mesi il rischio combinato di mortalità e ricoveri cardiovascolari ricorrenti si è ridotto del 42% rispetto al placebo, mentre il tasso annualizzato di ospedalizzazioni cardiovascolari è risultato dimezzato. Il profilo di sicurezza è risultato complessivamente favorevole. Questi dati hanno supportato l'approvazione di Ema e il successivo riconoscimento della rimborsabilità in Italia, confermando il valore clinico di una terapia progettata per agire direttamente sul meccanismo alla base della malattia.
Assenti Fi e Lega, sul tavolo anche il decreto sulle rinnovabili... 
Rita De Crescenzo, tiktoker napoletana, famosa per 'l'assalto' a Roccaraso di inizio anno, che in queste elezioni regionali in Campania si è spesa molto per Forza Italia, non ha potuto votare. "Notizia, notizia ingiustizia, notizia shock: è successo che mi hanno tolto la residenza, è una cosa gravissima. Nella sede dove mi sono recata con mio marito e altri per votare" è successa "un'anomalia, un accanimento vero e proprio" perché "tre/quattro mesi fa mi hanno fatto votare, ho votato Conte", "non mi hanno trovato nella lista per votare", ha detto in un video sui social la tiktoker. "L'importante è che se ne parli", ha detto nella chiosa.

Dieci talenti internazionali, età ed esperienze diverse alle spalle. Ad unirli la voglia di fare la differenza, in Italia e in Europa. Dopo l'inaugurazione della stagione 2025/2026 sul parquet di gioco, la squadra di basket in carrozzina Volpi Rosse Menarini si presenta ufficialmente ai suoi tifosi con una formazione rinnovata. Questa mattina il Comune di Firenze ha accolto nello storico Palagio di Parte Guelfa i giocatori in gara per il campionato di Serie A Fipic e l'Eurocup 3.
Al Palavalenti e in trasferta il coach Antonino Savio Favano e l'aiuto-coach Antonio Calamai quest'anno guidano un gruppo di cestisti dai percorsi molto differenti. Dalla Spagna alla Finlandia, dalla Svezia alla Francia all’Italia passando per il Brasile, le Volpi Rosse Menarini possono contare su un team davvero internazionale. Il capitano Luciano Felipe Da Silva, Francesco Marotta, Bilal Oujedid e Carlos Anderson Silva Ferreira, i veterani, hanno accolto fra le loro fila Frédéric Bauche, Xabier Iragorri Alconada, Andrea Papi, Sini Paukkeri, Ludvig Sjöström e Matteo Veloce.
"Siamo orgogliosi di avere in città una realtà sportiva così importante - ha sottolineato l'assessora allo sport Letizia Perini - Le sfide dell'Eurocup si aggiungono a una stagione nel campionato di Serie A che già si presenta eccezionale. Le Volpi Rosse Menarini sono un punto di riferimento per Firenze, grazie alla capacità di coinvolgere e promuovere i valori dello sport e dell’inclusione. Voglio ringraziare il Gruppo Menarini che da anni sostiene questa realtà, la società, i suoi dirigenti, lo staff tecnico per il prezioso lavoro sul territorio che ha diffuso l’interesse per la pallacanestro in carrozzina, dimostrando che tutte le cittadine e i cittadini possono vivere lo sport come opportunità di crescita personale e collettiva. Invito i fiorentini a riempire le tribune del Palavalenti per sostenere con passione e calore la squadra che porterà alto il nome di Firenze in Italia e in Europa". L'assessora Perini ha poi rimarcato l'importanza del sostegno alle attività sociali e sportive del Gruppo Farmaceutico Menarini, "una grande realtà produttiva che onora con il suo lavoro Firenze".
"La pallacanestro in carrozzina è nella storia dello sport per persone disabili - ha dichiarato Massimo Porciani, vicepresidente vicario del Comitato Italiano Paralimpico e presidente del Cip Toscana - Ed è per me un grande onore vedere che nella mia regione ci sono squadre che rendono merito al movimento ed una che da anni lo onora giocando con sempre maggior vigore nella massima serie del campionato italiano. Gloria alle Volpi Rosse Menarini!"
Un team ora alle prese con le partite del campionato italiano che fungerà da banco di prova per l’Eurocup 3, in programma dal 12 al 15 marzo 2026 ad Amsterdam.
"Per quest'anno abbiamo scelto di puntare su giocatori con un importante potenziale di crescita, al fine di costruire una base solida per il futuro - ha spiegato Ivano Nuti, presidente delle Volpi Rosse Menarini - Il nostro obiettivo in Serie A è migliorare i risultati ottenuti nella passata stagione. Sul fronte europeo, invece, guardiamo con grande determinazione all'Eurocup di marzo, con il sogno di conquistare il torneo dei quarti di finale in Olanda". Nuti ha poi evidenziato l'importanza del sostegno del Gruppo Farmaceutico Menarini, "che offre un contributo fondamentale e insostituibile alla nostra attività".
Fondata nel 2005, la squadra delle Volpi Rosse Menarini è diventata negli anni un simbolo di crescita personale attraverso lo sport: la passione, il talento e la determinazione dei suoi atleti hanno trasformato ogni partita in un messaggio concreto di inclusione. Accanto a loro, dal 2011, il Gruppo Menarini continua a sostenere questo percorso come title sponsor, condividendone i valori di solidarietà ed etica sportiva.
"Come se fossero vasi comunicanti, le Volpi Rosse Menarini e il nostro Gruppo si scambiano ogni giorno l'un l'altro i valori in cui crediamo - hanno commentato Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini - La tenacia necessaria per migliorarsi continuamente e guardare con fiducia e impegno al futuro contraddistinguono questa squadra da sempre. Forza Volpi Rosse Menarini".
Ennio Troiano, direttore delle risorse umane globali del Gruppo Menarini, ha osservato durante la presentazione della squadra: "È un'emozione grandissima essere qui oggi, perché questa è un'avventura iniziata 14 anni fa: un percorso lungo, nel quale avevamo l'ambizione - poi realizzata di far conoscere lo sport e renderlo accessibile al maggior numero possibile di persone con disabilità sul territorio. Questo progetto è stato un veicolo straordinario di promozione e oggi possiamo sorridere, perché il risultato è stato raggiunto".
"L'aspetto più complesso per noi - ha continuato Troiano - è sicuramente quello logistico, ma la squadra è cresciuta enormemente, sia dal punto di vista sportivo che numerico, arrivando così a giocare in Serie A. Un campionato molto importante e impegnativo, ma la risposta del pubblico a Firenze è stata incredibile. Ancora oggi vediamo persone seguire la squadra con grande attenzione: questa è stata senza dubbio la sfida più grande. Il riconoscimento più importante, però, viene dal territorio. Il territorio ha compreso lo sforzo che Menarini sta facendo per le Volpi Rosse Menarini, seguendo la squadra con grande affetto. Questo è forse l'elemento più bello e significativo: quando ci fermano per strada o ci raggiungono in azienda semplicemente per dirci 'grazie', per noi è un segno prezioso di riconoscimento e sostegno".
Ma la storia delle Volpi Rosse Menarini non si ferma qui: accanto all'attività agonistica, la squadra promuove iniziative di inclusione e sensibilizzazione nelle scuole fiorentine, come i progetti "Oltre l'Ostacolo" e "Movimento in Allegria" sostenuti da Menarini. Un impegno che il gruppo farmaceutico estende oltre i confini italiani supportando la squadra spagnola di basket in carrozzina, Menarini Joventut di Badalona (Barcellona). Perché il vero traguardo è costruire, giorno dopo giorno, una comunità più consapevole e inclusiva.
Volpi Rosse Menarini nasce nel 2005 come associazione di promozione sociale e diventa Asd nel 2011, anno in cui inizia il supporto del Gruppo Menarini. Dal punto di vista sportivo, ha ottenuto risultati di grande rilievo nel basket in carrozzina. Dopo aver conquistato il terzo posto nel campionato italiano Under 22 e il titolo di campione d'Italia Uisp nella stagione 2017/18, la squadra ha continuato a crescere, arrivando seconda nel campionato italiano Under 22 e vincendo il torneo internazionale di Kavala in Grecia nella stagione successiva. A seguito della pausa forzata dalla pandemia, nella stagione 2020/21 ha trionfato nel campionato italiano Under 22 e nel campionato di Serie B, ottenendo la promozione nella serie maggiore. Nelle stagioni seguenti ha consolidato la sua presenza in Serie A, chiudendo l’annata 2021/22 all’ottavo posto, mentre nel 2022/23 è arrivata sesta in campionato e ha trionfato nel Tournament di Eurocup 3 in Francia. Nel 2023/24 ha raggiunto il quinto posto in Serie A e il secondo posto in Eurocup 3 in Spagna; nella stagione passata (2024/25) ha ottenuto il quinto posto in Serie A confermandosi come una realtà sempre competitiva.

"Accanto alla nostra missione di portare innovazione dove finora non esistevano soluzioni terapeutiche o opportunità di prevenzione, sentiamo forte la responsabilità di diffondere conoscenza su temi di grande impatto per la salute. Lo facciamo esplorando canali e linguaggi diversi, dalla comunicazione istituzionale ai social media, dai programmi educativi alle partnership con società scientifiche e associazioni pazienti, convinti che solo così si possa raggiungere un pubblico sempre più ampio". Attraverso il racconto autentico ed emozionante, "mettendo al centro le persone e le loro esigenze", è possibile promuovere "consapevolezza, favorire diagnosi più tempestive e sostenere percorsi di cura più efficaci". Lo ha detto Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di Msd Italia, commentando il lancio del docufilm 'Il bagaglio', promosso dall'azienda insieme alle associazioni Andos onlus nazionale, Europa donna Italia, Fondazione Incontradonna, Komen Italia e Salute donna Odv. Il docufilm non racconta l'esperienza in modo indiretto, ma dà voce alla protagonista, Martina, che ripercorre in prima persona il momento della diagnosi e il suo percorso di cura. E' lei a trasmettere allo spettatore le emozioni più profonde che seguono una diagnosi di cancro, diversa per ogni donna, e affrontata in modo unico da chi la riceve.
"Msd rafforza la collaborazione con istituzioni, comunità scientifica e territorio, per trasformare l'informazione di qualità in azioni concrete a beneficio dei pazienti - aggiunge Luppi - Crediamo nel potere delle storie. Il cinema, con il suo linguaggio universale ed emotivo, è uno strumento potente per sensibilizzare e promuovere comportamenti di prevenzione e corretta informazione".

La violenza sulle donne continua la sua drammatica escalation con un aumento nel 2025 rispetto all'anno precedente. Ma dietro questo dato spaventoso, ce n'è un altro che fa ugualmente paura: quello delle donne che provano a liberarsi da un partner violento che non accetta la decisione e si vendica infliggendo una punizione per l'abbandono e segni indelebili che cambieranno per sempre la vita della vittima. In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre, il progetto RigeneraDerma, nato da un'idea di Maurizio Busoni, ricercatore e docente del master di Medicina estetica dell'università di Camerino e dell'università di Barcellona, offrirà a 500 persone la cura gratuita delle cicatrici con Biodermogenesi, metodologia per la rigenerazione dei tessuti cutanei al 100% italiana presente in 32 Paesi nel mondo. Un percorso di rinascita che ha già aiutato Filomena Lamberti, Maria Antonietta Rositani e Pinky: tutte hanno beneficiato delle cure gratuite del progetto RigeneraDerma che si pone un nobile obiettivo: riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere.
Chi può aderire? Oltre alle donne vittime di violenza - spiega una nota - il progetto è aperto anche a persone di entrambi i sessi economicamente svantaggiate. Per tutti le terapie saranno erogate interamente pro-bono. Non potranno essere coinvolti: pazienti affetti da dismorfofobia; pazienti psicologicamente non stabili; pazienti non sani; pazienti con reddito medio, medio/alto o alto.
"RigeneraDerma ci mette di fronte persone devastate da coloro che dichiaravano di amarle. Il nostro obiettivo è aiutarle giorno dopo giorno a ritrovare fiducia in se stesse e negli altri, intraprendendo un percorso destinato a migliorarne le cicatrici, a mitigarne le conseguenze psicologiche e a migliorare il loro livello di qualità della vita", dichiara Busoni.
La nota ripercorre le storie di alcune delle donne che RigeneraDerma ha aiutato. Filomena Lamberti è stata la prima donna in Italia vittima di acido, che le fu versato nella notte dall'ex marito su testa, volto, mani e décolleté. Dopo essere stata tra la vita e la morte ed essere stata sottoposta a ben 30 interventi, Filomena presentava anche danni funzionali e problemi respiratori per via della retrazione del naso. A 10 anni di distanza da quel tragico episodio, grazie ai trattamenti pro bono ha riacquistato la sensibilità dei tessuti, tanto da riuscire a "sentire nuovamente il vento sul volto", come lei stessa ha raccontato. I risultati ottenuti sono stati pubblicati su una rivista specialistica, 'Bioengeneering'.
Maria Antonietta Rositani è scampata al tentativo di omicidio da parte dell'ex marito che le diede fuoco nel 2019 a Reggio Calabria. Dopo 20 mesi in ospedale tra terapia intensiva e decine di interventi chirurgici, la donna presentava ustioni di III grado sull'80% del corpo, diffuse sugli arti inferiori, con fibrosi estese e profonde. Aveva difficoltà a muovere le gambe e problemi anche semplicemente a stare ferma in piedi. Grazie alle cure ricevute, oggi racconta commossa: "Ora inseguo felice la mia nipotina". Da un punto di vista clinico sono state documentate la ricomparsa del reticolo venoso superficiale, ripresa della sudorazione e della sensibilità, ricomparsa dei peli. Un risultato mai registrato in letteratura medica prima d'ora, si evidenzia nella nota, pubblicato su 'Bioengeneering'.
Parvinder Aoulakh, nota a tutti come Pinky, è la donna di origine indiana, cresciuta in Italia, aggredita dall'ex marito con un combustibile e poi con le fiamme davanti ai propri figli di 2 e 5 anni. L'India - si legge - è un Paese in cui, purtroppo le donne sono quotidianamente aggredite con acido e date alle fiamme dai mariti, anche semplicemente perché il coniuge è stanco di loro e per poterle ripudiare ha prima bisogno di sfigurarle.
"RigeneraDerma si pone una mission nobile, cui ogni medico dovrebbe voler aderire, quasi come se fosse una volontà istintiva - afferma Salvatore Marafioti, senologo, chirurgo generale ed estetico, tra i primi ad aderire pro bono a RigeneraDerma - Sulle vittime di violenza abbiamo ottenuto risultati incredibili. Il contatto con queste donne, con le loro storie e il loro dolore ha arricchito me e i colleghi che hanno messo a disposizione pro bono tempo e professionalità, sia da un punto di vista professionale che sotto il profilo umano. Non credo esistano altre realtà di supporto in grado di ottenere risultati di questa portata".
Dallo scorso 3 novembre Biodermogenesi, con il progetto RigeneraDerma, è partner ufficiale della Polizia di Stato per offrire un aiuto concreto alle donne vittime di violenza. Secondo il protocollo d'intenti, "il progetto RigeneraDerma, volto alla terapia pro-bono delle cicatrici di donne oggetto di violenza di genere o domestica, basato sull'uso di Biodermogenesi, è partner ufficiale della Polizia di Stato, con la quale collabora al fine di curare tali donne e di organizzare e promuovere attività di formazione ed informazione, convegni, workshop, tavole rotonde, con il coinvolgimento di primari esponenti del mondo scientifico e accademico, per promuovere la cultura della prevenzione e la tutela delle fasce più deboli, ma anche della comunità tutta, contro lo stalking, mobbing e bullismo, attraverso l'interazione di più professionisti con competenze diverse, che si interfacciano per offrire strumenti di risoluzione del problema a 360 gradi".
Successo dell'ultima tappa del progetto ideato da Ierfop... 
Orietta Berti, Martina Colombari e Filippo Magnini sono gli ospiti di Belve nella puntata del programma condotto da Francesca Fagnani e in onda domani, 25 novembre, alle 21.20 su Raidue. Con Colombari e Magnini, ampio spazio ai concorrenti di Ballando con le stelle. La trasmissione si aprirà con un omaggio a Ornella Vanoni, morta venerdì 21 novembre all'età di 91 anni. Prevista ancora una sorpresa speciale con Maria De Filippi.
Non mancherà, come di consueto, la sigla di chiusura con tutti i fuori onda, uno dei momenti più attesi dal pubblico di “Belve”.
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