
(Adnkronos) - Posizionamento internazionale, business, formazione e networking. Questi i quattro capisaldi di Vicenzaoro September, su cui poggia il successo globale della manifestazione b2b di Italian Exhibition Group (IEG). Il salone internazionale della gioielleria, oreficeria e orologeria si chiude oggi con un +3% di buyers sull’edizione di settembre 2024 e, come per l’edizione di gennaio, richiama a Vicenza tutta la filiera del gioiello. Vicenzaoro consolida il proprio posizionamento internazionale anzitutto sui mercati chiave per l’export: Stati Uniti (+2%) ed Emirati Arabi (+21%). Complessivamente sono 130 i Paesi di provenienza dei visitatori, con Spagna, Francia e Germania che vanno a rappresentare le maggiori presenze estere. Raddoppiate quelle dall’Australia, in crescita quelle da Cina, Hong Kong, Giappone e Brasile. Novità assoluta per le presenze da 15 nazioni, tra le quali Bolivia, Madagascar, Macao, Mozambico, Nicaragua, Repubblica Dominicana.
Con oltre 1.200 gli espositori (per il 60% italiani), da 30 Paesi, Vicenzaoro September ha segnato un nuovo sold out grazie alla proposta completa di filiera, rivelatasi ancora una volta attrattiva, nonostante l’incertezza geopolitica. Oltre alla visitazione spontanea in fiera, l’incontro tra domanda e offerta si è strutturato a partire dai 605 buyer ospitati - grazie al programma di incoming di ICE Agenzia - provenienti da 63 Paesi con in testa Stati Uniti, Emirati Arabi e Francia. E la stretta collaborazione con la direzione della sede vicentina di IEG ha garantito la “navigabilità” interna, a favore del business, anche in concomitanza con il cantiere per l’ampliamento del quartiere che procede nel pieno rispetto del cronoprogramma.
Vicenzaoro September - continua la nota - "si è distinta come piattaforma formativa a 360° per il settore orafo-gioielliero e orologiero. Per interpretare il contesto mutevole in cui l’industry del gioiello oggi compete, occorrerebbe percorrere infinite distanze". Mentre a Vicenzaoro, a pochi metri dal proprio stand, il mondo ha raccontato questo cambiamento, le tendenze, le prospettive in un calendario di appuntamenti variegato e autorevole, preceduti dal successo della tre giorni di The Vicenza Symposium, in Basilica Palladiana, in centro città, dove si è ritrovata da 15 paesi la comunità scientifica internazionale delle tecnologie di lavorazione dei metalli preziosi. Dopo il business in fiera, Vicenzaoro è stata l’occasione per consolidare il valore dei contatti e della rete di relazioni che si creano tra le persone anche tra i tesori architettonici e le bellezze. Il programma di eventi del ViOff realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale ha reso più ampia e suggestiva l’esperienza del soggiorno in città per tutti gli ospiti internazionali della manifestazione di IEG.
Con l’esordio dell’edizione settembrina, VO Vintage ha raddoppiato e amplificato il suo successo. Quattro giornate di immersione nelle bellezze della gioielleria e orologeria vintage che hanno conquistato il pubblico di appassionati e collezionisti. E poi eventi e talk a completarne l’appeal. Un successo che ha confermato la bontà della strategia di IEG su questo evento.
Partner strategici di VO sono MAECI e Agenzia ICE per l’attività di incoming di buyers dai mercati chiave. Partner internazionali sono CIBJO – Confederazione Mondiale della Gioielleria, GJEPC India - Gem and Jewellery Export Promotion Council, HKJJA - Hong Kong Jewellery & Jade Manufacturers Association, Francéclat. Partner nazionali: Confindustria Federorafi, Confartigianato Orafi, Confcommercio Federpreziosi, CNA Orafi, Club degli Orafi Italia, Confimi Industria Categoria Orafa ed Argentiera, Assogemme, Assocoral, AFEMO – Associazione Fabbricanti Esportatori Macchinari per Oreficeria. Rappresentanze istituzionali: Regione Sicilia e Regione Campania.
La Jewellery Agenda di IEG prosegue con il JGTD – Jewelry, Gems and Technology in Dubai dall’11 al 13 novembre. Per l’Italia l’industry del gioiello si ritroverà nei distretti produttivi per il Valenza Gem Forum, il 10 ottobre, e al Summit del Gioiello Italiano ad Arezzo il 4 e 5 dicembre. Vicenzaoro January torna ad aprire il calendario fieristico internazionale di settore dal 16 al 20 gennaio 2026 e avrà tra i suoi eventi una novità: la proclamazione dei vincitori della prima edizione dei VO Awards, riservato a designer e aziende espositrici.
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(Adnkronos) - Lo scudo penale per i medici? "Aspettiamo di vedere cosa uscirà dal percorso parlamentare". Sul fronte aggressioni nei pronto soccorso, "sappiamo che il nostro lavoro è a rischio, ma vediamo che spesso non vengono applicate le norme". Quanto allo stop ai medici gettonisti, "alcune Regioni si sono organizzate, altre mi risulta che stiano valutando di chiedere deroghe ai prefetti per mantenere i servizi aperti. Occorre far diventare attrattivo il lavoro nel Servizio sanitario nazionale". Così all'Adnkronos Salute Alessandro Riccardi, presidente nazionale della Simeu, la Società italiana di medicina d'emergenza-urgenza, che fa il punto su recente via libera in Cdm al Ddl professioni sanitarie e su alcuni dei nodi ancora irrisolti del Ssn. E sulla legge di Bilancio di cui si inizierà a discutere nelle prossime settimane, "speriamo che ci sia una svolta", auspica Riccardi. "Qualcosa si è iniziato a vedere dallo scorso anno, ma le risorse messe in campo per la medicina d'emergenza non bastano. Notiamo - aggiunge - che alcuni colleghi si riaffacciano e accettano incarichi, ma siamo sempre in una precarietà a macchia di leopardo. Pochi voglio lavorare nelle zone disagiate, per questo occorre ragionare sul diversificare i compensi, incentivare chi sceglie di spostarsi".
Tornando allo riforma della responsabilità penale dei medici, "credo che si dovrà aspettare di leggere il testo definitivo - osserva il presidente Simeu - Se si prevederà che il pm stabilisca una commissione con i periti di parte per valutare la colpa grave, sarà effettivamente uno scudo penale. Ma se la colpa grave verrà stabilità da un giudice, il rischio è che diventi un concetto aleatorio. Se la valutazione sarà inserita in fase di dibattimento, per il medico non cambia nulla rispetto ad oggi".
A luglio un'indagine della Simeu - a cui hanno partecipato i direttori di 153 strutture di Medicina d'ermegenza urgenza - ha evidenziato che mancano non meno di 3.500 dirigenti medici. "Dallo scorso anno abbiamo visto piccoli passi per alleviare la crisi dei pronto soccorso, utili, ma non la soluzione - puntualizza Riccardi - Si dovrebbe mettere mano ad alcuni punti: una svolta nelle retribuzioni per rendere attrattivo il lavoro, il riconoscimento di lavoro usurante ad oggi ancora al palo, e lo snellimento di una burocrazia farraginosa che non permette un agile gestione dei fondi i concorsi".
Le aggressioni agli operatori sanitari, spesso nei pronto soccorso, non sembrano diminuire a fronte di interventi legislativi che hanno inasprito le pene. "Alcune regioni, il Piemonte e la Liguria - evidenzia il presidente Simeu - hanno deciso di costituirsi parte civili in ogni denuncia che coinvolga un dipendente pubblica di area a rischio che viene aggredito. Sono iniziative che provano a fermare questo fenomeno. Noi siamo contro la militarizzazione dei pronto soccorso, però gli operatori devono essere tutelati, sul piano legale, ma anche con la certezza della pena nei confronti dei violenti".
Il 31 luglio è scattato lo stop al rinnovo dei contratti alle cooperative che gestiscono i cosidetti medici gettonisti, professionisti a chiamata utilizzati per colmare i vuoti di personale in reparto. "Tante realtà hanno superato questo sistema con i contratti ai colleghi libero-professionisti, equiparabili oggi agli strutturati. C'è una commissione che valuta i curricula e poi seleziona. Direi - conclude Riccardi - che questa rappresenta una possibilità per mantenere aperti i servizi. Se non rendiamo attrattivo il lavoro nella sanità pubblica, con tutele e stipendi adeguati, sarà difficile in futuro trovare medici disponibili a lavorare in pronto soccorso".

(Adnkronos) - Inaugurata in Etiopia la Grand Ethiopian Renaissance Dam (Gerd), il più grande progetto idroelettrico mai realizzato in Africa. Un’opera monumentale progettata e realizzata da Webuild, che segna l’inizio di una nuova era per il Paese, proiettandolo al centro della transizione verde del continente. Alla cerimonia ufficiale hanno preso parte Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, al fianco del Primo Ministro etiope Abiy Ahmed Ali e dei capi di Stato dei paesi africani che con l’Etiopia condividono uno scopo comune di crescita e unità.
Per le dimensioni straordinarie e la complessità ingegneristica senza precedenti, Gerd, commissionata dal cliente Ethiopian Electric Power, si afferma come una delle opere infrastrutturali più ambiziose e avanzate realizzate a livello globale negli ultimi anni. Con una capacità installata di oltre 5.000 Mw e una produzione annua attesa di 15.700 Gwh, Gerd è in grado di generare energia per una quantità equivalente a tre centrali nucleari di medie dimensioni. Il bacino artificiale, lungo 172 chilometri, può contenere fino a 74 miliardi di metri cubi d’acqua, dimensioni che rendono Gerd il progetto idroelettrico più grande d’Africa.
La diga principale è alta 170 metri e lunga 1.800 metri alla sommità ed ha un volume di 10,7 milioni di metri cubi di calcestruzzo, detenendo per questo il record assoluto come la più grande diga a gravità in Rcc mai costruita in Africa per volume dello sbarramento. Il cantiere ha inoltre stabilito un record mondiale il 28 dicembre 2014, posando 23.000 metri cubi di calcestruzzo di tipo Rcc (rullato compattato) in sole 24 ore, risultato dell’eccellenza ingegneristica e organizzativa del progetto.
Gerd è un’opera che ha contributo a trasformare il territorio, generando un impatto economico e sociale positivo sui territori: attorno al cantiere è nata una vera e propria città, con un ospedale, due ambulatori attrezzati, una scuola, impianti sportivi, una fabbrica per la produzione di injera – piatto tradizionale etiope – e infrastrutture viarie che resteranno come eredità per le comunità locali. Oltre 25.000 persone, in gran parte etiopi, hanno lavorato alla costruzione del progetto, acquisendo competenze e professionalità che potranno applicare anche in altri progetti futuri.
Il progetto idroelettrico incarna la realizzazione di una visione di lungo periodo, e rappresenta uno strumento di crescita del Paese, in linea con gli obiettivi del Piano Mattei del Governo Meloni, che punta a coinvolgere imprese italiane su grandi progetti funzionali allo sviluppo dei paesi africani. La realizzazione di Gerd si inserisce in un percorso che vede Webuild protagonista in Etiopia da oltre 70 anni, con 30 progetti completati, in particolare nel settore idroelettrico. Tra questi, ci sono il Beles Multipurpose Project, con una centrale idroelettrica sotterranea – la più grande del Paese al momento della sua inaugurazione – e la diga Gibe III sul fiume Omo, alta 250 metri, che al momento della sua apertura era la diga in Rcc più alta al mondo. È attualmente in corso la costruzione della diga di Koysha, il secondo progetto idroelettrico più grande dell’Etiopia dopo Gerd, che contribuirà ulteriormente alla transizione energetica del Paese.
Con Gerd, Webuild conferma la sua leadership globale la sua capacità di consegna di grandi infrastrutture complesse e sostenibili. Il suo track record include la realizzazione di 318 dighe e impianti idroelettrici nel mondo, per una capacità totale di 53.659 Mw. Ai progetti idroelettrici realizzati si affiancano anche i progetti che il Gruppo ha attualmente in corso, che garantiranno 14.000 Mw di nuova capacità installata e forniranno energia pulita e accessibile a basso costo a milioni di persone in tutto il mondo, contribuendo a evitare l’emissione di 13 milioni di tonnellate di Co2 all’anno. L’inaugurazione della Grand Ethiopian Renaissance Dam rappresenta una nuova tappa nel percorso di avanzamento e completamento dei progetti del Gruppo Webuild, che da inizio anno ha portato a termine oltre 10 progetti su scala globale, a conferma della solida capacità di delivery del Gruppo. Oltre a Gerd, tra questi progetti ci sono una tratta strategica della Interstate 275 in Florida (Usa), il nuovo Ospedale di Monopoli-Fasano in Italia e il progetto di risanamento ambientale Riachuelo a Buenos Aires (Argentina).
Link alla nota stampa: https://www.webuildgroup.com/media/comunicati-stampa/inaugurata-la-grand-ethiopian-renaissance-dam-gerd/
Documentario GERD: https://www.youtube.com/watch?v=jQwJzdexyQo
Gerd in numeri: https://www.youtube.com/watch?v=rq4sfHqvvYs
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(Adnkronos) - In Italia quasi 1,5 milioni di persone soffrono di demenza, un numero destinato ad aumentare nei prossimi anni. Dietro di loro ci sono altrettante famiglie che oggi "hanno una risposta frammentata perché nel Paese esistono tanti sistemi sanitari regionali. E questo è un problema, perché ci sono amministrazioni attente al problema e altre meno. I centri specializzati pubblici esistono, ma non tutti sono in grado di dare supporto e così una famiglia si ritrova da sola davanti ad una diagnosi di demenza - può essere senile o per l'Alzheimer - e il primo problema è la carenza di informazioni sui percorsi sul territorio. I più fortunati entrano in contatto con le associazioni come la nostra che possono dare una mano, ma vediamo che i medici di famiglia sono poco informati e la presa in carico del paziente fallisce mentre dovrebbe essere a 360 gradi. In più l'Italia sconta la mancanza di una legge sulla non autosufficienza e di una normativa sui caregiver, e in ultimo aspettiamo il nuovo Piano nazionale delle demenze che ci auguriamo arrivi entro la fine dell'anno, soprattutto con risorse adeguate. In questo modo le Regioni avranno degli indicatori di performance da seguire e non avranno alibi". Lo dichiara all'Adnkronos Salute Mario Possenti, segretario generale della Federazione Alzheimer Italia e vicepresidente di Alzheimer Europe. Il 21 settembre è la Giornata mondiale dell'Alzheimer istituita nel 1994 dall'Organizzazione mondiale della sanità e da Alzheimer's Disease International.
"In una prima fase della malattia la persona può anche rimanere sola per qualche ora al giorno ed è abbastanza autonoma - spiega Possenti - ma con il passare del tempo le cose cambiano e c'è necessità di un aiuto nella gestione del paziente, che oggi ricade quasi del tutto sulle famiglie e i caregiver che di fatto diventano le mogli, i mariti o i figli".
Sul territorio però esistono le Comunità amiche delle persone con demenza. "Sono città, Paesi o porzioni di territorio in cui le persone con demenza sono rispettate, comprese, sostenute e fiduciose di poter contribuire alla vita della comunità", descrive l'esperto. Ispirato al modello inglese di Alzheimer's Society, il progetto Dementia Friendly Community è nato nel 2016 nell'ambito di Dementia Friendly Italia con l'obiettivo di costituire un supporto locale che faccia dell'inclusione, della lotta allo stigma e del concetto di rete territoriale una continua missione. "Oggi sono oltre 60 in tutta Italia, noi le certifichiamo e stanno aumentando - continua Possenti - Ogni comunità gestisce le proprie iniziative e mette a sistema i vari 'attori', il Comune, le associazioni, i commercianti, per creare una comunità sensibile verso le persone con demenza. Così da farli vivere più sereni".
Passi avanti si stanno facendo anche per rendere gli ospedali più inclusivi. "Stiamo lavorando a linee guida per un accesso migliore nei nosocomi", riferisce il segretario generale della Federazione Alzheimer Italia. Poi c'è la tecnologia: "Sta partendo un trial randomizzato per una 'App' in grado di stimolare le persone e che le aiuti a rallentare i sintomi del decadimento neurologico anche a domicilio". Ancora, ci sono altre esperienze come i musei dedicati alla persone con demenza: "In Toscana esistono realtà di questo tipo strutturate per accoglierle". Esiste poi la possibilità di diventare Amico delle persone con demenza: "Attraverso un vero e proprio percorso formativo che affronta i principali temi medici e comportamentali in modo semplice e immediato, chiunque può formarsi e dimostrare come anche la conoscenza e la vicinanza possono concretamente dare un aiuto a coloro che affrontano la malattia", riferisce Alzheimer Italia.
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(Adnkronos) - "Telespettatrice, amica generosa e amica tirchia, che cosa ti va a proporre oggi la tua amica Veronika? Un'offerta nuova, che non può mancare nelle tue case. Dice che è? Guerrierò, tutto coraggiosene cotto a legna", "se lo stringi forte te ricarica i chakra e lo spazzolino". "Questi non sono bambini, ma angeli speciali su ruote". Torna sugli schermi l'improbabile venditrice interpretata dalla comica Lucia Ocone, ma stavolta non è per rifilare un 'pacco' dei suoi. E' per una buona causa. In total look color fucsia per l'occasione, nella sua ultima televendita propone un affare imperdibile: "E' Guerrierò, tutto Made in famiglie Sma", urla, e accanto a lei si materializza un bambino che dalla sua sedia a rotelle la guarda come fosse una matta. E' 'on air' la nuova irriverente campagna dell'associazione Famiglie Sma. Il messaggio? "Ci chiamano eroi, mitici, speciali. Ma siamo persone vere con bisogni concreti. E il pietismo non è fra questi. Quindi non chiamarci guerrieri, ma aiutaci a combattere" l'atrofia muscolare spinale.
La campagna usa l'arma dell'ironia, nel solco di quella che è ormai una tradizione per l'associazione che in passato ha arruolato anche Checco Zalone per far arrivare al cuore delle persone i suoi appelli. Quest'anno tocca alla folle televendita di Veronika 'Per il numero verde Stella che non vuole eroi'. Una carrellata di 'proposte business' dissacranti che ha l'obiettivo di far riflettere, fra una risata e l'altra, oltre a chiedere un sostegno concreto per combattere questa malattia genetica rara che ogni anno colpisce in Italia circa 40-50 bambini, e per potenziare il servizio di assistenza che risponde a domande mediche, normative e legali. Fino al 20 settembre, spiega Famiglie Sma presentando il video, sarà attivo il numero solidale 45585.
Intanto lo show di Veronika va avanti. La venditrice spiega tutti i possibili usi di Guerrierò: "Pratico fermaporta" per far asciugare i pavimenti in un attimo, e se si vuole fare una bella passeggiata in centro ("See lallero, e quando lo trovo parcheggio?") c'è il "particolare brevetto che ti diventa parcheggio libero" e mostra il pass per le persone con disabilità. In un crescendo di ironia arriva l'ultima 'offertona': siccome Veronika si sente "proprio generosa", alle ultime 10 telefonate mette in omaggio anche "il Cd 'Ammazza che forza che c'hanno', il kit 'Senso di colpa express'", e pure un "Guerrierò 'vintage'". Segue l'appello finale: "Daje, manda 'sto Sms al numero in sovrimpressione. E dona, daje un po'".
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(Adnkronos) - Oltre 140 centri sanitari distribuiti su tutto il territorio nazionale (più uno in Albania) aderiscono alla XIII Make Sense Campaign, l'iniziativa europea di sensibilizzazione e prevenzione dei tumori del distretto testa-collo che è stata presentata oggi a Roma nella sala Caduti di Nassirya del Senato. Nel corso dell'evento sono intervenuti la senatrice Paola Ambrogio, membro della 5a Commissione permanente Bilancio, e i senatori Francesco Zaffini, presidente della 10a Commissione permanente Affari sociali, Guido Quintino Liris, membro della 5a Commissione permanente Bilancio, oltre a esperti e rappresentanti del mondo sanitario. La campagna, in calendario dal 15 al 20 settembre 2025 e promossa nel nostro Paese dall'Associazione italiana di oncologia cervico-cefalica Ets (Aiocc) - informa una nota - coinvolgerà una vasta rete di strutture pubbliche e private tra cui ospedali, cliniche, aziende sanitarie (elenco completo su aiocc.it), che in quei giorni renderanno disponibili visite specialistiche per la popolazione.
Due gli obiettivi principali dell'iniziativa: educare il pubblico sui sintomi e i fattori di rischio delle neoplasie testa-collo per favorirne il riconoscimento tempestivo, e sottolineare l'importanza della prevenzione, promuovendo un messaggio che va oltre la singola settimana di iniziative, per incoraggiare pratiche di controllo e stili di vita sani ogni giorno, tutto l'anno. Quest'anno tutte le Regioni d'Italia e anche la Repubblica di San Marino, oltre all'Albania, parteciperanno proponendo giornate di diagnosi precoce: Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia, Veneto sono le regioni con la più alta concentrazione di centri che hanno aderito.
Con una diagnosi precoce - ricordano gli esperti - il tasso di sopravvivenza sale all'80-90%. Tra coloro che scoprono la malattia in fase avanzata, invece, il 40-50% va incontro a un'aspettativa di vita di soli 5 anni. In Italia il tumore della testa e del collo rappresenta il 3% dei tumori totali, mentre in Europa è il settimo più comune, e il più presente tra quelli rari. Nel 2022 in Italia sono stati stimati circa 9.750 nuovi casi di tumori cervico-cefalici, con una prevalenza maggiore negli uomini (7.050 casi) rispetto alle donne (2.700 casi). A oggi nel nostro Paese vi sono circa 57.900 persone con una diagnosi di tumore del distretto testa-collo (escludendo i tumori della laringe), di cui 36.100 uomini e 21.800 donne (dati Airtum). Oltre che sulla salute fisica, questi tumori incidono profondamente sulla qualità della vita, anche sotto il profilo socio-economico. Come ha evidenziato uno studio, entro 12 mesi dalla diagnosi il 50% dei pazienti abbandona il lavoro, percentuale che sale al 64% entro 18 mesi. Le conseguenze delle terapie - alterazioni nella voce, nella capacità di deglutire e nell'aspetto fisico - ostacolano il reinserimento professionale. Favorire il ritorno al lavoro rappresenta quindi una priorità di salute pubblica, con ricadute positive anche sugli ambienti di lavoro stessi.
"Con questa campagna lanciamo una sfida globale ai tumori della testa e del collo, una sfida che non conosce confini e che unisce l'Europa al resto del mondo - afferma Giovanni Succo, professore, presidente Ehns, presidente Auorl (Associazione universitaria otorinolaringoiatri), past president Aiocc - Insieme possiamo vincere questa sfida e trasformare la prevenzione, la diagnosi e la cura in risultati tangibili e significativi per le persone e per la società". Una diagnosi tempestiva "aumenta in modo rilevante la guarigione dei tumori del distretto testa collo", aggiunge Marco De Vincentiis, presidente della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico facciale. Come ricorda la 'regola 1x3', gli esperti concordano che, se presente anche solo uno di questi sintomi - dolore alla lingua, ulcere che non guariscono e/o macchie rosse o bianche in bocca, dolore alla gola, raucedine persistente, dolore e/o difficoltà a deglutire, gonfiore del collo, naso chiuso da un lato e/o perdita di sangue dal naso - per 3 settimane o più, è necessario rivolgersi al medico. La campagna '1 sintomo per 3 settimane, 3 settimane per 1 vita' si inserisce nella più ampia cornice della Make Sense Campaign europea, promossa dalla European Head & Neck Society (Ehns), il cui motto è 'Parità di accesso, parità di cure: unire l'Europa contro il cancro del testa-collo'.
"In oncologia cervico-cefalica il tempo è un fattore cruciale", rimarca Lisa Licitra, Aiocc rapporti istituzionali, non solo nella diagnosi, ma anche "nella tempestività nell'approvazione e nell'accesso ai farmaci innovativi, condizione imprescindibile per garantire ai pazienti le migliori opzioni terapeutiche disponibili. E' dunque necessario che il sistema sanitario, la ricerca e le istituzioni lavorino insieme per ridurre ogni ritardo". Come evidenzia Luca Calabrese, presidente Associazione otorinolaringologi ospedalieri italiani, "il tumore della testa e del collo, spesso diagnosticato tardi, richiede terapie aggressive che impattano gravemente sulla qualità della vita dei pazienti, compromettendo comunicazione, alimentazione e aspetto fisico. Prevenire significa quindi impegnarsi nelle diagnosi precoci atte a favorire - oltre che il risultato oncologico - anche la guarigione sociale e relazionale".
"Un'attenzione particolare meritano la nutrizione e gli alimenti a fini medici speciali che possono rappresentare un salvavita - conclude Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia - I tumori testa-collo sono infatti spesso associati a difficoltà alimentari causate da disfagia, odinofagia, mucositi, alterazioni del gusto, anoressia neoplastica, condizioni che possono portare a cachessia oncologica, incidendo negativamente sulla risposta ai trattamenti e sulla prognosi".
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(Adnkronos) - Stasera, martedì 9 settembre, e domani, mercoledì 10 settembre, in prima serata su Italia 1, arriva 'Sarabanda - Il torneo dei campioni', condotto da Enrico Papi e prodotto da Banijay Italia. A sfidarsi saranno i cinque campioni che hanno vinto più puntate nella recente edizione estiva del quiz show, trasmessa in luglio e agosto nel preserale di Canale 5.
Ogni serata sarà un viaggio tra i giochi cult di Sarabanda: la Playlist, l’Asta Musicale, il Pentagramma e il 7x30. I due finalisti si contenderanno il trofeo e un montepremi da 100.000 euro in un inedito 10x60, una prova decisiva che incoronerà il vincitore assoluto.
A gareggiare per il titolo di Super Campione sono: Francesco Blasetti, 44 anni, medico oculista di Chiari (Brescia), diplomato in pianoforte e collezionista di vinili, soprannominato 'Bisturi', Ilaria Sambinello, 37 anni, di Milano, impiegata amministrativa, appassionata di Beatles e cruciverba, fidanzata da 9 anni e padrona della cagnolina, Francesco Gruosso, 27 anni, di Aversa, raccoglitore ecologico, recordman con 17 puntate da campione, detto 'Gengis Khan', amante dell’astrologia e del suo cane Woody. Ed infine, Marco Briano, 26 anni, di Savona, revisore contabile, con orecchio assoluto e grande passione per gli scacchi (per questo motivo Enrico Papi lo ha soprannominato 'Scacco Matto'. È stato l’unico campione a conquistare il montepremi da 126.000 euro), Giuliano Vacca, 23 anni, di Pesche (Isernia), giornalista pubblicista e studente di giurisprudenza, fan di Bon Jovi e primo campione della stagione.
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(Adnkronos) - Torna Temptation Island 2025 su Canale 5. Dopo il successo della scorsa edizione, conclusasi lo scorso 31 luglio con ascolti e numeri da record, il reality show torna in prima serata con uno speciale inedito. Il nuovo appuntamento intitolato 'Temptation Island... e poi... e poi' andrà in onda lunedì 15 settembre alle 21.20.
Lo speciale, condotto da Filippo Bisciglia, riporterà al centro dell'attenzione le sette coppie protagoniste della stagione conclusa, tra aggiornamenti e nuovi colpi di scena. Alessio e Sonia M., Antonio e Valentina, Rosario e Lucia, Angelo e Maria Concetta, Valerio e Sarah, Simone e Sonia B., Denise e Alessio torneranno per raccontare cosa è successo dopo il reality.
L'appuntamento è per lunedì 15 settembre alle 21.20 su Canale 5.
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(Adnkronos) - Mediobanca è stata conquistata da Mps. I prossimi giorni diranno se si arriverà direttamente a una fusione, nel caso in cui l'offerta di Rocca Salimbeni arrivasse a superare il 66,67%, ma l'era segnata dal potere di Piazzetta Cuccia, strettamente legato al controllo delle Generali, è già comunque andata in archivio. Si compie l'atto finale di una trasformazione che ha progressivamente sgretolato equilibri che sembravano intoccabili. Come è stato possibile? Quali fattori hanno concorso a un epilogo che solo qualche mese fa sembrava ancora impensabile? Proviamo a metterli in fila, perché ognuno di questi elementi si tiene con gli altri in una concatenazione di cause ed effetti che ha cambiato volto alla finanza italiana.
La politica si è sempre divisa nelle grandi partite finanziarie. Maggioranza contro opposizione, più spesso singole forze politiche una contro l'altra anche all'interno dello stesso schieramento. Per ragioni territoriali, per convenienze elettorali, anche solo per calcoli personali. Si può ricordare, per tutte, la vicenda Unipol-Bnl. La domanda "ma abbiamo una banca?" fatta dall'allora segretario dei Ds Piero Fassino all'allora amministratore delegato di Unipol, Giovanni Consorte, è diventata la rappresentazione plastica della commistione tra politica e finanza, che non riusciva però a raggiungere i suoi obiettivi. Ma si possono ricordare anche nell'altro fronte politico le alleanze e le giravolte che hanno di volta in volta accostato il centrodestra a questa o a quella operazione. La differenza, sostanziale rispetto a quello che è avvenuto in questi mesi, è che c'erano pesi e contrappesi che alla fine, in un modo o nell'altro, piegavano le ambizioni della politica alle logiche del mercato. O, meglio ancora, alle armi di difesa di un sistema finanziario in grado di gestirsi resistendo alle pressioni esterne. Oggi ci sono due fattori che sono mancati in passato: la stabilità di governo e una coincidenza di interessi nella maggioranza e l'incapacità dell'opposizione di contrapporsi, soprattutto per mancanza di rapporti e pochissima prospettiva di successo come alternativa credibile. Il risultato è che, in questa fase, l'indirizzo politico, e il peso del Mef azionista con l'11,7% in Mps lo certifica senza tema di smentita, è molto più influente rispetto al passato.
Nel tempo si è gradualmente ma definitivamente esaurita l'eredità lasciata da Enrico Cuccia. Mediobanca ha perso la presa che aveva sul sistema come fulcro di qualsiasi operazione avesse una rilevanza veramente strategica. Questo non perché l'uomo che l'ha guidata dal 2008 a oggi, Alberto Nagel, non sia stato capace di fare il suo mestiere. Tutt'altro. E' successo perché la trasformazione del modello di business della banca d'affari ha ridimensionato il suo peso come holding di partecipazioni, aumentando invece, con lo sbarco nel wealth management e lo sviluppo nel credito al consumo, il suo potenziale di crescita e il valore come istituto di credito autonomo. Da ago della bilancia e inespugnabile centro di potere, Piazzetta Cuccia è diventata però anche una potenziale preda, come dimostra il successo dell'operazione di Mps.
Mediobanca non è stata solo il primo azionista delle Generali. E' stata, per decenni, il garante dell'indipendenza del Leone di Trieste. Una posizione blindata dall'intreccio delle partecipazioni azionarie e da una governance capace di resistere, finora, a ogni assalto, sia dall'esterno sia dall'interno. Un legame che ha condizionato anche lo sviluppo e le scelte strategiche di Piazzetta Cuccia. Settant'anni di intrecci che l'ultima mossa di Nagel, per molti osservatori una sorta di 'mossa della disperazione', avrebbe comunque sciolto: con l'offerta pubblica di scambio per acquisire la totalità di Banca Generali, controllata del Leone di Trieste, Mediobanca avrebbe poi ceduto la propria partecipazione proprio alle stesse Generali. Si sarebbe compiuto un riassetto strategico che, nel disegno di Nagel, avrebbe consentito di conservare indipendenti, ma slegate tra loro, sia Mediobanca sia Generali.
Caltagirone e Delfin, la holding degli eredi della famiglia Del Vecchio, hanno tentato più volte l'assalto a quello che è sempre stato il loro obiettivo dichiarato, le Generali. Negli ultimi mesi, un cambio di strategia favorito dagli interessi coincidenti con quelli della politica, ha favorito l'epilogo di questi giorni. Titolari insieme di quasi il 30% del capitale di Mediobanca hanno dato per primi l’adesione per intero all'offerta di Mps, tracciando così la strada per le altre adesioni. E decisivo è stato anche il lavoro del ceo della banca di Rocca Salimbeni, Luigi Lovaglio, che negli ultimi mesi ha intensificato i contatti con i grandi gestori italiani ed esteri, convincendoli a sposare la sua 'causa'. Il risultato dell'interazione di questi fattori è che Mps ha conquistato il controllo di Mediobanca e rileverà la quota di Piazzetta Cuccia in Generali. E se le dimissioni di Nagel e dell'intero Cda sono attese a breve, gli effetti del cambiamento epocale si vedranno presto anche in Generali, dove il cda e l'Ad Philippe Donnet, sostenuti da Piazzetta Cuccia, sono stati nominati solo la scorsa primavera. (Di Fabio Insenga)
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(Adnkronos) - "Registriamo ancora casi di meningite tra atleti adolescenti. E' successo in Sardegna e in Veneto, questo perché i ragazzi non vanno dal medico. Per questo motivo è necessaria una campagna di informazione a tutti i livelli, soprattutto tra i ragazzi. La fase di transizione dal pediatra di libera scelta al medico di medicina generale è abbastanza complessa. Io credo che il medico dello sport, negli ambulatori, nei servizi pubblici, possa intercettare queste fasce di popolazione e fare un'azione di promozione verso la vaccinazione e di informazione corretta anche verso i genitori circa la necessità di vaccinarsi contro la meningite, una patologia che colpisce anche gli adolescenti". Così all'Adnkronos Salute Marco Scorcu, vicepresidente della Federazione medico-sportiva italiana (Fmsi), in occasione dell'incontro scientifico-istituzionale 'Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani', oggi a Roma.
"Tra i giovani sportivi il rischio meningite è sicuramente molto alto - sottolinea Scorcu - considerato che frequentano gli spogliatoi, luoghi di assembramento, aeroporti, luoghi chiusi. Credo che il medico dello sport possa avere un ruolo fondamentale nell'intercettare i giovani e sensibilizzarli alla vaccinazione anti-meningococco B". Secondo lo specialista "ci sono disparità regionali nell'offerta dei vaccini, ma il tema è come far capire alle famiglie l'importanza di questa vaccinazione. A questo proposito occorre una rete tra i dipartimenti di prevenzione, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e quindi anche le strutture e i servizi di medicina dello sport, per creare un'organizzazione tale da fare una corretta opera di promozione verso i giovani e le loro famiglie".
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(Adnkronos) - "Sono andata a Londra per farla finita". Ema Stokholma, nella puntata di Tintoria online oggi 9 settembre, ripercorre le tappe di una adolescenza e di una gioventù particolarmente complicate, complici soprattutto gli abusi compiuti dalla madre. "Sono arrivata a Roma a 15 anni, lavoravo e nessuno mi chiedeva niente: sembravo più grande della mia età", racconta. Milano è stata una tappa di passaggio. "La mia carriera da modella è stata un flop, quel mestiere ti deve proprio piacere. E a me non piaceva", quindi, lo spostamento a Londra.
"Sono andata a Londra per farla finita. Volevo toccare il fondo, non ne potevo più di una vita che mi aveva messo davanti alle difficoltà sin dal primo ricordo. Era tutto difficile, avevo bisogno di mollare tutto e di lasciarmi andare", confessa.
"C'erano le case occupate, non c'era il problema. Giravi per la città, a volte dormivi in un cantiere. Piede di porco migliore amico... C'era una leggenda, se entravi e non ti beccavano non potevano più cacciarti. Una volta c'era una casa che sembrava abbandonata. Entriamo, sembrava un posto un po' strano, ma era una specie di tribunale...", racconta ancora. "La mattina successiva ci sveglia la polizia, era una stazione della Metropolitan Police abbandonata... Eravamo un gruppo un po' strano, si erano aggregati anche vecchi punk... ma gli agenti in quella circostanza sono stati molto gentili".
"In quel periodo - prosegue - ho mangiato anche dalla spazzatura, sapevamo quando i supermercati avrebbero buttato la merce... Per me era spirito di adattamento". La vita per strada comprendeva anche furti: "Purtroppo ero bravissima... Andavo nelle strade dello shopping e quando uscivo dai negozi vestivo 7 persone. Toglievo l'antitaccheggio, avevo tutti vestiti con i buchi ma li avevo...".
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(Adnkronos) - "Richiamo della vaccinazione anti-meningococco B per adolescenti nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv)? Stiamo facendo una riflessione, perché l'obiettivo principale è proteggere gli adolescenti, che sono i giovani del futuro. Per un'azione sana e solida dobbiamo costruire un dialogo aperto con famiglie, adolescenti e scuole. Dobbiamo far riprendere la fiducia nelle vaccinazioni, poiché dopo la pandemia da Covid abbiamo registrato una certa 'stanchezza' verso le immunizzazioni. Per questo è necessario un dialogo trasparente, basato sui dati. L'obiettivo è avvicinare giovani e non, quindi le famiglie, alla vaccinazione". Lo ha detto Maria Rosaria Campitiello, capo del Dipartimento Prevenzione, Ricerca ed Emergenze sanitarie del ministero della Salute, rispondendo ai giornalisti durante l'incontro tecnico-scientifico 'Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani', oggi a Roma.
"Come ministero della Salute stiamo lavorando all'inserimento nel Pnpv del richiamo del vaccino contro il meningococco B per gli adolescenti - spiega Campitiello - Un lavoro che coinvolge non solo gli uffici del ministero della Salute, ma anche le Regioni. Noi abbiamo una Commissione di Salute che ci aiuta nella stesura del piano. Sicuramente posso dire che sarà un argomento che tratteremo". "In questa direzione stiamo anche lavorando per l'inserimento nel Calendario vaccinale del monoclonale per il virus respiratorio sinciziale (Rsv), che grazie alla proposta del ministro Schillaci lo scorso anno ha salvato tanti bambini", aggiunge Campitiello. "Mentre per l'Rsv per i neonati possiamo dare certezza che ci sarà la copertura come l'anno passato - conclude - stiamo ancora valutando di offrire protezione contro l'Rsv anche per gli anziani. Abbiamo un atteggiamento cautamente ottimistico".
"Tra le persone con oltre 65 anni di età non abbiamo una convincente adesione alle campagne vaccinali antinfluenzali. I dati mostrano un calo, ma è nostro dovere proteggere i fragili e gli anziani che rappresentano una parte importante della nostra nazione e come ministero della Salute - e il ministro Schillaci lo ha detto a più riprese - dobbiamo proteggerli e quindi dobbiamo dare una spinta sull'acceleratore per le campagne vaccinali, in particolare per l'antinfluenzale" conclude Campitiello.

(Adnkronos) - Proteggere gli adolescenti da malattie gravi e prevenibili con i vaccini resta una sfida aperta per il nostro Paese. E' quanto emerso a Roma in occasione dell'incontro scientifico-istituzionale 'Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani', con riferimento particolare alla meningite B e al Papillomavirus umano (Hpv), la cui copertura vaccinale negli adolescenti è ancora insufficiente e disomogenea.
Nel 2017 - è stato ricordato durante l'incontro - l'Italia ha introdotto la vaccinazione contro la meningite da meningococco B nel Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv) per l'età pediatrica. Oggi la copertura nei bambini resta lontana dall'obiettivo ministeriale del 90%, fermandosi attorno all'80%, con alcune regioni sotto al 70%. Inoltre, la protezione tende a ridursi nel tempo. Per gli adolescenti, invece, il Pnpv 2023-25 si limita a indicare la vaccinazione solo per i ceppi di meningococco Acwy, molto meno frequenti, lasciando fuori il sierotipo B che è in realtà il più diffuso e pericoloso. La vaccinazione per la meningite B non è contemplata né per gli adolescenti mai vaccinati (naive), né per quelli già immunizzati da piccoli (non naive). "La meningite da meningococco è tra le infezioni batteriche più gravi, con una letalità che varia dal 10 al 20% - sottolinea Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società Italiana di malattie infettive e tropicali) e membro del Consiglio superiore di sanità - Il sierotipo B è il più diffuso in Italia e il più grave; colpisce soprattutto bambini piccoli e adolescenti. Il rischio di contagio è elevato a causa dei numerosi soggetti asintomatici che possono trasmettere l'infezione".
Dal 2018 il Calendario per la vita raccomanda la vaccinazione per la meningite B negli adolescenti naive; nel 2025 ha esteso l'indicazione anche a coloro che avevano già ricevuto il vaccino in età pediatrica. L'obiettivo è garantire continuità di protezione in una fascia d'età particolarmente esposta al rischio. "La vaccinazione nei primi mesi di vita, seppur efficace, perde protezione nel tempo, perciò il richiamo in adolescenza è fondamentale per garantire continuità di immunità, proteggere le famiglie e ridurre il carico sul sistema sanitario", aggiunge Andreoni.
Ad oggi - è stato evidenziato - solo 14 Regioni hanno scelto di offrire gratuitamente la vaccinazione agli adolescenti, ma con criteri differenti: alcune solo ai naive, altre anche ai non naive, distinguendo tra chi è stato vaccinato sotto i 2 anni e chi tra i 2 e i 10. Una frammentazione che rischia di compromettere l'equità di accesso e di lasciare scoperti molti adolescenti. Da qui la necessità di uniformare l'offerta su scala nazionale. La Liguria è tra le Regioni con programmazione avanzata. La vaccinazione contro la meningite B è offerta gratuitamente in età adolescenziale.
"In Liguria, dagli ultimi mesi del 2023, abbiamo introdotto l'offerta attiva e gratuita del vaccino contro la meningite B per gli adolescenti mai vaccinati, al 14°-15° anno di età, anche in co-somministrazione con gli altri vaccini previsti - spiega Filippo Ansaldi, direttore generale Azienda ligure sanitaria - Abbiamo inoltre esteso la protezione agli adolescenti già immunizzati tra i 2 e i 10 anni, prevedendo una dose di richiamo. La proiezione a fine 2025 indica oltre 20mila dosi somministrate nei primi due anni: nei 15-16enni ci attendiamo una copertura intorno al 43%, con un incremento dell'84% rispetto al 2024. Anche per i richiami nei già vaccinati registriamo un raddoppio delle somministrazioni tra il 2024 e il 2025. L'ampliamento dell'offerta va di pari passo con il rafforzamento della sorveglianza e con una migliore capacità di tipizzazione dei meningococchi circolanti".
Quanto all'infezione da (Hpv) - hanno rimarcato gli esperti - è la più diffusa tra le malattie sessualmente trasmesse: circa l'80% della popolazione sessualmente attiva la contrae almeno una volta nella vita. Il virus è responsabile del 9,4% di tutti i tumori e del 100% dei casi di carcinoma della cervice uterina, oltre a una quota significativa di tumori anali, vaginali, vulvari, del pene e orofaringei. Nonostante la disponibilità del vaccino nonavalente, gratuito in Italia per ragazze e ragazzi a partire dagli 11 anni, le coperture restano insufficienti. Nel 2023 nelle ragazze dodicenni (coorte 2011) il ciclo completo si ferma al 45,39%, nei coetanei maschi al 39,35%. A 15 anni, età di riferimento per l'Organizzazione mondiale della sanità, la copertura femminile è del 69,57%, lontana dall'obiettivo del 90% fissato dall'Oms e dall'Ue con lo Europe's Beating Cancer Plan per eliminare il cancro da Hpv entro il 2030.
"Il vaccino contro il Papillomavirus è l'unico vaccino oncologico disponibile insieme a quello per l'epatite B e ha un ruolo cruciale nella prevenzione di tumori femminili e maschili - sottolinea Andreoni - In alcune parti del mondo ha permesso di eliminare il cancro dell'utero, patologia molto frequente nella donna. L'infezione da Hpv è molto diffusa e può causare lesioni precancerose e tumori. Vaccinare i più giovani è essenziale, ma il vaccino è utile anche negli adulti, poiché protegge da un'infezione sessualmente trasmessa che è possibile contrarre durante l’intero arco della vita sessualmente attiva". Da qui l'importanza del Piano di eliminazione dei cancri da Hpv lanciato a gennaio 2025 dalla Provincia autonoma di Trento che rappresenta un esempio virtuoso e replicabile.
"Il piano costituisce un intervento strategico di sanità pubblica che amplia la copertura vaccinale e rafforza la prevenzione - afferma Maria Grazia Zuccali, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda sanitaria della Pa di Trento - Il programma prevede il recupero attivo dei non vaccinati e l'estensione della vaccinazione a maschi fino a 30 anni e femmine fino a 40 anni. La vaccinazione è gratuita. L'accessibilità è stata facilitata con sedute settimanali presso i 9 centri della provincia e con Open day mensili, oltre che con un software dedicato alla prenotazione online. L'iniziativa è stata accompagnata da un'intensa campagna comunicativa e da testimonial riconoscibili dai giovani. Ad oggi sono state somministrate 26mila dosi, con una copertura del 75% tra le ragazze fino a 25 anni e i ragazzi fino a 20 anni. Tra le donne di 40 anni, la chiamata attiva ha permesso di raggiungere un’adesione del 47%".
Le differenze tra regioni e i bassi livelli di copertura rendono urgente un cambio di passo, indicano gli specialisti: dall'inserimento del richiamo per la meningite B nel Pnpv e nei Lea alla realizzazione di un Piano straordinario di eliminazione dei cancri da Hpv con campagne di recupero attivo dei non vaccinati ed estensione della gratuità alla fascia più adulta, fino all'uso di strumenti digitali e di prossimità per raggiungere famiglie e ragazzi. E' necessario un impegno corale che coinvolga pediatri, medici di medicina generale, medici dello sport, con il possibile coinvolgimento di scuole e farmacie, per rendere la prevenzione vaccinale un obiettivo equo e condiviso su tutto il territorio.
L'incontro 'Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani', organizzato da Aristea International con il contributo non condizionante di Gsk e Msd, ha visto la partecipazione anche di Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze sanitarie del ministero della Salute.
L'importanza delle vaccinazioni per meningite B e Hpv è stata analizzata con Massimo Andreoni, Simit; Chiara Azzari, ospedale Meyer, Firenze; Walter Ricciardi ed Eugenio Di Brino, università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; Anna Teresa Palamara, Iss; Caterina Rizzo, Aou Pisana. Silvia Gregory, vicepresidente Acto, e Amelia Vitiello, presidente Comitato nazionale contro meningite, hanno sviluppato il punto di vista dei pazienti. Il confronto tra le diverse esperienze regionali ha visto la partecipazione di Filippo Ansaldi, Liguria; Guido Bertolaso, Lombardia; Danilo Cereda, Lombardia; Federico Riboldi, Piemonte; Maria Grazia Zuccali, Provincia autonoma di Trento. Nella tavola rotonda istituzionale sono intervenuti la senatrice Beatrice Lorenzin; la senatrice Elisa Pirro; l'onorevole Simona Loizzo; Marco Scorcu, Fmsi; Valeria Fava, Cittadinanzattiva; Roberto Ieraci, Cnr; Marco Meconi, Federfarma Marche; Giampiero Pastore, Coni; Andrea Poscia, Ast Ancona. L'esperienza del Calendario per la vita è stata esposta dal coordinatore Paolo Bonanni; Rocco Russo, Sip; Martino Barretta, Fimp; Enrico Di Rosa, Siti; Tommasa Maio, Fimmg; Alessandro Rossi, Simg. In conclusione Francesco Saverio Mennini, ministero della Salute.
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(Adnkronos) - "I tempi per l'inserimentto del vaccino anti-meningococco B per adolescenti nel Calendario nazionale sono maturi da anni. La meningite B è la forma più frequente di patologia meningococcica, non soltanto nel bambino piccolo, ma anche nell'adolescente. Noi offriamo in tutte le regioni, gratuitamente e in maniera attiva, la vaccinazione contro il meningococco Acwy, mentre non offriamo per gli adolescenti ancora la vaccinazione contro il meningococco B. Quindi è importante che tale vaccinazione sia offerta in tutte le regioni italiane con un accordo nazionale". Così all'Adnkronos Salute Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all'università degli Studi di Firenze, coordinatore tecnico-scientifico del Calendario vaccinale per la vita, in occasione dell'incontro tecnico-scientifico 'Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani', oggi a Roma.
La vaccinazione nei primi mesi di vita, "seppur efficace - spiega lo specialista - perde protezione nel tempo, perciò il richiamo in adolescenza è fondamentale per garantire continuità di immunità, proteggere le famiglie e ridurre il carico sul sistema sanitario".
"I numeri della meningite in Italia variano", riferisce Bonanni. "Durante il periodo Covid sono diminuiti molto perché sono diminuite tutte le patologie a trasmissione respiratoria, ma negli ultimi 2 anni sono di nuovo aumentati. Siamo nell'ordine di centinaia di casi, comunque fortemente sottostimati - sottolinea - Con alcuni studi, anche a cura della Pediatria del Meyer, è stato dimostrato che per ogni caso notificato ce n'erano almeno 2 o 3 reali. Quindi è una patologia non frequentissima, ma molto grave, con un'elevata letalità che lascia delle conseguenze permanenti e quindi assolutamente da prevenire".

(Adnkronos) - "La meningite da meningococco è tra le infezioni batteriche più gravi, con una letalità che varia dal 10 al 20%. Il sierotipo B è il più diffuso in Italia e il più grave; colpisce soprattutto bambini piccoli e adolescenti. Il rischio di contagio è elevato a causa dei numerosi soggetti asintomatici che possono trasmettere l’infezione. Per questo trovo assurdo che si continui a morire per meningite quando abbiamo il vaccino, uno strumento efficace e sicuro per prevenire la malattia". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e membro del Consiglio superiore di sanità, in occasione dell'incontro scientifico-istituzionale 'Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani' oggi a Roma. "Le morti per le malattie prevenibili attraverso la vaccinazione fanno più male - osserva Andreoni, riferendosi al bambino di 3 anni di Taranto deceduto pochi giorni fa a Bari per meningite e non vaccinato contro il meningococco - Per la meningite, tra le malattie letali e con gravissime sequele anche per coloro che sopravvivono all'infezione, la vaccinazione dovrebbe essere una priorità, per superare quel 90% di coperture che noi esperti auspichiamo e raccomandiamo. Invece, stiamo assistendo per questa infezione ad un lento e progressivo calo delle vaccinazioni, per noi un campanello d'allarme sul quale dovremmo richiamare l'attenzione di tutta la comunità. La vaccinazione, soprattutto nei bambini più piccoli, con i richiami nell'adolescenza, dovrebbe essere una priorità per la stragrande maggioranza delle famiglie italiane".
"Il calo delle vaccinazioni contro l'influenza tra gli over 65, come certificato dal report del ministero della Salute, certamente rappresenta un campanello d'allarme importante". Secondo l'infettivologo, "l'influenza stagionale quest'anno sarà o potrebbe essere particolarmente severa e quindi sappiamo che gli over 65 sono una delle categorie che tutti gli anni paga il maggior scotto in termini di ospedalizzazione e letalità per questa malattia". Ecco perché "dobbiamo fare una campagna di informazione e di formazione massiccia per cercare di interrompere questo trend a cui assistiamo da tempo - spiega Andreoni -. Dopo l'impennata delle vaccinazioni durante l'epoca Covid registriamo un progressivo calo delle vaccinazioni". L'arrivo della influenza stagionale "normalmente arriva verso la fine di ottobre, i primi di novembre - sottolinea Andreoni - anche se nelle ultime stagioni ci sono stati casi con anticipo di circolazione del virus. Di conseguenza, ci dobbiamo far trovare pronti e in qualche modo già dal mese di settembre dovremmo iniziare ad avviare la campagna antinfluenzale. Forse i vaccini arriveranno entro il mese di settembre".
Leggi tutto: Vaccini: Andreoni, 'assurdo morire per meningite quando si può prevenire'

(Adnkronos) - Premier e vacanze? Una miscela esplosiva, quasi sempre condita da polemiche infuocate. Un binomio che ha sempre aperto discussioni accese sul dovere, sugli obblighi, sul rispetto della privacy. Tanto che il week end a New York di Giorgia Meloni oggetto di una interrogazione parlamentare risulta un 'format' già visto sui grandi schermi della politica italiana.
Ho svolto "il ruolo più naturale, quello di madre", si è difesa la presidente del Consiglio annunciando querele. A innescare la polemica, il senatore Enrico Borghi di Iv, il partito guidato da Matteo Renzi, chiedendo formalmente in Parlamento "che fine ha fatto Giorgia Meloni?". E ancora, "ha usato un volo di Stato?".
Ma gli stessi ingredienti si ritrovano tutti in fila 10 anni prima. Nel mirino, quella volta, lo stesso Renzi.
Non avendo news natalizie dell'allora premier, il big del M5s Carlo Sibilia, sui social, rivelò del viaggio di un Falcon 900 di Stato da Firenze ad Aosta con a bordo la famiglia Renzi. "Gli spostamenti aerei, dormire in caserma, avere la scorta, abitare a Chigi non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza regole", la replica di Renzi su quel suo breve 'break' sulla neve finito, intanto, al centro del dibattito politico. Mentre da palazzo Chigi si faceva sapere che il premier aveva messo mano al suo portafogli per pagare affitto degli sci (450 euro), pasti e skipass (485 euro al giorno).
Di qualche anno fa è, invece, la polemica scoppiata intorno a una vacanza di Giuseppe Conte, sempre sulla neve. A innescarla, ancora una volta, Italia viva: "Quanto è costata la vacanza di Conte a Cortina?", chiedeva la senatrice di Iv Silvia Fregolent con una interrogazione parlamentare. Anche in questo caso, come per la Meloni, a 'spifferare' tutto era stata la rete con siti e social intasati da una foto del leader M5s davanti a un lussuoso resort della 'capitale' delle Dolomiti. "Ho raggiunto per Capodanno la mia famiglia che era a Cortina, per non rimanere solo a Roma. Se c'è la mia famiglia a Cortina la raggiungo, pagando di tasca nostra, e credo che non ci sia nessuna colpa, nulla di cui giustificarsi", replicò Conte.
Ma c'è anche chi, di privacy, si è dimostrato vera e propria cintura nera. A parte la leader dem Elly Schlein, che da quando è diventata un personaggio di primo piano riesce a mantenere il riserbo più assoluto sulle sue vacanze, l'allora premier Enrico Letta superò tutti.
Per le vacanze di Natale del 2013 riuscì a far perdere letteralmente le tracce. A cavallo di Capodanno apparì improvvisamente, senza scorta e in compagnia della famiglia, in fila alla 'Maggiore' dell'aeroporto di Trieste: era appena sceso da un volo di linea Alitalia e stava noleggiando una automobile (una Peugeut familiare) per un giro in Slovenia e Croazia. Una vacanza 'fai da te' rimasta top secret fino alla fine.
Ma da quando i politici sono diventati dei personaggi a tutti gli effetti, più o meno dalla Seconda Repubblica, le cose non sono andate sempre così. Certamente non si poteva pretendere di bussare a casa Berlusconi per trovare esempi di privacy blindata. Il Cavaliere amava apparire e condividere le sue 'gesta'. Come quell'estate del 2004 quando sì, era riuscito brevemente a far perdere le sue tracce. Ma poi era apparso a Porto Cervo, bandana in testa, per una passeggiata con Tony Blair e la moglie.
Mentre il suo alter ego Romano Prodi, nei giorni di palazzo Chigi, si distingueva non per le polemiche e i colpi di scena ma per il 'low profile'. Come quando, per Natale, si trasferiva regolarmente con la famiglia nel suo residence Campolongo a Livinallongo, sulle Dolomiti, per qualche giorno sugli sci.
Leggi tutto: Non solo Meloni, da Berlusconi a Renzi: i premier in vacanza tra polemiche e privacy

(Adnkronos) - "Il I Municipio esprime profondo dolore per l’ennesima morte sul lavoro avvenuta sulla banchina del Tevere all’altezza di Piazza Trilussa. Dobbiamo combattere ogni giorno e sempre di più le morti sul lavoro: lavoratori e lavoratrici che la mattina escono di casa per andare a lavorare e non fanno più ritorno. La ricerca ossessiva del profitto non può e non deve avvenire sulla pelle delle persone, la sicurezza non è un lusso su cui si può tagliare o fare a meno, la vita delle persone viene prima. Il I Municipio rinnova il suo impegno nel contrastare questa piaga e si stringe intorno alla famiglia esprimendo il proprio cordoglio". Così in una nota il I Municipio di Roma Capitale.
Leggi tutto: Operaio morto a Roma, I Municipio: "Profondo dolore per ennesima vittima"

(Adnkronos) - Musica, emozioni e colpi di scena. L’11 settembre X Factor 2025 torna su Sky e in streaming su Now, con un’edizione che promette scintille. Si parte dalle Audition, si passa ai Bootcamp e alle Last Call per arrivare ai Live Show e alla finalissima del 4 dicembre, ancora una volta in diretta da Piazza del Plebiscito a Napoli, dopo la festa dello scorso anno.
Al timone, confermata, Giorgia: presenza rassicurante, è pronta a fare da guida a chi sogna di cambiare la propria vita con una canzone. “Quello che si può fare per chi sta per salire sul palco è stargli accanto - ha detto Giorgia intervenendo alla presentazione della nuova stagione nella palestra del Liceo Artistico Boccioni di Milano, davanti a 300 studenti -. A me piace fare una battuta e sdrammatizzare. I ragazzi sanno cosa vogliono e salgono sul palco già centrati, anche i giudici sono bravi a farli sentire a loro agio”.
La giuria 2025 conferma la formazione dell’anno scorso: Achille Lauro, Jake La Furia e Paola Iezzi con Francesco Gabbani come new entry. Per il cantautore, polistrumentista e artista multiplatino, firma delle canzoni per icone come Mina, Adriano Celentano e Ornella Vanoni, è la prima volta in un talent: “Io cerco una cosa molto semplice, che sta alla base di una carriera artista, e cioè l’autenticità. Gli altri giudici mi hanno accolto molto bene. Sono fortunato, perché il gruppo è molto gentile umanamente al di là delle competenze professionali, mi sento accettato e c’è un bel clima. Per me si tratta di un’esperienza bellissima e nuova. All’inizio ero preoccupato ma vorrò trasmettere che sono i no che mi hanno fatto male in passato a fare bene quando motivati da un perché”. Paola Iezzi ci mette cuore e generosità e ricorda gli anni del liceo, con il suo prof Roberto Vecchioni: “Sicuramente - ha ammesso - è un ruolo in cui mi sento a mio agio, perché sono in un momento della mia vita in cui posso mettere a disposizione quanto imparato fino a oggi”.
Jake La Furia è diretto come i suoi versi: “E’ importante avere qualcuno che crede in te - ha spiegato -. Se nessuno lo fa, dico sempre di credere in sé stessi che comunque il risultato arriverà. Nel nostro ruolo di giudici è importante non imporre il proprio percorso al concorrente ma capire quale sia il talento senza snaturare quello che c’è, facendo la cosa più furba”. E poi c’è Achille Lauro, che non smette mai di provocare e motivare: “Conta molto il lavoro dei ragazzi, noi siamo solo consiglieri. Io ho preso i peggiori quest’anno - ha scherzato - i più scapestrati come da tradizione, e spero di aiutarli a fare un bel percorso. Ma di sicuro è sbagliato metterli troppo sotto la pressione della gara. Il consiglio più grande che voglio dare ai ragazzi è che il talento, secondo me, è una grande menzogna, alla quale è sbagliato credere. Secondo me è importante che ognuno trovi quello che ama fare e ci lavori tanto. Quando puoi immaginarlo puoi farlo".
Il format cambia e alza l'asticella. Si parte con le tre serate di Audition, con i concorrenti che dovranno conquistare almeno tre sì per accedere alla fase successiva. Poi sarà il momento dei Bootcamp, due serate ad alta tensione e dal meccanismo totalmente modificato: i giudici, che saranno ancora tutti e quattro al tavolo insieme, ascolteranno nuovamente i concorrenti selezionati al primo step e, per farli avanzare, da quest'anno dovranno trovare un accordo unanime. Niente maggioranze: solo quattro sì netti potranno aprire le porte del turno successivo; se l’accordo non si trova, si apre la possibilità di confronti, decisioni in standby e colpi di scena. In più ogni giudice, anche all’ultimo, può decidere di giocarsi la carta dell’X Pass per cambiare il destino di un concorrente e portarlo con sé: indipendentemente dall’esito del giudizio al tavolo, con l’X Pass il concorrente sarà sicuro di accedere al livello successivo e di poterlo fare nella squadra di quello stesso giudice.
Gli artisti che avranno ricevuto i quattro giudizi favorevoli oppure l’X Pass arriveranno quindi allo step decisivo delle Last Call, l’ultima e la più dura delle fasi prima dei Live. Anche qui il meccanismo cambierà completamente, e torneranno per questo step le iconiche sedie e gli switch, fino all’ultimo posto disponibile. Dal 23 ottobre, le squadre definitive si sfideranno ai Live Show al Teatro Repower di Milano, manche dopo manche, fino alla proclamazione del vincitore. La presentazione ufficiale si è svolta nella palestra del Liceo Artistico Boccioni di Milano, davanti a 300 studenti. Un dialogo schietto e diretto. Gabbani ha ricordato le parole di Ornella Vanoni: “Lei mi ha consigliato e ha ricalcato un pensiero che ho e cioè quello di indirizzare i ragazzi che hanno questo sogno a pensare di non fare musica per diventare famosi ma diventare famosi perché hanno sempre fatto musica”. Anche Jake non ha risparmiato consigli: “Io non ho studiato e farete lo stesso vi pentirete di non averlo fatto. Conoscere e sapere e avere un pensiero proprio è l’unico modo di essere liberi”.
Quanto a Manuel Agnelli, la cui sedia in giuria è stata presa da Francesco Gabbani, "non è stato un addio doloroso ma una scelta di Manuel - ha rimarcato Jake La Furia - ha fatto sei edizioni, vincendo quella del ritorno ma magari tornerà. Manuel è come Mourinho e si è ritirato imbattuto dopo il triplete con l’Inter”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche i vertici di Sky e Fremantle. "E’ una delle gemme della nostra corona - ha spiegato Giuseppe De Bellis, executive vice president Sport, News and Entertainment di Sky -. Veniamo da una stagione eccellente, la migliore delle ultime quattro e siamo contenti di avere la conferma di poter fare la nostra finale a Napoli". La corsa è iniziata. E X Factor, come dice il claim scelto quest’anno, si prepara ad accendere il talento.
Leggi tutto: X Factor 2025, quando inizia e le novità: tutto quello che sappiamo

(Adnkronos) - Tragedia sull'E45 in provincia di Perugia, dove un tir ha travolto un furgone Anas che era fermo per supportare un camper e un'altra auto in avaria. L'incidente è avvenuto all'altezza del km 90,100. Una bambina di 8 anni che era nel camper con la famiglia è morta. Il tratto della strada statale 3bis ‘Tiberina’ è stato provvisoriamente chiuso al traffico in corrispondenza del territorio comunale di Perugia. Per consentire le operazioni di soccorso e di rimozione del mezzo, il transito è provvisoriamente deviato verso la viabilità adiacente, in direzione Sud allo svincolo di Pierantonio al km 95,900, mentre in direzione Nord allo svincolo di Resina al km 87,600. Il personale Anas e le forze dell’ordine sono intervenuti per la gestione della viabilità e per ripristinare la circolazione nel più breve tempo possibile.
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