
(Adnkronos) - Solitamente diagnosticato nell'infanzia, il diabete di tipo 1 è caratterizzato dall'incapacità del pancreas di produrre insulina, un ormone necessario per regolare i livelli di glucosio nel sangue. Di conseguenza, chi ne è colpito deve assumere insulina per via iniettiva o tramite microinfusori. E' però molto difficile, in ragione delle diverse abitudini individuali, come alimentazione e attività fisica, stabilirne il giusto livello ed evitare stati di ipo o iperglicemia. Attraverso un percorso caratterizzato da notevoli progressi, l'intero settore biomedicale è impegnato da oltre 40 anni nello sviluppo di un 'pancreas artificiale', ovvero un sistema che riproduca fedelmente la funzione fisiologica del pancreas umano, regolando automaticamente i livelli di glucosio nell'organismo e consentendo alle persone con diabete di tipo 1 un miglior controllo glicemico, alleggerendo sensibilmente il peso della gestione del diabete stesso.
Nel panorama della tecnologia applicata al diabete di tipo 1, una novità arriva dal sistema Tandem t:slim X2 con tecnologia Control-IQ, lanciato dall'azienda italiana Movi Spa. Un sistema ibrido a circuito chiuso - riporta una nota - già diffuso in Italia, che combina una pompa per insulina, un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia e un algoritmo che modula automaticamente l'infusione basale in risposta ai valori glicemici. Questo sistema a breve compirà un salto evolutivo, diventando ancora più avanzato, accessibile e flessibile. Grazie a nuove funzionalità progettate per migliorare la vita quotidiana delle persone con diabete e ottimizzare l'attività clinica nei centri diabetologici, prenderà forma un vero e proprio nuovo sistema, presentato oggi a Roma nel corso di un evento organizzato da Movi, dal titolo 'Moving Borders in Diabetes Care: la tecnologia che modella il cambiamento'.
Una delle principali novità - si legge - è l'introduzione di una App mobile che permette al paziente di gestire la terapia insulinica da remoto, inclusa l'erogazione dei boli. Si tratta di un passaggio importante in termini di autonomia e discrezione: la gestione del diabete diventa meno invasiva, più integrata nella vita di tutti i giorni e favorisce un'aderenza terapeutica più costante e accurata, migliorando così i risultati di salute a lungo termine. Accanto alla App, viene lanciata una nuova piattaforma di gestione dati completamente proprietaria, Tandem Source, che permette la sincronizzazione automatica delle informazioni raccolte dalla pompa e dal sensore con il cloud. Il medico, accedendo al profilo del paziente, può consultare in tempo reale l'andamento glicemico senza la necessità di scaricare manualmente i dati tramite cavo Usb. Questo consente di ridurre i tempi delle visite e dedicare più spazio al confronto clinico, con benefici evidenti anche in ambiti ad alta affluenza come gli ambulatori di diabetologia. L'aggiornamento introduce anche una maggiore interoperabilità: il sistema diventa compatibile con un nuovo sensore, il FreeStyle Libre 3 Plus di Abbott, che si aggiunge ai già supportati Dexcom G6 e G7. Avere più sensori disponibili consente al medico di personalizzare ulteriormente la terapia, tenendo conto delle esigenze cliniche e personali del paziente. Sul piano clinico, l'innovazione più significativa è rappresentata dal nuovo algoritmo Control-IQ+, che rende il sistema utilizzabile anche nei bambini a partire dai 2 anni di età e in pazienti con fabbisogni insulinici molto bassi o molto alti. Inoltre, il sistema permette ora di impostare profili basali temporanei e boli prolungati fino a 8 ore, anche durante la modulazione automatica dell'insulina da parte dell'algoritmo, offrendo una maggiore flessibilità nella gestione dei bisogni insulinici variabili, come nel caso di attività fisica o pasti prolungati.
"Lo sviluppo di sistemi Aid completamente automatizzati rappresenta una delle frontiere più promettenti nella cura del diabete di tipo 1 - afferma Daniela Bruttomesso, medico diabetologo presso l’Aou Padova - L'obiettivo finale è semplice, ma rivoluzionario: liberare la persona con diabete dal pensiero costante della gestione della malattia. Avere la possibilità di scegliere la tecnologia più adatta, usare dispositivi discreti, intuitivi e interoperabili, ricevere una formazione personalizzata e un adeguato supporto psicologico sono elementi fondamentali. Ma il bisogno più sentito resta quello di non dover pensare continuamente al diabete, potendo decidere di mangiare ciò che si desidera o fare una corsa senza timore delle possibili conseguenze. La vera innovazione è permettere a chi convive con il diabete di sentirsi finalmente libero e uguale agli altri". L'obiettivo è duplice: migliorare gli outcome metabolici e semplificare la quotidianità. Con queste novità, il paziente guadagna in libertà e sicurezza, e il clinico in facilitazione della propria attività.
"Le nostre innovazioni, frutto di una solida collaborazione con Tandem Diabetes Care, segnano una svolta significativa nella gestione del diabete di tipo 1. Questo progresso rappresenta un vero cambio di passo sia per i pazienti che per i professionisti sanitari - dichiara Enrico Ceribelli, Director Business Unit Biosystem di Movi SpA - Per Movi, innovare significa offrire maggiore libertà e sicurezza ai pazienti, mentre forniamo ai medici strumenti più efficienti e intuitivi che semplificano la pratica clinica. La nostra rivoluzione è un nuovo sistema che supporta sia i medici che i pazienti, rendendo la gestione del diabete più semplice ed efficace. Con l'introduzione della gestione da remoto tramite App le persone con diabete possono vivere la terapia con maggiore discrezione, autonomia e controllo, riducendo l'impatto sulla loro vita quotidiana. Al contempo - prosegue - la nuova piattaforma proprietaria di condivisione dati Tandem Source rafforza la collaborazione tra pazienti e medici, semplificando l'accesso alle informazioni e ottimizzando i tempi delle visite. Inoltre, a breve estenderemo l'interoperabilità del sistema con l'integrazione di un nuovo sensore, ampliando ulteriormente le possibilità di personalizzazione terapeutica. Infine, la possibilità di estendere l'utilizzo del sistema anche ai bambini a partire dai 2 anni e per pazienti con fabbisogni molto bassi o alti, così come per coloro che necessitano di maggiore versatilità, testimonia il nostro impegno a rendere queste soluzioni accessibili a quante più persone possibile, in tutte le fasi della vita, migliorandone la qualità stessa".
Il nuovo sistema si conferma tra i pochi dispositivi Advanced Hybrid Closed Loop (Ahcl) in grado di automatizzare non solo la modulazione della basale, ma anche l'erogazione dei boli correttivi, riporta la nota. Ad oggi è l'unico, in questo specifico segmento, ad affiancare questa funzionalità a una gestione da remoto via App e alla compatibilità con più sensori Cgm, in un ecosistema completamente integrato.
Leggi tutto: Medicina, dall'App a nuovi sensori, la cura del diabete 1 cambia passo

(Adnkronos) - Un aiuto alla lotta al colesterolo arriva dalle nuove linee guida per la gestione e il trattamento delle dislipidemie, prodotte dall'impegno congiunto della European Society of Cardiology (Esc) e della European Atherosclerosis Society (Eas). Presentate al Congresso Esc 2025, le nuove indicazioni vanno ad aggiornare quelle del 2019, rivoluzionando il modo in cui si misura il colesterolo. Quello totale, in particolare, non viene più considerato un parametro utile per la valutazione del rischio cardiovascolare.
"Già da tempo era sempre maggiore la consapevolezza di dover considerare il colesterolo nelle sue singole componenti e non più come un parametro unico - spiega Gianfranco Sinagra, presidente eletto della Società italiana di cardiologia (Sic) - Ora le indicazioni Esc rendono prassi questa consapevolezza e le nuove carte per misurare il rischio cardiovascolare, 'Score2' e 'Score2-OP', non si basano più sul colesterolo totale, ma sul colesterolo 'cattivo' e la lipoproteina(a) come indicatori più accurati del rischio di eventi cardiovascolari. Pertanto il colesterolo totale perde di fatto ogni rilevanza clinica: potrà continuare a essere riportato negli esami di laboratorio, ma non ha più alcuna utilità né per stratificare il rischio né per guidare le decisioni terapeutiche. Rimane invece centrale il livello dell'Ldl, riconosciuto come causa diretta di aterosclerosi e quindi principale bersaglio terapeutico".
Esce quindi dalle linee guida il colesterolo totale ed entra invece la lipoproteina(a) o Lp(a), un tipo particolare di particella lipidica simile al colesterolo cattivo Ldl, ma molto più pericolosa e per questo denominata anche colesterolo 'super cattivo'.
"La caratteristica che la distingue è la presenza di una 'coda' proteica, l'apolipotroteina (a), codificata dal gene Lpa, che rende le molecole più aterogene di molte altre particelle e il sangue più 'appiccicoso', aumentando il rischio di trombi e aterosclerosi", illustra Ciro Indolfi, presidente della Federazione italiana di cardiologia. "Le indicazioni Esc raccomandano che la Lp(a) venga misurata almeno una volta nella vita in ogni adulto, idealmente in occasione del primo profilo lipidico, l'esame che misura la concentrazione di diversi grassi nel sangue, o, se questo è già stato effettuato, al successivo. Valori superiori a 50 mg/dL (≥105 nmol/L) devono essere considerati un importante modificatore di rischio, capace di spostare un individuo in una categoria di rischio cardiovascolare più elevata. Nei pazienti con livelli elevati di Lp(a) è indicata una gestione più intensiva dei fattori di rischio tradizionali, con particolare attenzione a tenere basso l'Ldl. Sono inoltre in fase avanzata di studio nuovi farmaci specifici in grado di ridurre i livelli di Lp(a) fino al 98%, anche se non sono ancora disponibili per l'uso clinico".
"Le nuove linee guida raccomandano di rapportare i valori soglia di colesterolo Ldl ai livelli di rischio di ciascun paziente; sottolineano però anche il valore di ottimizzare lo stile di vita prima di qualsiasi intervento farmacologico, cioè di evitare di medicalizzare un problema che potrebbe essere affrontato in prima battuta, in pazienti che non hanno avuto un infarto miocardico, applicando quelle '10 mosse vincenti utili per la protezione cardiovascolare'. Se un paziente riesce a raggiungere i target di Ldl attraverso alimentazione equilibrata, attività fisica e altri cambiamenti nel suo stile di vita, questo è l'esito migliore", conclude Pasquale Perrone Filardi, presidente Sic.

(Adnkronos) - "Equilibrio negli acquisti, creatività e attenzione: servono queste tre cose per contrastare lo spreco di prodotti alimentari. Ridurre il proprio impatto sull'ambiente legato agli scarti di cibo significa anche, in molti casi, optare per alimenti più sani. Frutta fresca, verdure, pane fresco, insalate, cipolle, aglio e tuberi, prodotti principe della dieta mediterranea, sono generalmente nella 'top five' degli alimenti più sprecati. Utilizzandoli prima che vadano a male facciamo con un solo gesto del bene al nostro pianeta e al nostro organismo". Lo evidenziano gli esperti del reparto Alimentazione, Nutrizione e Salute dell'Istituto superiore di sanità (Iss), diretto da Laura Rossi. Dagli specialisti arriva anche un decalogo per prevenire lo spreco alimentare, in occasione della Giornata internazionale della consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari, istituita dalle Nazioni Unite, che si celebra il 29 settembre.
Ecco il decalogo: 1) Pianifica con intelligenza: fai una lista della spesa basata su ciò che hai già in casa e su un piano settimanale dei pasti. Riduci gli acquisti impulsivi e compra solo ciò che ti serve davvero;
2) Attento alle offerte: evita le confezioni giganti o le promozioni '3x2' se non sei certo di consumare tutto in tempo. Lo sconto non vale lo spreco;
3) Acquista con consapevolezza: frutta, verdura, pane e altri freschi sono tra gli alimenti più sprecati. Scegli quantità adeguate e valuta la possibilità di acquistare prodotti 'brutti ma buoni';
4) Leggi bene le etichette: controlla sempre le date di scadenza e le modalità di conservazione. Etichette chiare aiutano a conservare meglio e più a lungo;
5) Leggi e interpreta con attenzione le scadenze: 'da consumarsi entro' significa che il prodotto va consumato entro quella data (esempio latte fresco); 'da consumarsi preferibilmente entro' vuol dire che può essere consumato anche dopo, se ben conservato, senza rischi per la salute (esempio biscotti o pasta).
E ancora: 6) Cucina il giusto: presta attenzione alle porzioni. Cuocere più del necessario spesso porta a sprechi. Se cucini in eccesso, pre-porziona e conserva;
7) Valorizza gli avanzi: riutilizza il cibo del giorno prima in nuove ricette: zuppe, frittate, polpette. Creatività e risparmio vanno a braccetto;
8) Festa con consapevolezza: dopo pranzi o cene con ospiti, condividi con loro il cibo avanzato. Un piccolo dono gastronomico è sempre gradito;
9) Chiedi la doggy bag: al ristorante, non esitare a chiedere di portare a casa ciò che non hai finito. E' segno di rispetto per il cibo e per chi lo ha preparato;
10) Dona il surplus: se hai cibo in eccesso ancora buono, informati sui programmi locali di recupero e donazione alimentare. Aiuterai chi è in difficoltà.
Leggi tutto: Alimenti, prevenire lo spreco, decalogo Iss 'pianificare acquisti e valorizzare avanzi'

(Adnkronos) - Un nemico invisibile si annida nello stomaco di oltre 24 milioni di italiani: l'Helicobacter pylori, batterio responsabile del 90% dei casi di cancro gastrico nel mondo. Nonostante interessi il 40% della popolazione italiana, questa infezione rimane largamente sottovalutata e sottodiagnosticata, con conseguenze potenzialmente pericolose per la salute pubblica. L'Helicobacter pylori rappresenta il principale fattore di rischio per lo sviluppo del carcinoma gastrico quando non viene adeguatamente trattato. Se in molti casi il batterio rimane silente senza causare danni, in alcuni casi può aggredire la mucosa gastrica e determinare mutazioni tumorali. Il batterio innesca un processo infiammatorio cronico che evolve progressivamente: dalla gastrite iniziale alle ulcere peptiche, fino alla trasformazione neoplastica del tessuto gastrico. Ma contribuiscono allo sviluppo della malattia fattori di rischio come il consumo elevato di carni e cibi conservati, la carenza di frutta e verdura nella dieta, fumo e alcol. "Il problema è che i sintomi iniziali dell'infezione da Helicobacter pylori sono spesso aspecifici e facilmente confondibili con un semplice bruciore di stomaco - spiega Maurizio Muscaritoli, presidente Sinuc (Società italiana di nutrizione clinica e metabolismo) - che viene trattato in maniera sintomatica con la prescrizione di inibitori di pompa o con farmaci di automedicazione".
Un dato particolarmente preoccupante emerge dalle statistiche nazionali: 1 italiano su 2 - secondo gli esperti Sinuc - assume farmaci antiacidi e inibitori di pompa protonica in autonomia, senza prescrizione medica. Questa pratica diffusa di automedicazione rischia di mascherare completamente i sintomi gastrici che potrebbero invece rivelare la presenza di un cancro allo stomaco nelle fasi iniziali, quando le possibilità di cura sono ancora elevate. L'uso indiscriminato di farmaci antiacidi crea una pericolosa illusione di benessere, permettendo al batterio di continuare indisturbato la sua azione lesiva sulla mucosa gastrica. Un semplice test basato sull'espirato sarebbe sufficiente a rilevare la presenza di Helicobacter e trattare per la sua eradicazione.
La situazione si complica ulteriormente per l'emergere di ceppi di Helicobacter pylori sempre più resistenti agli antibiotici, sottolinea la Sinuc. Sia i trattamenti di prima linea che quelli di seconda linea mostrano tassi di successo in diminuzione, rendendo sempre più complessa l'eradicazione del batterio e prolungando il tempo di esposizione al rischio oncologico. "L'antibiotico-resistenza rende conto dell'inefficacia della terapia con claritromicina in un terzo dei casi, il che potrebbe determinare un aumento dell'incidenza della malattia nei prossimi anni", prosegue Muscaritoli. Le conseguenze di questo scenario sono drammatiche: la maggior parte dei carcinomi gastrici viene diagnosticata quando il tumore è in stadio avanzato, ha già superato la parete dello stomaco e inizia a diffondersi ai linfonodi regionali. A questo stadio, le opzioni terapeutiche si riducono drasticamente e la prognosi diventa significativamente più severa. Dei 15mila nuovi casi ogni anno, solo 1 su 5 viene diagnosticato precocemente. "Stiamo assistendo a un vero e proprio paradosso - rileva Muscaritoli - Disponiamo di strumenti diagnostici efficaci come l'Urea breath test e il test antigenico sulle feci, per identificare precocemente sia l’infezione da Helicobacter che le lesioni precancerose, ma l'automedicazione e la sottovalutazione dei sintomi stanno vanificando queste opportunità".
La comunità degli esperti Sinuc lancia un appello urgente alla popolazione: 1) Non sottovalutare sintomi gastrici persistenti, anche se apparentemente lievi; 2) Evitare l'automedicazione con antiacidi e inibitori di pompa protonica; 3) Richiedere una valutazione specialistica in presenza di disturbi gastrici ricorrenti; 4) Aderire ai programmi di screening quando proposti dalle autorità sanitarie.
E' necessaria - rimarca la Sinuc - una strategia coordinata che preveda: campagne di sensibilizzazione mirate sull'Helicobacter pylori; protocolli di screening più estensivi nelle popolazioni a rischio come i familiari di soggetti con una storia di carcinoma dello stomaco; formazione specifica per i medici di medicina generale; consapevolezza e formazione sull'automedicazione attraverso una informazione capillare che preveda il coinvolgimento dei farmacisti, perché l'Helicobacter pylori non può più essere considerato un semplice batterio gastrico. E' un killer silenzioso che richiede attenzione immediata da parte di istituzioni, medici e cittadini.
Il carcinoma dello stomaco rappresenta il 4% di tutte le neoplasie in entrambi i sessi ed è al sesto posto come incidenza (13,7 casi ogni 100mila individui) e al quarto posto come mortalità (10,3 decessi/100mila), ricorda la Sinuc. A livello mondiale rappresenta la quinta neoplasia incidente tra gli uomini (19,5 casi/100mila) e la settima tra le donne (9,3 casi/100mila). In Italia si stimano circa 14.500 nuovi casi ogni anno e si piazza al quinto posto come incidenza negli uomini (5% di tutte le neoplasie) e al sesto posto nelle donne (3%).
Leggi tutto: Tumori, da Helicobacter 90% casi cancro stomaco, Sinuc 'evitare l'automedicazione'

(Adnkronos) - in collaborazione con Huawei
"Lanciamo due nuovi smartwatch per la serie GT 6: il GT 6 Pro, il GT 6 da 46 mm e il GT 6 da 41 mm. Godono di un nuovo design, Gps migliorato e durata della batteria fino a 21 giorni". Così Andreas Zimmer, Head of Product di Huawei, intervenendo all’evento ‘Ride the wind’ a Parigi, elenca le principali caratteristiche della nuova serie Huawei Watch GT 6. Tra le novità annunciate all’evento globale, anche il nuovo “Watch Ultimate 2, il primo smartwatch che può immergersi fino a 150 metri di profondità - annuncia Zimmer - È un computer da immersione completamente certificato. (Video)
Sta praticamente spingendo i limiti di ciò che gli smartwatch possono fare attualmente, perché include ogni funzione possibile, come la chiamata tramite eSIM e la modalità per le escursioni all'aperto. Si tratta di un orologio praticamente ‘definitivo’, perciò lo abbiamo chiamato Ultimate 2”, precisa. Huawei Watch GT 6 è un connubio perfetto tra il fascino di alta orologeria e l’innovazione tecnologica di ultima generazione che rende il dispositivo perfetto per la vita quotidiana e le attività sportive, indoor e outdoor. (Video)
La ghiera rialzata conferisce un aspetto raffinato e il display - più ampio del 5,5% rispetto al modello precedente - offre un'esperienza visiva più immersiva. Inoltre, la Huawei Watch GT 6 Series raggiunge una luminosità massima di 3 mila nits, che rende il display visibile anche alla luce diretta del sole, senza alcun problema.
“Per la serie GT, abbiamo tre design in totale - illustra Zimmer - Il GT6 Pro, disponibile in diversi colori, è realizzato in titanio con vetro zaffiro e retro in ceramica. La versione standard del GT 6, sempre da 46 mm - aggiunge - è disponibile in ancora più colori. E infine, abbiamo anche una versione da 41mm, che penso sia molto bella, adatta a polsi più piccoli, disponibile in cinque colori. Ci sono molte opzioni tra cui scegliere nella serie GT 6”.
La prossima frontiera degli smartwatch Huawei? Sarà disegnata sulle esigenze degli utenti: “Per i prossimi smartwatch - fa sapere Zimmer - ci prefiggiamo di lanciare aggiornamenti significativi per i nostri utenti. Come sempre, analizzeremo il mercato, chiederemo ai nostri utenti cosa vorrebbero nei loro orologi e cercheremo così di fornire loro aggiornamenti sempre freschi, direttamente al polso”, conclude.
Leggi tutto: Tlc, Zimmer (Huawei): "Batteria durevole e Gps di precisione in Huawei Watch GT 6"



(Adnkronos) - Lorenzo Mark Finn oro tra gli Under 23 ai Mondiali di ciclismo in corso a Kigali, in Ruanda alla fine della prova in linea. Argento allo svizzero Jan Huber, bronzo all'austriaco Marco Schrettl.
"Una gara memorabile, che entra di diritto nella storia del nostro sport. Lorenzo è un talento puro del ciclismo mondiale, oggi lo ha dimostrato ancora una volta, andandosi a prendere la maglia iridata con una prova di grande autorevolezza. Era il più giovane in gara, eppure ha mostrato classe, freddezza e tanta maturità". Lo dice
Il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni, ha definito la gara "memorabile" e ha dichiarato che "entra di diritto nella storia del nostro sport". "Lorenzo - ha spiegato - è un talento puro del ciclismo mondiale, oggi lo ha dimostrato ancora una volta, andandosi a prendere la maglia iridata con una prova di grande autorevolezza. Era il più giovane in gara, eppure ha mostrato classe, freddezza e tanta maturità". "Questo ragazzo - ha proseguito - oggi ci ha regalato un pomeriggio di grandi emozioni, come fece un anno fa nella prova junior, e, ne sono sicuro, ce ne regalerà tante altre perché avrà una carriera luminosa. Ringrazio e faccio i complimenti a tutta la squadra e ai tecnici che hanno preparato la gara in modo impeccabile. Ci avviciniamo alle due giornate finali di questi Mondiali con tante speranze, consapevoli, una volta di più, che il ciclismo italiano è vivo ed estremamente competitivo".
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(Adnkronos) - Jurassic Park dal cinema alla realtà? Più o meno, a giudicare dai piani della Colossal Biosciences, azienda americana che ha annunciato progressi "decisivi" nel suo ambizioso progetto: l'obiettivo è riportare in vita il dodo, noto anche come Raphus cucullatus, uccello incapace di volare che si è estinto nel corso del XVII secolo. L'ultimo avvistamento sull'isola di Mauritius risale al 1662. Ebbene, Colossal Biosciences punta a riportare in vita l'uccello con un procedimento che comprende cellule del colombo delle Nicobare - il parente più vicino al dodo - e passa per la 'creazione' di galline geneticamente modificate.
Al Guardian, CB ha illustrato il traguardo che apparentemente potrebbe essere raggiunto nel giro di 5-7 anni: popolare Mauritius con migliaia di esemplari di dodo 2.0. L'intervento degli scienziati sul genoma dovrebbe consentire di modificare testa e corpo della creatura per arrivare a produrre il fenotipo originale del dopo. Quando saranno stati realizzati uccelli sufficientemente diversi tra loro per patrimonio genetico, secondo Colossal Biosciences, la nuova specie potrà procedere autonomamente nell'ambiente senza alterare equilibri esistenti e senza correre rischi. Per Beth Shapiro, direttrice scientifica dell'azienda, "se riusciamo a reinserire un uccello di queste caratteristiche possiamo aspettarci sorprese positive".
Nella comunità scientifica non mancano reazioni a dir poco perplesse. Ci si interroga, riferisce il Guardian, sull'effettiva possibilità di ricreare un esemplare 'originale'. Rich Grenyer, biologo di Oxford, considera la strada della 'de-estinzione' "una distrazione pericolosa" e il cammino indicato dall'azeinda americana non può essere scisso da "un enorme rischio morale".
Colossal Biosciences tira dritto, forte del recente aumento di capitale da 120 milioni di dollari. L'azienda viene valutata 10,2 miliardi e può contare sul sostegno di illustri investitori: da Tom Brady e Paris Hilton, da Tiger Woods a Peter Jackson. Il dodo sarebbe solo il primo step di un progetto che punta a riprodurre anche il mammut. C'è poi il capitolo metalupo: sono già stati presentati due cuccioli...
Leggi tutto: Jurassic Park sarà realtà? "Così facciamo rinascere dodo e mammut"

(Adnkronos) - L’ex-convento dell’Annunziata di Sestri Levante ospita la 0Phd autumn school in security, risk and vulnerability – insights' from the 'Return project', iniziativa finanziata dal partenariato esteso Return, organizzata in collaborazione con l’università di Genova e rivolta a studenti e studentesse di dottorato e giovani ricercatrici e ricercatori che operano nell’ambito di rischio sismico e alluvionale nei sistemi urbani e desiderano ampliare la loro prospettiva in ottica multirischio. Un programma intensivo che integra prospettive tecniche e sociali del rischio, con lezioni, workshop e tavole rotonde condotte da docenti e istituzioni italiane e internazionali. Partecipano inoltre policy maker impegnati nella pianificazione delle politiche di mitigazione e protezione civile, oltre a operatori del mondo assicurativo.
“Approfondimenti, laboratori e tavole rotonde, con un approccio trasversale a diversi disastri naturali in chiave multi-rischio, e con alcune giornate organizzate in due percorsi paralleli dedicati al rischio sismico e alluvionale, per offrire strumenti operativi e un linguaggio condiviso capaci di trasferire i risultati della ricerca in strumenti decisionali e pratiche di mitigazione efficaci”, afferma Serena Cattari, coordinatrice del Dottorato in sicurezza, rischio e vulnerabilità dell’università di genova.
La PhD Autumn School si inserisce nella più ampia filiera formativa del progetto Return, che integra scienze tecniche, umanistiche e sociali per costruire comunità resilienti, anche attraverso strumenti digitali come gemelli virtuali e simulatori di scenari multirischio. Accanto alla PhD Autumn school, il progetto ha lanciato la Return Academy, percorso intensivo che combina teoria, ricerca applicata e didattica esperienziale. La prima edizione coinvolge 40 giovani selezionati su base interdisciplinare (ambiti tecnico-scientifici e umanistici), con l’obiettivo di formare professionalità capaci di leggere e governare la complessità dei rischi ambientali e di applicare le competenze nel disaster risk management nei diversi contesti professionali.
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Finisce l'era dei ritocchini esagerati, il chirurgo: "I pazienti vogliono valorizzare, non cambiare"

(Adnkronos) - La medicina estetica non è più un vezzo riservato a pochi, ma una realtà in crescita costante a livello globale. I dati diffusi dalla International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps) parlano chiaro: nel 2024 sono stati eseguiti oltre 38 milioni di trattamenti estetici, con un aumento del 42,5% negli ultimi 4 anni. Un trend che conferma come la cura di sé sia ormai entrata nella routine quotidiana, al pari di sport e alimentazione. Ma dopo l'epoca dei filler esagerati e dei ritocchi vistosi, oggi la parola d'ordine è naturalezza. Una tendenza che vede privilegiare i cosiddetti 'trattamenti soft': biostimolazioni, tossina botulinica preventiva, peeling e protocolli combinati che ringiovaniscono senza stravolgere.
Secondo Roberto Valeriani, specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica e docente presso l'università internazionale UniCamillus di Roma, "oggi i pazienti chiedono interventi sempre più discreti: non vogliono cambiare i propri tratti, ma valorizzarli. La medicina estetica è entrata a far parte della quotidianità, con trattamenti programmati e calibrati che permettono di mantenere un aspetto naturale e curato nel tempo".
La nuova frontiera della bellezza, dunque, "non è più quella di apparire rifatti, ma di stare bene con se stessi. La medicina estetica moderna punta a un equilibrio che unisce scienza, prevenzione e rispetto dell'identità individuale", conclude lo specialista.

(Adnkronos) - Sono cellule sfuggenti, lupi solitari che si staccano dal gruppo, cambiano faccia all'occorrenza e permettono al cancro di evadere le terapie. Un team di scienziati italiani di base negli Usa ha usato tecnologie all'avanguardia per localizzarle e studiarle. I risultati della loro ricerca, pubblicati di recente sulla rivista 'Cancer Cell', aggiungono tasselli importanti per decifrare i segreti della plasticità tumorale. A firmare il lavoro sono Anna Lasorella, co-direttrice del Sylvester Brain Tumor Institute (Sbti) e direttrice della Sylvester's Precision Medicine Initiative, e Antonio Iavarone, direttore Sbti e vicedirettore del Sylvester, coppia d'oro della ricerca oncologica che al Sylvester Cancer Center dell'University of Miami ha focalizzato i suoi studi su una neoplasia altamente letale, il glioblastoma, tempo medio di sopravvivenza di poco superiore a 1 anno dalla diagnosi. Questo tumore ricompare quasi sempre dopo il trattamento iniziale e le forme ricorrenti sono sempre resistenti alla terapia.
Il punto di partenza è dunque questo. Il passo avanti, invece, è che gli scienziati - utilizzando una piattaforma che si chiama CosMx nel centro che fa parte della Miller School of Medicine dell'ateneo di Miami - sono riusciti a vedere e classificare le singole cellule nelle loro posizioni originali nel tumore. E hanno scoperto che le cellule del glioblastoma che si 'raggruppano' insieme ad altre cellule dello stesso tipo sono meno letali. Mentre le cellule 'disperse' nel tumore, quelle che escono dal gruppo, sono vere 'trasformiste': sono più plastiche, termine biologico che indica cellule malleabili e in grado di assumere forme o stati diversi. La plasticità è un attributo indesiderato per il cancro, poiché è correlata alla resistenza al trattamento e a esiti peggiori per il paziente. Ma la causa di questa plasticità del cancro è finora un mistero. Lasorella e Iavarone accendono i riflettori su una possibile chiave di lettura: le relazioni spaziali fra le cellule. La geografia conta, in altre parole.
"Da molti anni - spiega Iavarone all'Adnkronos Salute - si sa che il motivo fondamentale dell'elevata aggressività dei tumori più maligni, come il glioblastoma ma non solo, è che ci sono delle cellule che riescono ad adattarsi e a sopravvivere a diverse condizioni ambientali molto difficili come la mancanza di ossigeno, la presenza di farmaci tossici quali la chemioterapia. Ci riescono attraverso la plasticità, la capacità di modificarsi continuamente. Ci siamo chiesti perché alcune cellule non cambiano e possono essere bersagliate e altre invece si trasformano e resistono. Per capirlo abbiamo aggiunto analisi computazionali completamente nuove a tecnologie potenti che consentono di studiare le caratteristiche molecolari, le attività di tutti i geni di ogni singola cellula, mantenendo intatta la struttura geografica del tumore e studiando le cellule direttamente in questo spazio. Si chiama trascrittomica spaziale".
Questa strategia, continua Iavarone, "ci ha consentito di studiare milioni di cellule nel loro spazio naturale. E abbiamo potuto scoprire come funziona il meccanismo della plasticità: le cellule che aderiscono fra di loro e rimangono organizzate in cluster rimangono molto simili e sono quelle che noi riusciamo a distruggere con la chemioterapia. Quelle che si staccano", i lupi solitari, "sono cellule che si mascherano continuamente, hanno 10 fenotipi diversi e si adattano enormemente alle condizioni ambientali che trovano. Possono passare da cellule neuronali a cellule che proliferano, da cellule quiescenti a cellule che invadono, a seconda di quello che serve per sopravvivere. E sono le più aggressive, quelle che non si riesce a distruggere. Noi abbiamo per la prima volta scoperto questo meccanismo: per poter diventare plastiche, le cellule devono perdere l'adesione tra di loro in questi cluster e diventare disperse".
Il trattamento iniziale dei tumori cerebrali con chemio o radioterapia, è dunque l'ipotesi, potrebbe effettivamente rompere i cluster relativamente meno dannosi di cellule tumorali e stimolarne la dispersione - affermano i ricercatori - il che significa che le cellule rimaste dopo il trattamento diventano più plastiche e quindi più aggressive per il paziente. Quello che è chiaro al momento è che le cellule disperse e quelle raggruppate si comportano in modo molto diverso nel tumore. In studi precedenti, Lasorella, Iavarone e colleghi avevano identificato 4 diversi gruppi di cellule di glioblastoma, in base ai geni specifici attivati in ciascun tipo di cellula. Nello studio attuale hanno esaminato come questi 4 gruppi sono organizzati nei tumori, rilevando che in certe aree del tumore i tipi cellulari sono mescolati insieme, definendo così la conformazione dispersa. Infine hanno esaminato le differenze fra le cellule in cluster e le cellule disperse, scoprendo che quelle raggruppate esprimono proteine sulla loro superficie che le aiutano a rimanere unite, mentre le disperse perdono queste proteine.
Gli autori hanno anche osservato che gli stessi principi si applicano a campioni isolati da pazienti affette da cancro al seno: le cellule tumorali disperse sono più plastiche delle 'colleghe' organizzate in cluster. E la plasticità delle cellule tumorali favorisce la metastasi dei tumori solidi. Sebbene il glioblastoma non metastatizzi allo stesso modo degli altri tumori solidi, comprendere meglio la plasticità potrebbe aiutare a chiarire perché e quando molti tumori fanno metastasi. "Riteniamo che questo principio sia di importanza generale", dice Iavarone. Un altro quesito al quale si sta cercando una risposta è se le cellule disperse esprimano determinate proteine o molecole che interrompono l'adesione e, in tal caso, se tali proteine possano essere eventuali bersagli farmacologici per promuovere l'aggregazione. L'idea, in ogni caso, spiega lo scienziato, è di "sfruttare questo meccanismo dell'adesione, forzarlo nelle cellule che non ce l'hanno", per poi colpire con un'arma mirata al gruppo. "Se riusciremo a comprendere meglio questo meccanismo - ragiona Lasorella - speriamo di poter mantenere le cellule raggruppate meno plastiche in quello stato, o addirittura invertire la dispersione delle cellule più plastiche". Sarebbe, conclude Iavarone, "un passo avanti per essere più efficaci con la terapia".

(Adnkronos) - Il premio Nobel per la fisica Gerardus ’t Hooft s sarà tra gli ospiti che apriranno la prima giornata del Digital Innovation Forum — ComoLake 2025, il forum internazionale per l’innovazione digitale che si terrà dal 14 al 17 ottobre 2025 a Villa Erba di Cernobbio in provincia di Como.
Oltre professore Hooft, sono già confermate anche la partecipazione del fisico vincitore del premio Albert Einstein Thibault Damour, il direttore del dipartimento di fisica teorica del Cern di Ginevra Gian Francesco Giudice, l'ex presidente del Cnr Luciano Maiani, la ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Mariafelice De Laurentis e il l'ex direttore dell’École Normale Supérieure di Parigi Marc Mézard.
Organizzata da Micromegas Comunicazione, Digital Innovation Forum — ComoLake 2025 è un'iniziativa promossa dalla Fondazione Innovazione Digitale Ets, presieduta dal dott. Antonio Franceschetti, che ha recentemente istituito un Comitato Scientifico composto da esponenti di primo piano del mondo accademico, istituzionale e industriale. Tra i suoi membri figurano il prof. Francesco Saverio Cataliotti, direttore dell’Istituto Nazionale di Ottica del Cnr; il Prof. Antonio La Gatta esperto internazionale d'innovazione tecnologica; la prof.ssa Paola Dubini dell’Università Bocconi; il prof. Vincenzo Vespri dell’Università di Firenze; e numerosi altri rappresentanti di eccellenza della ricerca, dell’impresa e delle istituzioni, italiani e internazionali.
Sul palco del Forum sono attesi ministri, rappresentanti di agenzie governative e organismi sovranazionali, Ceo di aziende leader e imprenditori innovativi, con l’obiettivo di costruire un dialogo costruttivo ad ampio raggio sulle politiche, le tecnologie, le strategie e le soluzioni per affrontare le sfide che si affronteranno nei prossimi anni.
Digital Innovation Forum — ComoLake 2025 si articolerà in sei sessioni plenarie e quindici sessioni tematiche di approfondimento, dedicate all’innovazione e alla transizione digitale.
Tra i temi al centro del dibattito vi saranno l'intelligenza Artificiale e i suoi impatti su economia, società e istituzioni, il Quantum Computing, con focus sul ruolo dell’Europa e delle sue industrie nella competizione globale, la sanità digitale, tra telemedicina, ospedali virtuali e innovazioni farmaceutiche basate su modelli computazionali, la mobilità e trasporti, con scenari di elettrificazione, intermodalità e smart cities, le reti e le infrastrutture, cruciali per sostenere la competitività europea e lo sviluppo delle tecnologie emergenti, l'energia e la sostenibilità, con attenzione a decarbonizzazione, idrogeno e nuove fonti, il banking, insurance e fintech, tra blockchain, valute digitali e sistemi di pagamento evoluti e il public sector, per un’amministrazione più accessibile, trasparente ed efficiente.
Il Forum si terrà dal 14 al 16 ottobre con tre giornate di conferenza, mentre il 17 ottobre sarà interamente dedicato ad 80 Startup innovative, selezionate con Partner di elevato prestigio, attraverso criteri accurati di scelta. Durante la giornata, le giovani imprese avranno l’occasione di presentare i propri progetti con sessioni di elevator pitch, confrontarsi con investitori e stakeholder e partecipare a workshop tematici curati dai partner del Forum.
L’evento si terrà nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio, sul Lago di Como, luogo che negli anni si è affermato come punto di riferimento per grandi eventi internazionali. Gli spazi espositivi saranno suddivisi tra i padiglioni Lario e Cernobbio, con oltre 10.000 mq allestiti per ospitare conferenze, workshop, corner dedicati alle startup, aree B2b e momenti di networking.
Digital Innovation Forum — ComoLake continua quindi il lavoro per posizionare l’Italia come Paese protagonista del dibattito globale sulle tecnologie emergenti, rafforzando l’allineamento del nostro Paese ai processi normativi e di mercato dell’Unione Europea. Tre giorni per favorire il dialogo tra istituzioni, industria e università, creando una piattaforma stabile di confronto e cooperazione, al tempo stesso valorizzando l’innovazione italiana come leva di competitività internazionale, sostenendo la ricerca e l’imprenditorialità giovanile.
Uno dei momenti più attesi dell’edizione 2025 sarà la cerimonia dei ComoLake Awards, che premieranno aziende, istituzioni e startup che si sono distinte per progetti di eccellenza nell’ambito della trasformazione digitale. I riconoscimenti saranno assegnati dal Comitato Scientifico della Fondazione Innovazione Digitale ETS, valutando innovazione, impatto sociale ed economico, scalabilità e sostenibilità.
La premiazione avverrà durante il Gala Dinner del 16 ottobre, occasione d'incontro esclusivo tra i protagonisti dell’evento.
Accanto ai lavori ufficiali, ComoLake 2025 proporrà anche momenti culturali e conviviali di grande rilievo: la serata spettacolo al Teatro Sociale di Como (14 ottobre), il Welcome Dinner del 15 ottobre e il Gala Dinner del 16 ottobre. Occasioni pensate per favorire le relazioni tra i partecipanti e consolidare la dimensione internazionale dell’evento.
Per garantire la massima visibilità e fruibilità, l’edizione 2025 sarà accompagnata dal lancio del Digital Innovation Channel, piattaforma multimediale che trasmetterà i lavori in live streaming e on demand, oltre a ospitare podcast e contenuti originali realizzati dai partner nei mesi precedenti al Forum.
ComoLake 2025 è l’appuntamento di riferimento per chi guarda al futuro dell’innovazione digitale. Un evento capace di unire riflessione e azione, teoria e pratica, istituzioni e startup per trovare soluzioni, creare leve economiche e posizionare l’Italia come player internazionale nel campo della tecnologia e della digitalizzazione.
Le registrazioni per il pubblico sono già aperte: tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale www.comolake.it.


(Adnkronos) - Nasce a Milano la prima casa del Made in Italy all'interno di una fiera; una iniziativa nata dalla volontà del ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, dedicata ad imprenditori e operatori economici che qui potranno trovare un punto di riferimento per supportare e rilanciare la propria attività. "L'accordo di oggi -spiega il presidente di Fondazione Fiera Milano, Giovanni Bozzetti- è il primo effetto tangibile dell’alleanza per il Made in Italy a cui hanno aderito tutti gli organizzatori delle manifestazioni fieristiche e di tutte le associazioni di categoria e prevede la prima casa del Made in Italy all’interno di Fiera Milano, a Rho. Quindi la prima 'casa' in un sedime fieristico". La casa del Made in Italy "sarà molto importante per tutto il sistema imprenditoriale italiano" perché "gli operatori che arriveranno a Fiera Milano potranno assumere informazioni sul sistema di incentivi nazionale e regionale a loro favore"; al tempo stesso "gli investitori che arriveranno dall'estero potranno desumere quali sono gli aiuti, i contributi che il governo italiano dà per gli investimenti stranieri nel nostro Paese". Si tratta quindi di "una iniziativa che creerà un volano di sviluppo economico per il sistema imprenditoriale italiano e attrarrà maggiori investimenti in Italia".
"Ci tengo a ringraziare il ministro Urso -aggiunge Bozzetti- perché ha voluto che la prima casa del Made in Italy fosse a Milano". Del resto, "Fiera Milano è il principale sistema fieristico italiano e contribuisce con un indotto di 8,1 miliardi di euro nel territorio nazionale e di 4,3 miliardi nella regione Lombardia. A Milano, in particolare, abbiamo 4 milioni e mezzo di visitatori, oltre 50 manifestazioni fieristiche organizzate e oltre 30mila espositori". Ed è su questa base che "la casa del Made in Italy in Fiera Milano diventerà un punto importante di riferimento per tutti i nostri imprenditori e per gli operatori economici che parteciperanno alle manifestazioni; la 'casa' sarà sempre aperta e, in occasione alle manifestazioni, ovviamente vivrà".
Su tutto, conclude Bozzetti, "vorrei sottolineare che questa iniziativa si inserisce anche nell'ambito di una logica sistemica che bisogna necessariamente applicare: è finito il tempo dei campanili. Dobbiamo vestire tutti la maglia della Nazionale italiana, la maglia azzurra ed essere orgogliosi di essere italiani". Anche perché "il nostro sistema fieristico vale 1 miliardo e 400 milioni; in Germania vale 4 miliardi; dobbiamo affrontare una sfida internazionale e sono convinto che noi italiani, con la nostra creatività, con il nostro spirito di innovazione e con la nostra capacità, abbiamo tutte le carte in regola per superare anche il sistema fieristico tedesco. Ma dobbiamo essere uniti, perché solo uniti si vince".
Leggi tutto: Imprese, Bozzetti (Ffm): "A Milano la prima casa del Made in Italy in Fiera"

(Adnkronos) - Condividere i più recenti progressi della ricerca scientifica e clinica, evidenziare le sfide ancora irrisolte nell'assistenza ospedaliera e territoriale, favorire le connessioni tra ricerca, medical unmet need e qualità della vita dei pazienti e dare voce autenticamente all'esperienza di chi convive con un tumore del sangue. Sono questi gli obiettivi di 'Blood Cancer Summit', giornata di dialogo interdisciplinare che unisce scienza, innovazione e narrazione umana, che dà voce ai protagonisti della cura: ricercatori, clinici, pazienti, caregiver, istituzioni e artisti. L'appuntamento è mercoledì 1 ottobre, dalle 9.30 alle 19, a Roma all'Accademia di San Luca, in piazza dell'Accademia di San Luca 77. 'Briging research, innovation and care' - spiega una nota - è un vertice annuale dedicato interamente al mondo dei tumori del sangue, teso ad agevolare il confronto tra medici e ricercatori, istituzioni e manager sanitari, industria e pazienti, connettendo esperti e testimoni in una piattaforma multidisciplinare e inclusiva, partecipata e creativa. Il summit è un evento Bridge the gap realizzato da Isheo, in collaborazione con La Lampada di Aladino Ets. Il summit parla di tumori del sangue, che di fatto significa parlare oggi di futuro e di speranza come scelta condivisa, come responsabilità collettiva, come possibilità concreta di trasformazione.
Il programma - si legge - garantisce una pluralità di punti di vista, di condivisione di linguaggi e di co-progettazione di soluzioni sostenibili. A fianco ai numerosi esperti - medici, ricercatori, infermieri, farmacisti, responsabili dell'industria, delle istituzioni, della comunità scientifica e accademica - anche tante testimonianze dei pazienti, che mettono in evidenza la qualità della propria vita non intesa come scala di misurazione, ma come vissuto; a questi seguono quelli che sottolineano il ruolo del supportive care finalizzata a un'assistenza globale del paziente, rimarcando il valore delle nuove figure professionali per superare le sfide esistenti. All'apertura della giornata verrà proiettato il cortometraggio 'Qui, ora' di Gioele Coccia, mentre la giornata sarà accompagnata dalla mostra fotografica 'Io sono qui' di Azzurra Primavera. L'arte, così come è intesa dal summit, restituisce voce, corpo ed emozione all'esperienza umana della malattia ed è pensata per tradurre in linguaggi universali ciò che le parole scientifiche da sole non riescono a dire.
Blood cancer summit è organizzato con il contributo non condizionante dei gold sponsor: Astellas Pharma Spa, AstraZeneca e Roche Spa; dei silver sponsor: BeOne Medicines Italy Srl, GlaxoSmithkilne Spa, Johnson&Johnson, Otsuka Pharmaceutical Italy Srl, Sobi. Inoltre, supporta l'evento Pierre Fabre Pharma Srl. L'evento gode anche del patrocinio di Aiiao - Associazione italiana infermieri di area oncologica, Favo - Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia, Fondazione Gimema - Franco Mandelli onlus, Fil - Fondazione italiana linfomi Ets. Hanno collaborato anche Aipamm - Associazione italiana pazienti con malattie mieloproliferative, Aip Lmc - Associazione italiana pazienti Leucemia mieloide cronica, Bianco Airone Pazienti Aps, Gal - Gruppo abruzzese linfomi e Linfovita Odv.
Leggi tutto: Neoplasie sangue, l'1 ottobre a Roma vertice annuale 'Blood Cancer Summit'

(Adnkronos) - Un buco aperto nel solaio, forse durante la notte, è stata la via d'accesso per una banca in zona Primavalle, a Roma. Una banda, armata di pistola, è entrata nella filiale Bpm al 151 di via Pietro Maffi e, all'arrivo del direttore e dei dipendenti, verso le 9 del matttino, si è fatta consegnare i soldi nelle casse, minacciando tutti con le armi da fuoco.
Sul posto i poliziotti ora impegnati nelle ricerche della banda, fuggita con il bottino.
Leggi tutto: Banda del buco colpisce a Roma, armati di pistola rapinano una banca a Primavalle

(Adnkronos) - Decine di sedie vuote all'Assemblea generale delle Nazioni Unite dove moltissime delegazioni hanno lasciato l'aula in segno di protesta prima del discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. All'interno del Palazzo di Vetro si sono alzati anche fischi oltre ad applausi.
"Non abbiamo ancora finito. Gli ultimi resti di Hamas sono trincerati a Gaza City. Vogliono ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora. Ecco perché Israele deve finire il lavoro il più rapidamente possibile", ha detto il premier israeliano.
Netanyahu ha mostrato ''una grande spilla'' invitando a ''prendere i cellulari e inquadrare il Qr: vedrete perché combattiamo e perché dobbiamo vincere''. ''Il 7 ottobre Hamas ha condotto l'attacco peggiore contro gli ebrei dall'Olocausto - ha scandito - hanno decapitato uomini, stuprato donne, bruciato bambini vivi, questi mostri hanno preso ostaggio 200 persone''.
In precedenza l'ufficio di Netanyahu aveva reso noto che sarebbe stato diffuso un ''filmato sulle atrocità a partire dal 7 ottobre'' "nell'ambito dell'impegno di sensibilizzazione internazionale''. Si tratta di un ''film completo sulle atrocità attualmente proiettato in collaborazione tra l'ufficio del Primo Ministro e il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane".
All'Onu il premier israeliano ha parlato di "false accuse di genocidio" rivolte a Israele. Netanyahu ha inoltre negato di stare obbligando i palestinesi a lasciare Gaza. "Per caso i nazisti chiedevano gentilmente agli ebrei di andarsene? - ha chiesto - Ora vorrei porvi una domanda semplice, una domanda logica: un Paese che sta commettendo un genocidio, implorerebbe la popolazione civile che dovrebbe essere il suo obiettivo di mettersi al riparo?".
"Abbiamo distrutto gli armamenti di Assad in Siria, abbiamo colpito le milizie sciite dell'Iran in Iraq e, soprattutto, abbiamo devastato i programmi iraniani di armi atomiche e missili balistici", ha sottolineato nel corso del suo intervento all'Assemblea Generale dell'Onu.
Netanyahu ha mostrato la mappa aggiornata della 'Maledizione', rappresentata dai nemici d'Israele nella regione mediorientale. "Metà della leadership Houthi in Yemen, è andata. Yahya Sinwar a Gaza, è andato. Hassan Nasrallah in Libano, è andato. Il regime di Assad in Siria, è andato - ha detto, segnando delle 'x' sui Paesi menzionati - Le milizie in Iraq, se attaccano Israele, se ne andranno anche loro. I comandanti militari iraniani, e i loro migliori scienziati nucleari, andati anche loro".
Il primo ministro israeliano ha voluto "ringraziare il presidente Donald Trump per aver agito con così tanto coraggio e audacia. Entrambi abbiamo promesso di impedire all'Iran di sviluppare armi nucleari e abbiamo mantenuto questa promessa".
I media palestinesi riportano che un sms, con il discorso di Netanyahu all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, è stato inviato ai palestinesi residenti nella Striscia di Gaza. L'sms si aggiunge alla diffusione del messaggio del premier israeliano nell'enclave palestinese tramite gli altoparlanti.
"Ho circondato Gaza con enormi altoparlanti nella speranza che i nostri cari ostaggi ascoltino il mio messaggio. Non vi abbiamo dimenticati e non ci fermeremo finché non vi riporteremo tutti a casa", ha detto Netanyahu all'Assemblea Generale dell'Onu, prima in inglese e poi in lingua ebraica.

(Adnkronos) - Decine di sedie vuote all'Assemblea generale delle Nazioni Unite dove moltissime delegazioni hanno lasciato l'aula in segno di protesta prima del discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. All'interno del Palazzo di Vetro si sono alzati anche fischi oltre ad applausi.
"Non abbiamo ancora finito. Gli ultimi resti di Hamas sono trincerati a Gaza City. Vogliono ripetere le atrocità del 7 ottobre ancora e ancora. Ecco perché Israele deve finire il lavoro il più rapidamente possibile", ha detto il premier israeliano.
"Abbiamo distrutto gli armamenti di Assad in Siria, abbiamo colpito le milizie sciite dell'Iran in Iraq e, soprattutto, abbiamo devastato i programmi iraniani di armi atomiche e missili balistici", ha sottolineato nel corso del suo intervento all'Assemblea Generale dell'Onu.
Netanyahu ha mostrato la mappa aggiornata della 'Maledizione', rappresentata dai nemici d'Israele nella regione mediorientale. "Metà della leadership Houthi in Yemen, è andata. Yahya Sinwar a Gaza, è andato. Hassan Nasrallah in Libano, è andato. Il regime di Assad in Siria, è andato - ha detto, segnando delle 'x' sui Paesi menzionati - Le milizie in Iraq, se attaccano Israele, se ne andranno anche loro. I comandanti militari iraniani, e i loro migliori scienziati nucleari, andati anche loro".
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