
Conto alla rovescia per il Black Friday, quando inizierà la battaglia all'ultimo sconto. Ma i raggiri sono sempre dietro l'angolo, e infatti preoccupano quasi sei italiani su dieci. A fare i conti è un’indagine condotta da Revolut che, su un campione rappresentativo di circa mille persone, ha rivelato che il 12%è stato truffato e abbia perso denaro (fino a 1000 euro), mentre il 57%, nonostante non sia stato vittima di frodi, le teme.
In generale, solo il 7% si sente molto sicuro di riuscire a individuare siti web falsi o truffe online e sui social media. Le generazioni più anziane mostrano una forte mancanza di fiducia, con il 20% dei 55-64enni che afferma di non essere affatto sicuro di riuscire a individuare le truffe del Black Friday. Tra i più giovani, sebbene siano spesso visti come "esperti digitali" dai genitori, il 25% della Generazione Z ammette di non sentirsi molto certo di riuscire a evitare le trappole online più insidiose.
Gli acquisti online
I dati mostrano comunque che, in Italia, si inizia a prestare maggiore attenzione agli acquisti online: la maggioranza acquista infatti solo da siti web o app affidabili (62%), quasi la metà (37%) evita di cliccare sui link nelle email o nelle pubblicità sui social media e circa 3 su 10 (27%) controllano l'ulr del sito web. Quando si tratta di individuare le migliori offerte, i consumatori si affidano principalmente ai siti web dei rivenditori (51%), alle pubblicità a pagamento sui social media su Instagram, TikTok e Facebook (14%) e alle promozioni via email (9%). Non sorprende che le pubblicità sui social media siano più allettanti per la Generazione Z, con il 38% degli intervistati, la percentuale di gran lunga più alta tra tutte le generazioni, mentre la Generazione X (61%) e i Baby Boomer (57%) tendono a optare per i siti web dei rivenditori. Gli influencer sembrano avere meno appeal in occasione del Black Friday: solo il 3% sceglie i contenuti degli influencer come opzione.
Come riconoscere le truffe online
Eppure, resta ancora il divario tra cautela e sicurezza: si evolvono gli utenti, ma si evolvono anche le truffe ed essere acquirenti attenti potrebbe non bastare. Per riconoscere le truffe online ci sono alcune accortezze da ricordarsi: i truffatori creano siti web falsi molto somiglianti a quelli dei rivenditori. L’intenzione non è solo rubare denaro alle vittime al momento dell'acquisto, ma anche ottenere dati personali e della carta per truffe future. Bisogna quindi controllare attentamente l'url del sito web per verificare che sia quello autentico da cui si intende acquistare.
Alcuni siti vendono articoli costosi (elettronica, gioielli o marchi di abbigliamento) a prezzi molto bassi. A volte gli acquirenti ricevono l'articolo per cui hanno pagato, che si rivela falso, altre volte non riceveranno nulla. Un promemoria: se è troppo bello per essere vero, spesso è una truffa. Cercare recensioni online di altri clienti per verificare l'affidabilità del rivenditore.
A volte i truffatori utilizzano le piattaforme di social media per creare negozi online. I negozi aprono per un breve periodo e poi scompaiono dopo aver effettuato alcune vendite. Non fidarsi, quindi, delle pagine/account di social media aperti di recente e con molte recensioni positive, potrebbero essere falsi e scritti solo per far credere alle persone che siano autentici. I falsi messaggi di spedizione e le email di phishing aumentano durante periodi di punta come il Black Friday. È consigliato tracciare i pacchi direttamente dal rivenditore o dal sito web della compagnia di spedizioni e controllare sempre l'indirizzo del mittente, facendo attenzione a eventuali errori di ortografia. In caso di dubbio, non cliccare mai su un link.

Lo stress fa ‘invecchiare’ più in fretta. Succede anche ai bebè quando a sperimentare questa condizione di alta tensione sono le mamme durante la gravidanza. E un risvolto inaspettato, svelato da uno studio, è che pure i dentini da latte dei piccoli nati da mamme stressate spuntano prima. I bambini hanno 20 denti da latte, 10 in ciascuna arcata. Questa dentatura è importante per masticare e parlare e aiuta a mantenere lo spazio libero per la successiva dentatura permanente da 32. I denti da latte iniziano a svilupparsi nell'utero intorno alla sesta settimana di gestazione e gradualmente escono fuori tra i sei mesi e i tre anni dopo la nascita. Tuttavia, questa tempistica varia notevolmente, a causa di fattori come la genetica o lo stato di salute generale e nutrizionale del neonato. Ora, alcuni ricercatori statunitensi hanno dimostrato per la prima volta che un altro fattore può accelerare questi tempi: lo stress materno durante la gravidanza, appunto.
Lo studio e i risultati
I risultati del loro lavoro sono pubblicati sulla rivista ‘Frontiers in Oral Health’. "Dimostriamo che i livelli più elevati di ormoni legati allo stress, in particolare di cortisolo, nella madre durante la fase più avanzata della gravidanza sono associati all'eruzione precoce dei denti da latte nel bambino", evidenzia l'autore corrispondente, Ying Meng, professore associato nella School of Nursing della University of Rochester. Meng e colleghi hanno studiato una coorte di 142 madri statunitensi provenienti da contesti socioeconomicamente svantaggiati, incinte tra il 2017 e il 2022 e iscritte al Medical Center dell’università di Rochester. Tra la fine del secondo e il terzo trimestre di gravidanza, ogni donna ha fornito un campione di saliva, in cui è stata misurata la concentrazione degli ormoni cortisolo, estradiolo, progesterone, testosterone, triiodotironina e tiroxina. Tutti i bambini coinvolti nello studio sono nati a termine. A 1, 2, 4, 6, 12, 18 e 24 mesi dalla nascita, ogni coppia madre-bambino è andata in clinica, dove i dentisti hanno valutato quali denti da latte erano spuntati.
Circa la metà (53%) delle madri lavorava e il 60% aveva un diploma di scuola superiore o inferiore. Per la maggior parte (76%), il figlio partorito non era il primo, mentre la maggioranza (59%) non aveva allattato al seno a sei mesi dal parto. Circa la metà (52%) dei bambini era afroamericana.
Rispettivamente a 6 e 12 mesi di età, il 15% aveva tra 1 e 6 denti, mentre il 97,5% ne aveva tra 1 e 12. Tutti i bambini avevano alcuni denti - tra 3 e 20 - entro i 18 mesi, mentre a 24 mesi il 25% li aveva tutti e 20. Nel 2,7% dei bambini, si è verificato un picco improvviso tra i 12 e i 18 mesi, mentre il resto dei piccoli ha mostrato un modello di eruzione dentaria più continuo. Ma anche in questi ultimi era incoerente e irregolare, quindi il numero di denti di un bambino alle prime visite non era predittivo del numero alle visite successive.
Lo stress della mamma 'invecchia' anche i neonati
È importante notare, spiegano gli autori, che le donne con livelli più elevati di cortisolo, l'ormone dello stress, nella saliva avevano figli con un numero maggiore di denti spuntati entro i 6 mesi di età. Questi neonati avevano in media 4 denti in più a questa età rispetto ai neonati di madri con i livelli più bassi di cortisolo. “Un livello elevato nella mamma durante la tarda gravidanza - afferma Meng - può alterare la crescita fetale e il metabolismo minerale, inclusa la regolazione dei livelli di calcio e vitamina D, entrambi essenziali per la mineralizzazione di ossa e denti. È noto anche che il cortisolo influenza l'attività delle cellule responsabili della formazione e del rimodellamento osseo. Questi risultati sono un'ulteriore prova del fatto che lo stress prenatale può accelerare l'invecchiamento biologico nei bambini. L'eruzione prematura dei denti potrebbe quindi fungere da segnale di allarme precoce di uno sviluppo orale e di una salute generale compromessi del neonato, associati a deprivazione socioeconomica e stress prenatale”.
Gli autori hanno anche riscontrato un'associazione tra i livelli degli ormoni sessuali estradiolo e testosterone nella madre e un maggior numero di denti spuntati nel bambino a 12 mesi dalla nascita, ma questo legame sembrava essere più debole. Simili associazioni positive, deboli ma statisticamente significative, sono state riscontrate tra i livelli di progesterone e testosterone nella madre e il numero di denti del bambino a 24 mesi, e tra i livelli dell'ormone tiroideo triiodotironina nella madre e il numero di denti del bambino a 18 e 24 mesi.
È noto che l'estradiolo, il progesterone e il testosterone svolgono un ruolo importante nello sviluppo fetale e nel peso alla nascita; ecco perché livelli elevati di questi ormoni potrebbero accelerare l'eruzione dei denti.
"Abbiamo ancora domande chiave a cui rispondere, ad esempio quali ormoni materni o percorsi di sviluppo a valle determinano il cambiamento” nei tempi dei dentini “e cosa dice questa accelerazione sulla salute generale di un bambino", conclude Meng

E' partita poco prima delle 9 la manifestazione dei lavoratori ex Ilva di Cornigliano, a Genova. Dopo l'assemblea davanti ai cancelli della fabbrica, gli operai si sono diretti verso le vie del quartiere con mezzi da cantiere. Poco dopo le 9 è stato montato un gazebo. Via Cornigliano e piazza Savio sono totalmente chiuse al traffico, mentre la strada Guido Rossa è chiusa in direzione ponente. La protesta è scattata contro il piano del governo che secondo Armando Palombo storico delegato Fiom Cgil della ex Ilva di Cornigliano e Stefano Bonazzi Segretario Generale Fiom Cgil Genova "porta alla chiusura della fabbrica con la conseguenza che a Genova abbiamo mille posti di lavoro a rischio, mille famiglie che rischiano di perdere il loro sostentamento e la fine della siderurgia nella nostra città e nel Paese".
"Dal primo gennaio saranno in 6 mila a livello nazionale a trovarsi in cassa integrazione e dal primo di marzo chiuderanno tutti gli impianti. Chiediamo alle istituzioni locali di non stare in silenzio e di adoperarsi per contrastare la decisione del Governo e impedire la chiusura di Cornigliano", concludono i sindacalisti.

Le cantanti di oggi? "Sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero". Firmato, Enrico Ruggeri. Il 68enne artista milanese si esprime in una lunga intervista al Corriere della Sera, in cui affronta una serie di temi tra musica e attualità.
Di Medio Oriente e Palestina "ne ho scritto prima che diventasse una moda, prima che la bandiera palestinese finisse su poster e magliette come la faccia di Che Guevara. Prima che fosse un hype per giovani cantanti che fanno pezzi sul mojito e poi si scoprono democratiche", dice.
"Il problema -spiega Ruggeri- non è la voce, sono tutte brave. Manca la personalità. Spessore zero". E senza fare nomi, scandisce: "Non mi voglio avventurare. Ma posso dire che Françoise Hardy non ha mai fatto vedere neanche un gomito ed era infinitamente sexy".
Nel colloquio c'è spazio anche per un aneddoto su 'Quello che le donne non dicono', che il 68enne artista milanese scrisse per Fiorella Mannoia e che diventò uno dei più grandi successi dell'artista e della musica italiana. La Mannoia "era molto più rock all’inizio, non conosceva mezzi termini. Si è raffinata dopo", dice Ruggeri. E sul finale della canzone, rivela che inizialmente doveva essere 'Ti diremo ancora un altro... sì', ma si è trasformato in 'un altro...no'. "Un errore", scandisce il cantante, perché "questa è una canzone sulle speranze disattese. Le donne parlano ai loro uomini: non sei più come all’inizio del nostro amore, torna a essere com’eri e ti diremo ancora un altro sì. L’incertezza è già nel testo". Il motivo? "Mi sembra una forzatura dettata dalla cultura woke".
Enrico Ruggeri parla anche di quella che per lui è stata la più grande delusione. "Dopo aver contestato profondamente tutta la narrazione sul Covid sono stato messo in cantina per tre anni, senza mai affacciarmi in tv", dice senza mezzi termini. Da cosa dissentiva? "Dal pensiero dominante che ci portò ad esibire un green pass anche per andare a lavorare, peggio del ventennio fascista dove forse senza tessera qualcosa riuscivi a fare".

L'Italia attende di conoscere la prima avversaria nei playoff per i Mondiali 2026. Intanto, Curaçao scrive la storia e vola alla World Cup con un record. L'isola caraibica centra la qualificazione ai Mondiali 2026, diventando la nazione più piccola di sempre a centrare il prestigioso obiettivo.
La nazionale del ct Advocaat si assicura la qualificazione con il pareggio per 0-0 in trasferta a Kingston con la Giamaica, grazie al quale si aggiudicano il gruppo B delle qualificazioni mondiali della Concacaf. Curaçao si estende per 444 chilometri quadrati con una popolazione di 156.000 abitanti, l'equivalente degli abitanti di Ravenna. Per il centro-nord America volano al mondiale anche Panama, che batte 3-0 El Salvador e blinda il primo posto nel girone A, e Haiti, che vince 2-0 contro Nicaragua, si aggiudica il gruppo C e torna al Mondiale dopo 52 anni.
In Europa, con le ultime sfide di qualificazione si è completato ieri il quadro delle 16 squadre che prenderanno parte ai play-off europei che metteranno in palio gli ultimi quattro pass per i Mondiali 2026[1]. I sorteggi in programma domani definiranno il tabellone. L'Italia conosce già le potenziali rivali per la semifinale: la Nazionale del ct Rino Gattuso incontrerà in semifinale una tra Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord.
Si sono qualificate come seconde nei gironi Slovacchia, Kosovo, Danimarca, Ucraina, Turchia, Irlanda, Polonia, Bosnia-Erzegovina, Italia, Galles, Albania e Repubblica Ceca, alle quali si aggiungono, via Nations League, Romania, Svezia, Irlanda del Nord e Macedonia del Nord.
La ripartizione delle fasce vede in prima Italia, Danimarca, Turchia e Ucraina. In seconda Polonia, Galles, Repubblica Ceca e Slovacchia. In terza Irlanda, Albania, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo. In quarta Romania, Svezia, Irlanda del Nord e Macedonia del Nord. Il sorteggio è in programma giovedì alle 13 a Zurigo per definire le sfide delle semifinali (26 marzo) e delle finali (31 marzo).
Le squadre di prima e seconda fascia saranno accoppiate rispettivamente con quelle di quarta e terza, giocando la semifinale in casa, mentre la sede della finale sarà decisa dal sorteggio. L'Italia quindi sfiderà in semifinale una tra Svezia, Romania, Macedonia del Nord e Irlanda del Nord.
Sindacati: 'nessuna comunicazione dopo la riunione del Csf'... 
Si svolge oggi, mercoledì 19 novembre, alle 15, il question time trasmesso dalla Rai in diretta televisiva dall’Aula di Montecitorio, a cura di Rai Parlamento. Lo rende noto la Camera. Interrogati i ministri Schillaci, Zangrillo, Abodi e Locatelli.
Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a rendere permanente il superamento del vincolo di esclusività per il personale del comparto sanità (Loizzo – Lega); sul ripristino di una gestione a livello centrale della sanità, anche attraverso la promozione della riforma del Titolo V della Costituzione (Marattin – Misto); sulle iniziative per la realizzazione delle case e degli ospedali di comunità nella regione Campania, anche attraverso l'eventuale esercizio di poteri sostitutivi (Lupi - Nm(N-C-U-I)M-CP); sulle iniziative di sostegno alle Regioni per l'abbattimento delle liste di attesa e la piena erogazione dei livelli essenziali di assistenza, al fine di evitare processi di privatizzazione della sanità pubblica (Quartini – M5S).
Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, risponde a una interrogazione sulle iniziative per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali del pubblico impiego (Tenerini - Fi-Ppe).
Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a garantire trasparenza in merito ai costi per la realizzazione di alcune opere connesse ai giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026 (Zanella – Avs); sulla sicurezza degli impianti sportivi e sui ritardi infrastrutturali e logistici in relazione alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Milano Cortina 2026 (Pastorella - Az-Per-Re); sulle ulteriori iniziative volte ad incentivare la funzione sociale, civile ed educativa svolta dagli oratori, dalle parrocchie e dalle associazioni del terzo settore nell'ambito delle comunità locali (Bignami - Fdi).
La ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, risponde a interrogazioni sulle iniziative volte a garantire un adeguato supporto economico ai caregiver familiari, anche in considerazione dell'annunciato disegno di legge governativo (Faraone - Iv-C-Re); sull’annunciato disegno di legge governativo sui caregiver familiari al fine di garantire i principi di equità sociale (Furfaro – Pd-Idp).
Oltre 3mila clienti dalla pandemia, ma la cartomante prendeva il reddito di cittadinanza: denunciata

Come cartomante aveva ricevuto, dal periodo pandemico ad oggi, oltre 3mila clienti evadendo circa 150mila euro. Il tutto percependo il reddito di cittadinanza e l'assegno di inclusione. Per questo una bolognese di 56 anni è stata denunciata dalla guardia di finanza, scoprendo una frode fiscale per oltre 200mila euro.
I finanzieri hanno scoperto che la donna, attraverso un profilo falso, adescava una variegata tipologia di clienti e fasce di età, pubblicizzando un’attività di cartomanzia ed astrologia a pagamento nella sua casa. I finanzieri hanno scoperto che la sedicente maga avrebbe non solo evaso il fisco, ma che il suo nucleo familiare ha beneficiato, nel corso degli anni, sia del reddito di cittadinanza che dell’assegno di inclusione, per un importo pari a circa 40 mila euro.
Proseguono anche in mare le ricerche della 49enne a Calamosca... 
"L'intramoenia è uno degli strumenti che abbiamo dal 1999 per abbattere le liste d'attesa del Servizio sanitario nazionale. E io sono a favore di questa modalità - ovvero la possibilità di erogare prestazioni a pagamento all'interno di strutture/ospedali del Ssn a tariffe calmierate - purché vengano rispettate le regole. Mi riferisco al fatto che oggi per legge possiamo fare il 50% delle visite con il Ssn e il 50% in regime di intramoenia e su questa strada dobbiamo proseguire". Così all'Adnkronos Salute Antonio Magi, segretario generale del Sumai, il sindacato degli specialisti ambulatoriali, a margine della prima giornata a Roma degli Stati generali della salute del Lazio.
E sulle parole del ministro della Salute, Orazio Schillaci (ieri in un'intervista aveva dichiarato che "la libera professione è un diritto, ma non può negare la prestazione pubblica. Il problema nasce quando ci sono più prestazioni a pagamento che in Ssn, quando l'attesa pubblica è di 6 mesi e l'intramoenia di 2 settimane. Se lo sbilanciamento nega il diritto alle cure, è verosimile ipotizzare una sospensione temporanea"), Magi interviene: "Schillaci già ieri sera da Napoli aveva modificato la sua versione. Ne prendiamo atto. Il problema è che dal 1999 ad oggi si è ridotto il numero del personale sanitario ed è aumentata la richiesta di salute. Inoltre, l'intramoenia consente ai medici che non lavorano nel privato di arrotondare quelle risorse che lo Stato non dà loro".
"Questi Stati generali della salute del Lazio devono servire su i progetti messi a terra e quelli che ancora mancano. La sanità del Lazio soffre di una malattia cronica, come il resto del Paese. Non è che nel Lazio si stia peggio o meglio rispetto ad altre regioni. Dobbiamo fare il punto della situazione e cominciare a pensare che i cittadini italiani sono tutti uguali e ovunque sul territorio devono avere le stesse prestazioni sanitarie negli stessi tempi. E' un diritto costituzionale e va garantito".

E' stato il padre del piccolo di 8 anni, ritrovato morto in casa martedì pomeriggio a Calimera, in provincia di Lecce, a dare l'allarme. Poco prima un sommozzatore aveva trovato in mare a Torre dell'Orso il corpo senza vita della madre 35enne, N.M.. Sul corpo del piccolo i segni di una probabile morte traumatica. Su questo sono in corso le indagini dei carabinieri. I due vivevano separati. L'ipotesi è quella di omicidio-suicidio.
"Le ultime ore hanno profondamente sconvolto la nostra comunità", ha scritto ieri il sindaco Gianluca Tommasi su Facebook[1]. "La tragedia che ci ha colpiti, il ritrovamento in mare del corpo di una nostra concittadina e, poco dopo, quello del figlio nella loro abitazione, rappresenta un dolore immenso e difficile da comprendere".

L'Italia scende in campo nelle Final Eight di Coppa Davis. Oggi, mercoledì 19 novembre, gli azzurri capitanati da Filippo Volandri sfidano a Bologna l'Austria - in diretta tv e streaming - nei quarti di finale del torneo tennistico per Nazionali, a cui arrivano da bicampioni in carica dopo i successi del 2023 e 2024. Nonostante le assenze di Jannik Sinner, fresco vincitore delle Atp Finals, e di Lorenzo Musetti, gli azzurri vanno a caccia della qualificazione per sognare uno storico tris, contro una squadra, l'Austria, che è alla sua prima partecipazione assoluta nella fase finale della competizione.
Italia-Austria, orario e precedenti
La sfida tra Italia e Austria di Coppa Davis è in programma oggi, mercoledì 19 novembre, a partire dalle ore 16. Tra le due squadre c'è un solo precedente, che risale al febbraio del 2021, quando gli azzurri si imposero per 2-1.
Italia-Austria, dove vederla in tv
Italia-Austria, come tutte le partite di Coppa Davis, saranno trasmesse in diretta televisiva, in esclusiva e in chiaro, sui canali SuperTennis, mentre in streaming saranno disponibili sul sito web di SuperTennis e sulla piattaforma di SuperTenniX.
"La Svizzera senza l'Italia, senza la lingua italiana, non potrebbe essere la Svizzera. Ci sarebbe uno scontro costante tra tedeschi, tedescofoni e francofoni. Queste tre lingue ufficiali: tedesco, francese e italiano definiscono il paese di cui io sono membro del governo. Se non ci fosse questa definizione, questo paese, come oggi lo conosciamo, non potrebbe esistere”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis, in un punto stampa a margine della prima conferenza sull’Italofonia a Villa Madama.
“Oggi, in questo momento istitutivo della comunità dell'italofonia, ci riuniamo come partner naturali di un percorso culturale condiviso: un percorso che risale nei secoli, fino alle radici stesse della nostra eredità latina. Non stiamo soltanto celebrando la vitalità e la diffusione della lingua italiana nei diversi continenti: stiamo valorizzando uno spazio culturale dinamico, che unisce i cittadini, università, artisti, imprenditori e decisori politici in uno stesso spirito di dialogo e creatività”. Così la ministra degli Esteri della Romania Oana Toiu, nel suo intervento alla prima conferenza sull’italofonia.
La ministra, poi sottolinea i principi contenuti nella dichiarazione istitutiva della comunità dell’italofonia: “La promozione della lingua come vettore di cultura e solidarietà, la difesa della dignità umana, la convinzione che il dialogo culturale rafforzi la pace e democrazia sono anche i principi guida della diplomazia romena e della nostra visione per un'Europa connessa, inclusiva, orientata al futuro. La lingua e la cultura italiane hanno sempre occupato un posto speciale in Romania, dai nostri studiosi dell'ottocento che venivano a formarsi a Roma, alle molte generazioni di studenti e artisti che ancora oggi traggono ispirazione dalla creatività italiana".
"I legami tra i nostri popoli rappresentano una testimonianza viva della vitalità della nostra parentela latina. Le nostre due Nazioni - prosegue Toiu - sono da lungo tempo unite da amicizia, cooperazione e profondi legami interpersonali: oltre un milione di romeni vivono e lavorano in Italia, mentre l'italiano è ampiamente insegnato e parlato in Romania. Un chiaro segnale della forte vicinanza tra le nostre società. Nello stesso spirito, insieme ai nostri amici italiani, siamo preparando nel 2026 un ambizioso programma di diplomazia culturale che riunirà diverse forme d'arte e valorizzerà la multidisciplinarità e il dialogo interculturale”.
“In tale conferenza, la nascita di un nuovo spazio di collaborazione, uno spazio che collega l'Europa, il Mediterraneo e il mondo più ampio è uno spazio dove l'eredità linguistica incontra la creatività contemporanea e dove l'amicizia tra i popoli si traduce in una forza condivisa. In un momento in cui il nostro mondo appare troppo spesso diviso, l’italofonia offre un messaggio diverso: un messaggio di unità, attraverso la cultura, di forza attraverso la bellezza, di pace attraverso la comprensione. La Romania - conclude la ministra - è pronta a lavorare fianco a fianco con i membri di questa comunità nella convinzione che l’italofonia possa diventare un autentico laboratorio di diplomazia culturale, e un modello di come l’affinità linguistica possa favorire la pace, la cooperazione e lo sviluppo sostenibile”.
“Slovenia e Italia condividono una lunga storia di dialogo e di cooperazione: per questo la lingua italiana in Slovenia non è soltanto la lingua della minoranza, ma anche la lingua del nostro vicino. Una ricchezza culturale che vediamo come parte del nostro spazio europeo”.
Così il vice primo ministro e ministro per gli sloveni all’estero della Repubblica di Slovenia, Matej Arčon nel suo intervento alla prima conferenza sull’italofonia.
“Desidero sottolineare, con un particolare orgoglio, che la Repubblica di Slovenia assicura alla minoranza italiana sul suo territorio uno standard di tutela tra i più alti in Europa: la presenza italiana in Istria, delle nostre scuole in lingua italiana, delle istituzioni culturali e nei media è tutelata non solo dalla legge ma anche dal profondo rispetto che nutriamo verso coloro che con noi condividono questa regione e la sua storia. La lingua - prosegue - è un ponte, tra persone, tra regioni, tra Stati, soprattutto nelle zone di confine. Dove le lingue si incontrano, si rafforza la coesione europea, perché lì la diversità non è teoria ma vita quotidiana. Il vicino non è una minaccia ma un valore”.
Il vice primo ministro sloveno poi sottolinea come “la cura verso i nostri connazionali all'estero non è un gesto nostalgico, bensì un investimento nel futuro europeo. Siamo consapevoli che il contatto con le proprie radici crea europei sicuri di sé, persone che si integrano con successo nei Paesi in cui vivono, contribuendo al loro sviluppo e, allo stesso tempo, mantenendo il legame con la propria identità. E' con questo spirito che vediamo l’italofonia come un alleato naturale della Slovenia e, più in generale, di tutte le culture che arricchiscono il nostro continente. Non esiste un'Europa forte senza lingue forti, non esiste un domani europeo senza il rispetto di ogni identità, piccola o grande che sia la diversità europea. L'orgoglio per la propria lingua e la cultura non sono realtà in contrasto ma due elementi complementari dello stesso fondamento di valori su cui si regge l'Europa. Solo con il riconoscimento del valore del prossimo comprendiamo a pieno il valore di noi stessi”.

L'istituzione della comunità dell'Italofonia "contribuirà a rafforzare la collaborazione tra Italia e Croazia, in particolare culturale e scientifica". Lo ha dichiarato il primo ministro croato, Andrej Plenkovic, in un video-messaggio inviato alla prima conferenza sull'Italofonia in corso a Villa Madama. "Croazia e Italia oggi sono vicini di casa che vantano una cooperazione molto ricca ed estesa e mantengono un dialogo continuo", ha proseguito Plenkovic, sottolineando che "l'Italia è uno dei nostri partner economici più importanti". I due Paesi, ha aggiunto, lavorano a stretto contatto nell'Ue, nella Nato e in tutti gli altri organismi multilaterali.
Plenkovic ha quindi evidenziato che "in Croazia l'apprendimento dell'italiano è favorito e sostenuto", rimarcando che "la Croazia e l'Italia hanno stipulato un accordo bilaterale sui diritti delle minoranze. La comunità italiana è rappresentata in Croazia a livello di vice presidente del Parlamento. Per noi è importante che i membri delle minoranze preservino la loro identità ed il governo croato sta supportando la comunità italiana con ingenti risorse finanziarie".

"L'italiano è fonte di conoscenza e la nostra cultura affonda le sue radici in questa lingua. Nelle istituzioni europee il multilinguismo è uno dei punti fondamentali e l'italiano occupa un posto speciale che siamo determinati a tutelare".
Lo ha dichiarato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un video-messaggio inviato alla prima conferenza sull'Italofonia in corso a Villa Madama.
"L'italiano ha influenzato il mondo ben oltre i confini europei, si parla italiano dall'America all'Africa fino all'Asia, la lingua italiana continua a prosperare collegata alle comunità che ne portano avanti la sua conoscenza con orgoglio", ha aggiunto Metsola, secondo cui l'italiano è "un simbolo di cultura ed unità europea ed un patrimonio di chi lo ama e lo parla nel mondo".

“Noi vogliamo che l'italiano possa essere anche lingua della crescita economica. L'Italia è un paese industriale, molti paesi che interloquiscono con noi sono paesi industriali, molti sono paesi in via di sviluppo che vogliono conoscere il nostro saper fare, ma hanno materie prime, quindi si possono fare accordi utili per entrambi". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel suo intervento alla prima conferenza sull'Italofonia in corso a Villa Madama.
La comunità dell'Italofonia "deve essere veramente uno strumento attivo, non è soltanto uno strumento certamente culturale, ma è molto di più, è un modo per tenere legami", ha proseguito Tajani, secondo cui "nel documento che approveremo - ed è la prima volta che tutti insieme facciamo una scelta di questo tipo - non ci saranno vincoli, non ci saranno impegni di tipo economico, è una scelta di libertà quindi un percorso aperto a tutti quanti i Paesi che ne vorranno fare parte".
Secondo il titolare della Farnesina, l'italiano deve diventare anche uno "strumento, soprattutto per quanto ci riguarda, di pace. In un momento in cui si parla spesso di erigere muri, la comunità dell'Italofonia è invece un modo nuovo per costruire ponti". Per Tajani, "oggi noi non organizziamo soltanto una conferenza per dire alcune cose, non è una tantum, è l'inizio di una nuova stagione. Oggi teniamo a battesimo la nascita di una comunità internazionale" composta da "tutti coloro che parlano, tutti coloro che amano, tutti coloro che conoscono e anche coloro che vogliono studiare la lingua italiana. Quindi è una giornata molto importante per tutti quanti noi".

"La lingua italiana, in diverse declinazioni, rappresenta un elemento di coabitazione, di mediazione tra diverse identità culturali. La lingua italiana credo abbia proprio questa natura: quella di essere una sorta di filo dorato, dorato perché rappresenta tante cose". Lingua che crea "un'unica grande trama, un ecosistema, una grande bellezza, un grande ordito che rappresenta le radici del nostro futuro". Lo afferma la ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini nel suo discorso alla prima conferenza sull'italofonia.
"Quello che ci ha insegnato una vicenda atroce come il Covid è che l'essere umano non vive più di confini, ma di connessioni. Abbiamo imparato a comunicare in maniera diversa, studiare, imparare, ricercare in maniera diversa. Abbiamo ricercato le nostre radici per rimanere ancorati a un senso della vita che per certi versi aveva cominciato a sfuggirci. E quindi - prosegue Bernini - questo senso di comunità che abbiamo cominciato a sentire così profondamente, abbiamo cominciato a risentire così profondamente, è parte di un'identità che ci unisce indipendentemente dai confini".
Una lingua che, spiega ancora il ministro "è insieme ricerca, scienza e umanesimo. È tecnologia e innovazione e insieme arte. ça lingua italiana e tutto ciò che la lingua italiana rappresenta non ha e non avrà confini, siamo noi a stabilire attraverso la nostra scelta di donare contenuto e senso a quello che stiamo facendo, attraverso il collegamento con tutte le nostre nazionalità".
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