
Secondo quanto si apprende, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, appena rientrata a Roma da Mestre, si è recata al Quirinale per un colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L'incontro era stato proposto dal Presidente Meloni questa mattina, con una telefonata al Capo dello Stato, finalizzata a programmare la visita.
Dopo l'incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica, la premier è quindi rientrata a Palazzo Chigi, dove alle 16.45 riceverà il primo ministro della Repubblica di Croazia, Andrej Plenković.

Sette anni dopo il piano di azione per la mobilità militare in Europa lanciato dalla Commissione Juncker nel 2018, la Commissione von der Leyen due ci riprova, puntando a creare una 'Schengen militare'.
Il pacchetto presentato oggi, mercoledì 19 novembre, a Bruxelles propone un nuovo regolamento in materia di mobilità militare e una comunicazione congiunta. La Commissione mira inoltre a promuovere l'innovazione nel settore militare e a rafforzare l'industria della difesa europea, con una roadmap per la trasformazione dell'industria della difesa dell'Ue.

I bambini dormono meno, si muovono meno, parlano meno. E sono più ansiosi e soli. È il prezzo invisibile della vita digitale che entra troppo presto nelle case e nei giochi. E gli studi più recenti mostrano quanto questo ‘prezzo’ sia concreto già dalla prima infanzia: 30 minuti in più al giorno di uso dei dispositivi digitali possono raddoppiare il rischio di ritardo del linguaggio nei bambini sotto i 2 anni; ogni ora aggiuntiva di schermi riduce il sonno di circa 15 minuti nei bambini tra 3 e 5 anni; oltre 50 minuti al giorno di schermi si associano a un maggior rischio di ipertensione pediatrica. E già tra i 3 e i 6 anni a quello di sovrappeso.
La Società italiana di Pediatria (Sip) torna a parlare di bambini e digitale con dati aggiornati e raccomandazioni più stringenti: ogni anno guadagnato senza digitale è un investimento sulla salute mentale, emotiva, cognitiva e relazionale dei bambini. I nuovi dati e le nuove raccomandazioni, elaborate dalla Commissione sulle Dipendenze digitali Sip, vengono presentate oggi, 19 novembre 2025, al Senato agli Stati Generali della Pediatria 2025 dedicati al tema 'Il bambino digitale', in occasione della Giornata mondiale del bambino e dell’adolescente. L’iniziativa, promossa dal senatore Marco Meloni, riunisce istituzioni, pediatri, psicologi, rappresentanti dei media e delle piattaforme digitali per riflettere su opportunità e rischi della crescita nell’era del digitale e dell’intelligenza artificiale.
Dopo le prime raccomandazioni del 2018 e del 2019, la Sip ha condotto una nuova revisione sistematica della letteratura internazionale, analizzando oltre 6.800 studi, di cui 78 inclusi nell’analisi finale. Il lavoro aggiorna le evidenze sugli effetti dell’uso di smartphone, tablet, videogiochi, social media sulla salute fisica, cognitiva, mentale e relazionale dei minori. “L’esperienza della pandemia da Covid-19 ha aumentato in modo significativo l’esposizione dei minori agli schermi – spiega il presidente Sip Rino Agostiniani – con un tempo medio giornaliero cresciuto di 4–6 ore, raddoppiato rispetto ai livelli pre-pandemici. Questo cambiamento ha reso ancora più necessario un aggiornamento delle precedenti raccomandazioni".
Elaborate da pediatri, psicologi ed esperti, le nuove raccomandazioni, frutto di una revisione della letteratura, delineano un percorso educativo condiviso per famiglie, scuole e professionisti, per accompagnare bambini e adolescenti verso un uso equilibrato e rispettoso dei tempi di sviluppo. Innanzitutto:
1. Evitare l’accesso non supervisionato a internet prima dei 13 anni per i rischi legati all’esposizione a contenuti inappropriati.
2. Rinviare l’introduzione dello smartphone personale almeno fino ai 13 anni per prevenire conseguenze sullo sviluppo cognitivo, emotivo e relazionale.
3. Ritardare il più possibile l’uso dei social media, anche se consentiti per legge.
4. Evitare l’uso dei dispositivi durante i pasti e prima di andare a dormire.
5. Incentivare attività all’aperto, sport, lettura e gioco creativo.
6. Mantenere supervisione, dialogo e strumenti di controllo costanti in tutte le fasce d’età. È importante, raccomanda inoltre la Sip, promuovere a scuola l’educazione digitale consapevole, mentre i pediatri dovrebbero valutare regolarmente le abitudini digitali dei bambini e fornire consulenza preventiva alle famiglie. Confermate le raccomandazioni già emanate nel 2018: niente dispositivi sotto i due anni, limitarli a meno di un’ora al giorno tra i 2 e i 5 anni e a meno di due ore dopo i 5 anni, sotto il controllo dell’adulto.
Il cervello dei ragazzi ha bisogno di tempo, non di schermi, il monito degli esperti. "L’età pediatrica è una fase di straordinaria vulnerabilità e crescita: il cervello continua a formarsi e a riorganizzarsi per tutta l’infanzia e l’adolescenza - precisa Agostiniani -. Una stimolazione digitale precoce e prolungata può alterare attenzione, apprendimento e regolazione emotiva. Posticipare l’accesso autonomo a Internet e l’età del primo smartphone almeno fino ai 13 anni è un investimento in salute, equilibrio e relazioni. Dobbiamo restituire ai bambini tempo per annoiarsi, per muoversi, per giocare e per dormire. La presenza e l’esempio degli adulti restano la prima forma di prevenzione digitale".
Il consiglio della Sip è 'meno schermi, più esperienze reali'. "Nei bambini sotto i 13 anni l’eccesso di schermi è associato a ritardi del linguaggio, calo dell’attenzione e peggioramento del sonno. Negli adolescenti vediamo crescere ansia, isolamento, dipendenza dai social e perdita di autostima - spiega Elena Bozzola, coordinatrice della Commissione Dipendenze Digitali Sip - Ogni ora passata davanti a uno schermo è un’ora sottratta al gioco, allo sport, alla creatività. Non serve demonizzare la tecnologia, ma insegnare a usarla con misura e consapevolezza. Più esperienze reali, meno digitale non supervisionato: è questa la vera sfida educativa di oggi".
La revisione Sis conferma che l’eccesso di tempo davanti agli schermi influisce su più aspetti della salute: obesità e rischio cardiovascolare, sviluppo cognitivo, sonno, salute mentale, dipendenze digitali, vista, cyberbullismo e sessualità online.
Obesità: secondo alcuni studi – evidenziano dalla Sip - sotto i 13 anni, anche un’esposizione superiore a un’ora al giorno può essere un fattore di rischio, mentre oltre due ore al giorno di schermo aumentano del 67% il rischio di sovrappeso o obesità negli adolescenti rispetto ai coetanei con esposizione inferiore, anche per effetto della sedentarietà e del marketing alimentare digitale. Sviluppo cognitivo: l’esposizione precoce ai dispositivi digitali può interferire con i processi di apprendimento e linguaggio. Gli studi di neuroimaging mostrano modifiche nelle aree cerebrali legate all’attenzione e alla comprensione. Sonno: l’89% degli adolescenti – ricordano gli esperti - dorme con il cellulare in camera, favorendo deprivazione cronica di sonno. Salute mentale: un uso intensivo dei dispositivi è correlato ad ansia, sintomi depressivi e minore autostima. Le adolescenti risultano più vulnerabili agli effetti della comparazione sociale e al ‘Fear of Missing Out’.
Dipendenze digitali: la prevalenza dell’internet gaming disorder varia dall’1,7% al 10,7%; l’uso problematico dello smartphone – osservano i pediatri - riguarda fino al 20% dei giovani, con alterazioni cerebrali simili a quelle osservate nelle dipendenze da nicotina. Non è tutto. C’è anche la questione Salute visiva: aumentano i casi di affaticamento visivo, secchezza oculare e miopia precoce, aggravati dalla scarsa esposizione alla luce naturale. Per non Capitolo a parte merita il Cyberbullismo e violenza online, in aumento anche tra i più piccoli (+26% tra 10 e 13 anni) – fanno notare dalla Sip - Le vittime presentano un rischio triplo di ideazione suicidaria. L’esposizione a contenuti violenti o sessualmente espliciti aumenta aggressività e disagio emotivo. Infine, Sessualità online e pornografia: l’esposizione precoce alla pornografia online è in aumento – avvertono gli specialisti - e si associa a comportamenti sessuali a rischio.
Da qui le '7 P che aiutano a crescere', ovvero le raccomandazioni della Sip per un uso sano del digitale: 1. posticipare il più possibile l’esposizione digitale; 2. proteggere corpo e mente per tutelare sviluppo cognitivo, vista e sonno; 3. promuovere esperienze reali (gioco, sport, arte, musica) per rafforzare l’empatia; 4. preservare la centralità dell’adulto che vuol dire dialogare e dare l’esempio con comportamenti digitali equilibrati; 5. porre regole chiare, stabilire limiti precisi (niente dispositivi in camera da letto); 6. Partecipare all’educazione digitale, parlare apertamente di cyberbullismo, pornografia, violenza e dipendenza digitale; 7. Prevenire rischi e dipendenze. La tecnologia è uno strumento straordinario, ma deve entrare nella vita dei ragazzi al momento giusto, quando hanno la maturità per gestirla. Accompagnarli in questo percorso è una responsabilità condivisa tra famiglie, scuola e pediatri.

Una cena di lusso alla Casa Bianca. Con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e... Cristiano Ronaldo, insieme allo stesso tavolo. Accanto a loro (tra gli altri) la first lady Melania Trump, il vicepresidente JD Vance, il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed Bin Salman e il ceo di Apple Tim Cook. Ma perché? Il fuoriclasse portoghese è stato uno dei super ospiti invitati alla cena di stato organizzata dallo staff del presidente americano in onore di Mohammed bin Salman, arrivato negli States per discutere una serie di accordi di politica internazionale con Trump. Cristiano Ronaldo, che da due anni gioca nell'Al Nassr, in Arabia, è anche ambasciatore del paese nel mondo (come prevede il suo faraonico contratto) e la sua presenza si lega dunque a questo aspetto.
Tra i tanti ospiti presenti alla Casa Bianca, anche Elon Musk e il presidente della Fifa Gianni Infantino.

Il concetto chiave One Health è l'idea che la salute umana non sia separata, ma strettamente collegata alla salute dell'ambiente e degli animali. "Il Campus Bio-Medico e la ricerca scientifica sposano appieno questo modello, che riconosce che il nostro benessere passa necessariamente attraverso la salute degli ecosistemi in cui viviamo. Da docente di Chimica degli alimenti mi occupo di alimenti, nutrizione e metabolismo da più di vent'anni, per cui il concetto One Health dal mio punto di vista passa attraverso l'alimentazione". Lo ha detto Laura Dugo, docente di Chimica degli alimenti dell'università Campus Bio-Medico, intervendo a Roma - nella sede del Palazzo dell'Informazione - all'incontro 'Salute e benessere come priorità sociale', evento di apertura della Social Sustaiwability Week.
Per l'esperta "il cibo è il punto di contatto fondamentale, è la 'cerniera' tra l'ambiente (dove viene prodotto) e l'essere umano (che lo consuma)", così come la "qualità del cibo" è collegata alla "salute del pianeta". "La salubrità e il valore nutrizionale di ciò che mangiamo - ha sottolineato - riflettono la salute globale del nostro suolo e dell'aria. La ricerca dimostra che i cambiamenti ambientali impoveriscono il nostro cibo. Con l'aumento di CO2 nell'aria e l'impoverimento di minerali nel suolo si modificano le piante. Il risultato è che i prodotti che mangiamo possono avere più zuccheri (carboidrati) e meno vitamine e minerali essenziali".
Capitolo a parte le microplastiche. "Queste particelle, un'emergenza crescente, non si accumulano solo negli animali, ma vengono assorbite anche dalle piante attraverso il suolo contaminato, finendo così nella nostra catena alimentare", avverte Dugo che sul cibo insiste: "Non è solo una fonte di energia immediata, ma un potente segnale biologico che modella la nostra salute nel tempo". "La qualità del cibo influenza l'ecosistema intestinale (il microbiota), cruciale per la salute fisica, ed è collegato al nostro benessere mentale e psicologico. Grazie a meccanismi come l'epigenetica, ciò che mangiamo e le abitudini alimentari che adottiamo possono avere un'influenza (biologica e culturale) sulla salute delle generazioni future". Infine, ha concluso, 'l'impegno nel modello One Health si estende oltre le aule e i laboratori. Studenti e personale dipendente del Campus Bio-Medico partecipano a progetti di cooperazione internazionale in Paesi in via di sviluppo (come Africa orientale e Sud America). Queste iniziative mirano a trovare soluzioni a problemi critici come la scarsità di acqua, la mancanza di suolo coltivabile e le difficoltà produttive, unendo competenze in sanità, nutrizione, tecnologia e ingegneria per affrontare la salute globale da un punto di vista più svantaggiato".

"Sono stata abusata da piccola, avevo 7 anni”. Con queste parola Aida Yespica racconta a Le Iene di aver subito violenza quando era una bambina. La showgirl ha rivelato il trauma che ha condizionato la sua infanzia e non solo. “Ho rimosso quel momento, quel brutto momento, e poi nel 2017 è venuto fuori quando un'amica mi ha raccontato che è stata abusata da suo padre e in quel momento mi sono fermata e mi sono messa a piangere".
Aida Yespica ha spiegato che nel suo caso è stato lo zio ad abusare di lei e che il padre non l'ha mai saputo: "Papà purtroppo è andato via. Mia madre mi ha abbandonato quando avevo 2 anni. Se mio padre l'avesse saputo, l'avrebbe ammazzato".
Un evento traumatico che l’ha colpita profondamente e che ha condizionato le sue relazioni in passato: "Mi è cambiato tutto. Per avere un'intimità con una persona dovevo sempre ricorrere all'alcol. Mi sono lasciata andare veramente, senza alcol, solo con il padre di mio figlio".
Ancora oggi Aida spiega di non essere riuscita a superare quel trauma: "Ci sto ancora lavorando perché è una ferita aperta". "Purtroppo è difficile convivere con questo peso. Sto facendo terapia. Passo dopo passo, ma io mi chiedo: 'Fino a quando?'", conclude Aida Yespica.

"Spazio e mare rappresentano due domini strategici e interconnessi, decisivi per sicurezza, connettività, sostenibilità e competitività del Paese". Ad affermarlo è Giorgio Marsiaj, delegato Confindustria per l’Aerospazio, intervenendo alla terza edizione del Forum Space&Blue organizzato nel Salone degli Arazzi del Mimit.
Secondo Marsiaj, la crescita del settore passa attraverso “il trasferimento tecnologico tra ricerca e industria; sfruttare la natura duale di questi domini come leva di efficienza e innovazione; la costruzione di sovranità tecnologica tramite competenze e formazione; e la creazione di un sistema integrato di imprese capaci di partnership di lungo periodo”. Marsiaj ha evidenziato, poi, l’importanza di strumenti pubblici che sostengano la filiera aerospazio-difesa e la necessità di rafforzare le competenze dei giovani. “In quest’ottica, proprio domani, abbiamo organizzato come Gruppo Tecnico Aerospazio di Confindustria, d’intesa con la Crui, la Conferenza dei Rettori Universitari Italiani, la prima riunione di un tavolo congiunto per allineare formazione e industria”.
“Difendere e far crescere questo comparto significa sostenere un modello di sviluppo fondato su un’industria coesa, competitiva e capace di affrontare le sfide globali”, ha concluso Marsiaj.

La musica, l’emozione e la solidarietà tornano a unirsi in una serata destinata a lasciare il segno: La Promessa 2025 di Aisla, Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. L’appuntamento è per giovedì 20 novembre, dalle 19 alle 22, nella sede dell'Adnkronos in piazza Mastai a Roma, con diretta streaming per chi vorrà seguirla da casa.
Al centro della scena RON, artista iconico che da sempre trasforma le parole in cura e vicinanza. Le sue note, capaci di accendere cuori e speranza, accompagneranno una maratona live in cui musica, spettacolo e storie di vita si intrecciano per sostenere la ricerca sulla SLA. Ma RON non sarà solo: attori, sportivi, medici e rappresentanti del mondo sociale e culturale si alterneranno sul palco, tutti uniti dallo stesso obiettivo: dire insieme “ci siamo, sempre”.
L’evento non è solo da seguire comodamente da casa: piazza Mastai sarà aperta al pubblico con ingresso gratuito, per vivere l’emozione dal vivo, respirare la magia delle luci e degli applausi, e condividere connessioni autentiche in un momento di comunità senza filtri.
“Ogni promessa è una scintilla”, dichiara Fulvia Massimelli, presidente AISLA, “e questa serata è la nostra occasione per accendere insieme la speranza, ricordando che la cura e la vicinanza non sono mai gesti isolati, ma un impegno collettivo”.
La Promessa 2025 non è solo uno spettacolo, è una chiamata a esserci, insieme, per la ricerca e per le persone con SLA.

Martina Colombari 'perde' il suo maestro di danza a Ballando con le stelle. L'ex Miss Italia, in gara con Luca Favilla, ha condiviso sui social un simpatico momento durante le prove in vista della performance di sabato 22 novembre.
La ragione però è più che comprensibile: Favilla è diventato papà da pochissimi giorni e le notti insonni iniziano a farsi sentire[1]. "Il maestro è diventato papà e non si vuole allenare perché è stanco", scherza Martina Colombari in un video in cui vaga per lo studio di Ballando alla ricerca del suo partener di ballo. "Mi sto mimetizzando", replica Favilla mentre cerca di riposare sulle poltrone.
In un secondo filmato, Colombari riprende il maestro quando finalmente arriva in sala prove: "C'è anche lei stamattina? Perché mi sparisce sempre". "Ho bisogno di spazi, non ho dormito bene questa notte", replica Favilla col volto ancora assonnato.

“Spazio e mare sono due settori nei quali l’eccellenza scientifica e manifatturiera italiana possono trovare nuove possibilità di sviluppo industriale, tecnologico e occupazionale”. Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, intervenendo al Forum Space&Blue in corso oggi a Palazzo Piacentini a Roma.
“La Blue economy vale circa 216,7 miliardi di euro in Italia sostenendo oltre 8 milioni di occupati attraverso più di 232 mila imprese. La Space economy ha un valore di circa 4 miliardi di euro e include 400 aziende con 13 mila addetti”, ha detto Urso, aggiungendo che quest'ultima “riveste un’importanza strategica anche per impatto sul Pil, in quanto Italia è terzo Paese in Europa e sesto al mondo per investimenti spaziali in rapporto al prodotto interno lordo”.
“Lo spazio una volta era una dimensione soltanto di alcuni Paesi, certamente anche dell’Italia che è stato il terzo attore mondiale dopo l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti, ed era una dimensione statuale. Oggi è una dimensione sempre più prevalentemente privata e quindi dobbiamo regolamentarla. Abbiamo fatto la prima legge sullo spazio che è ispiratrice di quella europea. La nostra legge nazionale implementa l’attività dei privati e soprattutto delle Pmi, che rappresentano elemento essenziale nostra filiera spaziale”, ha aggiunto Urso.
Nuoro, era vincolata da esclusiva per azienda pubblica... 
Le vacanze di Jannik Sinner iniziano all'insegna dello sport. Dopo il trionfo alle Atp Finals, il fuoriclasse azzurro si è concesso qualche giorno di pausa al Royal Park I Roveri, golf club di Torino, doveva aveva giocato insieme al suo staff alla vigilia del torneo. Curiosità: insieme al fuoriclasse azzurro c'era anche il campione di Ryder Cup Edoardo Molinari, che lì gestisce un'accademia con il suo nome. Per il numero 2 del ranking Atp, il relax comincia dunque sul green.
Non solo. Come raccontano degli scatti che in queste ore stanno facendo il giro dei social, Jannik è stato avvistato anche sui campi di Gardagolf, un club molto noto a Soiano del Lago, sul Lago di Garda. A esemplificare come, per il campione azzurro, il golf sia una passione crescente. Solo qualche mese fa, Jannik ne aveva parlato così: “Sfide con Alcaraz anche a golf? Vado a giocarci, ma non con lui. Carlos è troppo forte per me…”. Almeno per ora.

Un re Carlo malato e dal carattere debole, a cui William non vede l'ora di subentrare. Fonti di Palazzo hanno riferito a RadarOnline che il principe di Galles ritenga il padre non idoneo a governare e non voglia aspettare la sua morte per succedergli, per ripristinare l'onore, secondo lui perduto, nella monarchia britannica. Gli stessi insider hanno detto al sito americano di gossip che la regina Camilla è "furiosa" per il modo in cui l'erede al trono e sua moglie Kate l'hanno messa da parte, hanno indebolito il sovrano e hanno preso in mano la situazione, dopo che è saltato fuori il legame dell'ex principe Andrea con il finanziere pedofilo Jeffrey Epstein.
Una fonte interna alla famiglia reale ha raccontato: "Quando Carlo ha accettato di cedere il controllo a William, Camilla, sconvolta, ha afferrato le sue perle, è crollata per il dolore e ha esclamato: 'Non farmi questo!'". Un'altra fonte ha aggiunto: "Camilla è tutta presa dalla brama di potere. Sa che suo marito aspettava di diventare re da molto tempo e, a dire il vero, anche lei aspettava di diventare regina. Camilla sta solo cercando di mantenere il trono il più a lungo possibile e toglierglielo è per lei devastante". E intanto ci si mette anche Kate Middleton a far pressione su Charles e sul marito. Secondo alcune fonti, ha persino lanciato un ultimatum al re, giurando che avrebbe divorziato da William se non avesse strappato il controllo a Camilla.
"Il principe di Galles vede suo padre come un tipo debole e incapace di fare le cose come le farebbe lui per proteggere la monarchia", scrive RadarOnline. "Mentre re Carlo coccolava suo fratello, concedendogli il beneficio del dubbio, William gli diceva di decidersi a buttarlo fuori. Il principe William è una persona pragmatica e non gli piaceva il modo in cui il padre stava gestendo" il 'problema Andrea'. Padre e figlio si sarebbero scontrati anche sul ruolo di Beatrice ed Eugenie nella vita pubblica dopo lo scandalo che ha coinvolto l'ex duca di York. Secondo ShuterScoop di Rob Shuter, la decisione di Carlo di approvare il patronato di Beatrice presso l'Outward Bound Trust ha "colto di sorpresa" i cortigiani, convinti che gli York fossero ormai "in panchina".
Una fonte ha riferito a Shuter: "William voleva che gli York restassero lontani dalla ribalta fino alla prossima visita medica del re. Ma Sua Maestà ha insistito: ritiene che la famiglia abbia bisogno di guarire sotto gli occhi di tutti. William è pragmatico. Sa che gli York sono veleno per l'opinione pubblica. Suo padre semplicemente non vuole rendersene conto".

Il ministro della Difesa Guido Crosetto lancia l'allarme sulla guerra ibrida con un 'non paper'. "È una guerra combattuta con 'bombe' meno visibili di quelle fisiche - si legge - ma che cadono incessantemente, producendo danni che, se guardiamo le tendenze e se non cambiamo l’approccio, potremmo non essere in grado di contenere. Ci sveglieremo, un giorno, di fronte a un danno catastrofico e ci chiederemo, 'sorpresi', cosa sia avvenuto".
L'allarme
"È in atto una guerra continua che ci minaccia senza sosta, giorno e notte. Gli obiettivi sono le nostre infrastrutture critiche, i centri decisionali, i servizi essenziali, le strutture commerciali, le nostre industrie, le catene di approvvigionamento, il patrimonio cognitivo delle nostre popolazioni, e, in ultima analisi, la tenuta complessiva del Paese. Questa offensiva, in corso da anni, procede a un ritmo sempre più incalzante, con il rischio crescente che, prima o poi, le difese — mai del tutto sufficienti — non riescano a prevenire gli effetti catastrofici che gli attaccanti perseguono: il blocco dei trasporti pubblici (treni, aerei), gravi incidenti, il malfunzionamento delle sale operatorie e dei reparti di rianimazione, il collasso del servizio sanitario, la paralisi del sistema bancario, la corruzione dei dati su cui si basano pensioni e stipendi", si legge sul 'non paper' del ministro.
"Si tratta di un rischio quotidiano, costruito per mano di attori malevoli e privi di scrupoli, ora anche legati a Governi, che hanno di fatto abbandonato ogni riferimento al Diritto Internazionale, alla convivenza pacifica e ai valori che invece noi continuiamo a condividere e difendere. È una guerra combattuta con 'bombe' meno visibili di quelle fisiche - si legge - ma che cadono incessantemente, producendo danni che, se guardiamo le tendenze e se non cambiamo l’approccio, potremmo non essere in grado di contenere. Ci sveglieremo, un giorno, di fronte a un danno catastrofico e ci chiederemo, 'sorpresi', cosa sia avvenuto. La risposta sarà: 'è avvenuto esattamente ciò che era più probabile, anzi, prevedibile, che accadesse', se non faremo nulla di ulteriormente concreto per evitarlo. Chi ci muove quotidianamente attacchi ibridi, in particolare sul piano della disinformazione, della guerra cognitiva e nel dominio cyber, oggi sa che l’occidente spesso sceglie di non reagire. Tutto questo è assurdo. Questo atteggiamento è insostenibile".
"Gli attacchi, -prosegue - condotti sul piano della disinformazione, della guerra cognitiva e nel dominio cyber, sfruttano la consapevolezza che 'l’Occidente spesso sceglie di non reagire'. In sintesi, come per violazioni dello spazio aereo, delle acque territoriali o dei confini terrestri, anche sul piano ibrido è necessario predisporsi per reazioni legittime e tempestive. Occorre passare rapidamente dall’attuale postura contenitiva a una postura concretamente difensiva (che in ambito hybrid non può che essere proattiva), sia a livello nazionale sia in ambito alleanze. Siamo sotto attacco e le 'bombe hybrid continuano a cadere': il tempo per agire è 'subito'".
Il ruolo dell'Ue
"Le istituzioni europee devono assumere un ruolo guida nella definizione di una strategia comune contro la guerra ibrida", si legge ancora. "Commissione, Consiglio e Parlamento Ue devono lavorare in sinergia per adottare normative che rafforzino la sicurezza informatica, contrastino proattivamente la disinformazione, ad esempio tramite strumenti comuni di certificazione delle notizie, e proteggano le infrastrutture critiche. Occorre istituire un meccanismo permanente di monitoraggio delle minacce ibride, con un centro operativo europeo dedicato che coordini le risposte e supporti gli Stati membri. Inoltre, bisogna investire in programmi di educazione civica e alfabetizzazione digitale per aumentare la consapevolezza dei cittadini e ridurre la vulnerabilità alle campagne di manipolazione. Cittadini consapevoli sono la nostra migliore difesa a lungo termine".
L'azione concreta
Improcrastinabile, secondo il ministro, una "azione concreta: l’aggiornamento urgente del quadro normativo, allineandolo alle migliori prassi internazionali, con l’obiettivo di abilitare una Difesa pronta ed efficace, coerente con gli scenari presenti e futuri. La riforma dovrà quindi tradursi nelle quattro direttrici già menzionate: definire lo Spazio cyber di interesse nazionale come vero e proprio 'campo di operazioni' su cui il Ministero della Difesa possa agire senza soluzione di continuità; dotarsi di un’Arma Cyber, civile e militare, adeguatamente dimensionata e capace di operare senza soluzione di continuità su tutto lo spettro delle operazioni necessarie. In tale prospettiva, mentre proseguono gli approfondimenti tecnici e il confronto con i Paesi amici e alleati, si può ritenere che una forza realmente congrua e rassicurante debba attestarsi su circa 5.000 unità, a prevalente componente operativa".
"In termini più realistici, tuttavia, un primo obiettivo può consistere nella creazione di una capacità iniziale di 1.200–1.500 unità, di cui circa il 75% dedicato a compiti operativi, così da garantire continuità d’azione h24, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno, secondo il modello già consolidato in altri settori della Difesa, come ad esempio quello della Difesa Aerea; garantire a tale Arma adeguate tutele funzionali per gli specialisti civili e militari impiegati; istituire infine - si legge ancora nel 'non paper' - un Centro per il Contrasto alla Guerra Ibrida dotato di comando e controllo, meccanismi di condivisione rapida di best practice per contrastare la disinformazione e le azioni ostili nel campo della guerra cognitiva".
"Queste non sono opzioni - ribadisce Crosetto - sono le condizioni necessarie e improcrastinabili per proteggere i cittadini, le nostre case, i nostri territori, il nostro Paese, come già fanno altri. È infatti un percorso che bisogna fare individualmente e collettivamente nell’ambito delle alleanze. Le 'bombe' ibride continuano a cadere mentre scrivo. Per questo la vera questione non è 'cosa dobbiamo fare', che appare quindi scontato, bensì la velocità con cui dobbiamo passare dall’attuale postura 'contenitiva' a una postura concretamente difensiva, che in ambito hybrid non può che essere proattiva, sia a livello nazionale sia in ambito alleanze. E il momento per farlo è adesso!".
Minaccia un compagno e si fa consegnare felpa e borsello... 
Conto alla rovescia per il pagamento della seconda rata dell'Imu per il 2025. Per chi non avesse pagato in un'unica soluzione il 16 giugno scorso, la data da cerchiare in rossi è il 16 dicembre. Ma è possibile non pagarla?
Imu cos'è
L'imposta municipale propria (Imu) è l'imposta dovuta per il possesso di fabbricati, escluse le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali diverse da A/1, A/8 e A/9, di aree fabbricabili e di terreni agricoli. Si applica in tutti i comuni del territorio nazionale, fatta salva l'autonomia impositiva prevista dai rispettivi statuti della regione Friuli-Venezia Giulia e delle province autonome di Trento e di Bolzano.
L'abitazione principale è definita come l'unità immobiliare in cui il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente.
Quando è possibile non pagare l'Imu
Una sentenza della Corte Costituzionale (13/10/2022 n. 209) ha rivisto un aspetto discusso. In precedenza, per non pagare l'Imu era necessario che l'intero nucleo familiare del proprietario avesse sia la residenza anagrafica che la dimora abituale nello stesso immobile. Se ad esempio i coniugi avevano residenze e dimore separate in due immobili diversi, situati nello stesso Comune, l'esenzione Imu poteva applicarsi solo a una delle due abitazioni.
La Corte costituzionale ha invece stabilito che "è incostituzionale la normativa Imu che non consente a entrambi i coniugi la fruizione dell'esenzione Imu prima casa sui rispettivi immobili ove gli stessi risiedano e vivano stabilmente e singolarmente, avendovi fissato la propria abitazione principale disgiunta rispetto all'altro coniuge. Spiega, infatti, la Consulta che nell'attuale contesto caratterizzato dall'aumento della mobilità nel mercato del lavoro, dallo sviluppo dei sistemi di trasporto e tecnologici, dall'evoluzione dei costumi, è sempre più frequente l'ipotesi che persone unite in matrimonio o unione civile concordino di vivere in luoghi diversi, per ricongiungersi periodicamente, ad esempio nel fine settimana".
"In tali casi non ritenere sufficiente, ai fini dell'agevolazione Imu, la sussistenza dei requisiti della residenza e della dimora abituale presso un determinato immobile, è, secondo i giudici costituzionali discriminatorio rispetto a chi, in possesso di pari requisiti, ne beneficia in quanto singolo o convivente di fatto. In conclusione non può essere evocato l'obbligo di coabitazione stabilito per i coniugi dall'art. 143 del codice civile, dal momento che una determinazione consensuale o una giusta causa non impediscono loro di stabilire residenze disgiunte. Di conseguenza dalla norma censurata deve essere espunto il riferimento al 'nucleo familiare' in quanto discriminatorio rispetto alla logica che consente al singolo o ai conviventi di fatto di godere pro capite delle esenzioni per i rispettivi immobili", si legge sul sito del Mef (Dipartimento della Giustizia tributaria).
Imu agevolata
Il ministero dell'Economia ha pubblicato il decreto del 6 novembre 2025, che aggiorna l'allegato sulle agevolazioni Imu già introdotte nel 2024. Il provvedimento non stravolge la struttura dell'imposta, ma raffina i criteri che consentono ai Comuni di intervenire sulle aliquote, in coerenza con l'effettivo utilizzo dell'immobile.
Per i proprietari, soprattutto di case al mare o chalet in montagna, si apre uno scenario potenzialmente più favorevole, ma con un elemento decisivo: nulla sarà automatico, ogni sgravio dipenderà dalla scelta del Comune ricorda Immobiliare.it.
Il decreto amplia dunque il margine di manovra dei sindaci per modulare l'imposta sulle abitazioni non affittate, non concesse in comodato e utilizzate solo per alcuni periodi dell'anno. Si parla delle cosiddette case "a disposizione", categoria che comprende in modo naturale le tipiche abitazioni stagionali. Qui la novità è significativa: l'aliquota potrà essere graduata non solo a partire da quella base, ma considerando l'uso effettivo dell'immobile. Una casa vissuta solo per qualche settimana l'anno, con consumi ridotti o utenze sospese, potrà essere valutata diversamente rispetto a un immobile sfruttato tutto l'anno. Attenzione però: l'agevolazione riguarda solo gli immobili non locati. Le case vacanza gestite in forma commerciale, affittate o inserite nel circuito delle locazioni brevi, non rientrano nella logica dello sconto.

Il bollitore elettrico è essenziale per riscaldare rapidamente l’acqua per le varie necessità di ogni giorno. E’ inoltre semplice da usare e particolarmente efficace per preparare tè, caffè, infusi o per l’acqua necessaria per far bollire la pasta, senza incidere sui costi in bolletta.
Come funziona
Ma come funziona il bollitore? L’acqua che viene versata all’interno del bollitore si riscalda grazie a una resistenza elettrica posta alla base o lungo il corpo dell’elettrodomestico. Quando l’elettrodomestico viene collegato alla rete elettrica e acceso, la resistenza comincia a scaldarsi, trasferendo il calore all’acqua contenuta nel bollitore. Un termostato posizionato all’interno del bollitore rileva la temperatura dell’acqua all’interno del bollitore e lo fa spegnere in automatico quando l’acqua è in ebollizione o ha raggiunto la temperatura impostata in partenza. Questo sistema di rilevazione fa sì che il bollitore eviti di consumare energia inutilmente o di far evaporare totalmente l’acqua contenuta.
Nel bollitore elettrico, l’acqua raggiunge lo stato di ebollizione in un lasso di tempo davvero breve - spiega Bosch - di solito tra i due e i cinque minuti per un litro d’acqua, rendendo pertanto questo piccolo elettrodomestico molto conveniente ed efficace. Molti modelli moderni di bollitori elettrici offrono anche funzionalità aggiuntive, come la possibilità di impostare diverse temperature a seconda delle necessità, oppure la funzione di mantenimento del calore, che permette di mantenere l'acqua a una determinata temperatura per un periodo di tempo prolungato.
Come tenerlo pulito
Per far funzionare alla perfezione il bollitore elettrico, e far sì che riscaldi l'acqua in poco tempo, è importante tenerlo rigorosamente pulito. La pulizia è fondamentale per garantire la sua efficienza e per evitare che si formi calcare all’interno, il quale può da una parte compromettere il sapore dell’acqua riscaldata, nuocere alla salute e dall’altra ridurre la longevità del bollitore. Bosch consiglia di pulire il bollitore con alcuni accorgimenti quotidiani: sciacquare l’interno del bollitore con acqua dopo ogni utilizzo, soprattutto se si vive in una zona con acqua particolarmente dura e ricca di minerali; per una pulizia più profonda e per eliminare residui e calcare, pulirlo invece ogni settimana o due, a seconda della frequenza di utilizzo, con detergenti delicati non abrasivi, oppure, per una soluzione più ecologica ed economica, si possono utilizzare prodotti naturali.
Ci sono diversi prodotti naturali che si possono utilizzare per pulire il bollitore elettrico per preferire uno stile di vita più green. Aceto: grazie al suo pH acido ha proprietà sgrassanti, disinfettanti e anticalcare. Riempire il bollitore con una soluzione composta da metà acqua e metà aceto bianco; farla bollire e poi riposare all’interno per circa un’ora. Risciacquare bene con acqua pulita per eliminare l'odore di aceto. Limone: riempire il bollitore di acqua mescolata al succo di uno o due limoni interi e portarla a ebollizione. Quindi lasciare riposare il liquido per circa 30 minuti prima di risciacquare. Il limone è perfetto per eliminare il calcare, grasso e muffe ma anche per eliminare i cattivi odori. Bicarbonato di sodio: per fare una bella pulizia profonda del bollitore, si può aggiungere un cucchiaino di bicarbonato di sodio all’acqua e far bollire la miscela. Il bicarbonato aiuterà a sciogliere i residui di calcare e a neutralizzare eventuali odori sgradevoli, continuano da Bosch.
Quanto consuma
Il consumo energetico di un bollitore elettrico dipende da vari fattori, tra cui la potenza dell’elettrodomestico, la quantità di acqua che si desidera riscaldare e la frequenza d’uso. In genere, la potenza di un bollitore varia tra i 1500 e i 3000 watt. Nonostante la potenza, l’uso del bollitore invece che del fornello può davvero avere un impatto positivo sulla tua bolletta. Infatti, anche se utilizzato frequentemente, il bollitore resta comunque uno degli elettrodomestici più efficienti e rapidi per riscaldare acqua rispetto all’uso dei fornelli, poiché la sua resistenza trasmette il calore direttamente all'acqua, riducendo le dispersioni energetiche. Grazie alle diverse impostazioni di temperatura, riscaldare l’acqua diventa più veloce e il risparmio energetico maggiore perché il bollitore si spegne una volta raggiunta la temperatura desiderata. Inoltre, se si utilizza acqua già calda, il tempo di riscaldamento è brevissimo e il consumo energetico molto basso.

"Produciamo più di 8,5 milioni di scatole e abbiamo da sempre sentito la responsabilità di non demandare la gestione del rifiuto ai nostri clienti. È nato quindi il Logista Greenbox, che è una scatola che può essere riutilizzata". Ciò avviene "grazie alla collaborazione del cliente finale che agisce come parte attiva del processo, ripiegando la scatola e riconsegnandola la settimana successiva ai nostri hub. Questo può avvenire fino a 4-5 volte per ogni scatola". Lo ha detto Giampaolo Montesano, Network director Logista, intervenendo alla Social Sustainability Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma.
"Quando riceviamo la scatola verifichiamo che sia riutilizzabile, e se non lo è la inseriamo in un circuito di riciclo", spiega Montesano."È un progetto partito nel 2015 che si è migliorato nel tempo, grazie al sistema di tracciabilità e monitoraggio di cui tutta la filiera ne trae beneficio: i nostri clienti dal 2023 hanno incentivi in base a quante scatole restituiscono", conclude.

“Il fatto per un’assicurazione di lavorare con il Servizio sanitario non è una diminutio ma è avvalorare l’outcome finale che il cittadino riceve rispetto la salute”. Lo dichiara Cristiano Gianni, Chief Health Officer di Axa Italia, intervenendo all’evento di apertura della Social Sustainability Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma.
“Il Servizio sanitario nazionale è senza dubbio un’eccellenza e gli italiani sono sempre critici guardando il giardino di casa. Confrontando il Servizio sanitario nazionale con quelli di altri paesi europei e oltreoceano non c’è paragone. In altre parti del mondo lo spending è molto più alto e la qualità è molto diversa”, sottolinea Gianni, aggiungendo che “in Italia il problema non è la qualità del Servizio ma la sua tenuta. Cioè, quanto questo sia sempre in grado di gestire bisogni che cambiano”.
“L’azienda che ha soluzioni di welfare è molto più competitiva nel mercato del lavoro rispetto a chi non ce l’ha. È in grado di tenere i dipendenti migliori, ridurre l’assenteismo e dà più capacità di spesa. Axa su questo si posiziona in maniera dedicata con soluzioni di accesso alla spesa, in modo che un’azienda può venire da noi e costruire un pacchetto per i propri clienti end-to-end”, aggiunge Gianni.
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