
(Adnkronos) - Un semplice saluto? Gli si dà del tu, del lei, del voi o del loro? Gli si stringe amichevolmente la mano oppure è necessario un inchino? Insomma, che fare, nel molto improbabile caso di imbattersi, durante una passeggiata in una bella giornata di sole (rara anche questa) a Londra o magari in un parco scozzese, in re Carlo in compagnia della regina Camilla? Molti di noi sarebbero colti alla sprovvista, imbarazzati e probabilmente non saprebbero cosa dire e come comportarsi al cospetto delle Loro Maestà. Come si può immaginare, l'idea di trovarsi di fronte un membro della famiglia reale britannica deve intimidire molte persone. Anche perché ci si sentirebbe inevitabilmente inadeguati davanti a una possibilità che nella vita probabilmente non capiterà mai. Impreparati, riguardo l'impossibile caso specifico, sulle regole da seguire: il famoso protocollo, chi lo conosce?
Quindi, inchini o riverenze, e che altro ancora? Ebbene, secondo un ex maggiordomo reale che ha servito personalmente il re, la risposta è in realtà: niente di niente. A parte, naturalmente, essere semplicemente una persona educata e perbene, a quanto pare non è necessario inchinarsi, fare la riverenza o altri gesti formali quando ci si trova in presenza di un membro della famiglia reale (anche se è possibile farlo, se proprio lo si desidera). Durante un'intervista con Fox News, Grant Harrold, che ha recentemente pubblicato un libro di memorie, 'The Royal Butler: My Remarkable Life in Royal Service' , ha affermato: "Penso che molte persone diano per scontato che quando si incontra la famiglia reale, si debba fare un inchino o una riverenza, ma non lo si fa. Non è obbligatorio, è una scelta del tutto personale. Il re ne ha persino parlato con me. Mi ha detto: 'Quando ti inchini o fai la riverenza, lo fai al titolo. Non lo fai alla persona'".
Conferma alle parole dell'ex maggiordomo si trovano addirittura nel sito web ufficiale della Famiglia Reale, che spiega a chi, al cospetto del re, sarebbe colto da un letale attacco d'ansia: "La risposta semplice è che non ci sono codici di comportamento obbligatori, solo cortesia. Tuttavia, molte persone desiderano osservare le forme tradizionali di saluto. Per gli uomini si tratta di un inchino fatto soltanto con la testa, mentre le donne fanno una piccola riverenza. Altri preferiscono semplicemente stringere la mano nel modo consueto".
Eppure, non basta Buckingham Palace a fare chiarezza sul codice comportamentale da adottare. Basta infatti ricordare quel che accadde a Meghan Markle il giorno che il principe Harry le presentò la regina Elisabetta II. Nel documentario di Netflix 'Harry & Meghan', la duchessa di Sussex racconta: "Eravamo in macchina mentre andavamo a incontrare la regina ed Harry mi ha chiesto: 'Sai come fare la riverenza, vero?' E io ho pensato che fosse uno scherzo". Il principe ha poi aggiunto: "Come lo spieghi alla gente? Come spieghi che ti inchini a tua nonna? E che dovresti fare la riverenza, soprattutto a un americano. È strano". La duchessa ha poi ricordato come si sia inchinata talmente tanto davanti alla regina, cadendo praticamente a terra, prima di dire: "Piacere di conoscerla, Sua Maestà".
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(Adnkronos) - Il settore privato italiano è pronto ad assumere un ruolo guida nella transizione digitale, orientandola verso modelli di sviluppo capaci di coniugare profitto, benefici ambientali e sociali e creazione di valore condiviso. È questo il messaggio chiave che emerge dal position paper 'La transizione digitale a supporto della sostenibilità del business: rischi e opportunità', promosso da Un Global Compact Network Italia (Ungcn Italia) e realizzato con il contributo di 47 imprese aderenti all’iniziativa Onu.
Il documento è stato presentato oggi a Milano, in occasione della tredicesima edizione del Salone della Csr e dell’Innovazione Sociale. Il position paper di Ungcn Italia mette in evidenza che il digitale è uno strumento ma il fine deve restare la sostenibilità del business, intesa nelle sue dimensioni ambientale, sociale e di governance. Le tecnologie digitali, se correttamente indirizzate, possono generare benefici concreti per le imprese: maggiore efficienza operativa, riduzione dei costi, accesso a dati strategici, relazioni più efficaci con gli stakeholder e processi produttivi più green e circolari.
“La transizione digitale è una delle grandi trasformazioni del nostro tempo e ci impone una riflessione profonda su come guidare l’innovazione affinché sia al servizio della sostenibilità - ha dichiarato Filippo Bettini, presidente Ungcn Italia - In un contesto di forte instabilità, è essenziale che le imprese mantengano salda la propria visione strategica. Digitalizzazione, Intelligenza Artificiale e nuovi modelli tecnologici devono diventare strumenti concreti per generare impatti positivi, in tutte le dimensioni Esg. Per farlo è necessario un approccio sistemico, che affronti i rischi e valorizzi le opportunità. La dimensione digitale impatta trasversalmente l’organizzazione aziendale, richiedendo una governance integrata, investimenti in formazione e una rinnovata attenzione ai soggetti più vulnerabili. Le aziende italiane stanno mostrando un forte dinamismo, ma l’integrazione piena delle tecnologie digitali richiede uno sforzo comune, coordinato, e una cultura dell’innovazione realmente capillare e inclusiva”.
“Il nostro position paper nasce per offrire a imprese e decisori una chiave di lettura sulla transizione digitale intesa come leva per rafforzare la sostenibilità del business - ha detto Daniela Bernacchi, Executive Director Ungcn Italia - Tra le priorità individuate vi è la necessità di tradurre l’Ai Act europeo in linee guida operative, capaci di supportare le aziende nell’adozione etica e trasparente dell’intelligenza artificiale. A tutto questo si aggiungono rischi trasversali che non possono essere ignorati: il divario digitale, le fragilità generazionali e la carenza di competenze adeguate. Affrontarli richiede un impegno condiviso tra imprese e istituzioni, con un investimento deciso nella formazione interna e in politiche di supporto capaci di accompagnare tutte le categorie di lavoratori in questo cambiamento”.
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(Adnkronos) - Il 64% degli italiani ritiene giusto che le aziende si espongano su tematiche sociali. Il 52% dichiara che non acquisterebbe prodotti o servizi da aziende che prendono posizioni non condivise e il 47% ha già smesso di comprare da marchi che non li convincono sul piano valoriale e comportamentale. Una presa di posizione netta: il 77% degli italiani, oggi, ritiene che le aziende non prestino sufficiente attenzione alle tematiche ambientali. A dirlo è una nuova ricerca Ipsos, intitolata Rilanciare la responsabilità d’impresa attraverso la concretezza, presentata oggi a Milano durante la prima giornata di lavori del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, in corso dall’8 al 10 ottobre all’università Bocconi.
Se è vero che nel panorama italiano il 15% delle imprese può essere definito 'green core', ovvero con investimenti green significativi e certificazioni ambientali, le aziende 'green non core', ovvero che hanno già fatto investimenti per ridurre l’impatto ambientale ma che ritengono di poter incrementare il loro impegno, sono invece il 35%. Insieme, le due categorie rappresentano un’impresa su due e sono il cuore virtuoso del Paese, capace di trainare una crescita che trova riscontro anche nei numeri rilevati dal Salone: per questa edizione, le aziende che partecipano per la prima volta alla manifestazione sono 63, il 24% per cento del totale. L’altra metà delle aziende risulta più indecisa rispetto al proprio impegno green.
Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale, che per la sua tredicesima edizione prevede 120 incontri con più di 500 relatori e oltre 260 organizzazioni partecipanti tra aziende, istituzioni e realtà non profit, è da sempre l’occasione per una riflessione collettiva da cui possano scaturire idee concrete per il futuro della sostenibilità. Il tema scelto per questa edizione, Creare futuri di valore, fa da sfondo all’indagine condotta da Ipsos per il Salone, che mette in luce un forte dualismo tra responsabilità individuale e aspettativa verso le imprese. La crescente polarizzazione, che rappresenta uno dei tratti distintivi del panorama attuale, emerge anche tra i consumatori, con una parte della popolazione sempre più attiva e un’altra che si allontana dai temi della sostenibilità.
“Anche se il percorso verso lo sviluppo sostenibile è ancora in salita, ci sono tante opportunità: è nei momenti di maggior criticità, infatti, che nascono le soluzioni più innovative - commenta Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone - In uno scenario decisamente complesso come quello di oggi, la sostenibilità assume un ruolo ancora più importante perché aiuta a leggere i problemi in modo nuovo e a vedere la realtà in una prospettiva diversa. Il Salone della Csr si propone anche quest’anno come luogo di incontro, di confronto, di ispirazione con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza delle persone, stimolare la loro creatività, ricordare a tutte le organizzazioni l’importanza di misurare l’impatto generato”.
L’indagine Ipsos ha identificato quattro gruppi di cittadini-consumatori, con percentuali che si sono evolute nel tempo: i Sostenitori convinti (26%), che comprendono la sfida e modificano attivamente i propri comportamenti; gli Aperti ma incerti (41%), che riconoscono l’importanza della sostenibilità ma faticano a tradurla in azioni; gli Scettici (18%), che dubitano della sincerità delle iniziative sostenibili ed infine gli Indifferenti (15%), che non si sentono coinvolti né responsabili. Ma se il numero dei sostenitori è in costante aumento negli anni, quello degli aperti per la prima volta è in diminuzione: nel 2024 erano il 44%, a dimostrazione dell’esistenza di una fascia intermedia con idee sempre più incerte.
Un messaggio che gli italiani sembrano invece aver appreso senza incertezze è che la sostenibilità non è più solo un tema ambientale: ambiente, sociale ed economia sono considerati tre pilastri della sostenibilità ormai in equilibrio, rispettivamente con un 35, 34 e 31% di priorità. Quanto alle tematiche da affrontare con maggiore urgenza, il campione di italiani intervistato da Ipsos (1000 interviste a popolazione di anni 16+) mette al primo posto salari dignitosi e lotta all’evasione fiscale, seguiti da riduzione dell’inquinamento, lotta alla povertà e al disagio economico, tutela sanitaria idonea e universale. In linea generale, i consumatori italiani si ritengono molto impegnati sul fronte della sostenibilità. Il 72% degli intervistati, ad esempio, afferma di fare già tutto il possibile, a livello personale, per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.
“Siamo in una fase storica di ripensamento - commenta Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos - Le crisi sono tipiche dei processi evolutivi, non piacciono mai ma dobbiamo imparare a valorizzarle. E chiederci come possiamo essere più concreti, come dimostrare che l’impegno profuso ha davvero impatto, come impostare una narrazione non più basata solo su uno ‘story telling’ emozionale, ma unire l’emozione di pensare ad un mondo migliore con la serietà di un impegno preso, rispetto al quale ci impegniamo davvero a cambiare il nostro modo di consumare, produrre, essere”.
Per favorire il dialogo e la condivisione in tutti gli ambiti della sostenibilità, il programma culturale della tredicesima edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale è suddiviso in sei percorsi: Formazione e Lavoro; Cultura e Territorio; Economia e Finanza; Ambiente e Rigenerazione; Governance e Leadership; Innovazione e Impatto. Accanto a temi sempre attuali come l’evoluzione del welfare aziendale, il percorso di decarbonizzazione delle imprese, l’impegno per i territori, in questa edizione del Salone saranno affrontati alcuni argomenti originali come per esempio: la space economy e la gestione sostenibile dello spazio; l’adeguamento dei luoghi alla diversità e la ridefinizione dell’idea di femminismo in ottica di parità.
Una novità di quest’anno è il format 'Caffè con l’esperto', uno spazio di incontro e confronto con il pubblico. In questa edizione saranno coinvolti nelle tre giornate Marco Frey, Stefano Zamagni e Filippo Giordano, che risponderanno alle domande dei presenti sul ruolo delle imprese in uno scenario in cambiamento, sul futuro dell’economia civile, sulla misurazione dell’impatto sociale.
Anche quest’anno torna Meet the Csr Leaders, l’iniziativa nata nel 2022 dalla collaborazione tra Il Salone della Csr e Amapola, con la partecipazione del network Csrnatives, che crea un ponte diretto tra le nuove generazioni e i professionisti del mondo della sostenibilità, con brevi sessioni individuali di circa 30 minuti riservate a studentesse e studenti universitari, neolaureate/i e giovani professioniste/i. Il Salone anche per quest’edizione collabora con AWorld lanciando la 'Capsula del tempo'. Per tutti e tre i giorni dell’evento, i partecipanti potranno scegliere fino a 3 azioni sostenibili tra quelle proposte e impegnarsi simbolicamente a portarle avanti durante tutto l’anno. Registrandosi con la propria email, riceveranno reminder periodici e aggiornamenti per impegnarsi attivamente e trasformare la consapevolezza in azione concreta.
Durante le tre giornate del Salone, l’artista Silvia Bairo sarà presente per dare vita con il suo tratto a un reportage illustrato dal vivo, capace di restituire non solo i momenti salienti ma anche le atmosfere, le relazioni, le emozioni che attraversano la manifestazione. Un vero e proprio diario visivo, che unisce performance artistica e narrazione, offrendo uno sguardo inedito sulla sostenibilità raccontata attraverso l’arte.
Inoltre, il Salone ospita per la seconda volta una versione del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, realizzata in collaborazione con Made in Carcere con l’impiego di tessuti e scampoli destinati al macero a cui viene data una nuova simbolica vita. A conclusione del Salone, l’opera non sarà smantellata ma donata da Made in Carcere all’Università Bocconi. Anche per questa edizione è in corso la procedura di certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile dell’evento. Inoltre, per la prima volta il Salone intende misurare il suo impatto sociale: in collaborazione con Operàri è stato realizzato un questionario diffuso a relatori e visitatori su aspettative e cambiamenti generati dalla manifestazione.
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(Adnkronos) - Quando l’ufficiale giudiziario ha bussato per sfrattarlo di casa, si è suicidato lanciandosi dal sesto piano. È successo questa mattina, poco dopo le 9, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Prima di togliersi la vita la vittima, un uomo di 71 anni, ha lasciato un biglietto.
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(Adnkronos) - L'avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, è indagato a Milano per diffamazione aggravata per delle dichiarazioni rese il 13 marzo scorso davanti alle telecamere. Il fascicolo a suo nome è nelle mani del pubblico ministero Fabio De Pasquale. Lo apprende l'Adnkronos.
Il legale protagonista di più affermazioni bizzarre sul caso Garlasco è stato denunciato dallo studio Giarda, gli avvocati Enrico e Fabio che insieme al padre, il compianto professore Angelo Giarda, hanno per otto anni - da subito e per tutti e cinque i processi - difeso Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto del 13 agosto 2007.
I nuovi approfondimenti sull'omicidio di via Pascoli vedono nuovamente al centro Andrea Sempio, su cui per primi i Giarda, nel 2017, avevano fatto indagini difensive sostenendo che sulle unghie della vittima ci fosse proprio il Dna dell'attuale indagato. Tesi che la nuova difesa di Stasi porta avanti con il sostegno della Procura di Pavia che ne condivide le conclusioni. Proprio su questo punto l'avvocato Lovati avrebbe reso dichiarazioni "diffamatorie e calunniose" nei confronti di Enrico e Fabio Giarda e dello stesso studio legale fondato dal padre. In particolare, le frasi pronunciate il 13 marzo 2025 da Lovati sono che l'indagine del 2017 "è frutto di una macchinazione della difesa Giarda" o ancora che "è stata frutto di una macchinazione organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi che clandestinamente hanno prelevato il Dna" a Sempio.
Frasi "gravissime" - si sostiene nella denuncia - che "incidono sulla reputazione professionale dello studio e degli avvocati che lo compongono" e che ne "minano fortemente la reputazione". Accuse che non tengono conto di due "fondamentali" elementi: l'attuale indagine è basata su un'iniziativa della Procura di Pavia e una vecchia archiviazione (su querela presentata da Sempio e da Lovati) definisce l'attività difensiva dei Giarda come "avvenuta ai soli fini di giustizia, in maniera non invasiva e non lesiva".
Per Lovati i guai non sembrano finiti. Da quanto si apprende Fabio ed Enrico Giarda stanno preparando una seconda denuncia-querela dopo le affermazioni rese da Lovati a 'Falsissimo' quando ancora una volta tira in ballo la vecchia difesa di Stasi e lega il nome del defunto professore Angelo Giarda a presunte "massonerie bianche". L'auspicio dei Giarda è che il "recidivo" Lovati possa smetterla. Già nel febbraio 2017, dopo alcune affermazioni rese a 'Quarto grado' sempre sullo stesso tema Lovati è stato querelato e quindi indagato per diffamazione. In quel caso il processo milanese si è risolto con un accordo di risarcimento nei confronti dei fratelli Giarda. Otto anni dopo Lovati ribadisce "le sue calunniose e diffamatorie affermazioni arrecando danno allo studio legale Giarda, nella spiacevole posizione di interfacciarsi nuovamente con una situazione che si era da tempo lasciato alle spalle".
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(Adnkronos) - All'età di 92 anni è morto Sir John Gurdon, biologo britannico che all'inizio degli anni '60 introdusse un metodo rivoluzionario di manipolazione cellulare che portò alla clonazione del primo grande mammifero (la pecora Dolly). A dare l'annuncio della scomparsa è stata l'Università di Cambridge, dove Gurdon ha insegnato, fondato l'istituto che porta il suo nome, e continuato a lavorare in laboratorio fino a pochi anni fa.
La sua scoperta - che una cellula adulta può essere riprogrammata per tornare a uno stato embrionale - ha rivoluzionato la medicina moderna e gettato le basi per la clonazione, la ricerca sulle cellule staminali e la medicina rigenerativa. Per questi risultati, nel 2012 gli fu conferito il Premio Nobel per la Medicina, insieme allo scienziato giapponese Shinya Yamanaka.
"Sir John Gurdon era un visionario, un pioniere e una fonte d'ispirazione per generazioni di scienziati", ha dichiarato Ben Simons, attuale direttore del Gurdon Institute. "La sua dedizione alla scienza era pari solo alla sua umiltà e al suo affetto per i colleghi". "Sir John era un gigante nella comunità scientifica, e un mentore per molti", ha ricordato la rettrice dell'Università di Cambridge, Deborah Prentice. "Lascia un'eredità straordinaria".
Nato nel 1933 a Dippenhall, Hampshire, e cresciuto tra i classici all'Eton College, John Bertrand Gurdon fu inizialmente scoraggiato dallo studio della biologia: in una pagella liceale si leggeva che non avrebbe mai potuto fare scienza. Eppure, quella che sembrava una sentenza si trasformò in vocazione: Gurdon si laureò con lode a Oxford in zoologia, iniziando una carriera che avrebbe riscritto i libri di biologia.
Nel 1958 Gurdon eseguì uno degli esperimenti più significativi del XX secolo: prelevò il nucleo da una cellula dell'intestino di una rana adulta e lo trapiantò in un uovo enucleato. Il risultato? Un girino vivo. Era la dimostrazione che la specializzazione cellulare non è irreversibile, un dogma, fino ad allora, insormontabile. Questo lavoro pionieristico, effettuato con l'anfibio Xenopus laevis, aprì la strada alla clonazione animale (come quella della pecora Dolly nel 1996) e allo sviluppo delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPS), ottenute successivamente da Yamanaka nel 2006.
Nel 1991 insieme a Ron Laskey fondò a Cambridge il Wellcome/Cruk Institute for Cell Biology and Cancer, che poi sarebbe diventato il Gurdon Institute. La sua visione era quella di riunire scienziati provenienti dai campi della biologia dello sviluppo e della ricerca sul cancro, favorendo un approccio interdisciplinare che ha fruttato scoperte fondamentali e applicazioni cliniche. Anche dopo aver lasciato la direzione dell'Istituto, Gurdon non smise mai di lavorare: continuava a condurre esperimenti al banco fino a oltre i 90 anni. Era, secondo chi lo ha conosciuto, uno scienziato nel senso più puro del termine, guidato da un’insaziabile curiosità e da un senso di meraviglia verso il funzionamento della vita.
Sir John Gurdon ha pubblicato alcuni degli articoli più citati nel campo della biologia cellulare e molecolare. I suoi studi hanno ispirato terapie per il cancro, la medicina rigenerativa e nuove prospettive per la cura di malattie degenerative. È stato insignito di numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Wolf (1989), la Medaglia Copley (2003) e il Lasker Award (2009). Nominato Cavaliere del Regno Unito nel 1995, è stato membro della Royal Society, della US National Academy of Sciences e keynote speaker alla Conferenza Vaticana sulle cellule staminali nel 2013. Nel 2019 la Scuola Superiore Sant'Anna di Piisa gli aveva conferito il PhD Honoris Causa in Translational Medicine "per aver completamente rivoluzionato le teorie preesistenti sulla specializzazione cellulare e aver aperto la strada a una nuova visione della biologia e della medicina. Grazie ai suoi originali studi di alto valore traslazionale, oggi sappiamo che le cellule adulte di un tessuto possono essere riprogrammate, con enormi benefici per lo studio e lo sviluppo di nuovi metodi diagnostici e terapeutici di innumerevoli patologie, nel rispetto del metodo scientifico".
La più grande intuizione di Gurdon resta la memoria del Dna: anche una cellula completamente specializzata mantiene le istruzioni per diventare qualsiasi altro tipo cellulare. Un principio che ha cambiato il modo in cui intendiamo lo sviluppo, la malattia e la guarigione. (di Paolo Martini)

(Adnkronos) - "Se sono in ansia da 'traino'? No, anche se ovviamente agli ascolti ci guardiamo tutti tanto, perché sono quelli che ti dicono se stai lavorando nella direzione giusta oppure no. Per me la cosa da fare è fare bene il proprio lavoro, mettendoci gioia, perché poi, alla fine, stiamo giocando". Marco Liorni è carico ma sereno mentre racconta, in una conversazione a tu per tu con l'Adnkronos, le emozioni per il debutto di stagione de 'L'Eredità', di cui sarà al timone per il terzo anno consecutivo. Il conduttore romano raccoglie il testimone di 'Reazione a Catena' condotto da Pino Insegno nel preserale, una fascia che funge tradizionalmente da traino per il Tg1 delle 20. "La riuscita di un programma quotidiano si vede nel tempo, non solo sull'immediato -tiene a sottolineare Liorni- Nelle prime puntate c'è curiosità, poi dopo però, se non lavori bene, viene fuori. Ma l'ansia non ce l'ho perché alla fine se ci metti attenzione, ansia, paura o al contrario non guardi a nulla, non cambia: la cosa da fare è sempre la stessa, mettercela tutta".
Le novità della nuova stagione de 'L'Eredità'
Essere al timone per la terza volta del game più longevo della tv italiana esalta Liorni, che però non dorme certo sugli allori: "Io sono sempre alla ricerca di stimoli nuovi, di cambiamento, cerco di far 'respirare' ai programmi ciò che accade fuori. Quindi mi sento un po' un 'collaudatore' oltre che conduttore", dice. E infatti, le novità di questa edizione non mancano: "C'è un nuovo gioco, si chiama 'Un, due, tre, quella!' -rivela- ed è legato al fatto che tante volte si ha una parola sulla punta della lingua che però non sovviene. Noi diamo tre indizi, il concorrente deve indovinare la parola a cui io sto pensando. Non ci sono opzioni scritte, come per gli altri giochi, deve essere farina del sacco di chi risponde".
L'inserimento di novità in un format come 'L'Eredità', costruito nei minimi dettagli come un crescendo, spiega Liorni, non è semplice. "Prima di inserire un nuovo gioco ci sono mille cose da valutare, perché il game show è un percorso, anche emotivo, un crescendo studiato molto attentamente. E' capitato in altri quiz che venissero inserite piccole novità che sembravano innocue, e invece sono state un fallimento". In un momento generalmente complesso per gli ascolti della tv generalista, torna un programma che nelle passate edizioni ha ottenuto uno share decisamente premiante. I motivi, nell'analisi di Liorni, sono "il coinvolgimento del pubblico, il fatto che ci divertiamo ancora come fosse la prima puntata e, forse è questo un po' il segreto, che non ci prendiamo troppo sul serio. E poi un'altra cosa mi piace tantissimo è che all'Eredità entrano un po' tutti i mondi: nelle storie di chi gioca c'è un'Italia che non fa notizia, ma alla fine interessa chi guarda".
Sul successo di pubblico che sta avendo 'La Ruota della Fortuna', Liorni -che lo scorso anno si è scontrato vincendo col programma, che allora era in preserale - cerca elegantemente di glissare: "Mi stai facendo parlare di un programma della concorrenza", scherza con l'Adnkronos. "Sicuramente mi aspettavo che avesse successo, si vedeva che era un programma che funzionava e che si sarebbe potuto andare anche in access o in altre collocazioni". E quando gli si chiede se ipotizza un possibile passaggio in access, prima o poi, de 'L'Eredità', la risposta è col sorriso ma più dritta di un 'no comment': "Sta bene dove sta".
L'esperienza di Liorni in tv è trasversale: da inviato sul campo al racconto delle storie, il registro che il conduttore sembra prediligere e forse quello che lo rende così amato, fino al game show. A questo punto della sua carriera gli chiediamo quale desiderio professionale vorrebbe ancora esaudire a sessant'anni (compiuti il 6 agosto di quest'anno). "Sperimentare è la cosa che mi stimola di più", dice, rivelando un progetto che gli piacerebbe si concretizzasse. "Penso che la televisione assorbirà presto la grande rivoluzione dell'intelligenza artificiale, una cosa rivoluzionaria e anche per certi versi spaventosa. Quindi, qualcosa in questo ambito arriverà. C'è un format che mi hanno proposto di fare e che ha a che fare proprio con l'Ia. Sarà un programma che porta ad una fruizione diversa del mezzo televisivo, con molta più interazione con il pubblico a casa. Non è facile far combaciare tutti i pezzi, spero davvero ci si riesca".
Ci salutiamo prima che cominci per lui il 'frullatore' delle registrazioni del format che il pubblico attende dal prossimo 20 ottobre, nel preserale di Rai1. E Liorni ci rivela che, anche da casa, la famiglia lo seguirà con attenzione. "Le mie figlie mi guardano, fanno le mie imitazioni, notano delle cose incredibili. Come metto le mani, come guardo, come parlo. Dopo tutto quel lavoro, e quindi tutta una parte per me molto seria, il fatto che poi dopo loro ti smontino tutto, è divertente e sano". Ecco, sano: un aggettivo che si addice perfettamente a Marco Liorni, una rarità nella tv di oggi. (di Ilaria Floris)
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(Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge che istituisce la festività nazionale di San Francesco, inviando una lettera ai presidenti del Senato, Ignazio La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana, per sottolineare la necessità di provvedere ad una serie di correttivi.
In particolare il Capo dello Stato rileva che “la medesima giornata – il 4 ottobre - non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, anche perché, tra l’altro, da tali qualificazioni il nostro ordinamento fa discendere effetti diversi. Va operata, quindi, una scelta in tal senso – verosimilmente abrogando la previsione di solennità civile, meno rilevante – e, necessariamente, chiarendo se fare riferimento per la giornata festiva del 4 ottobre esclusivamente a San Francesco ovvero anche a Santa Caterina, fino ad oggi considerati congiuntamente".
“Ho provveduto - Mattarella - alla promulgazione della legge – pur se il suo testo presenta alcuni aspetti critici che avverto il dovere di segnalare – in considerazione del significato del provvedimento e della circostanza che i rilievi non riguardano profili di natura costituzionale. L’articolo 1 della legge, al primo comma – al fine di promuovere i valori della pace, della fratellanza, della tutela dell’ambiente e della solidarietà– istituisce la festa nazionale di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, da celebrare il 4 ottobre di ogni anno. Conseguentemente, il secondo comma inserisce il 4 ottobre, quale ‘festa nazionale di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia’, nell’elenco dei giorni considerati festivi a livello nazionale dai quali derivano gli effetti dell’osservanza del completo orario festivo nei luoghi di lavoro e del divieto di compiere determinati atti giuridici”.
“Il terzo comma dello stesso articolo 1 modifica la legge 4 marzo 1958 n. 132, ‘Ricorrenza festiva del 4 ottobre in onore dei Patroni speciali d’Italia San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena’, limitandosi a espungere dalla legge e dal suo titolo ogni riferimento a San Francesco. Di conseguenza la legge n. 132 del 1958 adesso prevede che ‘Il 4 ottobre è considerato solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore della Santa Patrona d’Italia Santa Caterina da Siena’. Il quadro normativo risultante dalla legge approvata, pertanto, è il seguente: la medesima giornata del 4 ottobre è qualificata sia festività nazionale, in onore di San Francesco d’Assisi, sia solennità civile, in onore di Santa Caterina da Siena”.
“Con due diverse disposizioni normative -nota Mattarella- si prevede che, con riferimento ai due Santi, vengano celebrati sostanzialmente i medesimi valori, nello stesso giorno ma con un diverso regime”.
“In entrambi i casi -rileva Mattarella- è previsto, in particolare, che, nella medesima giornata del 4 ottobre, le scuole possano promuovere iniziative dedicate ai valori universali di cui ciascuno dei due Santi è ritenuto espressione. Iniziative peraltro che non potranno più svolgersi il 4 ottobre in quanto giornata ormai festiva. Per quanto riguarda San Francesco, la possibilità di assumere simili iniziative viene estesa alle amministrazioni pubbliche, agli enti del terzo settore e alle ‘istituzioni pubbliche a livello nazionale, regionale e locale’”.
“Appare evidente come la normativa che disciplina le due ricorrenze richieda interventi correttivi volti a coordinare tra loro i due testi normativi. In primo luogo devo far presente che la medesima giornata –il 4 ottobre– non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, anche perché, tra l’altro, da tali qualificazioni il nostro ordinamento fa discendere effetti diversi. Va operata, quindi, una scelta in tal senso -verosimilmente abrogando la previsione di solennità civile, meno rilevante- e, necessariamente, chiarendo se fare riferimento per la giornata festiva del 4 ottobre esclusivamente a San Francesco ovvero anche a Santa Caterina, fino ad oggi considerati congiuntamente”.
“Inoltre, un migliore coordinamento merita l’indicazione delle iniziative che le istituzioni potranno assumere e dei loro contenuti, questo in special modo nel caso in cui si intendesse stabilire date diverse per le due ricorrenze. Fermo restando che, per quanto riguarda le scuole e gli uffici pubblici, bisognerà tenere conto del carattere ormai festivo della giornata del 4 ottobre. Invito pertanto il Parlamento -conclude Mattarella- ad apportare al provvedimento i correttivi necessari”.

(Adnkronos) - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge che istituisce la festività nazionale di San Francesco, inviando una lettera ai presidenti del Senato, Ignazio La Russa, e della Camera, Lorenzo Fontana, per sottolineare la necessità di provvedere ad una serie di correttivi.
In particolare il Capo dello Stato rileva che “la medesima giornata –il 4 ottobre- non può essere qualificata, al contempo, sia festività nazionale sia solennità civile, anche perché, tra l’altro, da tali qualificazioni il nostro ordinamento fa discendere effetti diversi. Va operata, quindi, una scelta in tal senso – verosimilmente abrogando la previsione di solennità civile, meno rilevante – e, necessariamente, chiarendo se fare riferimento per la giornata festiva del 4 ottobre esclusivamente a San Francesco ovvero anche a Santa Caterina, fino ad oggi considerati congiuntamente".
Leggi tutto: San Francesco, Mattarella promulga la legge ma scrive alle Camere: servono correttivi

(Adnkronos) - La mostra 'Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza', progetto culturale multidisciplinare ideato da Fondazione Bracco e presentato per la prima volta in un grande contesto espositivo come Palazzo Reale di Milano, a partire dal 9 ottobre 2025 fino al 6 gennaio 2026, propone al visitatore una domanda solo apparentemente semplice, ma che apre a un intero universo: cosa si cela dietro - e dentro - un’opera d’arte? Un mondo di ricerca, restauro, tutela e valorizzazione, aspetti fondamentali e spesso invisibili, su cui raramente il pubblico e invitato a riflettere. La mostra 'Art from Inside. Capolavori svelati tra arte e scienza', promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Fondazione Bracco, in collaborazione con 24 ORE Cultura-Gruppo 24 Ore, e un progetto innovativo che coniuga arte, ricerca e alta divulgazione. Il progetto si avvale della consulenza scientifica del team coordinato da Isabella Castiglioni, professoressa Ordinaria di Fisica Applicata presso l'Universita degli Studi di Milano-Bicocca, irettore scientifico Centro Diagnostico Italiano-Cdi, e dello storico dell’arte Stefano Zuffi.
Il percorso espositivo accompagna il visitatore in un viaggio nell’arte tra Quattrocento e Settecento, svelando gli strati nascosti di nove capolavori, attraverso un racconto immersivo e multimediale. In questo dialogo tra arte e scienza, la tecnologia si fa strumento di lettura e meraviglia, permettendo di accedere a dimensioni normalmente non visibili. Da Beato Angelico a Piero della Francesca, da Piero del Pollaiolo al leonardesco Giovanni Antonio Boltraffio, fino a Caravaggio, Giovanna Garzoni - artista tra le maggiori del suo secolo - e a un prezioso violino settecentesco di Lorenzo Storioni, l’esposizione propone un pantheon di maestri che hanno segnato la storia dell’arte italiana, ora indagati da una prospettiva inedita.
Grazie a un’accurata indagine scientifica, ogni opera rivela una "vita segreta”: decisioni nascoste, pentimenti, cambi di committenza, variazioni compositive e stratificazioni tecniche. Tutti elementi che sfuggono all’osservazione diretta, ma che emergono grazie al contributo delle piu avanzate tecnologie diagnostiche. Dove si fermano gli occhi del restauratore e dello storico dell’arte interviene oggi la scienza – svelando cio che per secoli e rimasto celato sotto la superficie. Una radicale e avvincente immersione nel processo creativo degli artisti.
Fondazione Bracco, corporate foundation del Gruppo Bracco – azienda leader globale nel campo della diagnostica per immagini e dei mezzi di contrasto, da anni valorizza l’applicazione delle tecniche di imaging non invasivo allo studio e alla conservazione delle opere d’arte. Progetti di ricerca, convegni divulgativi, iniziative espositive di alto valore culturale – come questa mostra – testimoniano un impegno concreto a favore del connubio tra scienza e patrimonio storico-artistico. La diagnostica per immagini, nata in ambito medico per analizzare lo stato di salute dell’organismo umano, e ormai riconosciuta come uno strumento prezioso di conoscenza anche in campo artistico. Le indagini scientifiche offrono infatti una straordinaria opportunita per comprendere in profondita le modalita operative degli artisti, le tecniche impiegate, i materiali utilizzati e le fasi di realizzazione delle opere. Questa mostra nasce proprio con l’obiettivo di raccontare al grande pubblico i progressi raggiunti da anni di studi diagnostici sostenuti da Fondazione Bracco.
“La mostra ‘Art from Inside’ rappresenta una straordinaria sintesi tra arte e scienza, due linguaggi fondamentali che, quando si incontrano, generano conoscenza, stupore e cittadinanza culturale. Siamo orgogliosi di ospitare a Palazzo Reale un progetto che, grazie all’impegno di Fondazione Bracco e alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e centri di ricerca d’eccellenza, racconta al grande pubblico il dietro le quinte della creazione artistica: non solo il capolavoro finito, ma anche il processo, il dubbio, l’evoluzione tecnica e materica dell’opera - dichiara l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Milano investe da anni nella cultura come motore di innovazione, accessibilità e formazione. Questa mostra, gratuita e pensata anche per le giovani generazioni, è un esempio virtuoso di come l’interdisciplinarità possa aprire nuove strade di conoscenza e di futuro. Invito tutte e tutti a lasciarsi guidare in questo viaggio immersivo tra pigmenti, raggi X e visioni creative: ne usciremo con uno sguardo più ricco e consapevole sull’arte e sul mondo.”
“Per noi l’arte e la scienza sono due facce dello stesso amore per il sapere e il bello che, da sempre, accende il desiderio degli uomini”, afferma Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco e del Gruppo Bracco. “Con questa mostra a Palazzo Reale sottolineiamo egregiamente il valore delle tecniche di imaging diagnostico, di cui siamo leader nel mondo, per valorizzare il nostro straordinario patrimonio culturale. Il visitatore verificherà concretamente che le tecnologie per la cura del corpo umano sono anche preziosi strumenti per prendersi cura delle opere d’arte, del loro restauro e della loro conservazione. Con questo progetto interdisciplinare offriamo al grande pubblico e in particolare ai più giovani l’opportunità di accedere a dimensioni normalmente invisibili, sotterranee, ma fondamentali. Per questo abbiamo voluto rendere la visita gratuita e aperta a tutti: se la conoscenza diventa un patrimonio condiviso genera un impatto profondo e duraturo nella comunità”.
“Il progetto scientifico è un esempio di cross-fertilization tra discipline diverse ma affini, opera di un team di ricercatori di eccellenza dell’Università Statale di Milano, dello spin-off universitario Iuss-Pavia DeepTrace Technologies e del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale”, commenta Isabella Castiglioni. “Le tecniche di diagnostica per immagini utilizzate per le ricerche sfruttano l’interazione della radiazione con la materia biologica per fornire informazioni invisibili agli esperti sul metodo di creazione e sullo stato di conservazione dei dipinti, consentendoci di studiarli senza manipolarli e senza effettuare prelievi.”
La mostra è dunque un progetto divulgativo a ingresso gratuito, dal forte valore civico, pensato per tutte le persone che si avvicinano all’arte con curiosita e spirito critico. Al tempo stesso, intende accendere i riflettori sul mondo della formazione e sulle nuove opportunità professionali che emergono dall’incontro tra saperi scientifici e umanistici. Il percorso espositivo dimostra infatti come il lavoro congiunto tra esperti in medicina radiodiagnostica e specialisti in storia dell’arte e restauro possa offrire nuovi strumenti di lettura anche per capolavori apparentemente gia noti in ogni dettaglio. È un esempio concreto di interdisciplinarita applicata al patrimonio culturale.
Proprio per questo, uno degli obiettivi della mostra e coinvolgere studenti e studentesse di scuole di ogni ordine e grado, stimolando l’interesse verso le discipline Stem applicate ai beni culturali e aprendo scenari professionali innovativi in cui tecnologia, scienza e arte si incontrano al servizio della conoscenza e della conservazione.
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(Adnkronos) - La Royal Swedish Academy of Sciences ha assegnato il premio Nobel per la Chimica 2025 al giapponese Susumu Kitagawa, al britannico Richard Robson e al giordano Omar M. Yaghi "per lo sviluppo di strutture metallo-organiche". I vincitori hanno sviluppato un nuovo tipo di architettura molecolare. Le strutture da loro create – i framework metallo-organici – contengono grandi cavità in cui le molecole possono fluire liberamente. I ricercatori le hanno utilizzate per raccogliere l'acqua dall'aria del deserto, estrarre gli inquinanti dall'acqua, catturare l'anidride carbonica e immagazzinare l'idrogeno.
Susumu Kitagawa è nato il 4 luglio 1951 a Kyoto in Giappone (Università di Kyoto, Kyoto, Giappone). Richard Robson è nato il 4 giugno 1937 a Glusburn nel Regno Unito (Università di Melbourne, Melbourne, Australia) mentre Omar M. Yaghi è nato il 9 febbraio 1965 a Amman in Giordania (Università della California, Berkeley, CA, Stati Uniti)

(Adnkronos) - Il Masters 1000 di Shanghai è un affare... di famiglia. Ai quarti di finale del torneo cinese sono infatti approdati, a distanza di poche ore, due cugini. Si tratta del tennista monegasco Valentin Vacherot, numero 204 del mondo, e del francese Arthur Rinderknech, che attualmente occupa la 54esima posizione del ranking Atp.
Vacherot ha battuto negli ottavi di Shanghai l'olandese Tallon Griekspoor, che aveva 'beneficiato' nel turno precedente del ritiro di Jannik Sinner, piegato dai crampi a causa delle condizioni estreme del torneo cinese. Il monegasco si è imposto in tre set con il punteggio di 4-6, 7-6 (1), 6-4, approdando per la prima volta in carriera nei quarti di finale del Masters 1000 di Shanghai.
Una prima volta condivisa proprio con il cugino. Anche Rinderknech, protagonista di una stagione positiva e a tratti sorprendente che lo ha visto avvicinarsi alle top 50 del ranking, può festeggiare un risultato mai raggiunto prima a Shanghai. Il francese ha battuto il ceco Jiri Lehecka, numero 19 del mondo, negli ottavi in due set 6-3, 7-6 (5).
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(Adnkronos) - Luca Zaia, attuale governatore del Veneto, si conferma primo nella top ten del gradimento dei cittadini tra i presidenti di regione anche sui social, raccogliendo un sentiment positivo pari al 65,7%. Il Doge leghista, che a fine novembre lascerà Palazzo Balbi, è seguito a pochi punti di distanza dai governatori del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (63,2%) e dal neo-confermato presidente in Calabria, Roberto Occhiuto, l'azzurro uscito vincitore lunedì scorso dalle urne, che sui social incassa il 55,5%. E' questa, in sintesi, la fotografia, scattata nel mese di settembre, mese caldo per la tornata delle regionali in Italia, dall'ultimo rapporto realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor attraverso Human, piattaforma di web e social listening sviluppata con algoritmo a base semantica italiana.
Proprio Occhiuto, protagonista dell'ultima campagna elettorale, si rivela il primo tra i presidenti di Regione, se si guarda alle interazioni social, cioè nella capacità di generare dibattito sui propri contenuti social, incassando migliaia di commenti agli argomenti diffusi sulle piattaforme online.
Ai piedi del podio - tornando al sentiment online - dopo Zaia, Fedriga e Occhiuto, si posizionano l'emiliano Michele De Pascale (54,6%) e il presidente del Lazio, Francesco Rocca (54,2%) che chiude la top five. A seguire i presidenti di Lombardia, Attilio Fontana (53,9%), del Piemonte Alberto Cirio (53,5%), della Liguria, Marco Bucci (53,1%), della Puglia Michele Emiliano (52,9%) e il 'campano' Vincenzo De Luca (52,4%).
Quanto ai dieci governatori che hanno generato più interazioni Istagram e Facebook a settembre 2025, dietro a Occhiuto, che ne colleziona 10.661, si piazzano, nell'ordine, De Luca (5.231), Zaia (4.788), Emiliano (3.349), De Pascale (2.341), Fontana (2.139), Bucci (836), Fedriga (771), Cirio (610), Rocca (431).

(Adnkronos) - Luca Zaia, attuale governatore del Veneto, si conferma al top del gradimento dei cittadini tra i presidenti di regione anche sui social, raccogliendo un sentiment positivo pari al 65,7%. Il Doge leghista, che a fine novembre lascerà Palazzo Balbi, è seguito a pochi punti di distanza dai governatori del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga (63,2%) e dal neo-confermato presidente in Calabria, Roberto Occhiuto, l'azzurro uscito vincitore lunedì scorso dalle urne, che sui social incassa il 55,5%. E' questa, in sintesi, la fotografia, scattata nel mese di settembre, mese caldo per la tornata delle regionali in Italia, dall'ultimo rapporto realizzato in esclusiva per Adnkronos da Vis Factor attraverso Human, piattaforma di web e social listening sviluppata con algoritmo a base semantica italiana.
Proprio Occhiuto, protagonista dell'ultima campagna elettorale, si rivela il primo tra i presidenti di Regione, se si guarda alle interazioni social, cioè nella capacità di generare dibattito sui propri contenuti social, incassando migliaia di commenti agli argomenti diffusi sulle piattaforme online.
Ai piedi del podio - tornando al sentiment online - dopo Zaia, Fedriga e Occhiuto, si posizionano l'emiliano Michele De Pascale (54,6%) e il presidente del Lazio, Francesco Rocca (54,2%) che chiude la top five. A seguire i presidenti di Lombardia, Attilio Fontana (53,9%), del Piemonte Alberto Cirio (53,5%), della Liguria, Marco Bucci (53,1%), della Puglia Michele Emiliano (52,9%) e il 'campano' Vincenzo De Luca (52,4%).

(Adnkronos) - Il 50% dei pazienti colpiti da tumore dello stomaco è malnutrito, condizione che determina gravi conseguenze, come ridotta tolleranza alle terapie, peggiore sopravvivenza, minore qualità di vita, ospedalizzazioni prolungate e maggiori costi sanitari. Ciononostante, nella pratica clinica la malnutrizione è ancora sottostimata e sottodiagnosticata e numerosi pazienti in Italia ricevono un supporto nutrizionale solo nelle fasi avanzate di malattia, con importanti differenze territoriali. Per informare i pazienti sull'importanza di una dieta corretta, l'associazione 'Vivere senza stomaco, si può Odv' promuove 'OncoCook', web serie che mette insieme gusto, scienza e testimonianza, offrendo consigli pratici e suggerimenti alimentari che possono fare la differenza nella qualità della vita durante il percorso di cura. Quattro puntate in cui si parla di alimentazione in modo semplice, ma scientificamente fondato, grazie alla collaborazione tra esperti di nutrizione oncologica, chef, pazienti e caregiver, che hanno deciso di condividere la loro esperienza. Il progetto, realizzato con il contributo non condizionante di Astellas, è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Milano.
"La web serie è focalizzata sull'importanza dell'alimentazione nella vita di un paziente che ha subito un intervento chirurgico allo stomaco per il trattamento di un tumore - afferma Claudia Santangelo, presidente di Vivere senza stomaco, si può Odv - Sono 4 cene che si svolgono in un ambiente intimo e familiare, in un appartamento, dove le persone, tra cui esperti, pazienti e caregiver, si siedono a tavola per discutere temi cruciali per la salute e il benessere post-operatorio. Oltre all'aspetto clinico, è fondamentale accompagnare il paziente in un percorso di riadattamento sensoriale e gustativo. Riscoprire il piacere del cibo, attraverso scelte alimentari personalizzate e modalità di assunzione adeguate, significa restituire valore all'esperienza alimentare e ridurre il rischio che il pasto venga percepito solo come un atto faticoso o privo di gratificazione. Non meno rilevante è la dimensione relazionale: la tavola rappresenta un momento di condivisione e di normalità sociale. Recuperare la convivialità, pur con le necessarie attenzioni dietetiche, contribuisce al benessere psicologico, rafforza le reti di supporto familiare e migliora la qualità della vita. I menù presentati intendono offrire ai pazienti e ai commensali la possibilità di sedersi a tavola potendo mangiare gli stessi cibi. Questo rappresenta un importante obiettivo".
La web serie OncoCook è disponibile sul sito e sul canale YouTube dell'associazione. Il padrone di casa è Marco Bianchi, presentatore e divulgatore scientifico. In ogni puntata è presente lo chef Cesare Battisti, noto per la sua cucina innovativa e salutare. Lo chef Battisti si è anche occupato, insieme ai nutrizionisti dell'associazione, della realizzazione delle 16 ricette (4 in ogni puntata) gustate durate la web serie, che possono essere scaricate dal sito dell'associazione.
Nel 2024 - riporta una nota - in Italia sono stati stimati circa 14.100 nuovi casi di tumore dello stomaco, meno del 20% è individuato in fase iniziale. Con la conseguenza che la sopravvivenza a 5 anni è pari soltanto al 32%. "Fra tutte le patologie oncologiche il carcinoma gastrico è il secondo, dopo quello del pancreas, per prevalenza di malnutrizione - spiega Nicola Silvestris, segretario nazionale Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) - Si stima che circa il 10-20% dei pazienti oncologici possa morire per le conseguenze della malnutrizione. Si tratta di una comorbidità frequente, che incide negativamente sull'efficacia delle terapie, sulla durata delle degenze ospedaliere, sui tassi di complicanze postoperatorie, di riospedalizzazione e, di conseguenza, sui costi sanitari, sulla sopravvivenza e sulla qualità di vita. Le linee guida Aiom su 'Il supporto nutrizionale nel paziente in terapia attiva' offrono importanti indicazioni sul ruolo cruciale della nutrizione nell'intero percorso di cura e hanno l'obiettivo di migliorare i risultati clinici, la qualità della vita dei pazienti e l'efficienza del sistema sanitario attraverso l'implementazione di cure nutrizionali personalizzate e tempestive".
"Oggi la valutazione della composizione corporea non viene effettuata in modo sistematico in tutti i pazienti oncologici - sottolinea Silvestris - in parte a causa della carenza di strumenti adeguati e di personale specializzato dedicato. Nelle linee guida Aiom viene specificato che lo screening del rischio nutrizionale dovrebbe essere eseguito al momento della diagnosi, ripetuto sistematicamente ad ogni visita ambulatoriale ed entro 48 ore dal ricovero in ospedale. I pazienti a rischio nutrizionale dovrebbero poi essere indirizzati a una valutazione nutrizionale completa, che includa la valutazione della composizione corporea, e al supporto da parte di un servizio di nutrizione clinica o di personale medico con esperienza nel settore. OncoCook rappresenta uno strumento molto utile per sensibilizzare clinici e pazienti sul ruolo della dieta".
I 4 argomenti trattati nelle puntate della web serie sono: alimentazione e prevenzione, alimentazione e risposta alle terapie, psicologia e comunicazione, microbioma. "Il supporto nutrizionale e le modificazioni dietetiche aiutano a mantenere o recuperare lo stato nutrizionale attraverso l'incremento o la conservazione dell'apporto calorico e proteico - evidenzia Francesca Pasqui, nutrizionista e docente di Scienze tecniche dietetiche applicate all'università di Bologna - Molti pazienti arrivano alla diagnosi dopo un lungo periodo di sintomi addominali e di ridotta alimentazione che comporta perdita di peso a volte importante e malnutrizione, che può compromettere il successo delle terapie. L'intervento chirurgico può determinare un'ulteriore diminuzione del peso, che va ad aggiungersi a quella accumulata prima dell'operazione. Anche il calo ponderale prima dell'inizio della chemioterapia si associa a una peggiore tolleranza e a un aumento degli effetti collaterali, tali da comportare in alcuni casi la necessità di ridurre o sospendere le cure".
"Dopo un intervento di gastrectomia, i bisogni nutrizionali e psicologici del paziente cambiano profondamente - continua Pasqui - Il mangiare potrebbe creare difficoltà fisiche e psicologiche tanto da arrivare a ridurre le quantità di alimenti da assumere, senza considerare le conseguenze correlate alla malnutrizione. Diventa pertanto indispensabile per il paziente essere seguito da un team multidisciplinare, che lavora insieme per il benessere del paziente. Importanti complicanze a lungo termine possono essere rappresentate da anemia a causa della carenza di ferro, da mancanza di vitamina B12, osteoporosi per il malassorbimento di vitamina D e calcio e proliferazioni batteriche a livello intestinale. L'alimentazione diventa una componente centrale del percorso riabilitativo: seguire un regime dietetico corretto e personalizzato consente di ottimizzare la risposta alle terapie, prevenire complicanze metaboliche e garantire un adeguato apporto energetico e proteico, indispensabile per il recupero funzionale".
"E' un grande onore poter contribuire, attraverso il mio lavoro, a questo importante progetto - dichiara lo chef Battisti - La dieta svolge un ruolo fondamentale sia per la prevenzione oncologica che per sostenere i pazienti nel percorso di cura. L'obiettivo di OncoCook è fornire alle persone colpite dal tumore dello stomaco semplici consigli per scegliere gli alimenti giusti, senza rinunciare al gusto".
Oltre a OncoCook, Vivere senza stomaco, si può Odv ha realizzato un libro con le storie di 20 pazienti con tumore dello stomaco, caregiver e medici, scaricabile dal sito dell'associazione ('La vita oltre la malattia. Storie di coraggio, speranza e resilienza dopo un tumore allo stomaco', Casa editrice OXYS Publishing). "Si tratta di un'esperienza di medicina narrativa, che può aiutare nel percorso di cura - conclude Santangelo - Questi progetti rappresentano un passo fondamentale per la nostra associazione, da sempre impegnata a migliorare la qualità di vita dei pazienti e dei caregiver. Rientra in quest'ottica l'appello che da tempo rivolgiamo alle istituzioni, di inserire gli alimenti a fini medici speciali nei Lea, cioè nell'elenco delle cure garantite a tutti i cittadini. Sono strumenti indispensabili per assicurare un apporto nutrizionale adeguato a chi non riesce a soddisfare il proprio fabbisogno calorico con la dieta tradizionale. Ciononostante, l'accesso agli alimenti a fini medici speciali è ancora limitato con gravi disparità territoriali e, spesso, grava economicamente sui pazienti".
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(Adnkronos) - La Procura di Pavia torna sul caso Garlasco e contesta le dichiarazioni di Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi. Dichiarazioni rese dall'avvocato a Fabrizio Corona a 'Falsissimo'.
"Il procedimento penale relativo alla vicenda dell'omicidio di Chiara Poggi ha avuto impulso con il deposito da parte della difesa della persona condannata, Alberto Stasi, di una relazione in materia di genetica forense" a firma del consulente Ugo Ricci, con parere del professor Lutz Roever "nel 2023", anno in cui il pubblico ministero Stefano Civardi era in servizio in procura a Milano, precisa la procura in una nota.
Nel 2023 la Procura di Pavia ha incaricato il Dipartimento di genetica forense dell'Università di Pavia (consulenti tecnici Carlo Previderè e Pierangela Grignani) di svolgere "accertamenti tecnici" e a data 14 febbraio 2024 è stata depositata richiesta di riapertura indagini a firma del procuratore Fabio Napoleone, e dei sostituti assegnatari Andrea Zanoncelli e Valentina De Stefano" si precisa nella nota.
La co assegnazione del procedimento penale al procuratore aggiunto Stefano Civardi, "insediatosi nell'ufficio nel febbraio 2024, è avvenuta successivamente. Ciò rilevato, quanto affermato dall'avvocato Massimo Lovati risulta oggettivamente destituito di ogni fondamento", conclude la nota a firma del procuratore capo Napoleone.
Leggi tutto: Garlasco, procura Pavia contesta Lovati: "Falsità, inchiesta nata nel 2023 da Stasi"

(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo a Shanghai. Oggi, mercoledì 8 ottobre, l'azzurro affronta il canadese Felix Auger Aliassime - in diretta tv e streaming - negli ottavi del Masters 1000 cinese, che ha visto il ritiro, nel turno precedente, di Jannik Sinner. Il toscano arriva dal convincente successo nel derby contro Luciano Darderi, mentre il suo avversario ha eliminato l'olandese Jesper de Jong nel terzo turno.
La sfida vale doppio, perché mette in palio un posto nei quarti e punti pesantissimi in ottica qualificazione alle Atp Finals di Torino: Musetti è al momento ottavo nella race, il canadese lo segue a ruota (dal decimo posto sale al nono visto l'infortunio di Draper).
In caso di passaggio del turno, ai quarti di finale di Shanghai Musetti sfiderebbe il francese Arthur Rinderknech, vincente contro il ceco Jiri Lehecka.
Leggi tutto: Musetti-Auger Aliassime, l'azzurro in campo negli ottavi di Shanghai - Diretta

(Adnkronos) - "Purtroppo avevo già l'idea che la dottoressa Albanese facesse parte di quella categoria ahimè ampia di persone che io definisco ossessionate da Liliana Segre. C'era infatti già stato un precedente". Lo dice il figlio di Liliana Segre, Luciano Belli Paci, in un'intervista rilasciata al 'Corriere della Sera'. "La giurista aveva postato una sua immagine davanti a un murale con il volto di mia madre e la parola 'indifferenza' - spiega - L'hashtag era #Gazagenocide, come a dire che le dichiarazioni fatte da Liliana Segre su Gaza fossero in contraddizione con il suo impegno di sempre a non voltarsi dall'altra parte. Evidentemente Albanese non aveva letto le parole di mia madre in cui afferma di provare repulsione per il governo di Netanyahu e la destra fascistoide e razzista al potere oggi in Israele; quelle in cui dice che bisogna piangere per i bambini di ogni nazionalità ed esprime dolore per le vittime civili; quelle in cui denuncia i crimini di guerra e contro l'umanità commessi sia da Hamas sia dall'esercito israeliano. È bastato che esprimesse il suo pensiero sull'opportunità di non usare la parola genocidio per suscitare disprezzo".
"In Italia sembra in atto, non solo da parte di Albanese, una sorta di 'pulizia del pensiero' per cui non solo bisogna dire certe cose, ma dirle anche in un certo modo - continua nell'intervista - Questo però distrugge il confronto democratico. In questa fase la guerra è stata importata nel dibattito, lo contamina. È come se ci fosse un arruolamento dall'una o dall'altra parte. E questo non porta benefici ai palestinesi, ma solo intolleranza. Non siamo ancora arrivati alla situazione degli anni Settanta, ma dobbiamo tenere presente che la violenza fisica parte sempre da una violenza che prima è stata verbale e morale".
"Ogni parte politica tira l'acqua al suo mulino - aggiunge - Ma nel dibattito sul genocidio non può essere vietato sostenere una tesi diversa da quella di Albanese. Gli storici Marcello Flores e Andrea Graziosi, ad esempio, i maggiori esperti in Italia di genocidio, non concordano sull'uso della parola per Gaza". "In questi mesi la giurista si è posta più come militante che come un tecnico in posizione di terzietà, e se si entra nel dibattito così, poi bisogna accettare che tutti partecipino senza essere silenziati - dichiara Luciano Belli Paci - O pubblicamente umiliati come il sindaco di Reggio Emilia che, mentre la stava premiando, ha osato dire che per arrivare alla pace serve anche liberare gli ostaggi israeliani".
"Il problema va oltre Albanese. C'è anche chi equipara Hamas alla Resistenza. E questo non dovrebbe essere minimizzato. La sinistra in particolare, che chiamo in causa proprio perché me ne sento parte, se ne dovrebbe fare carico. Invece c'è una certa tolleranza verso gli intolleranti", conclude.
Francesca Albanese è stata protagonista di un 'caso' nella puntata di In Onda di domenica sera. Albanese, che avrebbe dovuto lasciare lo studio attorno alle 21 per un altro impegno, si è alzata improvvisamente ed ha abbandonato la trasmissione di scatto mentre un altro ospite, Francesco Giubilei, si diceva d'accordo con la posizione espressa dalla senatrice Segre sulla definizione di genocidio e sul dramma di Gaza.
Leggi tutto: Il figlio di Liliana Segre contro Francesca Albanese: "È ossessionata da mia madre"
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