
(Adnkronos) - Jannik Sinner è arrivato a Parigi ed è subito siparietto con Lorenzo Sonego. Oggi, lunedì 27 ottobre, il tennista azzurro è sbarcato in Francia per allenarsi in vista dell'esordio al Masters 1000 francese, che avverrà al secondo turno contro il belga Zizou Bergs. Tra un campo e l'altro però, negli spogliatoi de La Defense, che ha sostituito l'impianto di Bercy, Sinner ha incontrato l'amico e compagno di doppio in Coppa Davis, reduce dalla sua partita al primo turno.
Sonego ha infatti battuto, nel suo debutto parigino, lo statunitense Sebastian Korda, numero 54 del mondo, in due set con il punteggio di 6-2, 6-3. E Sinner, appena abbracciato l'amico, gli ha subito chiesto: "Com'è andata? Hai vinto?", e dopo aver ricevuto la risposta affermativa del compagno di Davis gli ha dato una pacca sulla spalla, allargando il sorriso e salutandolo con un "grande". Al prossimo turno Sonego affronterà il derby azzurro con Lorenzo Musetti.
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(Adnkronos) - Un operaio italiano di 29 anni è morto nel tardo pomeriggio di oggi, lunedì 27 ottobre, rimanendo schiacciato da un macchinario mentre lavorava alla Veneta Prefabbricati di Rosolina (Rovigo). Sul posto si sono portati i carabinieri, i vigili del fuoco di Adria, il Suem 118 e i tecnici dello Spisal dell’azienda sanitaria polesana. Per estrarre il corpo dell’uomo dal macchinario si sono dovuti usare dei divaricatori. Il medico del Suem 118 non ha potuto far altro che dichiarare il decesso immediato del giovane.
Altro incidente sul lavoro in Abruzzo. Nel primo pomeriggio di oggi l’elisoccorso del 118 di Pescara, con a bordo il tecnico di elisoccorso del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo e l’équipe sanitaria, è intervenuto in zona Monteferrante (Chieti) per soccorrere due operai impegnati nell’installazione di reti paramassi, caduti nel vuoto a seguito del probabile cedimento di un ancoraggio. Raggiunta l’area dell’incidente, particolarmente impervia, il tecnico di elisoccorso è stato verricellato sul target e ha provveduto a creare un punto di sicurezza per consentire l’arrivo in sequenza del medico e dell’infermiere.
Il personale sanitario ha prestato le prime cure ai due feriti, uno dei quali in condizioni più gravi. Il primo è stato affidato alle cure dei sanitari dell’ambulanza, mentre il secondo, in codice rosso, è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Pescara.
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(Adnkronos) - Marcello Minenna, ex direttore generale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ed ex assessore della Regione Calabria, è stato assolto dall'accusa di corruzione nel processo nato dalla maxi-inchiesta della Procura di Forlì su una fornitura di mascherine Covid all'Ausl Romagna per 3,6 milioni di euro. Minenna, che a giugno 2023 finì ai domiciliari, è stato assolto perché il fatto non sussiste.
"Il Gup presso il Tribunale di Forlì ha assolto Marcello Minenna dall'accusa di corruzione per l'esercizio della funzione con la formula perché il fatto non sussiste - sottolineano in una nota i difensori, gli avvocati Vittorio Manes e Gianluca Tognozzi - Questa pronuncia restituisce finalmente dignità ad un servitore dello Stato costretto a dover sopportare addirittura la restrizione della propria libertà personale nella fase delle indagini per accuse che oggi sono state spazzate via una volta per tutte".

(Adnkronos) - Fratelli d'Italia cresce e aumenta il vantaggio su Pd e M5S, che perdono terreno. E' il quadro del sondaggio Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto oggi, 27 ottobre, in caso di elezioni. Fratelli d'Italia, rispetto alla scorsa settimana, guadagna lo 0,2%. Il partito guidato da Giorgia Meloni sale al 31,2%, consolida ulteriormente il primato e allunga rispetto alla concorrenza.
Il Pd di Elly Schlein cede lo 0,1% e scende al 22%. Il Movimento 5 Stelle condotto da Giuseppe Conte lascia sul campo lo 0,4% e ora vale il 12,8%. Giù anche la Lega di Matteo Salvini. Il Carroccio perde lo 0,3%, scivola all'8,2% e ora è tallonato da Forza Italia, che guadagna lo 0,2% e sale all'8,1%.
In ascesa anche Verdi e Sinistra (6,8%). Staccate Azione (3,1%), Italia Viva (2,5%), +Europa (1,6%) e Noi Moderati (1%). Le altre liste, nel complesso, valgono il 2,7%.
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(Adnkronos) - “Il tema della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro è un fondamento della convivenza civile e un elemento chiave della competitività nazionale. Per troppo tempo la sicurezza è stata vista come un mero costo burocratico. Oggi è chiaro che rappresenta un investimento strategico e per questo richiede un salto di qualità culturale prima che normativo. Non c'è impresa sana senza lavoro sicuro, e viceversa. La sicurezza si costruisce soprattutto nei territori, dove le Regioni hanno un ruolo decisivo. Oltre alla vigilanza, coordinano sistemi che mettono in rete imprese, enti di formazione e parti sociali. Dove questa sinergia funziona, si registrano meno infortuni e più produttività. Anche il Cnel è strategico in questa prospettiva, specie grazie all'Osservatorio permanente e alla convenzione con l'Inail, per collegare gli infortuni al codice dei contratti nazionali di lavoro applicati. Le Regioni devono diventare protagoniste di un nuovo patto per la qualità del lavoro e la competitività del sistema Paese”. Lo ha affermato Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - "La morte di Pasolini rimane un mistero. Per varie ragioni ho approfondito la vicenda e rimango dell'idea che Pasolini non fosse stato ucciso da Pelosi, me lo disse lo stesso Pelosi". Così l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni a Radio Radicale, durante l'inaugurazione dell'opera di Nicola Verlato 'Assassinio di P.P.P/ Marlowe' allestita nella Sala della Sacrestia del complesso di Vicolo Valdina a Roma.
"Ho grande nostalgia della sua libertà, della sua irregolarità, del suo coraggio, al tempo stesso del suo impegno civile", ha aggiunto Veltroni a quasi 50 anni dalla morte del poeta assassinato all'idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975.

(Adnkronos) - “Il tessuto produttivo del Molise è composto per oltre il 95% da micro e piccole imprese, spesso a conduzione familiare, radicate nel territorio, che operano con stoica resilienza. Negli ultimi mesi abbiamo registrato alcuni primi segnali positivi. Le imprese artigiane, circa il 20% delle nostre attività produttive, restano una componente importante per l’occupazione e la coesione sociale. Un segnale interessante viene anche dall'imprenditoria femminile che in Molise è tra le più alte d'Italia, il 27% del totale sono imprese guidate da donne. Anche le imprese a guida estera sono aumentate di oltre il 15% negli ultimi dieci anni. Tutti questi numeri ci raccontano una realtà viva e capace di adattarsi ma c’è una difficoltà di crescere in modo strutturale e duraturo. Perciò è importante parlare non solo di sostegno, ma anche di accompagnamento. Il Cnel, con la sua funzione di raccordo e di analisi, può diventare un punto di riferimento prezioso per fornire dati, tendenze e buone pratiche alle Regioni. Il futuro dei nostri territori passa attraverso le imprese, il lavoro, i giovani, e passa anche attraverso la collaborazione tra le varie istituzioni, Regioni, Parlamento. Sono convinto che il protocollo che oggi sottoscriviamo possa essere un punto di partenza per questo lavoro comune”. Così il presidente del Consiglio regionale del Molise, Quintino Pallante, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - Dal 3 novembre, alle ore 18, lo Spazio5 di Roma (via Crescenzio 99) inaugura 'Pasolini. Sguardi d’archivio', una mostra che racconta Pier Paolo Pasolini attraverso le fotografie e i loro archivi, offrendo un ritratto autentico e verificabile dell’intellettuale più controverso del Novecento italiano. Il progetto, promosso da Identità Fotografiche, nasce dalla collaborazione tra alcuni tra i più importanti archivi storici del Paese, l’Archivio Riccardi, che con il lavoro di Carlo e Maurizio Riccardi ha documentato Roma e l’Italia dal dopoguerra, e poi gli archivi Ravagli, Geppetti, Cattarinich e Italfoto. A questi si aggiungono i contributi di Vittorio La Verde, Mario Bucciarelli ed Ezio Vitale, per una narrazione collettiva che attraversa trent’anni di storia, cultura e società.
Il percorso espositivo intreccia immagini celebri e materiali inediti, provenienti da negativi e provini d’epoca, organizzati in quattro sezioni tematiche. La Roma di Pasolini, il lavoro tra set e redazioni, la sfera pubblica e quella privata accanto ad una sezione documentaria dedicata ai fatti del 2 novembre 1975. Ne emerge un ritratto vivido e complesso: il regista e il poeta, l’intellettuale militante, l’uomo che attraversa una città ferita ma in continuo cambiamento.
La mostra offre anche un nucleo straordinario di fotografie inedite del 2 novembre 1975, provenienti dall’archivio Italfoto di Salvatore Giansiracusa, che restituiscono con rigore storico e senza retorica le ore drammatiche del ritrovamento all’idroscalo di Ostia. 'Sguardi d’archivio' non celebra un mito, ma restituisce un Pasolini immerso nel lavoro, nelle relazioni e nella sua città, Roma, che ancora oggi ne custodisce la memoria e la ferita.
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Nuova presidente dell'azienda speciale della Camera di commercio... 
(Adnkronos) - “Ringrazio il presidente del Cnel, Renato Brunetta, per l'impulso deciso con cui ha voluto avviare questo percorso nuovo e strutturato tra il Consiglio e le Assemblee regionali. La logica che ha animato questo incontro pone al centro le Regioni e supera l'idea di considerarle solo come ricettori passivi di decisioni calate dall'alto o come soggetti unicamente consultati. Si tratta invece di un approccio che valorizza un metodo di lavoro condiviso, in cui le Regioni e le Assemblee legislative apportano proposte operative concrete, sperimentazioni legislative e buone pratiche già in atto. Il Cnel, dal canto suo, assicura l'apporto della sua visione d'insieme e della competenza economico-sociale che la Costituzione gli riconosce. Pongo l’attenzione, in particolare, sul tema della formazione professionale. La mancata corrispondenza tra domanda e offerta di competenze, il mismatch, rimane una delle criticità principali che affligge i nostri sistemi produttivi. Senza una connessione solida e strutturale tra imprese, parti sociali, scuola e istituzioni, nessuna politica può dare risultati realmente efficaci”. Così Stefano Balleari, presidente del Consiglio regionale della Liguria, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - Nervi tesi a Parigi. Oggi, lunedì 27 ottobre, è iniziato il Masters 1000 francese che ha vinto la vittoria all'esordio di Alexander Bublik, numero 16 del mondo reduce dall'eliminazione ai quarti di Vienna per mano di Jannik Sinner. Il tennista kazako ha battuto l'australiano Alexei Poporyn nel primo turno del torneo, imponendosi in due set con il punteggio di 6-4, 6-3, ma senza stringere la mano all'avversario.
Succede tutto al termine del match, quando, dopo aver trasformato il match point, Bublik si dirige verso il giudice di sedia per stringergli la mano e torna alla propria panchina, 'dimenticandosi' di salutare Popyrin. Non si tratta di un errore però, tanto che nemmeno l'australiano fa un passo verso l'avversario per salutarlo.
Sebbene non sia chiaro il motivo, è probabile che il non saluto tra i due sia dovuto a una palla break trasformata da Popyrin con l'aiuto del nastro, punto dopo il quale l'australiano non ha chiesto scusa a Bublik, come vorrebbe il bon ton del tennis, ma si è limitato a esultare verso il proprio angolo. Le ruggini tra i due però vanno ancora indietro nel tempo.
Durante lo scorso Masters 1000 di Madrid infatti Popyrin si era lamentato apertamente dell'atteggiamento in campo di Bublik, che lo aveva battuto al secondo turno mettendo in scena il 'solito' show. Comportamenti che, evidentemente, non sono piaciuti all'australiano.
Leggi tutto: Bublik, nervi tesi a Parigi: batte Popyrin e non gli stringe la mano

(Adnkronos) - "L’XI Consiliatura del Cnel sta ponendo particolare attenzione ai temi relativi al welfare e ai servizi sociali. Temi che trovano concretezza anche grazie all’attività dell’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali, istituito presso il Consiglio e che sin dal suo insediamento ha lavorato intensamente per fornire un quadro aggiornato sulle politiche sociali del nostro Paese. Cito, tra l’altro, la fotografia fornita dalla relazione sui Servizi sociali territoriali 2024. Questo lavoro di analisi si è poi tradotto in iniziative legislative, come il Ddl Cnel che interviene in revisione della legge quadro 328 del 2000 e il Ddl in materia di Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp), che si trova già sotto lo scrutinio della Commissione parlamentare competente”. Lo ha affermato Fiovo Bitti, consigliere del Cnel, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - “La Relazione annuale del Cnel sui servizi pubblici consolida la prospettiva della valutazione dell’impatto. L’obiettivo non è solo verificare spesa e quantità dei servizi ma capire cosa producono in termini di benessere economico, sociale e ambientale, in termini di ricadute sulla vita delle persone e sulle imprese. Questo cambio di paradigma sposta l'attenzione dal semplice output all’outcome, segnando una rivoluzione culturale per la Pubblica amministrazione. Ciò implica abbandonare la logica della rendicontazione formale per abbracciare la responsabilità sostanziale, assumendo come riferimento gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030. In questa visione, il ruolo delle Regioni e degli Enti locali è decisivo, essendo il primo presidio di prossimità dove le politiche prendono forma e dove si misura la fiducia nello Stato. I dati della Relazione 2025 ci ricordano che ancora permangono significativi divari territoriali, non solo lungo l’asse Nord-Sud ma anche fra aree urbane e aree interne. Colmare questi divari vuol dire garantire i diritti di cittadinanza e in questo le Regioni sono fondamentali”. Così la consigliera Cnel Marcella Mallen intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Leggi tutto: Regioni, Mallen (Cnel): "Con enti locali sono primo presidio di prossimità"

(Adnkronos) - “Il lavoro che abbiamo svolto si è sviluppato da un lato con il documento sulle politiche industriali realizzato in sinergia con il ministero delle Imprese e del Made in Italy e dall’altro con un’analisi specifica sulle dinamiche e le buone pratiche regionali. L'esperienza storica dimostra come le Regioni siano attori fondamentali nei processi di riconversione industriale e di programmazione negoziata. Oggi, il Paese è alle prese con fenomeni che pesano sulle capacità di crescita e di sviluppo, come il calo demografico e la desertificazione bancaria e per affrontarli occorre superare una visione frammentata, selezionando impegni strategici sulle transizioni energetica e digitale. In questo contesto, le Regioni non devono essere spettatori, ma attori qualificati che partecipano alla definizione di politiche in grado di incidere sui territori e sullo sviluppo economico complessivo”. Così il consigliere Cnel Paolo Pirani, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Leggi tutto: Regioni, Pirani (Cnel): "Attori fondamentali nei processi di riconversione industriale"

(Adnkronos) - L'età ideale è un concetto relativo? A quanto pare, sì. Soprattutto se si parla di 'testa'. Lo sottolinea in particolare il professor Gilles E. Gignac, docente di psicologia alla University of Western Australia, che ha firmato uno studio pubblicato sulla rivista Intelligence.
La 'mente' di ogni essere umano arriva al top in fasi differenti. Ma per molti di noi, afferma l'accademico, il picco delle prestazioni non coincide con il momento d'oro a livello fisico. Qualità come la capacità di risolvere problemi complessi o di guidare un team si sviluppano progressivamente e si manifestano nella loro pienezza nel 'secondo tempo' della vita.
Se a livello fisico, come confermano molti studi, il top viene raggiunto tra i 25 anni e l'inizio dei 30, il discorso cambia quando si parla di capacità di ragionare, ricordare e processare rapidamente informazioni.
"Nel nostro studio -afferma Gignac- ci siamo concentrati su tratti psicologici consolidati, oltre alla capacità di ragionamento, che possono essere misurati accuratamente e rappresentano caratteristiche durature. La nostra ricerca ha identificato 16 dimensioni psicologiche idonee ai criteri: tra queste, abilità cognitive fondamentali come ragionamento, capacità di memoria, velocità di elaborazione, conoscenza e intelligenza emotiva". La ricerca ha preso in considerazione anche 5 elementi distintivi della personalità: "Estroversione, stabilità emotiva, coscienziosità, apertura all'esperienza e gradevolezza".
I risultati, evidenzia il professore, sono stati sorprendenti. "Molti dei tratti che abbiamo misurato raggiungono il loro picco molto più tardi nella vita" rispetto al top a livello fisico. "Ad esempio, la coscienziosità ha raggiunto il picco intorno ai 65 anni. La stabilità emotiva ha raggiunto il picco intorno ai 75 anni. Anche elementi in genere meno considerati, come il ragionamento morale, sembrano raggiungere il picco in età adulta avanzata. E la capacità di resistere ai pregiudizi cognitivi – scorciatoie mentali che possono indurci a prendere decisioni irrazionali o meno accurate – potrebbe continuare a migliorare fino ai 70 e persino agli 80 anni".
E' possibile indicare un parametro unico, una sorta di media? "Il funzionamento mentale complessivo ha raggiunto il picco tra i 55 e i 60 anni, prima di iniziare a diminuire a partire dai 65 anni circa. Il declino si accentua dopo i 75 anni: questo suggerisce che le riduzioni del funzionamento in età avanzata possono accelerare una volta iniziate".
Leggi tutto: La mente arriva al top a 55 anni, non è solo questione di memoria: lo studio

(Adnkronos) - È stato firmato oggi un Protocollo d’intesa tra il Cnel e la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L’accordo - sottoscritto dal presidente del Cnel, Renato Brunetta, e dal presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza, Antonello Aurigemma - consolida la collaborazione istituzionale tra il Consiglio e le Assemblee legislative regionali, definendo un quadro stabile di cooperazione su temi di comune interesse e in particolare: servizi per il lavoro, formazione professionale, apprendistato e politiche attive del lavoro, contrattazione collettiva, salute e sicurezza sul lavoro, nonché gli ambiti relativi alle politiche industriali e al sostegno alle imprese, al rafforzamento della rete integrata dei servizi sociali territoriali, alle aree interne, alle analisi dei flussi migratori e delle conseguenti problematiche connesse all’integrazione degli stranieri.
La collaborazione riguarderà anche le attività relative alla predisposizione della Relazione Cnel sui servizi pubblici e gli interventi volti a promuovere l’inclusione socio-lavorativa delle persone private della libertà personale, mediante il lavoro, lo studio e la formazione in carcere e fuori dal carcere. Inoltre, prevede azioni per la sperimentazione di quanto disposto dalla legge 15 maggio 2025 n. 76, soprattutto in materia di partecipazione gestionale e organizzativa nelle aziende a partecipazione pubblica le cui quote di maggioranza sono possedute dalle Regioni.
“Questo accordo - ha dichiarato il presidente del Cnel, Renato Brunetta - assume per noi un grande significato, perché si colloca nel quadro di un intenso lavoro di rete portato avanti dal Cnel sin dall’avvio della XI Consiliatura. In particolare, l’intesa va a rafforzare la tessitura di relazioni interistituzionali sul piano locale, quello più vicino alle esigenze dei cittadini e delle imprese sui territori. L’obiettivo è di rilanciare la collaborazione e il raccordo con le autonomie territoriali e al tempo stesso valorizzare il contributo delle Assemblee legislative regionali alla definizione delle politiche pubbliche”.
“Le sfide del lavoro che cambia, delle imprese che devono adattarsi all’innovazione tecnologica e adottare modelli sostenibili, e della sanità che deve essere sempre più integrata e vicina ai cittadini, richiedono - ha dichiarato Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza - una rete di cooperazione istituzionale. Ecco perché il protocollo che oggi firmiamo ha un valore strategico: consente di condividere analisi, studi, dati, buone pratiche, e di promuovere proposte e indirizzi comuni su temi che toccano da vicino la vita quotidiana delle persone. L’intesa che oggi inauguriamo, quindi, non è solo un impegno reciproco tra istituzioni, ma un patto nei confronti dei cittadini, per l’eliminazione delle diseguaglianze, la valorizzazione delle specificità dei singoli territori e la realizzazione di un Paese più competitivo e più solidale”.
Il Protocollo d’intesa è stato siglato a Villa Lubin al termine dell’evento 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. L’incontro ha rappresentato un momento di confronto istituzionale sui temi della qualità dei servizi pubblici, delle politiche per il lavoro e dello sviluppo territoriale.
Ad aprire i lavori è stato il presidente del Cnel, Renato Brunetta, seguito dall’introduzione della consigliera Marcella Mallen, coordinatrice del Gruppo di lavoro sulla Relazione al Parlamento e al governo in materia di livelli e qualità dei servizi delle pubbliche amministrazioni. Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri Cnel Fiovo Bitti, Rossana Dettori, Mario Braga e Paolo Pirani, oltre a rappresentanti e funzionari delle Regioni e ai presidenti dei Consigli regionali Roberto Ciambetti (Veneto), Quintino Pallante (Molise) e Stefano Balleari (Liguria). Le conclusioni sono state affidate ad Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio e coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.

(Adnkronos) - Donald Trump non può correre per un terzo mandato. La Costituzione americana lo vieta con chiarezza. Eppure, l’ipotesi è ormai entrata nel discorso pubblico statunitense: non come esercizio teorico, ma come possibile strategia di potere. A parlarne nella sua newsletter “Blue Blaze” è stato l’analista Jeremy Shapiro (a capo dell’ufficio di Washington dello European Council on Foreign Relations), secondo il quale Trump "non rinuncerà mai volontariamente alla scena" e tenterà in ogni modo di restare il centro del sistema politico repubblicano. Non si tratta, sostiene Shapiro, di una previsione giuridica, bensì di una previsione caratteriale: Trump "non può non correre, perché per lui uscire di scena sarebbe una forma di resa".
L’idea, rilanciata in queste ore da dichiarazioni e allusioni dello stesso Trump, non riguarda solo la partita del 2028: è la proiezione di un disegno politico che punta a sfidare i limiti costituzionali per ridefinire, ancora una volta, le regole del gioco.
Cosa dice la Costituzione americana
Il punto di partenza è il 22° emendamento della Costituzione, ratificato nel 1951 dopo i quattro mandati di Franklin Delano Roosevelt. Il testo è inequivocabile: "No person shall be elected to the office of the President more than twice". La clausola nasce per impedire derive plebiscitarie e per preservare la rotazione del potere, pilastro del costituzionalismo americano.
Gli studiosi mainstream giudicano impossibile aggirare questo vincolo. Il costituzionalista David A. Super (Georgetown University) ha definito l’interpretazione "espansiva" dell’emendamento proposta da alcuni ambienti conservatori "giuridicamente insostenibile". Paul Gowder (Northwestern) ricorda che la ratio della norma era "impedire deliberatamente a un uomo di usare la presidenza più di due mandati, a prescindere dai metodi". In altre parole, sul piano legale, il caso sembra chiuso.
Il consenso che vince sul diritto?
Perché, dunque, questa ipotesi esiste? La risposta è politica, non giuridica. La logica della leadership trumpiana si fonda sull’identificazione totale tra l’uomo e il movimento. Trump ha costruito un marchio - politico, mediatico e culturale - che vive di centralità e proiezione permanente. L’idea stessa di "successione" è percepita come minaccia.
Shapiro sostiene che, per Trump, "il partito è il suo palcoscenico" e non esiste un copione che contempli l’uscita di scena finché il pubblico applaude. A ciò si aggiunge una motivazione strategica: continuare a evocare il terzo mandato serve a congelare possibili eredi interni, a mantenere la base mobilitata e a restare l’unico asse attorno a cui ruota il campo repubblicano.
È una tecnica già vista nel 2020 e nel 2024: alzare la posta per costringere le istituzioni a inseguire e per trasformare ogni limite in una battaglia politica.
La strategia della confusione: dal "birthright citizenship" al 22° emendamento
Il precedente più utile non è presidenziale, ma giurisprudenziale. Il caso del "birthright citizenship", cioè il diritto di cittadinanza per chi nasce sul territorio americano garantito dal 14° emendamento e messo in discussione il primo giorno del secondo mandato Trump, è esemplare. Anche lì, come ricordano studiosi della Harvard Kennedy School, l’amministrazione ha scelto una strategia chiara: non vincere subito, ma "creare confusione, aprire una controversia, delegittimare una certezza giuridica e costringere le istituzioni a difendersi".
Secondo Shapiro, la stessa tecnica potrebbe essere applicata alla questione del terzo mandato: una candidatura sarebbe immediatamente impugnata ma l’obiettivo non è ottenere una sentenza favorevole, bensì trascinare la disputa nei tribunali, nei media e nelle legislature statali fino a rendere politicamente costoso escludere Trump dalla scheda elettorale. In attesa di un verdetto, che può impiegare anni, chi ha il potere di escludere il presidente in carica? Il vero obiettivo sarebbe "normalizzare il dubbio", in un contesto in cui, come osserva FactCheck.org, i tribunali americani hanno già mostrato grande esitazione nel "interferire con il processo democratico" su temi legati alle candidature presidenziali.
Le teorie legali e i loro limiti
Alcuni giuristi più vicini alla destra trumpiana sostengono che l’emendamento proibisca solo di essere "eletti" due volte, ma non necessariamente di essere "insediati" tramite percorsi indiretti. La comunità accademica considera queste tesi "speculative" e contrarie allo spirito costituzionale. Inoltre, il 12° emendamento renderebbe inapplicabile la scorciatoia della vicepresidenza usata come ponte (Trump viene nominato vice di un nuovo presidente, che si dimette e lascia il posto al suo predecessore).
In ogni caso, riformare la Costituzione è praticamente impossibile: serve una maggioranza di due terzi del Congresso e la ratifica di tre quarti degli Stati.
Lo scenario politico: l’improbabile che può diventare possibile
È qui che si apre la vera questione. Un terzo mandato di Trump è giuridicamente improbabile, ma politicamente possibile come strumento di potere. L’obiettivo, più che ottenere il via libera finale, è restare al centro della scena fino all’ultimo minuto utile. Con una base attiva, Stati rossi compatti e un Partito repubblicano plasmato sul personalismo, Trump potrebbe costringere l’America istituzionale a inseguire la sua tattica, come già è successo. Per testare il confine tra consenso popolare e limite legale.
Leggi tutto: Perché Trump potrebbe davvero puntare a un terzo mandato

(Adnkronos) - Utilizzo smisurato e bisogno di curarsi. Sono queste le motivazioni che spingono alcuni tossicodipendenti a recarsi a San Patrignano. All'interno della struttura lavora il responsabile terapeutico Antonio Boschini, che spiega all'Adnkronos come si arriva all'ultima fase: la dipendenza. "La storia di chi è dipendente inizia in adolescenza, con la cannabis o il binge drinking. Poi alcuni progrediscono tra i 18 e i 20 anni, iniziando a utilizzare le droghe sintetiche, come le anfetamine, stimolanti, ecstasy, chetamina e allucinogeni", dice Boschini.
Il responsabile su un aspetto è chiaro, la sostanza che dà più dipendenza e che porta la maggior parte delle persone a San Patrignano "è la cocaina, per via nasale, che solitamente si usa insieme all'alcol, e sotto forma di crack, spesso associato alla cannabis e all'eroina". Boschini sostiene, invece, che il "fentanyl non sia ancora entrato nel mercato. Di persone che lo usano sapendo di farlo ce ne sono pochissime, poi non escludo che, ogni tanto, l'eroina sia tagliata con un po' di fentanyl".
Un metodo insidioso, che utilizzano gli spacciatori, è quello di adescare i giovani per renderli dipendenti dalle sostanze e portarli a spacciare a loro volta. Secondo Boschini "non è una novità, perché chi fa uso di droga è costretto, per poi poterla avere a sua volta, a farsi dare dallo spacciatore qualche grammo per rivenderla e guadagnarsi la dose per sé. Si tratta di un mercato come un altro, la promozione c'è a tutti i livelli". Il terapeuta spiega anche che gli adolescenti "è raro che siano dipendenti, nel nostro centro vengono perché sono mandati da un Giudice in maniera preventiva, non hanno un uso continuativo ma strumentale delle sostanze".
Eppure, qualcosa è cambiato nel rapporto tra gli adolescenti e le droghe. "Ora ci sono molte più sostanze disponibili rispetto a una volta - continua Boschini - ed è per questo che per prevenire la tossicodipendenza bisogna iniziare a dire che le droghe non vanno usate perché il nostro cervello, quando le assume, viene alterato. Ma è una messaggio che bisogna iniziare a dare precocemente, non a 17 anni", conclude.

(Adnkronos) - Ogni giorno, milioni di persone in Italia ricevono un pasto grazie alla ristorazione collettiva: un servizio essenziale che opera silenziosamente nelle scuole, nelle strutture sociosanitarie e nei luoghi di lavoro. Con quasi 1 miliardo di pasti serviti all’anno e più di 100.000 professionisti impiegati e circa 5 miliardi di fatturato complessivo, il settore è una delle infrastrutture sociali più capillari e strategiche per il welfare del Paese. Eppure, il suo valore resta spesso invisibile, anche a causa della frammentazione delle responsabilità politiche e istituzionali che lo riguardano.
Per il terzo anno consecutivo, Cirfood ha così promosso il Summit della Ristorazione Collettiva, con l’obiettivo di colmare questo vuoto di riconoscimento e proporre un patto sistemico tra imprese, istituzioni, pubbliche amministrazioni, sistema sanitario e filiera agroalimentare. La sfida: costruire politiche pubbliche dedicate e garantire un nuovo equilibrio tra sostenibilità economica, sociale e ambientale per il comparto, in risposta alle trasformazioni demografiche e ai bisogni emergenti della società. Un patto per riconoscere il giusto prezzo ad un servizio di welfare pubblico essenziale per il nostro Paese.
Dall’evento è emerso l’importante segnale d’allarme del settore: oggi, più che mai, come sottolineato da Simone Gamberini, Presidente di Legacoop Nazionale, la sostenibilità economica della ristorazione collettiva è a rischio. La mancata revisione dei prezzi negli appalti, l’inasprimento dei requisiti normativi e la crescita dei costi di produzione stanno spingendo molte aziende a rinunciare alla partecipazione alle gare, per non incorrere in perdite strutturali. Un ipotetico scenario che rischia di tradursi in una crisi sistemica in grado di mettere in discussione la continuità stessa di un servizio essenziale per milioni di cittadini italiani.
Una crisi che non riguarda solo le imprese, ma rischia di compromettere un presidio educativo e sociale fondamentale, come evidenzia il dibattito quanto mai urgente sul futuro dei servizi pubblici in un Paese segnato dal calo demografico. In questo scenario, mense scolastiche e ristorazione collettiva – infatti - si confermano presidi educativi e sociali fondamentali, capaci di promuovere abitudini alimentari sane, ridurre le disuguaglianze e favorire la conciliazione vita-lavoro. Come evidenzia il white paper “Evoluzione demografica. Il futuro della società, dei servizi e della ristorazione collettiva” elaborato da Alessandra De Rose per l’Osservatorio Cirfood District presentato durante il Summit, la demografia condizionerà sempre più il settore della ristorazione collettiva, visti i molti cambiamenti in corso nel mondo della scuola, del lavoro, delle famiglie e considerata la crescente consapevolezza di consumatrici e consumatori verso temi come sostenibilità ambientale, salute e varietà di opzioni alimentari.
E a proposito di salute pubblica, l’intervento di Denise Giacomini, direttore della UOC "Valutazione del rischio in sicurezza alimentare e Focal Point Efsa" (Ufficio 3 della Direzione generale dei corretti stili di vita e dei rapporti con l’ecosistema, Diretta dal dottor Alessio Nardini), ha evidenziato l’importanza della ristorazione collettiva come uno degli strumenti di educazione alimentare a livello nazionale e framework di prevenzione, anche attraverso l’implementazione di programmi specifici che possano aiutare l'empowerment dei cittadini in tutte le fasce d’età (studenti, famiglie, insegnanti e operatori), diffondendo i principi della dieta mediterranea, sana e sostenibile, capace di valorizzare l'approccio One Health e che rappresenta un vero e proprio modello di prevenzione.
Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, ha sottolineato come la ristorazione collettiva rappresenti l’approdo naturale di una filiera agroalimentare che ogni giorno porta sulle tavole di bambini, pazienti, lavoratori e lavoratrici prodotti sani e autenticamente Made in Italy. In questa prospettiva, ha ribadito l’impegno a costruire un percorso condiviso tra produttori e imprese della ristorazione, per valorizzare la qualità delle materie prime — comprese quelle delle filiere agroalimentari tradizionali — garantire il giusto valore economico al pasto e sostenere i piccoli produttori nell’adeguamento a norme e certificazioni.
Un impegno condiviso che non può fermarsi alla filiera. L’on. Laura Cavandoli, componente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, ha evidenziato come la ristorazione collettiva meriti grande attenzione da parte delle istituzioni perché incide direttamente sulla qualità di vita dei cittadini e sull’equità sociale. “Anche per questo, con il correttivo del codice appalti è stata introdotta la possibilità di applicare clausole di revisione straordinarie per adeguare i corrispettivi all’aumento dei costi e garantire la sostenibilità economica del servizio. Ora è necessario diffondere la conoscenza di questa norma e favorirne l’applicazione, anche grazie alle linee guida e allo studio del tavolo tecnico istituito al MIT dal viceministro Rixi a tal fine”.
A tal proposito, nel corso dell’evento è stato, letto un messaggio inviato dal Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, che ha affermato “è necessario che venga riconosciuto al comparto della Ristorazione Collettiva il ruolo fondamentale che ricopre, attraverso politiche pubbliche dedicate. Desidero quindi rinnovare il mio sostegno e quello del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a un percorso di dialogo costruttivo, volto a valorizzare una filiera che costituisce una componente essenziale del sistema Paese”.
Michele De Pascale, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ha dichiarato: “La ristorazione collettiva è uno dei pilastri silenziosi, ma fondamentali del nostro welfare quotidiano. Garantire il giusto valore economico a questo servizio significa rafforzare una rete che, ogni giorno, sostiene famiglie, studenti, lavoratori, anziani e persone fragili. In Emilia-Romagna riconosciamo a questo comparto un ruolo che va ben oltre la sola funzione nutrizionale: la ristorazione collettiva è un presidio educativo e culturale, capace di promuovere la consapevolezza verso un’alimentazione sana e varia, la sostenibilità ambientale e la coesione sociale. Investire in questo settore significa anche fare prevenzione, perché la salute si costruisce anche a tavola, a partire dalle scelte quotidiane. A questo fine, nella legge regionale sulla prevenzione che stiamo predisponendo, la ristorazione collettiva avrà sicuramente un ruolo importante. Anche con l’obiettivo di sostenere un modello di ristorazione collettiva equo, accessibile e di qualità”.
Un modello che si conferma fondamentale, anche secondo Daniele Ara, Assessore a Scuola e Agricoltura del Comune di Bologna, oggi in rappresentanza della Commissione Istruzione ANCI, secondo cui la ristorazione collettiva è un tema molto sentito all’interno dell’associazione dei Comuni perché promuove corretti stili di vita, educazione ed equità. Per continuare a far sì che questo comparto prosegua il suo impegno è necessario intervenire con azioni mirate e studiare nuovi modelli di produzione e consumo responsabile.
Un altro esempio concreto di collaborazione virtuosa arriva da Modena, dove il Comune – come raccontato dal Sindaco Massimo Mezzetti – ha avviato un progetto di Partenariato Pubblico Privato con Cirfood, per la realizzazione di un centro pasti innovativo e sostenibile, finanziato dall’impresa di ristorazione e che diventerà, a tutti gli effetti, patrimonio della città di Modena.
«Vedere oggi tanti interlocutori impegnarsi concretamente per dare valore al nostro settore è il risultato che ci eravamo prefissati. Ora serve trasformare le parole in azioni: dobbiamo costruire tavoli di lavoro stabili, mettere a sistema competenze e ruoli diversi e dare finalmente il giusto prezzo a un servizio di welfare essenziale, soprattutto alla luce dei cambiamenti strutturali cui va incontro la nostra società. La pubblicazione della circolare interpretativa sui CAM, di cui si è discusso lo scorso anno al Secondo Summit della Ristorazione Collettiva e pubblicata alcune settimane fa dal MASE, è un primo passo concreto: dimostra che il dialogo tra istituzioni e imprese può portare risultati. Ora dobbiamo continuare, insieme, su questa strada» ha dichiarato Chiara Nasi, Presidente Cirfood.
Dalla scuola alla sanità, dalla filiera agroalimentare alle amministrazioni locali, il Summit ha mostrato come la ristorazione collettiva necessiti di alleanze volte a costruire soluzioni che guardino alle prossime generazioni, cogliendo l’opportunità di definire una prospettiva di sistema che valorizzi il comparto, per continuare a nutrire il futuro, insieme.
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