
(Adnkronos) - Il Salone Nautico Internazionale annuncia le date della sua 66ª edizione che torna dall’1 al 6 ottobre 2026 a Genova. Una scelta che segna una nuova tappa nel percorso di crescita e consolidamento della manifestazione, evento leader nel panorama mondiale della nautica da diporto. Il nuovo posizionamento conferma la capacità del Salone Nautico di interpretare le esigenze del mercato ed essere un motore di sviluppo economico concreto per l’intera filiera dell'industria nautica globale.
“Il Salone Nautico continua a crescere e a innovarsi, confermandosi un asset strategico per tutto il sistema della nautica da diporto come dimostrano i numeri dell'edizione appena conclusa,” ha dichiarato Piero Formenti, Presidente di Confindustria Nautica. “Le date annunciate per l'edizione 2026 del Salone Nautico rappresentano un indirizzo forte espresso dal Consiglio Generale, riunitosi oggi, che intende riaffermarne il valore identitario di Salone dell'industria, coerente con la strategia di sviluppo e di posizionamento internazionale della manifestazione.”
La 66ª edizione manterrà quindi la formula di evento rappresentativo dei valori dell'industria e della sua filiera, declinata attraverso i suoi 5 format multi-specialistici (Yacht&Superyacht, Boating Discovery, Sailing World, TechTrade, Living the Sea) e la sempre più forte sinergia con format innovativi come i TechTrade Days e il Design Innovation Award, affiancati alla promozione delle Start-up, la possibilità di provare in mare le imbarcazioni (4.050 nel 2025), i forum tecnici e gli incontri con le istituzioni nazionali e comunitarie, che si avvalgono del patrocinio della Commissione Europea, sui grandi temi dell’innovazione, della sostenibilità e della formazione.
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(Adnkronos) - E' di un treno merci il locomotore che nella mattina di oggi, martedì 14 ottobre, si è rotto sulla linea Genova-La Spezia. "Dalle 5.10 - fa sapere Trenitalia -, il traffico permane rallentato tra Genova Nervi e Recco a causa di guasto locomotore di un treno merci di altra impresa ferroviaria". Fino alle 8.00 4 Frecce, 2 Intercity e 10 Regionali portavano ritardi fino a un’ora e mezza.
Secondo quanto comunicato da Trenitalia, i treni Alta Velocità, Intercity e Regionali possono registrare un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti, mentre alcuni convogli Regionali subiscono limitazioni di percorso o cancellazioni. Sono state attivate corse con autobus sostitutivi tra Genova Nervi e Recco per garantire i collegamenti.
Tra i treni Alta Velocità maggiormente coinvolti figurano il Frecciabianca 8601 (Genova Piazza Principe 5:15 – Roma Termini 10:03) e il Frecciargento 8583 (Genova Piazza Principe 5:53 – Roma Termini 10:05). La circolazione risulta ancora rallentata alle ore 7:30, mentre la situazione è costantemente monitorata dalla Sala Operativa Trenitalia.
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L'imbarcazione ha raggiunto la costa del Sulcis in Sardegna... 
(Adnkronos) - Il meteo spacca l'Italia con maltempo verso il Sud, cieli grigi al Nord e Ottobrata al Centro. L’aria fredda russa, prevista in arrivo sulla Penisola, ha preso un’altra strada e sta colpendo i Balcani; ciò nonostante, all’orizzonte ci sono importanti novità, dicono i meteorologi.
Lorenzo Tedici, meteorologo responsabile media de iLMeteo.it, conferma che l’aria fredda polare sta colpendo l’Europa orientale e, solo marginalmente, il nostro settore adriatico.
E’ previsto un lieve calo delle temperature soprattutto nei valori massimi ma, tutto sommato e dal punto di vista termico, proseguirà l’Ottobrata su buona parte del Paese. Sul settore adriatico a causa di questa discesa russa, avremo al più dei temporali specie tra Abruzzo e Molise, ma il vero attacco perturbato arriverà da ovest, dalla Spagna.
La DANA che sta colpendo ancora il Mare di Alboran e parte del settore orientale della Spagna punta anche le nostre Isole Maggiori: con l’acronimo DANA si identifica in spagnolo una “Depresión Aislada en Niveles Altos”, in pratica una depressione in quota, una bassa pressione perlopiù stazionaria che porta forte maltempo sulle stesse zone.
Purtroppo questa DANA non sarà stazionaria, si sposterà verso est entro le prossime 24 ore colpendo dapprima la Sardegna e poi gran parte del Sud; al Centro-Nord, di contro, il tempo resterà più stabile.
Il martedì vedrà i resti della DANA avanzare verso il Mare e il Canale di Sardegna: al mattino si prevedono rovesci sparsi sull’isola dei Nuraghi, in seguito anche in Sicilia.
Mercoledì tutto il Sud sarà raggiunto dalla perturbazione con fenomeni che potranno risultare intensi soprattutto sulle Isole Maggiori, poi da giovedì anche sulla Calabria, specie ionica; entro giovedì dovremo monitorare la possibilità di nubifragi e di temporali stazionari sulle Isole Maggiori e su parte del meridione.
Al Nord ritroveremo ancora nubi basse in Val Padana con aumento dello smog, al Centro prevarranno le schiarite e l’Ottobrata si farà ancora sentire con massime fino a 23°C anche a Roma.
In sintesi, avremo un’Italia divisa in due, o meglio in 3: in Val Padana siamo già entrati in quel cielo grigio noioso tipico dell’Autunno, al centro respiriamo ancora un po’ l'Ottobrata degli ultimi giorni, mentre al Sud scivoleremo via via nell’allerta meteo per nubifragi possibili, specie lungo le coste a causa del mare ancora decisamente caldo; le acque dei bacini italiani sono ancora termicamente sopra media e in grado di fornire carburante ai cumulonembi, le imponenti nubi verticali associate ai temporali in arrivo al Sud.
Martedì 14. Al Nord: nubi in Val Padana, locali piovaschi sui settori prealpini. Al Centro: soleggiato e caldo salvo nubi tra Abruzzo e Molise con piovaschi. Al Sud: peggiora in Sardegna con temporali, rovesci irregolari in Sicilia. Mercoledì 15. Al Nord: nubi in val Padana, occasionali piovaschi sui monti. Al Centro: locali rovesci in arrivo, specie su Lazio, basso Abruzzo e Molise. Al Sud: maltempo con piogge e temporali.
Giovedì 16. Al Nord: nubi sulle Alpi, rare piogge, sole altrove. Al Centro: instabile su Abruzzo e Molise. Al Sud: maltempo con piogge e temporali.
Tendenza: vortice con forte maltempo al Sud, stabile al Nord.
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(Adnkronos) - Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non aveva programmato di chiedere al presidente di Israele Isaac Herzog la grazia per il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante il suo discorso alla Knesset. Ma ''era il momento perfetto, non credete?'', ha detto Trump ai giornalisti a bordo dell'Air Force One di ritorno dall'Egitto, ''stava ricevendo tantissimi applausi. Se non li avesse avuti, non avrei chiesto la grazia''. Netanyahu è stato incriminato per corruzione, frode e abuso di ufficio in tre casi diversi, ma collegati tra loro.
Trump ha confermato che venerdì riceverà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca. ''Credo di sì'', ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano conferma a bordo dell'Air Force One. In precedenza Zelensky aveva annunciato che ''questa settimana'' si sarebbe recato alla Casa Bianca.
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(Adnkronos) - Per Beatrice Chebet è una questione di pagine. A volte ancora da scrivere, altre volte da rileggere. Archiviati i Mondiali di atletica a Tokyo, per la regina del mezzofondo è il momento di godersi il suo Kenya e il riposo meritato: "Non nascondo sia una bella sensazione, sono soddisfatta per il doppio oro". La fuoriclasse keniana, 25 anni, incantato il mondo nell’ultima rassegna iridata, dominando le finali dei 5.000 e 10.000 metri. Due successi che arrivano dopo il doppio oro olimpico di Parigi 2024 e una serie di record del mondo da incorniciare, come quelli dei 5.000 (13'58"06) e dei 10.000 (28'54"14), che fanno di lei la donna da battere, una delle migliori atlete della storia: "È andata bene - racconta all’Adnkronos da Iten, città nota nel suo Paese come 'The Home of Champions', la casa dei campioni -. Ai Mondiali precedenti mi ero fermata all’argento e al bronzo, i risultati di quest'anno completano un percorso".
Trionfi costruiti una falcata per volta con l’iconica Rift Valley, la culla dell'umanità, a far da sfondo a interminabili giornate di allenamento. Chiuse ogni volta senza risparmiarsi, con la fatica come comune denominatore: "Aver raggiunto certi risultati è una benedizione. Da sola non ci sarei mai riuscita, quindi un grazie va a Dio e uno alla mia squadra, che da sempre mi supporta". Il bello è che nei suoi successi c'è anche un po' d'Italia, visto che Beatrice è una delle atlete di punta della Rosa Associati, società di management con base a Brescia: "Ho iniziato il mio percorso nell'atletica leggera con loro e sono molto grata al team. Mi hanno sempre sostenuta, aiutandomi a partecipare alle gare, supportando i miei pacer e mettendomi a disposizione un fisioterapista".
Quando si tira in ballo la parola imbattibilità, la fuoriclasse keniana se la ride: "Io imbattibile? Non credo, è solo il mio momento. Prima o poi arriverà qualcun altro, magari proprio Nadia Battocletti". L’azzurra, bronzo nei 5.000 e argento nei 10.000 ai Mondiali di Tokyo, lavora ormai per spodestare la regina: "È una brava atleta - spiega Beatrice - e il suo momento sta arrivando". La fuoriclasse keniana riceve su Whatsapp il video dell'iconico abbraccio con Nadia al termine della fatica degli ultimi Mondiali: "Durante la gara siamo tutte avversarie, credo sia normale. Ma prima e dopo siamo amiche, continueremo a lottare anche nei prossimi anni". C’è spazio anche per una previsione: "Dopo l'esperienza a Tokyo, mi sono avvicinata e le ho detto: ‘Nadia, un giorno sarai campionessa del mondo e campionessa olimpica’. Deve solo continuare così".
Sul futuro, Beatrice Chebet ha le idee chiare. Il mantra è guardare avanti, mai indietro: "Ciò che siamo riusciti a ottenere è ormai il passato. Ora ho nuove pagine da riempire e ogni cosa, ogni piccolo passo, sarà un risultato da apprezzare. Non devono arrivare per forza medaglie e record del mondo". Questione di approccio, situazioni e prospettive: "Lo stesso succede nella vita. Dobbiamo celebrare ogni successo, anche piccolo. Non serve aspettare solo grandi cose. È così che si rinnovano le motivazioni". Se a dirlo è una regina, c’è solo da fidarsi. (di Michele Antonelli)

(Adnkronos) - Per Beatrice Chebet è una questione di pagine. A volte ancora da scrivere, altre volte da rileggere. Archiviati i Mondiali di atletica a Tokyo, per la regina del mezzofondo è il momento di godersi il suo Kenya e il riposo meritato: "Non nascondo sia una bella sensazione, sono soddisfatta per il doppio oro". La regina del mezzofondo ha incantato il mondo nell’ultima rassegna iridata, dominando le finali dei 5.000 e 10.000 metri. Due successi che arrivano dopo il doppio oro olimpico di Parigi 2024 e una serie di record del mondo da incorniciare, come quelli dei 5.000 (13'58"06) e dei 10.000 (28'54"14). Numeri e successi che fanno di lei la donna da battere, una delle migliori atlete della storia: "È andata bene - racconta all’Adnkronos da Iten, città nota nel suo Paese come 'The Home of Champions', la casa dei campioni -. Ai Mondiali precedenti mi ero fermata all’argento e al bronzo, il doppio successo di quest'anno completa un percorso".
Trionfi costruiti una falcata per volta con l’iconica Rift Valley, la culla dell'umanità, a far da sfondo a interminabili giornate di allenamento. Chiuse ogni volta senza risparmiarsi, con la fatica come comune denominatore: "Aver raggiunto certi risultati è una benedizione. Da sola non ci sarei mai riuscita, quindi un grazie va a Dio e uno alla mia squadra, che da sempre mi supporta". Il bello è che nei suoi successi c'è anche un po' d'Italia, visto che Beatrice è una delle atlete di punta della Rosa Associati, società di management con base a Brescia: "Ho iniziato il mio percorso nell'atletica leggera con loro e sono molto grata al team. Mi hanno sempre sostenuta, aiutandomi a partecipare alle gare, supportando i miei pacer e mettendomi a disposizione un fisioterapista".
Quando si tira in ballo la parola imbattibilità, la fuoriclasse keniana se la ride: "Io imbattibile? Non credo, è solo il mio momento. Prima o poi arriverà qualcun altro, magari proprio Nadia Battocletti". L’azzurra, bronzo nei 5.000 e argento nei 10.000 ai Mondiali di Tokyo, lavora ormai per spodestare la regina: "È una brava atleta - spiega Beatrice - e il suo momento sta arrivando". La fuoriclasse keniana riceve su Whatsapp il video dell'iconico abbraccio con Nadia al termine della fatica degli ultimi Mondiali: "Durante la gara siamo tutte avversarie, credo sia normale. Ma prima e dopo siamo amiche, continueremo a lottare anche nei prossimi anni". C’è spazio anche per una previsione: "Dopo l'esperienza a Tokyo, mi sono avvicinata e le ho detto: ‘Nadia, un giorno sarai campionessa del mondo e campionessa olimpica’. Deve solo continuare così".
Sul futuro, Beatrice Chebet ha le idee chiare. Il mantra è guardare avanti, mai indietro: "Ciò che siamo riusciti a ottenere è ormai il passato. Ora ho nuove pagine da riempire e ogni cosa, ogni piccolo passo, sarà un risultato da apprezzare. Non devono arrivare per forza medaglie e record del mondo". Questione di approccio, situazioni e prospettive: "Lo stesso succede nella vita. Dobbiamo celebrare ogni successo, anche piccolo. Non serve aspettare solo grandi cose. È così che si rinnovano le motivazioni". Se a dirlo è una regina, c’è solo da fidarsi. (di Michele Antonelli)

(Adnkronos) - Matteo Berrettini torna in campo nell'Atp 250 di Stoccolma. Oggi, martedì 14 ottobre, il tennista azzurro affronta Giulio Zeppieri nel primo turno del torneo svedese. Derby italiano dunque sul cemento indoor, con Zeppieri sorteggiato contro Berrettini dopo aver superato le qualificazioni con vittorie l'ucraino Sachko e contro il tedesco Zahraj. Ecco orario, precedenti e dove vedere Berrettini-Zeppieri in tv e streaming.
Tra i due non ci sono stati confronti in carriera, né a livello Challenger né a livello Atp. Orario e campo del match sono ancora da definire.
Il match tra Zeppieri e Berrettini sarà trasmesso in esclusiva da Sky (Sky Sport Tennis e Sky Sport Uno saranno i canali di riferimento). La partita sarà visibile anche in streaming su NOW e Sky Go.
Leggi tutto: Berrettini-Zeppieri oggi a Stoccolma: orario, precedenti e dove vederla

(Adnkronos) - Quinto appuntamento stasera, martedì 14 ottobre, alle ore 21.20 su Rai 2 con 'Freeze – Chi sta fermo vince!', il game show condotto da Nicola Savino e Rocío Muñoz Morales.
Dall’Auditorium del Centro Produzione Tv di Napoli otto nuove celebrità chiuse in una stanza cercheranno di restare immobili qualunque cosa accada. In questa puntata si sfideranno Ale Betti, Gigi, Valeria Marini, Juliana Moreira, Francesco Paolantoni, Giulia Penna, Ross e Federico Russo.
Quando Nicola Savino annuncerà il momento 'Freeze', i concorrenti – divisi in due squadre – dovranno tentare di rimanere impassibili di fronte alle più svariate provocazioni: niente sorrisi, niente reazioni, nessun movimento. A metterli alla prova, una serie di situazioni e provocazioni pensate per testare il loro sangue freddo. I concorrenti non sapranno mai cosa li aspetta e dovranno affrontare ogni round con autocontrollo e nervi d’acciaio.
A giudicare la loro imperturbabilità, il 'Grande Freezer', ossia gli 'arbitri' Mara Maionchi, Ubaldo Pantani e, in qualità di terza guest star, l’arbitra Manuela Nicolosi.
Al termine di ogni manche, gli arbitri assegneranno un punteggio valutando ogni minimo movimento compiuto dai concorrenti. La classifica verrà aggiornata insieme a Rocío Muñoz Morales, ma solo una squadra accederà al round finale che decreterà il vincitore assoluto di Freeze. Nell’ultima sfida, infatti, saranno i concorrenti della squadra in vantaggio a darsi battaglia tra di loro per contendersi la vittoria e il trofeo più 'glaciale' della TV.
Tra una prova e l’altra, non mancheranno momenti di leggerezza, gioco e improvvisazione in puro stile Freeze.
Leggi tutto: 'Freeze - Chi sta fermo vince' stasera 14 ottobre: ospiti e anticipazioni

(Adnkronos) - Torna in campo l'Italia Under 21. La Nazionale allenata da ct Silvio Baldini sfida oggi, martedì 14 ottobre, l'Armenia - in diretta tv, in chiaro, e streaming - allo stadio Zini di Cremona nella partita valida per la qualificazione ai prossimi Europei di categoria. Gli azzurri sono reduci dalla netta vittoria contro la Svezia, battuta per 4-0 grazie alla doppietta di Pisilli e ai gol di Camarda e Berti.
L'Italia si trova al momento al secondo posto del girone E con 9 punti ed è a pari punti con la Polonia capolista, ma indietro per differenza reti. L'Armenia invece si trova in ultima posizione con 0 punti.
La sfida tra Italia e Armenia è in programma oggi, martedì 14 ottobre, alle ore 18.15. Ecco le probabili formazioni:
Italia (4-3-3): Palmisani; Palestra, Marianucci, Mane, Bartesaghi; Pisilli, Lipani, Ndour; Cherubini, Camarda, Koleosho. All. Baldini
Armenia (3-5-2): Davtyan; Manukyan, Hakobyan, Tarloyan; Afyan, Hakobyan, Bandikyan, Sargsyan, Hovhannisyan; Eloyan, Hovhannisyan. All. Flores
Italia-Armenia sarà trasmessa in diretta televisiva e in esclusiva, in chiaro, su Rai 2. Il match si potrà seguire anche in streaming sull'app o la piattaforma web di RaiPlay.
Leggi tutto: Italia U21-Armenia U21: orario, probabili formazioni e dove vederla in tv (in chiaro)

(Adnkronos) - L'Italia 'vede' i playoff. A poche ore dalla sfida contro Israele, in programma oggi, martedì 14 ottobre, il ct Gattuso ha cominciato a studiare lepossibili avversarie negli spareggi che porterebbero ai Mondiali 2026 di scena in Stati Uniti, Messico e Canada. Per la terza volta consecutiva gli azzurri sembrano condannati a provare ad accedere alla rassegna iridata dalla porta secondaria, a meno che la Norvegia non perda contro l'Estonia, battuta 3-1 dall'Italia, e venga sconfitta proprio da Gattuso nella sfida, a quel punto decisiva, dell'ultima giornata del gruppo I.
Agli spareggi accederanno le seconde classificate di tutti i gironi più le quattro migliori squadre della Nations League 2024/25 non ancora qualificate. Ecco quindi le possibili avversarie dell'Italia nei playoff per i Mondiali 2026.
L'Italia, se dovesse chiudere al secondo posto il gruppo I e qualificarsi quindi ai playoff per i Mondiali 2026, potrebbe incrociare: Irlanda del Nord o Slovacchia, entrambe appaiate a quota 6 punti al secondo posto del girone A, con i primi avanti per differenza reti; il Kosovo (B); la Scozia (C), a quota 10 punti come la Danimarca prima del girone, ma nettamente avanti nella differenza reti; l'Ucraina (D); la Turchia (E); l'Ungheria (F); la Polonia (G); la Bosnia (H); il Belgio (J), secondo ma con una partita in meno rispetto alla Macedonia del Nord, al momento prima con un solo punto di vantaggio; l'Albania (K); la Repubblica Ceca (L).
Alle seconde classificate di ciascun girone si aggiungeranno, come detto, le quattro migliori squadre della Nations League 2024/25 non ancora qualificate, che saranno inserite nell'urna 4 del sorteggio per i playoff, in programma il prossimo 21 novembre, e che saranno la prima avversaria dell'Italia, che eventualmente sarà inserita in prima fascia, nella semifinale degli spareggi.
Al momento le possibili avversarie degli azzurri potrebbero essere Galles, Romania, Irlanda del Nord o Moldavia, a meno che la Svezia, al momento ultima nel girone B non riuscisse a scavalcare Slovenia e Kosovo e chiudere seconda, in quel caso sarebbe inserita nell'urna 4 e diventerebbe un potenziale pericolo per gli azzurri.
Leggi tutto: Italia, le possibili avversarie ai playoff per il Mondiale 2026

(Adnkronos) - Dopo il tonfo nelle Marche e in Calabria, la vittoria larga che serviva al centrosinistra è arrivata. Eugenio Giani conferma il bis in Toscana con un distacco di quasi 15 punti dallo sfidante Alessandro Tomasi di Fdi. Il Pd sfiora il 35% e si conferma di gran lunga primo partito. Cresce Avs al 7% e funziona Casa Riformista vicina al 9%. Fatica invece il Movimento 5 Stelle che si ferma attorno al 5%. "Per la mia comunità è stato un percorso sofferto", dice Giuseppe Conte ricordando che i 5 Stelle erano all'opposizione della precedente giunta Giani. Ma la vittoria "netta e schiacciante", aggiunge, conferma "la bontà del progetto". Unico neo nella giornata, l'astensionismo in crescita.
A Firenze per festeggiare il bis di Giani arrivano Elly Schlein e i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. La segretaria Pd può incassare la prima vittoria della tornata elettorale d'autunno. "A volte si perde, a volte si vince. Chi si era affrettato a decretare la fine, la morte, di questa coalizione oggi si deve ricredere nettamente. Siamo appena all'inizio di questa sfida, continueremo a nutrire questa coalizione con idee e impegno e sono certa che i risultati continueranno ad arrivare".
"Questo è solo l'inizio per una coalizione cui abbiamo lavorato tanto e che porteremo avanti", insiste Schlein rivolgendosi indirettamente a chi, anche nel Pd, ha avanzato dubbi sull'efficacia della coalizione - dell'alleanza con i 5 Stelle, in particolare - dopo le batoste di Marche e Calabria. La minoranza riformista tiene il punto. "La candidatura del nostro Eugenio Giani - scrive Pina Picierno sui social - è stata la scelta migliore, ingiustamente sottoposta ai raggi X da forze che hanno pesato poco nelle scelte elettorali dei toscani". E Filippo Sensi: "Nel centrosinistra bene messaggi e proposte riformiste, meno il populismo. Bene".
Schlein suona un altro spartito. Quello 'testardamente unitario', per intendersi. "Noi stiamo costruendo l'unità della coalizione progressista e da lì si riesce ad allargare, tutte le forze beneficiano di questa unità. Ho visto un ottimo risultato per Casa riformista, un grande risultato per Avs" mentre M5S "mi pare in linea con i risultati che loro hanno alle regionali". Quanto al centrodestra, per Schlein "non riesce a fare altro che scambiarsi voti: una volta era forte Forza Italia, poi la Lega, ora FdI ma non si allargano". E c'è il "crollo della Lega" che aveva il generale Vannacci in campo. "Se questo è l'effetto Vannacci speriamo che prosegua", la battuta della segretaria dem.
Per i pentastellati le cose non sono andate benissimo. Ma stavolta, con la sfida di Roberto Fico in Campania alla porte, non arrivano smarcature dal Movimento. "Il risultato, al di là della soglia di soddisfazione più o meno raggiunta, è importante - sottolinea Conte - rispetto a un processo, una prospettiva in cui il Movimento 5 Stelle, pur con difficoltà, ha partecipato e ha contribuito a definire nuovi obiettivi strategici rispetto alla precedente giunta Giani''.
Bonelli e Fratoianni chiedono di stringere i bulloni della coalizione. "La Toscana insegna: non dobbiamo avere tentennamenti nemmeno a livello nazionale, è il momento di sedersi e di costruire un programma per l'alternativa. Non bisogna più fuggire e prenderci questa responsabilità", l'invito di Bonelli. E Fratoianni si associa: "E' arrivato il tempo di dare stabilità al profilo di un'alternativa di una coalizione, di riempirla di contenuti, di cominciare a costruire assieme il dettaglio della trama di un'alternativa possibile e necessaria".
Una coalizione di cui ormai, di fatto, fa parte anche Italia Viva di Matteo Renzi che in Toscana si è presentata con Casa Riformista nel listino Giani. "Una grande vittoria per Eugenio Giani e il centrosinistra, evviva. E ho l'impressione che Casa Riformista sia proprio una bella idea", twitta a caldo Renzi. E poi quando i dati si sono fatti più concreti, rivendica: "Quindi Casa Riformista in Toscana è la terza lista in assoluto dopo Pd e dopo Fratelli d'Italia. Siamo davanti a Forza Italia, alla Lega, a Avs, al Movimento Cinque Stelle. Spero che finalmente sia chiara la differenza tra chi prende voti e chi parla di sondaggi''.

(Adnkronos) - L'Italia torna in campo. Oggi, martedì 14 ottobre, la Nazionale del ct Gennaro Gattuso affronta a Udine Israele nelle qualificazioni Mondiali, in un match decisivo per agguantare un posto ai playoff. Gli azzurri arrivano dal convincente successo per 3-1 contro l'Estonia, mentre gli israeliani sono reduci dal ko per 5-0 contro la Norvegia. Ecco orario, probabili formazioni e dove vedere Italia-Israele in tv e streaming.
Ecco le probabili formazioni di Italia-Israele, in campo stasera alle 20:45:
Italia (3-5-2) Donnarumma; Di Lorenzo, Mancini, Calafiori; Cambiaso, Barella, Cristante, Tonali, Dimarco; Esposito, Retegui. Ct. Gattuso
Israele (5-4-1) D. Peretz; Dasa, E. Peretz, Baltaxa, Blorian, Revivo; Biton, Gloukh, Abu Fani, Solomon; Khalaili. Ct. Shimon
Italia-Israele sarà visibile in esclusiva sulla Rai, che trasmetterà la partita in tv in diretta su Rai 1. La partita sarà visibile anche in streaming su Rai Play.

(Adnkronos) - Oggi, martedì 14 ottobre, l'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, indagato per corruzione in atti giudiziari perché avrebbe favorito nel 2007 l'archiviazione di Andrea Sempio, nuovamente indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi, compare davanti al Tribunale del Riesame di Brescia. Il suo difensore, l'avvocato Domenico Aiello, ha fatto ricorso contro il decreto di sequestro del 26 settembre disposto anche sulla base del 'pizzino' trovato in casa Sempio che l'accusa legge come la cifra (tra i 20-30 mila euro) del reato.
Tra le motivazioni del'impugnazione vengono citate "l’assenza dei gravi indizi" e "l’inesistenza dei motivi di urgenza per procedere a una perquisizione". Nell’atto difensivo si fa riferimento "all’assenza di criteri o ragioni per ritenere presente una prova di un reato del 2017 negli apparati di Venditti" ossia nel cellulare, tra i documenti o nel computer oggetto della perquisizione e del successivo sequestro. Per la difesa, il decreto firmato dal procuratore di Brescia Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola è "un’attività esplorativa e arbitraria con cui si vuole violare la dimora e la privacy di un privato cittadino". La decisione del Riesame su Venditti è attesa entro sabato 18 ottobre.
Aiello non nasconde che si tratta di un momento "complesso" per l'ex magistrato Venditti, indagato anche per la vicenda 'Clean'. "Il mio assistito ha visto un’aggressione ingiustificata a un patrimonio di valori e di onestà costruiti in una vita. La sua immagine è compromessa, hanno distrutto un uomo perché si è trovata in un'eretica equazione (Venditti corrotto uguale assassino innocente e nuovo indagato colpevole, ndr)" conclude il difensore.
Intanto Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, ha chiesto di essere interrogato dal pubblico ministero di Milano Fabio De Pasquale titolare del fascicolo per diffamazione aggravata nato da una denuncia dei fratelli Enrico e Fabio Giarda, ex avvocati di Alberto Stasi condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il delitto di Garlasco.
L'avvocato Lovati avrebbe reso dichiarazioni "diffamatorie e calunniose" nei confronti dello studio legale Giarda lo scorso 13 marzo 2025 definendo la riapertura del caso "frutto di una macchinazione della difesa Giarda" o ancora "frutto di una macchinazione organizzata dagli investigatori dello studio degli avvocati difensori di Stasi che clandestinamente hanno prelevato il Dna" a Sempio. A giorni i fratelli Giarda potrebbero presentare una seconda denuncia-querela dopo le affermazioni rese da Lovati a 'Falsissimo' dove ha tirato in ballo la vecchia difesa di Stasi legando il nome del defunto avvocato e professore Angelo Giarda, fondatore dell'omonimo studio, a presunte "massonerie bianche".
Il momento non è semplice per Massimo Lovati. Sempio sta valutando di sostituirlo con un altro difensore e anche l'Ordine degli avvocati si è mosso: l'avvocato pavese rischia richiami o sanzioni. "Per ora sono ancora il suo avvocato, non ho ricevuto nessuna comunicazione. Aspettiamo. Io rimango fino a quando mi lasciano rimanere. Andrea secondo me sbaglierebbe" a separarsi da me, ha detto l’avvocato intervenuto a 'Dentro la notizia', condotto da Gianluigi Nuzzi, aggiungendo riguardo agli insulti verso la famiglia Sempio: "Io mi riferivo alla loro frase quando hanno detto che erano in ‘balia degli avvocati’. Loro sono ignoranti in riferimento alla materia giuridica e, siccome talvolta, offendere i miei clienti è una mia strategia, mi sono espresso così. Questa è una strategia che a volte è vincente, faccio presa sui giudici criticando e offendendo i miei clienti".
Sui 30mila euro ricevuti dalla famiglia Sempio, risponde: "Avevo diritto a più di 30mila euro! A parte che non ho preso quella cifra, semmai un terzo. Ma se avessi fatto i conti con il mio tariffario altroché 30mila euro, minimo erano 130mila. Ho lavorato otto mesi per un caso così…".
In chiusura, quando Gianluigi Nuzzi gli chiede spiegazioni sul suo coinvolgimento da testimonial per una clinica dentistica in Albania, afferma: "Dopodomani vado lì così mi mettono i denti. Io sono già testimonial di quella clinica, ho firmato un contratto con loro. Mi hanno messo gli impianti e quando mi chiederanno di fare il testimonial lo farò. Non pagherò per questa operazione", ha replicato Lovati che poi sulla possibile incompatibilità tra essere testimonial e fare l’avvocato, ha concluso: "No, perché questa è pubblicità indiretta".
Leggi tutto: Caso Garlasco, ex pm Venditti oggi davanti al Riesame di Brescia
(Adnkronos) - Tre carabinieri sono morti nell'esplosione avvenuta nel corso di uno sgombero in una casa rurale del comune di Castel D’Azzano (Verona) nel corso delle prime ore del mattino. L'esplosione ha provocato il crollo della struttura. Risultano feriti altri carabinieri e alcuni agenti della polizia di Stato.
Leggi tutto: Verona, esplosione durante sgombero casa: morti tre carabinieri

(Adnkronos) - Il segretario generale della Nato Mark Rutte torna a sfidare pubblicamente la Russia di Vladimir Putin. Se Mosca fosse "così idiota" da attaccarci, ha avvertito all'assemblea parlamentare dell'Alleanza atlantica a Lubiana, in Slovenia, la guerra aperta tra Russia e Nato che ne seguirebbe sarebbe "molto diversa" da quella che infuria da poco meno di quattro anni in Ucraina. Con il linguaggio franco che lo caratterizza l'olandese, politico ultra-navigato, è tornato a stuzzicare Mosca, impegnata in una sanguinosa guerra di aggressione all'Ucraina, che dura da poco meno di quattro anni senza che il fronte abbia registrato spostamenti significativi dalla fine del 2022.
"Speriamo che non accada mai - ha affermato - ma, se la Russia fosse così idiota da attaccarci, sarebbe guerra aperta tra la Russia e la Nato. Sarebbe diversa dalla guerra tra Russia e Ucraina, per molte ragioni che non posso approfondire ora, perché non vogliamo dare loro vantaggi informativi, ma sarebbe diversa". Anche perché, ma questo Rutte non l'ha detto, si confronterebbero direttamente almeno due potenze nucleari, se non quattro, con tutto quel che ne conseguirebbe. L'Ucraina, invece, ha riconsegnato alla Russia il suo arsenale atomico a metà degli anni Novanta, in cambio di garanzie di sicurezza che, alla prova dei fatti, si sono rivelate insufficienti.
Per Rutte, comunque, "siamo molto, molto più forti dei russi. E loro lo sanno". Tuttavia, Mosca si è riarmata con la guerra in Ucraina e la Nato deve evitare di perdere il passo, per evitare al Cremlino prendano piede strane idee. Di qui la spinta al riarmo e all'aumento delle spese nella difesa, non solo per "compiacere gli americani", i quali pure sanno bene che la sicurezza degli Usa passa per "un Atlantico, un'Europa e un Artico sicuri". Per Rutte, in ogni caso, la Russia non è così forte come finge di essere, come dimostra il sostanziale ritiro delle sue navi e dei suoi sommergibili dal Mediterraneo: "La task force del Mediterraneo - ha notato - era una volta un mix di navi di superficie, sottomarini e navi di supporto. Oggi non c'è quasi più alcuna presenza navale russa nel Mediterraneo".
Nel Mare Nostrum resta solo, ha continuato Rutte, "una lunga e frammentata presenza russa, che zoppica verso casa. Che cambiamento rispetto al romanzo di Tom Clancy del 1984. La caccia a Ottobre rosso oggi sembra più una caccia al meccanico più vicino", ha sferzato. Tuttavia, ha aggiunto, Mosca resta "profondamente pericolosa" e quindi è "essenziale" prepararsi ad affrontare le "minacce" che ne derivano. Per Rutte, "non dovremmo sottovalutare la minaccia della Russia", ma "non dovremmo nemmeno sopravvalutarne le capacità".
I missili ipersonici che la Russia ha sviluppato, ha ribadito Rutte, possono colpire le città europee nel giro di "qualche minuto". Si tratta di missili che viaggiano a velocità Mach 5, cinque volte quella del suono, e che sono difficili da intercettare. Non a caso, il segretario generale ha sottolineato che la Nato dovrà "quintuplicare" gli sforzi nella difesa aerea, che "sappiamo saranno costosi". Allo scopo, i ministri della Difesa dell'Alleanza si ritroveranno dopodomani a Bruxelles per discutere di "come rafforzare ulteriormente la nostra posizione di difesa e deterrenza, anche alla luce dei recenti incidenti", cioè i ripetuti sconfinamenti di aerei e droni, russi o di provenienza non accertata, nei cieli di diversi Paesi Nato.
I ministri, in particolare, "discuteranno - ha detto Rutte - dei piani per raggiungere il nuovo obiettivo di investimento nella difesa" fissato all'Aja, cioè una spesa nella difesa 'core' pari al 3,5% del Pil e nella sicurezza pari all'1,5%, entro il 2035, per raggiungere il quale occorreranno "percorsi credibili". I ministri parleranno anche degli "sforzi per aumentare la produzione nella difesa. Tutto ciò contribuisce a garantire che restiamo pronti e in grado di difendere i nostri cittadini".
Il segretario generale ha citato ancora una volta Roma, che per un missile russo ipersonico russo, ha sottolineato, dista appena "cinque minuti" da Kiev. E, rivolgendosi al deputato italiano Lorenzo Cesa, ha evidenziato il ruolo importantissimo del governo e del Parlamento italiani nel convincere l'opinione pubblica dell'asserita pericolosità di Mosca.
Il politico olandese sa bene che in Italia, come in Spagna e altri Paesi dell'Europa Occidentale e Meridionale, la Russia è vista da buona parte della popolazione in modo molto diverso da come viene vista nei Paesi che hanno provato sulla propria pelle cosa significhi vivere sotto il 'giogo russo', zarista o sovietico. In Italia, in più, c'era il Pci, il più grande partito comunista d'Occidente: i rapporti della Repubblica con l'Urss sono stati a lungo buoni, anche sul piano economico.
L'ex premier olandese ha lodato esplicitamente Giorgia Meloni, "amica" dell'Alleanza atlantica, che da destra ha ancorato saldamente il suo governo ad una posizione filoucraina. Quanto a Mosca, il segretario generale ha ricordato ancora una volta che la guerra in Ucraina ha comportato "un costo incredibile: più di milione di russi uccisi o gravemente feriti. Nel 2022 la Russia pensava di poter schiacciare l'Ucraina in pochi giorni: oggi ci troviamo nel quarto anno della sua brutale guerra". La Russia, oggi, "fatica ad avanzare. L'esercito russo è sottoposto ad una enorme tensione", in Ucraina e altrove, ha rimarcato.
Rutte ha ripetuto, con altri toni, gli avvertimenti già lanciati a Mosca dalla Polonia, che ha diffidato i russi dal "frignare" se uno dei loro aerei venisse abbattuto sui cieli polacchi. Se gli aerei o gli oggetti volanti russi che sorvolano lo spazio aereo della Nato "costituiscono una minaccia", ha detto il segretario generale, allora "possiamo attuare la soluzione definitiva", cioè abbatterli, altrimenti "li accompagneremo docilmente fuori dal nostro spazio aereo", come hanno fatto gli F35 italiani in Estonia, un modus operandi che, ha evidenziato, "credo sia stato molto saggio".
Il contrasto tra quanto sta avvenendo nel Medio Oriente e la guerra che continua a macinare vite in Ucraina non sfugge a Rutte, che ha definito una "grande notizia" la tregua raggiunta nella Striscia di Gaza, con la liberazione degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Una soluzione, ad una guerra scoppiata alle porte dell'Europa, in cui l'Europa non ha sostanzialmente toccato palla: alla guerra hanno posto fine gli Usa di Donald Trump, che appaiono sempre meno interessati ad un ruolo di primo piano nella gestione della guerra in Ucraina.
La gestione e gli oneri di quel conflitto, ad oggi, appaiono sempre più affidati agli europei, con il disimpegno progressivo degli Usa dal sostegno a Kiev. Per ora non si intravedono spiragli di pace: Secondo Rutte, "abbiamo ancora molto lavoro da fare in Europa", ma "possiamo costruire sul successo" ottenuto da Trump in Medio Oriente. (di Tommaso Gallavotti)
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(Adnkronos) - "Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui". Quando Donald Trump posa la penna con cui ha appena firmato lo storico accordo di pace in Medio Oriente, la sala dell'International Conference Center di Sharm el-Sheikh, gremita da oltre venti leader internazionali, esplode in un applauso. La premier Giorgia Meloni sorride e ringrazia il presidente americano quando, passando in rassegna i capi di Stato e di governo giunti in Egitto per il vertice della possibile svolta, la omaggia con parole di stima: "Sta facendo un ottimo lavoro".
Gaza, firmato accordo a Sharm. Trump: "Tremila anni per arrivare alla pace"
In primo piano, la grande scritta a caratteri cubitali 'Peace 2025' incornicia la scena ma somiglia a un auspicio. Un augurio che Meloni e gli altri leader sperano possa tradursi in una pace duratura e solida. Il percorso, ammette Meloni, è ancora lungo, ma la prospettiva resta quella "dei due Stati". E il rispetto degli accordi siglati oggi, aggiunge, avvicina il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell'Italia, quando si verificheranno "le condizioni poste anche dal Parlamento" con l'ultima risoluzione della maggioranza.
Il summit egiziano, ospitato in una delle località turistiche più note al mondo, segna il magic moment internazionale di Trump. Il vertice - iniziato con oltre tre ore di ritardo a causa della visita del presidente americano in Israele, dove ha tenuto un lungo discorso davanti alla Knesset - ha visto l'ex tycoon dominare la scena insieme al padrone di casa, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, uno dei principali tessitori della trattativa che ha portato al cessate il fuoco tra Israele e Hamas e al rilascio completo degli ostaggi ancora nelle mani dei fondamentalisti palestinesi. Ma gli onori vanno anche allo sceicco del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, e al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, altri due protagonisti decisivi del negoziato. Saranno proprio loro, insieme a Trump e ad al-Sisi, a firmare gli accordi, seduti fianco a fianco in prima fila.
Trump è stato il primo a firmare l'accordo: "Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui". "Questa è una giornata incredibile per il mondo, è una giornata incredibile per il Medio Oriente", ha dichiarato Trump, che. prima della firma, ha specificato che l'accordo sarà "molto complessivo" e "fisserà regole e procedure", ribadendo perentoriamente che "funzionerà". Questo "è il giorno per cui le persone in tutta la regione e in tutto il mondo hanno lavorato, lottato, sperato e pregato", ha aggiunto Donald Trump, secondo cui è stato "raggiunto ciò che tutti dicevano fosse impossibile: finalmente abbiamo la pace in Medio Oriente". "Per tanti decenni -ha dichiarato - si è detto che la terza guerra mondiale sarebbe scoppiata in Medio oriente, non accadrà. La terza guerra mondiale non scoppierà in Medio Oriente e auspicabilmente non ci sarà".
Il presidente americano ha quindi espresso la sua "enorme gratitudine alle nazioni arabe e musulmane" che, a suo dire, "hanno contribuito a rendere possibile questa incredibile svolta".
Giorgia Meloni sa bene che il difficile comincia ora. Cessate le ostilità, si apre quella che Trump ha definito la "fase 2 di Gaza". E l'Italia vuole esserci. La premier elogia l'impegno del presidente americano al termine di una giornata che definisce "storica", suggellata dalla liberazione degli ultimi ostaggi israeliani ancora vivi: "Credo che Trump abbia ragione nel dire che è il suo più grande successo diplomatico, anche se noi gli auguriamo di conseguirne altri, a partire dall'Ucraina". Aiuti umanitari, assistenza sanitaria, sicurezza e ricostruzione sono i cardini dell'impegno italiano per Gaza. "Sul piano della ricostruzione siamo pronti a fare la nostra parte", spiega Meloni, "sia attraverso la cooperazione allo sviluppo, sia coinvolgendo il nostro settore privato". Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, l'Italia "andrà avanti con l'iniziativa 'Food for Gaza'", mentre sul fronte sanitario gli sforzi di Roma proseguiranno "non solo continuando a evacuare i bambini che necessitano di cure nei nostri ospedali, ma anche portando strutture mediche direttamente sul posto".
Quanto alla sicurezza, ricorda Meloni, "i nostri carabinieri da anni formano la polizia palestinese a Gerico e l'Italia partecipa alla missione europea a Rafah". Ma il governo è pronto anche "a rafforzare la propria presenza militare a Gaza, fino a valutare la partecipazione a una forza di stabilizzazione sotto mandato Onu". Un passo, precisa, che richiederebbe un voto parlamentare: "Spero che, per una volta, si possa votare all'unanimità".
Non si tratterebbe, puntualizza la premier, di una missione di "interposizione", ma di un "monitoraggio del cessate il fuoco". Il governo, aggiunge, condenserà tutte le proposte italiane in un paper da condividere con i partner internazionali: "Un documento che riassuma tutto ciò che l'Italia può fare e su cui può dare un contributo concreto. Ora bisogna procedere a passi spediti, dare il segnale della concretezza".
Dell'impegno italiano per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza, Meloni ha parlato anche negli incontri bilaterali a margine del vertice. Durante il colloquio con al-Sisi, la premier ha ribadito il sostegno dell'Italia al rilancio di "un processo politico verso un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente basato sulla soluzione dei due Stati", affrontando anche temi bilaterali come l'energia e i progetti legati al Piano Mattei. "È necessario creare le condizioni per una rapida ricostruzione della Striscia e fornire il quadro politico che porti alla nascita di uno Stato palestinese indipendente, in linea con la legalità internazionale", ha dichiarato al-Sisi, secondo quanto riferito dal suo portavoce.
A seguire, si è tenuto un incontro allargato con il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente turco Erdogan, l'emiro del Qatar Al Thani, il primo ministro canadese Michael Carney, il re di Giordania Abdullah II e il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan Al Saud. Secondo fonti italiane, la riunione ha permesso di discutere i prossimi passi per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza, "a partire dall'urgenza immediata di ampliare l'accesso umanitario per rispondere agli enormi bisogni della popolazione civile".
Nella foto di famiglia scattata prima del summit - dove Meloni è l'unica donna tra i leader presenti - spicca l'assenza di Benjamin Netanyahu. La partecipazione del primo ministro israeliano non era prevista, ma Trump aveva esercitato forti pressioni perché fosse presente in Egitto. Alla fine, però, Netanyahu ha dato forfait, complice l'inizio della festività ebraica di Simchat Torah, che ricorre in serata. È invece presente il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, che si intrattiene a lungo con Trump durante la stretta di mano sotto i flash e davanti alle telecamere. Spenti i riflettori, i leader lasciano Sharm el-Sheikh. I tempi più duri per Gaza, forse, sono alle spalle. Ora, ufficialmente, si apre la Fase 2.
(dall'inviato Antonio Atte)
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(Adnkronos) - Primo premier in carica ad essere incriminato in Israele nel 2019, Benjamin Netanyahu è accusato di corruzione, frode e abuso di ufficio in tre vicende distinte, ma collegate. Per tutti e tre i capi d'imputazione si è dichiarato ''non colpevole'', parlando di ''tentato golpe'' e di ''caccia alle streghe'' da parte della sinistra. E mercoledì dovrà testimoniare nel processo a suo carico presso il tribunale distrettuale di Gerusalemme, dopo che i giudici hanno respinto la sua richiesta di rinviare l'udienza per due ''incontri diplomatici e urgenti'', uno dei quali con il presidente cipriota Nikos Christodoulides. L'udienza era già stata spostata a mercoledì per via della festività di Sukkot e i giudici non hanno ritenuto fosse opportuno rinviare oltre.
Nel cosiddetto caso 1000, Netanyahu è accusato, insieme alla moglie Sara, di avere ricevuto regali sotto forma di casse di sigari e champagne per un valore di oltre 260mila dollari da miliardari in cambio di favori politici. Ed è questo il caso a cui ha fatto riferimento il presidente americano Donald Trump intervenendo alla Knesset e rivolgendosi al presidente israeliano Isaac Herzog. ''Ho un'idea. Signor presidente, perché non gli concede la grazia?'', ha detto Trump aggiungendo "sigari e un po' di champagne, chi se ne importa".
Nei mesi scorsi, quando il presidente americano aveva scritto su Truth social che il processo a Netanyahu andava ''annullato immediatamente o va concessa la grazia a un grande eroe'', il leader dell'opposizione Yair Lapid aveva detto che Trump "non dovrebbe interferire in un processo giudiziario in un paese indipendente".
Nel caso 4000, invece, l'accusa nei confronti di Netanyahu è quella di aver varato regolamenti favorevoli per centinaia di milioni di dollari alla compagnia di telecomunicazioni Bezeq, in cambio di una copertura a lui favorevole da parte del sito di informazione di Walla, il cui editore Shaul Elovitch era anche maggiore azionista della Bezeq. Infine, nel caso 2000, Netanyahu avrebbe chiesto una copertura giornalistica a lui favorevole sul quotidiano Yedioth Ahronot, in cambio di misure economicamente dannose per un giornale rivale.
Il processo, iniziato il 24 maggio del 2020, si è protratto per anni, in parte a causa delle ripetute tattiche dilatorie di Netanyahu. L'ex capo dell'agenzia per la sicurezza interna israeliana ha accusato il primo ministro di aver cercato di usare i poteri esecutivi per rallentare il caso. La legge israeliana non richiede che il premier incriminato si dimetta fino all'eventuale condanna.
Durante il suo attuale mandato, iniziato alla fine del 2022, Netanyahu ha promosso riforme giudiziarie di ampia portata, criticate da alcuni come un tentativo di indebolire il potere dei tribunali. Tali proposte hanno generato imponenti manifestazioni, interrotte solo dall'inizio del conflitto a Gaza. Il Primo Ministro israeliano è inoltre oggetto di un mandato d'arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per sospetti crimini di guerra commessi durante l'offensiva governativa contro i militanti di Hamas a Gaza.
In un post sulla sua piattaforma social Truth Social a giugno, Trump ha descritto i processi a carico di Netanyahu come una "caccia alle streghe politica", paragonandola alla "caccia alle streghe che sono stato costretto a sopportare". Trump ha ripetutamente accusato i suoi oppositori politici di aver utilizzato il Dipartimento di Giustizia per perseguitarlo durante il suo periodo fuori dalla carica.

(Adnkronos) - A poche ore dall'approdo in Consiglio dei Ministri, la manovra finanziaria 2026 ancora non è chiusa. Ad assicurarlo alle imprese è stato proprio il titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, nel corso degli incontri che hanno impegnato il governo e le associazioni datoriali ieri mattina a Palazzo Chigi. Quattro ore, due round, oltre trenta sigle ascoltate da una fitta pattuglia dell’esecutivo, con il sottosegretario di Stato Alfredo Mantovano e, oltre a Giorgetti, i ministri degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, del Lavoro Marina Calderone, degli Affari europei Tommaso Foti e dell’Industria, Adolfo Urso, insieme al sottosegretario per le Politiche e il Sud, Luigi Sbarra, e il consulente per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caledoro.
Al centro, le richieste del mondo imprenditoriale, tutte rivolte a stimolare i consumi e rinvigorire la produzione: una soglia più alta per il taglio dell’Irpef, la parziale defiscalizzazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime, più incentivi all’industria per sostenere la competitività, il nodo scorsoio del costo dell’energia.
Le risorse stimate per questa finanziaria, come prospettato nel documento programmatico di finanza pubblica, partono da un conto di circa 16 miliardi di euro (lo 0,7% del pil): tra le possibili voci di copertura non si esclude un contributo anche dalle banche con cui, a quanto si apprende, sembra proseguano i contatti bilaterali, continuando a ragionare su misure concordate che non abbiamo effetti negativi sui mercati.
L’esecutivo resta abbottonato, almeno per ora. “Giorgetti non ha dato numeri, ha parlato pochissimo e ascoltato, ci ha ribadito le linee generali che sono già nel documento e ci ha detto che la manovra non è chiusa”, spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. Ma questo non basta a rassicurare le aziende. ''Da gennaio terminano tutti gli incentivi e l'industria italiana è nuda, senza strumenti per competere in uno scenario dominato da incertezza, dazi e rischio delocalizzazione'', è il monito di Confindustria, che ''alla luce delle indicazioni fornite dal governo sul quadro generale della prossima manovra”, torna a esprimere “preoccupazione per la mancanza, al momento, di misure forti a sostegno degli investimenti”.
Viale dell'Astronomia incalza sulla “necessità” di attuare il piano straordinario da 8 miliardi l’anno proposto all’assemblea annuale di Bologna e mette in guardia dal “rischio stagnazione”. Bisogna puntare su “interventi concreti per rilanciare gli investimenti, rafforzare l'accesso al credito e valorizzare ed estendere il modello delle Zes” e rendere strutturale il Fondo di Garanzia con una dotazione finanziaria “adeguata”, prevedere “un'Ires premiale 2.0 realmente efficace, senza vincoli che ne limitino l'impatto". Accanto, i temi condivisi con i sindacati: la sterilizzazione del fiscal drag e il contrasto al dumping nella contrattazione, che “incidono direttamente sulla competitività del sistema produttivo''. Insomma, nello scheletro attuale della legge di bilancio “manca la parola crescita”, ha riassunto il numero uno degli industriali, Emanuele Orsini, dall’assemblea di Assolombarda.
Quello dell’Ires è un tema caro anche a Confcommercio, che infatti propone di renderla “strutturale” per quelle società “che investono in innovazione e creano nuova occupazione” e contestualmente “di avanzare nel processo di abolizione dell'Irap a cui sono ancora sottoposte le società di persone e quelle di capitali”. Sul fronte fiscale le associazioni chiedono di fare di più sul taglio dell’Irpef: “La pressione fiscale è troppo alta, lo stesso Dfp stima, per il 2025, 342 miliardi di gettito delle imposte dirette”, meno rispetto all’anno scorso, ma ancora “su livelli record”, fa presente Confesercenti.
Per questo, la sforbiciata dell’aliquota dal 35 al 33% deve essere allargata anche ai redditi fino a 60mila euro, altrimenti “rischia di non avere effetti percepibili sul potere d'acquisto e quindi sulla domanda interna per consumi” (su questo punto, il governo, nell’incontro di venerdì scorso con i sindacati, aveva ipotizzato qualche ‘margine’, di cui però non sono ancora chiari i contorni). Allo stesso modo, anche detassare i primi mille euro di 13esima potrebbe rivelarsi “un importante sostegno per le famiglie”. Anche Legacoop chiede “un deciso cambio di passo nelle politiche di crescita”, a partire dalla parziale defiscalizzazione degli aumenti contrattuali su cui potrebbe esserci “una possibilità reale: abbiamo iniziato a interloquire con il ministro del Lavoro già da tempo”, sostiene il presidente Simone Gamberini.
Ci sono poi le richieste di ‘categoria: gli edili, che da un lato apprezzano la conferma del bonus ristrutturazione al 50% per la prima casa, dall’altra chiedono “una rivisitazione di tutti gli incentivi” e “la cedolare secca sugli affitti commerciali” per evitare il fenomeno della desertificazione commerciale, l’Ance insiste per mettere subito a terra interventi sulle emergenze casa, rischio idrogeologico e costo dei materiali, gli agricoltori invocano il rafforzamento del credito agricolo e agevolazioni per l'ammodernamento delle aziende, insieme a misure per l'internazionalizzazione del settore.
Leggi tutto: Manovra, Giorgetti a imprese: "Non è chiusa, su banche si ragiona"
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