
(Adnkronos) - Hamas ha rilasciato i primi 7 ostaggi poco dopo le 7 di oggi lunedì 13 ottobre. L'annuncio è stato accolto da un boato nella piazza degli Ostaggi a Tel Aviv dove una folla sta seguendo in diretta il rilascio dei rapiti. I primi sette rilasciati - inizialmente era stato riferito che ne sarebbero stati liberati sei - sono: Gali e Ziv Berman, Matan Angrest, Alon Ohel, Omri Miran, Eitan Mor e Guy Gilboa-Dallal.
Hamas aveva pubblicato la lista dei 20 ostaggi ancora in vita. I restanti 13 israeliani saranno consegnati alla Croce rossa alle 9 ora italiana nel sud della Striscia di Gaza, ha fatto sapere una fonte del movimento di resistenza islamico ad al Jazeera, secondo quanto riferisce Ynet.
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(Adnkronos) - Hamas ha rilasciato i primi 7 ostaggi, consegnandoli alla Croce rossa, poco dopo le 7 di oggi lunedì 13 ottobre. Lo riportano i media israeliani. L'annuncio è stato accolto da un boato nella piazza degli Ostaggi a Tel Aviv dove una folla sta seguendo in diretta il momento storico.
Hamas ha pubblicato la lista dei 20 ostaggi ancora in vita. Secondo quanto scrivevano i media in lingua ebraica, i primi sei a essere rilasciati nel nord di Gaza sarebbero stati: Matan Angrest, i fratelli Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Eitan Mor e Omri Miran. Gli altri 14 saranno rilasciati in altri punti di Gaza tra le 9 e le 10. "Nel quadro dell'accordo per lo scambio dei prigionieri, le Brigate al Qassam hanno deciso di liberare i seguenti prigionieri sionisti in vita", si legge nella nota nella quale vengono elencati i 20 nomi.
Seguirà poi la liberazione dei prigionieri palestinesi.
Il presidente Usa Donald Trump è volato in Israele per incontrare i rapiti. La guerra a Gaza è “finita” ha dichiarato a bordo dell'Air Force One, e si è detto fiducioso che l'accordo di cessate il fuoco reggerà. Le sue dichiarazioni sono arrivate poche ore dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che la campagna militare di Israele non era ancora terminata e aveva avvertito di “gravi sfide alla sicurezza” non meglio specificate che Israele avrebbe dovuto affrontare nel prossimo futuro.
Nel pomeriggio di oggi a Sharm-el-Sheikh si terrà il vertice presieduto da Trump e Abdel Fatah al-Sisi dedicato alla pace a Gaza e più in generale in Medio Oriente. Vi prenderanno parte i leader di una ventina di Paesi, fra cui Emmanuel Macron, Keier Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Recep Tayyip Erdogan che nelle ultime settimane ha intensificato i suoi sforzi di mediazione, Antonio Guterres, la premier Giorgia Meloni e Pedro Sanchez. Non ci saranno rappresentanti di Israele e di Hamas. L'obiettivo del vertice è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione".
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(Adnkronos) - È atteso alle 7 (ora italiana) di oggi lunedì 13 ottobre l'inizio del rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas nella Striscia di Gaza settentrionale. A riferirlo un funzionario della difesa israeliana, il quale ha aggiunto che potrebbero verificarsi dei ritardi e che le informazioni relative agli altri luoghi di consegna degli ostaggi a Gaza saranno rese note in seguito.
Hamas ha pubblicato la lista dei 20 ostaggi in vita che rilascerà a partire dalle 7 e che saranno consegnati alla Croce rossa. Secondo quanto scrivono i media in lingua ebraica, i primi sei a essere rilasciati nel nord di Gaza sono: Matan Angrest, i fratelli Gali e Ziv Berman, Alon Ohel, Eitan Mor e Omri Miran. Gli altri 14 saranno rilasciati in altri punti di Gaza. "Nel quadro dell'accordo per lo scambio dei prigionieri, le Brigate al Qassam hanno deciso di liberare i seguenti prigionieri sionisti in vita", si legge nella nota nella quale vengono elencati i 20 nomi.
Intanto una piazza degli Ostaggi gremita a Tel Aviv seguirà in diretta il momento storico. Le famiglie sono state informate che la liberazione avrà una seconda fase prevista tra le 9 e le 10. Seguirà poi la liberazione dei prigionieri palestinesi.
Il presidente Usa Donald Trump è volato in Israele per incontrare i rapiti. La guerra a Gaza è “finita” ha dichiarato a bordo dell'Air Force One, e si è detto fiducioso che l'accordo di cessate il fuoco reggerà. Le sue dichiarazioni sono arrivate poche ore dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che la campagna militare di Israele non era ancora terminata e aveva avvertito di “gravi sfide alla sicurezza” non meglio specificate che Israele avrebbe dovuto affrontare nel prossimo futuro.
Nel pomeriggio di oggi a Sharm-el-Sheikh si terrà il vertice presieduto da Trump e Abdel Fatah al-Sisi dedicato alla pace a Gaza e più in generale in Medio Oriente. Vi prenderanno parte i leader di una ventina di Paesi, fra cui Emmanuel Macron, Keier Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Recep Tayyip Erdogan che nelle ultime settimane ha intensificato i suoi sforzi di mediazione, Antonio Guterres, la premier Giorgia Meloni e Pedro Sanchez. Non ci saranno rappresentanti di Israele e di Hamas. L'obiettivo del vertice è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione".
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(Adnkronos) - Grandi cartelloni con il volto di al-Sisi, ingialliti dal tempo e dalla salsedine, costeggiano la strada che dall'aeroporto di Sharm el-Sheikh conduce ai resort affacciati sulla costa. Nella città egiziana, incastonata all'estremità meridionale della penisola del Sinai e bagnata dal Mar Rosso, sono moltissimi i turisti - soprattutto italiani, ma anche numerosi russi - che cercano di prolungare l'estate e di sfuggire ai primi freddi dell'autunno.
Oggi, in questo scenario sospeso tra vacanza e diplomazia, i leader di mezzo mondo tenteranno di scrivere un nuovo capitolo della storia di una delle regioni più tormentate del pianeta: la firma storica dell'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas, al termine di trattative condotte proprio in Egitto, all'interno di un International Conference Center blindato e sorvegliato da un imponente apparato di sicurezza. Sharm el-Sheikh è del resto un luogo simbolico: proprio qui, nel 1996, si tenne la storica conferenza internazionale contro il terrorismo, organizzata in risposta a una serie di attentati che avevano colpito Israele.
Il vertice, dedicato alla pace a Gaza e più in generale al Medio Oriente, sarà presieduto da Donald Trump e da Abdel Fattah al-Sisi. Parteciperanno i leader di una ventina di Paesi, tra cui Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer, Recep Tayyip Erdogan - uno dei protagonisti della mediazione insieme al Qatar e allo stesso Egitto -, Pedro Sánchez e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Assenti i rappresentanti di Israele e di Hamas, come scrive oggi il Times of Israel. "Nessun funzionario israeliano parteciperà", ha confermato all'Afp Shosh Bedrosian, portavoce del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Per l'Italia sarà presente la premier Giorgia Meloni, attesa in Egitto per rilanciare il possibile ruolo del governo italiano nel futuro assetto post-bellico di Gaza. Un tema che comincerà a essere discusso proprio nel corso del vertice, il cui obiettivo dichiarato è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente e aprire una nuova era di sicurezza e cooperazione nella regione". Meloni, fanno sapere fonti italiane, rimane "in stretto contatto con Washington e gli altri attori internazionali coinvolti" per definire il contributo italiano allo sforzo collettivo per la realizzazione del piano di pace per la stabilizzazione, la ricostruzione e lo sviluppo della Striscia di Gaza e "per la ripresa di un processo politico che conduca ad un quadro di pace, sicurezza e stabilità in Medio Oriente". Il 14 ottobre è poi atteso a Roma Re Abdullah di Giordania che incontrerà la presidente del Consiglio e insieme ospiteranno il 15 ottobre una riunione del Processo di Aqaba, iniziativa per il contrasto al terrorismo e all'estremismo, che in questa occasione si concentrerà sulla situazione in Africa occidentale.
L'impegno dell'Italia per il futuro di Gaza si articolerà su due fronti: quello umanitario e, se necessario, anche quello militare. Lo ha rimarcato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un'intervista ad Avvenire: "Per il territorio di Gaza serve assolutamente una forza internazionale. Se ci saranno le condizioni potremmo contribuire anche con forze militari: ci sono i carabinieri già a Gerico e presto torneranno al valico di Rafah nell'ambito della missione Eubam", ha dichiarato il titolare della Farnesina. Resta sullo sfondo l'iporesi di inviare sul terreno sminatori italiani per la bonifica dell'area, un'idea che fonti governative considerano "futuribile" ma al momento "prematura".
Sono due, in particolare, i progetti su cui l'Italia sta concentrando i propri sforzi. Il primo riguarda la pianificazione della ricostruzione di Gaza. Presentato nell'ottobre 2024 al premier palestinese Mohammad Mustafa e poi rilanciato da Tajani alla Conferenza Umanitaria Palestina, tenutasi a Pescara durante la Ministeriale Sviluppo del G7, il progetto vede come partner l'Undp, l'Università Iuav di Venezia e il Ministero della Pianificazione e Cooperazione Internazionale dell'Autorità Palestinese. Attivo già dall'inizio del 2025, il programma ha portato in missione per tre mesi due esperti Iuav in Palestina, dove è stato completato un primo studio sull'ubicazione dei centri per la ricostruzione. È in fase di conclusione la selezione di un team di undici esperti internazionali, scelti insieme alle Nazioni Unite, che lavoreranno stabilmente presso il Ministero palestinese. L'Italia, sottolineano fonti vicine al dossier, è quindi "già pienamente inserita nel meccanismo della ricostruzione".
Il secondo progetto riguarda invece l'assistenza sanitaria ai bambini palestinesi malati, attualmente in fase di realizzazione. Tra i partner figurano l'Ospedale Bambino Gesù di Roma e gli ospedali italiani di Amman e Karak in Giordania. Il Bambino Gesù sta valutando le strutture messe a disposizione dai due ospedali per accogliere i piccoli pazienti palestinesi e invierà a rotazione propri team medici per eseguire interventi chirurgici e seguire la degenza. Una prima missione si è già svolta ad Amman e una missione preparatoria partirà per Karak la prossima settimana. L'obiettivo è riuscire a curare decine di bambini ogni mese, evitando di doverli trasferire fino in Italia. Martedì partirà per la regione il vicedirettore della Cooperazione allo Sviluppo della Farnesina, Carlo Batori, per supervisionare il progetto. È inoltre in corso un'ulteriore collaborazione con l'ospedale italiano del Cairo, destinata a fornire un secondo livello di assistenza sanitaria alla popolazione di Gaza.
I riflettori di domani saranno puntati soprattutto su Trump, deciso a incassare quello che anche da ambienti a lui ostili viene considerato un successo diplomatico. Prima di recarsi a Sharm el-Sheikh, l'inquilino della Casa Bianca farà una breve tappa in Israele - la prima visita dal suo ritorno alla presidenza Usa - dove parlerà alla plenaria della Knesset. Il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha confermato che Trump si recherà in Medio Oriente già oggi per incontrare gli ostaggi israeliani che saranno rilasciati nella prima fase dell'accordo di pace tra Israele e Hamas. Il rilascio degli ostaggi è atteso nelle prossime ore.
Secondo il programma preliminare reso noto dai media egiziani, il vertice di Sharm el-Sheikh prenderà il via con un incontro tra il presidente al-Sisi e il presidente Trump, seguito da una sessione plenaria con i leader e i capi di stato partecipanti. A seguire, dopo la tradizionale foto di gruppo, al-Sisi e Trump rilasceranno dichiarazioni per illustrare gli obiettivi del vertice e i prossimi passi necessari per garantire la pace e agevolare le operazioni umanitarie a Gaza. Il calendario prevede inoltre una serie di incontri bilaterali tra i vari leader e le delegazioni, mentre alcuni punti dell'agenda sono ancora in corso di definizione. Intanto fonti palestinesi riferiscono che il valico di Rafah, che collega la Striscia di Gaza all'Egitto, sarà riaperto al transito dei civili martedì: le stesse fonti precisano che il controllo del lato gazawi del confine sarà affidato all'Autorità nazionale palestinese, affiancata da una missione Ue. (dall'inviato Antonio Atte)
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Gaza, ore decisive per rilascio ostaggi. Trump: "Guerra è finita". Netanyahu: "Inizia nuovo cammino"

(Adnkronos) - Ore decisive per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di non sapere con precisione quando l'organizzazione libererà i 20 ostaggi vivi che detiene nel corso della giornata di oggi lunedì 13 ottobre, ma prevede che il rilascio avvenga in mattinata secondo quanto riporta il Times of Israel.
Si prevede che il rilascio degli ostaggi vivi avvenga da più località a Gaza, ricorda la testata. "Saranno consegnati ai rappresentanti della Croce Rossa da Hamas, senza una cerimonia di rilascio, e verranno poi portati alle truppe delle Idf in attesa all'interno di Gaza. Gli ostaggi verranno quindi scortati fuori da Gaza alla base militare di Re'im vicino al confine per un controllo iniziale della salute fisica e mentale. Si prevede che alcuni familiari degli ostaggi aspetteranno presso la struttura di Re'im i loro cari".
Hamas potrebbe anche liberare gli ostaggi vivi in due gruppi, il primo alle 8 e il secondo alle 9 (ora locale), secondo quanto riferito da Channel 12, affermando che funzionari israeliani e di Gaza sono stati aggiornati con queste informazioni e che i rilasci potrebbero avvenire prima. Stando a indiscrezioni precedenti, le procedure potrebbero iniziare tra le 4 e le 6 del mattino.
Hamas dovrebbe anche iniziare a restituire oggi i resti degli ostaggi morti, anche se le Idf non conoscono il numero di salme che Hamas consegnerà inizialmente. La milizia palestinese ha detto ai mediatori di non sapere dove si trovano alcuni dei corpi degli ostaggi uccisi, il che potrebbe ritardare la restituzione dei corpi. L'esercito prevede che i corpi degli uccisi vengano restituiti nell'arco di diversi giorni alle truppe presenti a Gaza, dove si terrà una piccola cerimonia, guidata da un rabbino militare, in loro memoria.
"Il cessate il fuoco reggerà. La guerra è finita”, ha affermato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump parlando con i giornalisti prima di salire sull'Air Force One che lo porta in Medio Oriente. "Ieri 500.000 persone hanno partecipato a una manifestazione in Israele e hanno applaudito a questo accordo. C'è sostegno anche nel mondo arabo", ha detto ancora il tycoon. "E' qualcosa che non è mai successo in precedenza", ha aggiunto.
Israele, grazie alla sua unità, ha ottenuto "vittorie spettacolari" nel corso degli ultimi due anni di guerra, ma la lotta "non è ancora finita", ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyahu in un videomessaggio alla nazione, alla vigilia della liberazione degli ostaggi. È "una serata emozionante, una serata di gioia, perché i nostri figli torneranno ai nostri confini", ha detto il premier, citando un versetto biblico e pronosticando "l'inizio di un nuovo cammino, un percorso di costruzione, di guarigione e, spero, di unione di cuori".
Netanyahu ha iniziato il suo discorso affermando che il rilascio degli ostaggi è un "evento storico che alcune persone non credevano sarebbe accaduto". "So che ci sono molti dibattiti tra noi, ma in questo giorno, e spero anche nel periodo che sta per arrivare, abbiamo tutte le ragioni per metterli da parte, perché con la forza congiunta, abbiamo ottenuto vittorie spettacolari, vittorie che hanno stupito il mondo intero", ha proseguito, sottolineando che ovunque Israele ha combattuto, ha vinto.
"Ma allo stesso tempo devo dirvi, la lotta non è finita", ha continuato il premier israeliano, parlando di "grandi sfide per la sicurezza davanti a noi" e avvertendo che "alcuni dei nostri nemici stanno cercando di riprendersi per attaccarci di nuovo". "Siamo al comando della situazione", ha affermato, sostenendo che gli israeliani, lavorando insieme, potranno "superare le sfide e cogliere le opportunità". Dopodiché ha ricordato le promesse fatte alle famiglie degli ostaggi e ringraziato sia i soldati delle Forze di difesa israeliane e le famiglie dei caduti, sia i cittadini del Paese che "hanno tenuto duro giorno dopo giorno".
Intanto si terrà nel pomeriggio di oggi a Sharm-el-Sheikh un vertice presieduto da Donald Trump e Abdel Fatah al-Sisi dedicato alla pace a Gaza e più in generale in Medio Oriente. Vi prenderanno parte i leader di una ventina di Paesi, fra cui Emmanuel Macron, Keier Starmer, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, Recep Tayyip Erdogan che nelle ultime settimane ha intensificato i suoi sforzi di mediazione, Antonio Guterres, la premier Giorgia Meloni e Pedro Sanchez. Non ci saranno rappresentanti di Israele e di Hamas, ha scritto oggi il Times of Israel. L'obiettivo del vertice è "porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, rafforzare l'impegno per arrivare alla pace e alla stabilità in Medio Oriente, e aprire una nuove era nella sicurezza e stabilità della regione".
"Nessun funzionario israeliano parteciperà", ha confermato all'Afp Shosh Bedrosian, portavoce di Netanyahu. Ci sarà il presidente dell'Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, ha reso noto il canale qatariota Al-Araby, ripreso dal Times of Israel.
Teheran ha confermato di aver ricevuto un invito ufficiale dal Cairo per partecipare al vertice su Gaza che si svolgerà domani a Sharm El-Sheikh, hanno riferito i media statali, senza indicare se un rappresentante delle istituzioni iraniane parteciperà all'evento. Durante una riunione di gabinetto, il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha informato il governo sull'invito dell'Egitto al presidente Masoud Pezeshkian, "il successivo rifiuto dell'Iran e un successivo invito esteso al ministro degli esteri", ha riferito l'agenzia di stampa statale Irna, senza rivelare se Araghchi parteciperà.

(Adnkronos) - La Russia ha già programmato la 'rinascita' del suo esercito, in particolare con un incremento nella produzione di tank, e dopo la guerra in Ucraina potrà rappresentare sin da subito una potenziale minaccia per la Nato. Le industrie lavorano per produrre carri e ricreare le scorte dopo le enormi perdite accusate nella guerra in Ucraina. Mosca si concentra in particolare sull'incremento della produzione T-90. Per l'Institute for the study of war, il think tank americano che monitora il conflitto in Ucraina dall'inizio, si tratta di un segnale chiaro: "La Russia intende rappresentare una minaccia militare a lungo termine per la Nato".
A definire il quadro contribuiscono le informazioni e i dati diffusi da Frontelligence Insight, una fonte di intelligence open source. Sulla base di documenti di Uralvagonzavod (UVZ), principale produttore russo di tank, si evidenzia che l'obiettivo di Mosca è aumentare la produzione di T-90 dell'80% entro il 2028 e lanciare la produzione del nuovo mezzo T-90M2. I documenti, visionati da ISW ma non verificati dal think tank, fanno riferimento in particolare ad un incremento della produzione a partire dal 2027.
L'obiettivo è arrivare a sfornare 428 tank T-90M and T-90M2 nel 2028. Tra il 2027 e il 2029, in totale dovrebbero uscire dalle fabbriche almeno 1.118 mezzi. Per centrare il traguardo, i ritmi di produzione dovrebbero cambiare radicalmente. Secondo le informazioni diffuse dai blogger militari russi, dal 24 febbraio 2022 a luglio 2025 la Russia ha prodotto in totale tra 540 e 630 carri.
Gli obiettivi relativi ai T-90 potrebbero rivelarsi eccessivamente ambiziosi. I piani, però, indicano comunque che la Russia cerca di riarmarsi e sta creando le condizioni per rappresentare una significativa minaccia militare a lungo termine per la NATO ben oltre la fine dell'attuale guerra in Ucraina. I programmi relativi ai tank comprendono anche interventi produrre nel complesso oltre 2000 tank fino al 2036 se si allarga il discorso ai T-72B3M.
Negli ultimi mesi di guerra in Ucraina, evidenzia l'ISW, Mosca ha ridotto l'invio di carri sul terreno, fino ad azzerare quasi l'impiego di tank. I mezzi vengono conservati e, in teoria, accumulati per un utilizzo successivo. Nelle operazioni a breve termine dovrebbero essere schierati soprattutto T-72 rinnovati. Nella fase attuale del conflitto, gli assalti meccanizzati sono divenuti più rari ma non sono stati accantonati totalmente. Il monitoraggio dell'ISW sottolinea che l'utilizzo dei tank è spesso abbinato a condizioni meteo che rendono più complesso, per l'Ucraina, l'impiego proficuo di droni. Quando la difesa di Kiev non può disporre in pieno dei propri mezzi, la Russia schiera i tank in maniera più ampia.
"La Russia -afferma l'ISW- avrà probabilmente a disposizione una significativa potenza di combattimento entro pochi mesi dalla fine dei combattimenti attivi in Ucraina e potrà rapidamente schierarla sul fianco orientale della Nato".
L'allarme per la Nato, però, secondo il think tank deve scattare a prescindere dai programmi dell'industria bellica russa. "L'Isw non ha osservato alcuna indicazione che il comando militare russo debba attendere che l'esercito si ricostituisca al massimo delle sue forze prima di intensificare i suoi attacchi contro gli stati membri della Nato", le conclusioni a cui approda l'Isw. "Di fatto, la Russia potrebbe attaccare prima di quel momento se la Nato non riuscisse a stabilire la deterrenza", è la sintesi.
La guerra in Ucraina rappresenta un continuo collaudo per l'apparato militare di Mosca: "La Russia sta attualmente acquisendo una significativa esperienza nella guerra moderna in un teatro in continua evoluzione caratterizzato da un ciclo di innovazione estremamente breve". L'aggiornamento è continuo e avviene, paradossalmente, in "una guerra di logoramento condotta dalla fanteria in Ucraina, un conflitto che l'Europa non ha intrapreso dagli anni '40. La Nato e i suoi alleati devono prepararsi a scoraggiare e, se necessario, sconfiggere le minacce che la Russia probabilmente rappresenterà immediatamente dopo la fine dei combattimenti attivi in Ucraina, ma anche in futuro".
Leggi tutto: Russia, il piano fino al 2028: migliaia di tank, il messaggio per la Nato

(Adnkronos) - E' morto all'età di 67 anni Cesare Paciotti, l'imprenditore calzaturiero. Lo riferisce il 'Corriere Adriatico' spiegando che il decesso è avvenuto attorno alle 19 di domenica nella sua villa di campagna di Civitanova Marche.
L'azienda che guidava era stata fondata nel 1948 dai suoi genitori Giuseppe e Cecilia Paciotti. Negli anni Ottanta, il figlio Cesare aveva preso le redini dell’azienda di calzature artigianali fondata a Civitanova Marche ribattezzandola con il proprio nome, Cesare Paciotti.
Leggi tutto: Morto Cesare Paciotti, l'imprenditore calzaturiero aveva 67 anni

(Adnkronos) - Il nuovo governo francese che sarà guidato da Sébastien Lecornu è stato appena nominato ed è costituito da 34 ministri. I ministri della Giustizia Gérald Darmanin, degli Esteri, Jean-Noel Barrot e della Cultura, Rachida Dati sono stati riconfermati.
Il prefetto di Polizia di Parigi, Laurent Nunez, è stato nominato al ministero dell'Interno e sostituirà Bruno Retaillau. Il presidente e direttore generale della Sncf, Jean-Pierre Farandu, è stato nominato ministro del Lavoro.
Leggi tutto: Francia, nominato governo Lecornu II con 34 ministri: Barrot e Darmanin confermati

(Adnkronos) - "Le donne devono essere libere di scegliere senza farsi condizionare. È maleducato dire a una signora che è ‘di una certa età’: lo posso dire io di me stessa, ma non accettarlo da altri". Dopo le critiche ricevute da Marcella Bella a Ballando con le stelle, Edwige Fenech interviene in sua difesa con parole nette e solidali. Ospite di Francesca Fialdini a 'Da noi… a ruota libera' su Rai1, l’attrice e produttrice — icona del cinema italiano degli anni Settanta — ha esteso il suo pensiero al mondo dello spettacolo e alla rappresentazione femminile: "Mi auguro che anche in Italia si valorizzino le donne mature come in America. L’età regala profondità, verità e spessore ai personaggi".
L'attrice ha parlato anche di molestie: "Io non ho mai denunciato perché a quell'epoca ero una giovanissima ragazza, avevo circa 20 anni e la persona che si è dimostrata poco corretta nei miei confronti era una persona estremamente famosa. Io ero una giovane attrice... Accadde durante un provino, in cui eravamo solo io e lui. Era difficile a quell'epoca dire la verità, dire 'questa persona mi ha molestata', era impossibile: non mi avrebbe creduto nessuno, era un po' Davide contro Golia".
Oggi per Edwige Fenech la libertà passa anche attraverso la danza, una passione ritrovata proprio dopo la sua partecipazione a Ballando con le stelle: "Da allora prendo lezioni due volte a settimana. Non per gareggiare o esibirmi, ma per me stessa. Ballare mi fa sentire viva, libera, leggera".
Dalla sua nuova vita in Portogallo, accanto al figlio e ai nipoti, l’attrice racconta di aver trovato un equilibrio diverso: "La danza mi regala energia e buonumore. Quando ballo, torno ragazza — ma con la serenità che solo l’età ti dà".
Leggi tutto: Edwige Fenech sulle critiche ricevute da Marcella Bella: le parole dell’attrice

(Adnkronos) - Uno sciame sismico è stato registrato dalle prime ore del pomeriggio di oggi domenica 12 ottobre nell'area dei Campi Flegrei. Diverse le scosse di terremoto registrate dall'Ingv, quelle di maggiore intensità di magnitudo 2.5 alle 15.35 e alle 17.01. Non si hanno notizie di danni o feriti.
Leggi tutto: Campi Flegrei, sciame sismico: scossa più forte di magnitudo 2.5

(Adnkronos) - Almeno quattro persone sono state uccise in una sparatoria in un ristorante sull'isola di St Helena nella Carolina del Sud, dove un aggressore ha aperto il fuoco poco dopo la mezzanotte di domenica, ha riferito la polizia locale in un comunicato. Centinaia di persone si trovavano all'interno del ristorante in quel momento. Altre quattro sono state ricoverate in ospedale con ferite potenzialmente mortali, e almeno altre 20 sono rimaste ferite, hanno aggiunto le autorità. L'Ufficio dello Sceriffo della Contea di Beaufort non ha fornito ulteriori dettagli sull'incidente, comprese le circostanze della sparatoria o un possibile movente.
Leggi tutto: Usa, sparatoria in un ristorante della Carolina del Sud: almeno 4 morti

(Adnkronos) - "Mr Fafo è stato ucciso a Gaza". La tv israeliana Kann rilancia la notizia diffusa inizialmente su diversi canali Telegram. Saleh al-Jafrawi, definito dall'emittente la 'stella web di Gaza', sarebbe stato ucciso dai clan che si oppongono ad Hamas nella Striscia. Dall'ottobre 2023, al-Jafrawi è diventato una figura sempre più nota sui social. La sua presenza in numerosi video, spesso nelle vesti di giornalista con la pettorina 'press', è stata accostata alla propaganda di Hamas. Sui social, profili filo-israeliani hanno evidenziato la presenza di al-Jafrawi in molti video in cui l'uomo avrebbe 'interpretato' ruoli diversi - dal medico al donatore di sangue - apparendo anche in condizioni critiche.
Al-Jafarawi si presentò sui social il 7 ottobre 2023 con un video che celebrava gli attacchi di Hamas contro Israele. Successivamente, pubblicò una clip in cui assisteva terrorizzato ai primi attacchi israeliani. Profili pro-Israele accostarono i due video, creando il nickname Mr Fafo, acronico di 'Fuck around find out', traducibile con 'cerchi guai e li trovi'. La figura di Jafarawi, nel corso dei mesi, è stata accostata a raccolte fondi per gli abitanti di Gaza, con accuse relative all'uso del denaro ricevuto.
Leggi tutto: Gaza, tv Israele: "Mr Fafo ucciso in scontri nella Striscia"

(Adnkronos) - Tutti pazzi per il fonico di Ballando con le stelle. Nel corso della puntata andata in onda ieri, sabato 11 ottobre, un breve ma esilarante fuori programma ha catturato l'attenzione del pubblico e dei telespettatori: durante il cambio di scena, le telecamere hanno inquadrato per qualche secondo un tecnico del suono, che accortosi di essere ripreso, ha salutato con un sorriso che... ha conquistato tutti.
Una clip diventata in pochissimo tempo virale su X. Gli utenti, infatti, si sono scatenati in una vera e propria 'caccia', sperando di risalire all'identità dell'uomo. La richiesta di aiuto è arrivata anche ad Andrea DeLogu, ora concorrente del dance show di Rai1, che ha promesso su X: "Domani ci lavoro". Ma a risolvere il mistero ci ha pensato Selvaggia Lucarelli.
La giornalista ha svelato il nome dell'uomo senza svelare tuttavia altri dettagli: "Tutti si stanno chiedendo chi sia il vero protagonista della serata twittarola di ieri sera. Si chiama Fabrizio poi non dite che non sono collaborativa", ha scritto.
Leggi tutto: Ballando, inquadrano il fonico ed è caccia al nome. Lucarelli: "Si chiama Fabrizio"

(Adnkronos) - Woody Allen "devastato" dalla morte di Diane Keaton. A poche ore dalla notizia del decesso dell'attrice 79enne, una fonte vicina al regista e attore statunitense ha raccontato a 'People' lo stato d'animo dell'autore di 'Io e Annie', il film che li ha consacrati come una delle coppie artistiche più iconiche del cinema.
"Allen è estremamente sconvolto e addolorato", ha riferito la fonte. "Non sapeva nulla del suo stato di salute, nessuno sembrava saperlo. La notizia lo ha sorpreso completamente. E lo ha portato a riflettere sulla propria mortalità".
Allen e Keaton, protagonisti insieme del film cult 'Io e Annie' (1977), che valse a lei l'Oscar come miglior attrice e a lui quello per miglior film e miglior regia, si conobbero negli anni '60 e vissero anche una relazione sentimentale, durata poco, ma rimasta intensa sul piano umano e creativo per oltre mezzo secolo. "Sono rimasti amici per tutta la vita", ha aggiunto la fonte. "Lui la stimava moltissimo, la considerava unica". Il ruolo di Annie Hall era stato scritto da Allen pensando espressamente a lei, dopo aver già lavorato insieme in altri film. Quella commedia romantica non solo conquistò pubblico e critica, ma fu anche percepita come un ritratto, seppur romanzato, della loro relazione personale. "Non è vero, ma ci sono elementi di verità", disse Keaton al 'New York Times' all'epoca.
Woody Allen, da parte sua, non ha mai nascosto la sua ammirazione: "È una delle più grandi comiche naturali che abbia mai incontrato", dichiarò nel 1975. E il leggendario Johnny Carson commentò: "Sembrano fratello e sorella: entrambi riservati, ma lei è uno spirito libero. È onesta nell’essere se stessa, ed è una cosa rara".
Il legame fra i due non si interruppe mai: dopo 'Io e Annie', collaborarono ancora ad altri film tra i quali 'Manhattan' (1979) e 'Misterioso omicidio a Manhattan' (1993), dove Keaton sostituì Mia Farrow nel pieno del turbolento scandalo che travolse Allen.
Ora, alla vigilia dei suoi 90 anni, il regista si confronta con la perdita della donna che ha ispirato uno dei suoi film più celebri e che, più di chiunque altra, ha incarnato la sua idea di femminilità cinematografica: eccentrica, fragile, brillante. (di Paolo Martini)
Leggi tutto: Diane Keaton, Woody Allen "sconvolto e addolorato" dalla morte

(Adnkronos) - Claudia Dionigi e Lorenzo Riccardi sono diventati genitori per la seconda volta. Con un post condiviso su Instagram, la coppia di Uomini e Donne ha dato il benvenuto al secondogenito, il piccolo Leonardo nato ieri, sabato 11 ottobre.
Leonardo Maria arriva tre anni dopo la nascita della primogenita Maria Vittoria. I due genitori hanno annunciato la nascita con un video in cui mostrano la manina del neonato: "Benvenuto al mondo Leonardo Maria Riccardi", hanno scritto a corredo.
L'ex corteggiatrice aveva annunciato la seconda gravidanza lo scorso 13 maggio con un post su Instagram: "Sta arrivando lui. Non lo conosciamo ancora, ma lo amiamo da sempre. Arriverà a portare scompiglio, risate nuove, notti più corte…ma anche un amore che non si può spiegare. Un amore che non si divide, ma che si moltiplica e che fa esplodere di gioia la nostra famiglia".
Leggi tutto: Claudia Dionigi e Lorenzo Riccardi genitori bis: "Benvenuto al mondo Leonardo"

(Adnkronos) - Liam Gallagher è diventato nonno a 53 anni. Il frontman degli Oasis ha dato il benvenuto al suo primo nipotino. Ad annunciare la nascita del maschietto è stata la figlia del cantante, Molly Moorish, 27 anni, che ha condiviso la notizia su Instagram.
La didascalia dice solo, "A message to you, Rudy" (un messaggio per te, Rudy), svelando così il nome del primo figlio, nato dall’amore con Nathaniel Phillips, calciatore del Celtic Glasgow.
Molly è nata nel 1998 da una breve relazione tra il frontman degli Oasis - all’epoca sposato con Patsy Kensit - e la cantante Lisa Moorish.
"Non l’ho mai vista, ma sarebbe benvenuta nel mio mondo", aveva dichiarato nel 2017 in un’intervista a GQ Gallagher, che ha sempre provveduto al suo mantenimento. Molly ha conosciuto e incontrato il padre solo nel 2018, quando aveva ormai 21 anni.
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(Adnkronos) - Seconda telefonata in due giorni Volodymyr Zelensky e Donald Trump. "Ho appena parlato con il presidente degli Stati Uniti - per la seconda volta in due giorni - e anche la conversazione di oggi è stata molto produttiva", ha scritto in un post il presidente ucraino che ha chiesto maggiori difese aeree e missili in una chiamata con il suo omologo francese Emmanuel Macron.
Stando a quanto rivelato da Axios, ieri i due leader avevano discusso della possibilità che Washington fornisca a Kiev gli ambiti missili a lungo raggio Tomahawk, tema su cui Trump si starebbe avvicinando a una decisione. Secondo la testata è in programma un viaggio a Washington di una delegazione ucraina di alto livello, guidata dal capo di gabinetto di Zelensky Andriy Yermak e dalla premier Yulia Svyrydenko, la prossima settimana.
"Ieri abbiamo concordato una serie di argomenti da discutere oggi, e abbiamo coperto tutti gli aspetti della situazione: difesa della vita nel nostro Paese, rafforzamento delle nostre capacità - nella difesa aerea, resilienza e capacità a lungo raggio. Abbiamo anche discusso molti dettagli relativi al settore energetico", ha scritto ancora Zelensky, aggiungendo che Trump "è ben informato su tutto ciò che sta accadendo", che i due hanno "concordato di continuare il nostro dialogo" e che i rispettivi team stanno "facendo i preparativi".
La possibilità che gli Stati Uniti acconsentano a rifornire l'Ucraina di missili Tomahawk a lungo raggio è un tema "di estrema preoccupazione", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov al giornalista della televisione di Stato russa Pavel Zarubin, in dichiarazioni pubblicate oggi e riprese da diversi media internazionali. "Ora è davvero un momento molto drammatico in termini del fatto che le tensioni si stanno intensificando da tutte le parti", ha aggiunto.
Nel corso di una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, Zelensky ha evidenziato la necessità di mezzi per la difesa aerea e missili per far fronte ai continui attacchi russi. "L'ho informato sulle nostre esigenze prioritarie, prima di tutto sistemi di difesa aerea e missili", ha scritto il presidente ucraino in un post sui social, aggiungendo che Mosca "sta approfittando del momento, del fatto che il Medio Oriente e le questioni interne in ogni Paese stanno ricevendo la massima attenzione" per sferrare attacchi "ancora più vili".
"Abbiamo discusso di come contrastare tutto questo. In particolare, stiamo lavorando per espandere l'iniziativa Purl", ha proseguito il presidente ucraino, riferendosi al sistema attraverso il quale gli alleati Nato acquistano armi statunitensi per fornirle all'Ucraina. "Abbiamo anche coordinato i nostri contatti con altri partner e i nostri passi diplomatici per le prossime settimane. Stiamo lavorando per aumentare la pressione sulla Russia", ha concluso.
La Russia ha lanciato contro i civili e le infrastrutture dell'energia in Ucraina, solo questa settimana, più di 3.100 droni, 92 missili e circa 1.360 bombe plananti, ha denunciato Zelensky in un post su X. "Ogni giorno la Russia uccide i nostri civili. Ieri a Kostiantynivka un bambino è stato ucciso in una chiesa da una bomba. La Russia si sente autorizzata all'escalation degli attacchi, sfruttando apertamente il fatto che il mondo è concentrato sulla pace in Medio Oriente. Per questo è necessario non consentire un calo delle pressioni che devono rimanere sul tavolo perché solo questo approccio può aprire la strada a una pace duratura per l'Europa, in parallelo con il processo in Medio Oriente".

(Adnkronos) - "Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state davvero gite? A che cosa sono servite? Secondo me sono state incoraggiate e valorizzate perché servivano effettivamente all'inverso. Servivano a dirci che l'antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l'antisemitismo era una questione fascista e basta". Sono le parole della ministra della Famiglia e per le Pari opportunità Eugenia Roccella nel suo intervento all'evento 'La storia stravolta e il futuro da costruire', organizzato dall'Ucei e in corso al Cnel di Roma.
"E quindi - prosegue Roccella - che il problema era essere antifascisti, non essere antisemiti, non controllare fino in fondo quello che è avvenuto nel nostro passato, non fare i conti fino in fondo con quello che è avvenuto. Io penso che il problema oggi è proprio questo: fare i conti con il nostro antisemitismo, fare i conti con il nostro passato senza illuderci che tutto si è affinato in un'epoca storica e in un'area politica, cosa che trovo difficile sostenere".
"Fin dall'inizio (dal 7 ottobre) non c'è stato moto unanime di solidarietà che ci saremmo aspettati: non è che ci sia stato un cammino per cui il 7 ottobre è stato dimenticato. Credo sia mancato dall'inizio qualcosa. Credo ci fosse un antisemitismo strisciante con cui Italia non ha mai fatto i conti fino in fondo, e che aveva già cominciato ad agire. L'antisemitismo fa leggere questa storia in questo modo, vedendo l'azione di Israele come sproporzionata", ha detto ancora Roccella.
"Siamo di fronte a una nuova pagina della guerra e dell'ennesimo conflitto israelo-palestinese - ha affermato la ministra - Ma di fronte a questa nuova pagina, che comincerà con il tanto atteso ritorno degli ostaggi, se ne deve aprire una di riflessione: a questo dovrebbero essere deputate le aule universitarie e dovrebbero pensare i docenti universitari. Le università sono stati fra i peggiori luoghi di non-riflessione: l'ultimo segnale negativo arriva dall'Università di Bologna, dove il senato accademico ha votato una mozione per non avere più collaborazioni con le università israeliane. Di fronte a tutto questo, serve trovare altri luoghi dove riflettere e pensare, da cui si può arrivare a quei ragazzi che manifestano in maniera inconsapevole, ma non innocente, per una Palestina dal fiume al mare, per la difesa di Hamas, con slogan orribili sul 7 ottobre. Aprire una nuova pagina è compito nostro e vostro".
"Il 7 ottobre - ha proseguito - è stata valicata una frontiera dell'umano, una data che si pensava sarebbe rimasta nella nostra coscienza universale. Non solo non è stato così ma non lo è stato neanche all'inizio, si è pensato che questo orrore sia stato sommerso da altri fatti, partigianerie di altro genere. Ma in realtà non ho visto sin dall'inizio una reazione unanime di dolore e partecipazione. Non c'è mai stata una manifestazione di massa, di piena partecipazione, a difesa degli ostaggi, per esempio. O che dicesse 'Hamas deve rilasciare gli ostaggi senza condizioni'. Davanti a quei ragazzi, in particolare quelli che parteciparono al Nova Festival nel modo in cui tutti i ragazzi occidentali vivono quei momenti di festa, ci doveva essere una immediata identificazione di come quei ragazzi stavano festeggiando e vivendo. Mentre per altri quella è la configurazione del male occidentale. Non ho visto movimenti studenteschi che difendessero quel modo di vivere, che è anche il loro, che difendessero la libertà di quei ragazzi, identificandosi in loro. Non c'è stato".

(Adnkronos) - Una Citroen C4 con a bordo tre ragazzi, a forte velocità ha perso il controllo e si è cappottata incendiandosi, tra la Tangenziale Sud e la strada regionale 62, a Verona. Sul posto sono intervenuti il Suem 118 con automedica, i vigili del fuoco e la polizia locale per i rilievi. Il conducente dell'auto e i due passeggeri sono stati trasferiti al Polo Confortini e gli agenti hanno richiesto gli esami alcolemici per verificare le condizioni psicofisiche. Nessuno dei tre sembra essere in pericolo di vita. L'incidente è avvenuto questa mattina presto, e la strada è stata riaperta al traffico dopo la pulizia dai detriti.
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