Dg Melis: 'Governo renda operativo fondo equity per gli stadi'... 
Intervenendo presso la sede storica di CDP, in via Goito a Roma, durante la presentazione dell’iniziativa “Valore per il Territorio”, parte dell’evento dedicato ai 175 anni di Cassa Depositi e Prestiti, Francesca Sofia, Direttrice Generale di Fondazione CDP, ha richiamato il tema della fuga di competenze e il ruolo dei giovani nella costruzione del futuro del Paese. “Pensiamo che per trovare soluzioni nuove e davvero innovative siano necessarie idee nuove. E le idee nuove sono necessariamente idee giovani ecco perché ci rivolgiamo ai giovani”. La Direttrice di Fondazione CDP ha poi specificato che la Cassa è da sempre impegnata a finanziare la ricerca: “Il budget che destiniamo a questa iniziativa nello specifico è mezzo milione, ma ci sono altre risorse che la cassa mette costantemente in campo per sostenere la ricerca”. “Io parlo per la fondazione CDP” ha poi aggiunto. “La fondazione CDP ha tre pilastri intorno ai quali articola il proprio operato: uno è la ricerca. Fino ad oggi, abbiamo sostenuto nell'ultimo triennio più di 40 progetti di ricerca, quindi un segnale molto forte, con fondi significativi. Anche laddove stesse già incidendo il PNRR, abbiamo messo a disposizione risorse addizionali che consentano ai progetti di ricerca di continuare a macinare risultati e aggiungere conoscenza che possa essere trasformata in soluzioni fruibili da coloro che ne hanno bisogno”.
E' accaduto nel centro abitato di Lotzorai...
E' entrato armato nel parcheggio del Municipio, 49enne arrestato... 
"È stato un anno duro, ho avuto problemi con me stessa". Con queste parole Big Mama si racconta a Francesca Fagnani questa sera, martedì 18 novembre, ospite a Belve in onda su Rai 2 in prima serata. Dall'infanzia segnata dal bullismo, dall’autolesionismo e dai pensieri suicidi, all'amore e qualche 'trasgressione'.
"L’ultima volta che è stata lasciata all'improvviso reagì trasformando la sua stanza all'Einstein in una tenda hippy per la pratica del sesso libero. Che ha combinato?" chiede con un sorriso Fagnani. "Sono una grande fan del sesso libero. Mi è capitato di farlo con diverse persone, ma non insieme. Ho fatto esperienze...", confessa BigMama che poi definisce la cosa più trasgressiva "un bodybuilder". "Che vuol dire, è una pratica?" chiede la giornalista. "No, una persona. Un bodybuilder" dice la cantante. "Ma che c'è di trasgressivo!" chiosa Fagnani.
"Per me questo è stato un anno molto difficile" svela BigMama a Fagnani. "Perché?" chiede la giornalista. "L'esposizione che ho avuto negli ultimi anni mi ha fatto molto bene dal punto di vista lavorativo, ma essere così tanto esposta ai giudizi e ai pensieri delle persone mi ha fatto davvero male. E con questa cosa non ci convivo ancora bene".
"La scuola l'ho vissuta come un luogo di bullismo e quando ci torno adesso per parlare con i ragazzi ho paura" dice ancora BigMama. "A 13 anni ha avuto episodi di autolesionismo" ricorda Fagnani. "Mi tagliavo sulle braccia e ai miei genitori nascondevo tutto" prosegue la cantante, che proprio in quegli anni scrisse la canzone 'Charlotte'. "Il testo parla anche di suicidio. Lei ci ha pensato?" domanda Fagnani. "Pensare di averlo avuto in testa a un età più matura mi fa un certo effetto, pensare a una bambina per me è distruttivo" rivela BigMama.

È stata arrestata per stalking la donna di 60 anni di origine egiziana che ieri pomeriggio ha tentato di darsi fuoco a Ostia. La donna da tempo era contraria alla relazione tra suo figlio e la fidanzata. In passato la ragazza sarebbe stata più volte minacciata e per questo il padre della giovane, dopo l'episodio di lunedì 17 novembre, si è recato presso gli uffici di Polizia per formalizzare una denuncia nei confronti della 60enne.
Alle 14:45 di ieri, all'incrocio tra via Costanzo Casana e Via Arduino Forgiarini, la donna si è cosparsa di alcool e ha minacciato di darsi fuoco[1]: è stato un passante a toglierle l'accendino che aveva in mano, scongiurando così più gravi conseguenze. Subito dopo è stata trasportata in codice giallo all'ospedale G. B. Grassi di Ostia, dove è ancora ricoverata.

"Per i giovani, i giovani che studiano, che ricercano, che fanno conoscenza, l’occasione è il compleanno della Cassa". Ad affermarlo è Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, intervenendo a Roma, durante l’evento celebrativo per i 175 anni di Cdp, in occasione del quale è stato anche presentato il nuovo libro 'Famiglie e risparmio. Come cambiano le scelte finanziarie degli italiani'.
“Sono 175 anni che oggi ricorrono - ha spiegato - e che abbiamo voluto ricordare presentando un libro sul risparmio, un libro scientifico ma anche pensato per una diffusione più ampia, per mostrare il valore che il risparmio ha avuto nel corso dei decenni”. Il Presidente ha sottolineato che “il risparmio racconta da dove arrivano queste risorse, quanto sono, chi le gestisce nelle famiglie” e ha aggiunto che “non riguarda soltanto i nuclei familiari, ma anche le imprese, che sempre più spesso sono protagoniste del concetto di risparmio”.
Gorno Tempini ha infine richiamato il significato istituzionale e umano della giornata: “Oggi è una giornata speciale per noi, per tutte le donne e gli uomini che lavorano in Cassa Depositi e Prestiti e che fanno parte di un’istituzione così importante per il Paese”.
Il 25 novembre su iniziativa Centro commerciale naturale...
In programma tre doppi concerti e due live natalizi... 
“Starbucks rappresenta un esempio virtuoso che dovrebbero seguire molte altre realtà, perché è riuscita a raggiungere un livello di raccolta differenziata davvero significativo. La sua attenzione verso la comunità, l’ambiente e gli obiettivi indicati dall’Unione Europea è un modello da valorizzare e replicare”. E' quanto ha detto Stefano Marin, assessore ambiente, rifiuti, rapporti con i cittadini Municipio I Roma Capitale, durante il primo anniversario dall’inaugurazione dell'iconico Flagship Store a Roma ispirato al concetto 'Where coffee meets art'.
Secondo Marin, l’impegno del marchio nel gestire correttamente i rifiuti rappresenta un caso di eccellenza nel panorama cittadino: “Starbucks non solo adotta le migliori pratiche, ma ha anche formato accuratamente il proprio personale, perché la gestione del rifiuto è una questione complessa. Pensiamo semplicemente alla separazione tra plastica e alluminio: spesso viene trascurata, anche da strutture importanti. Qui, invece, si lavora con rigore e metodo”.
L’assessore ha evidenziato come un approccio così strutturato possa diventare un vero volano per attrarre nuovi investitori privati sul territorio: “Per invogliare altri operatori a investire a Roma occorre proprio portare l’esempio di Starbucks. La serietà nella gestione dei rifiuti e l’attenzione all’ambiente sono indicatori fondamentali per costruire una sinergia efficace tra pubblico e privato”.

Il gruppo farmaceutico Gsk e Fleming Initiative hanno annunciato oggi 6 nuovi programmi di ricerca denominati 'Grand Challenges', che sfruttano alcune delle migliori competenze scientifiche e le tecnologie più recenti, tra cui l'intelligenza artificiale avanzata, per trovare nuovi modi per rallentare il progresso dell'antimicrobico resistenza (Amr). Il rapporto Glass dell'Organizzazione mondiale della sanità, pubblicato lo scorso ottobre - sottolinea Gsk in una nota - evidenzia un peggioramento della situazione globale dell'Amr: circa 1 infezione batterica confermata in laboratorio su 6 è stata causata da batteri resistenti agli antibiotici, e si stima che i decessi annuali associati all'Amr aumenteranno del 74,5% passando da 4,71 milioni nel 2021 a 8,22 milioni nel 2050. La notizia del lancio delle 6 'Grandi sfide' coincide con due traguardi significativi: la Settimana mondiale di sensibilizzazione sull'Amr e l'80° anniversario del premio Nobel per lo sviluppo della penicillina, il primo antibiotico ad ampio spettro.
Tutti i nuovi programmi annunciati oggi inizieranno nel 2026, saranno interamente finanziati per 3 anni e saranno dedicati a 6 obiettivi: 1) Potenziare la scoperta di nuovi antibiotici per le infezioni batteriche Gram-negative; 2) Accelerare la scoperta di nuovi farmaci per combattere le infezioni fungine; 3) Migliorare la comprensione di come il nostro sistema immunitario risponde ai batteri resistenti ai farmaci, a partire dallo Staphylococcus aureus, per stimolare la ricerca sui vaccini; 4) Utilizzare la sorveglianza delle malattie e i dati ambientali per creare modelli di Ia che prevedano come emergono e si diffondono i patogeni resistenti ai farmaci; 5) Condurre una sperimentazione clinica innovativa per migliorare come e quando vengono prescritti gli antibiotici; 6) Utilizzare dati e approfondimenti della ricerca internazionale per indirizzare le politiche pubbliche, integrare interventi preventivi, accelerare R&S per anticipare l'Amr.
La Fleming Initiative - ricorda la nota - è una collaborazione innovativa istituita dall'Imperial College di Londra e dall'Imperial College Healthcare Nhs Trust, che riunisce ricercatori, responsabili politici, medici, esperti di comportamento, partner pubblico-privati per fornire competenze e abilità per offrire soluzioni adeguate all'Amr su scala globale. Gsk è diventato il primo partner fondatore dell'iniziativa, impegnandosi a stanziare 45 milioni di sterline di finanziamenti nel 2024 e sostenendo la missione di Fleming per contribuire a contrastare l'Amr in tutto il mondo, definendo una serie di 'Grandi sfide'.
Una delle nuove iniziative di ricerca mira a trovare soluzioni a uno dei principali ostacoli scientifici all'Amr: superare le difese dei batteri Gram-negativi, una delle minacce più preoccupanti per la salute umana. Questi batteri (tra cui Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae) hanno un complesso sistema di difesa dell'involucro cellulare che impedisce agli antibiotici di accumularsi all'interno della cellula. Concentrando la potenza dei supercomputer sui superbatteri, chimici, microbiologi ed esperti di intelligenza artificiale del Drug Discovery Hub dell'Imperial College collaboreranno con gli scienziati di Gsk e Agilent Technologies per utilizzare l'automazione avanzata e generare nuovi set di dati su diverse molecole per creare un modello di Ia/apprendimento automatico che migliorerà la capacità di progettare antibiotici per infezioni da Gram-negativi multiresistenti. Questi dati e i modelli di Ia saranno messi a disposizione degli scienziati di tutto il mondo nella speranza di accelerare lo sviluppo di una nuova generazione di antimicrobici.
In una seconda sfida annunciata oggi, gli scienziati guideranno la scoperta di nuovi farmaci per combattere le infezioni fungine, a partire dall'Aspergillus. Circa 2 milioni di casi di infezione da Aspergillus si verificano ogni anno, con tassi di mortalità superiori al 46% (nei pazienti in terapia intensiva ad alto rischio), a cui si aggiunge la diffusione della resistenza antifungina. Attualmente esistono solo 4 tipi di farmaci, che in genere agiscono sugli stessi siti all'interno delle cellule fungine. Questo nuovo programma utilizzerà l'Ia per identificare le vulnerabilità uniche dei funghi, al fine di supportare lo sviluppo di nuovi farmaci mirati.
Un terzo team di esperti inizierà a modellare la risposta immunitaria umana alle infezioni, a partire dallo Staphylococcus aureus, uno dei patogeni resistenti ai farmaci più pericolosi al mondo, che causa oltre 1 milione di decessi all'anno. I vaccini contro questo patogeno hanno finora fallito negli studi clinici a causa della mancanza di dati dettagliati e rilevanti per l'uomo sul comportamento batterico e sulle risposte immunitarie. Il nuovo team replicherà, in condizioni rigorosamente controllate e sicure, le infezioni del sito chirurgico per fornire dati chiave sulla progressione dell'infezione e sulla risposta immunitaria umana allo S. aureus, utili per lo sviluppo di nuovi vaccini.
In totale, circa 50 ricercatori saranno finanziati dalla partnership Gsk/Fleming Amr e lavoreranno soprattutto presso le strutture dell'Imperial College di Londra. La collaborazione multidisciplinare darà impulso a un campo di ricerca vitale che ha visto una forza lavoro in calo per la difficoltà ad attrarre le necessarie competenze scientifiche, come evidenziato dal rapporto dell'Amr Industry Alliance, 'Leaving the Lab' del 2024. Tutti i programmi di ricerca scientifica sono guidati da esperti dell'Imperial College e di Gsk.
"Nei 12 mesi trascorsi da quando abbiamo annunciato la nostra storica partnership tra Gsk e la Fleming Initiative sono stati compiuti enormi progressi - afferma Ara Darzi, Lord Professor Responsabile della Fleming Initiative - Ci auguriamo che questa ricerca sia un faro per la comunità scientifica e sottolinei l'urgente necessità di sforzi collaborativi per affrontare la crescente minaccia globale dell’Amr". Aggiunge il direttore scientifico di Gsk, Tony Wood: "Insieme apriremo nuovi approcci per la scoperta di nuovi antibiotici e anticiperemo e supereremo lo sviluppo della resistenza per trasformare il trattamento e la prevenzione delle infezioni gravi. Attualmente Gsk dispone di un promettente portafoglio di risorse rilevanti in fase di sviluppo, molte delle quali mirate a patogeni identificati come prioritari dall'Oms e dal Cdc statunitense. Continueremo a essere leader nell'ispirare un'azione molto più collettiva, a livello di industria, mondo accademico e politico, e credo che la nostra partnership con la Fleming Initiative rappresenti un nuovo passo importante in questa direzione".
Secondo Hugh Brady, professore e presidente dell'Imperial College di Londra, "l'Amr è una sfida globale che nessun laboratorio o istituzione può risolvere da solo. Affrontare l'aumento delle infezioni resistenti ai farmaci può essere fatto solo riunendo un'ampia gamma di competenze, provenienti da scienza, industria e politica, insieme al coinvolgimento del pubblico". Queste "ambiziose iniziative di ricerca - conclude Tim Orchard, professore e amministratore delegato dell'Imperial College Healthcare Nhs Trust - sono un fantastico esempio di questo tipo di collaborazione e di come la Fleming Initiative andrà a beneficio sia delle comunità locali che di quelle globali".

“Abbiamo concluso il primo anno del flagship di Piazza San Silvestro con grande soddisfazione. È stato un progetto complesso e affascinante, portato avanti sin dall’inizio da un team straordinario: 45-50 persone che ogni giorno lavorano per offrire un’esperienza piacevole a clienti provenienti da tutto il mondo”. Così Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia, in occasione del primo anniversario dall’inaugurazione dell'iconico Flagship Store a Roma ispirato al concetto “Where Coffee Meets Art”.
Catrambone ha sottolineato come il flagship di San Silvestro, il primo aperto da Starbucks nell’area Emea, sia diventato rapidamente un punto di riferimento sia per i turisti che per i clienti abituali alla ricerca di un’esperienza diversa rispetto allo Starbucks tradizionale. “Abbiamo ricevuto numerosi feedback positivi, soprattutto dai visitatori internazionali, che qui hanno trovato qualcosa di unico: oltre al nostro assortimento core, il negozio offre bevande reserve, proposte food dedicate e spazi pensati per socializzare, lavorare o organizzare eventi privati e aziendali”, ha spiegato.
Il general manager ha richiamato anche l’impegno crescente del brand sul fronte della sostenibilità: “In Italia abbiamo già 15 locali certificati come Greener Stores, frutto di interventi concreti per ridurre consumo d’acqua, energia e rifiuti, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente entro il 2030. Collaboriamo inoltre con enti locali per la donazione del cibo invenduto”. Durante l’evento, l’artista romano Lucamaleonte ha proseguito la realizzazione del grande murale che caratterizza la scala del flagship, completando una nuova sezione dedicata all’iconografia della Capitale. “Quando realizzò il primo murales lo fece a negozio chiuso; oggi vuole condividere con tutti noi questo momento creativo, mostrando dal vivo l’evoluzione dell’opera”, ha aggiunto Catrambone.

“La nostra filosofia è collaborare il più possibile con i privati. Il centro di Roma è il cuore nevralgico della città, con tutte le sue complessità, e proprio per questo è fondamentale costruire sinergie che permettano di renderlo sempre più bello, accattivante, attraente e decoroso". E' quanto ha dichiarato Lorenza Bonaccorsi, presidente del Municipio I Roma Capitale, durante la celebrazione del primo anniversario del Flagship Store Starbucks a Roma.
Bonaccorsi ha sottolineato l’importanza degli investitori privati e della loro presenza nel centro storico, definendoli un elemento essenziale per la vitalità e la qualità urbana del territorio. “In questi quattro anni di amministrazione abbiamo fatto un lavoro straordinario, partendo dai fondamentali: rimettere in sesto ciò che riguarda la cura del territorio. Penso in particolare al tema dei rifiuti. Oggi il centro di Roma è curato, pur sopportando una pressione enorme tra turisti e city users”, ha spiegato.
La presidente del Municipio I ha ricordato come il 2025 sia stato segnato da un’affluenza straordinaria legata al Giubileo e ai grandi eventi, una prova impegnativa per il territorio ma superata con risultati che l’amministrazione definisce soddisfacenti. “Abbiamo lavorato molto sulla manutenzione di strade, piazze e palazzi di nostra competenza, mantenendo un dialogo costante con gli investitori. Sono questi gli ingredienti necessari affinché Roma resti attrattiva: una città che funziona, che si presenta bene e che attira chi vuole investire e contribuire al suo sviluppo”, ha aggiunto Bonaccorsi. Ricordando il valore simbolico del flagship di Starbucks come presenza internazionale nel cuore della Capitale, Bonaccorsi ha concluso sottolineando il ruolo del lavoro di squadra: “I numeri degli ultimi mesi, tra grandi eventi e flussi turistici, dimostrano che la città può crescere se pubblico e privato si muovono insieme”.

Brusco calo delle temperature e neve in pianura. Ci sono grosse novità per il prossimo weekend di sabato 22 e domenica 23 novembre. "Dopo una lunga novembrata, con massime oltre i 20°C anche al Nord, cambia tutto" dice all'Adnkronos Lorenzo Tedici, meteorologo de 'iLMeteo.it'. "Nel giro di 2-3 giorni, aria artica di origine norvegese raggiungerà il Mediterraneo, causando la formazione di un ciclone invernale, un 'winter vortex': entro venerdì le temperature caleranno anche di 10°C e registreremo locali gelate in Pianura Padana. Da una quasi coda-estiva piomberemo in un anticipo di inverno".
"Da venerdì, oltre all'aumento del freddo, troveremo anche qualche fiocco bianco a bassa quota al Nord - continua Tedici -, non si esclude la possibilità di neve in pianura seppur bagnata e molto localizzata. Le zone dove questo fenomeno potrebbe verificarsi sono quelle comprese tra Emilia, Basso Piemonte e Lombardia. Sarà una caccia al fiocco di neve in pianura, in anticipo di circa un mese rispetto al bianco Natale". "Le temperature resteranno sotto la media del periodo anche sabato e domenica; sabato avremo ancora maltempo da Nord a Sud (neve a quote collinari al settentrione), domenica è prevista invece una tregua prima di un nuovo ciclone in arrivo lunedì. Un periodo decisamente turbolento e via via più freddo con il winter vortex", conclude Tedici.

Si è tenuto oggi, nella sede del Parlamento europeo di Bruxelles, il convegno "Come la produzione zootecnica europea può garantire accessibilità al cibo e sicurezza alimentare e nutrizionale per i cittadini dell’Ue, organizzato da Renew Europe e patrocinato dall'eurodeputato belga Benoit Cassart, allevatore e co-presidente dell’intergruppo zootecnia sostenibile. La kermesse nasce con l’obiettivo di creare una piattaforma di confronto tra istituzioni, accademia, imprese, mondo dell’innovazione e società civile, nel contesto delle politiche europee e di una narrazione sul settore degli allevamenti che, a detta degli organizzatori, spesso risulta distorta da impostazioni ideologiche e antiscientifiche. Al centro dei lavori il ruolo della produzione zootecnica nel contesto di una nutrizione adeguata: la sfida, sulla quale si sono confrontati ricercatori, esperti e decisori politici, è quella di bilanciare densità nutrizionale e livelli di trasformazione degli alimenti nel contesto di diete culturalmente e territorialmente appropriate.
"Anni di criminalizzazione dell’allevamento e delle proteine animali hanno fatto sì che carne e latticini siano per molte persone il male assoluto da un punto di vista della salute e dell’ambiente", ha commentato Cassart. "Nessuno vuole promuovere un consumo eccessivo di carne. Ma grazie a illustri professori universitari, ci siamo finalmente potuti concentrare sugli impatti di una dieta troppo debole in proteine animali, e abbiamo visto che i danni sono importanti, indubbiamente sulla salute ma anche sul clima, perché l’allevamento ha un ruolo centrale da giocare per permettere all’Europa di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di bio-economia". Nel dibattito seguito agli interventi dei relatori sono intervenuti diversi esponenti della Commissione Europea (DG Sante), della'Organizzazione Onu per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e di Farm Europe, think tank brussellese specializzato in agricoltura.
Tra i relatori Alice Stanton (professoressa di Terapia cardiovascolare, Facoltà di Farmacia e Scienze biomolecolari al Royal College of Surgeons di Dublino), che nell’intervento al panel intitolato "Is forcing the reduction of Animal Source Foods part of the solution?" (Imporre la riduzione dei cibi di origine animale è parte della soluzione?) si è focalizzata sugli aspetti nutrizionali delle fonti proteiche animali e dei rischi per la salute a fronte di una carenza di macro e micronutrienti nell'alimentazione. "Nel 2025, il mondo si trova ad affrontare sia una crisi climatica che una crisi della biodiversità, e il sistema alimentare contribuisce in modo significativo a entrambe. Per alcuni, la soluzione è semplice: l’assunzione di alimenti di origine animale (Asf, Animal Source Foods) dovrebbe essere notevolmente ridotta, mentre il consumo di alimenti di origine vegetale (Psf, Plant Source Foods) dovrebbe aumentare considerevolmente. Tuttavia, tali riduzioni forzate degli Asf comportano gravi rischi per la salute umana", ha avvertito la professoressa, sottolineando come "le evidenze provenienti da studi osservazionali, di modellizzazione e da interventi sperimentali indicano chiaramente che le forti riduzioni degli Asf, previste da molte diete a base vegetale, peggioreranno le già diffuse carenze di micronutrienti", andando a colpire "in particolare i gruppi vulnerabili, tra cui donne, bambini e anziani".
"I benefici delle diete a base vegetale nella protezione contro le malattie non trasmissibili (Ncds) sembrano essere più fortemente associati alla riduzione dell’apporto calorico e di sale, e all’aumento del consumo di frutta, verdura, frutta a guscio e cereali integrali, piuttosto che alla diminuzione di proteine animali", ha proseguito Stanton. "Infatti, un maggiore consumo di latticini e prodotti ittici è associato a una protezione contro obesità, diabete, infarti, ictus, malattie cerebrali e alcuni tipi di cancro. Inoltre, il consumo di carne di pollame e uova sembra non avere alcun impatto sulle Ncds ed eventuali effetti negativi assoluti del consumo di carne rossa e lavorata sono minimi, incerti e tendono a ridursi notevolmente, o a scomparire, quando tali alimenti vengono consumati all’interno di una dieta sana. Sono necessari rigorosi studi clinici randomizzati e controllati su tutte le nuove diete a base vegetale proposte come 'ecologicamente sostenibili' per fornire prove chiare dell’adeguatezza in termini di micronutrienti e proteine, con o senza l’uso di integratori, alimenti fortificati e/o biofortificati. Nel frattempo, il consumo di alimenti di origine animale ricchi di nutrienti e prodotti in modo sostenibile dovrebbe continuare a essere incluso nelle linee guida dietetiche nazionali e internazionali per una dieta sana ed equilibrata”, ha concluso la professoressa Stanton.
Successivamente, il professor Peer Ederer (Goal Sciences, Osservatorio globale sulle scienze zootecniche accurate) è intervenuto nel panel "What is the role of Livestock in food availability and affordability in the Eu?" (Qual è il ruolo della zootecnia nella disponibilità e nell'accessibilità economica dei prodotti alimentari nell'Ue?), evidenziando il ruolo cruciale svolto dagli allevamenti zootecnici nel garantire la sicurezza alimentare e l’accessibilità al cibo per tutti gli europei. "Più di 60 anni di politiche alimentari per la salute pubblica nei paesi ad alto reddito hanno fallito sotto diversi aspetti: i tassi di adozione delle diete raccomandate sono trascurabili, la salute metabolica è peggiorata, l’accessibilità economica degli alimenti più nutrienti è diminuita e la quota di cibi ultra-processati e artificiali è aumentata drasticamente. È dunque giunto il momento di un approccio diverso: piuttosto che promuovere diete universali basate su gruppi alimentari specifici con toni più o meno autoritari, è più promettente sottolineare la libertà di scelta personale, la varietà e la flessibilità secondo le preferenze culturali e sociali, e indicare le categorie alimentari rischiose per le quali esistono prove scientifiche inequivocabili degli effetti negativi", ha evidenziato.
"In Europa, in media, l’80% delle proteine biodisponibili nella nostra dieta proviene da alimenti di origine animale, suddivisi equamente tra carne e latticini, uova e pesce. L’unica alternativa nutrizionalmente valida per sostituire la quantità significativa di proteine derivanti dalla carne sono i legumi, cioè fagioli, piselli e lenticchie. Oggi, essi coprono meno dell’1% di questo fabbisogno. L’offerta dovrebbe quindi aumentare di 60 volte per colmare questa lacuna", ha osservato il professore. "La ragione del consumo minimo di legumi in Europa potrebbe essere legata a una saggezza evolutiva: i legumi sono tossici per l’uomo e diventano commestibili solo dopo un accurato lavaggio e una lunga cottura. Le ricette a base di legumi sono spesso molto speziate, salate, zuccherate o fermentate per migliorarne il gusto. Sostituire la carne con i legumi nelle diete europee appare quindi principalmente un’opzione teorica". Inoltre, ha proseguito Ederer, le proteine derivanti dai cereali in Europa "sono fino a quattro volte più costose di quelle provenienti da alimenti di origine animale, mentre le proteine da frutta e verdura risultano fino a dieci volte più costose. La ragione è la bassa concentrazione di proteine in questi alimenti. Il loro ruolo in una dieta equilibrata è piuttosto quello di fornire rispettivamente energia e micronutrienti come vitamine e minerali", ha concluso.
In seguito, il professor Frederic Leroy (Professore di Microbiologia industriale e Biotecnologia alimentare, Facoltà di Scienze e Scienze bioingegneristiche, Vrije Universiteit Brussel) è intervenuto ssu "Nourishment as a Right: Can We Make It a Reality?" (Il diritto all'alimentazione nutriente : possiamo trasformarlo in realtà?) focalizzandosi sul concetto di "nutrizione adeguata" rispetto ad una semplice "dieta sana". Leroy si è riferito ad una nuova ricerca scientifica riassunta nel "Nourishment table (Tavola nutrizionale), affermando che l'essere umano, in quanto onnivoro, "può adottare numerosi modelli e abitudini alimentari per raggiungere un nutrimento ottimale, anche in modi che possono entrare in conflitto con le linee guida dietetiche convenzionali. Tuttavia, esistono limiti a questa flessibilità alimentare, influenzati dalla densità dei nutrienti e dal grado di trasformazione degli alimenti", ha avvertito.
"Il potenziale nutritivo di una dieta tende a migliorare con l’inclusione di alimenti di origine animale, affiancati da una varietà di vegetali ricchi di nutrienti. Gli alimenti minimamente trasformati sono raccomandati come scelta alimentare preferibile, ma una certa quantità di alimenti moderatamente trasformati è comunque considerata benefica, soprattutto quando la dieta è prevalentemente a base vegetale, poiché contribuisce a ridurre le fitotossine e a migliorare la biodisponibilità dei nutrienti", anche se una trasformazione eccessiva "riduce la qualità del cibo, e le diete dominate da alimenti ultra-processati risultano dannose", ha spiegato Leroy. "Per fornire indicazioni nutrizionali più efficaci, la Nourishment Table pone l’accento sulla flessibilità e consente agli individui di scegliere autonomamente una varietà di alimenti sazianti e ricchi di nutrienti, entro i limiti stabiliti dall’evoluzione. I decisori politici dovrebbero condividere l’ambizione collettiva di rendere una nutrizione adeguata un diritto per tutti, affinché le popolazioni umane possano prosperare", ha concluso il professore.

Starbucks celebra il primo anniversario dall’inaugurazione del suo iconico Flagship store in Italia ispirato al concetto 'Where coffee meets art', aperto il 16 novembre 2024 in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del brand in Italia. L’evento celebrativo si è svolto oggi alla presenza delle istituzioni locali, di Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italy e di alcuni dei clienti più fedeli di Starbucks, nonché naturalmente di Lucamaleonte, l’eclettico artista romano che ha realizzato l’imponente murale che accoglie i visitatori al piano terra, ispirato al caffè, alla cultura romana e alla mitologia.
Nel corso dell’evento, Lucamaleonte ha realizzato una performance di live painting ampliando il suo artwork come prosecuzione del racconto visivo iniziato un anno fa. La giornata è proseguita con sessioni di degustazioni dedicate, ritratti dal vivo realizzati dall’illustratore Jacopo Ascari e da un dj set allestito nel Mixato Bar. Nel pomeriggio, inoltre, i visitatori sono stati coinvolti in workshop creativi di crochet condotti da Cecilia e Martina Tornati, fondatrici del brand Almace e di calligraffiti, a cura dell’artista Warios.
Situato in Piazza San Silvestro, nel cuore della Capitale, il Flagship presenta un format inedito, 'Where coffee meets art', che fonde arte, creatività e passione per il caffè. Lo store offre un’esperienza immersiva unica nel suo genere e rappresenta un punto d’incontro per la comunità romana e i visitatori provenienti da tutto il mondo, che trovano in Starbucks il perfetto Third Place, un luogo accogliente e fonte di ispirazione in cui sentirsi a casa, dove il rito del caffè si trasforma in un’esperienza culturale e condivisa. Il Flagship diventa così un punto di riferimento per la comunità, un luogo dinamico in cui il piacere del caffè si arricchisce di momenti di espressione artistica, scambio e connessione, consolidando il legame tra il brand e la città.
In un anno, il Flagship di San Silvestro ha sostenuto l’economia locale offrendo opportunità lavorative ad oltre 50 partner (dipendenti) e circa 7.000 ore di formazione. In questi primi 12 mesi, lo store ha ospitato numerosi eventi culturali, rafforzando il legame con il territorio grazie anche al sostegno di artisti emergenti e organizzato workshop e sessioni di coffee tasting, coniugando arte, caffè e sostenibilità in esperienze di condivisione e dialogo, perché “together is the best place to be”. Il Flagship è stato inoltre teatro a giugno della finale nazionale della Barista championship 2025, la competizione annuale che dal 2014 riunisce partner provenienti da 42 Paesi situati in Europa, Medio Oriente e Africa.
Oggi Starbucks conta in Italia 50 negozi - l’ultimo dei quali inaugurato a ottobre a Bolzano all’interno della High Street Gallery del nuovo complesso multifunzionale WaltherPark - e oltre 760 partner provenienti da dieci regioni: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana, Trentino-Alto Adige e Veneto. Le recenti iniziative del brand riaffermano il suo impegno a offrire una Starbucks Experience sempre più inclusiva e innovativa, come spazio di incontro focalizzato sulla connessione tra le persone. Tra queste vi è lo Starbucks Book Club, un percorso itinerante in cinque tappe alla scoperta dei grandi capolavori della letteratura, guidato dallo scrittore e autore Riccardo Pedicone. L’ultimo appuntamento sarà a dicembre proprio in uno store a Roma. Inoltre, in ottica di inclusione, Starbucks ha recentemente introdotto la price parity, eliminando il sovrapprezzo per le sue quattro alternative vegetali al latte – avena, soia, cocco e mandorla.
Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia, ha dichiarato: “Roma ha accolto il Flagship store Starbucks con entusiasmo e curiosità e siamo orgogliosi di celebrare questo primo anniversario insieme alla città e ai nostri partner, rinnovando l’impegno di Where Coffee Meets Art nel valorizzare l’arte e la comunità locale. Fin dal primo giorno, il nostro Flagship è diventato un luogo in cui il caffè è un linguaggio universale che unisce persone, generazioni e culture diverse. In un anno abbiamo visto crescere una comunità attiva, coinvolta e connessa, una comunità che riconosce in Starbucks non solo come un luogo di condivisione, ma anche come uno spazio di cultura e appartenenza. Continuiamo a credere in questo percorso, unendo qualità, innovazione e creatività per rendere ogni visita una Starbucks experience unica”.

Allarme minori: troppi adulti gli vendono illegalmente alcol, tabacco, azzardo e pornografia. Più della metà dei locali e rivenditori ignora i divieti di legge: il 53% dei locali continua a vendere alcolici ai minori anche se visibilmente alticci; il 60% dei rivenditori di tabacco non verifica l’età e il 46% dei minori ritiene che giocare moderatamente non sia pericoloso. Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti.
Dalla ricerca emerge una vendita “illegale” ai minori piuttosto diffusa di prodotti vietati tra i minori in Italia, nonostante i divieti di legge. La diffusione, sottolinea il Moige, è legata alla facilità e la complicità dei commercianti che non verificano l’età di chi compra, e vendono senza problemi anche ad acquirenti minorenni.
Il 94% del campione intervistato è consapevole del fatto che l’alcol può avere conseguenze nocive sulla salute. Tre intervistati su 4 affermano di averne parlato in famiglia e i genitori li hanno messi in guardia. Nove ragazzi su 10 dichiarano che anche i loro docenti hanno affrontato il tema in classe. Ciononostante, un terzo dei minori italiani dichiara di aver consumato bevande alcoliche, anche se con frequenze e intensità diverse. Il (28%) ha bevuto alcol almeno una volta e il 5% lo fa abitualmente (in aumento rispetto al 2023). I minori bevono alcol principalmente per sentirsi più energici e allegri (14%), rilassarsi (12%), ed essere più socievoli (10%). Gli alcolici vengono acquistati principalmente in locali, pub e discoteca (9%) e bar (8%), il 6% al supermercato. Il 59% dei rivenditori non ha verificato l’età di chi comprava alcolici e il 53% ha continuato a vendere alcolici ai minori anche se visibilmente alticci.
Il 28% ha fumato almeno una sigaretta
Quanto al fumo il 95% del campione intervistato sa che il fumo fa male, e che può comportare conseguenze serie e permanenti (85%). Il 28% ha fumato almeno una sigaretta. Di questi, il 8% lo fa abitualmente. I minori fumano principalmente per curiosità (20%) e per rilassarsi (9%). Il 76% dei fumatori lo fa in compagnia. Il 56% ha solo provato o fuma occasionalmente, tra i fumatori, la maggior parte (26%) fuma tra 1 e 5 sigarette, ma il 4% arriva ad un intero pacchetto da 20 a giorno e l’2% fuma anche oltre un pacchetto quotidianamente (dato raddoppiato rispetto al 2023). Le sigarette o tabacco trinciato vengono acquistate principalmente presso tabaccherie (45%) e distributori (22%). Il 17%, invece, le chiede ad amici.
Secondo la ricerca i minori che acquistano presso distributori automatici con controllo della tessera sanitaria utilizzano quella di amici più grandi (52%), o dei genitori o fratelli maggiori (38%). Nel 10% dei casi, invece, la verifica non era attiva. Per quanto riguarda i negozi fisici, invece, il 60% dei venditori non ha verificato l’età, e il 45% non ha negato la vendita anche sapendo che si trattava di un minore.
Dai dati della ricerca condotta dal Moige, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, il 33% degli intervistati ha fumato almeno una volta la sigaretta elettronica. A fumarla abitualmente è l'8% degli intervistati, a fronte di un 4% della precedente rilevazione del 2023. Il motivo che spinge a svapare è la curiosità (21%), la convinzione che sia meno dannosa delle sigarette tradizionali (10%), per rilassarsi (7%) e per smettere di fumare altri tipi di sigarette (4%). Il 5% (+2% rispetto al 2023) lo fa perché la fumano gli amici. Il 69% utilizza liquidi che contengono nicotina (+25% rispetto al 2023). Il 38% acquista sigarette elettroniche e ricariche in tabaccheria, il 19% presso distributori automatici e il 17% le chiede agli amici. Riguardo alle ricerche l’80% utilizza prodotti già confezionati e pronti all’uso.
Il 29% è entrato in una sala dedicata al gioco con vincita in denaro
Quanto al gioco, secondo i dati diffusi dal Moige, l’81% (-2% rispetto al 2023) dei ragazzi è consapevole del fatto che giocare spesso con giochi con vincita in denaro può avere conseguenze negative, ma solo il 46% crede che queste possano essere serie e permanenti. Il 59% riconosce come conseguenza grave il non essere più in grado di smettere, per il 34% comporta il ridursi il povertà, il 7% riconosce influenze le attività quotidiane. L’83% sa che questo tipo di attività è vietato ai minori di 18 anni, il 5% crede che l’età minima sia 16 anni, per il 4% è sufficiente avere 14 anni e per il 8% non è mai vietato. Il 46% ritiene che giocare moderatamente non sia pericoloso, mentre l’85% ritiene utile inserire un limite massimo di importo o di tempo per il gioco.
Il 29% è entrato in una sala dedicata al gioco con vincita in denaro, il 72% lo ha fatto con i coetanei. Il 68% conosce il divieto di accesso alle sale con vincite in denaro per i minori. Il 16% ha giocato almeno una volta presso agenzie per le scommesse, bar, tabaccherie, sale bingo, o altri luoghi simili. La tipologia di gioco più diffusa tra i minori è il gratta e vinci (30%), seguiti dalle scommesse sportive (22%), slot machine (12%) e Casinò (11%). Presso le attività commerciali, il 48% dice che sia stata controllata la sua età, il 50% dei gestori non si è rifiutato di far giocare un minore.
Il 64% dichiara che non sia possibile scambiarlo per un maggiorenne. Per quanto riguarda, invece, il gioco online con vincite in denaro, il 12% ci ha giocato almeno una volta, il 37% ne è venuto a conoscenza dagli amici, il 22% lo ha visto in tv. In rete si fanno principalmente scommesse sportive (7%), ma anche poker (in tutte le sue varianti), bingo, casinò e video lottery. Nel 30% dei siti non c’erano avvisi che dichiarano illegale quel gioco per i minori di 18 anni. Al momento dell’iscrizione, o non viene chiesta l’età (34%), oppure, semplicemente, i ragazzi mentono (47%).
Il 44% degli intervistati ha visto almeno una volta un contenuto pornografico, dannoso per il benessere psichico dei minori dal 49% degli intervistati. Per il 68% film e foto porno sono illegali per i minori di 18 anni, mentre per 22% si tratta solo di una raccomandazione, per il 10% basta avere almeno 14 anni. Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti.
Secondo i dati dell'indagine il 69% degli intervistati guarda questi contenuti da solo, il 23% con amici della stessa età, il 4% con il/la fidanzato/a, il 2% con amici più grandi e l’2% con adulti. Il 53% è venuto a conoscenza di contenuti pornografici da amici, il 21% li ha cercati su internet. Il mezzo più utilizzato è lo smartphone (36%), seguito da computer di casa (8%) e tablet (7%). Nel 41% dei casi non viene verificata l’età dell’acquirente, il 55% mente.
Aumentano i giovani che giocano ai videogiochi, solo 25% dichiara di non giocarci mai. Il 40% gioca 1 ora al giorno , il 75% gioca collegato online (il 40% sempre o spesso). Il 36% gioca da solo, il 36% con amici collegati online, il 20% con amici in presenza e il 3% con sconosciuti connessi in rete. I giochi preferiti sono quelli di azione e avventura (43%), ma anche sport (22%). Il device più utilizzato è lo smartphone (42%), seguito da console per videogiochi (38%). Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti.
Il 38% dei minori intervistati ritiene che i giochi con contenuti violenti o volgari non abbia alcuna conseguenza sul proprio benessere mentale. Il 9% crede che non esistano divieti per i giochi con contenuti violenti e volgari, e il 47% ammette di aver giocato almeno una volta con videogiochi vietati per la propria età.
Il 38%, secondo i dati diffusi dal Moige, ha scaricato nell’ultimo anno videogiochi non adatti per la loro età, nel 32% dei casi non erano presenti avvisi di divieto di età. Il 18% li ha fatti acquistare ai genitori il 17% li ha acquistati in negozio, l’8% su internet. Molti ragazzi (57%) riconoscono i simboli che accompagnano i videogiochi, come il Pegi. Il 60% è d’accordo nell'installazione del parental control.
La contraffazione è percepita in modo superficiale dagli adolescenti: il 33% non ha consapevolezza del fenomeno e il 13% lo riduce a una semplice “imitazione a basso costo”. Il 73% ritiene che riguardi tutti i settori, soprattutto abbigliamento, accessori e tecnologia. Il 70% sa che è un problema globale, non solo italiano. I canali di acquisto dei falsi sono sia online che offline (50%), ma internet è il principale: il 46% si imbatte spesso in offerte sospette su e-commerce e social. Sono alcuni dei dati che emergono dall'edizione 2025 dell'indagine “Venduti ai minori”, presentata nella Sala Matteotti della Camera dei deputati, condotta dal Movimento italiano genitori (Moige), in collaborazione con l’Istituto Piepoli per analizzare il fenomeno della vendita ai minori di prodotti vietati o inadatti: alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, videogiochi 18+ e prodotti contraffatti. L'indagine è stata condotta su 2.123 ragazzi fra i 10 e 18 anni non compiuti
Secondo l'indagine, molti ragazzi non sanno distinguere un prodotto autentico da uno contraffatto. I rischi percepiti riguardano soprattutto la scarsa qualità (67%), mentre pochi conoscono i pericoli per salute, sicurezza o le implicazioni legali; il 25% pensa che non ci siano rischi. Solo una minoranza sa che comprare falsi può essere sanzionato.
Nelle strategie di prevenzione, prevale il controllo delle recensioni online (37%). Gli acquisti contraffatti riguardano soprattutto abbigliamento (66%) e tecnologia (20%), ma anche cosmetici e cibo. Il 41% riconosce il falso dopo problemi tecnici, il 19% lo usa comunque, e un 10% prova vergogna per l’acquisto. Le motivazioni principali sono convenienza (35%), scelta (40%) e rapidità (27%). Il 72% non conosce le tecniche dei contraffattori, sempre più sofisticate e ingannevoli.

La lettera, l'abbonamento al giornale, l'ultima intervista. La morte delle gemelle Ellen e Alice Kessler, decedute insieme all'età di 89 anni per suicidio assistito, in Germania monopolizza in particolare l'attenzione dell'Abendzeitung il quotidiano bavarese a cui le due ballerine e cantanti erano particolarmente legate. Nella sua edizione online, il giornale evidenzia il rapporto affettivo costruito con le due abbonate speciali nel corso di decenni. E in un articolo oggi offre elementi che aiutano a comprendere la meticolosità e la razionalità della scelte delle due sorelle.
L'ultima lettera
"Poco prima della sua morte Alice Kessler[1] ha disdetto l'abbonamento all'Abendzeitung. Lunedì mattina (17 novembre), il postino ha consegnato una lettera all'Abendzeitung. Nella missiva, Alice cancellava l'abbonamento congiunto delle gemelle al giornale dopo decenni. Inizialmente aveva digitato al computer la data del 30 novembre, poi aveva corretto la data a mano con una penna a sfera: 17.11.2025", si legge sull'Abendzeitung. "Sotto c'era il suo autografo, forse l'ultimo della sua vita. Con una sottolineatura lunga e decisa, vibrante come le vite delle gemelle protagoniste. Un atto finale".
Sui media, si fa riferimento anche a regali che le gemelle avrebbero inviato nelle ultime ore a persone a cui erano legate. In almeno un caso, il dono sarebbe stato accompagnato dalla richiesta di aprire il pacchetto dopo la data del 17 novembre, quella scelta dalle sorelle per porre fine alle proprie vite.
I problemi fisici e l'intervista
Il quotidiano ricorda che "al gala per il 70° anniversario dell'Abendzeitung" le gemelle Kessler "si erano esibite. Alice aveva persino fatto la spaccata sul palco del Deutsches Theater tutto esaurito. A 81 anni!", quindi solo 8 anni fa. Il giornale offre elementi che possono aiutare a comprendere il quadro. Negli ultimi anni "Ellen aveva subito interventi chirurgici ed entrambe soffrivano di dolori, nonostante decenni di disciplina ed esercizio fisico fino a tarda età. Il tema dell'invecchiamento non era affatto un tabù per loro. Autodeterminazione fino alla morte: questo era il loro credo".
Ad agosto 2024, le parole di Ellen: "Mi hanno impiantato un pacemaker e poi ho iniziato a curare le infezioni del tratto urinario. Le pillole mi fanno quasi deprimere, mi buttano giù. Non ho mai sperimentato simili sbalzi d'umore prima".
Abendzeitung ricorda che le sorella "parlavano apertamente dell'incapacità di comprendere" la situazione di "altre persone (importanti)" che "diventavano impotenti nella loro vecchiaia e necessitavano di cure. Un'operazione dopo l'altra, in definitiva inutile, l'isolamento con una flebo o in una casa di cura: questa non era un'opzione per le Kessler. Era semplicemente una prospettiva orribile da evitare a tutti i costi".
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